Un sogno chiamato Zanzibar 2

Il paesaggio che ci circonda è nuovo, ma allo stesso tempo già visto... in uno di quei documentari che ti affascinano con racconti di posti lontani che speri sempre di avere la fortuna di incontrare... benvenuti in Africa!
Scritto da: Lara Trieste
un sogno chiamato zanzibar 2
Partenza il: 07/02/2012
Ritorno il: 15/02/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Febbraio 2012: l’inverno ci ha riservato quest’ultimo colpo di coda con tanto di Bora, gelo, freddo e neve… quale occasione migliore per scappare e migrare al caldo? E’ la prima volta che ho l’occasione di fare un viaggetto nel bel mezzo dell’inverno, così io e il mio compagno Stefano decidiamo di concederci una settimana di relax. Tralasciando le mete che minacciavano monsoni, uragani e nubifragi ci siamo orientati verso Zanzibar! Nell’organizzare il viaggio ci siamo affidati ad un’agenzia turistica in quanto il fai da te non è consigliabile per questo tipo di viaggio. Grazie alla disponibilità e ai preziosi consigli della nostra agente di viaggio Alma, abbiamo optato per il villaggio vacanze Eden al Kendwa beach, scelta che si è rivelata azzeccatissima soprattutto dopo aver esplorato altre spiagge dell’isola. Partenza da Venezia, volo diretto verso Zanzibar!

Siamo partiti con piumini, sciarpe e guanti e una pioggia misto neve che non dava tregua… dopo 8 ore di volo, con un po’ di coraggio cominciamo a spogliarci dei vestiti pesanti, l’aria condizionata nell’aereo non ci aveva preparato al cambio di temperatura! Appena scendiamo dall’aereo veniamo assaliti da una morsa di caldo umido che ti toglie l’aria ma che in compenso ti ripaga con quella sensazione di estate che da troppo tempo non assaporavamo! Il paesaggio che ci circonda è nuovo ma allo stesso tempo già visto… sì, già visto ma alla tv, in quei documentari che ti affascinano con racconti di posti lontani, fuori tempo e che speri sempre di avere la fortuna un giorno di incontrare… benvenuti in Africa! Ad accoglierci, un singolare aeroporto, molto spartano, con poliziotti altrettanto folkloristici! Il controllo dei passaporti sembra una pesca di beneficenza: uno fa il giro e raccoglie tutti i passaporti con dentro i soldi per il visto, poi consegna il mucchietto ad altri due che controllano e registrano i nomi e poi urlando e storpiando i nomi vengono riconsegnati i documenti d’identità a chi assomiglia di più alla foto sul passaporto! Stesso dicasi per la consegna delle valige… una stanzetta a cielo aperto accoglie le valige che vengono letteralmente buttate e ammassate nel mezzo, seguite da un gregge di persone che si arrabbatta per individuare il proprio bagaglio, che cerca di farsi largo tra la folla e spera di acciuffarlo prima che un tedesco grande e grosso scambi una valigia per l’altra e cerchi di rivendicarla con tutta la grazia che lo contaddistingue. Per fortuna io ho mandato Stefano in avanscoperta che con il suo metro e 90 è riuscito ad individuare la valigia prima di altri turisti incazzosi. Eravamo talmente euforici che anche questo siparietto ci ha fatto entrare subito nel vivo della vacanza, da quel giorno dovevamo lasciare a casa per una settimana i nostri schemi europei e nel male ma soprattutto nel bene affidarci alla cultura dell’Hakuna matata!!! Un pulmino ci aspettava per portarci nel nostro villaggio, mentre un altro camioncino ammassava le valige, le fissava con due corde e le portava a destinazione, non senza qualche scongiuro!

Due orette di strada ci hanno dato una panoramica dell’isola: terra rossa, alte palme che sovrastano una vegetazione rigogliosa anche se il clima sembra piuttosto secco, case di paglia e fango, ma soprattutto quello che ci colpisce da subito e che ci accompagnerà per tutto il viaggio è la gente! Occhi buoni, vestiti colorati, visi rilassati e sorrisi sinceri, questi sono gli elementi che rendono unici i zanzibarini, dagli adulti ai bambini… Arriviamo al villaggio e veniamo subito accolti da un gruppetto di masai (più o meno veri) che ci propongono un rituale di benvenuto, assaporiamo il cocktail fresco che ci viene offerto e poi ci ritiriamo nei bungalow. Sono le 10 di mattina, il cielo è un pò nuvoloso, il bungalow è vicino alla spiaggia, molto carino, con tanto di baldacchino… buttiamo le valige, siamo come due bambini nel paese dei balocchi, vorremmo correre in spiaggia, esplorare il villaggio, programmare le prossime giornate, andare a mangiare qualcosa, ma… proprio come due bambini crolliamo sul letto e ci addormentiamo per un paio di orette!! Al risveglio le nuvole avevano lasciato spazio ad un sole accecante, usciamo dalla tana e veniamo abbagliati dal sole africano, luminosissimo e soprattutto caldissimo!!! Finalmente costume e ciabatte e via in spiaggia. Lo spettacolo che si propone davanti ai nostri occhi va oltre ogni immaginazione, sabbia bianchissima e mare turchese, un’immagine che ci accompagnerà per i prossimi 7 giorni e a cui non riusciremo mai ad abituarci! La spiaggia è splendida, una lunghissima distesa di sabbia candida e fresca ci riserva lunghissime passeggiate in riva al mare e ci sentiamo veramente in paradiso!

In riva al mare, capanne colorate propongono souvenir più o meno originali del posto, venduti da simpatici masai che si improvvisano venditori ambulanti e cercano di spennare i turisti al grido di “Mastrota” e “Bancarotta fraudolenta”! Ti arrivano questi masai con tanto di Rayban e auricolari che penzolano dal buco del lobo dell’orecchio che cercano di conquistarsi la simpatia per vendere qualcosa. Ovviamente quando ti avvicini ai souvenir ti sparano cifre spropositate scritte sulla sabbia, che poi giocando a ribasso porti via a un decimo del prezzo iniziale. Dopo qualche ora è impossibile non diventare amico di questi simpatici personaggi, cominci a riconoscerli e prima o dopo tutti vengono ribattezzati… così il mio Stefano ben presto diventa Rambo Bianco!

La settimana è volata, ma ce la siamo assaporata dall’inizio alla fine, facendo una scorpacciata di mare, sole e soprattutto pesce! Il self service era buonissimo, noi abbiamo mangiato ogni giorno pesce! Bisogna dire che Zanzibar non ti offre molto come escursioni, noi abbiamo scelto il Blu Safari e e l’escursione con il quad, da non perdere assolutamente! Come ho scritto all’inizio abbiamo avuto la fortuna di essere stati consigliati bene per quanto riguarda la scelta del villaggio. A Zanzibar non si ha la possibilità di girare da soli o di noleggiare un mezzo, per cui la gran parte del tempo si trascorre nel villaggio e bisogna avere la fortuna di trovarsi in un bel posto, che su quest’isola non è così scontato come sembra! Il kendwa beach si trova nella parte nord dell’isola che è meno soggetta al fenomeno delle maree. Questo è un dettaglio non poco trascurabile, in quanto le maree in quest’isola interessano centinaia di metri di spiaggia, pertanto nella maggior parte di costa, la spiaggia diventa una palude fangosa, senza mare, che perde tutto il fascino dell’isola!

Con il blu safari ci siamo imbarcati nella parte sud ovest dell’isola. L’inizio è stato alquanto singolare! Le imbarcazioni ci aspettavano a un centinaio di metri dalla spiaggia e armati di borse e asciugamani abbiamo dovuto fare la traversata della secca. Una volta arrivati sul posto abbiamo scoperto che le barche erano arenate! Oohh-issa, oohh-issa… da bravi marinaretti tutti sotto la barca a spingerla a largo per poter iniziare la navigazione! L’unica che se la rideva era una simpatica signora di 70 anni che a mò di sirenetta in prua, beata si godeva la scena e con tanto di spalline abbassate prendeva la tintarella. La traversata è stata un pò turbolenta… iniziata con l’accidentale caduta di uno degli alberi dell’imbarcazione su un emiliano che per poco ha rischiato la decapitazione, è proseguita sull’onda di un mare mosso che al ritorno stava per far fuori un altro sventurato del gruppo, una signora che tra il caldo e il mar di mare ha trascorso il ritorno distesa per terra con il cappello sulla faccia… La prima tappa era un’isoletta in mezzo al mare che aveva la prerogativa di sparire con l’alta marea e di riaffiorire durante la bassa… la sabbia e il mare non avevano nulla a che fare con la spiaggia del nostro villaggio! La gita in compenso ha valso la pena per il pranzo….una scorpacciata di cicale e aragoste da mangiare a volontà! Il profumo e il gusto di quei crostacei non aveva prezzo! Piccola escursione per vedere un baobab secolare che continua a crescere in orizzontale dopo la sua caduta, giro tra le mangrovie e rientro, come prima preannunciato piuttosto turbolento!

Escursione con il quad! Questo era uno dei nostri obiettivi ancor prima di partire, e per poco ci stava per scappare dal momento che essendoci poche disponibilità bisogna prenotarsi subito per non perdere il posto! E’ stata un’esperienza bellissima, a parte il divertimento di scorazzare per l’isola in groppa a questi fuoristrada, per la gioia dei maschietti che tra la miniera di corallo potevano fare casino e alzare mucchi di polvere, abbiamo avuto la possibilità di addentrarci in un villaggio tipico del posto. Dopo una strada che ci ha portato all’interno dell’isola, siamo arrivati nel villaggio. I bambini ci aspettavano impazienti e al nostro arrivo ci hanno riservato calorosi sorrisi e festosi schiammazzi. Noi ci eravamo premuniti di quaderni, matite e zainetti da regalare a questi frugoletti, che per qualsiasi cosa ti ricompensano con l’entusiasmo di ricevere qualcosa di prezioso! Ci siamo subito amalgamati con la gente del posto che molto educatamente ci ha accompagnato nelle loro dimore e da cui abbiamo colto una grande umiltà e dignità. Le case sono molto misere e allestite con ammassi di pietra e terra, ma quello che ci ha colpito molto è il fatto che loro comunque per entrare in casa si tolgono le scarpe! I bambini sono impazziti quando uno del gruppo gli ha mostrato con il cellulare il video di Waka Waka ed è sempre emozionante vedere quanto si divertono e quanto apprezzano anche le piccole cose! Con l’immagine di quegli occhioni scuri, e quei musetti vispi e malinconici allo stesso tempo abbiamo ridato la tranquillità a quel piccolo angolo di mondo per tornare in sella ai nostri motori e continuare l’esplorazione dell’isola.

Durante la vacanza abbiamo conosciuto persone nuove, compagni di avventura con cui abbiamo condiviso le escursioni e con cui abbiamo confrontato le diversità tra la nostra patria e questo luogo così lontano, in tutti i sensi. Abbiamo fatto nuove amicizie con questi masai, tanto simpatici quanto amichevolmente “rompipalle” che ci tampinavano con la loro miracolosa crema alla papaya, abbiamo conosciuto Ballerino, Aladino, che ci ha svelato i segreti dello zenzero e i suoi effetti afrodisiaci, e ancora abbiamo avuto il nostro incontro ravvicinato con una splendida creatura pelosa…. la scimmietta Ballerine! Per me è stato amore a prima vista, una piccola amica pelosetta con cui ho condiviso qualche ora di relax sulla sdraio, che si addormentava avvinghiata sul mio braccio, che piangeva perchè non voleva scendere e che avrei adottato e messo in valigia! Insomma è stata un’esperienza bellissima che porteremo sempre nel cuore, che ci ha fatto vivere il nostro angolo di paradiso, staccare la spina e darci la ricarica per affrontare l’ultimo freddo dell’inverno, aspettando che il caldo torni a trovarci e sognando già la prossima meta!



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