Un viaggio quasi per caso

Be, non è un viaggio recente, ma l'esperianza di questo vorremmo condividerla con altri. Dopo esserci sposati nel lontano 1992 e aver effettuato il viaggio di nozze negli Stati Uniti (coast to coast, in libertà), ci eravamo prefissati di visitare altri luoghi e soprattutto altre civiltà completamente diverse. Quindi la nostra scelta cadde...
Scritto da: Andrea Papucci
un viaggio quasi per caso
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 3500 €
Be, non è un viaggio recente, ma l’esperianza di questo vorremmo condividerla con altri.

Dopo esserci sposati nel lontano 1992 e aver effettuato il viaggio di nozze negli Stati Uniti (coast to coast, in libertà), ci eravamo prefissati di visitare altri luoghi e soprattutto altre civiltà completamente diverse. Quindi la nostra scelta cadde sull’Indonesia e dintorni. Con un badget limitato, abbiamo costruito un viaggio di 18gg distribuiti tra Bangkok, Bali e Singapore. Potreste a prima vista dire classico ma vi giuro che non è stato così. All’arrivo a Bankog. Dopo alcuni minuti ci siamo resi conto del caos che regnava in quella città. Voglio fare una premessa e cioè: sull’aereo della Garuda Airline vi era oltre al nostro spaurito gruppo di Italiani (6 persone). Due nutriti gruppi di Tedeschi e Francesi. Quindi, una volta arrivati ed entusiasti del viaggio ci siamo diretti all’albergo che al contrario di quello che si potesse pensare erà da mille e una notte. La guida che ci assisteva por il soggiorno, parlava perfettamente l’italiano e si raccomandò vivamente di non intraprendere iniziative personali per visitare la città. Non capimmo se ciò fu dettato dal suo lavoro oppure c’era qualche cosa sotto. Il secondo giorno di buon ora ci alzammo e come bravi turisti ci facemmo portare al mercato galleggiante (meravigliosa visione). Ma nello scendere dal pulman ci trovammo faccia a faccia con i soliti turisti Tedeschi e Francesi con i quali avevano affrontato lunghe ore di viaggio aereo. La cosa mi turbò, non tanto perchè volevo avere l’esclusiva del posto (il che sarebbe stato un’utopia, ma mi faceva sentire come…). Il secondo giorno, si ripropose la stessa identica cosa in un luogo diverso e cioè al palazzo reale. Vorrei mostrare la meraviglia dei nostri occhi nel vedere per la prima volta quei templi, le forme di quelle statue ma soprattutto le persone che venerava in silenzio quei luoghi. Tutto ciò era magia, ma pultroppo, ancora una volta il solito gruppo di turisti, infrangeva quest’incantesimo. Mi dette un notevole fastidio il fatto che quella mandria di persone non avesse alcun rispetto per la popolazione locale. Questo mi fece capire che non era possibile comprendere, se pur in questo breve spazio di tempo, alcune usanze locali. Lasciata la guida decidemmo io e mia moglie di fare a modo nostro. Sapevamo che poteva essere rischioso ma osammo. Usciti dall’albergo, prendemmo un Tuc Tuc, non un biscotto, ma una specie di Ape Piaggio, adattato al trasporto di turisti, ma soprattutto molto veloce. Contrattammo la cifra con il conducente, per un giro di tutta la città, o perlomeno di luoghi dove difficilmente i turisti venivano portati. Non fu una lunga contrattazione e per pochi spiccioli ci scarrozzò per tutto il giorno. Potemmo così vedere cose che ancora oggi ricordiamo con immensa gioia ma anche con immensa tristezza. Entrare nei mercati rionali dove si vendeva di tutto, dal vestiario alla carne. Vedere bambini che dormono insieme al cane, mentre il padre fa a pezzi un enorme maiale per poi metterlo in buste trasparenti ed appenderlo ai bordi di una via, con lo smog che si tagliava a fette. Sappiamo bene che potrebbe far ribrezzo a tanta gente, ma se non vediamo certe cose non possiamo capire il modo di vivere di quella popolazione. Lo sappiamo a molti non interessa tutto ciò, basta avere il suo bell’albergo a 5 o più stelle. Alla fine della giornata il conducente del Tuc Tuc ci portò in una fattoria convenzionata, come la chiamano laggiù, dove fabbricano gioielli a buon prezzo (oro 14K). Approfondendo il discorso con il conducente, siamo venuti a sapere che ci sono tuc tuc di diversi colori che sono affiancati da queste cosiddette fabbriche di gioielli, le quali spesano in tutto e per tutto gli autisti per attirare i turisti sprovveduti ( Questa è la MAFIA locale). Lasciato Bankog a malinquore ci siamo diretti verso Bali. Anche li, come a Bangkok, avevamo il solito marchio da turisti e non per caso ma proprio inciso sulla fronte. Luoghi stupendi e la popolazione altrettanto, che si prodigava per noi, affinche il soggiorno fosse dei migliori. Ma mentre visitavamo il posto, nella coda dell’occhio appariva di volta in volta, alcuni scorci di vita quotidiana. Non era difficile incontrare per la via alcune donne nude che si lavavano lungo lo scannafosso, mentre te eri sul comodo pulmino fornito di aria condizionata, oppure incontrare un uomo che timidamente si tappava i genitali, mentre tu eri a fare il rafting lungo il fiume. Non ci scorderemo mai la gentilezza di quella popolazione. Otretutto mi scambiarono per Lombardo (famoso ex giocatore della Lazio) vista la mia somiglianza. Abbiamo fatto molte amicizie locali, che ricordiamo e ricorderemo con affetto. La terza ed ultima parte del viaggio (Singapore) fu soltanto un tocca e fuggi, ed abbiamo soltanto il ricordo di una città caotica ma anche molto affascinante. Vorremmo concludere questo viaggio invitando i numerosi turisti a osare un pò, ma sempre con discrezione e soprattuttto con un briciolo di prudanza.



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