Una giornata in Valtellina
Gita rigenerante tra natura, sport e i segni del passaggio di Leonardo da Vinci
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Partenza da Milano in mattinata con tutta la famiglia: la destinazione è Castione Andevenno, in provincia di Sondrio. dopo neanche un paio d’ore, superate le numerose gallerie e la graziosa cittadina di Morbegno, rimaniamo incantati da un ristorante con affaccio sulla statale 38. Il parcheggio è pieno e l’atmosfera da fuori evoca scenari fiabeschi: complice la gran fame, decidiamo dunque di fermarci. Il posto, situato a Forcola, si chiama La Brace: ricavato da un’ex cascina nobiliare ottocentesca, è stato trasformato con gusto in accogliente e caratteristico ambiente ricettivo. L’hotel comprende 28 camere con vista sulla campagna e sulle alte vette della Valtellina, il ristorante vanta un menù che pesca a piene mani dalla tradizione locale. Abbiamo diviso pizzoccheri e un risotto con bresaola e vino di Sassella: si tratta di un vino realizzato con uve della zona compresa tra Castione, nostra destinazione finale, e il territorio immediatamente a ovest di Sondrio, al cui centro si trova la rupe del santuario mariano della Sassella. Ritrovata la giusta carica, usciamo dal ristorante e entriamo nell’adiacente spaccio dolci. All’esterno uno schermo proietta un video promozionale sulla non lontana Valmalenco e sulla sua Miniera di Bagnada, a Lanzada (provincia di Sondrio). Una miniera che, negli scorsi anni, è stata trasformata in un museo dove i visitatori possono scoprire i segreti legati all’estrazione del talco (il cui giacimento è stato sfruttato dal 1936 al 1987, influenzando notevolmente la vita degli abitanti di questi luoghi). Il percorso si snoda lungo un chilometro di gallerie e su quattro livelli: sembra davvero interessante! Arriviamo a Castione con netto anticipo: scalpitiamo per fare rafting! Eh sì, abbiamo deciso di regalarci un pomeriggio all’insegna del divertimento e della natura. L’associazione che gestisce queste simpatiche scorribande si chiama Indomita Valtellina River: affidatevi a loro, anche perché organizzano le più svariate attività (rafting, canyoning, hydrospeed, kayak, laser tag ecc…). Il personale è giovane, preparato e amichevole: noi abbiamo scelto la versione classica – e non quella estrema – perché era la nostra prima volta: poche le rapide, ma le due ore di tragitto scorrono in fretta tra sorrisi, pagaiate, tuffi e bagni nell’acqua gelata dell’Adda. L’esperienza si è rivelata perfetta anche per il mio fratellino di 10 anni, gettato senza riserve in acqua (con suo sommo gaudio) dalle guide. Capitolo prezzi: il pacchetto famiglia costa 69 euro (vale per due adulti e un bambino entro i 10 anni), gli altri adulti spendono 39 euro ciascuno. Al termine c’è la possibilità di farsi una doccia e di stuzzicare qualcosa per recuperare le energie. L’Adda ci ha stregato, come prevedibile: del resto lo stesso Leonardo da Vinci era rimasto incantato dal più lungo tra gli affluenti del Po, ben 313 chilometri. Sull’Adda si trascina ancora oggi il famoso Traghetto leonardesco (è lui ad averne perfezionato la tecnologia), che si muove senza motore sfruttando la corrente del fiume (ha un albero centrale agganciato a una fune tesa tra le due sponde) e collegando così le due rive in un breve percorso da Imbersago a Villa d’Adda. E fu sempre Lui a disegnare le rapide di alcuni tratti del fiume sul Codice Atlantico e a trovarne ispirazione per lo sfondo delle due versioni de La Vergine delle Rocce: quella parigina del Louvre e quella londinese della National Gallery. Villa Melzi d’Eril, a Vaprio d’Adda, lo ha spesso ospitato durante le pause dal suo lunghissimo soggiorno milanese e un intero museo a lui dedicato, l’Ecomuseo Adda Leonardo da Vinci, è inserito in un lungo percorso ciclo-pedonale di oltre 20 km all’interno del Parco Adda Nord (dalle sopracitate Imbersago e Villa d’Adda a nord fino a Cassano a sud) tra le province di Lecco, Bergamo, Monza e Milano. Insomma, ovunque si vada in Lombardia ci sono tracce indelebili del passaggio del genio per eccellenza della storia moderna.