Una,due, mille Kuala Lumpur
“Selamat Datang!”, “Benvenuti!”.
Ci accoglie così Raja, all’aereoporto di Kuala Lumpur, capitale della Malaysia, mentre ancora mezza stordita dal lungo viaggio in aereo provo ad acclimatizzarmi al soffocante caldo umido equatoriale. Sembra quasi che ti piova addosso, ma il cielo è color blu cobalto e non c’è una nuvola in vista. Raja è il rappresentante locale del nostro tour operator, incaricato del trasporto dall’aereoporto all’albergo. Una sincera stretta di mano e un breve scambio di cordialità e via sul piccolo pullmino in direzione Kuala Lumpur.
Raja non è molto alto, ha i capelli scurissimi ed occhi dello stesso colore; il suo nome e il suo aspetto fisico tradiscono una matrice hindu; è vivace, parla senza sosta del suo paese, con orgoglio, con amore. È piacevole ed istruttivo ascoltarlo. Da lontano, comincio a scorgere la città. Anche da lontano, le Petronas Towers non falliscono di impressionare, sono maestose! Raja si lamenta un po’ del traffico, dice che è impossibile. Io rido. “Sono nata vicino Palermo” gli dico. Sono abituata a peggio! Kuala Lumpur è un posto pieno di contraddizioni.
Guardando verso l’alto, le sagome dei grattacieli, dalle forme sempre più singolari, si erigono prepotenti come rampicanti tenaci; è una giungla di cristallo e trovandosi nel mezzo di essa, è facile dimenticare che sia circondata dalla giungla vera, quella tropicale, appena al di fuori della città.
Guardando però verso il basso, e soprattutto lasciando il centro città e avviandosi verso le periferie, la realtà è ben diversa. I marciapiedi sono traballanti, qualche buca qua e là, le case non sono più eleganti grattacieli, ma case costruite di latta, di detriti, sul fango.
Ma le contraddizioni di questa città non si fermano qua.
La modernità della quale KL va orgogliosa contrasta fermamente, ma si amalgama perfettamente, con le abitudini tradizionali della sua gente.
Accanto ai centri commerciali grandiosi sorgono i templi votivi, accanto ai ristoranti di classe, bancarelle di cibo tradizionale attraggono tanto i turisti quanto la gente locale, e il profumo dell’incenso dei templi cerca di sovrastare quello meno dolce delle marmitte delle auto.
Kuala Lumpur è una città relativamente recente. Fu fondata nel 1857 da un gruppo di minatori cinesi alla confluenza dei fiumi Klang e Gombak e il nome ne riflette l’origine : Kuala Lumpur infatti significa “confluenza fangosa”. Nel giro di 150 anni, KL come la chiamano affettuosamente gli abitanti, è cresciuta fino a divenire la città che è oggi.
Dopo un tempestoso passato di colonizzazione britannica ed olandese, la Malaysia ha ottenuto la propria indipendenza nel 1957. Parecchi edifici testimoniano le diverse influenze culturali. Merdeka Square è la piazza dell’Indipendenza. Un largo campo da cricket fa da sfondo, sulla destra, ad uno straordinario palazzo in stile moresco, sulla sinistra a delle case in stile prettamente nord europeo. Grattacieli la delimitano ed una splendida fontana in stile gotico, la completa. Merdeka Square sembra riassumere, in sé, tutta la sua storia.
Ma Kuala Lumpur è anche un crogiolo di razze.
Le tre principali componenti razziali, Cinesi, Hindu e Musulmani, sembrano amalgamarsi come parte integrante di una nazione che, nonostante sia ufficialmente musulmana, lascia libertà di culto anche ad altre culture.
Come ci disse poi Raja: “ Noi nasciamo, viviamo, lavoriamo, preghiamo e moriamo insieme, perché rappresentiamo tutti la stessa nazione.” E in effetti, la multirazzialità viene confermata apertamente nelle strade da una vivace e colorata passerella di saris, hijabs, chadors e vesti tipicamente occidentali. E’ facile pensare di essere in due, tre, mille posti diversi.
Kuala Lumpur ha molto da offrire al visitatore.
Girarla non è difficile, anche se è conveniente affidarsi ai mezzi pubblici.
I taxi sono economici e affidabili,anche se generalmente tendono a non usare il tassametro. La metro di KL si chiama “monorail” e non scorre sottoterra, bensì, come in parecchie città asiatiche, su dei binari sopraelevati.
I prezzi sono ottimi, il servizio è buono e rappresenta il modo più agevole per girare la città.
Cosa vedere? Cominciamo con quella visionaria maestà di quei mostri di acciaio che sono le Petronas Towers, fino a qualche anno fa l’edificio più alto del mondo a 451.9 metri: 88 piani di scintillante meraviglia! Ad unire le due torri vi è un ponte coperto che attrae parecchi turisti desiderosi di ammirare KL dall’alto. I biglietti sono pochi e per assicurarsi di possederne uno, è necessario fare una lunga fila la mattina presto.
Kuala Lumpur abbonda in edifici coloniali in squisito stile moresco. Merdeka Square ne è uno splendido esempio, così come la Masjid Jamek, moschea straordinariamente decorata, con nicchie e portici deliziosamente scolpiti; sempre in zona, la vecchia stazione ferroviaria sembra un edificio uscito dalle “Mille e una notte”.
Sulla destra, dalla vecchia stazione, sorge la Masjid Negara, ovvero la Moschea Nazionale, aperta anche ai non musulmani. La moschea è molto grande e molto moderna come stile e si distingue dalla sua cupola a forma di stella dalle diciotto punte: esse simbolizzano le tredici regioni della Malesia ed i cinque pilastri di fede su cui si fonda l’Islam.
Non molto distante si trovano Chinatown e Little India, zone che richiamano alla mente labirinti di umanità, dove il tempo che passa è assaporato con serenità, con dolcezza, senza fretta. Il materialismo sembra così lontano. La vastissima varietà di frutta tropicale viene ancora venduta nelle bancarelle lungo i vicoli, così come i prodotti da forno. Il profumo di dolci appena sfornati si diffonde lungo quei vicoli come un richiamo.
Chinatown è il mio santuario. Ogni vicolo racchiude una gemma, sia essa un edificio, ormai fatiscente, ma che testimonia un passato di splendore, sia esso un tempio, rifugio dalla mondanità.
Provate Jalan Tun HS Lee, una stradina che attraversa la zona. Lì si trova il tempio del dio Guan Di, protettore della guerra e della letteratura. Il profumo dell’incenso votivo vi trasporterà lontano, serenamente, mentre ammirerete le splendide caratteristiche architettoniche del tempio.
Stesso discorso, stessa stradina, un paio di metri più in fondo: il tempio di Sri Maha Mariamman, con la sua porta alta ventidue metri e riccamente lavorata, rappresentante il pantheon hindu. Vi si accede a piedi scalzi.
Accanto al tempio, bancarelle vendono ghirlande di fiori da offrire agli dei.
E’ facile e bello perdersi in quel mondo. Ma alzando lo sguardo, oltre le vecchie casette malandate, dai colori ormai svanenti, KL ti ricorda che la modernità avanza più veloce del passo dell’uomo.
I centri commerciali a KL sono grandi quanto campi sportivi, sono lussuosi, sono incredibilmente opulenti. Lo shopping sembra essere uno dei passatempi preferiti dai malesiani, ma certamente coadiuva il turismo, quasi in sfida alla vicina Singapore. I prezzi sono incredibilmente affondabili. Un consiglio: partite leggeri, perché le valigie le riempirete di acquisti! Il miglior luogo per acquistare artigianato locale è il Central Market, un edificio, situato presso Chinatown, e dedicato esclusivamente ai prodotti locali. Perdetevi pure in mezzo ai profumi dei dolciumi, la delicatezza dei batik, lo splendore dei songket, la bellezza degli artifatti in legno. Ancora una volta, i prezzi sono molto moderati.
Un altro passatempo nazionale sembra essere il cibo.
A Kuala Lumpur la cucina è davvero internazionale. Ristoranti cinesi si alternano agli indiani, ai giapponesi, agli italiani, ai thailandesi, ai vietnamiti, agli arabi. Dai più lussuosi ristoranti, nell’area delle Petronas Towers, alle bancarelle a poco prezzo di Bukit Bintang. Il cibo è ottimo. Non mancate di provare i bastoncini di pollo o manzo cotto alla brace, detto chicken, o beef, satay, o la frutta tropicale (mango, ananas, lychees, durians, frutto del drago), per tutti i gusti.
A circa 15km da Kuala Lumpur, non mancate di fare una visita alle Batu Caves, una grotta ritrovata per caso nel 1878 e divenuta un centro importante per la religione hinduista. All’ingresso del sito, una enorme statua del dio Murugan, figlio di Shiva, alta 42 metri, vi da il benvenuto. Per accedere alla grotta, bisogna salire 272 scalini che vi porteranno all’ingresso del luogo sacro, contenente vari templi hindu, riccamente decorati e colorati.
Nonostante tutto, però, l’orgoglio dei malesiani moderni giace lì, su quei terrificantemente robusti mostri di cristallo che sono le Petronas Towers. Quegli 88-piani rappresentano, per loro, un salto verso il cielo, verso il turismo, verso la notorietà del loro paese, verso la modernità.
Il futuro, per loro, sembra essere pieno di promesse.
Io, all’ombra delle torri, li guardo sorridere e non posso fare a meno di sorridere anch’io.
Dove alloggiare: Dai B&B economici agli alberghi di lusso, KL offre una varietà di soluzioni per ogni budget; io ho alloggiato al: • Parkroyal hotel (Jalan Sultan Ismail, 50250 Kuala Lumpur, +60 3 2147 0088, www.Parkroyalhotels.Com).
Situato nell’area commerciale di Kuala Lumpur, detta Bukit Bintang, quest’albergo offre una posizione centralissima per visitare la città e degli ottimi prezzi. Una stanza deluxe va attorno ai 60 Euro per notte. Possiede degli ottimi ristoranti all’interno, piscina, stanze moderne e una veduta straordinaria sulla città.
Cosa vedere: • Petronas Towers.
Simbolo della Kuala Lumpur moderna e davvero una vista spettacolare.
• Chinatown Bancarelle, mercatini, venditori di frutta, cibo tradizionale orientale, templi; Chinatown vi mostrerà l’altra facciata della città.
• Centri commerciali Enormi, da perdersi dentro; i migliori sono il recentemente aperto Pavilion (Jalan Raja Chulan, www.Pavilion-KL.Com) e l’elegantissimo Starhill Gallery (Jalan Gading, www. Starhill Gallery.Com). Il più popolare è il Sungei Wang in Bukit Bintang.
Central Market (Jalan Hang Kasturi, www.Centralmarket-kl.Com.My) è la scelta migliore per comprare artigianato locale, di ottima fattura e a prezzi bassissimi.
• Luoghi di culto Il più suggestivo è senza dubbio quello alle Batu Caves.
Da visitare anche il tempio Sri Maha Mariamman (Jalan Tun Hs Lee), il tempio dedicato a Guan Di (stesso indirizzo) e le due moschee, Masjid Jamek (Jalan Tun Perak) e Masjid Negara.