Una settimana a negril
Rientro: 05/04/09 ore 22.45 da Montego Bay, per arrivo a Milano Malpensa il 06/04/09 ore 15.40.
Costo 1.100 euro, comprese le tasse e il trasferimento all’hotel Fun Holiday Beach Resort di Negril, con trattamento all inclusive. Il pacchetto offerto dal tour operator Reliance comprende anche la visita ai mercatini “tipici” e al Rick’s Café.
Altra possibilità offerta dal tour operator è al momento della prenotazione di due gite, di avere gratis o la gita mercatini + Rick’s Café (per chi non l’ha già inclusa nel pacchetto) o l’accompagnamento in taxi, andata e ritorno, alla messa Gospel della domenica a Negril.
Notizie generali: Al momento in cui scrivo, il cambio è 1 $ = 87 JMD (dollari giamaicani), ma in hotel il cambio è di 1 $ = 80 JMD. Un consiglio: cambiate il prima possibile in JMD, dato che abitualmente nei mercatini e nei locali il cambio praticato è di 1 $ = 100 JMD.
L’acqua del rubinetto è potabilissima! In hotel, è a disposizione a tutte le ore e proviene dal rubinetto, ma c’è la possibilità di acquistare anche bottigliette chiuse.
Evitate alba e tramonto in spiaggia (prima delle 8.00 e dopo le 18.30), le sandflies pungono anche nella stagione secca e a molti danno reazione allergica. Tutti affermeranno che è vietato fumare marijuana (o ganja), ma, di fatto, anche se come noi non ne siete consumatori, ne sentirete un odore persistente ovunque… specie alle feste sulla spiaggia.
Al momento dell’arrivo in hotel, occorre depositare 20 $ di cauzione, che verranno resi a fine soggiorno. La cassetta di sicurezza costa 4 $ al giorno. In hotel si possono prenotare auto e sport acquatici, ma non abbiamo dettagli.
Domenica 29/03/09 > Non solo nei giorni precedenti alla partenza, il volo era stato posticipato di un’ora, ma arrivati in aeroporto il volo è in ritardo… ma non saranno gli unici problemi del viaggio di andata! Premetto che siamo partite, con la sottoscritta che aveva un “brutto presentimento”. Una volta decollati, nel bel mezzo dell’oceano, un giamaicano ha una crisi molto violenta, nonostante la presenza a bordo di medici, il pilota è costretto ad atterrare nel primo luogo con un ospedale: le Bermuda (carine!). Figuratevi la reazione della mia amica al mio scherzoso “ Pensa se il mio cattivo presentimento è legato al Triangolo delle Bermuda?”. Se avesse potuto farmi fuori in quel momento, giuro, lo avrebbe fatto! ;))). Dopo ore dal decollo dalle Bermuda, atterriamo finalmente a Havana. Al momento della partenza per Montego Bay, sembra che anche uno stuart si sia sentito male. Finalmente risalite sull’aereo, siamo contente che ci separi solo un’ora dalla Jamaica, ma non è ancora finita! Un ragazzo ubriaco, dà di matto, molesta una signora, vengono riaperti i portelli dell’aereo, e viene scaricato a Havana. Finalmente ripartiamo alla volta della Jamaica, dove atterriamo dopo un’ora. Un bus ci porta al resort (45 minuti di tragitto), dove ci offrono tramezzini e bevande alle 2.30 di notte… invece che alle 22.00! Il pilota era stato in ogni caso bravo a recuperare un po’ di tempo tra le Bermuda e Havana. Lunedì 30/03/09 > Capirete che dopo il viaggio del giorno precedente, volevamo solo relax, sole e farci i tanti desiderati bagni nell’acqua smeraldo di questa isola.
Alle 13.00 h si presenta Rita, la rappresentante in loco del tour operator, che avevamo già conosciuto sulla navetta dall’aeroporto, dove ci aveva anticipato notizie di carattere generale sulla Jamaica e in particolare sul resort. Ci viene offerto il cocktail di benvenuto (un punch freddo e alcolico a base di succo di frutta tipico) e ci vengono proposte le possibili gite: martedì-Black River + cascate YS, mercoledì-Mercatini tipici + Rick’s café, giovedì-Rafting e laguna Luminosa, venerdì-Cascate Mayfield, sabato-Tour di Bob Marley e cascate Dunn’s (Su richiesta, c’è anche la possibilità di visitare una piantagione di ganja).
Finalmente ritemprate, passiamo la serata davanti ad un falò fuori dal Bourbon Beach, poco lontano dal resort, un locale sulla spiaggia con musica reggae dal vivo, sorseggiando una Red Stripe, la birra locale.
Martedì 31/03/09 > Gita alle cascate YS e al Black River (dalle 8.00 alle 16.00 per 90 $). Le Cascate YS si raggiungono con un trenino trainato da un trattore, che attraversa la verde campagna di alberi di acacia, orchidee, banani, cavalli e mucche. Le cascate creano delle terrazze naturali e nel laghetto superiore, i dipendenti delle YS si offrono di fotografare il turista “a mollo”.
C’è anche la possibilità di gettarsi con le liane nell’acqua… divertente! Nella terrazza inferiore è possibile prendere il sole e l’acqua è bassa, fredda e veramente cristallina.
Con il bus ci rechiamo poi, poco lontano, alla cittadina portuale di Black River, la prima città jamaicana dove sia arrivata l’elettricità, che prende il nome dall’omonimo fiume. Con il safari in barca, si ha la possibilità di vedere la fauna e la flora tipica di questa zona, mangrovie, diversi tipi di uccelli, ma soprattutto i caimani, che il capitano nutre e accarezza! Serata da Alfred’s, poco lontano dal resort, anche in questo caso è un locale sulla spiaggia con musica reggae dal vivo.
Mercoledì 01/04/09 > Mattinata in spiaggia e nel pomeriggio shopping nei mercatini tipici (e non!) e Rick’s café (dalle 14.00 alle 18.30 per 25 $). I tre luoghi di shopping sono il centro commerciale, Time’s Square con negozi di lusso (i Rolex qui sono originali e molto meno cari che in Italia) e negozietti di souvenirs. Il secondo mercatino è più artigianale, ma pur sempre adattato al turismo, e si trovano le tipiche sculture di legno bicolore (nasce così in natura), bigiotteria, batik (cari e non particolarmente caratteristici) e abbigliamento. Il terzo punto di shopping è invece un centro commerciale a Negril, una via di mezzo tra il Time’s Square e i mercatini. Francamente questa gita non era un granché, dato che i mercatini e il centro commerciale di Negril erano come le bancarelle e negozietti che si trovavano in spiaggia, mentre il Time’s Square era a neanche 10 minuti a piedi dal resort direzione Negril, sulla strada. Il Rick’s Café invece è da vedere, anche se frequentato solo da turisti. Situato su una scogliera, è famoso per i tuffatori, che compiono acrobazie e che, secondo le mance raccolte, si tuffano da sempre più in alto. All’interno del locale, musica reggae dal vivo e la possibilità di vedere il tramonto, che segna l’orario di chiusura dello stesso locale.
La serata l’abbiamo passata al Roots Bamboo, praticamente attaccato al resort, anche in questo caso è un locale sulla spiaggia con musica reggae dal vivo.
Giovedì 02/04/09 > Dopo una mattinata in spiaggia, decidiamo di raggiungere Bloody Bay (così detta per il sangue delle balene che qui venivano uccise) via spiaggia, ma dopo due ore di cammino, scopriamo da un tipico rasta, che intrecciava paglia sulla spiaggia immerso nella natura, che per arrivarci bisognava girare intorno al villaggio Hedonism, che essendo per soli nudisti è recintato. Ormai è tardi (l’ora ci viene fornita dallo stesso rasta, che, sorprendendoci, estrae un cellulare!) e torniamo per paura di essere massacrate dalle sandflies.
Sulla via del ritorno, veniamo però fermate da un altro rasta che ci vuole mostrare la sua bancarella di … “big bamboo” in legno! Alla sera, ci uniamo ad altri italiani del resort e andiamo a cena da Andrea (cucina di pesce all’italiana, cuoco jamaicano!), anche se siamo sempre state contrarie a “cercare la pasta all’estero”, la combinazione delle due culture, ci ispirava! E lo consigliamo.
Volendo per 18 $ è possibile avere una cena a base d’aragosta in hotel, ma noi abbiamo preferito “cambiare aria”.
Dalle 23.00 in poi apre la discoteca Jungle (gratis per le donne il giovedì fino alle 24.00 h), l’entrata è proprio fuori dal Resort, dal lato della strada. Finalmente possiamo ascoltare un po’ di musica varia, ballare con le infradito (mai usate nei locali sulla spiaggia!), ma il tasso di prostituzione femminile è altissimo e gli apprezzamenti. Notoriamente molto espliciti degli uomini jamaicani, qui erano anche peggio! Venerdì 03/04/09 > Al mattino, mentre la mia amica si dilettava nell’ultimo shopping pre-partenza decido di fare un’immersione, il diving è a neanche 10 minuti in direzione Negril. Come già sapevo, il mare non offre molto per gli amici sub in queste zone e, infatti, la cosa vista più bella è stata un cetriolo di mare (!!!). Vi attireranno assicurando che ci sono delfini, squali, tartarughe… ma vederli è raro e limitato ad alcune zone. Il pomeriggio lo dedichiamo ad una bella passeggiata sulla spiaggia, certo che con 11 km di spiaggia bianca e finissima, non ci si stanca mai! Torniamo per la serata da Alfred’s.
Sabato 04/04/09 > Unica nota negativa nell’organizzazione del resort, è che al mattino della gita al mausoleo di Bob Marley e cascate Dunn’s (dalle 7.20 alle 19.30 per 115 $), veniamo lasciati senza colazione, ma questo ci dà la possibilità di visitare durante il tragitto un tipico “autogrill” jamaicano. Una volta arrivati a Ocho Rìos, l’autista del bus prende una strada di montagna, a tutta velocità (guidano tutti come matti!)… forse per questo la gita è organizzata prima di pranzo! Costeggiamo le “autostrade della bauxite”, le vie che collegano le varie cave, da cui si estrae il prezioso minerale rosso, che serve alla produzione dell’alluminio. Arriviamo a Nine Miles, città natale di Bob Marley, dove si trova il mausoleo a lui dedicato e venerato dai rasta. Ovunque i colori rosso (il sangue è dello stesso colore, anche se la pelle è di colori diversi), verde (la natura e per estensione le erbe che “favoriscono” la meditazione) e giallo oro (il sole!) della bandiera etiope, che i rasta hanno fatto propria per il desiderio di ritorno nel continente nero, da dove furono strappati dall’uomo bianco, che li ridusse in schiavitù nelle piantagioni americane. La guida racconta la storia di Bob a ritmo delle sue canzoni: è possibile entrare nella casetta natale di cui si parla in “Is This Love”, dove c’è il letto su cui, si dice, furono concepiti i 13 figli dell’icona del reggae e dove la guida fa sedere tutte le donne… scherzando sul fatto che Bob potrebbe ancora essere “attivo”! Vengono mostrate anche la pietra, che Bob usava come cuscino, quando cercava ispirazione per le proprie canzoni, e la tomba, dove si entra, per rispetto alla sacralità del luogo, a piedi nudi e dove sono conservati anche le chitarre, una canna e il pallone da calcio, da lui tanto amati. Non aspettatevi grandiosità, tutto è all’insegna della semplicità, tipica dei rasta. Riprendiamo il bus verso Ocho Rìos, questa volta passando dalla via delle felci, famosa per la gran varietà di specie concentrata in questa zona.
Per il pranzo veniamo portati in un ristorantino a buffet di Ocho Rìos: l’interno è molto suggestivo, per la presenza di una cascata.
Il pomeriggio è dedicato alle cascate Dunn’s. Per risalire le cascate è obbligatorio l’uso di scarpette antiscivolo (quelle da corallo, per intenderci). La risalita inizia dalla spiaggia, non è particolarmente difficoltosa, ma è meglio avere le mani libere, perchè in alcuni punti è molto scivoloso. La visuale d’insieme con zampilli e saltelli d’acqua, nella natura selvaggia, è incantevole.
Di ritorno al resort, troviamo una cena a base di jerk di pollo (esiste anche di maiale). Il metodo di cottura è tipicamente jamaicano, infatti, la carne è marinata e speziata e cotta in una sorta di “barbecue” dalla forma di barile di petrolio, che vedrete spesso lungo la spiaggia. Rigorosamente dopo le 23.00, andiamo in disco al Jungle, ma la serata del sabato è molto meno animata di quella del giovedì.
Domenica 05/04/09 > E’ il nostro ultimo giorno, quindi cerchiamo di sfruttarlo al meglio, andando in spiaggia presto. Alle 9.30, accompagnate da un taxi, messo a disposizione dal tour operator, andiamo a vedere nel centro di Negril la messa Gospel (dalle 9.00 alle 12.00). I turisti vengono accompagnati al piano superiore, dove si ha un’ottima visuale: impossibile resistere al ritmo, battere le mani e muoversi è inevitabile.
Dopo un’oretta, decidiamo di ritornare al resort, passeggiando lungo la spiaggia (volendo il tour operator offriva anche il passaggio di ritorno) e il tragitto non supera i 15 minuti.
Il giorno prima della partenza eravamo stati avvisati che il volo era stato posticipato, così guadagniamo qualche ora in più di vacanza. Il resort offre una camera di cortesia dopo le 14.00 per potersi lavare e cambiare, ma dato il disguido con la colazione del giorno prima, la stanza ci viene lasciata fino alle 16.30, peccato però che l’all-inclusive (tranne l’acqua) termini alle 14.00 h, anche se la partenza dall’hotel è fissata per le 18.00 h.
Il bus è in perfetto orario e dopo 45 minuti di viaggio, veniamo lasciati all’aeroporto con largo anticipo sul volo. Al check-in ci viene richiesto il pagamento di 15 $ o 1000 JMD (=12,5 $), come tassa di uscita, prassi usuale in molti paesi.
Peccato che i negozi data l’ora fossero prossimi alla chiusura, sarebbero serviti come diversivo durante la lunga attesa, anche perché il volo era in ritardo, mantenuto all’arrivo a Malpensa.
Comunque ricordatevi che il motto dell’isola è “Jamaica no problem” e tutto viene gestito con questa tranquillità di moto e d’animo.
Respect (questo è il loro saluto, pugno contro pugno)