Una Grecia diversa: la Penisola Calcidica e Salonicco, con escursione al Monte Athos
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Finalmente l’astinenza sta per finire! Non importa svegliarsi all’ora dei vampiri per raggiungere Bergamo, da dove abbiamo il volo alle 07,45.
Che importa se per strada dobbiamo combattere il sonno cantando (o meglio, cercando di cantare) a squarciagola i successi di Anna Vissi e Despina Vandi?
Il volo Ryanair è puntuale e il tanto desiderato arrivo a Salonicco ci regala il calore dell’estate greca, estate che a Genova tarda ad arrivare.
Ad attenderci, per conto dell’agenzia di autonoleggio, Cristina, una bella bionda che ci consegna il mezzo e ci dà le indicazioni per raggiungere la nostra destinazione: Vourvouroù.
Incredibile amici, ma in 110 km di strade non ci siamo mai sbagliati! (campagna contro il gps, ancora vinta da noi). La strada è facile: da Salonicco si prende per Nea Moudanià, poi per Sithonia, poi per Nikiti, infine per Sarti. Vourvouroù la si incontra prima di Sarti.
Il residence (Zisios Studios, www.zisios.net ) è carino, restaurato di recente, sulla strada principale e con un bel giardino. Il cornicione del tetto è punteggiato da tanti nidi di rondini che riempiono il silenzio assolato del luogo con i loro cinguettii.
Gli albergatori sono giovani e simpatici. Lui (Asterios) parla un buon inglese, mentre lei (Maria) parla un ottimo italiano, dato che si è laureata in Italia.
Appena posate le valigie ci docciamo e ci catapultiamo in spiaggia attraverso un sentiero nelle sterpaglie (come da nostra tradizione, in infradito).
La spiaggia è una stupenda e sottile striscia di sabbia bianca e grossolana; il mare digrada dolcemente. La pineta arriva fin sulla spiaggia e noi approfittiamo della frescura meravigliosa di un pino. Durante il pomeriggio facciamo un paio di pisolini immersi nella beatitudine più totale, all’ombra dei pini profumati, accarezzati da una brezza provvidenziale.
La ninna nanna ce la cantavano gli uccellini e le cicale, alla base musicale la dolce risacca dell’Egeo.
Davanti a noi la microisola di Nisi Diaporos e sullo sfondo la catena montuosa sacra, con un ben distinguibile Monte Athos.
Affollamento spiaggia quasi nullo, ma sarà solo per la bassa stagione, dato che qui a Vourvouroù c’è una concentrazione di studios e hotel paurosa. Dopo questo ozio assolutamente rigenerante e necessario decidiamo di risalire per lo stesso sentiero, ma ci perdiamo nella campagna diverse volte. Alla fine, contrariati, stanchi e cotti dal sole facciamo una camminata interminabile di un’ora per raggiungere gli studios, che in linea d’aria vedevamo a 200 metri da noi…
Durante questo tragico rientro incontriamo e conosciamo la nostra albergatrice che ci consiglia due posti dove andare a mangiare.
Uno è Il Mondo, la pizzeria di suo fratello, l’altra è la taverna più famosa di Vourvouroù: Gorgona i Pulman (citata anche sulla nostra guida Dumont).
Per stasera scegliamo la Gorgona: confermiamo che si mangia bene, abbondantemente e sotto i 30 euro in due se non si esagera.
P.s. Se ci andate al tramonto è uno spettacolo. Vi raccomando di non farvi impietosire dai mille mici che verranno a piangere miseria sotto i tavoli: è vietato dargli da mangiare… Ora scorta di viveri al minimarket per la colazione e il pranzo al sacco di domani. A letto presto perchè siamo stanchi e un po’ alticci grazie alla Mythos e all’ouzo. Kαληνύχτα!
18/16/13
Ombrellone, asciugamani e ciambellone e ci mettiamo subito in macchina alla ricerca della nostra caletta perfetta; ma dopo qualche minuto di viaggio vediamo qualcosa che si muove sulla carreggiata…ma cos’è??? Una tartaruga!!!!! Povera! sta attraversando la carreggiata: prima che venga schiacciata da qualche auto la aiutiamo a passare dall’altra parte…
La strada, un nastro nero tra due versanti di verdi, fresche e odorose pinete, è punteggiata da sentieri che sicuramente portano a spiagge bellissime.
Noi ci fermiamo dove vediamo già qualche auto in sosta, indice che c’è qualcosa di interessante. Ci troviamo a Kouvorotripes: un posto fantastico.
La pineta è popolata da campeggiatori liberi di diverse nazionalità: Greci, Bulgari, Serbi, Croati, Rumeni, Macedoni, Russi e Ucraini. Il turismo da queste parti è in prevalenza proveniente dai Balcani e dall’est Europa. Personalmente mi fa piacere non essere circondato dai soliti tedeschi.
Quando vediamo il mare è uno chock. Un azzurro meraviglioso che sfuma in mille tonalità, sabbia bianca e la fitta pineta subito a ridosso della spiaggia, abbarbicata su costoni di roccia.
Scendiamo l’agevole sentiero e rimaniamo a goderci questo paradiso per un paio di ore, tra un bagno di sole e uno di mare.
Le macchine parcheggiate sul ciglio della strada fungono da richiamo per tutti quelli che passano da lì e così verso le 11,00 la spiaggia si popola troppo per i nostri gusti e il sole comincia davvero a fare male e noi non abbiamo l’ombrellone: meglio andare ad esplorare la pineta per vedere se si riesce a raggiungere qualche altra caletta più isolata e ombreggiata.
Ma troviamo addirittura un lido strapieno di gente, con un baretto con la musica a palla. Non fa per noi. Peccato come le cose più belle debbano essere così stravolte in nome del denaro.
Ci scegliamo un posticino al fresco sotto gli alberi della pineta e facciamo picnic con le scorte portate da casa.
È una piccola località quasi prettamente a vocazione turistica, ma ha una spiaggia di sabbia bianca ampia e chilometrica, con un mare da bere!
Sembra un’immensa piscina e questo basta a farci dimenticare la nostra “fobia” per i posti affollati e rumorosi. (anche se non si può parlare ancora di vero affollamento… gli spazi tra un ombrellone è l’altro sono molto generosi).
Al primo “emporio” aquistiamo l’ombrellone più economico che riusciamo a trovare (€ 5,50), dato che non potremo portarlo in aereo e ci andiamo a spiaggiare. Tra un sonnellino, tanti bagni e i grandi successi pop dell’estate greca 2013 che passano alla mia mia fedelissima radiolina, arrivano le 15,30, decisamente una botta di caldo sufficiente per il primo giorno.
Posiamo la roba in macchina e andiamo a prenderci qualcosa di fresco da bere al beach bar. Pisi non resiste e prende un espresso…prezzo 2,5 euro, ma buonino. Io un espresso freddo glikò “alla greca”. Insieme a questa consumazione da apena 5 euro vi arriveranno sempre gratis una bottiglia d’acqua e qualche biscottino goloso.
Torniamo a Vourvouroù e “nanniamo” fino alle 19,00.
Oggi è la serata pita gyros. Ne mangiamo un sacco spendendo in due 15 euro.
Poi torniamo in camera, qualche partita a carte e…Kαληνύχτα!
19/06/13
Sveglia presto, colazione e via! La destinazione è a due passi dal nostro “xenodochìo”: Karidi beach: una spiaggia dai colori caraibici, una mezzaluna ampia di soffice e finissima sabbia bianca, mare azzurro che di più non si può e tantissimi pesciolini. Noi però non ci fermiamo qui, immaginando che più tardi ci sarebbe stato un marasma di gente e esploriamo il versante a sinistra, oltre le rocce dell’insenatura e la vegetazione.
Troviamo, tra una manciata di calette disponibili, una da sogno e ce ne impossessiamo per tutta la mattinata, suscitando l’odio di tutti quelli che ci guardavano. Ahahahah! Piccola, riparata, direi anche insonorizzata, dato che non ci raggiungevano i rumori della “civiltà” e potevamo quasi immaginare di essere gli unici beneficiari di questo eden, dimenticandoci di tutto il mondo e dei suoi problemi. Solo uno specchio d’acqua azzurra davanti a noi, un cielo azzurro sopra di noi e il romantico suono delle cicale. Unici nostri compagni “visibili” tanti pesciolini curiosi che ci nuotavano intorno, facendoci divertire.
Quando crediamo di esserci ritemprati a dovere con tanta bellezza e di non poter più sopportare altro caldo facciamo i bagagli e torniamo in camera.
Alla nostra partenza si scatena la battaglia per accaparrarsi la caletta tra quelli che la puntavano da qualche ora. Credo abbiano vinto i Russi.
Pennichella sacrosanta, merenda con frutta dolcissima e torniamo a Karidi, ma sulla spiaggia principale, affollata da famiglie da ogni angolo dei Balcani.
Anche se inflazionato, un bagno qui non potevamo non farlo. Anzi, mica uno: tantissimi bagni!
La sera, prima di uscire, veniamo invitati da Maria a prendere qualcosa da bere da lei al pianterreno dell’edificio. Era in compagnia di genitori e nonni, con i quali abbiamo intavolato improbabili conversazioni bilingue, dove ognuno non capiva la controparte! Ahahahahaha, Maria poverina faceva da interprete, ma aveva anche da fare! I nonnini credo che vivano qui, dato che li vedevamo sempre, e poi curavano il piccolo orto del giardino. La nonnina è dolcissima: parla solo in greco, ma ci riempie di sorrisi e pacche affettuose ogni volta che ci vede.
Stasera proviamo la pizzeria del fratello di Maria “Il Mondo”.
Ordiniamo un’insalata greca, una dello chef e una margherita per due.
Le porzioni sono talmente abbondanti che non ce la facciamo a finire tutto, ma il cibo è davvero buono. Anche la pizza!
Mai mangiata una pizza buona all’estero prima di oggi.
Torniamo in camera per qualche partita a carte e poi a nanna presto.
20/06/13
Stamattina c’è un po’ di vento e il mare è mosso. Una nostra amica e guru dei nostri viaggi in Grecia, però, ci aveva avvisati che in Sithonia quando su un versante il mare è agitato, basta spostarsi sul versante opposto per trovare mare e vento calmi.
Sperimentiamo il suggerimento e andiamo a Toroni; lungo la strada scorgiamo un tenerissimo scoiattolo! Sono proprio piene di vita queste foreste! E che dire dei panorami che si inseguono curva dopo curva?
Una volta a Toroni ci lasciamo alle spalle tutti i lidi e le spiagge affollate del lungomare e ci piazziamo in un’insenatura dorata e con acque calme.
Anche qui diventiamo i “padroni” di un angolino bello e particolare: una piccola grotta dove ripararci dal sole. La spiaggia rimarrà deserta fino a quando ce ne andiamo, chissà come mai… è così bella! Solo in Grecia è possibile conciliarsi in solitudine col mondo, con intere spiagge meravigliose a disposizione.
Intervalliamo i bagni di sole a bagni rilassati e piacevoli in queste acque fresche popolate da tantissimi pesci, che ci preoccuperemo di sfamare con un po’ di pane.
Sugli scogli tanti ricci di mare, granchi e conchiglie dalle forme fantasiose.
Torniamo a casa presto perchè Auro ha mal di testa, e quando rincasiamo troviamo Maria che fa le pulizie nelle stanze. Le chiediamo se per caso avesse una pastiglia per l’emicrania…dopo mezz’ora arriva con una confezione di Mesulid comprata apposta in farmacia da Asterios…
La sera, dopo la pennichella, usciamo e andiamo a Ormos Panaghias, pensando di passarci un po’ di tempo passeggiando…ma è un borgo minuscolo!!!
Carino, raccolto intorno al piccolo porto da dove partono le barche delle escursioni al Monte Athos (ora ormeggiate), con una successione di ristoranti con i tavolini sulla spiaggia.
Purtroppo, però, i buttadentro dei ristoranti non ci lasciano in pace, e tutti, uno dopo l’altro, ci invitano ad accomodarci, ma noi preferiamo aspettare un po’ per cenare…sono appena le 19,00 e tanta insistenza ci infastidisce un po’.
Dopo aver gironzolato per una mezz’ora acquistiamo qualche cartolina e curiosiamo nel grazioso negozio di souvenir.
Alla fine ci sediamo dal pitarolo nella piazzetta, dove con 10 euro ceniamo con pita ghyros, feta e due Coke. Torniamo a Vourvouroù che sono appena le 20,00 afflitti perchè non troviamo nulla da fare per la serata! Incontriamo Maria che preghiamo di indicarci qualcosa da fare o qualche locale dove andare a passare qualche ora.
Ci indica un beach bar “Talgo” (sulla strada verso Ormos Panaghias, ma alla fine non riusciremo ad andarci) e poi ci dice che domenica qui si festeggiano la Trinità e San Giovanni. Ci invita a seguire lei e la sua famiglia fino al paese dove si svolgono i festeggiamenti (Ag. Nikolaos): ci saranno da mangiare souvlaki e spettacoli di danze popolari.
Tra l’altro balleranno i suoi figli e suo marito e poi alla fine tutti i presenti prendono parte alle danze. Con un sorriso smagliante accettiamo.
Alla fine concludiamo la serata con un gelato e con un interminabile torneo a due di “Uno”.
21/06/13
Al risveglio ci accorgiamo che il cielo è velato. Strano, per oggi le previsioni avevano dato sereno e la giornata più calda della settimana… Vabbè, allora decidiamo di fare un’escursione. L’indecisione è tra Pella e Vergina o Monte Athos. Scegliamo l’ultimo.
La mistica e severa penisola monastica, il cui accesso alle donne è precluso e gli uomini devono chiedere un permesso che potrebbe anche mai arrivare: non sono ammessi più di 14 pellegrini al giorno, per non più di tre giorni a testa. Le barche che lo costeggiano devono tenersi a 500 metri dalla costa.
Per le 08,40 siamo a Ormos Panaghias e acquistiamo i biglietti per l’escursione (€30 a testa). La nave salpa alle 09,20 ma si può salire prima per scegliersi il posto.
Il lato migliore della barca dal quale ammirare la costa della Penisola è quello destro, poiché durante la navigazione in vicinanza della penisola sacra la costa si troverà appunto sul lato destro. (tranne se la giornata vede mare molto mosso. In questo caso la rotta è invertita: si va prima a Ouramoupoli e poi si discende lungo la penisola, lasciandosi la costa sul lato sinistro della barca). Dato che il cielo è coperto ci mettiamo sul ponte superiore scoperto…
Qui conosciamo una coppia di signori di Roma (Aldo e Teresa) con i quali passeremo la giornata.
Appena dopo la partenza il cielo si schiarisce e il solleone non ci mollerà più, facendoci ribollire il cervello!
Dopo un paio di ore scarse di navigazione arriviamo a qualche centinaio di metri dalla costa e dall’aguzza sagoma del monte Athos.
Vediamo i monasteri, nonostante le invadenze di alcune persone che non esitano a salirti praticamente in braccio per farsi le foto o sporgersi per vedere meglio.
Vediamo perfino dei delfini che giocano in acqua seguendo l’imbarcazione.
Le informazioni fornite dagli altoparlanti della barca sono in tante lingue, ma gli italiani devono accontentarsi dell’inglese se non si conosce il russo, il greco o qualche altra lingua dell’est Europa.
Si scorgeranno i seguenti monasteri (tutti situati sul versante ovest della penisola):
- Ag. Pavlou, dove si conservano granelli di mirra portati dai Magi in dono al Bambinello;
- Dionisiou, fondato nel 1374, si trova su una roccia alta 80 metri a picco sul mare. Possiede un’importante biblioteca ;
- Grigoriou, uno dei più recenti, conserva un’icona di 500 anni fa con la rarissima raffigurazione della Panagìa Galaktotròphoussa (madonna del latte);
- Simonos Petra, sovrasta la costa occidentale come una fortezza; ricostruito nel 1981 dopo un incendio, ricorda l’architettura dei monasteri tibetani;
- Xitopotamou, nella cui chiesa sono conservate oltre 200 icone;
- Panteleimonos (o monastero russo): inconfondibile la sua architettura, ispirata a quelle presenti in madrepatria. Curiosità: in questo monastero si osserva l’orario di Mosca. Infatti l’orologio del campanile segnava le 15,00 ma l’ora locale era tre ore indietro;
- Xenofontos;
- Dochiariou, la cui prima testimonianza certa si trova in un documento del 1030. In questo monastero è severamente vietato scattare fotografie.
Nella penisola vivono attualmente 1700 monaci (cifra in costante aumento) in 20 monasteri. Navigando lungo la costa, però, si notano molte più costruzioni: sono le Skitie e le Kellie (celle).
Le skitie sono come piccoli paesi monastici; in ogni casupola vive una manciata di 5-6 monaci, con tanto di propria cappella. Ogni skitie è guidata da un priore.
Discorso analogo per le kellie, ma queste somigliano a fattorie, e ogni mini-comunità può strutturare il proprio stile di vita in modo autonomo. Tempo fa sulla penisola vivevano anche monaci eremiti e monaci vagabondi. Queste figure mistiche, oggi, non esistono più. (Mille altre curiosità su questa misteriosa penisola potete trovarle sulla guida “Penisola Calcidica e Salonicco” – Dumont editore € 15,00).
Arriviamo a Ouranoupoli (in greco “città celeste”, nome che comunque non ha nulla a che vedere con la vicina repubblica monastica) con una mezz’ora di ritardo, così le due ore di sosta si riducono a una più risicata ora e mezza. Per fortuna nessuno di noi ha fame, dato che abbiamo mangiato dei panini a bordo e così gironzoliamo un po’ per la cittadina che a mio parere sà molto di “non luogo”, nel senso che mi sembra un posto nato solo per essere un’attrazione turistica, dato che la cittadina segna il confine con la repubblica monastica inviolabile.
È una stazione di bus che fanno la spola da qui a Salonicco, molto utilizzata dai ministri ortodossi che vanno o vengono dai monasteri, nonché unico porto di imbarco per i natanti diretti o provenienti da Port Dafni: il piccolo porticciolo nel cuore della repubblica (a esclusivo uso di monaci e pellegrini selezionati).
Le stradine sono piene di negozietti di souvenirs di raffinato artigianato, ma anche solite paccottiglie. Mi hanno colpito molto alcune gioiellerie che esponevano pezzi meravigliosi di arte orafa, soprattutto a tema religioso.
L’unica testimonianza del passato che ho visto è stata la bella e inconfondibile torre di avvistamento bizantina, simbolo e biglietto da visita della città per chi arriva dal mare (purtroppo non si può visitare all’interno). Un mare limpidissimo che invita inesorabilmente a tuffarsi. Dopo una veloce esplorazione e uno slalom gigante tra i buttadentro multilingue dei ristoranti ci fermiamo a bere qualcosa di fresco in un bar.
Una volta sbarcati ad Ormos Panaghias, decidiamo insieme ad Aldo e Teresa, di andare a farci un bagno rigeneratore a Karidi.
Verso le 19,30 ci salutiamo. Noi andiamo a mangiare da Gorgona i Pulman, loro invece, su nostro consiglio, alla pizzeria Il Mondo.
Poi dritti a casa, dove sulla porta troviamo ad attenderci quella che ci sembra una piccola tarantola… La combattamo con l’autan, ma lei fugge incazzata e noi rimaniamo preoccupati… Chissà dove è andata!
Aurora la notte avrà incubi mistici con mostri a forma di ragni. Ahhahahahahaha!
22/06/13
Come al solito la sveglia suona presto: ci prepariamo per andare ad esplorare qualche nuova spiaggia. Ci era stata segnalata una località non ben definita vicino a Sikia beach, ovvero raggiungibile “tramite una stradina imboccata per caso”. Noi ci proviamo e imbocchiamo a caso una stradina quando ci troviamo a Sikia beach.
Bhè, ora non so dirvi dove siamo andati a finire, ma il posto era graziosissimo.
Bella e ampia spiaggia di sabbia grossa, mare limpido e non subito profondo e alle spalle un piccolo campeggio frequentato solo da greci.
Disponibili pochi e grandi ombrelloni con struttura in legno e copertura in iuta: basta prendere una consumazione al baretto del campeggio.
Tra l’altro il tizio del bar mi ha costringe ad accettare una grappa infuocata da bere con lui…io che non bevo, ma mi spiaceva rifiutare…appena ho potuto ho approfittato di un secondo che mi dava le spalle e l’ho versata nella sabbia!!! Ahahhah.
La giornata è trascorsa nella pace assoluta. Ho addirittura russato profondamente sul lettino. Andiamo via verso le 15,00 e andiamo a mangiare sull’animato lungomare di Sarti.
Lungo la strada ci fermiamo tante volte ad ammirare una meravigliosa luna piena che riflette la sua luce argentea sull’acqua della baia.
Passiamo una bella serata a Sarti, bevendo una birra, chiacchierando e facendo lunghe passeggiate e un po’ di schopping kich con i nostri nuovi amici.
Sarti è animatissima di sabato sera: tantissimi giovani, tante famiglie, tante belle ragazze!!!
Si fa l’una e mezza ed è proprio l’ora di tornare a casa, dato che ci vuole una buona mezz’ora di auto.
23/06/13
Uno dei più bei giorni mai vissuti in Grecia!
È domenica e le spiagge saranno affollate, preferiamo non andare lontano e scegliamo la caraibica e vicinissima Karidi, eletta da noi reginetta tra le spiagge della Sithonia orientale.
Ci accaparriamo una caletta perfetta e minuscola, ma soprattutto silenziosa e riparata: proprio adatta a noi, con tanto di ombreggiatura naturale, grazie a un pino sul costone di roccia soprastante. Trascorriamo la mattinata tra lunghi ammolli e sollazzi ombreggiati.
Dopo il sacrosanto pic nic leviamo le tende e ci trasferiamo sul versante affollato, scatenando un’altra feroce guerra per il possesso della caletta.
Un bagno rilassante in queste acque color “puffo” e poi a casa.
Sonnecchiamo un po’ e poi andiamo a lavare la macchina che ha quasi cambiato colore per la polvere e la sabbia…
Torniamo in camera per un gelato e per fare le valigie: domani si va a Salonicco.
Alle 20,30 abbiamo l’appuntamento con Maria che ci guiderà alla festa del Paese di Ag. Nikolaos.
Appena arrivati nelle vicinanze della festa parcheggiamo tutti sul ciglio della strada e aspettiamo che Asterios ci venga a prendere col pick up. Sul cassone eravamo in otto (greek style): Maria, sua figlia e suo figlio (entrambi in abiti tradizionali), suo padre, una sua amica con figlia e ovviamente io e Pisi. Asterios guidava (in abiti tradizionali) con accanto la mamma di Maria.
È stato divertentissimo fare del fuoristrada sul cassone pieno di gente…gridavamo OPAAAAAA!
Quando arriviamo sul luogo della festa (uno spiazzo su un altipiano che domina tutta la baia di Ormos Panàgias) stanno già celebrando la funzione religiosa in onore di San Giorgio.
Assistiamo interessati (non avevamo mai visto un rito ortodosso) e poi prendiamo posto con Maria & company per assistere ai balli, cui parteciperanno Asterios e i due figli di Maria.
Lei non va a scuola di ballo perchè dice: “e poi chi sta a casa?”
Un breve discorso del giovane sindaco del paese (che ho visto poi al bancone delle bibite a darsi da fare per vendere birre e souvlaki) e via, si comincia.
I balli e le musiche sono belli, allegri e coinvolgenti e tutti li conoscono: vedere la passione di tanta gente per le proprie tradizioni è commovente.
Per noi è stato davvero emozionante condividere un momento così particolare con questa gente: il popolo greco riesce sempre a strapparci un pezzo di cuore. Nessuno ci ha mai trattato freddamente o come polli da spennare. Ci siamo sempre sentiti tra amici che condividevano un momento di festa. Questi sono i ricordi che danno al viaggio un valore aggiunto, anzi…un vero e proprio perchè. Un viaggio in Grecia non è mai solo bel mare e archeologia.
Poi un bel souvlaki, una birra con Asterios e alle 23,30 nuovo giro sul cassone del pick up per rientrare a casa. OPAAAAA
Salutiamo Maria con tanto affetto: grazie per averci fatto trascorrere una serata così bella, non la dimenticheremo mai.
E ancora grazie della vostra disponibilità e gentilezza durante tutto il nostro soggiorno.
24/06/13
Alle 09,00 del mattino Asterios passa da noi e ci lascia un dvd. È una puntata di una trasmissione della tv greca “Κυριακή χωριό” “domenica al villaggio”…una sorta di programma alla Mengacci, registrato proprio ad Ag. Nikolaos!, dove dalla piazza principale del paese si parla delle bellezze del territorio e delle sue tradizioni, con tanto di balli popolari (ballavano lui e sua figlia), super tavolate con cibi fatti in casa dalle orgogliose donne del paese.
Abbiamo rivisto tanta gente conosciuta alla festa! Che pensiero gentile!
Non lo dirò mai abbastanza: che popolo straordinario il popolo greco!
Partiamo tristi di lasciare questo paradiso, ma eccitati dall’idea di visitare Salonicco.
Arriviamo all’agenzia di noleggio con 90 minuti di anticipo, ma non c’è nessun problema; una bella ragazza mora ci accompagna dritti dritti alla fermata del bus 78 che dall’aeroporto ci porta in centro città con soli 90 centesimi (costo del biglietto acquistato in vettura – procuratevi monetine perchè la macchinetta non dà resto; se lo acquistate dai rivenditori il prezzo è di 80 centesimi).
Dopo una mezz’ora di viaggio capiamo di essere arrivati nei pressi di piazza Aristotelous e ci fiondiamo giù dal bus, e insieme a una coppia di ragazzi (lui spagnolo e lei russa) ci mettiamo a cercare l’albergo. Un sesto senso mi diceva che anche loro cercavano il nostro stesso hote: ed era così!
Faccio il fico, e chiedo indicazioni in greco, con quel poco di greco che sono riuscito ad imparare da solo con un corso fai da te appena cominciato. Sarà per l’aspetto ellenico, sarà per la buona pronuncia (dato che ascolto tantissima musica greca), ma le persone mi rispondevano in un grecco fitto fitto che stentavo a capire e poi sbagliavo direzione! Ahahahahaah! Per fortuna che i greci sono gentili…ci sono venuti dietro quando hanno visto che andavo nella direzione opposta e ci hanno riportati sulla retta via!
Trovato l’albergo (sulla cui pulizia stendiamo un velo pietoso) posiamo i bagagli e ci fiondiamo subito alla scoperta della città.
Scendiamo per via Dragouni e facciamo la prima tappa per uno spuntino in un moderno bar in piazza Eleftherias.
Rifocillati prendiamo per il Lungomare. Bello, ampio, lungo e romantico (specie di sera), con una miriade di locali e localini alla moda pieni di gente a qualsiasi ora del giorno e della notte: non si può fare a meno di notare l’altissima concentrazione di bar alla moda in questa città.
Dal lungomare si arriva alla elegantissima e centralissima Piazza Aristotelous. Qui le foto si sprecano e si sprecano anche nella adiacente via Aristotelous, che parte dalla omonima piazza e arriva fino alla via Egnatia.
Oggi quasi tutti i negozi sono chiusi perchè è festa patronale.
Ritorniamo sui nostri passi, direzione lungomare, verso la Torre Bianca. Anche qui decine di foto.
È un punto di ritrovo per tutta la città: bei giardini, mare e fontane.
A un tiro di schioppo c’è il Museo Archeologico, ma oggi chiude alle 15,00 (cioè tra mezz’ora) perchè è festa: torneremo domani.
A questo punto scegliamo di fare una cosa da classico turista spaesato: prendiamo il bus scoperto! Nooo!!! Ci sono cascato!
Diciotto euro (spesa folle) per vedere di sfuggita due o tre cose…
Scendiamo all’Acropoli, che a Salonicco è un concetto nettamente diverso da quella di Atene. Salonicco ha la sua parte più vecchia lontana dal mare, sull’altura. Dunque l’acropoli tessalonicese è una vera e propria città alta abitata! Qui l’incendio del 1923 non è arrivato e non c’è stato bisogno di ricostruire: il tessuto urbano è vecchio di secoli e lo si capisce dal fatto che le stradine sono un groviglio intricato di viottoli molto caratteristici, le abitazioni trasudano fascino antico ed è ben visibile, oltre che ben conservata, una grossa parte delle mura di cinta della città, con tanto di mura e torri. Scattiamo qualche foto del bel panorama che si gode da lassù, poi ci ristoriamo con del the freddo in un bel bar con vista sulla città.
Riprendiamo il bus successivo (passaggio ogni 35-40 minuti, ma se volete potete venirci anche con un semplice bus urbano: linea 23, evitando di spendere 18 euro) e scendiamo nuovamente quando ci troviamo di fronte all’Arco di Galerio e la Rotonda (per via della forma circolare).
Quest’ultima ha una lunga e articolata storia. La sua costruzione risale all’inizio del IV secolo, probabilmente pensata come mausoleo funebre per l’imperatore Galerio; durante l’impero del cristiano Teodosio fu trasformata in chiesa e nel 1590, durante la dominazione ottomana, fu trasformata in moschea. Lo testimonia l’adiacente minareto – l’ultimo ancora in piedi a Salonicco. Oggi è un museo, ma una volta al mese vi si celebra la messa di rito ortodosso. Peccato non averla visitata dall’interno.
L’Arco di Galerio (o meglio, quel che ne resta) è, invece, un arco trionfale in onore delle vittorie in battaglia dell’imperatore Galerio e fungeva da porta alla via Egnatia.
La costruzione risale al 306 d.c.
Decidiamo di non aspettare più il bus turistico, tanto le altre fermate previste erano in luoghi già conosciuti, e torniamo a piedi all’hotel: siamo stremati.
Pennichella bella lunga, usciamo dalla stanza che sono le 21,15 e ci dirigiamo spediti alla ricerca di un ristorante.
Scegliamo di mangiare in una delle taverne del quartiere mercantile di Vatikìoti: un posticino caratteristico nonostante i buttadentro, frequentato non solo da turisti, ma anche dai locali (il che è un buon segno) e con musica tradizionale dal vivo.
Mangiamo bene e in maniera abbondante con soli 26,50 euro e il dolce è offerto dalla casa.
Le vicine Piazza e Via Aristotelous di sera sono sapientemente illuminate e l’atmosfera è magica.
Dal lungomare andiamo ancora una volta verso la Torre Bianca.
È qui che si tiene lo “struscio” serale di Salonicco.
Sotto la torre tanti gruppi di ragazzi seduti in circolo in terra: chi con chitarra, bouzouky, armonica a fiato e tamburello a cantare, chi a bere una birra in compagnia, chi a parlare semplicemente; una ragazza canadese fa i tarocchi alla luce di un lampione, seduta su un tappeto orientale.
Vucumbrà e tante famiglie con bambini.
Saliamo su una barca-bar che salpa ogni 40 minuti per far vedere il panorama della città dal mare. Non si paga biglietto, basta consumare qualcosa da bere a bordo: prendiamo due birre alla spina per 12 euro.
Musica truzza a palla, ma è comunque un bel diversivo.
Attracchiamo che sono le 00,30! Wow, facciamo le ore piccole! Un’altra mezz’ora per tornare a piedi in hotel e buonanotte!
25/06/13
Sveglia alle 08,00 e colazione in hotel. Stendiamo un velo pietoso anche sulla colazione.
Unici punti di forza di questo hotel sono il prezzo e l’ubicazione abbastanza centrale, soprattutto se si vuol fare vita notturna nel vicinissimo quartiere di Ladadikà.
Direi che per dei giovani senza pretese e dalle tasche vuote, ma con tanta voglia di vedere il mondo vada comunque benissimo: siamo riusciti a spuntare 84 euro per 2 notti in una doppia con colazione.
Usciamo e percorriamo Odòs Egnatia; prima tappa la graziosa chiesetta di Panagia Chalkèon, circondata da alte mura perimetrali e da un variopinto roseto molto ben curato: una piccola oasi in mezzo ai palazzoni e ai rumori circostanti.
Continuando su via Egnatia si arriva dopo pochi minuti al Foro Romano. La nostra guida ci spiega con minuzia di dettagli tutti i rinvenimenti.
Inerpicandosi per qualche minuto per la strada che parte dalla zona alta del Foro si arriva alla chiesa di Agios Dimitrios.
È in corso una funzione religiosa: assistiamo all’eucarestia, che nel rito ortodosso viene offerta in forma di vero e proprio tozzo di pane; dunque per non disturbare dobbiamo curiosare solo tra le più esterne delle cinque navate, ma abbiamo modo lo stesso di ammirare le belle decorazioni a mosaico e la cappelletta con le reliquie del santo, dove i fedeli inseriscono sottilissimi pezzi di carta con scritte le proprie preghiere.
Peccato che non essere riusciti a vedere la cripta posta sotto l’altare.
Ora tocca al pezzo forte della giornata: il Museo Archeologico. Ci dirigiamo al museo percorrendo la parallela di via Egnatia più vicina al mare: via Tsimiski, la via cittadina dello shopping per eccellenza.
L’ingresso al museo costa 6 euro, ma, se si vuole, si può acquistare il biglietto combinato Museo Archeologico + Museo della Cultura Bizantina a 8 euro. Noi compriamo il secondo, ma ci arrendiamo alla stanchezza e non sfrutteremo la combinata.
Comunque quello che ammiriamo nel museo archeologico non ci fa rimpiangere questa mancanza. Il museo è diviso in cinque sezioni interne (Macedonia Preistorica; Verso la Genesi delle Polis; Macedonia dal VII secolo a.c. fino alla Tarda Antichità; Salonicco – Metropoli della Macedonia; L’oro dei Macedoni) e una esterna, (ricostruzione di un campo tumulare, di un’abitazione e di un giardino dell’epoca d’oro della città, tra il II e il IV secolo d.c).
La bellezza delle statue e dei pezzi di oreficeria è straordinaria. Pensare che alcuni di questi oggetti possano essere stati toccati da Alessandro Magno mi ha fatto uno strano effetto…
Esausti, prendiamo la via del ritorno, ma prima, giusto per non farci mancare nulla, saliamo sulla Torre Bianca ( ingresso 3 euro – audioguide gratuite, ma non in italiano) per scattare due foto dall’alto e godere della bella vista e poi andiamo a mangiare al primo fast food che incontriamo per strada.
Prima di rientrare in albergo, Aurora non si lascia sfuggire l’occasione di fare un po’ di shopping e acquista un capo molto in voga in Grecia.
Al pomeriggio abbiamo appuntamento alle 19,00 con Konstantinos in piazza Aristotelous.
Konstantinos è un mio amico di facebook, conosciuto sui gruppi di persone che amano la Grecia. Lui è di Salonicco e quando ha saputo che saremmo andati nella sua città ha voluto che ci incontrassimo!
Ci prendiamo un buonissimo espresso freddo glikò e ci facciamo una lunga e divertente chiacchierata, in un mix di lingue tra inglese, italiano e greco.
Ci scambiamo opinioni, parliamo delle nostre vite, dei nostri Paesi (con tanto di pregi e difetti) e delle nostre usanze.
Prima di salutarci, Konstantinos ci accompagna in un vicino centro commerciale (Public) perchè noi vorremmo comprare un cd di Anna Vissi.
Ci dà anche un ottimo consiglio per la serata: ci suggerisce di andare a prendere un caffè sulla terrazza del bellissimo hotel a cinque stelle Electra Palace Hotel Thessaloniki, nella meravigliosa cornice di Piazza Aristotelous.
Senza le sue dritte non ci saremmo mai avvicinati a un posto così! Basta entrare, andare dritti verso l’ascensore e arrivare all’ultimo piano ( premere tasto R.G. Roof Garden) dove c’è un ristorante con terrazza (sia all’aperto che al chiuso) che effettua anche solo servizio bar…c’è anche una piccola piscina… La vista che si gode da quassù è impagabile!
Efharistò pollì, Konstantinos!
Prima però torniamo in albergo, ci docciamo e ripartiamo. Stesso ristorante di ieri, poi due bei caffè al mega hotel (una cornice meravigliosa e romantica…ottima come addio a questa bellissima città) e poi una lenta passeggiata sul lungomare fino al modaiolo, chiassoso e vivace quartiere di Ladadikà prima di rientrare in camera.
Ancora una volta torniamo in Italia con una massiccia influenza da Maldigrecia.
Purtroppo non esiste una cura… l’unica cura è andare in Grecia, ma si ritorna più malati di prima!