Un mese all’avventura

Dopo avere letto su Turisti per Caso i racconti entusiastici sulla Malesia e sulla Thailandia decidiamo di partire alla volta di questi due bellissimi paesi, aggiungendo anche una puntatina a Singapore. Prenotiamo il volo Palermo – Roma – Bangkok e ritorno in agenzia, attratti da una buona offerta ( 1.700 euro in due), e gli hotels e i voli...
Scritto da: Morena e Michel
un mese all'avventura
Partenza il: 25/05/2007
Ritorno il: 22/06/2007
Viaggiatori: in coppia
Dopo avere letto su Turisti per Caso i racconti entusiastici sulla Malesia e sulla Thailandia decidiamo di partire alla volta di questi due bellissimi paesi, aggiungendo anche una puntatina a Singapore. Prenotiamo il volo Palermo – Roma – Bangkok e ritorno in agenzia, attratti da una buona offerta ( 1.700 euro in due), e gli hotels e i voli tra i paesi tramite i siti asiarooms, booking.Com ed airasia. Partiamo il 25 Maggio mattina per Roma Fiumicino e da qui verso Bangkok , con un boeing della Thai. Dopo 11 lunghe ore di volo atterriamo al nuovo aereoporto di Bangkok, il Suvarnabhumi. Cambiamo un po’ di euro e prendiamo un taxi che per 600 bath ci porta al nostro hotel, il Marriott Riverside Resort, dove trascorriamo 5 notti ( 92 euro a notte).

L’hotel è bellissimo, immerso in un lussureggiante giardino tropicale, ha una bella piscina, 5 ristoranti raffinati, beauty farm, palestra. La camera è grande ed elegante, la prima colazione è a dir poco fantastica. L’hotel è ubicato sulla riva sinistra del fiume Chao Praya, ma alcuni battelli sono messi a disposizione degli ospiti per trasportarli, gratuitamente, sull’altra riva del fiume.

Siamo troppo stanchi per uscire, così trascorriamo la giornata a riposarci e ci alziamo solo per cenare. Non vogliamo allontanarci troppo, così decidiamo di provare uno dei ristoranti dell’hotel.

Scegliamo il Trader Vic’s, con cucina polinesiana e mangiamo aragoste e pesce fresco per 80 euro in due ( un po’ caro per Bangkok ma la cena è davvero raffinata e squisita!).

Bangkok ci affascina subito, nonostante il traffico e l’umidità.

La giriamo in lungo e in largo con il battello espresso ( 13 bath a tratta a persona), i tuc tuc ( è d’obbligo contrattare!), lo skytrain ( veloce e supertecnologico).

La domenica visitiamo lo Chatuchak Market dove è possibile acquistare abiti, seta, porcellane, animali ( anche serpenti e scarabei enormi vivi!) e cibo a prezzi stracciati.

Nel pomeriggio, bagnati fradici di sudore, riprendiamo lo skytrain e andiamo a dare un’occhiata al Siam Paragon, grande centro commerciale con bei negozi e tanti ristorantini economici dove mangiamo qualcosa.

Il giorno seguente andiamo a vedere il famoso Buddha sdraiato posto all’interno del Wat Po ed io ne approfitto per farmi fare un massaggio di mezz’ora nella scuola di massaggi thailandesi ( 250 bath). Prendiamo un tuc tuc e ci facciamo portare a KhaoSanRoad, la via resa celebre dal film The Beach e in una delle tante agenzie di viaggio prenotiamo una escursione ad Ayutthaya per il giorno dopo ( 30 euro a pers.). Trascorriamo il pomeriggio nel quartiere di Little India, gironzolando tra i negozietti di stoffe e ceniamo al Mama’s, dove mangiamo del masala chicken e del tandoori chicken accompagnati da riso per 230 bath, bevande comprese…Bangkok è veramente super economica!! Arriva il giorno dell’escursione; ci vengono a prendere in pullman la mattina presto e partiamo , con altri turisti, per Ayutthaya, l’antica capitale del Siam.

Qui vediamo tanti Buddha seduti e sdraiati, tanti templi e il bel complesso degli Stupa della vittoria, all’interno dei quali si trovano le reliquie dei re. Visitiamo il Bang Pa Inn, la residenza estiva dei re e passeggiamo per i bei giardini.

Ritorniamo in hotel via fiume su un grande battello dove viene organizzato un buon pranzo a buffet.

Ceniamo al bellissimo ristorante Riverside Terrace dell’hotel dove è allestito un enorme buffet con piatti della cucina mongola, thai, giapponese e italiana e ammiriamo lo spettacolo di danze thai in costumi tradizionali.

La mattina del 30 maggio ci rechiamo al Palazzo reale ma i festeggiamenti per una ricorrenza particolare non ci permettono di visitarlo tutto e non riusciamo neppure a vedere il famoso Buddha di smeraldo. Un po’ delusi andiamo a vedere il bellissimo Wat Benchambophit, in marmo di Carrara e poi andiamo a vedere il quartiere di Chinatown, sporco e con tante bancarelle.

Decidiamo di trascorrere l’ultima sera del nostro soggiorno a Bangkok a Patpong, il quartiere a luci rosse. Troviamo un grazioso mercato di artigianato locale e ci accorgiamo della presenza di numerosi locali all’interno dei quali scorgiamo giovani thailandesi poco più che bambine ballare quasi nude con turisti grassi e vecchi…Uno spettacolo veramente squallido.

I ragazzi cercano di convincerci ad entrare per assistere a spettacoli sexy ma noi decliniamo gentilmente tutti gli inviti. Ceniamo in un ristorante libanese e poi andiamo a nanna.

Il 31 Maggio partiamo alla volta di Singapore con un volo Airasia.

Arriviamo all’aeroporto Changi di sera e raggiungiamo il Fragrance Emerald hotel dove trascorreremo 2 notti ( 50 dollari singaporiani a notte) con la metropolitana.

Ci troviamo nel quartiere a luci rosse di Geylang che, pur essendo in posizione centrale, è veramente pieno di prostitute. L’hotel è bruttino e la stanza è mediocre; meglio spendere qualcosa in più e alloggiare, ad esempio, dalle parti di Orchad road.

Abbiamo solo un giorno per visitare la città e la giriamo cercando di vedere le cose più interessanti.

Passeggiamo per Little India, Arab Street con la sua bella moschea, e Chinatown, molto pulita e ordinata. Fotografiamo il Merlion, statua simbolo di Singapore e gli altissimi grattacieli.

Saliamo sulla funivia ( 27,80 ds a pers a/r) diretti a Sentosa Island e visitiamo il famoso Underwaterworld ( 19,50 ds a pers). All’ingresso c’è una grande vasca dove nuotano razze maculate, squali cechi e pesci palla e noi ci divertiamo un mondo ad accarezzarli e a farci bagnare dai loro schizzi. Un tapis roulant ci fa passare attraverso un tunnel sottomarino lungo 80 metri mentre decine di squali, cernie e perfino un dugongo nuotano sopra le nostre teste.

Nel biglietto di ingresso è compreso lo spettacolo dei delfini rosa nella Dolfhin Lagoon, ma sono già le 18:30 e l’ultimo spettacolo è già terminato così non riusciamo a vederlo.

Ceniamo al Newton Food Centre, dove facciamo una scorpacciata di granchi al pepe e gamberoni e, dopo una passeggiata tra i grattacieli illuminati di Singapore, ce ne torniamo in albergo.

Il 2 Giugno, con i nostri bagagli, ci rechiamo a Lavender Street e prendiamo un bus della Transnational Express per Kuala Lumpur ( 25 ds a pers). Il viaggio dura 5 ore e trenta ma i sedili sono comodi e non ci stanchiamo troppo.

Arrivati alla stazione Puduraya ci dirigiamo a piedi verso il nostro albergo, lo Swiss Inn dove trascorreremo 4 notti (130 ringitt a notte ).

L’hotel si trova in piena Chinatown e uno degli ingressi dà su Petaling Street dove ogni giorno si svolge un mercato di abbigliamento contraffatto; qui si fanno veri affari con pochi euro e vi consigliamo vivamente di portare con voi una valigia vuota ( o di comprarla lì) e riempirla di magliette, cinture e borsette. Ceniamo con nasi goreng e satay di pollo in uno dei rstorantini di Chinatown. Il giorno seguente iniziamo il nostro giro per la città.

Ammiriamo le famose Petronas Tower, che preferiamo vedere da fuori a causa delle lunghe file per riuscire a salirvi, ed entriamo al Suria KLCC posto ai piedi delle torri.

Visitiamo la Masjid Jamek ( moschea del venerdì), arriviamo a Merdeka Square, dove nel 1957 venne proclamata l’indipendenza dagli inglesi, e fotografiamo il bel Palazzo del sultano, oggi sede della corte suprema.

La sera ceniamo al ristorante girevole Seri Angkasa, posto sulla Menara Tower, la 4° torre delle telecomunicazioni più alta del mondo, da cui godiamo di un panorama spettacolare sulla città ( 264,50 rg per due a buffet, prenotato con internet).

Il 4 Giugno decidiamo di trascorrerlo a Malacca; andiamo alla stazione Puduraya e prendiamo un bus della compagnia Delima ( 9,4 rg a pers. A/r ).

In due ore e trenta arriviamo in questa città che nel XV° secolo era il maggior porto commerciale del sud est asiatico. Ogni colonizzazione succedutasi nei secoli ha lasciato la sua impronta; infatti si incontrano edifici portoghesi e olandesi, tempi buddhisti e taoisti, moschee islamiche e shophouse in stile peranakan. È carino girare la città a bordo dei tipici risciò addobbati con fiori e lucine.

Torniamo in hotel nel tardo pomeriggio e ceniamo in uno degli innumerevoli ristorantini di Chinatown.

Il giorno dopo, con la metropolitana aerea, ce ne andiamo al Chow Kit Market, bellissimo e poco turistico mercato dove acquistiamo dei vestitini, litchi e mangosteen e enormi pacchi di “salutari” patatine fritte ( praticamente fettine di banane e tapioca fritte).

Prendiamo un taxi e andiamo a vedere il Bird Park, dove camminiamo all’interno di un’enorme voliera popolata da pavoni, aironi, pappagalli, buceri e tante altre specie di uccelli.

Ceniamo all’Hard Rock Cafè e poi andiamo ad ammirare le torri illuminate, uno spettacolo che da solo vale la visita di Kuala Lumpur.

E’ arrivato l’ultimo giorno, il nostro volo per Kota Barhu parte nel pomeriggio e approfittiamo della mattina per andare a vedere il parco degli ibiscus e delle orchidee ( ingressi liberi) e quello bellissimo delle farfalle ( 15 rg a pers.). Ci rechiamo all’aeroporto dove pranziamo e prendiamo il nostro aereo.

Non abbiamo prenotato l’albergo e chiediamo consigli ad un tassista che ci porta al Grand Riverview Hotel, il migliore della città, dove ci viene proposta una superior al prezzo di 208 rg con colazione.

Accettiamo; la stanza è bella e spaziosa e si affaccia sul fiume, inoltre vi è anche una piccola piscina dove ci rilassiamo un po’.

Kota Barhu è la capitale del Kelantan, lo stato più conservatore della Malesia; ce ne accorgiamo visitando il pittoresco mercato centrale, ubicato in un edificio moderno che ospita prodotti freschi al pianterreno ( frutta, verdura, uova di tartarughe) e spezie e stoffe ai piani superiori.

Le venditrici portano tutte il velo e, vedendo la mia chioma riccia sciolta sulle spalle, mi fanno cenno di coprirla; alcune invece mi fanno i complimenti.

In una bancarella vediamo dei Durian, strani frutti spinosi famosi per essere afrodisiaci e anche un po’ puzzolenti e ne compriamo una fetta. Lo assaggerò solo io ( Michele non si fida) una volta tornati in hotel…Ha un gusto orribile, di cipolla marcia e lo butto via.

La città non offre molto da vedere, è sporca e la sera vediamo pure grossi ratti passeggiare per le vie.

Il 7 Giugno prendiamo un taxi per Kuala Besut; qui ci rechiamo a piedi all’agenzia di viaggi Cocohut Travel and tours dove Miss Yen, l’impiegata malese che avevamo contattato tramite mail, ci aspetta per saldare il conto della nostra prenotazione per 8 notti presso il New Cocohut di Perhentian Besar ( 180 rg a notte).

Saliamo sulla barca veloce ( 60 rg a pers. A/r) e in 45 raggiungiamo la nostra isoletta.

Il New Cocohut è carino, il nostro bungalow sulla spiaggia è tutto in legno, la camera da letto graziosa e dotata di aria condizionata e frigobar, il bagno molto molto semplice.

La pulizia della stanza viene fatta solo su richiesta e, per potere cambiare lenzuola ed asciugamani, è necessario portarli di persona alla reception.

La spiaggia antistante è troppo corta e il fondale non è un granchè.

La cucina del resort, invece, è ottima: ogni sera organizzano barbeque di pesce freschissimo a buon prezzo. Molto buona anche la cucina dell’Abdul ( la più economica), dove mangiamo squalo e barracuda alla brace, e quella del Tuna bay ( un po’ più cara).

Ci spostiamo da una spiaggia all’altra dell’isola con la canoa, attraversando la giungla a piedi ( è necessario cospargersi di autan per la forte presenza di zanzare tigre) o con le barchette a motore dei locali.

La spiaggia più bella e grande dell’isola è quella del Pir ed è qui che facciamo amicizia con una coppia di Varese, Bruno e Laura con i quali trascorriamo parte della nostra vacanza.

I fondali di fronte al Pir sono belli e colorati e popolati da squali pinna nera e tartarughe; l’emozione più grande rimarrà l’incontro quasi a riva con una tartaruga che siamo riusciti persino ad accarezzare.

Bella l’escursione acquistata presso il nostro resort che ci porta a shark point, dove vediamo un grosso squalo, turtle point, dove riusciamo ad avvicinarci ad un enorme tartaruga e in una zona dove i coralli sono coloratissimi e fluorescenti.

Purtroppo il giorno dopo mi sveglio con forti dolori di pancia, probabilmente dovuti all’aria condizionata; per fortuna abbiamo con noi i farmaci giusti e dopo tre giorni passa tutto.

L’isola, pur appartenendo ad un parco marino, non è salvaguardata dai locali e sulle spiagge si trovano cumuli di spazzatura e qualche scarafaggio che troveremo anche nella nostra stanza.

Il 15 Giugno riprendiamo la barca veloce per Kuala Besut e da qui, con un taxi sgangherato, ci dirigiamo verso Kuala Terengganu. Trascorriamo una notte al Sery Malaysia hotel ( 130 rg a notte), centrale ma veramente bruttino.

La città non offre nulla, facciamo solamente una breve passeggiata nella piccola Chinatown e, dopo aver cenato da Pizza Hut, ce ne andiamo a dormire.

Il mattino seguente partiamo per Kuala Lumpur dove ci attende il nostro volo per Kuching,la capitale del Sarawak, nel Borneo Malese. Il nostro albergo è il Telang Usan, dove trascorreremo 5 notti ( 110 rg a notte). L’albergo è veramente carino, la stanza grande con tutti i confort, la prima colazione buona. Kuching è una città moderna, curata e pulita, molto diversa dalle altre città del sud est asiatico.

Da non perdere il mercato che si svolge in Jl satak la domenica, in cui gli abitanti dei villaggi circostanti vendono i loro prodotti. Interessante il Museo del Sarawak con la mostra di animali imbalsamati e la ricostruzione di una longhouse.

Molto carino è pure il mercato che si svolge ogni giorno sul lungofiume, dove si possono acquistare spezie, frutta, pesce.

Presso il nostro hotel acquistiamo un’escursione al Semenggok Wildlife Rehabilitation Centre ( 68 rg a pers.), una riserva nata per ospitare orangutan, scimmie e altri animali rimasti orfani o catturati illegalmente, dove abbiamo la fortuna di assistere al pasto di due orangutan maschi e di parecchie femmine con in braccio i loro cuccioli. Acquistiamo pure un’escursione al Bako National Park ( 218 rg a pers.) di una intera giornata.

Il parco è immenso; la nostra guida ci accompagna attraverso la fitta giungla dove incontriamo macachi dispettosi, varani, vipere verdi, maiali barbuti e le rare scimmie nasiche nascoste tra le mangrovie. Pranziamo nell’unico ristorante del parco facendo attenzione che le scimmiette non ci portino via il piatto! Non abbiamo molto tempo per potere visitare le long house degli Iban, così l’ultimo giorno decidiamo di partecipare ad un escursione al Kampung Annah Rais della tribù dei Bidayu, a 60 Km da Kuching ( 90 rg a pers.).

La struttura è originale ma le stanze hanno tv, mobili e antenne paraboliche e sotto le palafitte notiamo persino delle auto e dei ciclomotori. Gli abitanti sono impegnati nelle loro conversazioni e non ci prestano molta attenzione…Saranno abituati alle visite dei turisti! Per quanto riguarda il cibo a Kuching non c’è che l’imbarazzo della scelta.

Noi consigliamo di provare il Sea Good Food Restaurant vicino l’hotel e il Top Spot Food Court, dove abbiamo mangiato del pesce locale e delle aragostine freschissime a poco prezzo.

Il 21 Giugno ci attendono ben 4 voli per ritornare a casa…E dopo un mese siamo veramente stanchi! Dopo esserci nutriti per un intero mese di cibo fritto e piccante il nostro stomaco è un po’ sottosopra e necessita di “vitto in bianco”!!! Il viaggio è stato bellissimo, abbiamo visto e imparato tantissime cose, ma se anche voi vorrete intraprendere un viaggio così lungo in questa parte del mondo non esagerate con i piatti della cucina locale! Ciao e al prossimo viaggio!!



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