Una crociera sul Nilo + qualche giorno autogestito

EGITTO 2000 24 marzo – 6 aprile 2000 autori: Gian Alberto e Nicoletta Premessa La crociera sul Nilo è un classico del turismo di massa; inoltre è una classica meta per sposini in viaggio di nozze. Perché due viaggiatori come noi fanno un banale viaggio di nozze in crociera sul Nilo? Primo: perché Gian Alberto è da anni un appassionato...
una crociera sul nilo + qualche giorno autogestito
Partenza il: 23/03/2000
Ritorno il: 06/04/2000
Viaggiatori: in coppia
EGITTO 2000 24 marzo – 6 aprile 2000 autori: Gian Alberto e Nicoletta Premessa La crociera sul Nilo è un classico del turismo di massa; inoltre è una classica meta per sposini in viaggio di nozze. Perché due viaggiatori come noi fanno un banale viaggio di nozze in crociera sul Nilo? Primo: perché Gian Alberto è da anni un appassionato di storia e arte egiziana, e l’esperienza diretta della visita a un sito è sempre qualcosa di diverso da come uno lo immagina leggendolo sui libri o su internet; era ora di fare il nostro primo viaggio in Egitto! Secondo: Nicoletta è insegnante ed il periodo primaverile del congedo matrimoniale è ottimo per visitare l’Egitto; altrimenti avrammo dovuto ripiegare per una visita climaticamente molto sfavorevole in estate o in alternativa per un viaggio in periodo di affollatissima stagione turistica come Natale-Capodanno. Non ci interessava l’estensione mare ad Hurgada o Sharm el Sheikh e pertanto abbamo potuto dedicare il massimo del tempo alla parte archeologica del viaggio. Non avendo molto tempo per preparare il viaggio (perché nel periodo precedente dovevamo preparare il matrimonio!) è stato comodo utilizzare un pacchetto già confezionato di una crociera sul Nilo. Abbiamo scelto il viaggio più lungo, compatibile con il congedo matrimoniale, del tour operator Turisanda che sapevamo ben piazzato in Egitto. Infine il giorno del nostro matrimonio era sfasato di qualche giorno rispetto all’inizio del viaggio organizzato; allora abbiamo chiesto ed ottenuto di anticipare il volo per il Cairo al giorno successivo al matrimonio così abbiamo guadagnato 3 giorni di vacanza sul posto prima di intrupparci con il viaggio organizzato; il cui programma di visita organizzato andava troppo stretto ad un appassionato come me per quanto riguardava le visite al Museo Egizio del Cairo ed alla zona delle necropoli tebane e dei templi di Luxor e Karnak.

ITINERARIO: Al momento del viaggio i cambi di valuta erano: 1$ = 2000 Lit.; 1$ = 3,42 L.E.(Egyptian pound).

venerdì 24 marzo 2000 · Partenza da Verona ore 8.25 per Roma; in aereoporto a Roma ci facciamo due belle focaccione sapendo che poi ce le sogneremo per un bel po’. Partenza prevista da Roma ore 17.30 per il Cairo, arrivo previsto ore 21.50: in realtà il volo Egypt Air parte con 2 ore di ritardo (ci dicono: colpa dell’ Egypt Air) così invece di un inizio tranquillo siamo al Cairo a mezzanotte (3 ore di volo, orologio avanti un’ora). Dall’alto: Cairo, città piena di luci. Il transfer dall’aereoporto all’albergo ci costa 10$ (lo avevamo già prenotato con l’albergo da casa con internet). Pernottiamo al Lotus Hotel, 3 stelle squallido, 28$, però con il grande vantaggio di essere vicino al Museo; c’è un poliziotto armato di mitra all’ entrata dell’albergo. Sabato 25 marzo · Sveglia alle 7, colazione in hotel (panini morbidi dolci e marmellata). Dal terrazzo spettacolo desolante: sui tetti piatti delle case vicine e lontane sono accumulate macerie e cumuli di spazzatura, come se ognuno si tenesse la propria discarica sul tetto di casa. Ad ogni angolo di strada c’è un poliziotto.

· Dedichiamo tutto il giorno alla visita del Museo Egizio (un museo di importanza mondiale come questo chiude alle 16.30! d’altra parte anche tanti nostri musei o siti turistici hanno orari inadeguati). Ci sono sempre molti visitatori; In entrata i bagagli sono radiografati. Non è possibile entrare con il cavalletto per le foto (all’interno la luce è spesso insufficiente per vedere alcuni reperti, figuriamoci per le foto senza flash, che è proibito). La sede che ospita il museo è inadeguata, molto vecchia e in cattivo stato di manutenzione. Molti reperti sono splendidi ma i singoli oggetti sono descritti malissimo: le didascalie sono sommarie, a volte inesistenti, altre volte scritte solo in arabo.

· In albergo a prendere i bagagli e poi in aereoporto (altri 10$ di taxi, ci eravamo messi d’accordo con lo stesso tassista di ieri) alla caccia del volo fantasma Egypt Air Cairo – Luxor delle 19.30, che prima viene sostituito da un altro volo per Luxor, sul quale salgono altri gruppi organizzati (mafia o mance?!) poi sparisce dal display dei voli in partenza; ci offrono una bibita per farsi perdonare del ritardo di 2 ore, ma noi non li perdoniamo, e poi finalmente partiamo. Cena: tè e merendine portate dall’Italia.

· Arriviamo a Luxor (in arabo El Uqsur = i palazzi !) alle 22. Per fortuna ci ha apettato il tassista che avevamo prenotato dall’Italia e che probabilmente è abituato a ritardi di 2 ore dei voli e che ci porta all’Hotel Golden Palace in Shaaria Television; 3 stelle discreto, a poca distanza da una gigantesca antenna della TV ( e l’elettrosmog /inquinamento da onde elettromagnetiche???) un po’ fuori cartina EDT ma ben servito dai minibus pubblici che passano ogni 2 minuti (25 piastre a testa per andare in centro).

Domenica 26 marzo · Sveglia alle 7. Qui fa molto più caldo. Solita colazione con panini dolci morbidi. Bus pubblico per raggiungere il Nilo, poi contrattiamo con un tizio trovato per strada un trasporto in barca per la West Bank. Lo stesso personaggio ci porta in auto alla biglietteria della zona archeologica: se si vuole vedere un sito, una o più tombe bisogna acquistare prima il biglietto. E questo è normale, ma quello che è strano è che la biglietteria è unica per tutta la zona archeologica, una zona molto vasta, con siti lontani qualche Km, e vende pacchetti di visita a 3 tombe o multipli di 3; così bisogna sapere bene in anticipo cosa si vuole visitare, se non si vuole correre il rischio di dover ritornare indietro più volte fino alla biglietteria per acquistare altri biglietti. Lo stesso per i permessi di fotografare: si può comprare un biglietto per fotografare 3 tombe, 6 tombe e così via. Abbiamo deciso di visitare oggi le tombe dei nobili perché sicuramente non le vedremo in seguito con il giro organizzato Turisanda; le riteniamo interessanti perché a differenza delle tombe della valle dei re (dove le scene sono soprattutto di rapporti tra il faraone e gli dei o di scene dell’oltretomba o divinità della mitologia egizia), qui si vedono scene di vita quotidiana come i lavori agricoli, artigianali, o la preparazione dei cibi, la caccia o la pesca, scene utilissime per capire come avveniva la vita a quei tempi. (Il migliore esempio di questo genere di iconografia, con relative traduzioni, credo sia la mastaba di Akhethetep (proveniente da Saqqara, 5° dinastia) ricostruita al Louvre di Parigi). Ne visitiamo alcune (ogni volta i guardiani ci illuminano l’interno con un gioco di specchi usando la luce del sole dall’esterno, poi aspettano la mancia). I dipinti sono molto deteriorati; Tomba di Rachemire, di Sennofer (bei dipinti nitidi, contorni netti, soffitto con grappoli d’uva), Userhet (bassorilievi sulla porta), Khamet, Ramose (TT55, grande tomba del seguace di Akenathon, parzialmente incompiuta ma comunque con molti bassorilievi, parzialmente all’aperto e perciò molto meglio illuminata delle altre, che significa che si possono fare buone foto; bello l’affresco del gruppo di donne che pregano e offrono libagioni), Menna, Nacht.

32°C, abbastanza ventilato. Le formiche corrono velocissime sulla sabbia rovente.

· Qui primo problema con la gente locale: litighiamo aspramente con l’autista che si lamenta di averci aspettati troppo a lungo (così non può più spennare altri turisti) e alzando la voce vuole farsi pagare molto più del prezzo pattuito. Lo piantiamo in asso buttandogli in faccia 2/3 della cifra pattuita (però lui non ci ha riportato all’imbarco sul Nilo!) e andiamo a piedi per conto nostro a Medinet Abu che è vicino alla biglietteria, circa 1 Km dietro, verso sud. E’ un complesso splendido di templi, magazzini, abitazioni.Il complesso più importante è il tempio funerario di Rramsete III. Non c’è troppa gente, l’atmosfera è piacevole. Bassorilievi scavati profondamente nella pietra. Colpisce la feroce scena della conta dei prigionieri: si contavano non le persone, ma le mani e gli “attributi” mozzati. Bella la scena della caccia al bufalo con la lancia nella palude, subito dietro al margine di sinistra della facciata del primo pilone del tempio di Ramsete III.

· Troviamo un’auto per la sponda del Nilo, poi col traghetto pubblico, economico e pittoresco, torniamo sulla East Bank dove c’è la città moderna e l’attracco dei battelli da crociera in più file. Passeggiata lungo il Nilo. Telefoniamo a casa, scriviamo le cartoline. Verso le 17 la temperatura è ideale.

· Dopo un’oretta di riposo in hotel usciamo a cena al Ristorante Sultana. Il piccioncino ripieno che doveva essere il piatto forte del ristorante è molto misero e quasi immangiabile; ripieghiamo su una banale bistecca, anche questa mediocre. La tavola è decorata da basilico fresco al posto dei fiori (è selvatico, non commestibile perché dal sapore troppo pungente, ma profumatissimo). Si beve acqua Baraka. Alla fine della cena siamo ancora affamati ! · Con un bus pubblico raggiungiamo Karnak per lo spettacolo suoni e luci: non ci entusiasma, comunque il tempio illuminato è suggestivo, e sempre meglio di uno spettacolo di danza del ventre. Torniamo a Luxor con un minibus (anche qui il prezzo aumenta, per fortuna di poco, durante il viaggio).

lunedì 27 marzo · Visitiamo il Museo di Luxor: Ambiente moderno, l’esposizione è curatissima, i reperti ben valorizzati (il contrario del Museo del Cairo). Da non perdere la splendida serie delle grandi statue ritrovate sotto il pavimento del tempio di Luxor non molti anni fa e che nel museo occupano una galleria semiinterrata vicono all’entrata, che quasi non vedevamo. A mio parere la statua della dea Iunit che vi si trova rappresenta uno dei sommi capolavori dell’arte egizia, con una bellezza femminile molto più affascinante della molto più famosa Nefertiti (sposa di Akhenaton), dal fascino simile a quello dei dipinti nella tomba di Nefertari (sposa di Ramsete II).

· Torniamo in hotel a prendere i bagagli: A mezzogiorno arranchiamo con le valigie dalla fermata del bus fino al Nilo e individuiamo la nostra nave.

· Imbarco sulla Queen of Sheeba: pranzo a bordo (buffet) in compagnia della nostra guida, Alì. Siamo alloggiati sul ponte superiore, lusso concesso senza sovrapprezzo agli sposini in viaggio di nozze. La cabina è una suite elegante con una grande vetrata panoramica e aria condizionata..

· Nel pomeriggio torniamo al tempio di Karnak: si entra da un viale fiancheggiato da sfingi; corridoio di colonne dai capitelli a fior di loto; meravigliosa la grande sala ipostila di Seti I e Ramesse II: le colonne centrali sono alte 22 metri ricoperte da geroglifici profondamente incisi, come costume del Nuovo Regno; bello il muro esterno verso il lago sacro coperto di bei geroglifici (valorizzati dalla luce del tramonto) di Ramesse II che fa offerte ad Amon, Ptah, Seshat, Ahmose-Nefertari. · Torniamo al Luxor Museum per prendere dei libri sull’antico Egitto (dopo la solita radiografia allo zainetto in entrata), poi in nave per la cena: non c’è più nessuno (l’orario della cena è stato anticipato)! Sui tavoli già sparecchiati ci allestiscono una buona cenetta. Mancia al cameriere che ha lavorato in più per noi. Dopo un giretto sul ponte si va a nanna (la nave salpa a mezzanotte, ma noi già dormiamo). I nostri futuri compagni di viaggio che dovevano arrivare sulla nave alle 22 arrivano invece alle 4 del mattino dopo: la Egypy Air ha colpito ancora! martedì 28 marzo · La nave è ferma ad Esna. Un barcaiolo tenta di venderci degli indumenti dalla finestra, ma viene ricacciato via da una lancia della polizia. Dopo una riunione con i passeggeri passiamo al solarium sul ponte. C’è una piscinetta (sdraio e asciugamani a disposizione).

· Si attraversa la diga (con un sistema di saracinesche e dislivelli) e poi si sbarca a Esna. Visitiamo il tempio: epoca tolemaica; 24 colonne, bassorilievi; si trova in uno spiazzo molto più basso delle strade circostanti, si è conservato proprio perché era rimasto sepolto. La strada che collega il porto con il tempio è invasa dalle bancarelle. Occupiamo la nostra mezz’ora libera con una passeggiata indipendente nelle viuzze laterali, dove nessuno ci disturba.

· Bisogna tornare a bordo per il pranzo; poi si riposa sul ponte fino alle 16.30, quando viene servito il tè con la torta. Restiamo sul ponte fino al tramonto.

· A cena i camerieri cantano e suonano i tamburi per le coppie in viaggio di nozze o in anniversario, ci fanni fare un balletto con loro e ci regalano un piatto dorato con i geroglifici. DOO RE MI MI-REEEE, MII RE-MI DOOO…

mercoledì 29 marzo · Sveglia alle 7.30, colazione. Siamo ad Assuan. Il territorio è cosparso di massi di granito, assomiglia vagamente alla Gallura. Però ci sono dappertutto ibischi fioriti e le feluche veleggiano pigre sul Nilo.

· VOLO per Abu Simbel: si aspetta senza sapere quando si parte; nel frattempo cerchiamo francobolli; troviamo un ufficio postale finto, dove un privato tenta di venderci a prezzi gonfiati dalla sua percentuale francobolli che estrae da tutte le tasche. Finalmente l’aereo parte: è pieno di giapponesi. Ci portano in pullman alla zona dei templi e ci concedono solo un’ora per la visita. Vediamo i due templi (affacciati sul lago Nasser): le statue esterne sono imponenti; all’interno i bei bassorilievi che commemorano la battaglia di Qadesh contro gli ittiti sono illuminati da una luce suggestiva. Vediamo troppo in fretta il tempio minore, dedicato a Nefertari. Ci tocca correre al pullman, che poi si fa aspettare; dopo essere saliti in aereo aspettiamo un’altra ora prima di partire: delusione collettiva. Scandaloso dedicare così poco alla visita; meglio arrivare ad Abu Simbel la sera, pernottare e poi visitare il sito la mattina presto, prima delle orde di turisti che, come noi, arrivano più tardi in aereo. Impressionante il lago Nasser, enorme ma dalle sponde prive di vita: sulle rive c’è una striscia di vegetazione di solo 1 – 2 metri e poi subito il deserto.

· In nave si pranza alle 15.30, poi il pomeriggio è a disposizione. Visitiamo il Museo Nubiano, moderno e bene allestito, con diorami che riproducono scene di vita nei villaggi.

· Dopo cena passeggiamo nel souk (un bambino lustrascarpe non accetta i miei soldi fin che non ha completato l’opera e guarda perplesso la mancia: il denaro vuole guadagnarselo: sembra di non essere nenche in Egitto! Alcuni uomini danzano davanti a un negozio (agitano le braccia dondolandosi e cantando al suono del tamburo. Sembra una danza rituale religiosa).

· In nave ci sarebbe uno spettacolo di danze nubiane, ma abbiamo uno il raffreddore per l’aria condizionata glaciale del bus che ci porta in giro, l’altra passa la notte in bianco col mal di pancia (l’igiene delle cucine della nave non è eccelso ed il buffet è ammaliante come le sirene di Ulisse). Il giorno dopo scopriamo che altri compagni di viaggio sono stati colpiti dalla “maledizione dei faraoni”. Oltre a tutte le divinità della mitologia egizia è tristemente famosa anche la Dea-rrea.

giovedì 30 marzo · Sveglia alle 6.30 con 2 dissenten, sveglia ufficiale alle 7. Ci portano bene intruppati a vedere l’obelisco incompiuto di Assuan (la guida archeologica che ci segue per tutto il viaggio si rivela sempre più incompetente, tanto che dopo un po’ decidiamo di andare in giro in modo semiindipendente, ed ogni tanto noi, che conosciamo i cartigli dei principali faraoni e i rudimenti dei geroglifici, facciamo un figurone con i nostri compagni di viaggio.

· Si riparte compatti con altre centinaia di turisti per la diga di Assuan, dove si sta sopra la diga e quindi non si vede un bel niente eccetto i tabelloni che mostrano le sezioni della diga.

· Si va in barca al tempio di Philae. C’è un grande complesso di templi (non di epoca faraonica; spostati qui per preservarli dagli effetti della diga); il sole picchia forte, vento e turisti a frotte.

· Prima del ‘pranzo’ in nave (la prudenza consiglia patate lesse) veniamo condotti ad una fabbrica di profumi, dove molti turisti pavidi acquistano i loro souvenirs odorosi al riparo dagli assalti dei feroci venditori esterni. Noi opponiamo resistenza passiva. Lo stesso si ripeterà in altra giornata con una fabbrica di tappeti (dove si usa mano d’opera minorile!) e una fabbrica di oggetti di alabastro. Speravo invano che Turisanda fosse immune da connivenze con i venditori locali.

· Alle 14 la nave parte. Sulle rive alberi di mango, banani, palme da datteri. Si vedono villaggi primitivi. La navigazione è placida.

· Sosta serale al tempio di Kom Ombo, che si affaccia sul Nilo. E’ dedicato ai due dei Sobek (il dio coccodrillo) e Horus (il dio falco), perciò è tutto doppio. Siamo affiancati a molte navi (per scendere si attraversa la hall delle altre navi), i turisti passano sempre in gruppo: il paragone col gregge di pecore è immediato. Vediamo un bambino versare una tangente a un poliziotto.

· In nave ci sarebbe la cena egiziana (per me: pane e riso in bianco; mi forniscono anche una limonata calda).

venerdì 31 marzo · Sbarchiamo a Edfu; in carrozzella si va al tempio. E’ grande e ben conservato. All’entrata vigilano due statue di falco. Scendendo delle scalette si dovrebbe vedere un nilometro, ma il fango ci fa cambiare idea. Si gira intorno (inutile seguire la guida, che ripete sempre le stesse storielle per turisti).

· Dopo pranzo si fa la siesta, poi si va a prendere il sole sul ponte aspettando che ci servano la merenda. La nave aspetta per ore il suo turno per attraversare la diga di Esna. Dalla riva i ragazzini lanciano ai turisti sacchetti di plastica o contenitori di rullini per farseli rilanciare pieni di mille lire (e qualcuno dei turisti sta al gioco). Il Nilo sembra pulito, anche perché prima della diga non ci sono rifiuti. Dopo un pomeriggio di attesa, fra navi-crociera e chiatte lunghissime, attraversiamo la diga alle 21. A mezzanotte siamo di nuovo a Luxor.

· In corridoio i camerieri burloni hanno fatto un coccodrillo con asciugamani e coperte e hanno appeso al soffitto un orang utang fatto di asciugamani: è il 1° d’aprile! sabato 1 aprile · Sveglia alle 6, partenza delle 7 per la Valle dei Re: visitiamo le tombe di RAMSES IV, TAWSERT-SETHNAKT, SIPTAH (affreschi di coppie quasi abbracciate, con le mani sulla pancia).

· Si va in pullman al tempio di HATSHEPSUT: il nome della regina è stato dovunque scalpellato via, sembra dal figliastro Thutmosis III; grandi lavori di restauro con gli operai che trascinano pietre a forza di braccia, come 3000 anni fa su per il lungo scivolo che porta alla terrazza del tempio.

· Ci portano ad una fabbrica di alabastro (con tutto il ben di dio che ci sarebbe da visitare nella zona), poi alla Valle delle Regine. Visitiamo le tombe di TITY e di AMUNHERKHEPSHEF (figlio di Ramsete III dal sarcofago di granito).

· All’ora di pranzo il gruppo torna alla nave (così posono ingozzarsi come tacchini, visto che il trattamento è a pensione completa compreso il pranzo di mezzogiorno); noi scandalizzati ci facciamo lasciare alla biglietteria, troviamo un taxi e torniamo alla Valle dei Re. Ci sono 35°, ma i turisti sono tutti a pranzo e noi ci godiamo l’atmosfera lunare della valle. · Ci inerpichiamo su una scaletta di ferro fino alla suggestiva tomba di TUTHMOSI III, il grande condottiero, ben nascosta nella gola della montagna. I dipinti sono primitivi, molto stilizzati, non colorati; mi piacciono moltissimo, si sente l’emozione del salto nei millenni. C’è un bel sarcofago di granito rosa, con ai lati le dee protettrici Iside e Nefti, in una sala scavata in profondità nella roccia. Nella tomba c’è molto caldo umido.

· Nella splendida tomba di AMENOPHIS II alcuni disegni non sono colorati, sembra quasi che i pittori vi stiano ancora lavorando. Anche qui i geroglifici sono essenziali. I colori esistenti sono ben conservati, brillanti (oro, azzurro…)..

· La tomba di MERENPTAH, figlio e successore di Ramesse II, contiene un enorme sarcofago in una grande camera mortuaria con soffitto a volta, al termine dei corridoi; il coperchio del sarcofago è decorato all’interno con un rilievo della dea Nut.

· La tomba di RAMSES III è detta tomba degli arpisti a causa di un dipinto (che si intravvede di sbieco in una delle 10 salette laterali); gli affreschi rappresentano anche il dio Hapi del Nilo. Il corridoio piega a destra per evitare di incontrare una tomba precedente.

· Tornati in nave, veniamo accolti con sollievo dalla nostra guida Ali e dagli altri passeggeri, che ci chiedono incuriositi e un po’ preoccupati quali insidie abbiamo incontrato là fuori; soddisfiamo la loro curiosità raccontandogli dei nostri litigi con gli feroci taxisti di Luxor. Scendiamo dalla nave per visitare il tempio di Luxor. Di sera è bene illuminato: bellissimo il viale delle sfingi. Bellissimo il grande cortile di Amenofis III.

· Dopo cena troviamo un altro asciugamano a forma di orango appeso in cabina (sempre 1° aprile). Alberto lo completa con mutande e calzini. Qui ci rifanno la camera due volte al giorno: cosa non si fa per non spuntare una mancia!.

Domenica 2 aprile · Sveglia alle 6.30. Partiamo in pullman: formiamo un convoglio con altri turisti; siamo scortati dalla polizia; per strada incontriamo anche un autoblindo; nei campi e sugli alberi si vedono iris bianchi; le case, fatte di mattoni e di paglia ricoperti di fango, hanno il tetto piatto; vicino a molte case ci sono giare dalla cui base ‘trasuda’ l’acqua; le case dei ricchi hanno il tetto a cupola (meno caldo); in un canale di fianco alla strada sono abbandonate carcasse di animali morti; si coltiva la canna da zucchero; passa un camion pieno di cammelli; passiamo vicino a una ferrovia a scartamento ridottissimo.

· DENDERA: tempio greco-romano; cripta con bassorilievi (conteneva mummie di animali); terrazza assolata; sala con soffitto atronomico; scolaresche di bambini in gita; sala di un tempio laterale con il sole, inghiottito la sera e partorito alla mattina dalla dea del cielo Nut, che irraggia Dendera raffigurata da un capitello hatorico; sul retro: bassorilievi con i cartigli di Cleopatra e Cesarione. Nel cortile la statua grottesca del dio nano Bes protettore dei bambini.

· Si torna in nave col pullman. Dopo pranzo facciamo due ore di siesta, poi via al souk di Luxor (spezie e cartoline).

· Durante la cena si ripete la scena dei canti, stavolta per un compleanno. Assistiamo a uno spettacolo di danza del ventre piuttosto scadente. Realizziamo che all’egiziano medio piace la donna cicciona. Tornati in camera, troviamo nel letto un pupazzo fatto con i cuscini che indossa il mio pigiama e il mio cappello, con il telefono in mano, si fa per dire. Simpatico.

lunedì 3 aprile · Sveglia alle 7 col dissenten, poi sveglia alle 8. Ci portano a fare un giro veloce a Karnak (meno male che c’eravamo già stati per conto nostro prendendoci tutto il tempo che meritava!) e lì si sentono male in due (un turista del nostro gruppo che sviene disidratato e per il caldo) e Alì, la nostra guida locale !!!, anche lui con febbre e mal di pancia!). Come medico avrei molto da ridire sui continui sbalzi di temperatura dall’aria condizionata a tutta manetta ai i 35 – 38° delle ore centrali della giornata; inoltre il menù del buffet è molto pesante e allunga la digestione e non va bene se poi ci si deve spostare subito dopo tra caldo e freddo. Solo i più forti sopravvivono! · Facciamo una passeggiata rapida a Luxor. Troviamo i francobolli all’ufficio postale (finalmente al giusto prezzo). Giriamo qualche gioielleria e prendiamo un pendente per le mamme a forma di fior di loto (55$).

· VOLO Luxor-Cairo. Hotel Le Meridien Piramys: all’apparenza è sfarzoso, però la nostra camera puzza di muffa e i rubinetti sono incrostati; tutta scena senza sostanza!.

· Dopo cena passeggiamo fin quasi alle piramidi illuminate, però è vietato avvicinarsi troppo, ci sono sbarramenti con i militari (sembra per questioni di sicurezza, forse per non farci assistere dall’esterno allo spettacolo suoni e luci). Ripieghiamo sulla visita all’Hotel Oberoi: massimo dello sfarzo con vista sulle piramidi.

martedì 4 aprile · Cambiamo stanza con una meno ammuffita e poi ci portano a Menfi a visitare il museo con la statua colossale di Ramsete II (muscolosa, sdraiata). All’esterno c’è una piccola sfinge di Hatshepsut.

· A Saqqara visitiamo la piramide a gradoni di Zoser (anello di congiunzione tra la mastaba e la piramide, formata da mastabe sovrapposte). Il paesaggio circostante è desertico; qui i soliti militari di guardia ai siti archeologici si spostano in cammello. Per iniziativa nostra e di un altro compagno di viaggio, armati della guida EDT, dirottiamo il bus per fare tappa alla splendida tomba di Mererouka e Ankhma-Hor: contiene molte stanze; i bassorilievi rappresentano scene di pesca, danze sfrenate, oche ingozzate, oche tenute per il collo, la caccia all’ippopotamo, l’ippopotamo che caccia il coccodrillo; c’è una falsaporta; una statua colorata rappresenta Mererouka; sono commosso riconoscendo sul muro uno dei primi geroglifici che avevo imparato a tradurre e che dice: quest’orzo è molto buono, compagni mietitori! · Anche qui dopo le ore fresche del mattino il sole inizia a scaldare molto, ma non come a Luxor. Andando via rasentiamo un grande palmeto. Boicottiamo la visita alla ‘scuola’ di tappeti dove con il pretesto dell’apprendistato fanno lavorare i bambini.

· Le piramidi finalmente! Gigantesche: bisogna vederle da sotto e vedere le dimensioni dei massi che costituiscono. Troppi turisti disturbano l’importanza del luogo. Dopo una veduta panoramica delle tre piramidi, entriamo soltanto nella piramide di Micerino (Menkaura), perché le altre sono chiuse per l’installazione dell’aria condizionata (in effetti dentro a tombe e piramidi l’umidita e gli effluvii umani sono piuttosto sgradevoli). Attraversiamo chinati il lungo corridoio tutto in discesa; arriviamo nella sala finale vuota; ci sono solo dei vani laterali. La visita è stata un po’ deludente.

· Vicino alla piramide di Cheope visitiamo increduli il museo della barca solare, che custodisce una grande imbarcazione ottimamente conservata, tenuta insieme con incastri e legature, senza l’uso dei chiodi! · Vediamo la Sfinge controsole, stipati fra migliaia di turisti. Per niente romantico. Ci sentiamo formichine giapponesi in un formicaio di turisti giapponesi.

· Piuttosto di fermarci con gli altri alla tappa del negozio di papiri, (siamo stufi che vogliano propinarci paccottiglia) andiamo in hotel a piedi. Nuotatina in piscina, riposino, documentari naturalistici in TV. Ci portano a un ristorante lì vicino per una cena di pesce: i camerieri si danno un gran da fare; l’ambiente è piuttosto semplice, la cena discreta.

mercoledì 5 aprile · Inizio la giornata col classico dissenten. Visita alla cittadella islamica del Cairo. Moschea di Mohamed Ali: alle donne con le gambe scoperte sotto il ginocchio (peccaminoso!) fanno indossare un grembiulone verde. L’interno è grandioso, con un grande lampadario; ci son varie cupole, finestre (alcune con vetrate colorate); la parte bassa è rivestita di alabastro (la moschea di alabastro). Dall’alto la città appare grigia, triste.

· Passiamo in pullman vicino alla città dei morti, un cimitero di 8 mq ora abitato da migliaia di persone. Ogni tomba è formata da una o due stanze con luce, acqua e servizi (nei cimiteri i parenti usano fermarsi in visita per qualche giorno), sotto c’è la camera sepolcrale; sembrano delle casette. I morti musulmani vengono avvolti in 7 lenzuola e poi sepolti direttamente nella terra.

· Mercato di Khan El Kalili: compriamo qualche profumino e tre boccette di vetro decorate (circa 30 E£). Pieno di turisti.

· Pranziamo in un ristorante italiano sul fiume, poi si va al Museo Egizio: si rivede con piacere (parrucche enormi; questa volta stranamente la sala del tesoro Tutankhamon è senza folla! Ce la godiamo tutta. Statuette dei due eserciti di colore diverso della pelle: nubiano ed egiziano; telaio; modellino di casa con giardino. La famosa statua di Kefren in diorite verde del museo del Cairo è raffigurata sulla banconota da 10£).

· Usciamo dal museo dopo aver usato tutta la proroga ottenuta dalla nostra guida sull’orario del gruppone. Sui grattacieli in costruzione ci sono impalcature di legno. Dopo cena (buffet al ristorante) Ali ci riunisce per ricevere i nostri giudizi e commenti sul viaggio. Dalla terrazza dell’hotel appare la vista delle piramidi illuminate.

giovedì 6 aprile · Sveglia libera, Foto delle piramidi dalla terrazza (foschia). Prendiamo in hotel segnalibri e cartoline (10 $), una maglietta (prima la commessa dice che costa twelve $, poi prova a dire twenty). In TV i pupazzi animati fanno la danza del ventre, penoso. Ci portano in pullman all’aeroporto. Oggi per i mussulmani è il primo dell’anno 1421 (dall’egira).

· VOLO Egypt Air Cairo – Roma (incredibilmente in orario, 3 ore di volo, arrivo alle 18.30). · VOLO Meridiana Roma – Verona delle 21.55. Abbiamo speso in tutto in Egitto 509 $ (circa un milione di lire) a testa oltre alle £ 3.350.000 pagate in Italia in agenzia per i voli e pacchetto Turisanda.

Indirizzi: la nostra brava guida organizzativa Turisanda in Egitto parlava benissimo italiano, penso si possa proporgli anche di far la guida privata: Ali Abdel Razek, presso Cairo Office Turisanda c/o Ramses Hilton Hotel, rooms 216/217, 1115 Corniche El Nil, CAIRO, tel.0020-2777444 -744400 e – mail : turicai@ie-eg.Com BIBLIOGRAFIA A.Troisi: Favole e racconti dell’antico Egitto. Ed. Xenia, Milano 1991 A. Bongioanni: Il mondo della religione nell’antico Egitto. Ed Cambridge College, Torino 1988.

C. Desroches Noblecourt: Ramsete II figlio del sole. Ed. Sperling & Kupfer, Milano1997.

N. Reeves: The complete Tutankhamun. Ed. Thames and Hudson, London 1997.

J.K. McDonald: The tomb of Nefertari. House of eternity.Ed. The American University in Cairo Press, Cairo.

W. Forman, S. Quirke: Geroglifici, le parole degli dei. Ed De Agostini, Novara, 1996.

A. Siliotti: Guida alle piramidi d’Egitto. Ed. Withe Star SRL, 1997 o Ed.Grund, Paris 1997.

A. Siliotti, C.Leblanc: Nefertari e la valle delle regine. Ed. Giunti.

M.D.Appia: Il sogno dei faraoni neri. Ed.Giunti.

R Schultz e M. Seidl: Egitto, la terra dei faraoni. Ed. Könemann.

Arte sublime nell’antico Egitto. Firenze, Palazzo Strozzi 1999. Ed. Artificio Skira, Firenze-Milano, 1999.

A.Hussein: La methode la plus facile pour apprendre l’hiéroglyphe. Ed. Elias Modern Press, Cairo 2000.

C. Jacq: Il segreto dei geroglifici. Ed Piemme, Casale Monferrato (Al), 1995.

C. Jacq: La valle dei re. Storia e scoperta di una dimora eterna. Ed. Oscar Mondadori, 1998.

R. Schumann-Anthelme, S. Rossini: Lecture illustrée des hiéroglyphes. Ed. Du Rocher, France, 1998.

F. Tiradritti : Les trésors du muséè Egyptien. Ed. White Star SRL, Vercelli, 1998.

F. Bourbon: Egitto ieri e oggi. Litografie di David Roberts. Ed. White Star SRL, Vercelli, 1996.

R.Solé D.Valbelle: La stele di Rosetta. Pratiche Editrice/ Mondadori Printing 2001.

G.P.Panini: Il grande libro dell’Egitto. Ed. A.Mondadori, 1995.

Egitto e Mar Rosso. In Viaggio. Ed. Giorgio Mondadori.. N.41, febbraio 2001.

B.Menu: Ramesses the Great, warrior and builder. Ed. Gallimard 1998, Ed.Thames and Hudson (New Horizons), London 1999 e Ed. Lloyd, Trieste.

e ovviamente… Autori vari: Guida Egypt EDT – Lonely Planet.



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