Un viaggio in Birmania: pagode e mare
un viaggio in Myanmar con le visite tradizionali con organizzazione propria e un soggiorno al mare
L’inverno a Milano è lungo e, come da alcuni anni si cerca di spezzarlo con un viaggio in paesi caldi; quest’ anno la scelta è caduta sulla Birmania dove siamo stati dal 31.12.09 al 15.01.10. Eravamo in quattro, due coppie ormai appartenenti, sia pur da poco, alla terza età; persone pratiche, sportive, adattabili, ma in considerazione dell’età, con la necessità di un minimo di confort. Abbiamo attinto molte delle informazioni dal sito di turisti per caso, sito davvero ottimo per l’organizzazione. Abbiamo saputo dell’esistenza di Teo, di cui ormai tutti parlano, e l’abbiamo contattato per farci organizzare il nostro viaggio; abbiamo comunque preferito viaggiare senza la sua guida, perché ci fa sentire più protagonisti affrontare di giorno in giorno i piccoli problemi che ogni viaggio comporta scegliendo in base alle situazioni che via via si presentano. Teo, quindi, sulla base di un programma da noi presentato, ci ha prenotato gli alberghi (alcuni proposti da noi, altri scelti da lui in una categoria media ), i voli interni e l’auto con autista; il pagamento è stato effettuato in dollari al nostro arrivo a Yangoon, dove ci aspettava il nostro autista. Raccomandiamo ancora come già altri turisti per caso biglietti nuovi, senza scritte o pieghe. Mi sembra inutile illustrare i diversi siti visitati, perché sicuramente per questo si possono consultare delle buone guide: noi avevamo la Lonely Planet per gli aspetti pratici e la Polar per le informazioni più storiche e ambientali. Tralascio anche le emozioni perché queste sono strettamente personali e dipendono dal proprio modo di essere e dallo stato d’animo. Riferisco invece il nostro programma con alcune indicazioni che potrebbero rivelarsi utili per pianificare un eventuale viaggio 1° giorno: arrivo a Yangoon, vista delle pagode Shwedagon, Sule e Chauktatgyi. Trasferimento a Kinpun in circa 4 ore. In corso di trasferimento visita di Pegu. Pernottamento al Golden Sunrise Hotel (confortevole), cena al ristorante dell’Hotel (cibo cinese, non particolarmente interessante, 12 $ la coppia) 2° giorno: visita della Roccia d’oro con camion locali e percorso di circa 45’ a piedi (si segnala la difficoltà a salire sui camion nei giorni di festa; infatti i camion sono presi letteralmente d’assalto dai locali che si arrampicano sulle fiancate per trovare posto). Nel primo pomeriggio trasferimento in 4 ore circa a Taungoo. Pernottamento e cena al Mother House (sconsigliato l’hotel, molto squallido, invece discreta la cena, sempre cibo cinese, circa 10$ la coppia) 3° giorno: trasferimento da Taungoo a Kalaw in circa 9 ore. Strada scorrevole a doppia corsia per circa 200 chilometri, quindi una settantina di chilometri su strada con fondo molto dissestato e velocità molto ridotta (circa 30km ora). Si attraversa dapprima una campagna coltivata e con la presenza di numerosi villaggi di capanne e successivamente si affronta la parte collinare e montuosa. Distensivo ma un po’ monotono il percorso pianneggiante, più spettacolare la parte montagnosa. Pernottamento al Pine View Hotel, un po’ vecchiotto, situato nella zona più verde, ma un po’ distante dal centro, cena ottima dalle 7 sorelle (davvero consigliabile, cucina shan, cibo curato, gustoso e intrigante 14$ a coppia) 4° giorno: trasferimento in circa 2 ore a Nyaungshwe e giornata sul lago Inle con barca contattata al momento (18$) Atmosfera rilassata . Piacevole la vista della vita sull’acqua, dalle abluzioni personali al bucato, al market, e visite interessanti: silver factory, floating gardens, Daw oo paya, silk factory, Inthein con i suoi stupa, Nanpan. Pernottamento al Paradise (confortevole) e cena allo Smiling moon (buona cucina cinese, ma lentissimo il servizio,12 $ a coppia). 5° giorno: visita di Pindaya e trasferimento a Mandalay. E’ stata la giornata più faticosa per la strada da Pindaya a Mandalay, percorso di circa 8 ore su una semi pista, tutta buche, curve e tornanti. Pernottamento al Mandalay city hotel (ottimo), “cena” a base di gustoso chapati al Chapatti stand nominato sulla Lonely (divertente, ma assolutamente sconsigliato per schizzinosi, 2,5 $ a coppia) 6° giorno: visita di Mingun il mattino e di Mandalay il pomeriggio. Prima di cena passeggiata al centro di Mandalay e al mercato serale. Cena al Golden Duck, buono, ma formale e sempre cucina cinese (13$ a coppia) 7° giorno: visita di alcuni laboratori di marmo e del mercato della giada (interessante per le contrattazioni, vista giada dal colore molto bello, ma ovviamente costosa); quindi trasferimento ad Amarapura, sosta al Monastero per il pranzo dei monaci e passeggiata sul famoso U Bein’s Bridge. Nel pomeriggio visita di Inwa a bordo di un carretto, molto bella l’atmosfera, un anticipo di Bagan. Cena in un solito locale cinese (6$ a coppia) 8° giorno: visita di Sagaing, dalla collina bel panorama sulla piana e sul fiume Ayeyarwady avvolti da una leggera foschia e con una piacevole temperatura. Quindi verso Bagan che si raggiunge in 5 ore con una strada spesso sterrata ma in discrete condizioni in un paesaggio bucolico con campi coltivati e bestiame al pascolo. Visita ad un laboratorio di lacche. Pernottamento al Kaday Aunh hotel a New Bagan, confortevole, immerso in un giardino. Cena al Golden Sunset, buono, ma un po’”caro”, si fa per dire, (18$ a coppia per una cena molto leggera). 9° giorno: intera giornata di visita con una guida. Tantissimi i templi per cui si è fatta una cernita cercando di scegliere le pagode che meglio rappresentassero i diversi periodi e stili. Goduto il tramonto dall’alto del Pyathada Paya. Cena al Mahar Bagan a New Bagfan, un bel ristorante d’atmosfera sulla strada principale (14$ a coppia per una ottima cena birmana). 10° giorno: il mattino trasferimento in aereo a Ngapali Beach (1h). Pernottamento al Bayview Beach resort. Molto bello ed elegante in generale, molto belle e ottimamente arredate le camere, immerse in un giardino fiorito. Spiaggia profonda e di sabbia chiara. 11°,12°,13°,14° giorno. Soggiorno al resort; relax, passeggiate sulla spiaggia, gita alle tre isole (la gita non ci è parsa interessante perché le isole sono molto scogliose e prive di spiagge; buono il pesce servito a pranzo su una spiaggia della terraferma, simile a quella del resort). Ci sono diversi ristorantini nel paese, lungo la strada che costeggia la spiaggia; tra i tanti noi abbiamo preferito il Garden Rose dove abbiamo mangiato ottimo pesce cucinato in modi diversi pagando circa 6/7 $ a coppia 15° giorno: il mattino trasferimento in aereo a Yangoon, visita della parte coloniale della città e del Bogyoke Aung San Market (enorme, ma dove non abbiamo trovato tutto quello di cui la Lonely planet parlava; consigliamo di fare acquisti nel momento in cui si vedono cose interessanti e non rimandare). In serata trasferimento a Bangkok e rientro a Milano Aggiungo che spezzavamo la giornata senza un vero pranzo, ma consumando in città snak per la strada (ottimi i samosa e altre frittelle ripiene di verdura) o, durante i trasferimenti, in piccoli ristori lungo la strada dove abbiamo gustato ottimi spaghetti di soia con verdure o specie di panzerotti sempre ripieni di verdure). Sarebbe stato possibile effettuare gli spostamenti lunghi (Yangoon-Lago Inle, Lago Inle-Mandalay, Mandalay-Bagan) con l’aereo; avremmo avuto giornate forse meno faticose, ma sicuramente non avremmo avuto la possibilità di sentirci dentro il paese, di osservare meglio la vita di tutti i giorni, di fermarci nei villaggi a osservare i giochi dei bambini o il chiacchiericcio delle mamme, di fare piacevoli incontri con chi, parlando inglese, desidera comunicare con persone di differente cultura. Il rispetto per la cultura e la religione birmana consiglia una abbigliamento composto; è preferibile avere le spalle coperte ed evitare indumenti troppo ridotti, soprattutto quando si entra nelle pagode, dove si entra solo a piedi scalzi. Altri aspetti pratici riguardano le comunicazioni con l’Italia: i cellulari non funzionano, ma si può acquistare per 25 $ una tessera che consente circa 15’ di conversazione (la tessera però non funziona in tutto il paese, ad esempio a Ngapali non funziona; inoltre non si possono né inviare né ricevere sms), si può usare la mail e sembra che Gmail sia meglio di altre, ma la connessione è comunque molto lenta La visita che tutti abbiamo maggiormente goduto è stata Bagan sia per gli innumerevoli resti che per l’atmosfera; a seguire sicuramente il Lago Inle e Inwa, quindi Mandalay e le vecchie capitali, mentre Pindaya ci ha un po’ delusi per la sovrabbondanza di oro, ma questo esprime il loro modo di rendere omaggio a Budda e acquistare meriti per la prossima vita. Ci è piaciuto il popolo birmano, mite e sempre disponibile, mai una voce stridula, mai nulla sopra le righe. Abbiamo constatato che il paese è povero, il livello di vita assolutamente di sussistenza, ma si tratta di una povertà dignitosa, non esposta, come in altri paesi; abbiamo incontrato nell’intero viaggio solo due o tre mendicanti. A proposito di shopping ci sono molti oggetti di artigianato tra cui scegliere, dalle lacche ai tessuti di cotone o seta, dalle sculture in legno alle marionette, per finire, se si vuole, con la giada Dal punto di vista organizzativo e logistico importantissimo è stato il nostro autista Aung, un giovane peraltro laureato in scienze economiche che non è stato solo autista, ma ha assunto anche il ruolo di “accompagnatore”; sempre disponibile, attento ai nostri desiderata, puntuale, ottimo guidatore e da ultimo molto simpatico e con senso dell’ironia. Non ci ha ovviamente intrattenuto sugli aspetti storici ed archeologici, ma, oltre a verificare il nostro programma ed eventualmente proporci varianti, prima di ogni visita ci illustrava gli aspetti tecnico logistici in modo da facilitarci ad esempio l’acquisto dei biglietti, il modo di raggiungere una località, il luogo migliore per lo shopping, dove cambiare la valuta, etc. Aung ci ha dato il permesso di indicare la sua mail e ci ha chiesto di pubblicizzare la sua disponibilità ad organizzare viaggi nel paese. Da ultimo vorrei segnalare che la Birmania è un paese “facile” da visitare, non c’è delinquenza e ci si sente sempre sicuri. Anche gli aspetti logistici sono tranquilli: ci sono alberghi e ristoranti di tutte le tipologie tra cui scegliere il più adatto al nostro carattere e al nostro budget. Il nostro viaggio è costato circa 1.800 euro a testa con un trattamento che ci ha decisamente soddisfatti. Lascio la mia mail per eventuali altre informazioni: g.fumagalli@twtnet.com Gabriella