Un sogno si avvera

Viaggio 2005 California – due coppie – Enrico e Flora – Anna, Marino e Alessandra 12 anni. spesa per famiglia ca. 5000 € volo prenotato in agenzia in Febbraio, Hotel di arrivo a S.Francisco prenotato via Expedia, altri albergh prenotati direttamente Giovedì 9/6/05 Si parte!!! Prendiamo lo Shuttle da centrale (gli altri prendono il...
Scritto da: Annamaria Cioffi
un sogno si avvera
Partenza il: 08/06/2005
Ritorno il: 26/06/2005
Viaggiatori: fino a 6
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Viaggio 2005 California – due coppie – Enrico e Flora – Anna, Marino e Alessandra 12 anni.

spesa per famiglia ca. 5000 € volo prenotato in agenzia in Febbraio, Hotel di arrivo a S.Francisco prenotato via Expedia, altri albergh prenotati direttamente Giovedì 9/6/05 Si parte!!! Prendiamo lo Shuttle da centrale (gli altri prendono il treno da Cadorna) e arriviamo con largo anticipo.

Gasatissimi tutti imbarchiamo le valigie , facciamo l’ultima colazione “italiana” e ci imbarchiamo per Monaco, Subito una bella sorpresa! L’aereo è un piccolo velivolo a elica (lo avevo già preso qualche volta per lavoro), sembra uno scherzo, a mala pena ci stanno le gambe!! Partiamo, e dopo qualche turbolenza, atterriamo a Monaco. Giro breve per l’aeroporto, brezel di rito, e via ai controlli rigorosi di imbarco per gli States.

In effetti ci rivoltano tutto e tutti e finalmente ci fanno passare.

Altra “sorpresa” (solo per me!) il volo dura 12 ore e mezza e non 9 come credevo (9 e la differenza di ora) Vabbeh! Ora l’aereo è grosso e bello, i posti vicino al finestrino, ci siamo, si decolla….E invece no, una passeggera si sente male e la devono sbarcare, lei e il suo bagaglio, stivato assieme a quello di altre 400 persone, vai a trovarlo…Ok l’hanno trovato, finalmente, l’aereo parte, con 1 ora di ritardo.

Il paesaggio è bellissimo, tutto il viaggio si svolge con la luce del sole ed è bellissimo quando sorvoliamo la Groenlandia e l’artico, tutto il mare ghiacciato, sembra quasi di vedere gli orsi polari.

Finalmente arriviamo a San Francisco, ora locale 22, ora “nostra” 7 di mattina.

Si sbarca e via ai controlli di ingresso. Speriamo di aver riempito correttamente il foglio verde! Invece è sbagliato: ma perché bisogna riempire la parte inferiore se è espressamente scritto che bisogna compilarla solo se si è risposto si ad una delle loro assurde domande? (ma chi è lo scemo che dichiara di essere un terrorista e poi cerca di entrare negli Stati Uniti?) comunque non intendo contraddire il poliziotto che ci prende le impronte digitali e ci fa una bella foto segnaletica. Che importa, finalmente ci lasciano entrare (non ci credevo fino ad adesso), la CALIFORNIA è nostra… Andiamo direttamente a ritirare la macchina a noleggio presso la National (che servizio, c’è una monorotaia che ti porta dall’aeroporto direttamente al banco dell’autonoleggio).

Il minivan che abbiamo prenotato si rivela un po’ piccolo, ci propongono la scelta tra un Fiat Ducato (modello trasporto muratori) e una Jeep Grand Cherokee : dove poteva cadere la nostra scelta? E via verso l’albergo. Siamo in pieno centro, di fianco all’Hilton, Hotel Executive Mark Twain. Ci sembra carino ma ci tocca prendere l’ultima decisione prima del meritato riposo: pagare 30 $ di parcheggio al giorno con servizio Vallet o cercare disperatamente un parcheggio con parchimetro dove continuare a buttare monetine per evitare che ti rimuovano la macchina? A quest’ora del mattino non ci pensiamo su neanche un minuto.

Venerdi 10/6 – San Francisco La stanza non è male, l’albergo è un po’ vecchiotto ma dignitoso (per 53 $ a notte!) la colazione non è compresa a meno che non si voglia farla nel ristorante indiano vicino. Dalla finestra il tempo ci sembra pessimo e temiamo di non aver un abbigliamento adeguato. Quando però usciamo verso le nove il cielo si è rischiarato, il sole brilla e anche se la temperatura è fresca al sole si sta bene. Ci incamminiamo per la città, ci troviamo subito a Union Square (e la cinepresa fa le bizze…) e troviamo , di fronte a Macy’s un bel baretto dove andremo poi a fare colazione per tutti gli altri giorni di permanenza a SF.

Cerchiamo di seguire le indicazioni per il porto, ci troviamo in Market Street, piena di negozi e dopo un po’ realizziamo che dobbiamo prendere un mezzo , non la macchina che poi non sapremo dove parcheggiare, poiché le distanze sono enormi. Improvvisamente sentiamo un rumore familiare e ci troviamo davanti un tram come quelli vecchi che abitualmente prendiamo a Milano. Scopriamo che l’amministrazione comunale ha recuperato tram d’epoca da vari luoghi, li ha ristrutturati e adibiti alla tratta del centro fino al Fisherman’s Warf, al servizio dei turisti. Ne prendiamo uno rosso, stile coloniale, e con l’aiuto di un americano che è vissuto a Ischia e parla un po’ italiano riusciamo a fare i biglietti. Un altro passeggero ci spiega poi che due giorni prima c’era stato un nubifragio a SF con piogge torrenziali che hanno fatto abbassare le temperature.

Arriviamo al FW che però ci delude un po’: si tratta di un luogo molto turistico, pieno di negozietti di cianfrusaglie (cinesi) e ristoranti dozzinali che vendono la famosa zuppa di granchio. Sul molo però c’è un vecchio sottomarino e si vede in lontananza Alcatraz e il Golden Bridge e tutto ci sembra più bello. Visitiamo anche un bel museo (gratis) dove hanno collocato i vecchi giochi da Luna Park (belli, tutti in legno) precedentemente dislocati in un parco di divertimenti che sorgeva li negli anno 20-30. Ci sono i maghi che predicono il futuro (come quelli del film dove Tom Hanks rimane bambino) scatole magiche dove puoi vedere vecchi film, antichi predecessori dei nostri attuali videogiochi ecc. Flora e Enri si fanno un giro in barca per la baia mentre Marino si pappa la zuppa di granchio, l’Ale comincia con i suoi Hot Dog e io mi fiondo in una magnifica panetteria (vera) con tanto di forno a vista dove mi pappo un bel panone al roast beef. Appena gli altri ritornano ci incamminiamo verso Pier 39 (altro luogo turistico) dove visitiamo l’Hard Rock Cafè, un istituzione, e vediamo la colonia di leoni marini presso il molo (sono proprio tanti). Poi raggiungiamo Gilardelli Square dove un bel restauro di una vecchia fabbrica di cioccolato e di uno stabilimento della Del Monte sono stati trasformati in centri commerciali e mostre. Dopo un po’ di coda riusciamo a salire sul Cable Car: che avventura, salite impervie e discese da otto volante, con la figlia appesa fuori che sembra volar via da un momento all’altro, veramente bello!. Prima di ritornare in albergo ci fermiamo ad acquistare regalini al Disney Store (prezzi dimezzati confronto a Vittorio Emanuele). Siamo stremati.

Chiediamo consiglio al consierge sui ristoranti in zona ma ci consiglia solo italiano. Riluttanti ma stravolti decidiamo di mangiare ne ristorante indiano attiguo all’Hotel dove ci trasciniamo. Io ho mangiato bene, Mari pure, l’Ale non mangia niente, neanche il riso lesso, e gli altri non si lamentano.

Sabato 11/6 – San Francisco Si parte per il Golden Gate. Il valletto ci porta la macchina (che bel servizio) e dopo la solita colazione a base di muffin, croissants e bicchieroni di caffè riusciamo a raggiungere il ponte: che meraviglia, veramente affascinante sia la visuale che si gode sia percorrerlo e godere la sua architettura. Nonostante il vento ci fermiamo moltissimo, ammiriamo anche la struttura sottostante. Ci rechiamo poi a Sausalito, ridente cittadina di villeggiatura dei locali in parte costruita su palafitte: ci mangiamo panini con Hamburger (veri, non di Mc Donald’s) prendiamo un po’ di sole e ci godiamo il panorama. Al ritorno giriamo un po’ per la città e percorriamo anche la famosa Lombard Street, la strada più tortuosa del mondo. Qui proprio non sanno cosa sono le strade di montagna a tornanti, nonostante la pendenza fanno le strade dritte che si inerpicano: quando arrivi su non sai se dopo l’incrocio, dove devi sempre fermarti allo Stop, troverai un’altra salita o una discesa rapida. Certo con una macchina a cambio manuale sarebbe impossibile guidare.

Alla sera ci perdiamo per China Town (un po’ sporca) e mangiamo in un ristorante lussuosissimo con una vista bellissima sulla città dove l’Ale non mangia niente.

Domenica 12/6 – San Francisco Ultimo giorno a SF: ci dividiamo, noi andiamo a Muir Woods a vedere le sequoie e gli altri vanno a visitare il Balboa Park. Prima però cerchiamo la chiesa di Glide dove ogni domenica mattina ci dovrebbe essere un coro gospel che si esibisce. Sembra che sia in una zona non molto tranquilla di SF, in realtà è di fianco al nostro albergo. Altro che il nostro coro, questi sono tutti bravissimo, ognuno è corista e solista, le canzoni sono molto partecipate anche se l’atmosfera è un po’ troppo da “volemose bene” e televendita: comunque una bella esperienza. Passiamo il ponte, e dopo Sausalito si entra nel bosco e improvvisamente si avvistano i giganti.: veramente impressionante (useremo spesso questo termine). Seguiamo un po’ i racconti del ranger (manca solo Yogi e Bubu) e poi ammiriamo il bosco da soli. Altro Hot Dog e si ritorna in città. Ci fermiamo un po’ sulla spiaggia dove alcuni ragazzi fanno wind surf , pucciamo i piedi nell’oceano gelido e guardiamo un po’ le ondone.

Ci avviamo poi verso l’hotel cercando di fare il giro passando sulle Twin Peaks ma in realtà ci perdiamo nell’enorme periferia .

Prima di preparare le valigie andiamo a rivedere la Lombard Street, poi saliamo sulla Cedar Tower a riguardare il panorama. Vorremmo poi andare a vedere le case vittoriane ma sulla guida lo danno come un posto poco tranquillo per cui soprassediamo. Terminiamo con un breve giro a Castro, quartiere gay: mentre stiamo percorrendo la lunga Market Street mi cade l’occhio su uno strano gruppo di ciclisti. Sono tutti nudi!!!!! Stanno protestando contro Bush, uno ce l’ha scritto sulle chiappe, l’Ale non riesce a smettere di ridere.

Serata ad un irrilevante ristorante greco (molto vicino però all’albergo) .

Giro serale in macchina della SF by night tra uno che dorme davanti e una che dorme dietro: non abbiamo più il fisico! Quando andiamo a prenotare l’albergo per il giorno dopo (meno male che Enri insiste ) scopriamo che il passo che volevamo fare nello Yosemite è chiuso per neve!!!!!Dobbiamo in fretta e furia decidere il da farsi, nei tempi prestabiliti non riusciamo a fare altre strade, dobbiamo optare per una strada che costeggia all’esterno il parco (ovviamente più lunga) e raggiungere lo stesso Lee Vining Lunedì 13/6 – San Francisco – Yosemite – Lee Vining Eccoci a lasciare a malincuore questa bella città. Prendiamo l’altro magnifico ponte che attraversa la baia (piu’ panoramico da vedere da lontano e che passandoci sopra) e ci inoltriamo nei sobborghi, Auckland ecc.

Poi prendiamo la magnifica strada (di montagna) che costeggia il parco: se tanto mi da tanto il parco deve essere stato veramente magnifico, purtroppo non si può vedere tutto. Comunque penso che almeno un idea ce la siamo fatta!! Il panorama montano è veramente stupendo, sul passo troviamo la neve!! Per strada ci fermiamo a mangiare a S.Andrew , un paesino finto western, di quelli una strada che lo attraversa con quattro case di qua e quattro di la, un po’ turistico ma carino, Devo dire che troviamo anche un bel posto dove mangiare, con le poltroncine rosse, dove mangiamo un ottimo sandwich.

Si riprende, la strada è lunga. Finalmente dopo il passo arriviamo in vista del Mono Lake, quello con le concrezioni che vedremo domani e lo ammiriamo da una piazzola al tramonto, Prima di arrivare al paese visitiamo Bodie, la città fantasma. E’ un paese fino al 1920 abitato da10000 persone con una miniera d’ora. Inutile dire che in queste occasioni viene in mente sempre la stessa cosa: all’estero hanno 4 sassi e li valorizzano, noi abbiamo il patrimonio artistico maggiore del mondo e lo lasciamo allo sbando. Chiusa parentesi il luogo è suggestivo, soprattutto al tramonto, Purtroppo non abbiamo molto tempo per visitarlo; c’è la chiesa, la scuola, l’emporio, la posta e varie case dove tutto è stato lasciato com’era, compresi i piatti sul tavolo. Si vede come vivevano e a volte si percepisce qualche fantasma che la notte riprende possesso della sua casa.

Ripartiamo, strada sterrata, e arriviamo al Motel. Molto carino, il paese le solite 4 case, le stanze, decorose, affacciamo su un terrazzino in legno vista lago, molto caratteristico.

Ci informano che gli unici due ristoranti chiudono alle nove, sono quasi le otto, decidiamo tra la vasta scelta (2) e andiamo a mangiare. Il ristorante è in realtà una parte del distributore, emporio, negozio di souvenir ma mangiamo bene la nostra prima bisteccona. Nel tornare all’albergo non possiamo che ammirare una splendida sellata. I due uomini si fanno un giro, io e l’Ale crolliamo

Martedì 14/6 – Lee Vining – Long Pine Questa volta la tappa è breve!! Colazione abbondante in uno dei tanti locali disponibili a Lee Vining (1) e poi andiamo a vedere meglio il lago. Si le concrezioni (le stalattiti o stalagmiti che dir si voglia sono carine ma per vederle meglio bisognerebbe farsi un bel po’ di sterrato, per tanto ci accontentiamo della vista dall’alto.

La mia idea di entrare nel parco delle sequoie dal lato est si rivela irrealizzabile, tutti gli accessi sono dal lato ovest .Pertanto visitiamo la zona di Mammoth Lake, tanti laghetti montani, mangiamo, noi, da Mc Donald’s per la prima volta (è come da noi) e raggiungiamo Long Pine passando in mezzo ad un altro paio di paesi con massimo 600 anime cada. Li ci rechiamo a visitare le Alabama Hills, dove pare siano stati girati famosi film western. Il paesaggio è molto particolare, si tratta di colline formate da tanti sassoni che hanno forme molto fantasiose. E’ un po’ deserto, e quasi si teme di perdersi ( ma abbiamo la macchina con la bussola!) , Pernottiamo al Confort Inn dove c’è la connessione a Internet free e possiamo finalmente comunicare con casa. Ceniamo in un delizioso ristorante a forma di giostra e mangiamo molto bene. A letto presto, domani ci aspetta la Death Valley

Mercoledì 15/6 – Long Pine – Death Valley – Beatty La Flora è molto spaventata da questo giro. E se succede qualche cosa? Non abbiamo neanche il telefonino e ci hanno consigliato di non uscire dalla macchina!!! Pare però che ci siano i rangers che vigilano e soccorrono ( ne avessimo incontrato uno) Subito il paesaggio cambia e diventa brullo. Improvvisamente si apre la vallata (enorme) e vediamo in lontananza le dune altissime, Scendiamo per andare a raccogliere un vasetto di sabbia per l’Ale e il caldo ci sorprende: temperatura già sui 40 alle 10 del mattino. Facciamo due passi e vediamo la nostra pelle che si arrossa a vista d’occhio. La vista è molto bella, vediamo anche uno strano lucertolone e poi, ritornando sulla strada, un coyote che a prima vista scambiamo per un cane molto magro.

Enrico è proprio entusiasta. Ci rechiamo verso il grande lago salato. Sosta alle ore 12.00 con temperatura ormai sui 46 gradi. Lo spettacolo è mozzafiato ma il calore è insopportabile e il riverbero anche.

Scopriamo che sia Zabrisky Point che Dante’s Peak sono inaccessibili perché a causa di un allagamento la strada è ceduta ed è ancora impraticabile; peccato, sarà per la prossima volta.

Andando verso Beatty vediamo il lago salato da un’altra angolazione: Devil’s creack , il campo da golf del diavolo, che fantasia questi americani!! Praticamente si sono formate delle concrezioni nel terreno rendendolo impraticabile, tutto a crateri. Poi tentiamo di visitare un Canyon ma il caldo, la fame e la fatica ci fermano. Raggiungiamo l’altra estremità della valle dove un matto ha costruito un castello che ora è un museo (che non ci interessa) e un punto di ristoro dove ci spariamo un Hot dog carissimo.

A conclusione visitiamo un cratere dove un vento fortissimo ci spinge via.

Arriviamo a Beatty, altro luogo fuori dal mondo, In paese noi optiamo per il Motel Six, gli altri per un Motel leggermente superiore di fianco al nostro. Ci divide un incredibile negozio di dolci dove vendono quantità industriali di caramelle, cicche, frutta secca e cioccolatini dalle forme, gusti e dimensioni surreali. Cerchiamo un posto dove cenare ma uno e chiuso e l’altro anche. Chiediamo ad un camionista che ci consiglia…Il ristorante dell’albergo dove sono Flora e Enri. Non male, c’era pure il cameriere intrattenitore…A capirlo.

Giovedì 16/6 Beatty – Las Vegas Thelma e Luise! Finalmente guido io il bel Cherokee e Flora fa il navigatore!!! Tanto le strade sono dritte e deserte….

E’ vero fino a un certo punto. Fino a Las Vegas come il solito stradone dritto, un paese ogni 50 km., poi arriviamo in città e il traffico è pazzesco. Con la storia poi che si può sorpassare a destra, spostarsi su una superstrada a 7 corsie per uscire all’ultimo minuto non è poi così facile. Alla fine ce la facciamo e raggiungiamo il parcheggio dello nostro mega Hotel Excalibur. Anche qui un valletto ci prende la macchina, un altro ci ritira i bagagli, ci danno istruzioni per il recupero di entrambi .Pazzesco , una hall grandissima tutta luci e slot machines, facciamo il check in dopo una lunga coda e raggiungiamo la torre con le nostre camere. La vista da lassù all’ottavo piano è stupenda, siamo proprio davanti al Luxor, vista sulla piramide e sul fascio di luce che emana la sera dalla punta. Ci aggiriamo un po’ nel gigantesco albergo e decidiamo di buttarci nel buffet del nostro albergo. Come tutto è gigantesco e ci sono tantissime portate di vari generi di cucine. Il buffet dei dolci poi è esagerato. L’Ale si butta a pesce ed è eccitatissima.

Il pomeriggio andiamo a visitare dapprima il Luxor (bellissimo) dove cominciamo con le esplorazioni fingendoci clienti. L’atrio , il più grande del mondo è veramente spettacolare. Saliamo con l’ascensore che sale in diagonale e ci affacciamo dal 16° piano dove la visione è bellissima. Poi passiamo all’MGM , molto grande ed elegante, contiene due teatri di cui uno con 20000 posti. C’è un piccolo giardino zoologico con il leone del marchio. Riconosco anche il ristorante dove hanno girato Ocean’s Eleven ma di George neanche l’ombra. Visitiamo anche il New York con le sue montagne russe e la ricostruzione della città, poi stravolti, le distanze a piedi sono incredibili, ci ritiriamo. C’è da decidere il da farsi per domani. Flo e Enri decidono di fermarsi li e noi di recarci al Brice. In serata facciamo un giro in macchina per vedere la città by night, il traffico è enorme e non riusciamo a fermarci da nessuna parte ma la visione è mozzafiato! Venerdi 17/6 Las Vegas-Bryce La mattina ci alziamo e fiduciosi andiamo per prenotare la camera per sabato sera quando saremo di ritorno.

Sorpresa; non si possono fare prenotazioni “future” (ma stiamo parlando del giorno dopo!!!) direttamente in albergo, solo via telefono.

Come dei deficienti telefoniamo dall’albergo all’albergo!!!! Altra sorpresa la camera passa da 63 a 135$!!! Sfiduciati andiamo al Motel 6 dove possiamo prenotare personalmente (75$, anche qui non scherzano) forse girando o collegandoci a internet si poteva risparmiare ma quanto tempo avremmo perso? Allontanandosi da Las Vagas il paesaggio rimane deserto, ogni tanto compare qualche oasi di verde (costruito) dove sorgono quattro case e un casino. Passando poi il confine con l’Arizona il paesaggio cambia, si cominciano a vedere le montagne rocciose e in lontananza il Gran Canyon, peccato averlo a portata di mano e non poterlo visitare, ma tutto non si può fare. Poi passiamo nello Utah, paesaggio sempre roccioso ma rosso chiaro. Ci fermiamo a mangiare in un fast food vicino ad un distributore. I prezzi sono bassi, sembra un posto per camionisti locali. Compriamo anche delle belle magliette in offerta Arriviamo a Cedar City dove dobbiamo girare per Bryce e ci perdiamo! Incredibile, dopo vari giri chiediamo a un meccanico e a un benzinaio ma sembra che stiamo chiedendo dove sia Marte! Finalmente un’altra turista ci aiuta, vediamo dove dovevamo girare e ci siamo persi e finalmente troviamo la strada giusta. Passiamo dentro un bel parco (anche qui con la neve) e vediamo in lontananza il canyon. Nelle vicinanze cominciamo a cercare un Hotel. Ci ispira un Motel con piccoli bungalow in legno che odorano di nuovo. Ci fermiamo qui: la padrona è molto gentile e parla anche un po’ di italiano. Facciamo un giro per vedere il Canyon al tramonto: Il paesaggio è da verro mozzafiato. L’anfiteatro è come un mare attraversato da grandi onde crespate. I colori sono magnifici. Vinco la sensazione di vertigine e mi avventuro verso i punti panoramici. Il silenzio della gente che osserva ammaliata è completo.

Ritorniamo all’ingresso del parco e prenotiamo un giro a cavallo per l’Ale per la mattina successiva. Giriamo un po’ per i negozietti e ceniamo nel lounge del parco con un buon spezzatino di carne americana.

Nel tornare all’albergo, nel buio della strada ci fermiamo a vedere la stellata e poi ci riposiamo nel nostro ameno albergo Sabato 18/6 Bryce Canyon – Lav Vegas Quando vediamo il sentiero che percorrono i cavalli ci viene un po’ la pelle d’oca!! Ma l’Ale, pur di andare a cavallo non si ferma neanche davanti al problema della lingua. Mentre lei ha sicuramente la miglior visione del parco facciamo un altro giro cogliendo altri punti panoramici. Un ultimo saluto a cotanta bellezza e riprendiamo l’Ale, entusiasta. Al ritorno visitiamo anche il piccolo ma pittoresco Red Canyon affiancato da un torrente di terra rossa, un piccolo Colorado. Con la nostra jeep ci sentiamo cow boys! Tornando verso Las Vegas decidiamo di fermarci in un grande supermercato (Wall Mart) che abbiamo visto passando per vedere come sono i grandi magazzini locali. Non sono molto diversi dai nostri anche se qui è tutto più esagerato e c’è molto spazio dedicato alle “schifezze”. Cerchiamo di comprare il necessario per un panino e con molta difficoltà compriamo del salame “italiano” e un filone di pane dall’aspetto confortante ma dalla consistenza molle. Non abbiamo invece problemi a trovare delle bibite.

Arriviamo a Las Vegas e ci rechiamo in una zona dove abbiamo avvistato dei negozi di souvenir: la quantità di cazzate presenti è mostruosa, la scelta è veramente difficile ma alla fine troviamo un paio di regalini da portare a casa. Poi ci ricongiungiamo agli altri e ceniamo al buffet dell’Excalibur per poi partire per il giro notturno della città. L’atmosfera è surreale, quantità industriali di luci, gente, macchine. Prima visitiamo il Bellagio e rimaniamo incantati a guardare i giochi delle fontane. Questo albergo molto fine e sobrio è un po’in contrasto con le pacchianate degli altri grandi alberghi , marmi a profusione e grande lusso. Poi vediamo lo spettacolo del vulcano al Mirage e intravediamo, mentre attendiamo l’autobus, quello del Treasure Island ’. Dall’autobus guardiamo tutti gli altri alberghi, visitarli tutti è impossibile, dobbiamo anche rinunciare a vedere la strada con il soffitto di luci. Non ci possiamo perdere però la salita alla Stratosphere e la magnifica vista sulla città che si vede da lassu’. Dopo un avventuroso viaggio in autobus ,30 minuti di orologio per far salire un signore sulla sedia a rotelle (a Milano ci sarebbe stata un sommossa) arriviamo alle 12.30 alla torre (li come se fosse mezzo giorno) Saliamo e prima ci ammalia la vista e poi ci meravigliano le giostre che ci sono sulla sua sommità; uno space vertigo sulla punta, un otto volante intorno alla punta e una giostra a forma di scheggia che ti lancia nel vuoto li di fianco. Mi vengono le vertigini solo a vederla a debita distanza, a quell’ora c’è ancora una discreta fila per salire. Alla 1 e 30 , inebriati di luci e suoni, rientriamo in albergo Domenica 19/6 Las Vegas – San Diego Si parte per questa tappa che è la più lunga del viaggio. Il primo pezzo nel Nevada è come il solito noioso nel piattume del deserto. Poi si ritorna alla California verde anche se, contrariamente a quanto pensassi, la strada si mantiene sempre lontana dal mare. Usciamo dall’autostrada per mangiare e ci ritroviamo in un paesino sulla mitica Route 66. Foto di rito e pranzo in un caratteristico locale pieno di foto della strada 66 in tutte le epoche nonché grande collezione di spine di birra. Mangiamo pizze e panini niente male e ci riavviamo verso San Diego. Troviamo con non poche difficoltà il nostro Motel 6 e ci apprestiamo ad un giro serale per la città. San Diego si differenzia ancora di più dalle solite città americane del nostro immaginario; siamo al confine con il Messico e si vede. I parcheggi sono carissimo, lasciamo giù la macchina e si sembra di non poter mangiare che italiano a prezzi proibitivi (un risotto a 25$) poi come sempre ci è successo in questo viaggio troviamo un buon ristorante americano e spendiamo il giusto Lunedì 20/6 San Diego Qui la Flora ha una fulminazione. Prendiamo un bus simil Cable Car e facciamo un giro turistico guidato (a capire però gli speaker che parlano a razzo) per la città che prevede soste in tutti i luoghi di interesse. Cominciamo con la Old Town, antico borgo messicano pieno di negozietti, belle fazende e bellissima vegetazione. Poi passiamo al porto dove è ancorata una magnifica portaerei , poi visitiamo il Sea Village sul mare (incantevole) dove mangiamo un mega sandwich . E’ la volta poi della zona centrale che già abbiamo intravisto la sera prima in stile spagnolo. Nel pomeriggio attraversiamo il magnifico ponte che ci collega alla penisola di Coronado, sull’oceano. Qui siamo tutti concordi; se avessimo i soldi ci trasferiremmo li. Ville magnifiche, l’albergo vittoriano dove soggiornò Marilyn Monroe , splendide spiagge. Ci fermiamo un po’ sul mare , poi, letteralmente volando, riattraversiamo il ponte e concludiamo la visita al Balboa Park, polmone verde della città dove c’è anche un enorme zoo che meriterebbe una visita e un grande anfiteatro dove la domenica mattina ci fanno i concerti di musica. Ci riposiamo un po’ nel verde e poi torniamo in albergo.

Anche questa sera la ricerca del ristorante è un po’ laboriosa. Ci ritroviamo in un locale un po’ new age dove mangiamo una cucina etnico moderna molto buona

Martedi 21/6 Sea World – Los Angeles Mentre noi ci rechiamo a Sea World i coniugi Amà visitano ancora un po’ la città L’Ale è al settimo cielo, si comincia la visita dando da mangiare ai delfini, accarezzandoli e coccolandoli e già questo vale i 53$ dell’ingresso. Poi vediamo un simpatico spettacolo di foche e un grandioso spettacolo con i delfini e una balenottera dove ci facciamo una mega doccia. Incontriamo le razze, e le tocchiamo, i pinguini, e li accarezziamo, gli orsi bruni, e meno male che c’è il vetro, però siamo vicinissimi. Ci sono i castori, facciamo un giro virtuale su un elicottero nell’Artico, vediamo i trichechi e i leoni di fiume , c’è una grande fattoria con dei meravigliosi cavalli frisoni e infine…Lo spettacolo con le orche. L’arena e le vasche sono grandiose, penso che ci stiano 10000 persone. Sorvoliamo sul servizio di elogio ai soldati in Iraq che viene proiettata sul megaschermo e godiamoci questa meraviglia. Ci sono 7 orche e un orchino; fanno dei salti spaventosi (qui la doccia è tripla ma noi ora lo sappiamo e non ci becca) escono su una specie di mega materassino completamente fuori dall’acqua e si fanno ammirare in tutta la loro enormità, la coreografia è bellissima. L’Ale e Marino vedono lo spettacolo due volte io preferisco rifare il giro del parco. Alle cinque usciamo e ci ritroviamo con gli altri e ci avviamo verso Los Angeles. Anche qui speravo in una strada costiera panoramica ma lo è solo per brevi tratti. Arriviamo nei pressi della vasta area di Los Angeles e ci immettiamo in una caotica e trafficatissima tangenziale a 6 corsie. Meno male che c’è una corsia, in certi tratti anche due, dedicata al car pooling , pertanto riusciamo a svicolare un po’ il casino. Finalmente localizziamo l’uscita per il nostro albergo.

Quando usciamo ci assale lo sconforto! La zona è tremenda, una periferia simil Bronx , delle facce da paura che girano. Qui però cominciamo capire la fisionomia della città : vie lunghissime, a volte con più di 10000 numeri civici , che passano da zone estremamente lussuose a periferie squallide da film americano.

Mano mano che ci avviciniamo all’indirizzo del nostro albergo e all’aeroporto, il circondario migliora.

Arriviamo all’Hotel, Adventurer di nome e di fatto!!! Subito l’insegna ci mette in pre allarme “il paradiso dei viaggiatori con lo zaino”!! Una limousine (datata) parcheggiata fuori dall’albergo ci trae in inganno.

Entriamo e all’inizio non ci sembra tanto male: c’è una piscina, il ristorante, ci danno un carnet di buoni sconto…Le stanze sono …..Vecchie, odoranti di polvere, non si chiudono bene le finestre, si sentono moltissimo gli aerei ecc.Ecc.. Decidiamo che ormai è tardi per andare a cercare un altro albergo, per stasera stiamo qui e domani si vedrà. La frequentazione non è delle migliori, la gente in piscina, la piscina stessa, il ristorante dell’albergo dove mangiamo , tutto ci da un idea di poco pulito.

Ormai andiamo a dormire e domani decideremo.

Mercoledi 22/6 Los Angeles No, proprio non possiamo resistere!!! Usciamo dall’albergo e subito a fianco c’è un Super 8 che ci sembra subito di un altro livello (ed è tutto dire) Il gestore, un indiano, è molto gentile, le camere ci sono, c’è anche la postazione internet. Torniamo indietro, ci inventiamo che dobbiamo partire anticipatamente,ci riaccreditano I soldi (speriamo bene) chiudiamo di corsa I bagagli e ci trasferiamo.

Adesso che abbiamo sistemato la questione albergo possiamo dedicarci al nostro programma odierno.

Andiamo in macchina fino a Venice dove noleggiamo una bicicletta e un tandem e facciamo un giro sul lungomare, quello di Bay Watch, quello dove corrono gli strafighi , dove pattinano I palestrati.

L’Ale e Marino fanno il bagno nell’oceano, io non oso La giornata è splendida, ci sono anche tanti bei negozietti e artisti di strada. Ci fermiamo a mangiare in un bel locale vista mare dove mangiamo dei sandwich enormi e buonissimi.

Nel pomeriggio andiamo in albergo, ci cambiamo e …Scendiamo in città. Una megalopoli, per raggiungere il centro ci mettiamo due ore!! Finalmente arriviamo alla mitica Rodeo Drive. Una volta di più e forse in questa città come non mai ci si sente come in un film , qui in Pretty Woman . La strada, in realtà abbastanza piccola, è un tripudio alla moda italiana: Versace la fa da padrone, poi Valentino, Gucci, Fendi ecc.Ecc. Facciamo le solite foto davanti al cartello e ci fermiamo a vedere la vetrine; Peccato che è tutto chiuso. Finito qui andiamo a Hollywood (la scritta l’abbiamo solo intravista). Qui , sul Walk of Fame vado in visibilio; ci sono le stelle di tanti miei miti cinematografici, il teatro cinese dove consegnano gli oscar, il luogo dove tanti artisti hanno lasciato le orme dei loro piedi o mani. L’Ale e Marino mi prendono in giro: passo un bel po’ di tempo a dire: guarda la stella di Mel Gibson, oh quella di Bob Marley , guarda l’impronta di Marilyn … sono estasiata , mi sembra di fare parte anch’io del jet set cinematografico e mi sembra che da un momento all’altro esca Gorge Clooney che mi prende a braccetto e mi porta al ristorante…Ma non accade niente di tutto ciò. Vengo riportata con I piedi per terra dai miei familiari.

Cerchiamo come sempre un ristorante dove mangiare che non sia Mc Donald’s anche se alla fine ci abbiamo mangiato solo un paio di volte. Arriviamo ad un bel locale stile anni 60, don I soliti salottini in pelle rossa e piccoli juke box vicini ad ogni tavolo. Siamo tutti strapieni , mangiamo un ottimo dolce e un buon succo d’arancio. All’Ale viene servito un hot dog in una scatola di cartone a forma di macchina americana.

Tutto molto bello. All’uscita, mentre paghiamo,ci rendiamo conto che è il locale dove hanno girato American Graffiti, un film di culto sui mitici anni sessanta, Mel’s. Casualmente abbiamo concluso la serata in un locale legato al cinema Giovedì 23/6 Los Angeles.

Il programma della mattina prevede gli Universal Studios. L’ingresso, preceduto da un grande vialone pieno di negozi( tra cui l’immancabile Hard Rock Cafè) e grandi insegne luminose stile Hollywood nonché una bella fontana con rappresentato il mappamondo della Universal ci fan ben presagire. In realtà si tratta di un grande parco dei divertimenti, A parte un bel giro in pullman a vedere i vecchi set cinematografici (dove però non si può scendere), I nuovi set dove girano C.S.I., film e telefilm famosi ( che però non si possono visitare) e a parte alcuni effetti speciali che ci vengono mostrati e spiegati in americano stretto parlato alla velocità della luce, a parte il set della scena finale della guerra dei mondi il resto è un grande parco a tema con giostre ispirate a film. Il cinema a 4 dimensioni di Shrek non è male, la grande canoa che si butta giù da trenta metri che si ispira a Jurassic Park, l’otto volante ispirato alla mummia, un viaggio virtuale ispirato a Ritorno al futuro, tutto molto simile a Gardaland. Vediamo anche come fanno gli effetti speciali in studio, abbastanza carino ma tutto per americani. Verso le 4 ce ne andiamo verso Beverly Hills. Facciamo un giro nella zona dei ricconi. In realtà le ville dei Vip sono avvolte in grosse siepi e grandi muri, pertanto non si vede niente, Quello che vediamo, penso le villette dei benestanti è già bellissimo. Facciamo un altro giro di Hollywood e poi torniamo in albergo, purtroppo domani si parte e dobbiamo chiudere le valigie (questa volta definitivamente!!!) Ceniamo in un ristorante carino che raggiungiamo a piedi dall’albergo, consigliato dal solito direttore gentile, dove una simpatica signora messicana ci fa mangiare l’ultima bisteccona americana.

Venerdi 24/6 Los Angeles – Milano Carichiamo I bagagli e ci avviamo verso il centro città. Facciamo colazione per l’ultima volta da Starbuck’s.

Visitiamo il centro con i suoi grattacieli, questa volta ci sono non come a San Francisco o San Diego .

Vediamo poi quella meraviglia dell’architettura moderna del Walt Disney Palace e la Chiesa di nostra signora di Los Angeles. Facciamo due passi a piedi e poi purtroppo bisogna appropinquarsi all’aeroporto.

Meno male che arriviamo con largo anticipo. L’aeroporto e gigantesco come la città e per fare il check-in ci mettiamo due ore e mezzo. Le valige e noi stessi veniamo sezionati e passati al detector, poi finalmente ci lasciano passare Ci rimane solo il tempo di mangiare un boccone e via.

Dall’aereo vediamo l’immensa distesa di case della città, l’oceano e…Salutiamo un ultima volta gli Stati Uniti.

Fine del viaggio… Sabato 25/6 Arrivo a casa, nell’afa e ne quotidiano…Addio vacanze!!!!!!!!!!!!!!



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