Un fine settimana a Atene
Arriviamo in tempo per essere accolti sul binario da un vento che infastidisce tutti: turisti e locali. Abbiamo diverse fermate prima di scendere a Monastiraki. Trovare l’hotel Carolina (Carolaina) è stato semplice. Hotel centralissimo, cittadino, economico di non recente costruzione, ma ristrutturato diverse volte. Ci accoglie una gentile signora e il disbrigo del check in è stato facile e veloce. La nostra stanza, al terzo piano, piccola, balconcino, pulitissima ha però un bagno mignon. Nei giorni a seguire svolgere le basilari funzioni di igiene personale si rivelerà un po’ complicato e buffo. Pazienza, lo sapevo già dai giudizi precedenti letti su booking. Tra una storia e l’altra si è fatta ora di cena. Non vogliamo perdere tempo ed entriamo nella taverna accanto all’hotel. C’è tanta gente che cena, sinonimo che “va bene”. Prendiamo solo un’insalata greca e acqua. L’insalata è ottima, il pane abbrustolito ancor di più, la feta squisita. Non servono caffè, non tengono dolci. Il conto irrisorio: 6 euro
Venerdì – Di buon mattino dopo una leggera colazione servita in hotel ci dirigiamo al museo dell’Acropoli. Non vogliamo camminare molto da subito, quindi prendiamo la metro. Il museo apre alle 9,30. siamo trai primi. Ora che l’età lo permette usufruiamo dello sconto “over 65” La visita ci prende tutta la mattina e ne vale veramente la pena. Tutto quanto esposto è spiegato molto bene, i filmati video ai piani ci permettono di riposare e capire meglio quanto abbiamo visto.I books shops sono forniti di ottimo materiale in tutte le lingue e a tutti i prezzi. Usciamo che sono le 12 passate, vorremmo passeggiare per il viale, ma siamo stanchi, il vento non molla, quindi ritorniamo sui nostri passi e all’uscita di Monastiraki compriamo, come da prassi, frutta, che sarà il nostro pasto di metà giornata nei giorni a venire. Al pomeriggio ci dirigiamo a piazza Sintagma. Arriviamo con una passeggiata pedonale. la piazza ci delude. Il cambio della guardia non attira più nemmeno i turisti.Questi poveri militari mi parevano molto banali, quasi ridicoli, ma le tradizioni altrui vanno rispettate. Bighelloniamo nella piazza fino all’ora di cena. Dobbiamo trovare la taverna Eugenia-Via Voulis 44 che si trova nei paraggi. Scovarla non è stato semplice, perché ad un certo punto la via cambia nome , ma è sempre li che ci dobbiamo dirigere. Dire ristorante è troppo, taverna non è, la location è brutta ed improponibile in Italia, ma il cibo ottimo, abbondante e digeribilissimo. Si spende poco, che non guasta. Il menù proposto è quello tipico di una famiglia ateniese. Ordiamo moussake e calamaro gigante alla griglia. Tutto ottimo. Ora non ci resta altro che una passeggiata rilassante che ci conduce all’albergo. Poca gente in giro, pochi artisti di strada.
Sabato – Un salto veloce al mercato cittadino di carne e pesce di Omonia .La piazza è in rifacimento. Tutto cintata per lavori. Il mercato si rivela un po’ deludente, per me, solo tanta carne di agnello capretto,maiale appesa agli innumerevoli banchi e l’odore inizia a disturbare. il reparto pescheria è meglio, più vivace, pare di essere a Napoli. Lungo la via banchetti di venditori di spezie. Visto che abbiamo la mattina a disposizione pensiamo di prendere un bus e dirigerci al Panathinaiko stadio. Ottima scelta se non fosse per un piccolo cammeo…. siamo tra i primissimi ad entrare, parlottando tra di noi, ci avviciniamo alla cassa per i biglietti. Il tipo pare assonnato, oppure lo fa, fatto sta che gli porgo 10 euro, attendo il resto e il tipo dice che non ho pagato. Ufffaaa. Fortunatamente avevo ancora il borsellino aperto senza altre banconote…a questo punto ha dovuto darci il resto che ci aspettava… Qualcuno diceva: a pensar male si fa peccato,ma ogni tanto ci si azzecca… L’ingresso comprende anche le audio guide, che saranno fondamentali per capire il tutto. Entriamo anche nel museo dove si trova il braciere della fiaccola olimpica, le varie medaglie e poster delle varie edizioni dei giochi moderni. Tutto bello, per una mattina leggera. Al pomeriggio pensiamo di fare un salto al Pireo con la metro, ma restiamo delusi, forse causa il vento forte, il tragitto sbagliato; se non fosse per una signora ateniese che ci intrattiene sulla metro al ritorno. Conversare con lei è stato molto piacevole, spiaceva dover scendere. Ritorniamo quindi a Plaka. Quartiere antico, ora molto e solo turistico. I negozi di souvenir sono uno appiccicato all’altro. Solo nella parte terminale della via, quella che porta verso Sintagma si trovano atelier di giovani artisti.Sbirciamo nelle viuzze adiacenti, qualche costruzione tipica, molti gatti ma poco altro. Di nuovo da Eugenia per la cena. Il baccalà e le sardine non ci sono. mangiamo merluzzetti fritti. Buoni.
Domenica – Stamani ci dirigiamo al mercatino delle pulci di Monastiraki che non è nulla di che. Solo paccottiglia, pure dai rigattieri a postazione fissa. Anche qua un susseguirsi di negozi di souvenirs. Troppi e tutti con la stessa mercanzia. Entriamo da Melissinos, il calzolaio delle dive, ma anche lui ha fatto il suo tempo… Andava bene negli anni 60/70. Per l’ultimo pomeriggio ritorniamo all’Acropoli che poi è il fulcro della città. Vi domanderete perché non saliamo. Purtroppo per motivi di salute, non vogliamo rischiare, valutiamo da giorni se la cosa per mio marito sarebbe fattibile o no, ma poiché tutto ci sta andando talmente bene, non vogliamo rischiare e il Partenone ce lo godiamo da sotto anche se… con un po’ di coraggio avremmo potuto osare. Ultima cena ancor da Eugenia, visto che la sua cucina è per noi digeribile. Questa volta carne: spiedini di maiale per Achille e polpette speziate al forno per me. Ritorniamo all’albergo non prima aver dato un ultimo sguardo notturno al Partenone illuminato che pare un occhio vigile sulla città e su tutti noi. Dopo qualche sera, si inizia a prendere confidenza con questa costruzione e mi pare sia meno inquietante della prima sera.
Lunedì – Di buon mattino riprendiamo la metro, ripercorriamo tutto il tragitto dell’andata che ora mi pare più corto e alle 9.30 ci imbarchiamo per Milano.
Che dire di Atene? La città andava vista e l’abbiamo visitata, quattro giorni per i nostri interessi sono stati più che sufficienti; tutto gira attorno all’Acropoli e poco altro. Essendo un fine settimana non abbiamo riscontrato il traffico caotico che tanti dicono, è parzialmente pulita, senza architettura, non ha costruzioni di pregio o che meritano uno sguardo prolungato. La prima città della civiltà e pare si sia fermata lì. Gli ateniesi sono gentili, cordiali, ma portano ancora tanta miseria con loro. Alcolizzati,no, ma tanti “poveracci” e disabili. Gli zingari o gitani greci sono quasi ovunque. Non siamo stati infastiditi da nessuno e la città è secondo noi sicura dal punto di vista turistico. Un fine settimana ad Atene è speso bene.