Un sogno chiamato Kenya

Erano anni che sognavamo un viaggio così, dopo diverse estati passate a visitare località turistiche quali Sharm el Sheik, Maldive, Cabo Verde, Cayo Largo, vivendo per lo più all’interno di villaggi vacanze, era arrivata l’ora di vedere qualcosa di importante, qualcosa che ci arricchisse dentro, che facesse provare emozioni nuove,...
Scritto da: Ale78
un sogno chiamato kenya
Partenza il: 16/08/2006
Ritorno il: 24/08/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
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Erano anni che sognavamo un viaggio così, dopo diverse estati passate a visitare località turistiche quali Sharm el Sheik, Maldive, Cabo Verde, Cayo Largo, vivendo per lo più all’interno di villaggi vacanze, era arrivata l’ora di vedere qualcosa di importante, qualcosa che ci arricchisse dentro, che facesse provare emozioni nuove, sconosciute. Abbiamo atteso ansiosamente l’uscita dei cataloghi dei vari tour operator fino al termine di febbraio, quando sono arrivati i primi. Dopo aver visto i classici villaggi, ecco la nostra meta, trovata senza alcuna esitazione, sinceramente non ci interessava il confort, la scelta è stata fatta solo in base al budget prefissato (poi comunque sforato alla grande). Dal catalogo Teorema ecco il Kenya, precisamente il Coconut Village, un villaggio piccolo (45 camere), senza troppi fronzoli, e soprattutto senza animazione (anche se a dire il vero c’erano gli animatori del vicino Tropical Village che ogni tanto facevano una puntatina a trovarci, ma per fortuna senza i vari tornei, i balli di gruppo, ecc.).

Il mattino seguente siamo già in agenzia per la prenotazione, ci viene comunicato che ci sono ancora solamente 6 posti liberi per il periodo da noi scelto, cioè dal 16 al 24 agosto, incredibile, appena uscito il catalogo…C’è già quasi il sold out! Allora va bene, non vogliamo perdere l’occasione, prenotiamo al volo. Sentiamo gia l’adrenalina per ciò che ci aspetterà. Purtroppo viene un po’ sminuita dal pensiero che dovremo attendere un tempo infinito prima di partire…6 mesi! Ci informiamo sui vari vaccini da fare, il titolare dell’agenzia ci dice che lui non farebbe nulla, nemmeno la profilassi antimalarica…Mah! (Io durante il safari sono stato punto dalle zanzare…) Al termine di maggio telefoniamo alla Asl e troviamo inaspettatamente un dottore giovane, preparato e soprattutto gentile, che ci ha spiegato molto bene a proposito delle malattie che si possono contrarre in Kenya.

Siccome era stato deciso di fare il safari (anche se non prenotato dall’Italia), abbiamo deciso di fare la profilassi…E per non rischiare nulla anche il vaccino contro la febbre gialla e l’epatite A (forse troppo, ma di salute ne abbiamo solo una…).

Sbrigata anche questa incombenza, fatti gli ultimi indispensabili acquisti, quali rullini per le foto, nastri per la telecamera, abbigliamento per safari…Siamo pronti. Ecco che torna l’adrenalina.

Scopriamo che il nostro volo non è con la Livingston come pensavamo (compagnia della Lauda, con la quale siamo andati alle Maldive…Il più bel volo che abbiamo fatto…) , ma con una certa Air Italy, compagnia nuova. Ho passato un giorno a cercare notizie su internet, commenti sui vari forum…Cavolo…Quasi tutti si lamentano, aerei troppo piccoli, disservizi, ritardi…Mi prende già il panico…Pazienza, per il Kenya andremmo anche con un piper! Finalmente, dopo una grande attesa, è ora! Si parte per un sogno, per il cuore dell’Africa! Arriva il giorno X, mercoledì 16, partenza con solo mezz’ora di ritardo (in pratica è gia giovedì, sono le 00:30), in effetti l’aereo è piccolino, un 757 per fare 8-9 ore è un po’ stretto, ma è pulito, le hostess sono cortesi e tutto fila liscio. Facciamo scalo a Zanzibar, dove salgono quelli che tornano in Italia…Sono bianchissimi…Una settimana di pioggia…Che sfortuna…

Atterriamo a Mombasa, l’aeroporto è piccolo, ma carino, il cielo è nuvoloso a dir poco; gli agenti della dogana fanno anche finta di fare i controlli, ci fanno aprire le valigie…Abbiamo capito…Cercavano un pacchetto di sigarette…

Non facciamo in tempo ad uscire che ci sono già 2 kenioti che ci portano le valigie al bus…E si comincia con le mance, usanza molto diffusa anche qui.

Ci sono volute 2 ore e mezza per arrivare a Malindi, al nostro villaggio. Un viaggio sconcertante, abbiamo potuto vedere con i nostri occhi le condizioni in cui si vive in Kenya, veramente un pugno allo stomaco, eppure lo sapevamo, i documentari li avevamo visti, ma con i propri occhi è diverso, la povertà si sente a contatto con la propria pelle, se ne respira l’aria…

Arriviamo al villaggio, stanchi e scossi alle ore 14. Subito pranzo e in spiaggia per un dovuto riposo (io non ho chiuso occhio per tutto il viaggio come al solito…Non per paura, ma per mancanza di spazio). Scopriamo che è quasi impossibile star tranquilli, ci sono i beach boys, ragazzi kenioti che non perdono un solo minuto, sono subito vicini (però sempre oltre il muro di protezione del villaggio), ci chiamano, vogliono sapere il nostro nome e ci propongono di tutto, escursioni, collanine, braccialetti, animali in legno, persino di barattare i nostri vestiti con dei loro oggetti artigianali. Dopo circa mezz’ora di assedio riusciamo a divincolarci, non senza aver imparato le prime parole in swahili, hakuna matata (non c’è problema), jambo (ciao), pole pole (con calma, piano piano)… Termini che ci accompagneranno per tutta la settimana. Dopo il briefing organizzato per capire come funziona il mondo sotto l’equatore, decidiamo di prenotare subito il safari di 2 giorni tramite il villaggio (pagato di più, ma non abbiamo avuto il coraggio di affidarci ai beach boys). Il safari è fissato per sabato, abbiamo così un giorno per recuperare le energie.

Passiamo il venerdì a scoprire un po’ il mare, come già sapevamo ci sono le alghe e le maree sono pazzesche, si passa dalla secca, quando si può andare a piedi fino alla barriera corallina, fino ad avere l’acqua alta un metro in pochissimo tempo. Proviamo a fare una passeggiata con altre 3 coppie per vedere le piscine naturali, prima però occorre armarsi di pazienza e liberarsi in qualche modo dei ragazzi onnipresenti (beach boys)…Per la verità sempre gentilissimi…Ed è proprio in questo modo che riescono a convincerti quasi sempre, riuscendoti a vendere qualcosa…

Ecco il giorno del safari, il secondo motivo per il quale abbiamo scelto il Kenya, mentre il primo è la voglia di conoscere una cultura diversa, di vedere davvero un altro stile di vita, di toccare con mano l’Africa. Sveglia all’alba, anzi ancor prima (ore 5:45), colazione veloce e poi via, verso la savana. Il nostro mezzo è un pulmino Toyota da 10 posti, ma con l’autista siamo in 7…Che bello siamo comodi, cioè…Relativamente comodi. La strada per arrivare allo Tsavo Est è a dir poco tortuosa, di asfalto non se ne parla, praticamente sono 2 ore abbondanti di terra rossa con buche enormi, e purtroppo gli ammortizzatori del Toyota hanno smesso di fare il loro lavoro da qualche migliaio di chilometri…

Nel tragitto vediamo altri villaggi kenioti, diversi da Mombasa o da Malindi perché più ci si addentra, più povertà si vede…Ma nonostante tutto i bambini non perdono occasione di salutare con la mano, altri addirittura urlano un ciao…

All’entrata del parco il nostro autista/guida si ferma e ci consiglia di proseguire verso il fiume a piedi…Ecco il primo contatto con gli animali, 2 coccodrilli adulti, a circa 5 metri da noi…Un keniota prova a dar loro del cibo…E loro apprezzano molto, uscendo dall’acqua e avvicinandosi a noi, non è molto tranquillizzante come situazione. Si torna al pulmino ed entriamo nel parco…Dopo qualche minuto i primi avvistamenti…Un branco di elefanti in lontananza, poi delle zebre, gazzelle, impala, facoceri (bellissimi!); troviamo più avanti un’aquila che si sta cibando della sua preda in mezzo alla strada…

Poi le prime scimmie, cercopitechi, babbuini…Simpaticissimi…Arrivano fino ad 1 metro dal pulmino, forse volevano qualcosa da mangiare…Forse sono abituati così…

Tramite la radio presente nel pulmino, il nostro autista ha sentito di un avvistamento del ghepardo, riusciamo ad arrivare in tempo per vederlo camminare un attimo, per poi gettarsi all’ombra di un albero. Subito dopo ecco il re, anzi la regina…Ma da molto lontano, riusciamo a scorgere solo la testa di una leonessa adagiata anch’essa all’ombra.

Pranzo al campo tendato, al Tahri Camp, prendiamo confidenza con la tenda che ci ospiterà per la notte…E ci accorgiamo che è a 30 metri da un gruppo di elefanti che si sta cibando…Come emozione non è male…

Dopo una sosta si parte per il secondo game drive, quello meno fruttuoso, anche perché il caldo non permette ai felini di uscire…Si avvistano “solo” elefanti, zebre, antilopi , giraffe, un enorme branco di bufali ed un paio di avvoltoi.

Cena al campo e passiamo la serata intorno al fuoco, ammirando gli animali di passaggio alla pozza artificiale, illuminata da una lampada appositamente fissata sul tronco di un albero. E’ incredibile vedere come gli elefanti continuino a giungere alla pozza, bere, e poi sparire nell’oscurità della savana…Ed ancor più incredibile è vedere un ghepardo a pochissimi metri da noi mentre si abbevera tranquillamente…Mentre noi eravamo un po’ meno tranquilli…

Il cielo è fantastico, sereno e con le stelle luminosissime…Sembrano tante stelle polari…

Passiamo la notte nella tenda, tra barriti e urla di scimmie…Mi pare tutto un sogno…

Il risveglio è abbastanza traumatico, un guardiano ci viene a dare la sveglia alle 5:45 (per il secondo giorno consecutivo!), al grido di: hello! hello! Colazione-lampo e tutti sul pulmino per la partenza, pronti per il terzo ed ultimo game drive, quello che si preannuncia più proficuo…Quello dell’alba! Infatti le aspettative non sono tradite, dopo soli 5 minuti c’è il primo avvistamento importante, il ghepardo a caccia; eccolo attento a scrutare le possibili prede, quando è disturbato da un altro animale (di cui non ci eravamo per nulla accorti, nascosto tra l’erba alta), un gattopardo. E’ incredibile vedere dal vivo l’animale più veloce del mondo scattare di corsa, una progressione formidabile. Il povero gattopardo ha solo potuto darsi alla fuga… Attraversandoci la strada a 2 metri…

Finita un’emozione, e subito pronti per un’altra…Ecco la famiglia reale al completo: 4 leonesse, un leone maschio di circa 1 anno e un leone adulto…Sono enormi…Le zampe fanno veramente impressione. Come ultimo tratto di parco, costeggiamo il fiume, sulle cui sponde riusciamo a vedere coccodrilli ed ippopotami…Davvero simpatici. Siamo alla fine, ma prima di uscire l’ultima sorpresa, 4 struzzi solitari, appena ci vedono si sono messi a correre modello Road-Runner’s style.

Un’enormità di emozioni, davvero una “avventura” stupenda…

Fuori dal parco si pranza in un altro campo, con la compagnia di un macaco con cui faccio amicizia, tanto che mi prende persino il cibo dalle mani. Una volta ripartiti, ritroviamo i bambini che corrono a fianco del pulmino…Ci fermiamo una decina di volte per distribuire quel poco che siamo riusciti a prendere nella colazione, qualche biscotto…Ma è quanto basta per farli contenti, per vederli sorridere e fare ciao-ciao con la mano…Per sentirsi stringere il cuore, a volte si fa fatica per trattenere le lacrime…Altre non si riesce proprio…

Torniamo al villaggio, ci sembra un’altra dimensione…Purtroppo! Lunedì giornata relax, un po’ di sole, mare, alghe e…Beach boys presso i quali facciamo qualche acquisto, persino un pareo per me (ovviamente con gli animali stampati!) ed anche loro sono contenti; con questi ragazzi basta parlare, permetter loro di raccontare un po’ della loro vita, i loro problemi…Un modo come altri per conoscere il Kenya.

Martedì escursione in mare, il famoso Safari Blu, un po’ di snorkeling, visita a Sardegna 2 (luogo in cui la bassa marea fa affiorare delle lingue di sabbia, e dove l’acqua è veramente limpida) e come ultimo, pranzo a base di pesce, consumato in un “locale” sulla spiaggia; abbiamo degustato un’aragosta veramente superba, del vino emiliano, della frutta esotica e un caffè finalmente italiano…Quello purtroppo manca sempre! Mercoledì ultimo giorno, mattinata con tempo incerto, l’unico giorno in cui abbiamo visto un po’ di pioggia (siamo stati fortunati); al pomeriggio è tornato a splendere il sole, dunque spiaggia ed ultimi saluti agli ormai amici beach boys.

Giovedì, ora del rientro in Italia, tanto per non smentirci sveglia all’alba, trasferimento in aeroporto a Mombasa e partenza; siamo alla Malpensa in perfetto orario, ultimi saluti ai nostri compagni di viaggio conosciuti durante le avventure, una coppia di Firenze, una di Valenza ed una di Belluno (un grazie a tutti loro perché anche sotto questo profilo è stata una vacanza memorabile) e ritorno alla vita solita…Con un po’ di tristezza, ma con in più la consapevolezza della fortuna che abbiamo avuto e che stiamo avendo nella nostra vita…

Qualche consiglio per chi vuole andare in Kenya: portate del materiale per la scuola (quaderni, biro, matite, colori) e magari anche dei vestiti, che sono obsoleti per voi… Ma ai bimbi queste cose faranno veramente spuntare un sorriso…

E’ solo da una settimana che siamo rientrati in Italia, ma già abbiamo la certezza che l’anno prossimo torneremo nella così detta “culla dell’umanità”, magari in quella ancora più misteriosa, più “selvaggia”, abbiamo in testa i paesaggi, i tramonti, gli animali, il cielo stellato, l’immagine dei bambini con i loro sorrisi, i loro “ciao”…Abbiamo nel cuore un male che non si può curare…Contro cui non esistono vaccini…Ma è un male dolce, che da sollievo, che piace tenere per se stessi…È questo che si chiama mal d’Africa! Alessandro & Ida – prov. Vercelli



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