Un sogno diventato realtà: la Provenza

Finalmente è giunto il gran giorno della partenza. Destinazione: la tanto agognata Provenza. Siamo in quattro,io, mio marito e le nostre due ragazze. Bagagli,guide turistiche, riviste a tema, navigatore, ma anche la vecchia cara cartina super dettagliata, con la tecnologia non si sa mai!; sacchetto con le monetine per l’autostrada, in...
Scritto da: Monica C
un sogno diventato realtà: la provenza
Partenza il: 23/08/2009
Ritorno il: 29/08/2009
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 2000 €
Finalmente è giunto il gran giorno della partenza. Destinazione: la tanto agognata Provenza. Siamo in quattro,io, mio marito e le nostre due ragazze.

Bagagli,guide turistiche, riviste a tema, navigatore, ma anche la vecchia cara cartina super dettagliata, con la tecnologia non si sa mai!; sacchetto con le monetine per l’autostrada, in Francia funziona così, e le immancabili macchina fotografica e telecamera, tutto pronto.

H. 9,30 di Domenica 23 Agosto, SI PARTEEE!! Non troviamo traffico, tutti tornano e noi, via lisci come l’olio, destinazione Montecarlo.

Dopo aver parcheggiato vicino ad una Ferrari, impossibile mettersi vicino ad una 500, non ce ne sono, giro a piedi, passiamo sotto il tunnel, ci sentiamo degli Shumacher a piedi, poi foto di rito davanti al Casino. La piazza antistante sembra un’esposizione di auto di lusso, alcune mai sentite nominare. Allucinante, i turisti invece di fotografare la città s’immortalano davanti a questi bolidi lussuosi! Ripartiamo per Nizza e Cannes che attraversiamo velocemente in macchina. Anche la Croisette la facciamo in auto, a piedi la fanno tutti! Imbocchiamo la Route d’Esterel, per andare a Frejus dove passeremo la notte. E’ una strada a curve, ma con un panorama che vale la deviazione dall’autostrada. Rocce rosse che sorgono dal mare da una parte e montagne infuocate dall’altra. FANTASTIQUE!! Dopo una cenetta in un localino che sembra un’antica taverna romana, tutti a nanna, siamo cotti.

24/08 Dopo un’abbondante colazione visitiamo rapidamente la città di Frejus con le sue antiche rovine romane, poi partiamo per La Ciotat. Percorrendo l’autostrada, il panorama è splendido, sembra di essere sulla Route 66, ricordate Cars? Arriviamo a mezzogiorno e pranziamo davanti al porto. Ho l’impressione che da un momento all’altro spunti Jessica Fletcher, in bicicletta… Ci informiamo per prendere il battello per visitare le Calanques, ma da qui è un po’ lungo e visto il mare un “poco” mosso decidiamo di fare il giro partendo da Cassis. Saliamo in auto e qui ringraziamo la tanto amata cartina, perché per il navigatore siamo in mare aperto e navighiamo senza meta.

Arriviamo a Cassis e ci viene un colpo.

La strada per il porto è interrotta, bisogna parcheggiare e andare a piedi. Parcheggiare, l’ultima parola famosa, DOVE? Non c’è un buco neanche a pagarlo oro. C’è un caos infernale, la città sembrerebbe anche carina vista dall’auto, a parte le strade strette, discese ripidissime, auto parcheggiate a destra e sinistra. Dopo un’ora di giri per uscire da questo guazzabuglio ci imbattiamo in un carro attrezzi che deve rimorchiare un’auto. Passare?, impossibile, la strada è stretta e dietro di noi si forma una coda lunghissssima! Finalmente riusciamo ad andarcene, destinazione Marsiglia, ma addio calanques.

A Marsiglia depositiamo i bagagli e via al Vieux Port in tempo per prendere l’ultimo trenino, le Petit Train n° 1 che sale fino a Notre -Dame de la Garde. Le strade sono strette, ripide, ma il giro è proprio carino. Arrivati alla chiesa il panorama è mozzafiato, si vede tutta Marsiglia e la costa. Venti minuti per fare le foto e una visitina alla chiesa e si riparte. Che discese, speriamo i freni tengano!! Torniamo in albergo e ci accorgiamo che dal bagno proviene uno strano ticchettio che aumenta sempre più. Oddio! Piove dal lampadario! Fortunatamente ci cambiano subito camera.

25/08 Solita colazione con croissant e pain au chocolat, una vera delizia per il palato. Via per il porto, il battello per l’Ile d’If ci attende. Visitiamo il castello divenuto famoso grazie al romanzo “ Il conte di Montecristo”, una vera fortezza. Torniamo, il viaggio è stato piacevole e pranziamo al porto. I provenzali sono simpatici, cordiali e parlano volentieri. Al momento di pagare , fortunatamente va alla cassa Noe e il cameriere le fa uno scherzetto con un grosso ragno finto che salta fuori dal bancone; se fossi andata io mi avrebbero sentita urlare fino a casa! Partiamo per Aix-en-Provence. Arriviamo al mega parcheggio sotterraneo che c’è in centro, saliamo in superficie e ci troviamo in Place De Gaule con la sua grande fontana rotonda. Prendiamo il trenino, ce li siamo fatti tutti, sono comodi per chi, come noi, ha poco tempo per visitare la città, e supportati dagli auricolari scopriamo la città e le sue bellezze. E’ molto caratteristica, piena di colori e le viuzze sono davvero carine, potendo mi fermerei un paio di giorni. Passiamo davanti anche all’atelier di Cézanne. Poi un bel giro per Cours Mirabeau,fermandoci a tutte le bancarelle. Che profumo di lavanda e quanti bei saponi colorati, portatemi via altrimenti compero tutto.

26/08 Lasciamo a malincuore Aix e ci dirigiamo all’abbazia di Silvacane, una delle tre sorelle cistercensi provenzali. Pranzo a Lourmarin, paese carinissimo con tante gallerie d’arte e un bel castello. Ci dirigiamo verso Bonnieux, qualche foto al Pont Julien, antico ponte romano,attraversiamo Lacoste e Menerbre, ci vorrebbe più tempo per fermarsi a visitarli tutti, ma non ne abbiamo. Improvviso temporale, fortunatamente passa in fretta e poi via per Coustellet a visitare il museo della lavanda. Non perdetelo. Altra serie di acquisti nella boutique del museo. Abbiamo riempito il cestino di sacchettini e creme alla lavanda. Ora è quasi impossibile salire in macchina, c’è un profumo!! Arrivati a Cavaillon lasciamo papà in albergo e noi ci facciamo un giro per comprare francobolli e per trovare un posto per cenare. I francobolli li abbiamo trovati, ma poi ci accorgiamo che non dovevamo comprare quelli rossi nazionali, ma quelli blu per l’estero. Cerchiamo di sostituirli, non si può, l’indomani andiamo all’ufficio postale, ma anche qui non ce li cambiano, ci dicono di tornare alla tabaccheria per sostituirli. Niente da fare alla tabaccheria hanno solo quelli rossi, i blu li vendono solo alla posta, mi sembra di essere tornata in Italia a forza di girare.

E’ ormai giovedì, metà della vacanza è andata. Partiamo per Fontaine de- Vaucluse, attraversiamo L’Isle sur-la-Sourge, molto pittoresca con tutti i mulini carichi di muschio.

Arrivati a Fontaine de-Vaucluse ci facciamo la solita scarpinata per salire alla sorgente, un poco deludente perché ha poca acqua, ma il tragitto è bellissimo, il corso d’acqua è di una limpidezza da togliere il fiato, ecco perché Petrarca è stato ispirato e ha scritto “Chiare, fresche et dolci acque”. Visitiamo anche il mulino della carta dove viene prodotta ancora a mano come nel Medioevo. Davvero interessante. Pranzo sulla terrazza di una brasserie che sorge proprio sul corso d’acqua. Che vista! Ripartiamo per visitare la seconda sorella, l’abbazia di Senanque. Peccato non ci sia più traccia della lavanda, siamo con almeno due settimane di ritardo.

E il miele? Di cartelli che mi indicano un’azienda che lo produce e lo vende ancora niente e pensare che la mia guida dice che ce ne sono tantissimi.

Ripartiamo per Gordes, Roussillon e qui si rimane senza fiato, il paese è tutto rosso, le rocce sono rosse e i boschi sembrano nascere dal fuoco, la terra è tutta di questo colore! Infine tappa imperdibile: il Colorado Provenzale.

500 metri tra sassi e sabbia gialla per trovarci al punto di partenza, altra mezz’ora avanti e indietro per decidere il percorso migliore perché papà non ce la fa più, ma finalmente la fatica viene premiata. La vista è mozzafiato. Montagne che vanno dal bianco al viola passando per tutte le sfumature del giallo e del rosso. Ci arrampichiamo su queste montagne rosse, sembra di essere in un altro mondo. I nostri piedi sono diventati dello stesso colore tanto che in albergo abbiamo colorato tutta la doccia.

Finalmente lungo la n°100, la strada principale, incontriamo il fatidico cartello “ produzione e vendita miele alla lavanda”. Non c’è tempo da perdere, deviazione immediata. Arriviamo in questa piccola casa, la signora che ci apre è molto gentile, ci fa assaggiare il miele, ha un sapore molto delicato, poi ci racconta che da giovane ha studiato un po’ di italiano. Come detto prima sono molto cordiali e ospitali. Partiamo contenti del nostro acquisto. Seguendo il navigatore cerchiamo di riprendere la strada principale, invece ci troviamo in un bosco. Dietrofront! E torniamo all’amata cartina super dettagliata. Ottimo acquisto, anche se mio marito insisteva che non serviva. Riprendiamo la n°100 e adesso ogni 200 metri c’è un cartello che indica “miele”!!! Arriviamo a Greoux Les Bains giusto per cenare e per un meritato riposo.

28/08 Partenza per vedere le Gorges du Verdon.

Quante curve!!!!! All’uscita di una di queste la vista è spettacolare, tra due rupi spunta un paesino, tutti i turisti all’uscita della curva fanno lo stesso gesto di indicare il paese e lo stupore è sui loro visi. E’ Moustiers Sainte-Marie un piccolo borgo famoso per le sue ceramiche e per la stella dorata appesa tra le rupi. Impossibile fermarsi, è giorno di mercato. Iniziamo il percorso attraverso le Gorges, un canyon di 2 Km. Arriviamo al Pont Sublime. Uno spettacolo indescrivibile. Sotto di noi scorre il fiume, ma siamo veramente in alto! Ed ecco gli avvoltoi che planano in queste gole, uno ci vola proprio vicino. Riprendiamo la strada e pochi metri più giù una nuova sosta in una piccola piazzola. Sopra le nostre teste volano gli avvoltoi, ce ne sono molti, le rocce al bordo della strada sono altissime e sull’altro lato la gola profondissima. Ci viene il torcicollo a guardare su e le vertigini a guardare giù. Splendido posto. Nel tardo pomeriggio arriviamo a Saint André Les Alpes dopo aver costeggiato tutto il lago artificiale di un color smeraldo bellissimo. L’albergo dove pernottiamo sembra uscito da un libro di fiabe. Il paesino è piccolissimo, ci mangiamo una pizza, l’unico pasto da dimenticare, poi ci fermiamo a vedere dei ragazzi che si lanciano con il parapendio da una montagna vicina e atterrano nel prato davanti all’albergo. Che coraggio! 29/08 Dopo l’ennesima colazione a base di croissant e pain au chocolat, papà ne ha la nausea, ne ha mangiati troppi, questa frase è da segnare., ci facciamo un giro per il mercatino del paese, poi via per Sisteron. Si comincia il viaggio di ritorno.

Arrivati, pranziamo e poi sull’ennesimo trenino che ci fa visitare la città vecchia e la cittadella. Che spettacolo!! Si torna in auto, destinazione Gap. Giunti in albergo depositiamo bagagli e papà, non ce la fa più, la sua gamba si rifiuta di proseguire e mentre lui si riposa noi ci facciamo un giro in centro. Visitiamo anche la bella chiesa, Gloria per filmare in retromarcia inciampa e rischia di rompersi l’osso sacro, fortunatamente ride, si rialza e cammina un po’ indolenzita.

Torniamo a recuperare papà per cenare. Dimenticavo, in Francia non si paga il coperto e se bevi acqua naturale, unica nostra bevanda, non la paghi, infatti molta gente ordina una caraffa d’acqua. Cosa divertente, i camerieri amano gironzolare con gli ombrelloni in spalla! E’ ormai domenica, torniamo in auto e questa volta la meta è CASA. Saliamo fino al passo del Monginevro e siamo di nuovo in Italia.

1507 Km in una settimana, ma ne è valsa la pena. Monica C.



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