Un’emozione chiamata Vietnam

Tra futuro e tradizione, un paese che riece a stupire ad ogni angolo
Scritto da: veromoli
un'emozione chiamata vietnam
Partenza il: 25/06/2012
Ritorno il: 14/07/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
Quest’anno ha la meglio Tommaso, si va in Asia.

25 giugno 2012, inizia l’avventura… Milano Singapore. Tappone di 9 ore nella metropoli asiatica, leggiamo su internet che c’è la possibilità per chi ha scali lunghi, di prenotarsi per un free tour di 2 ore. Puntuali ore 09:00, visto alla mano (fatto direttamente al banco del free tour) partiamo, il giro è in realtà molto veloce e sbrigativo, con 1 sola tappa alla marina per le foto di rito, tutto il resto lo si vede dal pullman. Sinceramente una passeggiata per le coloratissime vie di Chinatown l’avremmo fatta volentieri, ma è stato comunque un modo piacevole di spezzare la lunga attesa.

Trascorriamo ancora qualche ora nel super-tecnologico ed attrezzatissimo aeroporto (tra un massaggio ai polpacci, splendide vetrine ed internet) poi, finalmente, si parte. Hanoi ci aspetta. Appena giunti all’aeroporto ci accoglie il clima caldo ed umido che ci aspettavamo, a poco a poco, durante il tragitto verso l’Old Quartier, veniamo risucchiati in un vortice di motorini che sfrecciano in ogni direzione, cyclo, biciclette in un misto di modernità e tradizione, la cui espressione massima è sintetizzata in vecchie signore, con cappellino e bilancia tradizionale, con telefonino all’orecchio e mascherine per lo smog, a dir poco ‘psichedeliche’. La serata trascorre tra un locale tipico e l’altro, compreso l’onnipresente karaoke, e respiriamo già la l’estrema cordialità della gente, che farà da filo conduttore alla nostra vacanza.

Il secondo giorno decidiamo di provare la prima forte emozione del Vietnam, visitare l’affollata capitale a bordo di un cyclo. Il complesso di Ho Chi Ming, Il tempio della letteratura ed il Dong Xuan market, ma più di ogni altra cosa, ci godiamo la quotidianità di questo nuovo Vietnam. Lo spettacolo delle marionette sull’acqua ci aspetta alle 17, riusciamo giusto a regalarci una magica passeggiata intorno al lago Hoan Kiem ed una visita veloce al tempio di Ngoc Sou. La sera la trascorriamo tra un boccale e l’altro di bia hoi (20 centesimi al boccale), seduti sui tipici sgabellini multicolore che punteggiano i marciapiedi affollati di motorini e di gente del posto. E’ forse uno degli spettacoli più belli, mettersi ad un incrocio e guardare questa vita così diversa scorre davanti ai propri occhi.

E’ giunta l’ora di lasciare la caotica capitale, per immergerci un paio di giorni, nelle antiche tradizioni Vietnamite, nel minuscolo villaggio di Ky Son. Qui marito e moglie hanno aperto un incantevole homestay, dove preservare le antiche tradizioni che vanno ormai perdendosi, dalla cena in abiti tradizionali, al massaggio alle mani, dal bagno alle 5 erbe profumate, al corso di cucina, fino alla nostra prima lezione di Tai Chi. Il pomeridiano giro in bicicletta è leggermente umido, ma l’atmosfera è stupenda, perché ovviamente, la vita qui non si ferma. La cena è preceduta da un suggestivo rito buddista nel tempio della homestay, dove viene dedicata una preghiera anche a noi due, i soli ospiti in questo angolo di Indocina. la vittoria dell’Italia nella semifinale europea, corona una giornata strepitosa.

Il mattino dopo, optiamo per una rilassante giornata di pesca il cui bottino è di 1 solo gamberetto, subito rilasciato, ed una passeggiata nel verde delle risaie, prima di salire sull’auto che ci porterà alla stazione di Hanoi, il treno per Lao Cai ci attende.

Alle 5:45, la tradizionale colazione a base di zuppa pho, precede le 3 ore di auto fino al pittoresco mercato di Can Cau, popolarissimo tra l’etnia H’mong a fiori. Tra scenari mozzafiato e ridenti donne in abiti tradizionali, il tempo sembra essersi fermato, la magia è alimentata dal fatto che i turisti che incontriamo sono veramente pochissimi. In bicicletta ritorniamo verso Bac ha, ci concediamo una rinfrescante doccia, prima della visita pomeridiana al vicino villaggio di Ban Pho, dove, ospiti di una tradizionale casa H’mong flower assaporiamo il famoso vino di riso. Per cena decidiamo di immergerci completamente in questa cultura, così distante dalla nostra: in un periferico ristorante della città assaggiamo il cane. La giornata in bici si fa sentire, ore 09:44 a letto, domani ci aspetta il mercato di Bac Ha.

La radio cittadina ci sveglia alle 5 del mattino con, l’ormai nota, propaganda elettorale. Purtroppo la pioggia battente non ci da tregua neppure quando scendiamo tra i venditori ambulanti. Il mercato si svolge comunque e l’atmosfera è in ogni caso particolare, soprattutto nella zona dedicata al cibo. Naturalmente anche oggi non sfuggiamo alle venditrici H’mong a fiori, i cui lavori sono veramente molto belli e, come possiamo successivamente appurare, comunque più economici che nel resto del paese. Dopo una breve visita nei dintorni partiamo alla volta di Sapa, che come previsto, è avvolta dalla tipica nebbiolina che purtroppo ci impedisce scatti suggestivi alla vallata; veniamo comunque ripagati dagli abiti tradizionali delle etnie H’mong neri e Dzao rossi. Il paese, in continua espansione, è decisamente più turistico di Bac Ha, Tom riesce persino a concludere la serata con una sfida a bigliardo ed un Moijto.

Dopo la disastrosa finale degli Europei, anche il risveglio non è dei migliori, ci attende una pioggia battente che, ci accompagna per almeno 3 della 4,5 ore di trekking tra risaie verdissime, foresta tropicale e villaggi black H’mong e red Dzao. Finalmente la nostra costanza viene premiata, dopo ore di pioggia e nebbia, uno spiraglio di sole fa capolino e riusciamo finalmente a scattare qualche foto, degna di questa splendida vallata. Infangati rientriamo in hotel, giusto il tempo di cambiarci d’abito e si parte per Lao Chai dove ci attende il treno per Hanoi.

Alle 5 di mattina le strade della capitale sono già affollate di macchine, motorini ed appassionati di Tai Chi. Acquistata una pannocchia all’angolo della strada, siamo pronti per il trasferimento alla famosissima Halong Bay, dove ci aspettano due giorni di rilassante crociera. Nell’avvicinarci alla baia, il paesaggio cambia completamente, resort di lusso, strade asfaltate e bus turistici, ci accompagnano verso le straordinarie 2000 isole, da anni la maggiore attrazione del paese. Purtroppo avendo prenotato un pochino in ritardo, la giunca su cui veniamo imbarcati è di dimensioni medio-grandi ma la compagnia è eccellente, socializziamo subito con una coppia di New York, lei di origine singaporese ed un ragazzo Australiano. Il pranzo viene servito, mentre ci inoltriamo sempre più nella magia della baia, il cui unico neo sono le numerose chiatte che dragano il fondale. Nel pomeriggio facciamo un giro in barca fino al villaggio di pescatori di Vungvieng, rientrati a bordo sfidiamo le meduse con un bagno rinfrescante attorno alla junka. Cena di gala, e poi una conversazione, degna di questo nome, con due ragazzi spagnoli in viaggio di nozze.

Alle 6:45 lezione di Tai chi, quindi si parte alla scoperta della luon cave, una fantastica grotta formata da diverse sale, dalla cui sommità si può ammirare una strepitosa veduta panoramica della baia. Al termine dell’escursione inizia la magia, delle 60 persone presenti sulla nave, rimaniamo in 5, gli unici ad aver scelto il tour di 2 notti e mai scelta fu più azzeccata. Io, Tommaso, il ragazzo australiano ed una giovane coppia francese in viaggio di nozze, veniamo imbarcati su una barca più piccola per un’ intera giornata di spiaggia, relax e kayak. Per primi arriviamo in una baia di sabbia bianchissima dove decidiamo di rilassarci per un oretta, mentre gli altri si dedicano ad una passeggiata esplorativa dell’isola. Risaliamo sulla barca e crogiolandoci al sole, ci godiamo la navigazione solitaria, lontani dalle zone più frequentate della baia. Arrivati in una meravigliosa gola, saliamo sui kayak e andiamo alla scoperta di splendide grotte e magiche lagune, dove ci sono solo mare limpido, natura incontaminata ed i nostri 3 kayak. Dopo un rigenerante bagno, un’abbuffata di pesce, ci conferma che neppure questa vacanza sarà dietetica.

Naturalmente ricordatevi la crema solare, noi ci siamo completamente ustionati.

Ancora qualche ora di relax, poi si torna sulla giunca principale per la cena di gala e una serata di infruttuosa pesca.

Questa mattina niente Tai chi, ci alziamo giusto per una tazza di caffè e per finire la nostra avventura nella baia di Halong, con un veloce giro in barca, in un’altra suggestiva laguna. Rientrati ad Hanoi, ci concediamo un’altra follia gastronomica, prendiamo un taxi fino al quartiere di Le Mat ed andiamo a mangiare il serpente. Il rito è interamente come descritto nelle varie guide, solo, dal vivo, fa molto più effetto. La cena è cara per gli standard Vietnamiti ma l’atmosfera è tutt’altro che turistica.

A malincuore dobbiamo lasciare il nord del paese, di buon mattino parte il volo per Hue. Dopo solo un’ora arriviamo nel minuscolo, ma efficientissimo aeroporto, dove ci aspettano guida ed autista. La mattinata la dedichiamo alla scoperta della cittadella, o meglio, a quello che ne resta, la devastazione della guerra qui è molto più tangibile e respirabile che altrove.

Al mercato di Dong Ba, ci lasciamo attirare dai mille banchetti, tra i quali qualcosa di interessante ci sembra di scovare. Shopping allo “Spiral foundation healing the wounded heart center” un centro che aiuta i bimbi disabili, quindi cena in uno spartano, ma decisamente caratteristico locale, con vista fiume, consigliato dalla l.p. Sulla strada del rientro veniamo attratti dalla numerosa folla che passeggia lungo il fiume tra una miriade di bancarelle, ma l’afa ha la meglio, siamo stremati dalla giornata e dal caldo, ci rifugiamo in hotel.

Il mattino successivo di buon ora partiamo per una crociera lungo il fiume dei profumi, fino all’affollata pagoda di Thien Mu. Quindi ci dirigiamo al mausoleo di Ming Mang, il più maestoso della zona, dove respiriamo un atmosfera rilassante, mentre una futura sposa posa per il fotografo. Risaliamo in auto ed iniziamo un trasferimento a dir poco movimentato. La prima parte del tragitto per Da Nang è decisamente disastrato, la seconda parte è in condizioni nettamente migliori, peccato che l’ascesa al Hai Van Pass non sia adattissima a chi soffre di mal d’auto, anche se la vista vale decisamente la nausea. Una veloce tappa al museo della cultura Cham, precede la visita alle Marble Mountains, la pagoda di Linh One e le grotte retrostanti meritano sicuramente una visita, nonostante l’affollamento. Si riparte alla volta della meta finale di questa lunga giornata, Hoi An. Non abbiamo neppure il tempo per un bagno in piscina, se vogliamo rispettare le tradizioni, e farci confezionare in 24 ore un abito su misura. Purtroppo siamo un pò indecisi e non ci decidiamo ad entrare in una delle coloratissime sartorie, ma ovviamente non posso non cedere ad un meraviglioso paio di scarpe su misura, in pelle blu, a soli 40 dollari.

Cena lungo il fiume ed una passeggiata nella zona del mercato ci regala la magia della città delle lanterne. Hoi an è veramente superba e di notte dà il meglio di se.

Il mattino dopo, decidiamo di noleggiare due bici, ed avventurarci fuori dal centro città, ritrovandoci presto a pedalare tra isolati villaggi di pescatori e verdissime risaie. Oggi ci siamo ricordati la crema solare, ma, con questo sole, anche protezione 50 sembra fare veramente poco, considerando anche quanto si suda.

Rientrati ad Hoi An decidiamo di salire su un barcone zeppo di biciclette, motorini e locali, alla volta di una destinazione ignota, nessuno parla inglese, e sinceramente neppure noi, ma è da ieri sera che Tom vuole salirci, incuriosito dal continuo via vai. Sistemate le bici, ci accomodiamo per terra, cercando un bricciolo di ombra sotto un improvvisata tettoia e con le nostre spelature da sola suscitiamo l’ilarità generale.

Scendiamo dal barcone e ci mettiamo a scorazzare per le strade deserte, in effetti fa troppo caldo e le persone sono tutte al riparo, chi a bere, chi a riposare, a giocare a dama, ma tutti cordialmente ci sorridono con squillanti hello.

Ovviamente ci siamo persi, l’unico modo per tornare in dietro è riprendere il barcone, sempre riuscendo a trovare l’attracco. Dopo un paio di tentativi vani, finalmente troviamo l’imbarco, in città, ci concediamo il più naturale dei rimedi contro afa e caldo, una tradizionale zuppa piccante, per poi lasciarci tentare dalla piscina dell’hotel.

Per cena optiamo per uno strepitoso ristorante in cui ci imbattiamo di ritorno dal negozio di scarpe. La location è decisamente da togliere il fiato, una casa tradizionale dove troviamo eccellente il servizio, il cibo ed il rapporto prezzo/qualità.

La luce e gli immancabili clacson ci danno la sveglia di buon ora, è giunto il momento di preparare gli zaini che, ovviamente,non si chiudono. Nonostante ad Hoi An i nostri acquisti siano stati miseri, Hue ha comunque minato i nostri, già ridotti, spazi! ed è così che entriamo a far parte dei viaggiatori da statistica, usciamo a comprare una valigia. Con circa 7 euro risolviamo il problema, anzi abbiamo decisamente un sacco di posto per lo shopping di Ho chi Ming city.

Il volo per Saigon è un pò movimentato, anticipazione del clima non felice del periodo. La città ci appare di un altro pianeta, decisamente lontana dal fascino di Hanoi, ha strade larghe, boutiques lussuose, fast food, ma soprattutto tutti indossano il casco, ormai obbligatorio da circa 5 anni, ma che i vietnamiti considerano, se mai, un accessorio moda; ce ne sono a coccinella, ad ape e persino con l’incavo per la coda di cavallo. Anche i prezzi sono adeguati alla metropoli cosmopolita, un giro al mercato all’aperto e via a letto, domani ci aspettano i tunnel.

I Cu Chi tunnels, sono decisamente turistici, ma possono essere estremamente toccanti, a seconda dell’approccio che si ha. Ci sono i carri armati su cui fare le foto, i fucili con cui sparare, ma non appena ci si cala nei tunnel, anche solo per il tratto più corto di soli 20 mt e ci si immedesima in quella che è stata la realtà dei Vietcong per quasi 20 anni, si resta senza fiato, l’esperienza è toccante, o forse, sarebbe meglio dire, agghiacciante.

Dopo il pranzo la storia recente ci aspetta ancora al Museo dei Residuati Bellici, da cui ancora una volta usciamo provati. Gli edifici francesi di grande fascino, tra cui il palazzo delle Posta e l’Opera House, chiudono il nostro tour.

Lasciamo Ho chi Ming, per quella che è l’ultima tappa del nostro viaggio Vietnamita, il Delta del Mekong.

Il tour è decisamente molto umido, percorriamo i 60 km di bicicletta tutti sotto un’acqua battente, ma qui siamo tornati ad un Vietnam più suggestivo, fatto di piantagioni di cocco, palme, risaie, canali e tanta gente comune.

A cena mi lanciamo nell’ennesima follia, vogliamo assaggiare il ratto, dalla guida ci facciamo portare in un locale tipico, dove un pollo, un ratto e 12 birre ci costano 16 euro, siamo proprio tornati in Vietnam. La carne è decisamente troppo speziata, e le dimensioni lo fanno assomigliare più ad un gatto che ad un ratto, ma tutto sommato si lascia mangiare, basta non pensarci troppo.

Al risveglio una piacevole sorpresa ci attende, il sole accompagna la nostra pedalata lungo il lago cittadino, passando per il cimitero degli eroi, fino alla pagoda khmer. Risaliamo in bicicletta alla volta di Can Tho e proprio quando mancano solo 3 km al pranzo in una strepitosa homestay lungo i canali del Mekong, il monsone da il meglio di se. Il percorso è comunque mozzafiato, lungo uno stretto sentiero alberato, si susseguono ponticelli, barche, e la quotidianità, l’unico rammarico è quello di non poter fare foto, l’intensità dell’acque non ce lo permette. Arrivati in hotel giusto una asciugata e via a comprare gli ultimi souvenir, divertendoci con una sana contrattazione.

L’ultima serata in questo magnifico angolo di mondo, non può che finire come era iniziata, 18 giorni fa, la nostra avventura. Accompagnati dalla nostra guida, affittiamo una stanza, con tanto di bagno e cameriere, in un palazzo di 5 piani tutti adibiti a karaoke, dove per ben 3 ore sbraitiamo e ci godiamo la passione più grande dei giovani vietnamiti, che questa sera facciamo nostra.

L’ultimo risveglio è decisamente nostalgico, ci attendono ancora una pedalata per i canali del Mekong e la visita al mercato galleggiante di Cai Rang. Ci regaliamo gli ultimi scatti, in una giornata di magnifico sole, prima di lasciare questo favoloso paese.

Grazie Vietnam, grazie per i tuoi colori, la tua atmosfera magica, e grazie per i sorrisi e la cordialità del tuo popolo.

Consigli utili

Da non dimenticare assolutamente, la crema solare ed il repellente per le zanzare.

Se volete far lavare qualcosa Hoi An è il posto giusto, ad ogni angolo viene offerto il servizio lavanderia a prezzi irrisori

Portate sempre tanta acqua

Da non perdere

Una bevuta di Bia hoi nelle vie di Hanoi;

Il mercato di Can Cau;

Il tour di 2 notti in junka per vivere la magia della baia di Ha long, lontano dal turismo di massa.

Il delta del Mekong in bicicletta

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