Una settimana a Bali tra Ubud e Kuta

Ecco come spendere poco e trascorrere al meglio la propria settimana nella bellissima isola indonesiana
Scritto da: Emanuele Crasto
una settimana a bali tra ubud e kuta
Partenza il: 11/04/2015
Ritorno il: 17/04/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
ITINERARIO:

GIORNO 1 : VOLO SINGAPORE – BALI

GIORNO 2: ESCURSIONE AI TEMPLI DI UBUD E PIANTAGIONI DI CAFFE

GIORNO 3: MONKEY FOREST, SHOPPING E YOGA AD UBUD

GIORNO 4: PER LE RISAIE DI UBUD IN BICICLETTA (TOUR 100% GRATUITO E FAI DA TE)

GIORNO 5: MAS, IL QUARTIERE DEL LEGNO E KUTA

GIORNO 6: VISITA DI KUTA E SAVE THE TURTLE

GIORNO 7: RIENTRO A SINGAPORE

GIORNO 1 : VOLO SINGAPORE – BALI

Partenza da Singapore alle 07.20, volo operato da Tiger Air.

Non appena decolliamo, rimaniamo impressi dall’immensità del traffico navale che circonda Singapore, ma subito dopo una mezz’oretta non vediamo altro che un susseguirsi di isole circondate da un mare cristallino.

Non appena sorvoliamo la bellissima Bali, ci godiamo la bellissimo vista mattutina ritratta nella foto. Che dire, con un’accoglienza così, non resta che atterrare e godersi la nostra prima meta.

In aeroporto ci sarà l’autista del nostro hotel ad aspettarci. Siamo diretti ad Ubud, considerata il cuore della cultura balinese dove soggiorneremo al Duana’s homestay, molto centrale ed economico (12€ x notte), ottimo, per non parlare della loro colazione al mattino, le loro crepes alla banana sono qualcosa di inimmaginabile.

Il primo giorno lo trascorriamo esplorando Ubud, raccogliendo informazioni e pianificando i giorni seguenti, nonostante avessimo già programmato un itinerario con largo anticipo.

Veniamo accolti da una cittadina davvero amichevole, dove i locali sono molto cordiali e dove tutto scorre in maniera molto rilassata.

In serata decidiamo di darci alla vita notturna locale, non vi è una grande offerta ma decidiamo di non perdere l’occasione di brindare alla nostra prima tappa.

GIORNO 2: ESCURSIONE PER I TEMPLI DI UBUD E PIANTAGIONI DI CAFFE

Per la nostra escursione abbiamo scelto Dewa, un autista locale conosciuto la sera prima in giro per Ubud, molto puntuale e cordiale, durante il tragitto non fa altro che assecondare tutte le nostre richieste e darci indicazioni su come muoverci per Bali (25€ in due).

Si inizia con la visita del Goa Gajah, all’arrivo veniamo subito assaliti da una massa di venditori ambulanti, siamo solo alla nostra prima sosta e così tiriamo dritto verso l’entrata.

Il tempio è famoso soprattutto per l’accesso alla grotta dell’elefante, un susseguirsi di incisioni nella roccia che creano il volto di un demone somigliante ad un elefante, da cui prende il nome questo luogo.

Entrata: 20.000 IDR (1,80€), all’interno e obbligatorio indossare un sarong che è possibile noleggiare all’ingresso.

Proseguiamo con il Pura Gurung Kawi, un altro luogo che richiede molta più energia di quello precedente: bisogna scendere ben 300 gradini per arrivare al tempio che, aggiunti alle temperature locali, diventano davvero duri da percorrere.

Il tragitto è piacevole, si attraversano diverse risaie e bancarelle di prodotti locali per poi arrivare alle suggestive incisioni funerarie, dei veri e propri monumenti incavati nella roccia ed alti più di 7 metri. Entrata: 15.000 IDR (1,35€) e sarong obbligatorio

CONSIGLIO: Assicuratevi di avere delle bottiglie d’acqua con voi, vi sono bancarelle all’entrata del tempio ma la visita richiede un paio d’ore ed è fondamentale che vi manteniate disidradati.

La nostra terza sosta viene effettuata al Tirta Empul, famosissimo per le sue acque sacre, uno dei luoghi più spirituali di Bali. Vi è una folla intensa di religiosi, venuti qui per immergersi e purificarsi, decidiamo di visitare le aree circostanti come il tempio e le diverse vasche, dominate da carpe, abbiamo anche la possibilità di assistere ad una cerimonia religiosa dove i locali portano le loro offerte agli dei, vestiti nei loro abiti tipici, circondati dal profumo degli incensi. Finalmente ci dirigiamo verso il punto più importante della nostra visita, la famosissima vasca della purificazione, centinaia di religiosi, in coda per immergersi, anche loro con le loro offerte e gli incensi per gli dei. Osserviamo il procedimento e decidiamo di provare anche noi quest’esperienza, affittando così un ulteriore sarong “da bagno” e dopo 10 minuti eccoci in questa vasca piena di carpe e locali, pronti ad immergerci.

Entrata: 15.000 IDR (1,35€), all’entrata vi verra data una fascia da indossare mentre per l’immersione è necessario affittare un ulteriore sarong.

CONSIGLIO: portatevi un cambio e soprattutto un paio di infradito, non tutti gli autisti si ricordano di raccomandarlo prima di partire. Per l’immersione è necessario un costume, che sia preferibilmente adatto ad un luogo sacro.

E’ giunta ora di pranzo e Dewa, il nostro autista, ci propone un posto che conosce lui, molto carino ed economico con vista sul vulcano Batur, non appena arriviamo, notiamo una marea di autisti che aspettano i loro clienti all’entrata e già li iniziamo ad insospettirci.

Infatti, la vista è davvero bella, ma il ristorante è il peggiore di tutto il nostro viaggio: prezzi triplicati ed igiene pari a zero.

Dopo “pranzo” veniamo portati ad una fattoria biologica dove ci vengono mostrate tutte le piantagioni tipiche dell’isola con approfondimento alla produzione di tea e caffè locali, davvero interessante! Ci viene mostrato come tostano il caffè e soprattutto, veniamo introdotti al caffè di Luwak, “lo zibetto delle palme”, un piccolo mammifero, simile ad un furetto che si nutre soprattutto di semi di caffè, il quale non riesce a digerirlo, espellendoli e dando così uno dei più costosi c affè del mondo. Dopo questa breve introduzione veniamo portati ad un tavolo dove assaggiamo i diversi tipi di tea e caffè (compreso quello di Luwak) con tanto di descrizione e suggerisco di assaggiare quello al mangostene All’uscita vi è un negozio, dove è possibile acquistare prodotti organici a prezzi davvero unici, da bravi turisti non possiamo uscirne senza aver comprato qualcosa. Siamo giunti quasi alla fine della nostra escursione, ci immettiamo sulla strada verso l’hotel, sono le 6 di pomeriggio e fuori c’è ancora il sole, effettuiamo una breve sosta alla terrazza sulle risaie di Tegalalang, dichiarate patrimonio dell’Unesco, vale la pena scattarci qualche foto.

Salutiamo Dewa e decidiamo di concludere la giornata con un massaggio balinese in centro, è incredibile di quanto siano economici, 8 euro in due per una sessione da un’ora, credo che verremo qui tutti i giorni!

GIORNO 3: MONKEY FOREST, SHOPPING E YOGA AD UBUD

Dopo esserci gustati le crepes alla banana del nostro hotel (creano dipendenza!), iniziamo la nostra giornata a piedi per Ubud.

La prima tappa è presso la Sacred Monkey Forest, un luogo sacro dove centinaia di macachi ne fanno da padrone. Molto carina come cosa, queste simpatiche scimmiette che saltano a destra e sinistra, ce ne sono di tutte le dimensioni, alcune mettono quasi timore. Tra una foto e l’altra vi spendiamo quasi mezz a giornata, durante il percorso è possibile acquistare cibo da dare alle scimmie, volete una foto con un macaco sulla spalla? vi basterà comprare un paio di banane, loro sanno già cosa fare, ormai ne sono esperti!

Entrata 30.000 IDR (2,70) All’entrata è esposto un cartello con diverse raccomandazioni utili per visitare la foresta e consiglio vivamente di leggerlo attentamente, fate attenzione agli oggetti di valore e ricordate che siete voi gli ospiti.

Terminata la nostra visita alla Monkey Forest, ci dedichiamo allo shopping, Ubud ospita uno dei mercati comunali più belli dell’isola e ne consiglio davvero la visita.

Il mercato è costituito soprattutto da prodotti in legno intarsiato, noci di cocco, opere in pietra e sculture ricavate da ossa di animali, i balinesii sono grandi intarsiatori e riescono a tirar fuori delle vere e proprie opere d’arte dal nulla. E’ possibile comprare strumenti musicali ed oggetti tipici della loro tradizione, la maggior parte di essi lavorati a mano, per quanto riguarda il vestiario, il mercato è popolato da capi multicolore, molto in voga lo stile hippy, siamo sempre nel luogo perfetto per ritrovare se stessi.

Consiglio: contrattate! Ai balinesi piace trattare, togliete sempre il 40% dal prezzo iniziale e non vi rammollite davanti alle facce tristi dei venditori o alle storie di moglie e 5 figli a casa, la sanno lunga e voi siete solo polli da spennare. Decidiamo di concludere la nostra giornata con una lezione di Yoga presso il centro “Yoga Barn“, e così eccoci prenotati per quasi due ore di Yoga, attività molto apprezzata, soprattutto dalla mia lei!

In serata cena vegetariana in centro, la giornata è stata più che entusiasmante.

GIORNO 4: PER LE RISAIE DI UBUD IN BICICLETTA (TOUR 100% GRATUITO E FAI DA TE)

E’ il nostro ultimo giorno ad Ubud e quale modo migliore di trascorrerlo pedalando tra le risaie come in Mangia, prega e ama?

Colazione in hotel, come da tradizione e partenza verso le risaie, abbiamo già trattato per le biciclette con il personale della “reception” la sera prima. La prima sosta la effettuiamo al Lotus cafè, uno dei più rinomati ristoranti del centro, famoso per il suo laghetto di fiori di loto, ci concediamo solo la visita visti i prezzi e partiamo dritti verso la nostra meta. Nel giro di 20 minuti ci ritroviamo a pedalare tra il verde intenso delle risaie, lontani dalle attrazioni turistiche, dal rumore degli scooter e dai tassisti. A differenza delle turistiche risaie di Tegalalang dove ogni filo d’erba è curato alla perfezione, qui l’ambiente è un po’ diverso, la strada non è semplice da percorrere e non è altro che un sali e scendi, circondati da anziani, che lavorano a piedi scalziOgni tanto si vede spuntare qualche anziano che vi lavora a piedi scalzi, nessuno sa dire una parola in inglese ma non ci viene mai negato un sorriso o un inchino. Notiamo come è cambiata l’atmosfera, siamo passati dalla zona degli hotel e dei locali notturni alla vera ed autentica Ubud, nel giro di pochi chilometri.

A causa della pioggia siamo costretti a rientrare in centro dove ci fermiamo per un altro massaggio balinese, in quest’isola abbiamo scoperto la nostra passione per i centri benessere.

In serata riusciamo ad ottenere i biglietti per uno spettacolo di danza balinese presso il centro d’informazione turistica di Ubud, molto turistico e noioso, notiamo di non essere gli unici a pensarla così, anzi, verso la metà dello show, più della metà degli spettatori ha abbandonato il “teatro” mentre l’altra metà è in dormiveglia.

GIORNO 5: MAS, IL QUARTIERE DEL LEGNO E KUTA

Purtroppo il nostro ultimo giorno ad Ubud è arrivato. Dopo aver considerato le diverse opzioni per trasferirci verso Kuta, optaiamo per un taxi, tramite la compagnia Bluebird che consiglio a chiunque: puntuali ed onesti. Decidiamo di effettuare una sosta a Mas, il quartiere famoso per le sculture e le incisioni sul legno, famose della cultura balinese. Visitiamo anche le fabbriche dei vasi ricavati dalle radici degli alberi, ebbene si, i balinesi da veri e propri artisti, riescono a ricavare, soffiando del vetro all’interno dalle radici secche degli alberi, dei fantastici vasi.

Ci dirigiamo così verso Kuta dove abbiamo prenotato la nostra prima notte al Pondok Denayu homestay.

L’impatto con Kuta è abbastanza traumatico, abituati ormai ad Ubud, tranquilla ed economica, dove ognuno ha lo scopo di godersi la cultura balinese al 100%, Kuta si presenta come un grande centro turistico, popolato da surfisti provenienti da tutto il mondo, al posto delle guest house vi sono le grandi catene alberghiere, i ristorantini vegetariani sono stati rimpiazzati dai fast food e invece dei negozietti di souvenir fatti a mano, troviamo un susseguirsi di venditori di tavole da surf, prodotti griffati e champaign bars.

Decidiamo di godercela così com’è: asciugamano in spalla e dritti in spiaggia,decido di regalarmi la mia prima lezione di surf accordandomi con uno dei tanti surfisti che si possono trovare a Kuta beach, 80.000 IDR (7.50 €) per un’ora, molto interessante e soprattutto… stancante.

In serata visitiamo il centro della vita notturna di Kuta.

Consiglio: per il trasporto da Ubud a Bali, Bluebird taxi è una delle compagnie più affidabili, abbiamo pagato in due il prezzo che avremmo pagato per una sola persona prenotando uno dei tanti shuttle bus che si possono trovare in centro.

GIORNO 6: VISITA DI KUTA E SAVE THE TURTLE

Vista la non disponibilità del nostro hotel, siamo costretti a trascorre la nostra seconda ed ultima notte altrove. Decidiamo di non perdere tempo, visitando Kuta con i nostri zaini in spalla e trasferendoci nel nostro nuovo alloggio a fine giornata.

Visitiamo il centro, la statua dedicata all’attentato del 2002 dove sono riportati i nomi di tutte le vittime coinvolte, le diverse bancarelle di souvenir, i venditori di pesce fresco e le porte di Kuta beach, che fanno di questa spiaggia un vero e proprio santuario.

Ci godiamo così il nostro ultimo giorno di mare.

Oggi a Kuta si tiene un evento unico chiamato “Save the Turtle“, vengono rilasciati più di 50 cuccioli di tartaruga nati in cattività. Al progetto hanno precedenza i bambini e decidiamo così di assistere incuriositi dalla novità. Viene improvvisata una sorta di gara dove decine di bambini, in piedi dietro ad una linea sono pronti a liberare la propria tartaruga, vince il possessore della tartaruga che arriva per prima al mare. Ad arbitrare il tutto c’è un certo “Mister Turtle” con tanto d megafono pronto a dare il via e a supervisionare tutto (poverino, all’interno di quel costume sotto il sole indonesiano) , molto educativo, è davvero emozionante vedere queste minuscole tartarughe venir quasi spazzate via dalle onde, essendo totalmente estranee al loro habitat.

Proseguiamo la nostra giornata in spiaggia, decido di ridarmi al surf, questa volta da solo, senza istruttore, molto audace come scelta visto che oggi le onde sono abbastanza alte così dopo essere stato scaraventato a destra e sinistra senza capirci niente per ben 45 minuti, eccomi di ritorno verso la spiaggia dove trovo la mia donna intrattenuta da un gruppo bambini asiatici, in coda per farsi una selfie con lei, neanche fosse una diva di Hollywood.

Consiglio: mai lasciare la tu ragazza da sola sulle spiagge di Bali, soprattutto se bionda!

In serata ci spostiamo al Rabasta Graha Suite, un po’ fuori mano come Hotel ma personalmente uno dei migliori del nostro intero soggiorno in Asia, dove con 10 euro a notte abbiamo anche accesso alla piscina esterna.

GIORNO 7: RIENTRO A SINGAPORE

Purtroppo il nostro ultimo giorno in Indonesia è arrivato, ci dirigiamo all’alba verso l’aeroporto di Bali e ci imbarchiamo sul nostro volo per Singapore, il primo capitolo del nostro viaggio in Asia si conclude qui.

Lost Into The World

Il mio viaggio a Bali in poco più di 3 minuti:

Https://youtu.be/VCKcKGRFg18

Di seguito troverete i link al mio sito internet ed alla mia pagina Facebook:

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