Una scelta ad occhi chiusi: MINORCA

Non avevamo grandi pretese: destinazione mare, possibilmente con spiaggia, desiderio di tranquillità, bisogno d’assoluto riposo. Certo che la scelta del periodo, settimana dal 20 al 27 agosto, metteva in crisi la nostra disponibilità economica. Alla fine, giunti al cospetto della signorina dell’agenzia di viaggi, dopo aver sfogliato le...
Scritto da: miticalu
una scelta ad occhi chiusi: minorca
Partenza il: 20/08/2006
Ritorno il: 27/08/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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Non avevamo grandi pretese: destinazione mare, possibilmente con spiaggia, desiderio di tranquillità, bisogno d’assoluto riposo. Certo che la scelta del periodo, settimana dal 20 al 27 agosto, metteva in crisi la nostra disponibilità economica. Alla fine, giunti al cospetto della signorina dell’agenzia di viaggi, dopo aver sfogliato le offerte per Formentera, Croazia, Tunisia e Grecia, dalle mie labbra è uscita la parola “Minorca”. E così, sull’onda dell’entusiasmo, a meno di dieci giorni dalla data di partenza, abbiamo prenotato una settimana, in formula roulette, un appartamento a Minorca. Inutile aggiungere l’apprensione che mi ha preso lo stomaco dopo aver pagato l’acconto. “Formula roulette” significa che ti viene comunicato il nome della località e della struttura nella quale alloggerai solo quando arrivi a destinazione. Fino a quel momento, non hai la più pallida idea di dove sarai sistemato. Potrebbe essere in qualunque angolo dell’isola! E come faccio a programmare prima quali spiagge potremo visitare? E se saremo in mezzo al nulla? Marco mi stava già odiando… Alla fine siamo partiti da Bologna, in perfetto orario, e siamo arrivati a destinazione. La struttura assegnataci era il “Binimar”, in località Cala en Blanes, vicino a Ciutadella. Un complesso di piccoli appartamenti, occupati prevalentemente da rumorose e numerose famiglie inglesi… Per visitare le spiagge di Minorca è indispensabile avere a disposizione un’automobile (nel nostro caso una Atos che arrancava in salita – Marco si era già illuso di poter avere una jeep, invece niente!) e nonostante il periodo critico, siamo riusciti a noleggiarla dal martedì al sabato, per Euro 260.00 In cinque giorni faremo km 480 e Euro 30 di benzina. Nota tecnica: prima di far rifornimento bisogna pagare alla cassa e comunicare di quanto si intende rifornire: non conoscendo la capacità del serbatoio sono andata a occhio, e mi è andata fatta bene! A bordo del nostro potente bolide siamo quindi partiti alla scoperta di alcune spiagge dell’isola. La prima distinzione da fare è tra la costa nord e quella sud. A nord le spiagge sono prevalentemente di roccia rossa, a sud trovi la sabbia bianca, quasi caraibica. Su consiglio di Silvia, l’assistente de “I Viaggi del Turchese”, ci siamo diretti subito a nord, a CALA MORELL, dove sarebbe stato possibile anche fare i fanghi con l’argilla direttamente sulla spiaggia. Il paesaggio si presenta subito molto spettacolare: le rocce rosse si stagliano nitide contro il cielo azzurro, completamente terso, e il mare di un blu intenso scompare all’orizzonte. Alle nostre spalle, abbarbicate sulla montagna e circondate dalla verde macchia mediterranea, le case bianche, ancora addormentate nell’aria fresca del mattino. Purtroppo siamo costretti ad abbandonare questo angolo da fiaba perché il mare è letteralmente infestato di meduse!!! Ci spostiamo quindi verso ALGAIARENS. Qui la spiaggia è più larga e sabbiosa, delimitata alla spalle da dune di sabbia. Il mare è come sempre azzurro e molto pulito, e ne approfittiamo per rinfrescarci. Purtroppo, però, nel bagno prima del pranzo, vengo infidamente punta da una medusa, sul braccio. Niente di grave, per carità, però è sempre una cosa fastidiosa. Il bagnino provvede a disinfettare le ferite, ma nel pomeriggio decidiamo comunque di spostarci verso CALA PREGONDA. Parcheggiamo e ci avviamo a piedi, come sempre, attraverso un paesaggio molto particolare. Intorno a noi solo basse montagne rosse, piuttosto brulle, con qualche macchia di verde qua e là. A volte vediamo qualche scorcio di mare, di un blu molto forte. Pur essendo pomeriggio inoltrato, in questa parte dell’isola non tira un filo di vento e la temperatura è ancora abbastanza elevata. Dopo una camminata di 20 minuti, arriviamo finalmente in vista della spiaggia. Scendiamo dalla duna (incrociando 4 ragazzi di sesso maschile perfettamente a proprio agio nella loro nudità e che ci chiedono se abbiamo dell’acqua: stanno evidentemente soffrendo le pene…) e sistemiamo gli asciugamani. Qui la sabbia è più grossa, quasi dei sassolini arrotondati, ma il mare è sempre splendido. Nella luce del sole quasi al tramonto, lo scenario è avvolto in un riflesso dorato, una scena quasi onirica.

Queste sono le uniche spiagge del nord che abbiamo visitato. Dirigendoci a sud, la prima che ha potuto annoverare la nostra presenza è stata CALA TURQUETA. Come si può facilmente intuire dal nome, l’acqua è di un meraviglioso color turchese, con mille sfumature fino al blu elettrico. La spiaggia è formata da una piccola baia, con sabbia bianca, fine e morbida al tatto. A proteggere la cala, alle spalle, una fitta pineta sotto la quale trovare refrigerio nelle ore più calde. Il giorno successivo, giovedì, è stata la volta della gettonata MACARELLA e gettonatissima MACARELLETA. Dopo un percorso di mezz’ora a piedi, in discesa, attraverso la montagna, arriviamo a Macarella. La spiaggia è ancora deserta, solo una donna sta facendo il bagno, ma i primi metri in acqua sono coperti da uno spesso strato di alghe scure. Complice anche il cielo leggermente nuvoloso, il tutto ci appare grigio, un po’ triste. Decidiamo quindi di cercare il percorso per arrivare a Macarelleta. Come avevo letto su TPC, doveva essere a perpendicolo lungo la montagna, e piuttosto angusto. Seguendo delle frecce sulla roccia, cominciamo faticosamente ad arrampicarci, zaino in spalla e borsa-frigo al seguito. Il sentiero si rivela subito disagiato, stretto e scivoloso. Non c’è molto sole, ma stiamo morendo di caldo. Giriamo l’angolo, passiamo sotto un ramo, scavalchiamo una radice e … paff! In basso, che fa capolino tra i rami, una striscia di sabbia bianca, completamente deserta, e un mare con l’acqua dalle sfumature più paradisiache che abbia mai visto! Un raggio di sole illumina questa cartolina vivente e noi siamo veramente emozionati. Allora il paradiso terrestre esiste veramente! Concludiamo il sentiero e finalmente arriviamo sulla spiaggia, tutti sudati ma entusiasti come non mai. Oltre a noi c’è un’altra famiglia italiana e un gruppo di quattro nudisti che ha dormito in pineta. È veramente stupendo! E che acqua: ti invita a berla. La levataccia del mattino (erano le 7 quando ho fatto suonare la sveglia) è ampiamente ripagata, non vi pare?!? Sono le 8.55 e possiamo goderci quest’angolo di mondo in assoluta tranquillità. Nel pomeriggio, inoltre, complice la pineta che faceva da scudo, Marco ha anche assistito ad una scena che potremo definire “piccante”… Io, invece, stavo beatamente dormendo.

Per quietare i suoi bollenti spiriti improvvisamente svegli, complice anche la giornata che si stava ingrigendo, abbiamo salutato a malincuore Macarelleta e ci siamo diretti a CAP DE CAVALLERIA, il punto più a nord dell’isola, con il suo imponente faro. Abbiamo potuto ammirare il mare e i mille riflessi del sole sull’acqua, anche se le nuvole provavano a rovinarci lo scenario. Ma era suggestivo ugualmente.

L’ultima spiaggia che abbiamo visitato, venerdì, è stata quella di SON BOU. Tra tutte, è l’unica dove non è stato necessario scarpinare per raggiungerla: parcheggio, passerella in legno lunga 200 metri, spiaggia, e l’unica attrezzata con lettini e ombrelloni a pagamento, stile Rimini. Ma questo è l’unico aspetto comune alla spiaggia adriatica: il mare e la sabbia erano decisamente minorchini! Stanchi di adagiare le nostre grazie per terra, spendiamo Euro 17 per due lettini e un ombrellone: oggi ci vogliamo proprio coccolare! Inoltre, durante la mattinata passa una ragazza che distribuisce freesbee e così ci divertiamo un po’, oltre a fare il bagno e prendere il sole.

Sabato, giorno precedente la partenza, si presenta subito come una giornata grigia (di notte aveva piovuto), quindi modifichiamo subito i nostri programmi e rimaniamo a poltrire a letto un po’ più a lungo. Verso le 11 decidiamo di andare a Ciutadella, per vederla anche di giorno. Le nuvole sono sempre minacciose e dopo un’ora ritorniamo a casa, per pranzare. Riposino pomeridiano, poi di nuovo in macchina verso la capitale, Maò. Marco, a causa del tempo, non si sente in grande spirito, e la breve passeggiata che facciamo per le vie della cittadina risulta abbastanza insipida. Anche perché quasi tutti i negozi sono chiusi, quasi non fosse un periodo di affluenza turistica. Torniamo alla macchina e decidiamo di dirigerci verso FORTALESA DE LA MOLA, per ammirare il panorama. Visto che sono le otto di sera e stanno per chiudere, facciamo un rapido giro, scattiamo qualche foto e via! Nonostante adesso il cielo si sia aperto, Marco è ancora abbattuto per la giornata in un qualche modo sprecata e non riesco a trasmettergli il mio entusiasmo da vacanza. L’ultima speranza rimane COVA D’EN XOROI, un locale scavato nella roccia. Ormai tardi per ammrirare il tramonto, non ci sentiamo di spendere 10 euro per l’ingresso: in fondo è una semplice discoteca, e noi dobbiamo ancora cenare. Senza una meta precisa ci rimettiamo in macchina, con l’intenzione di fermarci nel primo locale che ci ispira fiducia. E ciò accade quasi subito. Il ristorante in questione si chiama “Pons”, in località Cala en Porter, e si trova lungo la strada. Ordiniamo una paella per due, per concludere in bellezza. E concludiamo davvero in bellezza per la gioia di Marco…! Oltre a portarci una porzione bella abbondante, carica di carne e pesce, con riso al dente e di un colore giallo squillante, alle 21.30 inizia anche l’intrattenimento musicale!!! Uno spasso, musica spagnola nello stile “festa de l’unità”, con le matrone che ballano il liscio a coppie e i signori uomini seduti a bere birra e fumare! Un divertimento di prima categoria! Io ero entusiasta dell’atmosfera e della musica, Marco mi guardava allibito e sconsolato: alla fine però, si è ripreso dal suo stato di apatia.

Domenica siamo ripartiti. Abbiamo sorvolato l’isola e potuto ammirare dall’alto il porto di Maò: una grande insenatura naturale, la seconda per grandezza al mondo. Una settimana è volata in un attimo: troppo poca, per un’isola che ha veramente tante possibilità di escursioni da offrirti! Note pratiche.

Come detto, la macchina è indispensabile per raggiungere le spiagge. Assolutamente sconsigliato il motorino, visto che ci sono lunghi tratti di sterrato da percorrere, con grosse buche.

Una volta parcheggiato, c’è sempre un bel tratto da fare a piedi. Consiglio di indossare scarpe da ginnastica: è più sicuro nei tratti rocciosi e scivolosi.

Le spiagge NON sono attrezzate in alcun modo: è meglio organizzarsi con una borsa frigo ed eventualmente un piccolo ombrellone. Ma ci sono sempre le pinete ad offrire riparo.

Minorca è un’isola piuttosto ventosa: se alla sera il cielo appare nuvoloso, non significa che la mattina successiva sarà lo stesso, anzi.

Per godere delle spiagge in assoluta tranquillità, noi ci siamo sempre arrivati entro le 9: significa sveglia presto, ma è un piccolo pegno da pagare in cambio della possibilità di godersi il mare quando ancora non c’è nessuno. La massa di gente arriva sempre dalle 10.30 in poi. Buone vacanze! Luciana e Marco



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