Un grande viaggio in un grande Paese: gli USA

Un tour fra California, Nevada, Utah e Arizona
Scritto da: francogigante1953
un grande viaggio in un grande paese: gli usa
Partenza il: 03/05/2013
Ritorno il: 03/06/2013
Viaggiatori: 4
Spesa: 4000 €
Un grande viaggio in un grande Paese

Indice dei contenuti

Questo resoconto riguarda un viaggio, da sempre sognato, negli Stati Uniti: poiché è veramente un grande Paese abbiamo abbandonato da subito l’idea di effettuare un viaggio “coast to coast” (occorrerebbero almeno due mesi x effettuarlo con un minimo di dettaglio) “ripiegando” su un viaggio attraverso 4 stati (California, Nevada, Utah, Arizona) con un piccolo sconfinamento in New Mexico.

Il tutto impiegando comunque un mese: d’altra parte per me è molto importante anche la qualità di ciò che si visita e non solo la quantità e in un mese si riesce ad ottenere un buon compromesso, di seguito trovate il dettaglio del viaggio così come è stato programmato e poi rispettato nel corso del viaggio, i tempi di percorrenza sono indicativi, soste escluse.

Noi eravamo in 4, io, mia moglie Roberta ed una coppia di amici con qualche anno più di noi ma con cui ci siamo trovati benissimo perché molto affiatati, d’ altra parte in un viaggio di un mese, fatto con amici, è molto importante esserlo.

PRIMO GIORNO Venerdì 3 maggio Genova – Los Angeles (con cambio a Parigi CDG e a Cincinnati)

Partiamo da Genova alle 8 e arriviamo alle 18 (ora locale) ma con l’ ora italiana sarebbero le tre di notte, pertanto subito a nanna.

La prima notte abbiamo prenotato all’ hotel Marriott, molto vicino all’ aeroporto e con un comodo servizio di navetta A/R.

SECONDO GIORNO Sabato 4 maggio: Los Angeles

Alla mattina passiamo alla Dollar a ritirare l’auto (prenotata in anticipo in Italia con E-noleggio auto): ci vorrebbero dare un’ auto enorme, noi però scegliamo una Chevrolet Traverse, un pò più piccola, ma sempre enorme visto che è un grosso SUV.

Andiamo subito al Motel Coral Sand, in zona Hollywood, comodissimo per la linea rossa, dove prendiamo possesso delle nostre stanze.

Nel pomeriggio con la metro (linea rossa una corsa 1,5 $) si va a Hollywood Blv dove passeggiamo sulla Walk of Fame, con le stelle di attori e cantanti, e vediamo il Teatro Cinese con le combinazioni di mani, piedi e firma degli attori famosi immortalati nelle lastre di cemento; ci sono anche parecchi negozi accanto al Kodak Theatre mentre davanti all’Hard Rock Cafè (vicino alla Metro Hollywood Highland) i sosia di Michael Jackson e di Elvis Presley si fanno fotografare con i turisti, in distanza, salendo una scalinata che porta ad un centro commerciale, si vede la famosa scritta Hollywood.

Ritorniamo al motel a prendere l’ auto x andare al Griffith Observatory, a poche miglia di distanza: si lascia l’ auto un pò a valle xché il parcheggio è piccolo, si prosegue a piedi e arrivati in cima si ammira Los Angeles dall’alto e si rivede la famosa scritta HOLLYWOOD.

TERZO GIORNO Domenica 5 maggio: Los Angeles

N.B. Il cinquo de mayo c’è la festa della cultura messicana con balli e musica. Oggi l’intera giornata è dedicata alla visita degli Universal studios www.universalstudioshollywood.com. Prendiamo la linea rossa della metro e scendiamo alla fermata Universal City, da lì una navetta porta all’ ingresso degli Studios (così facendo si risparmiano anche i 20 $ x il parcheggio auto). L’ ingresso x un giorno costa 80 $ a testa; c’è anche il Front of Pass Line (129 $) che permette di saltare la fila x le attrazioni dove l’ attesa è superiore ai 10 min. ma non è necessario, basta presentarsi singolarmente, praticamente in tutte le attrazione esiste una corsia riservata ai “single riders” e con quella si bypassano tutte le file, Io ho provato tutte le attrazioni (i Simpsons, Transformer, Terminator 2, Jurassic Park, Shrek 4-D, la Mummia, la casa degli orrori, lo spettacolo degli animali attori, i Blues Brothers e infine il WaterWorld, lo spettacolo più famoso) ma prima abbiamo fatto lo Studio Tour col trenino che porta tra i set cinematografici più famosi, tra cui CSI, Lo Squalo, Psyco, spiegando come vengono realizzati e impiegati gli effetti speciali; uscendo facciamo un giro nella famosa Universal CityWalk dove ci sono molti negozi.

QUARTO GIORNO Lunedì 6 maggio: Los Angeles

Si doveva andare a Disneyland ad Anaheim (ingresso a Disneyland Park a 87 $ x un giorno più 15 $ di parcheggio), purtroppo sta piovigginando, allora cambiamo programma e ci dirigiamo in centro (downtown) con la linea rossa: scendiamo al capolinea per ammirare l’Union Station, stazione ferroviaria costruita in stile messicano (adobe).

Poi visitiamo il Pueblo (Olvera St., col mercato messicano e la prima casa del pueblo), Downtown, la Walt Disney Concert Hall e il quartiere amministrativo con la City Hall.

Al pomeriggio andiamo a Venice beach, la spiaggia dei rasta e dei culturisti (Muscle beach), per goderci il tramonto e cenare.

QUINTO GIORNO Martedì 7 maggio 240 ml (384 Km) 4 h Los Angeles – Cambria

Oggi inizia il nostro viaggio verso San Francisco, l’uscita non è difficoltosa, ma x entrare c’è una coda di 10 km; cmq qui le autostrade (anche 8 corsie x ogni senso di marcia) hanno la corsia più a sinistra per le auto in car-sharing o car-pool, cioè una corsia riservata alle auto con almeno 2 persone a bordo, scansando così le lunghe code che si formano negli orari di punta, inoltre non sono a pagamento.

Per andare a San Francisco prendiamo l’Highyway 1, una bella strada panoramica che costeggia la costa con vedute spettacolari e ponti a picco sul mare, facciamo un primo stop a Santa Barbara, (c’è Zuma Beach, la spiaggia dei surfisti) con un bellissimo centro di origini spagnole, curato e con bei negozi; vediamo la missione (ce ne sono ben 19 in tutta la California) fondata dai francescani e il presidio, forte spagnolo trasformato in un interessante percorso museale che testimonia la storia della presenza spagnola in California, molto bella anche la lunghissima spiaggia e la passeggiata.

Riprendiamo il cammino e arriviamo a S. Luis Obispo (anche qui c’è un’ antica missione); con piccole deviazioni si potrebbero vedere Shell Beach e Hearst Castle, pernottiamo a Cambria piccola e graziosa cittadina con motel e ristoranti.

SESTO GIORNO Mercoledì 8 maggio 240 ml (384 Km) 4 h Cambria – San Francisco

Da Cambria si percorre il Big Sur. 4 ore di curve a picco sul mare, ma ne vale la pena, sulle spiaggie della vicina Piedras Blancas si vedono centinaia di elefanti marini e bellissimi siti, ad esempio la MC Way Falls (cascata sulla spiaggia che si trova nel Julia Pfeiffer Burns State Park) o la spiaggia che si trova più a nord nel Julia Pfeiffer Big State Park. Anche la riserva marina di Point Lobos meriterebbe una visita ma bisogna fare delle scelte, allora puntiamo su Carmel, una bella cittadina di artisti e ricchi, poi proseguiamo per la 17 mile drive, una strada a pagamento (9,5 $) in una pineta con ville da sogno e bei paesaggi sull’oceano, attraversiamo Monterey (N.B. con eventuale piccola deviazione interna da Monterey si arriva a Salinas x visitare il National Steimbeck Center) e infine arriviamo a San Francisco.

SETTIMO GIORNO Giovedì 9 maggio: San Francisco

La giornata inizia passando da Union Square per andare al Visitor Center (in un chiosco vicino alla stazione della metropolitana di Powell) ad acquistare i CityPass (muni pass fast) (http://www.citypass.com/sanfrancisco): 3 giorni costano 22 $, compresi i giri sui cable car che altrimenti costerebbero 6 $ a tratta, un vero affare!.

Poi visitiamo Chinatown, con i lampioni caratteristici e le lampade appese ai fili della luce, diverse case hanno i tetti a pagoda.

Da qui si prende un autobus (8X) con destinazione il Pier 39, un molo pieno di negozi, bar, ristoranti (da provare il cioppino, cioè la famosa zuppa di granchio servita nel pane scavato), bancarelle, dove si possono vedere i leoni marini che prendono il sole; c’e anche il Bubba Gump, il ristorante di gamberi di Forrest Gump, passeggiando sul lungomare si arriva al Musee Machinique, un grande magazzino pieno di giochi d’epoca ancora funzionanti. Di fianco ci sono attraccati il sottomarino Pampanito (x visitarlo si pagano 12 $ a testa) che ha operato nella seconda guerra mondiale nel Pacifico e una delle famose navi Liberty che venivano costruite in soli 60 giorni x formare i convogli che oltrepassavano l’ Atlantico; pensate che questa nave, nel 1994, in occasione del 50 anniversario dello sbarco, ha ancora navigato sino in Normandia!

Sulla strada del rientro passiamo per Ghirardelli Square, dove visitiamo l’omonima famosa fabbrica di cioccolato e prendiamo il cable car che fa capolinea proprio lì: i cable car funzionano a cremagliera, si possono prendere al volo e al capolinea vengono “girati” a mano dal manovratore x permettere di rifare il tragitto al contrario; l’ attesa a volte può superare l’ora, ma ne vale la pena.

Se volete andare sul cable car, non fate la fila al capolinea di Union Square, guardate come inverte il senso di marcia ma poi prendetelo altrove, ad es. vicino a Lombard Street c’è un altro capolinea meno affollato; inoltre se vi volete sporgere fuori dal cable car non dovete avere zaini addosso perchè quando si incrociano 2 vetture lo spazio è poco e rischiate di agganciare chi si sporge dall’altra carrozza!

Passiamo x Lombard Street e scendiamo a Nob Hill x visitare la Grace Cathedral, con alcune opere del 300 e del 500, infine ritorniamo in Union Square per un pò di shopping da Macy’s prima di rientrare in hotel.

OTTAVO GIORNO Venerdì 10 maggio: San Francisco

Dopo una buona colazione nel nostro hotel, ci dirigiamo al quartiere italiano di North Beach, pieno di caffè (famoso il Trieste) e ristoranti, poi si va in Levi’s Plaza dove si trova la famosa fabbrica di jeans; nello store compro un paio dei mitici 501, infine si va al Pier 33 per l’imbarco per Alcatraz (30$ a testa), la visita è fatta con audio guide, davanti alle celle si ascolta la storia da chi l’ha vissuta.

Nel pomeriggio si affronta la ripida salita di Telegraph Hill per salire alla Coit Tower; uno dei due punti più alti da cui vedere la città (l’altro è Twin Peaks), la salita in ascensore costa 7 $, noi non la facciamo perché il panorama è quasi completamente coperto dalla vegetazione sottostante: da lì con l’ autobus andiamo in Lombard Street, considerata la strada più ripida e tortuosa al mondo: è lunga 400 metri, a senso unico e piena di tornanti che le auto devono percorrere a passo d’ uomo, visto che la pendenza di questa strada tocca il 27%; anche noi la percorriamo in discesa facendo parecchie foto, infine ci facciamo un giro da Westfield (865 Market St, all’incrocio con Powell St, sotto a Union Square), mall nuovo di zecca.

NONO GIORNO Sabato 11 maggio: San Francisco

Dopo una visita al quartiere messicano, in particolare vediamo la Mission Dolores, andiamo a Castro, famoso quartiere gay, il cui centro è Castro Street che va da Market Street alla 19th Street.

Poi ci dirigiamo col bus ad Alamo Square, dove ci sono diverse case in stile vittoriano, le famose Painted Ladies o sette sorelle in Steiner Street, di fronte c’è un piccolo parco da cui facciamo un pò di foto; in Hayes St. prendiamo il bus n. 21 che in 20 min. ci porterà alla City Hall (1 Polk St sopra ad Hayes St), nei dintorni ci sono interessanti edifici, tra cui un teatro, costruiti in stile francese dell’ 800.

Da lì andiamo a Japantown (carina ma non paragonabile all’ estensione di Chinatown) e poi terminiamo la giornata visitando l’interessante e gratuito museo dei Cable Cars dove si vedono i meccanismi meccanici che fanno muovere l’ intero sistema tranviario.

DECIMO GIORNO Domenica 12 maggio 98 ml (156,8 Km) San Francisco – Point Reyes A/R.

Di prima mattina ci dirigiamo a Fort Mason o meglio, a quel che resta, cioè alcune piattaforme di cannoni dell’ epoca della guerra di secessione che puntavano verso la baia; c’ è da vedere anche l’ Exploratorium (è al Presidio), museo delle scienze ricco di attrazioni tecnologiche, ma non ci riusciamo x mancanza di tempo; allora andiamo al Golden Gate, passando prima da Fort Point x fare delle fotografie del ponte le cui fondamenta sono proprio accanto al forte ma la nebbia ce lo impedisce, del ponte si intravvedono solo i pilastri.

Cmq la puntata su Fort Point merita ugualmente perché il forte (ingresso libero) è davvero un bell’ esempio di architettura militare che risale alla guerra di secessione e all’ interno ci sono interessanti spiegazioni e ricostruzioni della vita militare dell’ epoca, comprensive di bellissime foto di quel periodo.

Attraversato il ponte, posteggiamo in una grossa piazzuola x cercare di vederlo spuntare dalla nebbia ma il ponte continua a nascondersi alla nostra vista pertanto proseguiamo per Sausalito, ridente cittadina dalla parte opposta della baia, molto carina con bei negozi ed un anfiteatro di villette sparse nel verde della collina.

Poi si va al Point Reyes National Seashore che si trova a circa 60 Km da S. Francisco, ci si arriva abbandonando la 101 e proseguendo lungo la costa del Pacifico.

Durante il percorso ci sono vari punti panoramici su belle spiagge e scogliere; arrivati a Point Reyes, la parte che più ci interessava, cioè il sentiero che corre lungo la faglia di Sant’Andrea, si rivela purtroppo un vero bidone, il parco è molto bello, con bei scorci sulle scogliere percorse da svariati sentieri, ma la faglia non si vede, ci aspettavamo perlomeno qualche segno evidente nel terreno.

Al rientro veniamo però premiati dalla visione del Golden Gate in pieno sole, senza nebbia, per fotografarlo meglio si prende l’ ultima uscita prima del ponte, a destra, e si percorre una strada in salita che porta a diversi punti di osservazione, noi ne facciamo due e fotografiamo a più non posso, in mezzo ad un vento micidiale ma col sole.

Poi si va al Presidio dove sostiamo al palazzo della Legion of Honor, purtroppo è chiuso ma nell’atrio, all’aperto, si può vedere una delle innumerevoli statue dal titolo “Il pensatore” fatte da Rodin (ne ha scolpite una trentina); vorrei anche passare dal vicinissimo Golden Gate Park dove ci sono la galleria De Young, il Botanical garden, il Japanese Tea Garden (un bel giardino in stile giapponese) e la California Accademy of Science Museum ma sono già le 18.30 ed è l’ ora di rientrare in albergo.

UNDICESIMO GIORNO Lunedì 13 maggio 200 ml (320 Km) 4 h San Francisco – Oakland–Livermore-Modesto-Merced- El Portal

Da San Francisco a El Portal la strada scorre veloce, attraversando distese immense poco trafficate, arrivati all’entrata dello Yosemite National Park facciamo la tessera annuale x visitare tutti i parchi (nominativa, costa 80 $ e vale per tutti noi).

Questo parco è enorme, le aree turistiche sono 5: Yosemite Valley, Glacier Point, Hetch Hetchy, Wawona e la zona lungo il Tioga Road.

Sulla strada per Glacier Point andiamo a vedere le Bridalveil falls (sentiero circolare, 0,8 Km, 20 min.) che si trovano sulla destra, qualche Km prima del paese (c’ è anche il parcheggio); risaliti in auto, dopo pochi Km. ci fermiamo nel parcheggio prima del tunnel per ammirare dall’ alto un paesaggio incomparabile della Yosemite Valley con i suoi monti (El Capitan e Half Dome su tutti) e le sue cascate, poi proseguiamo (sostando in altri punti panoramici, ad es. Washburn Point) per il Glacier Point che è un posto molto affollato ma è il miglior viewpoint sulla Valley, da qui si ammirano le Yosemite Falls e l’Half Dome, dopo le tante foto di rito riprendiamo la strada del ritorno in hotel a El Portal (da El Portal a Glacier Point A/R ci sono 40 ml.).

DODICESIMO GIORNO Martedì 14 maggio 120 ml (192 Km) 3 h El Portal – Curry Village – Fresno.

Da El Portal al Curry Village ci sono 20 ml. e da Yosemite Village a Fresno, via Wawona, ci sono 100 ml.

Oggi iniziamo con due brevi passeggiate nella zona dello Yosemite Village, la prima ci porta alle Happy Islands (un breve sentiero dal parcheggio porta a due isolette sullo Yosemite river) poi riprendiamo l’ auto x lasciarla al centro visitatori da dove prendiamo lo shuttle gratuito e scendiamo alla fermata n.ro 6 da cui, con una passeggiata di 20 min. si va alle Upper Yosemite falls seguendo il sentiero Lower Yosemite Fall Trail (circolare, 1,7 Km, 30 min).

Infine riprendiamo lo shuttle e scendiamo alla fermata del Curry Village x fare un giro del piccolo paese, visitando la ricostruzione di un villaggio indiano e un piccolo museo, poi risaliamo in macchina (sarebbe bello salire al Tioga Pass con viste mozzafiato ma il tempo è tiranno) e prendiamo la strada 41 per Wawona (è a 37 ml. dal Curry Village); dopo averla oltrepassata, a 6 miglia, sulla sinistra, si entra nella Mariposa grove per il nostro primo incontro con le Sequoie, tra cui una (il Grizzly Giant), di circa 1800 anni, è la più grande dello Yosemite ma soltanto al ventisettesimo posto per il volume.

Sarebbe interessante fare tutto il percorso a piedi, ma ci vogliono circa 4 ore, non avendo questo tempo optiamo per un tour con una navetta scoperta che fa tutto il percorso in 1 ora e 15 min al costo di 26.5 $.

Il giro è interessante ma vengono effettuate solo 2 soste e quindi parecchie foto, col mezzo in movimento, vengono mosse.

E’ ormai pomeriggio, passando da Oakhurst ci dirigiamo, con la 41, verso Fresno dove pernottiamo.

TREDICESIMO GIORNO Mercoledì 15 maggio 176 ml. (281,6 Km) Fresno – King Canyon NP – Sequoia NP – Three River

Da Fresno a Cedar Grove ci sono 88 ml. e da Cedar Grove a Three River ci sono altre 88 ml.

Da Fresno prendiamo la 180 e, passando x SquawValley, ci dirigiamo al Kings Canyon e al Sequoia National Park: prima si visita il Kings Canyon, lungo circa 48 Km, poi si va al Sequoia; la prima tappa è il General Grant Tree, la seconda sequoia più grande al mondo, ci si arriva seguendo un segnale poco dopo il Visitor Center.

Continuando lungo la strada principale, sempre sulla sinistra, una deviazione su strada sterrata porta al Converse Basin Grove, un tempo costituiva la più alta concentrazione di sequoie al mondo, oggi purtroppo è un imponente cimitero di alberi abbattuti.

Proseguiamo sino a Junction View, da lì ci sono alcuni view point spettacolari sul Kings Canyon, infine arriviamo a Cedar Grove, poco oltre finisce la strada, se si vogliono vedere altri bei panorami verso le alte vette che chiudono la valle consiglio di prendere la deviazione a destra, prima di Cedar Grove, che attraversa il Kings river, poi si torna indietro sino al Visitor Center e si entra nel Sequoia N.P.

Un consiglio, non avendo tempo per vedere entrambi i parchi (da prevedere mezza giornata x ognuno, alzandosi di buon’ora), suggerisco di privilegiare il Sequoia N.P., magari facendo una puntata solo sino al General Grant Tree.

Appena entrati, già merita di essere visto il Redwood Mountain Overlook, da non perdere è il successivo sentiero che porta al Generale Sherman, il più grande organismo vivente del mondo, alto 84 mt. e con un’ età di circa 2000 anni, ma ci sono sequoie che arrivano a quasi 4000 anni; interessante da vedere è il vicino museo (poco oltre, sulla strada principale), da lì una strada secondaria porta a Moro Rock e al tunnel log, scavato nel tronco di una sequoia, a fine giornata pernottiamo a Three Rivers.

QUATTORDICESIMO GIORNO Giovedì 16 Maggio 305 ml (488 Km) 6 h Three Rivers – Panamint Spring (Death Valley)

Oggi ci aspetta un lungo trasferimento, lasciamo l’hotel con calma x arrivare alla Death Valley nel pomeriggio; con la 99 si va a Bakersfield, poi a sud est fino a Mojave, quindi si risale sino a Olancha dove si gira a destra e dopo 46 ml si arriva a Panamint Springs

Con la seguente strada alternativa si fanno invece 261 ml, risparmiandone 44, non so però com’è la strada: da Three Rivers si punta a Porterville, poi a Springville e poi, con la M56, si arriva a California Hot Springs (76 ml.); da qui a Olancha (via CA178 e US 395) sono 139 ml, passando x il Lake Isabella, da Olancha a Panamint Springs la strada è ancora quella dell’ itinerario precedente.

Arrivati a Panamint Springs sistemiamo i bagagli in camera e poi, avendo ancora un pò di tempo, andiamo a vedere le Darwin Falls; l’ accesso è una strada sterrata sulla S 190, circa ¼ di ml (400 m) prima di Panamint Springs (è la prima strada a sinistra); per arrivare alla cascata più bassa, circa 20 feet (6 mt.) si fanno 2,5 miglia, usualmente accessibili con un’ auto 2WD, e si gira a destra nel parcheggio, poi si fa un corto sentiero nel Darwin Canyon (ci corre un tubo, che porta l’ acqua al Panamint Springs Resort).

Il posto è carino ma le cascate non sono granchè, specie se paragonate a quelle già viste allo Yosemite, torniamo al motel dove, dopo la cena, ci godiamo un cielo notturno pieno di stelle, reso possibile dall’ aria tersa e senza inquinamento atmosferico.

QUINDICESIMO GIORNO Venerdì 17 Maggio 286 ml (458 Km) circa 4 h Panamint Springs (Death Valley) – Las Vegas

Da Panamint Spring a Zabriskie Point ci sono 142 ml., da Zabriskie Point a Las Vegas ci sono 144 ml., in realtà sono 118 ml. perché nelle 144 sono comprese le 26 ml. A/R., facoltative, per andare al Dante’s view, quindi in totale sono 260 ml. anziché 286.

Partiamo all’alba (x viaggiare con meno caldo) da Panamint Springs diretti verso Stovepipe Wells; circa 15 miglia prima, sulla destra, c’è una strada asfaltata che porta all’Emigrant Pass (da cui lasciarono la valle i 49’s), arriviamo fin lì e al ritorno vediamo l’ormai abbandonata miniera d’ oro di Eureka, poi ritorniamo sulla 190 e raggiungiamo le Sand Dunes o Mesquite dunes, grandi dune di sabbia subito dopo Stovepipe Wells, dove facciamo belle foto.

Da qui, volendo, si potrebbe puntare a nord x vedere Ubehebe crater (un cratere di origine vulcanica), Scotty’s Castle, una residenza principesca costruita in pieno deserto da un miliardario americano o la città fantasma di Rhyolite, ma alla sera dobbiamo arrivare a Las Vegas e le cose da vedere nella Death Valley sono già tantissime, pertanto proseguiamo verso Furnace Creek.

Anzitutto, sulla destra, una piccola deviazione permette di arrivare ad un percorso intorno al Salt Creek dove si può vedere il pupfish, un piccolissimo pesce che vive in acque con concentrazione salina 4 volte maggiore rispetto al mare; ritornati sulla 190, ancora sulla destra, a circa 3 ml. prima di Furnace Creek, percorriamo il Mustard Canyon (si fa in auto in mezzo a rocce gialle, il nome è più che azzeccato) e visitiamo Harmony Borax Works; poi torniamo sulla 190 e andiamo al Furnace Creek Visitor Center a prendere un pò di documentazione e a rifornirci d’acqua fresca, quindi visitiamo il piccolo Borax Museum e facciamo un giro nel negozio di souvenirs, sempre lì a Furnace Creek.

Poi ci dirigiamo a Badwater che si trova a 25 miglia dalla deviazione tra la 190 e la 178 ed è una distesa di sale situata in una depressione a -85,5 metri s.l.m. dove è stata registrata la temperatura più alta della terra; tornando indietro verso Furnace Creek, a meno di 10 Km, sulla sinistra, c’è il Devil’s Golf Course dove il sale crea un terreno accidentato.

Proseguendo, sulla destra, c’ è una deviazione (che poi riporta sulla strada principale) che si fa in auto e che si chiama Artist’s Drive; il percorso corre tra rocce multicolori, in particolare c’ è un punto che si chiama Artist’s Palette che sembra la tavolozza di un pittore.

Infine, 5 Km prima di Furnace Creek e appena dopo l’ Artist’s Drive, c’ è il Golden Canyon Trail: lasciamo l’ auto al parcheggio e percorriamo un pezzo del Golden Canyon le cui rocce sono cangianti a seconda dell’ora in cui lo si percorre.

Giunta l’ora di pranzo ritorniamo all’accogliente Visitor Center di Furnace Creek nei cui giardini mangiamo un panino e ci riforniamo nuovamente d’ acqua fresca, poi ci dirigiamo verso l’ uscita della valle prendendo la 190; ci fermiamo a Zabriskie Point da dove si gode un bel panorama sulla Death Valley, quindi facciamo in auto la piccola deviazione del Twenty Mule Team Canyon, bel tragitto lungo l’itinerario dei pionieri, con rocce sgargianti di vari colori, che ritorna sulla strada principale da dove, seguendo un’ altra deviazione, arriviamo al Dante’s View, punto panoramico a circa 2000 mt. da cui si vede l’intera vallata (quest’ ultima deviazione richiede 26 ml. A/R).

N.B. In ogni punto panoramico ci sono i servizi, la benzina è bene farla prima di entrare nel parco, dentro i benzinai sono rari e più cari.

Arrivati a Las Vegas posiamo le valigie al motel Super 8 (comodo, vicino alla Strip) e andiamo subito al Bellagio x vedere lo spettacolo delle fontane danzanti a suon di musica, poi una cena veloce da Mc Donald’s e via a vedere il Paris: la Tour Eiffel giganteggia imponente sull’hotel (salirci costa 16 $) insieme all’Arc de Triomphe: l’interno è molto carino con i negozi come nei vicoli di Montmartre, sotto i pilastri della torre c’è il casinò con slot machine e tavoli da gioco.

SEDICESIMO GIORNO Sabato 18 Maggio: Las Vegas

Di buon’ora andiamo a visitare l’ MGM, il Mandalay Bay, il Luxor e l‘ Excalibur (in stile medievale) collegati da una monorotaia gratuita; proseguendo verso la parte centrale della Strip visitiamo il New York, con grattacieli e una riproduzione del ponte di Brooklyn (dall’ interno dell’hotel parte un’adrenalinica corsa sulle montagne russe) e il Montecarlo, infine entriamo nel negozio della M&M, 5 piani tutti dedicati ai famosi confettini colorati ripieni di cioccolato.

Proseguiamo per la Strip guardando tutti i vari negozi, l’Hard Rock, l’Harley Davidson, ecc.

Nel pomeriggio andiamo a far shopping al Premium Outlet nord (dopo lo Stratosphere), poi lasciamo gli acquisti al Super 8 e con la Monorail (la monorotaia che percorre in sopraelevata parte della Strip e passa dentro alcuni hotels) scendiamo all’ Harrat x andare al Mirage (spettacolo del vulcano in eruzione) poi una cena veloce al Mc Donalds e via a vedere il Venetian forse il più bell’hotel di Las Vegas, una Venezia in miniatura con Piazza S.Marco e il campanile; all’interno calli, canali e gondole sotto un (finto) cielo azzurro che sembra vero con gondolieri che cantano “’O sole mio”, poi vediamo lo spettacolo dei pirati al Treasure Island, suggestivo, con belle ragazze ed un galeone che affonda, infine si va al Caesar Palace con enormi scalinate in marmo tipo antica Roma.

Più in là The Palazzo (lusso e bellezza senza paragoni), quei colossi di nome Wynn et Encore e la Trump Tower dorata.

Che dire di Las Vegas! Noi ci siamo stati di venerdì e sabato, cioè nei giorni di maggior affollamento e con un caos indescrivibile, per questo motivo abbiamo deciso di starci un giorno in meno, ma non per questo sconsiglio di andarci, merita comunque vederla, non fosse altro che per farsi un’ idea anche di questa faccia dell’ America che è come si vede nei film.

DICIASETTESIMO GIORNO Domenica 19 Maggio 256 ml (410 Km) 4 h 30 min. Las Vegas–Kolob Canyon-Kolob Terrace Rd–Springdale

Da Las Vegas al Kolob Canyon (in cima) ci sono 162 ml. (2 h e 30 min.), da qui a Kolob Terrace Road (Lava Point) ci sono 64 ml. (1h e 10 min.) e da qui a Springdale ci sono 30 ml. (circa 50 min.)

Come al solito partiamo di buon’ora x dirigerci allo Zion N.P. (www.nps.gov/zion) che in realtà è costituito da tre aree distinte, cioè il Kolob Canyon, Kolob Terrace Rd. e lo Zion vero e proprio.

Avendo tempo, sulla strada, ci sarebbe da visitare la Valley of Fire, quasi al confine con lo Utah e la Ghost Town di Grafton, vicino a Rockville, dieci min. prima di arrivare a Springdale.

Arrivati al Kolob Canyons Visitor Center (è 19 ml. a sud di Cedar City – Exit 40 su I-15) ci registriamo, prendiamo alcuni depliants e poi entriamo nel parco dove una bella strada di asfalto rosso (Kolob Canyon road) in 5 ml. conduce a bei punti panoramici; a fine mattinata torniamo indietro sulla I-15 e usciamo alla exit 27 in direzione di Toquerville e La Verkin (facendo prima la 17 e poi la 9), a Virgin si entra nel parco dalla Kolob Terrace road, magnifica strada di circa 20 ml. che, attraverso vari punti panoramici, porta al Lava Point a 2.500 mt; poi si torna indietro e si prosegue per Springdale, cittadina molto carina con bei negozietti all’ ingresso dello Zion, dove pernottiamo.

DICIOTTESIMO GIORNO Lun 20 Maggio 84 ml (134,5 Km) 2 h circa SpringdaleBryce City

Da Springdale a Mt Carmel Junction ci sono 26 ml. (quasi 1h.) e da lì a Bryce City ci sono 58 ml (1h).

Lasciamo l’ auto al parking del Visitor Center perché lo Zion N.P. si può visitare solo con gli shuttle che fermano nei punti clou; noi scendiamo alla fermata più lontana, quella del tempio di Sinawava, dove facciamo il breve trail “Riverside Walk” che risale il Virgin river lungo il fondo di uno stretto canyon (un sentiero facile circa 1 h A/R), poi riprendiamo lo shuttle facendo diverse soste, la prima è a Weeping rock dove percorriamo il “Weeping Rock Trail”, una passeggiata (0,5 h A/R) che porta ad una parete rocciosa da cui scorre l’ acqua con un effetto pioggerellina, la seconda fermata la facciamo allo Zion Lodge x il trail che porta alla Lower Emerald Pools (40 min A/R).

L’ultima sosta la facciamo all’interessante Museo che racconta le presenze umane e geologiche del parco.

Non facciamo (sia per il tempo che per l’ impegno richiesto) i sentieri sino all’ Observation point (una scalata che porta al più bel panorama del parco) e ad Angels Landing, con una strada catenata lungo l’ultima parte del percorso, cmq tutta camminabile a piedi: anche da questa cima il panorama è splendido, si è di fronte all’Observation point.

Poi prendiamo l’auto e nel primo pomeriggio facciamo la spettacolare Zion–Mt.Carmel higway (10 ml./16 Km) sino a Mt.Carmel junction.

Da qui sarebbe stato bello andare verso Kanab al Coral Pink Sand Dune State Park http://stateparks.utah.gov/parks/coral-pink (30 ml. A/R) per poi ritornare al Mt. Carmel junction ma tutto non si può fare, pertanto proseguiamo verso Glendale e, per la 89, attraversiamo la Dixie Forest immettendoci poi sulla Scenic Byway 12; passando per lo spettacolare Red Canyon arriviamo a Bryce City da dove il giorno dopo partiremo x la visita del Bryce N.P. forse il più bel parco dopo quello del Grand Canyon www.nps.gov/brca.

DICIANNOVESIMO GIORNO Martedì 21 Maggio 116 ml (185,6 Km) 3 h Bryce (Visitor Center) – Torrey

A queste 116 ml. vanno però aggiunte le 16 ml. A/R della deviazione che da Cannonville porta al Kodachrome Bassin.

Il Bryce N.P., con le sue particolari formazioni rocciose dette hoodoo, è fantastico, facciamo l’escursione principale cioè il loop che parte dal Sunrise Point: il primo pezzo si chiama Queen’s Garden trail (0,9 ml) il secondo si chiama Navajo Trail (1,4 ml); il percorso non è difficoltoso, salendo verso il Sunset Point, nell’ ultimo pezzo, si incontra il Thors Hammer ( l’hoodoo simbolo del Bryce): il Navajo trail prevede un’ alternativa che passa da un sentiero chiamato Wall Street, dove si passa attraverso alte pareti contornate da hoodoo, purtroppo era ancora chiuso per il pericolo di frane e di caduta massi.

Rientrati in auto (il giro nel parco richiede15 ml.) sostiamo presso il Bryce Point e l’Inspiration Point raggiungibili a piedi in pochi minuti.

Un consiglio, d’ estate sono frequenti i temporali pomeridiani, arrivate al parco di mattina presto.

Dopo pranzo, passando x Tropic, si va a Cannonville, vicina all’ingresso del parco del Grand Staircase – Escalante N. M. www.utah.com/nationalsites/grand_staircase.htm.

Da Cannonville prendiamo la Cottonwood Road (o R-400, lunga 47 ml.), una strada sterrata praticabile da qualsiasi tipo di auto che porta a Page; sul percorso dopo 8 ml. c’è il Kodachrome Bassin S.P., e dopo altre 3 ml. c’è il Grosvenor Arch, un doppio arco naturale accessibile da un breve sentiero; continuando ancora x 3,5 ml. ci sono i Cottonwood Narrows, dove un sentiero porta in uno stretto canyon che ritorna poi verso la strada.

Noi arriviamo soltanto al Kodachrome Bassin S.P però non c’ è più molta voglia di camminare a piedi (cmq a chi volesse andarci consiglio l’ Angel’s Palace Trail che è abbastanza corto – 2,4 Km e che dicono sia bello x fare fotografie) e quindi ritorniamo a Cannonville a riprendere la strada principale, verso Torrey.

Lungo la strada, ad Escalante, c’è da visitare il Petrified Forest of Escalante State Park e, subito dopo, c’ è la strada sterrata (senza uscita) Hole-In-The-Rock, che va a sud in direzione del lago Powell: quest’ ultima dopo un pò diventa pessima, al più, senza un 4×4, si può arrivare sino al Devil’s Garden (a 12 ml.) con spettacolari formazioni rocciose; ritornando sulla UT-12, sulla sinistra, si oltrepassa Lower Calf Creek Fall: dicono che questa cascata sia bella ma noi non la faremo (A/R a piedi sono 5,5 ml,), così come non faremo i precedenti siti.

Avendo tempo, poco prima di Boulder, sulla sinistra, una strada sterrata (Hell’s Backbone Rd) di 14 ml. porta sopra un canyon a picco; noi invece, all’uscita di Boulder, visitiamo l’ Anasazi S.P. (ingresso 5 $) che è interessante solo se si è curiosi di conoscerne di più sulla storia dei nativi americani.

Arrivati a Torrey pernottiamo al Days Inn e ceniamo al Cafè Diablo dove mangiamo bene, tra le varie specialità ci concediamo un tortino di carne di serpente a sonagli.

VENTESIMO GIORNO Mercoledì 22 Maggio 156 ml (250 Km) 2 h e 30 circa Torrey – Moab

Alle 156 ml. vanno però aggiunte le 30 ml. A/R della deviazione su Noton e le 24 ml. che includono la Scenic Drive e altri giri nel parco.

Da Torrey prendiamo la Ut-24 e andiamo a visitare il Capitol Reef: le strade interne migliori sono la Scenic Drive di 15 Km che arriva alla Capitol Gorge, la Notom-Bullfrog Road che offre una buona visione della Waterpocket Fold (entrambe sul lato sud della UT-24) e la Cathedral Valley Road sul lato nord.

Prima del Visitor center, arriìvando da Torrey, si incontrano il Goosenecks Overlook e il Sunset point, che meritano entrambi di essere visti, poi si arriva al Visitor Center e si prosegue per Fruita (è a poche centinaia di metri) dove vediamo una casa dei mormoni (Gifford farm-house), continuiamo percorrendo la Scenic Drive lunga circa10 ml.

Una prima strada sterrata, sulla sinistra (Grand Wash Road) arriva ad un parcheggio da dove si possono fare 2 sentieri, quello più corto porta all’ arco di Butch Cassidy, l’altro, di circa 2,5 ml, risale uno stretto e suggestivo canyon che percorriamo a piedi solo in parte.

Ritornati sulla Scenic Drive, proseguendo, sulla sinistra, si può fotografare una formazione rocciosa che sembra un tempio egizio (Egyptian Temple), infine, una strada sterrata, sulla sinistra, penetra in uno stretto canyon: dopo meno di 2 ml. si arriva ad un parcheggio da cui un sentiero di circa 1 km fa arrivare ad una parete chiamata Pioneer Register, dove i pionieri che passavano di li, sin dal 1876, lasciavano i loro nomi incisi nella parete rocciosa.

A vedere adesso il letto accidentato del canyon sembra incredibile, ma sino al 1962 questa strada nel canyon era l’ unica esistente nella zona; torniamo indietro e, dopo il Visitor Center, raggiungiamo la strada principale, in direzione di Hanksville si possono vedere dei graffiti nella roccia incisi dai nativi circa 1000 anni fa.

Ancora qualche miglio e, sulla destra, deviamo x Noton per fare la Noton Bullfrog Road, lungo la quale si possono vedere i paesaggi più belli del Capitol Reef, vale a dire le Waterpocket Fold, noi ne vediamo dall’ alto solo il primo pezzetto e poi torniamo indietro, consiglio comunque di proseguire almeno sino a Cedar Mesa, la strada è sterrata ma molto buona, percorribile con qualsiasi auto, se non piove.

Raggiunta Hanksville si va a nord per circa 20 miglia e a Temple Mountain Junction si gira a sinistra x il Goblin Valley State Park www.stateparks.utah.gov a 12 ml. (19 Km), ingresso auto 7 $, noi non lo abbiamo visto ma consiglio a tutti di vederlo, merita.

VENTUNESIMO GIORNO Giovedì 23 Maggio 120 ml (192 Km) Moab – Canyonlands N.P. (Island in the sky) A/R

Da Moab alla mattina visitiamo Canyonlands N.P. www.nps.gov/cany; è diviso in 3 parti, l’ Island in the sky, il Needles (con archi e abitazioni degli Anasazi) e il Maze, che distano parecchi Km una dall’ altra, noi facciamo la prima, più raccolta, a circa 40 min. d’ auto, a nord-ovest di Moab.

Attenzione, rifornitevi di tutto, al parco non ci sono store, solo una fontanella d’ acqua al Visitor Center.

Anzitutto entriamo al Visitor Center (guida e mappe), poi andiamo al Mesa Arch (facile passeggiata che porta ad un bel panorama inquadrato da un arco naturale), al Whale Rock (passeggiata che porta ad un grosso scoglio con vista a 360) e all’Upheaval Dome, enorme cratere sulla cui formazione si sono fatte svariate ipotesi.

Si continua con il Green River Overlook, il Buck Canyon Overlook ed infine il Grand View Point, tutti con magnifiche vedute del parco.

Alle 14,30 si ritorna verso Moab visitando anche il Dead Horse Point State Park (www.stateparks.utah.gov) con vedute sul fiume Colorado forse anche più belle delle precedenti (qui sono state girate le scene finali del film Thelma & Luise).

VENTIDUESIMO GIORNO Venerdì 24 Maggio 102 ml (163 Km) Moab – Bluff

Si parte x l’ Arches N.P. www.nps.gov/arch, 5 ml. a nord di Moab via US 191, in questo parco gran parte dei trails sono pianeggianti, a poche centinaia di mt. dai parcheggi.

N.B. Il giro del parco che abbiamo fatto noi con l’ auto richiede circa 4 ore, per un totale di circa 45 ml. (da aggiungere quindi alle 102 precedenti), naturalmente ci si potrebbe restare anche più giorni, facendo i vari trails (e questo vale anche per molti altri parchi).

Fatta la solita tappa al Visitor Center (ci si può rifornire d’ acqua) andiamo subito al Wolfe ranch da cui parte il sentiero x andare al Delicate Arc (il trail è 4,8 Km A/R); la strada è indicata da piccole colonne di sassi, l’ultimo tratto è in salita (si percorre un sentiero che costeggia una parete di roccia), ma la vista dell’ arco, simbolo dello Utah, con lo sfondo delle La Sal Mountains ancora imbiancate di neve (alcune vette sono alte oltre 4.000 mt.) ripaga della fatica.

Sulla strada del ritorno, quasi in fondo, un sentiero sulla destra porta, dopo un centinaio di mt, ad alcune incisioni rupestri fatte dagli Ute tra il 1600 e il 1800, si arriva poi al Wolfe ranch x vedere la semplice costruzione risalente al 1900.

Ritornati in auto ci addentriamo nel parco fermandoci x vedere il Sand Dune Arch (si passa x un punto piuttosto stretto tra le rocce e ci si ritrova in mezzo a sabbia finissima, dopo uno slargo si prosegue x un altro stretto passaggio che conduce ad un secondo slargo dove si trova il Sand Dune Arch, incastonato tra le rocce) e il Broken Arch (entrambi con sentieri facili).

Torniamo indietro e ci fermiamo al Fiery Furnace Viewpoint da dove si vede abbastanza bene il processo di formazione degli archi.

Ancora oltre, giriamo a sinistra per vedere, con una breve passeggiata, il Turret Arch e le grandi North e South Windows, due finestre che dominano una parte della valle.

Molto bello è anche il Double Arch che vediamo da distante, cmq c’ è la possibilità di andarci con un sentiero di circa 2 Km A/R.

Proseguendo con l’ auto si scattano alcune foto da un punto panoramico con vista sulle dune di sabbia pietrificate.

Uscendo dal parco si possono ammirare alcune curiose formazioni rocciose con nomi di fantasia tipo: l’organo o la Torre di Babele.

Arrivati a Bluff passiamo dal motel Kokopelli per posare le valigie, poi con l’ auto facciamo un’escursione al Four State Corners (49 ml. UT162 poi US160), unico punto degli Usa in cui si incontrano 4 stati (Utah, Colorado, Arizona e New Mexico), l’ ingresso è 3 $ a testa.

N.B. 39 ml. a nordest di Bluff c’ è l’ Hovenweep National Monument. www.nps.gov/hove/index.htm /, noi non l’ abbiamo visto ma penso che si possa tralasciare.

VENTITREESIMO GIORNO Sabato 25 Maggio 239 ml (382 Km) 4 h Bluff – Page

In realtà le miglia sono 174 (50 da Bluff alla Monument Valley e 124 dalla Monument a Page), le restanti 65 ml. sono state percorse nelle varianti, in buona parte sterrate, ad es. 22 ml. le richiede la Monument Valley e quasi 30 ml. la deviazione x la Valley of the Gods.

Da Bluff, sulla strada x Mexican Hat, prendiamo la deviazione x la Valley of the Gods, una Monument Valley in miniatura, col vantaggio di essere molto più solitaria, percorsa da una strada sterrata di 17 miglia, la FR 242: la strada inizia dalla US 163, 9 ml. prima di Mexican Hat (è segnalata da un piccolo cartello in legno) e raggiunge la UT 261; al bivio giriamo a destra per fare la Moky Dugway, un pezzo di strada spettacolare, sterrata e a tornanti di circa 2,2 ml., con belle viste sulla piana sottostante; arrivati in cima, una deviazione sulla sinistra porta a Muley Point (è una strada sterrata di 5 ml., attenzione perché è segnalata da un piccolo cartello solo per chi arriva dalla direzione opposta) dove ci sono due viewpoints che si affacciano sulla Monument Valley e sulla Valley of Gods.

Poi torniamo indietro facendo la Moky Dugway in discesa x andare al Gooseneck’s Point, fantastico canyon scavato nella roccia dal San Juan River che fa due anse a collo d’oca nella roccia: si raggiunge con una strada di 4 ml. (UT 316) che si dirama dalla UT 261, infine si arriva a Mexican Hat, una singolare roccia a forma di sombrero a 22 ml. dalla Monument Valley.

Nel primo pomeriggio visitiamo la Monument Valley (http://navajonationparks.org/htm/monumentvalley.htm); si arriva al cartello che segna il confine tra Arizona e Utah, prima dell’entrata ci sono vari negozietti navajo, l’ingresso è 5 $ a persona, in territorio Navajo la card x i parchi non serve; si va al Visitor Center, al parcheggio si può decidere se fare il percorso con la propria auto o, a pagamento, in 4×4 con i navajo: la strada sterrata è peggiore di quella della Valle degli dei, il dubbio è che i Navajo la tengano così male per favorire i loro mezzi a pagamento: ad ogni modo con un fuoristrada o un Suv non ci sono problemi; si può fare anche con un’ auto normale però bisogna andare MOLTO piano: il giro dura 1,5 h (anche 3 con le foto): all’ingresso riceviamo una mappa che descrive gli 11 punti panoramici che si incontrano sul percorso, si segue l’itinerario anche perchè la strada (17 ml.) è una sola.

Meritano in particolare il John Ford’s point , il Sand Springs e l’ Artist point.

Teminata la visita, proseguiamo verso Kayenta (dove proviamo a cercare due camere ma è tutto pieno o molto caro), pertanto ci dirigiamo a Page, dove spostiamo l’ora indietro perché nella riserva non si applica l’ora legale come nel resto dell’Arizona.

VENTIQUATTRESIMO GIORNO Domenica 26 Maggio Page

A sud est di Page ci sono l’ UPPER e il LOWER ANTELOPE CANYON (“Antelope” si pronuncia “ènlop”) che oggi andiamo a visitare.

Sul sito www.navajonationparks.org si trovano le seguenti possibilità per le visite guidate all’ UPPER:

• www.navajotours.com non si prenota online; si va all’ingresso del posteggio e si paga scegliendo l’ ora (1 visita guidata ogni ora dalle 8 am alle 4 pm) con formula ‘chi prima arriva meglio alloggia’; si paga una tassa di 6 $ a persona e 40 $ a persona x l’ ingresso, evitate di entrare prima delle 10 o dopo le 13 perché si perdono gli effetti di luce, le guide Navajo vi caricano sulle jeep, fino all’ingresso in una fenditura della roccia e si addentrano con voi indicandovi i punti dove scattare le foto migliori.

• www.antelopecanyon.com, punto di incontro l’agenzia a Page, spostamento 20 min., anche qui prezzi a seconda dell’orario: le visite delle 10, 11 e 12 sono più costose ($ 46 p.p. inclusa tassa ingresso di 6 $) poiché i raggi del sole entrano più perpendicolari nel canyon creando giochi di luce particolari, per contro c’è una folla incredibile e quindi ci sono difficoltà a fare fotografie decenti.

• www.overlandcanyon.com; come sopra.

L’ Overland Canyon Tours, a differenza di altre agenzie, offre una visita con un ristretto numero di partecipanti; noi però optiamo per Navajo Tours dove si va direttamente senza prenotare, arriviamo lì alle 10, purtroppo il tour delle 13 è pieno, andremo a quello delle 14 ma la luce non è granchè, lo sconsiglio.

Poiché c’ è tempo andiamo allora al Lower Antelope dove facciamo una coda di quasi un’ ora ma ne varrà la pena; paghiamo 20 $ a testa (mostriamo la ricevuta del pagamento della tassa d’ ingresso al parco che si paga una volta sola) e alle 11.30 entriamo.

Questo slot canyon ci è piaciuto ancor più dell’ Upper che visiteremo alle 14, forse anche per merito della luce più diretta (ore 12) che penetra nel canyon dall’ alto; a differenza dell’Upper, nel Lower ci si incunea in una fessura e si scende da alcune scalette ripide, il canyon è più stretto e prevede l’entrata da un lato e l’uscita dall’altro, mentre per l’Upper entrata e uscita coincidono.

Il sito per le info inerenti il Lower Canyon è www.lowerantelope.com; ogni mezz’ora parte un tour, il primo è alle 8,30 non è possibile prenotare, basta rivolgersi agli addetti all’ingresso del canyon (attenzione, per entrambi i canyons accettano solo cash).

Finite le due escursioni si va in motel (il Page Boy, lo consiglio) a fare un bagno in piscina e poi, a pomeriggio inoltrato, con un pò più di fresco, con l’ auto andiamo alla Glen Canyon Dam, la diga da cui originò Lake Powell (è lungo quasi 300 Km); dopo un pò di foto alla diga proseguiamo per Wahweap Marina (con il pass annuale dei parchi l’entrata è gratuita), lungo la strada ci fermiamo a far foto da un paio di punti panoramici, la vista sul lago e sul paesaggio retrostante è molto bella.

C’è anche un imbarcadero x la gita al Rainbow Bridge, il più grande arco naturale del mondo ma il costo è assurdo, 250 $ in due!

VENTICINQUESIMO GIORNO Lunedì 27 Maggio 341 ml (545,6 Km) 5 h Page – Gallup.

Da Page a Chinle ci sono 166 ml., da Chinle a Ganado 39 ml., da Ganado a Gallup 53 ml. x un totale di 258 ml.; le restanti 83 ml. riguardano il Canyon De Chelly (35 ml x il north rim e 38 ml x il south rim) e l’ Horseshoe Bend (10 ml.).

Oggi ci aspetta il percorso più lungo del viaggio, pertanto ci alziamo presto e ci dirigiamo subito all’ Horseshoes Bend, quel punto del fiume Colorado che forma un ferro di cavallo a pochi Km da Page, si prende la S 89 verso sud e si trova l’indicazione del parcheggio sulla destra, c’è anche qualche bancarella di artigianato navajo: si percorre un sentiero di circa 1.25 miglia (5 min in salita e poi 15 min in discesa che, ovviamente, ritornando saranno al contrario, lo spettacolo è molto bello, il Colorado forma un’ ansa di 270 gradi.

Subito dopo si parte x il Canyon de Chelly, sulla strada c’è il Navajo National Monument, 32 ml. prima di Kayenta si deve prendere la AZ 564, dopo 9 ml. si arriva al Visitor Center, da qui, alla fine del Sandal Trail lungo 1,6 Km, un telescopio permette di ammirare un villaggio anasazi all’interno di una roccia scavata nel canyon di Betatakin www.nps.gov/nava/index.htm.

Noi però non facciamo questa deviazione perchè dobbiamo andare a vedere il più importante canyon De Chelly e la strada è lunga.

Dopo Kayenta giriamo a destra sulla Indian route 59, poi ci immettiamo sulla 191 sino a Chinle, l’ ingresso del Canyon De Chelly è a 3 ml. (4.8 km) dalla 191, in Chinle: è aperto dalle 8 a.m. alle 5 p.m. e osserva il Mountain Daylight Savings Time (è lo stesso dello Utah), mentre il resto dell’Arizona osserva il Mountain Standard Time tutto l’anno, non si paga per fare il giro con l’ auto in alto lungo le due pareti del canyon (35 ml x il north rim e 38 ml x il south rim), se si vuole andare in basso invece ci vuole la guida navajo, l’ unica eccezione è costituita dal White House Trail che porta ad alcune rovine di oltre 1000 anni fa.

Al visitor center ci danno una piantina con i vari overlook, noi li facciamo tutti, sia a sud che a nord perché sono molto belli, da quasi tutti si intravvedono rovine di villaggi a strapiombo sul Canyon, da un’ altitudine tra i 1700 e i 2100 metri.

Finita la visita ripartiamo x Gallup, poco prima di Ganado c’ è un bivio che porta all’ Hubbel Traiding Post, l’ unico ancora funzionante; purtroppo alle 18 chiudono e noi passiamo da lì un poco dopo.

Sulla strada abbiamo anche modo di vedere la “capitale” dei Navajos, Window Rock, lì vicino c’ è anche il mitico Fort Defiance.

VENTISEIESIMO GIORNO Martedì 28 Maggio 222 ml (355 Km) Gallup – Flagstaff

In realtà da Gallup a Flagstaff ci sono 187 ml., le restanti 35 ml. riguardano il percorso fatto all’ interno del Petrified Forest N. P.

Dopo aver fatto acquisti a Gallup (ci sono diversi grossi negozi di artigianato navajo, li consiglio x qualità e prezzo), prendiamo la I-40 in direzione di Flagstaff, con tappa al Petrified Forest National Park; si entra nel parco e si va, come al solito, al Visitor Center, dove prendiamo una mappa che evidenzia i vari punti panoramici e un foglio illustrativo in italiano: la prima parte del parco offre spettacolari visioni sul Painted Desert dove formazioni rocciose prendono i colori più strani: rosa, grigio, bianco, viola, poi ci sono le rovine di un pueblo del 1300 e un punto dove si possono osservare, su alcuni massi, parecchie incisioni rupestri.

Infine ci fermiamo in alcuni punti panoramici che danno accesso anche a brevi passeggiate in mezzo a molti pezzi di tronco pietrificati dagli splendidi colori.

Usciti dal parco dal basso, puntiamo su Flagstaff; in zona ci sarebbero da vedere anche il Sunset Crater, il Wupatki N.M. e, un pò più distante verso ovest, nella riserva degli Hopi, all’ incrocio tra la 264 e la 160 nei pressi di Tuba City, il vecchissimo villaggio di Walapi, ma ci vorrebbe un giorno in più, che purtroppo non abbiamo.

Arrivati a Flagstaff, città con un centro carino, frequentato da molti studenti (c’è un grosso polo universitario), troviamo un motel (il Budget Inn) senza grossi problemi, visto che ce ne sono molti.

VENTISETTESIMO GIORNO Mercoledì 29 Maggio 119 ml (190,4 Km) Flagstaff Grand Canyon South Rim (Visitor Center)

In realtà da Flagstaff al Visitor Center ci sono 78 ml., le altre 41 riguardano un A/R Tusayan – Visitor Center (12 ml.) e altri giri nel parco.

Partiamo da Flagstaff e, arrivati a Tusayan, prenotiamo subito (gli hotels in zona Grand Canyon sono pochi, cari e sempre affollati) l’ alloggio x la sera (Red Feather Lodge 110 $ senza col.) e poi andiamo al parco del Grand Canyon; volevamo fare il giro con l’elicottero ma 20 min. di volo costano oltre 200 $ a testa, pertanto ci rinunciamo.

Al parcheggio del Visitor Center lasciamo la macchina e ritiriamo un pò di documentazione sui view points e sui sentieri del parco; l’organizzazione è eccezionale, il parco è servito da 3 linee circolari di bus: la linea ORANGE che fa il giro a Est fino allo Yaki Point, la linea BLUE che fa il centro e la linea RED che va ad Ovest sino a Hermits Rest, la frequenza dei bus è di circa 15 min.

Dopo aver visto il Grand Canyon dal Mather Point dietro al Visitor Center (lo spettacolo che ci si apre davanti è fantastico), prendiamo la linea Orange, arriviamo sino a Yaki Point (il tramonto qui è bellissimo) poi rientriamo passando per Pipe Creek Vista (dove mangiamo un panino con vista sul Grand Canyon) e terminiamo con Yavapai Point dove c’ è anche da vedere un piccolo museo; da notare che questo punto e il precedente Mather Point sono tra i pochi da cui si possono vedere scorci del fiume Colorado, in fondo al canyon; poi riprendiamo l’auto e rientriamo in albergo a Tusayan per prendere possesso delle nostre camere e posare i bagagli.

Dopo mezzora già usciamo x ritornare al Visitor Center dove prendiamo la linea blu x Market Plaza, scendiamo e facciamo un pò di shopping allo store, poi riprendiamo la linea blu e scendiamo alla fermata Train Depot dove termina la linea ferroviaria che porta al Grand Canyon; qui vediamo alcune pregevoli opere di architettura dei primi del 900, l’hotel El Tovar e l’Hopi House: quest’ ultima, ideata dall’ architetto Mary Colter, ospita un notevole negozio di artigianato locale con gioielli in turchese e altre pietre veramente di ottima fattura, ne consiglio la visita, anche i prezzi sono buoni.

Poi vediamo Bright Angel Lodge, Look out Studio (entrambi progettati da Mary Colter, il secondo edificio è un vero nido d’ aquila!) e il Kolb Studio, quindi arriviamo alla Partenza del Brigth Angel Trail che faremo il giorno dopo; infine prendiamo la linea rossa e scendiamo a Hopi Point per vedere il tramonto, da qui a piedi (500 mt.) ritorniamo a Powell Point da dove ammiriamo il calar del sole (chiedere l’ orario del tramonto ai rangers).

Purtroppo tornati nella zona dei parcheggi, col buio, non troviamo più l’ auto, chiedo aiuto ad un turista americano che, con grande disponibilità, mi carica sulla sua auto e mi fa fare il giro dei vari parcheggi, finalmente trovo l’ auto e possiamo rientrare in hotel, morale della favola, portarsi sempre dietro una torcia e annotarsi il numero del parcheggio!

VENTOTTESIMO GIORNO Giovedì 30 Maggio 126 ml (201,6 Km) Tusayan – Flagstaff

Oggi vado a fare il Bright Angel’s Trail, un percorso molto impegnativo a cui ho aggiunto la puntata al Plateau Point da cui si vedono bellissimi scorci sul Colorado e del Grand Canyon, visti però dal basso e dall’interno anziché dall’alto.

Il percorso è di 12 ml (19,2 Km) A/R con un dislivello di 1000 mt, i rangers forniscono tempi totali da 7 a 10 h, io, con una camminata costante ed essendo abbastanza allenato, impiego 6h 45 min comprese le soste (scendo alle 6 e ritorno in cima alle 12,45).

Ad ogni modo il percorso è molto faticoso perché al mattino presto si scende con l’ombra (in 2 h e 40 arrivo al Plateau point), ma poi tutta la salita si fa col sole già alto e con una temperatura che in fondo al canyon raggiunge, a maggio, 30 gradi o più.

Bisogna poi non scordare che x ogni ora di discesa ci vuole quasi il doppio x risalire, inoltre occorre portare sempre molta acqua e cibo.

Consiglio di non farla in estate, al limite, avendo due giorni di tempo, si potrebbe, il primo giorno, scendere al Phantom Ranch col fresco (attenzione, occorre prenotare perché la disponibilità di posti è minima) e il secondo giorno, di buon’ ora, risalire sul South Rim sempre col sentiero del Bright Angel.

Ritornato in cima, stanco ma soddisfatto, vado a prendere la linea rossa e faccio Mohave Point, Pima Point e Hermits Rest.

Infine, mi ricongiungo con moglie e amici e insieme, in auto, percorriamo la Desert View Drive e arriviamo al Grandview Point, uno dei migliori punti panoramici, si dice che da questo punto, nel 1540, gli spagnoli videro x la prima volta il Grand Canyon.

VENTINOVESIMO GIORNO Venerdì 31 Maggio 197 ml (315 Km) 3 h e 30 min. Flagstaff – Phoenix

Per arrivare a Phoenix facciamo una strada secondaria per vedere alcuni siti interessanti: la strada che porta da Flagstaff a Sedona è un incanto, con gli Slide Rocks e Red Rock State Parks.

Ci fermiamo a Sedona x visitarla (molti film westerns furono girati qui), è una cittadina ordinata e carina però i prezzi sono alti, per comprare souvenirs è molto meglio Gallup.

Da Sedona proseguiamo x Jerome, una cittadina che dovette la sua fortuna alle miniere di rame, quando le miniere furono chiuse, nel 1950, stava diventando una città fantasma (da 15.000 a 100 abitanti), deve la sua rinascita (adesso ha 500 abitanti) al turismo.

Tornando indietro, a Cottonwood svoltiamo a destra seguendo l’ indicazione x Montezuma Castle e Camp Verde State Historic Park: il primo è un antico pueblo incastonato in una parete di roccia, il secondo era un forte dell’esercito edificato nel 1870 come base x le guerre indiane, si possono vedere le case del comandante, degli ufficiali e del medico (con i mobili dell’ epoca) e l’ edificio amministrativo, sede di un piccolo museo con armi e divise d’epoca e con le fotografie dei primi Apache arruolati!

N.B. Queste due attrattive meritano ma se il tempo è contato, dovendo tagliar qualcosa, meglio tagliare queste piuttosto che le altre.

Ripartiamo alla volta di Phoenix percorrendo una bella strada in mezzo ai saguari (il saguaro è un grosso cactus ed è il simbolo dell’ Arizona) e poco prima delle 19 arriviamo al Drury hotel, prenotato in internet la sera prima, che è stato il più bell’hotel del nostro viaggio.

TRENTESIMO GIORNO Sabato 1 giugno 44 ml (70,4 Km) – Phoenix

Oggi è il penultimo nostro giorno in America, a Phoenix c’è un caldo impressionante, alle 14 arriveremo a 45 gradi, pertanto non facciamo cose impegnative, la prima mattinata la impieghiamo andando con la navetta dell’ hotel all’aeroporto x confermare i voli (anche se forse non ce ne sarebbe stato bisogno) e anche per capire come prendere la navetta che ci riporterà indietro in serata quando, in aeroporto, consegneremo l’auto alla Dollar.

Rientrati in hotel prendiamo l’ auto e, anzitutto, andiamo a vedere dov’è la Dollar in aeroporto, poi proseguiamo per il centro città: in realtà Phoenix non ha un vero e proprio centro, la città è nata dalla fusione di più paesi e ancora adesso ci sono molti spazi liberi tra un paese e l’ altro, cmq esiste un Downtown Phoenix (Heritage Square) dove sono state preservate alcune case vittoriane di fine ‘800 inizio ‘900, sono carine ma niente in confronto a quanto abbiamo in Italia.

Proseguendo andiamo a vedere il Campidoglio dello stato, ora adibito a museo, purtroppo al sabato è chiuso, allora andiamo all’ Heard Museum che contiene un’ interessante esposizione di oggetti (vestiti, ceramiche, oreficeria, Kachine) dei nativi americani, il prezzo è alto (18 $ a testa) ma, se si è interessati alla storia, li vale.

Poi ci spostiamo a Scottsdale dove andiamo a vedere uno shopping center, semplicemente gigantesco!!

Infine ceniamo in albergo, restituiamo l’ auto in aeroporto alla Dollar e poi telefoniamo all’ hotel che ci manda la navetta x rientrare.

TRENTUNESIMO GIORNO Domenica 2 Giugno voli di rientro Phoenix – Detroit e Detroit – Parigi

TRENTADUESIMO GIORNO Lunedì 3 Giugno arrivo in mattinata a Parigi e volo nel pomeriggio da Parigi a Genova (arrivo ore 18).

BILANCIO DEL VIAGGIO

Che dire, l’America è un grande Paese, in 30 giorni abbiamo percorso 4347 ml. cioè 6964 Km, gli spazi sono veramente infiniti, rispetto all’Italia occorre almeno moltiplicare le distanze x 10, le bellezze naturali, rese ancora più affascinanti dal fatto che spesso si ammirano in completa solitudine (a maggio), meritano veramente.

Quanto alle persone, gli americani sono molto disponibili e non abbiamo mai avuto alcun problema, anzi in più di un’ occasione ci hanno aiutato (vedi problema della ricerca dell’auto nel parcheggio al buio).

Di seguito fornisco la lista di tutti gli hotel e motel, in ordine di percorso, in cui abbiamo pernottato, se avete bisogno di altre info mandatemi pure una E-mail all’ indirizzo francogigante1953@gmail.com

A parte il Marriot e pochissimi altri, internet è gratuito, inoltre nei motel il parcheggio è sempre gratuito e di solito è davanti alla camera.

Attenzione, l’ ultimo lunedì di maggio (nel nostro caso il 27 maggio) è il Memorial Day, prenotate in anticipo in questo we!

HOTEL E MOTEL Los Angeles

Los Angeles Airport Marriot Hotel camera a 160,59 $ compresa ricchissima colazione a buffet , comodo il servizio navetta da e per l’ aeroporto voto 8,5

Coral Sand Motel North Western Avenue camera a 287,61 $ x 3 notti, senza colazione ma con caffè e the in camera, il motel non è eccezionale ma pulito e tranquillo, con piccola piscina, vicinissimo alla linea rossa del metro, voto 7 però il personale, specie Brian, è stato sempre molto disponibile, ci ha aiutato tantissimo nella pratica per il ritardo consegna delle nostre valigie, per questo il voto complessivo diventa 8

Cambria: Bluebird Inn Motel camera a 86,58 $, caffè e the in camera, colazione (modesta) compresa e internet gratuito, voto 7,5

San Francisco: Mayflower hotel camera a 577,5 $ x 5 notti, colazione buona, parcheggio gratuito (x auto piccole), l’ hotel è molto vecchio ma centrale, considerando i prezzi, alti, di San Francisco è abbastanza valido, ci sono postazioni internet nella hall, voto 6,5

El Portal (Yosemite): motel Cedar lodge camera (divisa in 4) a 176,5 $, la zona è carissima, difficile trovare a meno, internet a pagamento, no colazione, voto 6,5

Fresno: King’s Canyon Motel camera a 56,5 $, caffè e the in camera, colazione (modesta), voto 6

Three Rivers: Comfort Inn & Suites Sequoia Kings Canyon Motel, camera a 81,4 $, ottimo motel, si trova in fondo al paese sulla strada principale, le camere sono spaziose e pulite, nel prezzo è compresa una discreta colazione e internet, voto 7,5

Panamint Springs: Panamint Springs Resort, camera a 88,48 $, è uno dei peggiori motel con un bagno a dir poco vetusto, cmq siamo nella valle della morte ed è il più a prezzo, internet gratis, voto 5.

Las Vegas: Super 8 Motel, camera a 198,02 $ x 2 notti, il prezzo è alto ma di sabato e domenica a Las Vegas i prezzi quasi raddoppiano, le camere sono discretamente pulite e spaziose, con caffè e the gratis in camera e nella hall, come pure internet, è molto comodo perché è vicino alla Strip, voto 7.

Springdale: Terrace Brook Lodge camera a 125,21 $, dopo aver mercanteggiato, la zona è molto cara, difficile trovare a meno, nel prezzo era compresa una modesta colazione, internet era gratis, voto 6

Bryce: Fosters Motel, camera a 75 $, spaziosa e abbastanza pulita, no colazione, internet gratis voto 6,5.

Torrey: Days Inn Motel camera a 98,12 $ pulita e spaziosa, discreta colazione compresa e internet gratis, c’ è anche una piscina al coperto, voto 7,5.

Moab: Motel 6, camera a 204,46 $ x 2 notti, molto pulita e spaziosa anche perché il motel è nuovissimo, caffè in camera e internet gratis, no colazione, voto 7,5

Bluff: Kokopelli Inn Motel camera a 90,36 $, abbastanza pulita, è compresa una modestissima colazione, voto 6,5

Page

Best Western Plus at Lake Powell, camera a 183,95 $ (divisa in 4, con due letti matrimoniali), è stato il posto più caro ma era il week end del Memorial Day (cade all’ultimo lunedì di maggio) e le altre strutture erano piene (il giorno dopo però era libero il Page Boy che è adiacente al Best Western), nel prezzo c’ era compresa una buona colazione e internet, oltre a caffè e the in camera, voto 8

Page Boy motel, camera (pulita e spaziosa) a 100,05 $ colazione compresa e internet gratis, c’ è anche un giardino con una bella piscina di cui abbiamo approfittato, voto 7.5

Gallup: Days Inn motel, camera a 56,6 $, abbastanza pulita, internet gratis, no colazione, solo caffè voto 6,5

Flagstaff: Budget Inn motel, camera a 71,34 $ pulita e spaziosa, internet gratis, no colazione, solo caffè, voto 7

Tusayan: Red Feathers motel, camera a 110,61 $ molto bella e pulita, a poche miglia dal Grand Canyon, internet gratis, no colazione, solo caffè, voto 7,5.

Flagstaff: Canyon Inn motel, camera a 58,67 $, il bagno era decisamente vetusto, internet gratis e colazione compresa, arriva alla sufficienza solo perché c’ era un’ ottima colazione, voto 6

Phoenix: Drury Inn & Suites Phoenix Airport hotel, camera a 202,06 $ x 2 notti, molto spaziosa e pulita; quest’ hotel è stato il migliore del nostro viaggio, è nuovo e dotato di tutti i confort tra cui piscina con e senza idromassaggio, internet gratis, buona colazione, poc corn gratis nella hall, servizio navetta gratuito da e per l’ aeroporto e un buffet- aperitivo, anch’ esso gratuito, con ogni tipo di bevanda, sino alle 19 (praticamente si può fare a meno di cenare), voto 9

SOUVENIR

Ce ne sono dappertutto specie nei parchi, però è stata grande la delusione per il fatto che quasi tutto è prodotto in Cina o in altri paesi, ad es. i mitici Levi’s 501 sono fatti in Messico e le Timberland (che pure ho comprato in un outlet a Las Vegas a prezzi convenientissimi) sono fatte in Cina.

Meritano molto i gioielli in argento e turchese dei navajo e degli zuni, diffidate delle bancarelle, i posti migliori sono i negozi di Gallup o il negozio dentro la Hopi House che si trova al Grand Canyon village.



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