Una Calabrese a… Barcellona

Un itinerario di cinque giorni in città!
Scritto da: Summergift
una calabrese a... barcellona
Partenza il: 01/06/2011
Ritorno il: 06/06/2011
Viaggiatori: 4
Spesa: 500 €
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Messo da parte un bel gruzzoletto, decido di investirlo non nell’ultimo modello di cellulare alla moda, ma in un viaggio. Così, cerco su internet una meta che corrisponda alle mie esigenze. Dapprima progetto un week end a Parigi, ma mi rendo conto che nel periodo scelto, dall’uno al cinque Giugno, i prezzi non si rivelano molto convenienti. Così, perseverante, focalizzo la mia attenzione sulla Spagna. La crisi ha sicuramente influito e riesco a trovare sia un volo ‘conveniente’ (il che è tutto relativo), sia un B&B a un prezzo abbordabile. La spesa è circa sui trecento euro con volo diretto da Roma a Barcellona. È la prima volta che viaggio con la compagnia aerea Vueling e mi trovo abbastanza bene. Si parte con un po’ di ritardo dovuto al fatto che nello stesso orario partivano altri aerei con la stessa destinazione. Arrivo dopo circa un’ora e mezza all’aeroporto di ‘El Prat’ , 18 Km dal centro. Da qui prendo il pullman ‘Aereobus’ diretto a Placa de Catalugna a pochi metri da dove è situato l’albergo. Sono alloggiata a Carrer Sant Pau sulla Rambla, in un ex convento risalente al 1800. Il luogo è accogliente e pulito ma, se ci andate, chiedete esplicitamente una camera con finestra esterna… provare per credere. Inizia la mia esplorazione di Barcellona. La prima sera, vista la stanchezza, faccio un giro veloce sulla Rambla che è affollatissima e piena di locali. Mangio qualcosa al volo in una catena locale e poi a nanna.

Il giorno dopo, mi alzo presto e vado alla scoperta del monumento più contestato e amato della città: la Sagrada Familia. Per arrivare prendo la metropolitana da Liceu, e questo è il metodo migliore per girare la città. Inoltre la metro non da quella sensazione claustrofobica come a Roma, e i tempi di attesa sono veramente minimi. La Sagrada Familia, è impressionante. La vedi appena esci dalla metropolitana e non puoi che rimanere stupito. È ancora un cantiere aperto anche se le previsioni più ottimistiche collocano la fine dei lavori nel 2020. L’esterno è caratterizzato da sculture riguardanti la nascita di Gesù e da motivi che rimandano alla natura. Personalmente le guglie mi ricordano l’effetto che fa una candela quando brucia dalla quale scende la cera formando disegni e movimenti di tutti i tipi. Certamente l’esterno proteso verso il cielo e la sua dimensione d’infinito(saranno i lavori ancora in corso?) colpisce il visitatore, ma è l’interno a stupire veramente. Il richiamo alle forme create dalla natura è costante e la luce domina lo spazio e si insinua nella mente di chi entra in questo straordinario capolavoro. Purtroppo, quel giorno pioveva e non posso salire con l’ascensore fino in cima per ammirare il panorama e scattare foto …. un motivo in più per ritornare a Barcellona. Vi consiglio di ripassare dalla Sagrada appena fa buio, qui dopo le 22, e ammirarla di notte. Vi lascerà senza fiato. Rimango molto colpito dalla figura di Antoni Gaudì e così decido di seguire la Ruta del Modernismo. Questo è un percorso delimitato da alcune speciali ‘mattonelle’. Queste si ritrovano per tutta Barcellona e esiste un apposito tour guidato. Io armata di guida della National Geographic riesco comunque a seguirlo e a comprenderlo. Mi dirigo allora presso Parc Güell. Anche in questo caso la fantasia di Gaudì ha avuto libero sfogo. Il parco nasce come complesso residenziale, ma non ebbe il successo sperato e divenne un parco pubblico. Gaudì stesso ci abitò prima di trasferirsi nella Sagrada Familia dove si costruì un alloggio di fortuna. Il parco sembra essere uscito da una favola. Le case fanno subito pensare a quella di marzapane nella favola di Hansel e Gretel. Le celebri panchine richiamano il movimento di un gigantesco serpente. La grotta poi, sembra essere l’interno di una qualche creatura fantastica pronta a ingoiarti dentro di se. A corredare il tutto i numerosi artisti di strada che rendono ancora più sospeso nel tempo questo parco. Qui si può osservare il draghetto simbolo di Barcellona. Dopo questa giornata ricca di arte, anche lo stomaco vuole la sua parte e decido di assaggiare la famosa paella. Beh sarà che nel mio piatto c’era forse qualche gamberone di troppo, sarà la stanchezza, saranno i 15 euro pagati di conto ma non mi entusiasma più di tanto. Comunque sono in un paese straniero e mi adatto alla tradizione popolare … non si vive di sola pasta!! Dopo cena, faccio una lunga passeggiata sulla Rambla fino ad arrivare al porto. Passeggiando è impossibile non notare l’altissimo monumento dedicato a Cristoforo Colombo , il Mirador de Colom in cui il genovese indica Genova. Al porto si trova anche un centro commerciale ma sono troppo stanca e ritorno in albergo. Nuova alba,nuovo itinerario. Affascinata dalle opere di Gaudì,decido di visitare Casa Batllò situata presso Passeig de Gràcia (metro Gràcia). Arrivo abbastanza presto da non fare fila e anche in questo caso rimango stupita. Sono abituata a vedere edifici di impronta romana o neoclassica e vedere queste nuove forme è una goduria per i miei sensi. La facciata di Casa Batllò è una tripudio di colori e di allegorie. Le cinque colonne sottostanti sono chiamate dagli abitanti del luogo, gli ‘ossi’ e spesso la casa stessa viene chiamata la casa degli ossi. In effetti i balconi hanno la forma di teschi umani, anche se alcuni critici pensano siano stati ripresi dalle maschere che sfilavano durante il carnevale. Il tetto, poi sembra il dorso di un gigantesco rettile e le tegole le squame. Anche in questo caso, l’interno è un piccolo gioiello. Gaudì osserva la natura marina e la riproduce nel blu sfumato del patio, nei lampadari a forma di mulinelli, nel sistema di areazione simile alle branchie di un pesce. Non vi è una linea dritta, tutto è sinuoso e accogliente. Anche gli arredi furono realizzati direttamente dall’architetto seguendo le forme naturali del corpo umano. Decisamente un luogo da visitare non a caso inserito come altre opere tra cui la Sagrada Familia, Parc Guell e La Pedrera, nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. Prossima tappa La Pedrera, nome comune di Casa Milà. Si trova poco distante da Casa Batllò e ci si arriva seguendo la Ruta del Modernismo. Anche qui la fila è poca. Devo essere sincera, anche questa casa è un capolavoro, ma mi era piaciuta di più Casa Batllò. Particolare è il tetto in cui i comignoli sono raggruppati a formare delle strutture simili a dei guerrieri,e spettacolare è la vista dalla quale si può riconoscere il profilo della Sagrada Familia. Un ‘appartamento è ricostruito usando il mobilio, gli abiti e tutti i corredi del tempo. Inoltre vi sono dei modellini e dei pannelli espositivi che ripercorrono le varie tappe e le varie opere di Gaudì. Esco dalla Pedrera verso le otto e decido di andare a vedere lo spettacolo della Fontana Magica a Plaza de España. Attenzione gli spettacoli si tengono solo il giovedì e domenica alle 21. L’opera non è di Gaudì ma è un bel modo per trascorrere la serata. Fu realizzata nel 1929, ed è un capriccio dell’ingegneria idraulica in cui si combinano musica, luci, ritmi e acqua. Ultimo giorno, ultime visite. Essendo in compagnia del mio ragazzo ,di un suo amico e corrispettiva fidanzata è quasi d’obbligo una visita al Camp Nou. Che dire, io e l’altra ragazza ci siamo annoiate a morte a differenza di tutte le alte persone di sesso maschile che erano emozionatissimi nel guardare trofei,vecchie divise, palloni autografati, panchine vuote, spogliatoi e persino il prato verde nel campo vuoto. La struttura è molto grande ma se non siete costretti, non andateci!!! Fino a quel momento non avevo avuto sentimenti negativi verso il calcio. Da allora qualcosa è cambiato!!! Dopo questa (lunga e noiosa) visita, ritorniamo alla normalità e visitiamo la zona della Rambla fino ad arrivare nella zona romana del Barri Gòtic. Sulla Rambla ,c’è il il‘Gran Teatre de Liceu’ che vorrei visitare ma è aperto esclusivamente di mattina, maledetto Camp Nou!!Passeggio per il Barri Gòtic ammirando la cattedrale La Seu, e le varie piazzette. Torno sulla Rambla e vado al mercato della Boqueria dove si possono trovare tutti i generi alimentari a prezzi modici. Dopo aver fatto una bella scorpacciata decidiamo di andare a visitare il castello di Montjuïc. Ci si arriva con la Funicolar e il Castello non è il massimo ma si trova nel vecchio quartiere costruito per le olimpiadi del 1992 e quindi non rimaniamo delusi. Ultima scampagnata presso il Museo della Scienza, molto curato e divertente ideale se si hanno bambini. Personalmente avrei preferito visitare il museo di Mirò a Montjuic, ma quando si viaggia in gruppo bisogna venirsi incontro. Dopo questi quattro giorni rientro a Roma. Purtroppo la nostalgia si fa subito sentire. Dopo aver conosciuto il ‘genio’ di Gaudì, l’eccentricità di Barcellona è difficile ritornare nella mia Italia, così bella ma ancora così arretrata. ‘Viaggiando si impara’

Serena Vaccaro

Consigli di viaggio

Se siete studenti universitari portatevi dietro qualcosa che lo accerti. Potrete così usufruire delle riduzioni per gli ingressi ai musei e al Camp Nou. Tutto è a pagamento visto che lo stato non finanzia la cultura. Evitate di andare all’acquario, allo zoo, al museo della scienza se non avete bambini piccoli. Meglio perdersi nelle viuzze di Barcellona, nei suoi colori, e nei suoi eccessi. Attenzione alle donne che vi si avvicinano….. a buon intenditor!!! Per l’alloggio vi consiglio :http://hotelpeninsular.net/

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