Un incontro particolare

Al rientro da ogni viaggio, specie se intenso come quello appena trascorso, è normale sentirsi arricchiti e consapevoli delle esperienze vissute ma, l’episodio che mi è occorso va oltre le normali aspettative… ed è per questo, forse, che ho deciso di provare a condividerlo. I primi giorni di gennaio dopo una settimana di rocamboleschi...
Scritto da: daniele@tavo.it
un incontro particolare
Partenza il: 26/12/2006
Ritorno il: 07/01/2007
Viaggiatori: in gruppo
Spesa: 1000 €
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Al rientro da ogni viaggio, specie se intenso come quello appena trascorso, è normale sentirsi arricchiti e consapevoli delle esperienze vissute ma, l’episodio che mi è occorso va oltre le normali aspettative… ed è per questo, forse, che ho deciso di provare a condividerlo. I primi giorni di gennaio dopo una settimana di rocamboleschi spostamenti tra la Thailandia ed il Laos arriviamo a Luang Prabang nella parte settentrionale del paese; questa città dichiarata Patrimonio dell’Umanita dal Ucesco conta ben 32 templi buddisti, o più correttamente Wat secondo la lingua Lao. Verso le 17,30 alla spicciolata entriamo all’interno del Wat sistemandoci verso il fondo della sala delle preghiere; un novizio notando questo arrivo subito ci invita a sederci e a partecipare alla cerimonia. A differenza delle celebrazioni a cui ho assistito in Ladakh o in Tibet questa è meno “folcloristica”, i monaci disposti in ordine d’anzianità recitato a memorie parti di testi sacri. L’intera celebrazione dura circa un ora ed al termine, dei sedici stranieri venuti ad assistere alla preghiera rimaniamo solamente in tre; un giovane monaco vedendoci si avvicina e molto timidamente ci domanda se possiamo ancora dedicargli un po’ del nostro tempo. Usciamo all’aperto in sua compagnia e dopo esserci sistemati seduti intorno ad un tavolo inizia a raccontarci per sommi capi la vita all’interno del monastero. I novizi sono tenuti a rispettare 10 regole tra cui le più dure sono il divieto di giocare o praticare sport, il divieto di mangiare al di fuori del orario stabilito (dall’alba a mezzogiorno un unico pasto) e non dormire in un letto ma bensì sdraiati sul pavimento. Al termine della spiegazione il giovane La, così si chiama il novizio, estrae dalla sua tunica una sciarpa gialla dono di alcuni fedeli ad un monastero e sfilacciandola confeziona tre braccialetti che prima di consegnarceli recita in silenzio una benedizione e poi pregandoci assolutamente di non toccarla annoda ai nostri polsi questo inaspettato regalo; dopodichè prima di congedarsi ci confida che ai novizi è possibile invitare alcuni amici a visitare il loro tempio, normalmente vietato ai laici, ormai le sorprese si susseguono ed in questo strano pomeriggio dove le ombre della sera hanno velato i grandi alberi che circondano questa parte del Wat ci apprestiamo ad entrare nella sala delle cerimonie guidati da un cicerone di tutto rispetto. L’interno non è molto dissimile dalla sala vista in precedenza ma quello che rende unico la nostra visita sono gli insegnamenti che La via via ci espone, e poi esortandoci a pregare con lui compiamo i tre inchini rituali che precedono e concludono ogni preghiera.


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