Un’emozione, un solo nome… Kenya
E’ stato un anno di grandi cambiamenti e di grande stress e io e Beppe abbiamo proprio bisogno di questa vacanza.
E’ la prima volta che lui vola oltre oceano. La decisione del luogo non è stata semplice, volevo che per Beppe fosse una cosa veramente speciale e che se la portasse dentro per il resto della vita; considerando il suo carattere sensibile e attento ho pensato che l’Africa potesse fare breccia nel suo cuore e così ho proposto il Kenya come nostra meta… mi aveva sempre affascinato. La decisione è stata accolta con molto entusiasmo.
Siamo partiti da Bologna e siamo atterrati dopo 8 ore di volo. Scesi dall’aereo veniamo subito avvolti dal clima tropicale e in lontananza,con le prime luci dell’alba leggiamo Welcomes you to Mombasa. Ci siamo, siamo in Africa. Beppe si guardava intorno incredulo, non so se era più incredulo del fatto che era in Africa o del fatto che l’avevo convinto a fare 8 ore di volo! Attendiamo i bagagli che sembrano non arrivare più, bè l’organizzazione non è delle migliori ma in fondo, Hakuna Matata! Ci caricano su un pullman datato e senza aria condizionata, il caldo è soffocante ed arriviamo a Watamu dopo un paio d’ore devastati dalla stanchezza.
Soggiorniamo al Barracuda Inn della Condor. Ci assegnano il nostro bellissimo bungalow; letto a baldacchino, arredo in tipico stile africano, veranda… e scimmietta compresa nel pacchetto!
Il villaggio è piccolo ma accogliente, il mangiare è buono anche se non molto vario. Nel complesso niente male. La spiaggia è la migliore di tutte, gode di un’ottima vista ed è molto vicina all’isola degli innamorati, raggiungibile a piedi con la bassa marea o attraversando il paesino di Watamu e terminando il tragitto con un passaggio in canoa dai locali.
Il primo giorno ci godiamo la spiaggia del villaggio e il primo sole dopo il lungo inverno. Il mare e la spiaggia sono bellissimi e il continuo mutare dell’acqua a causa delle maree incanta.
Il primo giorno veniamo “assaliti” dai ragazzi della spiaggia che vogliono vendere escursioni, oggetti e altro ma alla nostra risposta che avevamo organizzato già tutto dall’Italia veniamo lasciati stare. In effetti dall’Italia avevo contattato un beach boy del posto, trovato su internet, il carissimo Jammy con la quale si è instaurato subito un rapporto di amicizia che continua anche adesso. Vorrei aprire una parentesi su di lui e dire che ci siamo trovati benissimo e che la sua serietà è eccezionale. Come si fa a venire in Kenya e a non organizzare un safari? Non me lo sarei mai perdonata. Ed è così che Jammy ha organizzato 2 giorni al parco Tsavo East con pernottamento al campo tendato (chiesto appositamente da noi) Ndololo Safari Camp.
Siamo partiti per Tsavo la mattina molto presto con il pulmino 4×4 con tettuccio apribile. Abbiamo attraversato molti villaggi, fermandoci qua e là per lasciare un po’ di cose. La realtà africana è molto dura e fa assai male. E’ a contatto con questi luoghi fuori dal turismo che ci si sente rende davvero conto di essere in Africa. Sapevo che avrei fatto breccia nel cuore di Beppe che guardava commosso i bambini che correvano incontro al nostro pulmino con le braccia alzate sperando che buttassimo qualche regalino per loro… sono davvero tanti e vorresti regalare un sorriso a tutti ma non è possibile purtroppo e ci si sente impotenti davanti a loro, ai loro stenti per la sopravvivenza perché è di questo che si parla… non della fatica che possiamo fare noi ad arrivare a fine mese con lo stipendio, concedendoci 1000 lussi… ma si tratta di non sapere se si arriva alla fine della giornata vivi perché mancano l’acqua e il cibo. Ci fermiamo e un sacco di bambini ci corrono incontro, tutti sorridenti, non ci sono musi lunghi e capricci, qui non esistono. E’ il momento di Beppe e distribuisce i quaderni e le matite ai bimbi e approfitto per scattargli qualche foto ricordo… lui mi guarda, capisco che è commosso e adesso ho la certezza che l’Africa ce l’avrà sempre nel cuore e che ricorderà questo viaggio come il primo lontano, il primo insieme. Io lo ricorderò come il primo a cui dare un significato ed è a lui che dedico questo diario.
Proseguiamo e dopo 2 ore di buche arriviamo all’entrata del parco e ci sistemiamo nel campo tendato. Le tende sono belle, sono delle signore tende, ampie con il bagno in camera e letti con zanzariere. Pranziamo e dopo un breve riposino immersi nel caldo umido si parte per il safari. Lui mi guarda e dice… sono nella savana, incredibile! Il cielo è di un intenso azzurro, la terra è rossa e il connubio tra i due è pressoché perfetto. Cominciano i primi avvistamenti di gazzelle e impala poi l’autista fa una improvvisa scartata, prende una stradina secondaria e lo spettacolo che si apre davanti ai nostri occhi è quello di tre leonesse che sembrano aver quasi terminato il loro pasto, una zebra. Siamo incantati, è tutto così irreale. Proseguiamo e avvistiamo giraffe, zebre, aquile, babbuini, elefanti, bisonti, ippopotami, coccodrilli e finalmente scorgiamo il re, il leone appisolato vicino ad uno stagno! Ci addentriamo e vediamo tantissimi elefanti con i piccolini che ci passano a pochi metri… cerchiamo di avvicinarci di più ma la madre non ce lo permette e accenna a caricare per cui, saggiamente ci ritiriamo. Un’emozione unica. Siamo nel loro habitat, gli animali girano indisturbati e noi li possiamo ammirare. La vita qui è lenta, non ha ritmi, scorre tutto con la massima tranquillità. Dopo diversi avvistamenti e diverse ore di game drive torniamo alle tende. Ci prepariamo per la cena, ci intratteniamo con gli ospiti del camp e ci ritiriamo nel nostro alloggio… un momento che aspettavo. Ndololo a differenza di altri camp non è recintato per cui gli animali possono girare liberamente intorno alle tende, siamo in mano alle guardie Masai.
Ci corichiamo e siamo avvolti dal respiro della savana. Non si può definire rumore, ma assolutamente neanche silenzio, è il suono della savana, i passi degli animali, le grida dei babbuini, il canto degli uccelli, una melodia che rimarrà per sempre nella nostra memoria.
La mattina seguente prosegue il safari e di buon ora si fanno i migliori avvistamenti, ci sono tantissimi animali.
Soddisfatti del regalo che la savana ci ha fatto torniamo a Watamu.
Ci organizziamo per i prossimi giorni, sempre con Jammy e andiamo a Sardegna 2.
Un’altra giornata indimenticabile. Saliamo sulla barca per raggiungere il posto e vediamo un branco di delfini che giocano con le onde, che belli che sono! Raggiungiamo la splendida spiaggia, indescrivibile per la bellezza. L’acqua è di un’incredibile trasparenza. I beach boy appoggiano i barbecue sull’acqua che resta bassa per centinaia di metri grazie alla bassa marea e cucinano aragoste e pesce. Nell’ attesa facciamo un bagnetto in questa piscina naturale, stupenda. Familiarizziamo con un pesce palla e ci godiamo la meravigliosa giornata che un’altra volta il Kenya ci sta regalando.
I giorni restanti li passiamo all’isola degli innamorati. Un paradiso. La spiaggia è fantastica, c’è una lingua di sabbia bianchissima e un mare incredibile. Ci facciamo aprire un cocco sulla spiaggia e lo mangiamo con gusto,consapevoli che rimpiangeremo questo momento tante di quelle volte in Italia!
La vacanza volge al termine e viste le amicizie fatte sulla spiaggia con i beach boy si organizza una cena a base di pesce e aragoste nella capanna gestita da loro vicino al nostro villaggio. La serata si svolge piacevolmente,hanno cucinato per noi ottimo pesce e hanno suonato canzoni Keniote a ritmo di bongo e strumenti arrangiati, quale miglior arrivederci.
Che dire, la vacanza è finita ma solo materialmente perché riaffiorerà nella nostra mente infinite volte in modo da rendere interminabile queste splendido viaggio insieme, in terra Africana.
Jambo, Annalisa e Giuseppe.