Una giornata a Salvador..
Dopo quella sera ribattezzato da me e i miei amici “Il Supermercato”.
Musica pagode rigorosamente “au vivo” e ambiente apparentemente tranquillo con un mix di turisti e bahiani ad occupare le diverse tavolate sparse più o meno geometricamente per tutta la superficie dell’ampia sala.
Struttura prevalentemente in legno il Casquina,piuttosto dinamico per via delle tende rimovibili a coprire il perimetro del locale nato per essere all’aperto.Un palco al centro e palme di ogni specie a sostituire le nostre recinzioni anti-curiosi.
La nostra media era di un pranzo al giorno e il digiuno di quel 28 di gennaio imponeva di dare inizio alle danze…
Antimo e Paolo continuarono la loro disperata ricerca di tutto ciò che potesse anche lontanamente assomigliare alla cucina italiana.Tonio da buon “mozzo” (così voleva che io lo chiamassi) seguiva le mie orme e a dirla come loro “Esperimenta la comida bahiana”.
Senza mezze misure partiamo con il fiore all’occhiello: faiolada.Mi faccio portare un piatto di riso bianco da far amalgamare con i fagioli e il mix di carni in umido che costituivano la cornice del piatto.
La notte è stata un delirio di risate.
…”TUONAVA” a ciel sereno ed io e Tonio a contenere i fuochi più grossi per evitare di svegliare i vicini!!! non volevamo certo confermare le cattive abitudini degli italiani all’estero.
Torniamo al nostro tavolo che nel frattempo si è arricchito di sei turiste di Porto Alegre conosciute sulla praia e venute a Salvador per il più bello e ambito Carnevale del mondo (la pensavano così anche loro considerate le 9 ore di aereo che si erano sobbarcate e le rate del viaggio che le avrebbero accompagnate per i successivi 16 mesi).
La parcondicio questa volta funziona:tres lorene (bionde) e tres morene.
I bahiani sono frutto della mescolanza di indios,portoghesi e africani perciò il 99% è nero.Puoi immaginare come spicca tutto il resto.
Ad eccedere sempre noi col nostro colore ancora fluorescente anche per via delle varie protezioni solari (usavamo quelle 60-70 che servono a proteggere i neonati) che avevamo acquistato in abbondanza dopo l’eritema solare che aveva immobilizzato Tonio per 48 ore.
Bolle di acqua di dieci centimetri che abbiamo guarito con apposito spray senza però trattenere le risate perchè il clown del gruppo continuava a ripeterci per tutta la nostra permanenza sulla spiaggia “Quando saremo in Italia racconterò a tutti che siete delle put****;sempre a spalmarvi creme!!!voi non siete uomini…” Spero di non essere troppo dispersivo ma non bado alla forma del mio racconto,scrivo a ruota libera trascinato dai miei ricordi.
Durante la cena cerco di divincolarmi tra portoghese e un italiano che assomiglia molto a quello utilizzato dai marocchini nel nostro paese perchè da sempre l’impressione che sia più comprensibile.
Ne escono fuori malintesi d’ogni genere ma non conta,siamo in vacanza e tutto ciò è gradevolissimo.
Arrivano sul palco i Delirios do Samba ad intonare uno dei tormentoni della nostra estate a Bahia: Samba dia.
Nemmeno il tempo di ascoltare la prima nota e seduto non c’è più nessuno.
Il Brasile ha vinto i mondiali di calcio?Lula Da Silva ha vinto le presidenziali?Piovono reais(moneta locale)?Araketu dal vivo?Gilberto Gil a firmare autografi? Niente di tutto ciò!!! Un qualsiasi gruppetto di ballerini e cantanti di strada mettono su il Samba (che non riesco a scrivere con la lettera minuscola) e Noè può pure andare avanti con la sua arca perchè io ho già deciso…
…Io rimango a Salvador,io rimango a umiliarmi cercando di assecondare quelle che sono le loro movenze innate,il loro credo,la loro vita,la loro malattia…La loro salvezza.
A testimoniare che il cervello immagazzina più facilmente tutto ciò che più ci interessa,eccoci canticchiare i testi delle loro canzoni in perfetto portoghese e poi a chiedermi “come cazzo è che sono quindici anni che cerco d’imparare quattro cazzate d’inglese e a malapena riesco a formulare What’s your name? Non sto certo a fasciarmi la testa, ci penserò al rientro a casa.Perdere altro tempo sarebbe un sacrilegio.
Si ritorna al tavolo quando i muscoli del corpo sono oramai alle strette e la temperatura esterna che all’ingresso era di 30 gradi sembra raddoppiata.
Qualcuno ci ascolta.
Dalle fontanelle posizionate sulle travi del Casquina viene spruzzato un vapore rinfrescante che non gioverà di certo alla nostra salute ma se arriverò a piangere per i reumatismi saprò che le lacrime saranno dovute a quelle magnifiche esperienze oramai lontanissimo ricordo.
Dopo aver coniato il termine Supermercato è giusto che ne segua la motivazione.
A divincolarsi tra il labirinto di tavoli,una moltitudine di turisti alla ricerca dei prodotti migliori per chiudere la giornata con la più classica delle ciliegine.Eccoci qua,non poteva essere altrimenti.
Il credo del turista:sexo,sexo,sexo!!! La vacanza ognuno se la deve ritagliare su misura perciò non sarò certo io a formalizzarmi e tantomeno a esprimere pareri a tal proposito.
Dico solo che ci sono così tante possibilità di arrivarci comunque che arrivare a pagare in quel contesto è un controsenso.
Mi accorgo che conosco veramente un sacco di gente a Salvador.E’ un continuo viavai di persone la nostra postazione.Dallo scroccatore di turno alla più figa della serata.Viene a salutarci anche lo spacciatore con la sua mimica emblematica e la vecchia che mi sorride maliziosamente è solo un dettaglio in quell’ascesa di emozioni.
Sono quasi le cinque del mattino e l’oceano chiama i suoi surfisti…Mi tocca tocca andare a prendere la mia tavola,la segunda fera(lunedì) è la giornata per le figuracce in acqua,non voglio essere in ritardo.
Salvatore