Una crociera o un tour de force

Una crociera che attraversa il Mediterraneo Occidentale sembrerebbe proprio una vacanza se si escludono i buffet di mezzanotte, le serate in discoteca, le visite ogni giorno nei paesi di scalo, le abbuffate da fare invidia agli americani, ma di fronte a tanti eccessi mi chiedo è proprio la vacanza ideale? Così inizio il mio racconto con questo...
Scritto da: Serena stella
una crociera o un tour de force
Partenza il: 05/08/2002
Ritorno il: 12/08/2002
Viaggiatori: fino a 6
Una crociera che attraversa il Mediterraneo Occidentale sembrerebbe proprio una vacanza se si escludono i buffet di mezzanotte, le serate in discoteca, le visite ogni giorno nei paesi di scalo, le abbuffate da fare invidia agli americani, ma di fronte a tanti eccessi mi chiedo è proprio la vacanza ideale? Così inizio il mio racconto con questo interrogativo quasi primordiale, si parte tutto è pronto, imbarco a Palermo e appena entro già ci sono i soliti animatori che approfittando del momento ti immortalano senza troppi problemi. L’indomani mi sveglio e sono a Tunisi, immersa nei profumi orientali del suk, da ogni parte tunisini che ti propinano cianfrusaglie di tutti i tipi, poi facciamo una visita al Museo del Bardo, famoso per i mosaici romani. Infine ci rechiamo nei resti di Cartagine, l’immortale rivale di Roma, patria del feroce Annibale e qui la temperatura oscilla tra i 40°-45° gradi all’ombra. Durante la permanenza Tunisi ci impone una legge: non fotografare mai senza un permesso o senza aver pagato, cosa alquanto significativa per un paese africano che si appresta a sostenere uno sviluppo sullo stampo occidentale.Si è fatta già ora di pranzo e ci fermiamo in una specie di osteria dove con tutta fretta gustiamo un ottimo cous scus a base di semolino, ortaggi e pollo, proprio come vuole la ricetta tunisina. Ma la nave ci aspetta e ancora il viaggio è lungo così proseguiamo la nostra crociera e tra una puntatina al casinò e un massaggio tonificante arriviamo l’indomani a Palma de Maiorca, l’isola principale delle Baleari dove un taxi ci introduce nel cuore storico della cittadina. A prima vista mi hanno colpito: il porto, con molti yatch armeggiati su uno sfondo di cristallo azzurro, le palme che costeggiavano il lungomare dando un’aria costiera cosmopolita e l’ospitalità della gente simile alla nostra. Man mano che il nostro taxi sfrecciava nella strada principale vedevo un andirivieni di turisti che scattavano foto; ad un tratto arriviamo di fronte all’imponente cattedrale barocca che dall’alto sovrasta la costa e ci addentriamo nelle vie principali fino a concludere per gustarci un drink tipico di fronte al mare, in compagnia di alcuni ragazzi spagnoli. Di sera restiamo sempre a Palma per uno spettacolo davvero esclusivo al Son Amar, dove la bravura dei ballerini e dei cantanti rendeva magica la serata, ma si è fatta già l’ora di andare così meglio partire. E la mattina dopo sono pronta per andare a scoprire una nuova città Barcellona, unica e slendida nella sua aria europea e spagnola. La guida ci porta verso il centro, lo stadio e la via grande costeggiata da negozi, bar, e verso la celebre Sagrada Familia, cattedrale costruita per rappresentare non solo Barcellona ma l’essenza Spagnola. Proseguiamo per vedere la casa dell’architetto Gaudì, la vera anima di questa città che ospita ragazzi di tutte le nazionalità, a giro concluso mi riprometto con i miei compagni di avventura di ritornare in questa mitica città all’insegna della cultura, del divertimento e della vacanza per ragazzi spensierati. La nave ci aspetta ed è meglio non farla arrabbiare, se ne potrebbe andare per Marsiglia senza di noi, così a bordo mi dedico a smaltire in palestra, a forza di addominali e aerobica, quel mega piatto di paella accompagnato da sangria che avevo mangiato velocemente a pranzo. Così facciamo scalo a Marsiglia, città rinomata per il suo sapone commercializzato dovunque e devo essere sincera di questa città mi ricordo solo la cattedrale di Notre Dame della Garde, la protettrice della città e poco altro per la brevità della visita. Così a crociera conclusa che altro dire se no che sicuramente è stata un’esperienza che lascia il segno per la sua consumazione lampo e frenetica, che non permette neanche di capire dove si è e che cosa si fa.


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