Un viaggio nel nord del Cile, sull’altopiano boliviano e sull’isola di Pasqua
Indice dei contenuti
Alcune indicazioni generali prima di passare al racconto delle singole giornate:
1. In termini di sicurezza, dal punto di vista della microcriminalità, i posti che abbiamo visitato ci sono sembrati nel complesso sicuri e non abbiamo mai avuto alcun tipo di problema in merito. Solo a Valparaiso ci hanno allarmato dicendoci di evitare zone non turistiche e di prestare attenzione di sera anche in quelle turistiche. Non sappiamo se i consigli fossero allarmistici o meno, in quanto abbiamo comunque preferito seguirli.
L’attenzione maggiore in questo viaggio in realtà va prestata nei parchi del Norte Grande e nell’altopiano boliviano dove la somma di elevata altitudine, temperature estreme e isolamento a volte totale può essere potenzialmente molto pericolosa.
2. Il periodo da noi scelto è ottimo per l’altopiano boliviano e la zona di San Pedro. In generale comunque abbiamo potuto godere sempre di bel tempo, sebbene le temperature siano state a volte decisamente rigide. L’inizio della primavera australe ci ha permesso, ad ogni modo, almeno i bagni all’Isola di Pasqua.
3. In Cile i prezzi sono sicuramente superiori rispetto agli standard dell’America Latina, ma comunque inferiori a quelli medi occidentali, ad eccezione dell’Isola di Pasqua.
A titolo esemplificativo, una cena in un bel locale in Cile si aggira sui 15/20 €, mentre sull’Isola di Pasqua non meno di 35/40. Stesso discorso per gli hotel.
Mentre è sempre stato facile cambiare gli Euro nelle valute locali, i bancomat sono molto rari nelle zone isolate del Norte Grande.
4. Viaggiare all’interno del Cile e della Bolivia merita un distinguo. Nel Norte Grande è necessaria una 4×4 per visitare i parchi Lauga e Isluga e la zona di San Pedro de Atacama. Per il resto, le strade sono in buono stato. Unica grande difficoltà è stata noleggiare un’auto ad Arica e restituirla a San Pedro de Atacama: alla fine abbiamo dovuto arrenderci ed utilizzare più auto per questo tragitto. Discorso differente per l’altopiano boliviano, dove sono del tutto assenti le strade. Inoltre, considerando che non si può portare in Bolivia un’automobile noleggiata in Cile, la soluzione di gran lunga migliore, se non l’unica, è visitare questa regione con un tour. All’Isola di Pasqua si può indifferentemente noleggiare un’auto o fare dei tours. Abbiamo anche avuto modo di viaggiare con l’aereo (Sky Airlines, Santiago – Arica) e con l’autobus notturno (San Pedro de Atacama – La Serena): entrambi i mezzi sono stati davvero buoni.
5. Acquisto del biglietto aereo. Il prezzo dei biglietti aerei per il Cile è molto elevato nei periodi di alta stagione. Noi abbiamo controllato su numerosi siti web, sia di compagnie aeree che di broker, come Kayak, Edreams e Tripadvisor. Alla fine siamo riusciti a trovare i tre biglietti a € 1227 su Expedia.it all’inizio di aprile (Andata: Milano Malpensa – Madrid – Santiago con Iberia; ottimo perché rapidissimo, con una sola sosta di due ore e mezzo, ma Iberia lascia molto a desiderare. Ritorno: Santiago – San Paolo – Milano Malpensa; anche questo con una sola coincidenza molto breve. TAM è meglio di Iberia). Cosa molto strana, questo prezzo era disponibile solo a tratti, vale a dire in alcuni giorni della settimana, senza alcuna logica apparente e solo su Expedia. Dalla metà di aprile in poi il prezzo dello stesso volo, l’unico che ci poteva permettere di arrivare a Santiago senza lunghi scali, era già salito a € 1500 circa, per poi continuare ad aumentare. Per l’Isola di Pasqua abbiamo preso la LAN, l’unica compagnia aerea che la raggiunge – ottima.
6. Quanto tempo occorre per visitare i due paesi? Noi ci abbiamo messo tre settimane intensissime, organizzando dall’Italia quasi tutto allo scopo di evitare perdite di tempo.
7. Capitolo alberghi: in Cile abbiamo utilizzato sempre i suggerimenti delle nostre guide turistiche e di Tripadvisor, riuscendo a trovare delle sistemazioni sempre buone ed a volte davvero ottime. Abbiamo prenotato dall’Italia quasi tutti gli hotel e solo l’ostello di Santiago ha chiesto una caparra. Per la Bolivia, invece, ci siamo dovuti affidare agli hotel scelti dal tour operator. I prezzi degli hotel cileni non sono elevati, con l’eccezione dell’Isola di Pasqua.
8. Il cibo in Cile è fantastico e la cucina locale davvero degna di nota. Non possiamo invece dare un giudizio sulla Bolivia, in quanto abbiamo mangiato nei rifugi in maniera essenziale.
9. Telefonare con una scheda italiana è costosissimo, per cui optate per una scheda telefonica cilena. Evitate Claro, perché non prende in diverse zone del Norte Grande. Attenzione perché i numeri telefonici in Cile seguono delle regole complicatissime, che fareste meglio a farvi spiegare da chi le conosce. Ad esempio, chiamare un fisso da un cellulare piuttosto che da un altro fisso, richiede nel primo caso l’inserimento di un numero aggiuntivo tra il prefisso ed il numero e spesso questo non è esplicitato negli elenchi.
10. Le guide che abbiamo usato in questo viaggio sono state la sempre valida Rough Guide per il Cile e l’Isola di Pasqua, nonché una vecchia edizione della Bradt, che però non ci ha entusiasmato. Per l’altopiano boliviano abbiamo utilizzato la Rough Guide e la Lonely Planet.
11. Abbiamo stipulato un’assicurazione medica con la World Nomads, che, allo stesso prezzo della Europassistance, offre un servizio più completo.
1°/2° giorno
Partenza alle 19 da Malpensa ed arrivo a Santiago alle 7.30 del mattino dopo una breve sosta a Madrid. Aspettiamo qualche ora in aeroporto per prendere un volo diretto ad Arica. All’arrivo ritiriamo subito il pick-up 4×4 prenotato dall’Italia con la Europcar (Mitsubishi L 200, presa in aeroporto ad Arica e restituita ad Iquique in centro; € 453.73).
Dopo una cena in riva al mare al Maracuya (Av. Comandante San Martin; Tel.: 227600), dove incontriamo per la prima volta il delizioso Pisco Sour, andiamo a letto presso l’Hostal Jardin del Sol (Sotomayor 484, Rafael Sotomayor; Tel.: +56 58 23 2795; una stanza singola ed una doppia con bagno privato e colazione, € 53 in totale). La stanza non è eccezionale, ma il cortile comune e l’ospitalità rendono la permanenza più che piacevole.
3° giorno
La colazione consumata nel cortile comune è un’altra bella sorpresa di questo hotel. Subito dopo un breve giro nella piazza centrale della città, ci dirigiamo verso il museo con le mummie Chinchorro. In realtà qui non si vedono quelle veramente antiche, ma l’allestimento è comunque gradevole. Dopo aver comprato un paio di taniche di benzina, abbandoniamo Arica prendendo la Ruta del Desierto verso est. In poche ore passiamo da un’altitudine di 0 a 5300 m. slm. Ci fermiamo solo per una breve sosta alla locanda Posada Pueblo Taki, gestita da una famiglia singolare. Il papà ha vissuto in Italia e parla la nostra lingua.
Riprendiamo il cammino e arriviamo finalmente a Putre, dove ci prendiamo solo il tempo di lasciare i bagagli nell’hotel migliore del paese (Hotel Q’antati, 1 stanza singola ad una doppia con bagno privato, riscaldamento e colazione, € 127 in totale) per poi trasferirci alle vasche termali all’aperto di Jurasi, a 3700 m. di altitudine. L’esperienza è piacevole ma sfiancante, per cui torniamo presto a Putre e ceniamo in un ristorante nella piazzetta del paese, il Canta Verdi. Le empanadas sono memorabili, ma l’incontro con la quinoa si rivela mortale: un po’ per l’altitudine, alla quale non siamo abituati, un po’ per la quinoa, passiamo una notte molto movimentata e non ci godiamo quello che si rivelerà uno dei migliori alberghi della vacanza.
4° giorno
Appena svegli, portiamo uno di noi, vittima del mal di montagna, al pronto soccorso, mentre gli altri arrivano quasi al confine con la Bolivia, ammirando gli splendidi paesaggi del Parinacota. Tornati a Putre e ripreso il nostro amico, iniziamo a visitare i tre parchi del Norte Grande, vale a dire il Parque de Lauca, la Reserva Nacional Las Vicuñas ed il Parque de Isluga, nonché il Salar de Surire, dove abbiamo la fortuna di vedere e fotografare un puma.
Arrivare sino a questo angolo remoto del Cile è un po’ scomodo ma vale la pena, perché i parchi sono veramente meravigliosi. Un’accortezza, soprattutto per gli ultimi due: è molto probabile che sarete le uniche presenze umane lungo tutto il tragitto, per cui organizzatevi bene. Noi fino a Colchane, meta finale, abbiamo impiegato sei ore.
A Colchane arriviamo verso le 19.00, ormai già col buio, e l’unico albergo del paese appare chiuso (El Camino del Inca, B. Espinoza, Colchane; Tel. +56 55 34 9552). Solo grazie al provvidenziale aiuto dei Carabineros, riusciamo a farci aprire. Non possiamo andare per il sottile, ma le stanze lasciano molto a desiderare.
5° giorno
Dopo una rapida colazione in albergo, meno drammatica delle stanze, torniamo a dirigerci verso la costa. Facciamo una prima breve sosta per ammirare il Gigante di Atacama, che in tutta onestà non lascia molta memoria di sé, e poi una seconda fermata, più lunga, a Humberstone, la città morta degli stabilimenti dei nitrati.
Arriviamo a Iquique e ci azioniamo subito per comprare i biglietti del bus S.Pedro-LaSerena, unica tratta che è stato impossibile prenotare dall’Italia. I posti migliori sono purtroppo già esauriti e ci accontentiamo di quella che viene definita “semi-cama”. Scopriremo però che è una sistemazione più che dignitosa. Prendiamo poi possesso della fantastica sistemazione nell’ostello vista mare (Backpacker`s Hostel Iquique, Amunátegui 2075; Tel.: +56 57 32 0223; 1 stanza doppia ed una singola con bagno privato e colazione € 73) e poi facciamo un giretto per il centro. Niente di fantasmagorico, ma sicuramente piacevole. Lasciamo il pick-up alla filiale Europcar e, molto faticosamente, riusciamo a trovare l’anonima sede della Alamo/National, dove ritiriamo la nuova auto (Avenida O’Higgins 1592; Chevrolet Corsa 1.6, € 157,33) . Ceniamo in uno dei migliori ristoranti della città, El Trercer Ojito (Patricio Lynch 1420, Tel.: +57426517 – 413847), dove facciamo la conoscenza del nostro primo ceviche, ottimo piatto a base di pesce marinato.
6° giorno
Partiamo da Iquique all’alba: la prima destinazione della giornata è Calama e, secondo Google Maps, il tempo di percorrenza supera le 7 ore. Scopriamo presto l’errore: in realtà siamo in città già per l’ora di pranzo, dopo una piacevole traversata sulla costiera ed una breve sosta nella squallida Tocopilla, paese natale di Alejandro Jodorowsky. A Calama abbiamo giusto il tempo di restituire l’auto al loquace e simpatico addetto della National e di fare un veloce spuntino. Prendiamo poi un taxi fino all’aeroporto dove ci attende il minivan per S. Pedro de Atacama. Il nostro Hotel, veramente bello, è l’Hostal Soncheck (Calle Gustavo Le Paige, 198; Tel.: +55 85 1112; due stanze doppie con bagno privato, € 104 in totale per notte). Usciamo subito per completare l’acquisto del tour di quattro giorni in Bolivia con la Cordillera Travel. Cena luculliana all’adiacente Las Delicias de Carmen (Calama 370b).
7° giorno
Al mattino presto facciamo colazione in un bar molto carino, O2 (Caracoles 295) e subito dopo raggiungiamo la sede della Cordillera Travel per la partenza del tour boliviano. Con un minivan raggiungiamo la frontiera della Bolivia dove, a oltre 4000 m e con una temperatura polare, facciamo una breve colazione all’aperto. Ci dividono poi sulle tre 4×4 e noi tre ci ritroviamo con una simpatica coppia messicana, Luis e Lily. Partiamo quindi alla scoperta dell’altipiano boliviano, iniziando dalle splendide laguna Blanca e laguna Verde. Dopo una breve sosta al complesso termale, nelle cui acque solo pochissimi del gruppo osano immergersi e superato il cosiddetto “Deserto Dalì”, facciamo una sosta nel rifugio, dove lasciamo i bagagli. Al termine della giornata vediamo quello che probabilmente è lo spettacolo più incredibile e surreale dell’altipiano, la laguna Colorada, completamente rossa per via di alcuni microorganismi. Al tramonto torniamo nel rifugio, che è davvero basico: 5 letti per stanza, 2 bagni in comune senza docce e niente riscaldamento, mentre fuori la temperatura cade al di sotto dello zero. Dopo una rapida cena frugale ed alcuni discorsi ameni con i nostri compagni del gruppo, purtroppo l’altitudine si fa sentire ed il mal di montagna fa compagnia durante la notte alla maggior parte di noi, escluso chi l’aveva già avuto.
8° giorno
Sveglia all’alba. Dopo una breve colazione ripartiamo alla volta del deserto dell’altopiano. Incontriamo per primo l’Arbol de Piedra, una formazione rocciosa scolpita dal vento, per poi infilare una serie di lagune sensazionali: la Honda, semicongelata con al centro un gruppo di fenicotteri rosa, la Hedionda, di un blu profondo, e la Cañapa, abitata da centinaia di fenicotteri che stazionano presso la sua riva. Soprattutto a quest’ultima è dedicata la frenesia fotografica del gruppo e finisce quindi per risultare la sosta più significativa, complice anche il vicino punto ristoro.
Ci fermiamo poi brevemente a un mirador su uno dei vulcani della zona, per poi dirigerci alla meta finale di oggi: un rifugio completamente costruito di sale, dotato di stanze doppie e docce calde. Purtroppo scopriremo che le docce sono calde solo ad intermittenza e molti di noi declinano l’opzione.
Un’altra cena essenziale, grandi chiacchiere e poi a letto.
9° giorno
La sveglia è puntata prima de sorger del sole, perché ci attende un’alba indimenticabile al Salar de Uyuni. Il Salar si rivela davvero uno spettacolo straordinario. Dopo la fantastica alba sulla distesa di sale raggiungiamo l’Isla Incahuasi, con i suoi altissimi cactus e dalla quale si ammirano panorami indescrivibili sul Salar. Un altro paradiso per i fotografi. Dopo una buona colazione, per una volta senza fretta, continuiamo a visitare il Salar per tutta la mattina, fermandoci a visitare l’Hotel de Sal ed altri punti panoramici, per finire con le miniere di sale. Una volta abbandonato il Salar, sostiamo brevemente nel paesino di Uyuni e visitiamo il cimitero dei treni. A questo punto salutiamo alcuni membri del gruppo, che proseguono per altre destinazioni e procediamo con una nuova jeep ed un nuovo autista verso lo squallido alberghetto dove passiamo l’ultima notte boliviana.
10° giorno
Ancora una sveglia all’alba: torniamo in Cile ripassando velocemente per alcune delle lagune che abbiamo già visitato, fermandoci alla dogana per un altro pranzo all’aperto. Il tour con Cordillera Travel è stato organizzato professionalmente ed al meglio, considerando le difficili condizioni climatiche. Due autisti su tre sono stati ineccepibili, ma il terzo probabilmente preso all’ultimo momento per far fronte alle ultime iscrizioni, non era all’altezza degli altri due e ha rischiato in due occasioni incidenti con conseguenze potenzialmente anche gravi. Il risultato è stato il ferimento, anche se lieve, di uno dei passeggeri.
Tornati a San Pedro, recuperiamo il 4×4 dall’agenzia di Europcar (CHEVROLET DMAX PICK UP 4X2, prezzo stimato 258.97 €) e, senza perder tempo, andiamo a visitare il Pukarà de Quitor, un sito limitrofo non eccezionale, ma interessante per capire qualcosa della storia locale e poi ci dirigiamo verso la Valle de la Luna. Anche dopo aver visitato lo strepitoso altipiano boliviano, la Valle si rivela un posto incredibilmente bello, soprattutto se visitato nel tardo pomeriggio. Iniziamo a vedere la Grande Duna con la Puerta del Sol e poi proseguiamo in giro per il sito. Tornati a San Pedro appena dopo il tramonto, ceniamo nello stesso ristorante della prima sera.
11° giorno
La prima meta di oggi è il Salar de Atacama, completamente differente dal Salar de Uyuni, ma comunque interessante. La Laguna Chaxa è l’unica sosta nel Salar. Proseguiamo per le Lagune andine Miscanti e Miñiques, davvero molto belle. Arrivati a Peine, cerchiamo di trovare la cappella storica, ma senza successo. Passiamo il pomeriggio in auto tornando a San Pedro. Restituita l’auto, ceniamo a La Casona, molto bello con un ottimo servizio e qualità (Caracoles 195; Tel.: 2851337).
12° giorno
Sveglia alle 4.00 per essere pronti al tour di oggi, i Geyser del Tatio, che abbiamo prenotato al ritorno dalla Bolivia presso l’ottima Cosmo Andino Expediciones (Caracoles, Tel.: 55 2 851069; € 151 per tutti e tre). In minivan raggiungiamo quindi il sito geotermico, che risulta molto interessante anche grazie all’ottima guida e nonostante la temperatura di – 15°. Anche qui c’è la pozza termale all’aperto, che solo pochi temerari affrontano. Durante il tragitto di ritorno completiamo il tour attraversando una valle in cui ci vengono descritte flora e fauna locali da Alejandro, la sempre entusiasta guida.
A San Pedro facciamo un ottimo spuntino al bar O2 per rilassarci finalmente un secondo. Prendiamo quindi un taxi per raggiungere coi bagagli il terminal degli autobus dall’altra parte del paese (quello che abbiamo prenotato a Iquique) e partire alla volta di La Serena. I nostri posti, ottimi, sono quelli frontali del piano superiore e ci garantiscono una fantastica notte di sonno.
13° giorno
Arriviamo di prima mattina a La Serena e recuperiamo immediatamente la nuova macchina presso la Hertz (Av. Balmaceda 4660; Hyundai Accent, € 351). Visitiamo il centro, carino ed ospitale, per una mezza giornata, ma non abbiamo molto tempo per visitare il lungomare. Ci dirigiamo in auto verso la Elqui Valley, che però ci delude, per cui decidiamo di passare rapidamente da Ovalle percorrendo la Strada Panoramica 43 e di arrivare a Los Vilos, piccolo centro di villeggiatura sul mare semideserto perché fuori stagione. Qui ci godiamo il nostro primo tramonto sul Pacifico direttamente dalla spiaggia. Cena di pesce in un ristorante vuoto proprio sul mare (Tio Hilario, Avenida Salvador Allende, Tel.: 77529605 o 83440804). Dormiamo al Lord Willow (Hosteria 1444 Tel.: +532548854), delizioso alberghetto con vista mare ed una gestione simpatica.
14° giorno
Facciamo colazione nel ristorante dell’hotel e ci rimettiamo in macchina sotto uno splendido sole. Visitiamo la costa girando per i paesini sul mare ricchi di ville elegantissime proprio sulla costa. Finalmente, seguendo la strada costiera e passando da Viña del Mar, arriviamo all’ora di pranzo a Valparaiso. Il nostro B&B, davvero strepitoso, si chiama Yellow House (Capitán Muñoz Gamero Nº 91. Cerro Artillería, Tel.: 56 32 2339435; una stanza singola ed una doppia con bagno privato e colazione, € 96 in totale per notte), gestito da una gentilissima coppia cilena-australiana. Quasi tutte le stanze hanno difatti una vista splendida sulla città e le nostre sono le più belle (il sito descrive le stanze molto bene, per cui potete scegliere quella che più vi piace). Iniziamo la nostra visita di questa bellissima città dal classico giro in lancia, da dove possiamo osservare, oltre al panorama, anche i leoni marini. Un taxi ci porta poi al Museo A Cielo Abierto, consistente nei murales dipinti in una zona antica della città, alcuni dei quali purtroppo in pessimo stato. Prendiamo l’ascensore che ci porta vicino al B&B e ceniamo al Cuatro Vientos (Artilleria 166, Tel.: +32 2110584), con una meravigliosa vista.
15° giorno
Dopo una splendida colazione con vista sulla baia, raggiungiamo il meeting point per partecipare al Free Tour della città (Tel.: 92368789; Freetourvalparaiso@gmail.com; www.freetourvalparaiso.cl). La nostra simpatica guida, Claudia, ci conduce per Valparaiso raccontandoci storia e aneddoti locali durante una piacevolissima passeggiata che si conclude al porto. Dopo una sosta a base di empanadas eccezionali (Delicias Express, Urriola 358), ci indicano l’autobus per raggiungere La Sebastiana, la casa di Neruda. L’autobus si rivela spericolato e ci fa fare un giro fuori programma per alcune parti decisamente più sordide della città, ma la cosa non ci dispiace affatto: protetti dal mezzo ci permettiamo un breve tuffo in quartieri che avremo altrimenti tralasciato. La Sebastiana, già di per sé molto bella, gode di una stupenda posizione panoramica e si rivela molto interessante anche per chi non conosce in modo approfondito il poeta. Riprendiamo l’autobus che, dopo un nuovo rally, ci lascia vicino a Polanco, dove ci hanno parlato di un nuovo gruppo di Murales ancora troppo recente per essere riportato dalle nostre guide. Nonostante ci abbiano raccomandato di prestare attenzione (il quartiere non è dei migliori), la nostra visita è tranquilla e i murales, evidentemente ancora in perfetto stato di conservazione, sono molto belli. Rientriamo verso il centro a bordo di un trolley, il filobus locale. Dopo una pausa birretta facciamo un po’ di acquisti nelle librerie di calle Cumming e passeggiamo di nuovo fino al porto, dove ci concediamo una buona cena a base di pesce in un ristorante con terrazza sul mare (Bote Salvavidas, Muelle Prat, Tel.: 32 2251477).
16° giorno
Di nuovo abbiamo il piacere di iniziare la giornata con la splendida colazione “panoramica” del b&b. Prendiamo quindi l’ascensor Concepciòn fino alla casa museo di Lukas, un illustratore satirico locale. Il museo è molto piccolo, ma decisamente interessante perché ci permette uno sguardo inusuale sulla cultura cilena che difficilmente si potrebbe avere all’estero.
Tornati al b&b abbandoniamo Valparaiso alla volta di Santiago, dove arriviamo nel primo pomeriggio. Lasciata l’auto alla Hertz, prendiamo possesso della nostra meravigliosa stanza nel centralissimo ostello di Plaza de Armas, praticamente un appartamento con salotto, cucina e soprattutto, terrazza con vista sulla piazza (Plaza de Armas Hostel, Compañía de Jesús, Tel.:+56 2 671 4436; € 76,81 due stanze doppie con bagno privato e colazione).
E’ la situazione ideale per far fronte all’intoppo che ci si presenta: uno di noi, che già aveva dato segni di cedimento nei giorni precedenti, crolla definitivamente a letto preda della febbre. Gli altri possono organizzare una cena casalinga dopo una rapida spesa e tenergli compagnia in un luogo decisamente piacevole.
17° giorno
Dopo una rapida colazione in ostello, scendiamo in Plaza de Armas per prender parte al Free Tour di Santiago, (Tel.: 92368789; Freetoursantiago@hotmail.com; www.freetoursantiago.cl), di cui ci hanno parlato durante l’analoga esperienza a Valparaiso. Anche questa passeggiata, condotta stavolta dal loquace Antonio, risulta un’esperienza molto piacevole e interessante. Concludiamo il giro nel primo pomeriggio, giusto in tempo per prendere un taxi verso il Mercado Central, posto turistico ma simpatico. Purtroppo sbagliamo la scelta del ristorante e ne siamo tutti delusi. In metropolitana raggiungiamo quindi il Museo della Memoria. L’esposizione interattiva è sicuramente di ottimo livello e conduce facilmente il visitatore attraverso diversi livelli di lettura delle vicende del recente passato della nazione. Al ritorno verso il centro facciamo una passeggiata nell’insolito e bel quartiere, se pur un po’ patinato, di Paris-Londres, prima di continuare verso il quartiere peruviano per una cena a tema (Los Tesoros del Inca, Francisco Bilbao 1027, Tel.: 2090671). Ottimo.
18° giorno
Sveglia all’alba per prendere il volo Lan per l’isola di Pasqua, dove atterriamo in tarda mattinata. Il nostro B&B (Chez Steve Residencia Kyle Mio, Tel.: (+56 9) 87 61 60 37; e-mail: anaraux@yahoo.fr; una stanza tripla con bagno privato e colazione € 83 a notte), appena fuori dal centro, è molto carino e gestito da una disponibilissima coppia franco-rapanui, Ana e Steve, i quali ci offrono numerose indicazioni per trarre il meglio dalla nostra permanenza sull’isola. Passiamo quindi il resto del pomeriggio ad organizzarci e rilassarci. Prendiamo un ottimo gelato alla Gelateria Mikafè alla Caleta Hanga Roa. Assistiamo poi al nostro primo tramonto dietro ai colossali moai alla spiaggia di Tahai per poi concludere la giornata in un ottimo ristorante belga poco distante (Au Bout du Monde, Policarpo Toro, Tel.: +56-32-255.2060).
19° giorno
Dopo la buonissima colazione in B&B compare Alvaro, la guida prenotata il giorno prima tramite i proprietari. Iniziamo quindi un interessantissimo tour per alcune delle attrazioni principali dell’Isola, condito dall’esuberante serie di racconti dal vago retrogusto camp di Alvaro. Sicuramente le soste più affascinanti sono quelle a Rano Raraku, la cava dei Moai e alla spiaggia di Tongariki, coi suoi 15 giganteschi Moai in fila contro l’oceano. Non ci facciamo nemmeno mancare il momento esoterico nel luogo chiamato The Navel of the Navel, dove si trova un grande masso che pare sconvolga il magnetismo e gli animi.
Tornati in paese in tempo per il tramonto, andiamo a cena all’ottimo Hakahonu (Policarpo Toro).
20° giorno
Stamattina alla colazione fa seguito l’arrivo del tassista fornito dai nostri sempre solerti ospiti. Mito (Mito Manutomatoma; musicorapanui@hotmail.com; Cell.: 76532804), questo il suo incredibile nome, ci porta innanzitutto a Orongo, dove prima visitiamo i resti del centro abitato e poi ammiriamo il lago all’interno del cratere vulcanico che dà il nome al sito.
Passeggiamo in discesa fino a tornare al porto dove ci attende una barca per andare alle isolette di fronte al vulcano per qualche ora di snorkeling immersi in un surreale blu totale.
Tornati al porto ci rilassiamo con un aperitivo al Tè Moana, proprio sul mare, e finiamo per fermarci lì anche per la cena, ottima.
21° giorno
Ci svegliamo all’alba per l’ennesima volta in questo viaggio per vedere il sorgere del sole dietro i moai sulla spiaggia di Tongariki. Il nostro autista è sempre l’ineffabile Mito. La fortuna ci assiste e lo spettacolo è davvero meraviglioso. A questo si aggiunge la colazione preparataci da Ana e Steve. Torniamo presto al B&B e, dopo un breve giro in città per cercare di fare il check-in ed una rapida visita al museo dell’Isola, Mito ci porta alla spiaggia di Anakena. Complice uno splendido sole, facciamo il primo bagno della vacanza in pieno Pacifico, con l’incredibile spettacolo dei moai come sfondo. Tornati ad Hanga Roa, visitiamo l’interessante chiesa cattolica, nella quale è evidente l’influsso della religione e della tradizione locale e concludiamo la serata con una cena spazia