Un Capodanno inusuale

Difficile trovare un aggettivo per questa esperienza. Dai film a Miami e Cape Canaveral, all'animazione di Walt Disney World fino al relax di Sanibel Island
Scritto da: Cesc&Nico
un capodanno inusuale
Partenza il: 30/12/2015
Ritorno il: 11/01/2016
Viaggiatori: 3
Spesa: 3000 €
Era arrivata l’estate e con il caldo anche la voglia di mare e vacanza. Personalmente colgo ogni pretesto per cercare un viaggio e convincere la mia compagna a partire e quello era proprio il momento giusto… Avendo un bambino di otto anni, il classico periodo per una vacanza è sicuramente da metà giugno a metà settembre (più o meno…), quando le scuole sono chiuse ma ecco un idea da sottoporre alla “truppa”. Perchè non cercare una partenza, in un posto al caldo, dove poterci anche divertire nella chiusura invernale delle scuole? Beh, con questa mia uscita, ho preso per la gola entrambi e mi sono messo alla ricerca della meta ideale. E quale se non la Florida che accomuna tutti i gusti? Ricerche su ricerche e metto insieme il pacchetto. Per me viaggiare, oltre che cultura, è un hobby talmente grande che impazzirei a stare fermo, a casa, per più di un certo tempo… Certo ci vogliono delle condizioni, ma sono convinto che ognuno di noi può organizzarsi per vivere un piccolo sogno, sempre se i viaggi sono una cosa primaria. Tornando al mio pacchetto, riesco a trovare un volo per Miami della Star Alliance, grande alleanza tra cui spiccano compagnie del calibro di Lufthansa e United Airlines. Al prezzo proposto non c’è neanche da pensarci, Euro 394 A/R cad., per cui prenotiamo immediatamente. Tra l’altro il periodo è perfetto, passeremo l’ultimo dell’anno proprio a Miami, provando ciò che avrei sempre voluto fare, questo periodo al caldo e non al gelo come da noi… Tutti emozionati, passo per passo, costruiamo il nostro itinerario che prevederà una sosta al Kennedy Space Center a Cape Canaveral, il divertimento di Walt Disney World vicino ad Orlando e un po’ di relax a Sanibel Island, keys nel golfo del Messico. Adesso c’è solo da “soffrire” per questi sei mesi che ci separano dalla partenza.

BIENVENIDO A MIAMI

Passa il tempo e arriviamo a Firenze in una mattina del 30 dicembre con destinazione Miami International Airport. Il volo della Lufthansa è ottimo, basta mettere indietro le lancette dell’orologio di cinque ore ed arrivare a Miami Beach, in taxi, all’hotel Harrison prenotato su booking. L’albergo non è dei migliori, lo sapevamo dalle varie recensioni lette, ma abbiamo preferito essere vicini alla spiaggia rinunciando ad un po’ di confort e ad una pulizia a cui è abituato l’italiano medio. Il prezzo per le tre notti è alto per la struttura ma purtroppo è lo standard per questa città, dannatamente cara! Il tempo di posare le valigie e raggiungiamo la spiaggia con una temperatura di 24 gradi. E’ come entrare in un film, molte persone fanno jogging, le altre sono sdraiate al sole, l’oceano un po’ mosso ed i famosi lifeguard nelle loro caratteristiche casette. Facciamo una prima ricognizione sulla Ocean Drive, piena di lussuosi palazzi, bar e ristoranti e ci affidiamo alla nostra Lonely Planet, che si rivelerà ottima partner di viaggio, per la prima cena a Miami. Scegliamo il 11th Street Diner, angolo tra la Washington e l’11ima appunto ed il primo assaggio in terra americana non poteva che essere un ottimo hamburger elaborato a dovere. Sono fatto per questo tipo di cibo! Nicoletta e Lorenzo non stanno certo a guardare con hot dog e alette di pollo. Finisce così, grazie anche alla stanchezza del viaggio, la nostra prima serata a Miami Beach. L’ultimo dell’anno, non vediamo un grande entusiasmo come in Italia, ma forse solo perchè qua è festa tutte le sere. Comunque dopo la mattinata passata in spiaggia tra sole, onde e decine di foto, nel pomeriggio decidiamo di visitare Little Havana. La principale arteria di Little Havana, Calle Ocho, non soltanto taglia in due il quartiere ma ne costituisce il cuore pulsante. Partiamo dal Maximo Gomez Park o come lo chiamano qua dal Domino Park, luogo in cui è ancora viva l’atmosfera della vecchia Cuba, dove le sonore imprecazioni degli anziani che giocano a scacchi si mescolano con il suono secco delle tessere di chi gioca a domino. Mentre passeggiamo cerchiamo la Cuban Walk of Fame, una serie di stelle incastonate nei marciapiedi della 8th St, la Calle Ocho, dedicate a varie celebrità cubane. Infine è la volta dell’acquisto di un paio di sigari, come non assaporarli per questa ultima sera dell’anno 2015. In definitiva Little Havana non ci ha stupito come pensavamo, sarà stata questa particolare serata ? Ai prossimi viaggiatori l’ardua sentenza.

Tornati a Miami Beach, dopo una doccia in hotel, non abbiamo nessuna difficoltà a trovare un posticino in cui cenare. Questo fatto fortifica ancora di più in noi il pensiero che questa giornata è vissuta dalle persone del posto in maniera normale. Comunque il Pink Pork, sempre dalla nostra Lonely Planet si rivela un bel posticino con buona cucina americana. Adesso è il momento di incamminarci verso la spiaggia per assistere ai fuochi d’artificio programmati per salutare il nuovo anno. Ci sono molte persone, Lorenzo, purtroppo si ritira prima in camera insieme alla mamma per un dolore agli orecchi, forse troppe onde nella mattinata, ed io rimango a fare qualche foto. Siamo arrivati al Primo dell’anno, A Lorenzo sembra passato il dolore e dedichiamo le prime ore della mattina al tour dell’Art Decò District iniziando proprio dall’Art Decò Welcome Center. Proseguiamo verso nord notando tre tipici alberghi art decò: il Leslie, un parallelepipedo con sopracciglia aggettanti, il Carlyle dallo stile modernista e comparso nel film Piume di Struzzo e il Cardozo di proprietà di Gloria Estefan caratterizzato da eleganti linee arrotondate. Arrivati all’angolo del Winter Haven Hotel della 14 th St, torniamo indietro per la Washington Ave fino ad incontrare lo US Post Office, purtroppo chiuso e il Wolfsonian FIU, un pregevole museo anch’esso chiuso. Il nostro giro finisce, una volta svoltati nuovamente sulla Ocean Drive, all’Ocean’s Ten Restaurant. Prendiamo qualcosa da un supermarket e ci dirigiamo verso la spiaggia finendo così questo “strano” primo pomeriggio dell’anno. Il meglio deve ancora arrivare, per cui una doccia veloce e via, partenza per l’American Airlines Arena dove ci aspetta la partita valida per il campionato di basket NBA Miami Heat contro Dallas Mavericks. Uno spettacolo nello spettacolo, avevamo già assistito ad un macht della NBA e proprio per questo abbiamo deciso di acquistare i tickets online dall’Italia subito dopo aver prenotato il volo. Non si possono perdere occasioni del genere ed infatti ci divertiamo un sacco. Qua c’è un significato di sport particolare o forse dovrei dire “normale”, come dovrebbe essere ovunque. Per dovere di cronaca gli Heat hanno vinto in modo netto.

“DECOLLA” IL TOUR

Il giorno seguente è in programma il trasferimento dall’Aeroporto di Miami a Cocoa Beach con auto a noleggio prenotata con Alamo. L’auto scelta è un SUV coi fiocchi, impossibile resistere, spendendo circa 290 Euro con secondo guidatore ed un pieno di benzina extra incluso. Mi bastano solo pochi minuti per abituarmi alla nuova auto ed alla circolazione veicolare di queste parti. Arriviamo a Cocoa Beach in serata non prima di essere passati per una curiosa visita di passaggio da Ft Lauderdale e Palm Beach, che lusso ! Ci sistemiamo a La Quinta Inn, catena di hotel molto apprezzata in quanto a disponibilità del personale, pulizia e camera amplissima (una notte a 115 Dollari) con addirittura 2 letti matrimoniali king size dove Lorenzo sembrava un principino! Visitiamo un paio di negozi di surfisti e ci rechiamo al beach pier dove mangiamo qualcosa. Qua dovrebbe essere il paradiso per i surfisti ma la serata è brutta e per questo viviamo poco questa atmosfera. La cosa che ci rimarrà più impressa sarà l’aver assaggiato per la prima volta la coda di alligatore fritta, tra l’altro buona buona. Il giorno 3 gennaio è destinato alla visita del Kennedy Space Center di Cape Canaveral. Avevamo già i ticket, $ 50 adulto e $ 40 bambini, ma comunque non abbiamo trovato molta gente all’ingresso. Il biglietto di entrata comprendeva il tour di 90 minuti in autobus, dove abbiamo potuto vedere la struttura di lancio, la sede dove compongono i vari razzi e la macchina di trasporto del razzo alla piattaforma di lancio, prima della sosta al padiglione Apollo/Saturn V, dove nella firing room si assiste ad uno spettacolo multimediale del decollo di un razzo. Accanto, in un enorme hangar, visitiamo il vero modulo di comando dell’Apollo XIV ed il missile lunare Saturn V lungo 110 metri. Il giro continua in uno spazio appositamente costruito per sorreggere in aria lo space shuttle Atlantis, ultimo orbiter nella flotta NASA, danneggiato dal combustibile per razzi e rigato dalla polvere lunare. Prima di lasciare il centro facciamo una visita anche al Rocket Garden, dove troneggiano riproduzioni di storici razzi di missioni spaziali. Anche se sono le 16, non possiamo mancare di assaggiare alcuni piatti tipici del locale Seafood Atlantic. Tacos al Mahi Mahi, pesce di queste zone, zuppa di clams e tonno alla piastra, tutto esageratamente buono.

LA FANTASTICA ESPERIENZA DI WALT DISNEY WORLD

Si è fatta quindi l’ora di trasferirci vicino ad Orlando, al fantastico Walt Disney World. Dormiamo all’interno del parco, al Disney’s All Star Sport Resort, dove nonostante fosse il più economico, tre notti più due giorni di ingresso a tutti i parchi ci costano Euro 1075; ci troviamo benissimo. Ottima camera con due letti matrimoniali, servizio di ristorazione praticamente sempre aperto, lavanderia, gift shop. Avevamo dei dubbi sul soggiornare dentro o fuori dal parco che si sono volatilizzati immediatamente. Trasporti efficientissimi che nel giro di massimo 20 minuti ti portavano dall’hotel ovunque tu scegliessi di andare. E noi scegliamo il Magic Kingdom come prima avventura, là dove troneggia il castello di Cenerentola. Entriamo, dopo i meticolosi controlli di sicurezza e rimaniamo a bocca aperta. Da un film ci catapultiamo in un cartone. Girovaghiamo divertendoci tra un’attrazione e l’altra, con code estenuanti, quindi muniti di gran pazienza e pronti a cambiare programmi fatti poco tempo prima. Questo è Walt Disney World. Fatto positivo da non sottovalutare, la possibiltà di usufruire di un servizio, fast pass plus, dedicato a chi soggiorna all’interno del parco, che fa saltare la fila a tre attrazioni. Beh, saltare è una parola grossa ma pur sempre fa risparmiare un sacco di tempo. Naturalmente questo servizio è prenotabile dall’Italia mediante una app e prima lo si fa, dal momento in cui prenotate la stanza, meglio potrete scegliere. Una volta esaurite le tre prenotazioni, ci si può recare ai molti chioschi del parco per prenotarne altre, a questo punto solo una alla volta. Insomma il primo giorno scorre alla grande tra giochi, negozi e visioni fantastiche di personaggi disney e si conclude, in serata, con i fuochi d’artificio sotto all’illuminato castello. Il giorno seguente, dopo una sicura dormita causata dalla stanchezza del giorno appena passato ed una colazione al solito ristoro dell’hotel, ci avviamo in bus al parco Animal Kingdom. Poco più tranquillo del precedente visitato ma bellissimo, immerso nella natura, quasi rilassante direi… L’iter è il medesimo, tour tra attrazioni, gift shop e decine di foto. Lasciamo Animal Kingdom, che a noi è piaciuto moltissimo, ed approdiamo ad Epcot. Un lago immenso al centro del parco e riproduzioni di città di diverse nazioni tutte attorno. Suggestivo ma ancora di più quando, in serata, i fuochi d’artificio riflettono nell’acqua il loro splendore. Ma la giornata non finisce qua perchè torniamo a Magic Kingdon. Becchiamo una parata elettronica di personaggi Disney che ci tiene immobili prima del meritato riposo in camera.

ADESSO RELAX…

Purtroppo, o per fortuna delle nostre finanze, ci dobbiamo trasferire a Sanibel Island. In auto per poco non trovo posto, perchè ci siamo ritrovati ad essere in 8 grazie a quei fantastici 5 peluche, beh qualcuno dovrà andare nel bagagliaio, io fortunatamente avevo la scusa di dover guidare. Durante il tragitto visitiamo il molo più lungo del mondo, così si dice, a St Petersburg, che prima di diventarlo era un ponte. Peccato che una grossa imbarcazione non l’abbia visto e si sia fatta spazio per conto suo. Nessun problema, il nuovo ponte, adiacente al vecchio, è molto più panoramico! Battute a parte è l’ora di pranzo e vista l’ultima esperienza ci affidiamo ancora una volta alla Lonely Planet che si è dimostrata affidabilissima. Con una piccola deviazione ci fermiamo allo Starfish & Co., caratteristico posticino su di un piccolo molo, tra pescherecci, reti per la pesca dei granchi poste ad asciugare e cormorani che non soffrono certo la fame… Siamo a Cortez, villaggio di pescatori e questo ristorantino ci entusiasma per la location, ma soprattutto per la qualità del cibo. Arriviamo in serata, come ormai ogni nostro spostamento, a Sanibel Island. La piccola isola, collegata alla terraferma da due grandi ponti, caratteristica delle keys, si presenta come un’oasi rilassante. Nonostante fosse ancora prima di cena, in giro non c’era un’anima. La cura delle strade e della natura sembra maniacale e veniamo a scoprire che la maggior parte delle attività, compresi i ristoranti, chiudono alle nove. Non ci sono semafori o lampioni per strada. Insomma un’isola quasi fantasma e confermeremo a posteriori forse un po’ “troppo rilassante” per i nostri gusti. La camera dell’hotel Song of the Sea è molto bella anche se costosa, nonostante fosse una delle più economiche al momento della nostra prenotazione, ma ormai a questo ci siamo abituati in Florida. La solita disposizione a “motel” in stile americano, due letti king size, un piccolo resede di proprietà con due sedie e un tavolino a due passi dalla piscina. La raccolta delle conchiglie su quest’isola è un’attività fruttuosissima nelle sue 14 miglia di spiaggie in gran parte ad accesso libero. Noi abbiamo visitato la Bowman’s Beach, La Tarpon Bay e la Lighthouse Beach. Tra la sabbia bianca luccicano conchiglie di ogni forma e varietà. Abbiamo trovato la prima nominata la migliore anche se sotto lo storico faro in metallo della Lighthouse, siamo riusciti a scorgere e fotografare alcuni delfini vicino alla riva.

LE EVERGLADES

In questo soggiorno sull’isola, abbiamo prenotato un tour alle Everglades con un’agenzia locale. Partiamo la mattina presto, in auto, per raggiungere il luogo di partenza del minibus a Ft Myers Beach, località a venti minuti dal nostro albergo. Come prima sosta, abbiamo un’uscita in barca nella baia di Ft Myers per avvistare delfini, cosa che non avverrà e vedere le tipiche abitazioni affacciate sulla baia con il loro molo privato. Riprendiamo in minibus e dopo circa un paio d’ore arriviamo sulla tratta del Tamiami Trail, strada che parte da Ovest, poco sopra Naples, ed arriva ad Est a Miami. Avevamo visto degli avvisi curiosi, come attenzione presenza di pantere oppure attenzione attraversamento tartarughe e così proprio è stato, una bella tartaruga che stava attraversando la strada. Per la cronaca è buona condotta fermarsi e portare la tartaruga ad arrivare fino in fondo alla carreggiata senza incidenti. Sono previste tre fermate durante il tour. Nella prima saliamo su di una buggy per percorrere, dai seggiolini posti ad una altezza di circa 5 metri, un sentiero nella vegetazione dove vediamo, oltre che a dei manati in una laghetto, anche dei cervi ed un procione. Nessun avvistamento della famosa pantera, solo delle impronte di unghie su alcuni fusti di albero alla nostra altezza. A questo punto la domanda nasce spontanea… Siamo davvero al sicuro!? Meglio pensare all’ottima impressione che ci sta facendo questo parco, il paesaggio è proprio bello e caratteristico. C’era una grandissima curiosità nel visitarlo dopo tutti i documentari visti e rivisti in televisione. L’apice lo tocchiamo quando, nella seconda fermata, saliamo sull’airboat, veicolo a fondo piatto spinto in avanti da un’elica simile a quelle degli aerei. Il giro tra flora e fauna di trenta minuti è divertente ed emozionante al tempo stesso. Ecco i primi alligatori, in attesa di qualche raggio di sole che fatica ad uscire, peccato. Anche gli esemplari che galleggiano con la sola parte di muso visibile fanno davvero impressione. Torniamo al molo di partenza tra una giravolta e l’altra, degna di un’attrazione di Walt Disney, per fortuna ancora asciutti. Il tempo di acquistare due gadgets ed arriviamo al ristorante per il pranzo turistico del tour in Everglades City.

L’ultima tappa è la strada sterrata che dal Tamiami Trail si snoda all’interno del parco per poi ricongiungersi più avanti alla solita via principale. Al suo fianco, un grande fosso dove si possono incontrare numerosi alligatori. Naturalmente sconsigliato scendere dalla vettura oltre a non poter dar loro del cibo. A posteriori consigliamo a chiunque noleggi un auto di programmarsi il tour per proprio conto con l’aiuto di una guida stampata, risparmiando e godendosi di più ogni momento. Tornati in hotel nn ci resta che dare un ultimo sguardo alla spiaggia di fronte piena di conchiglie, un’ultima ottima cena ed un piccolo riposo prima della partenza per l’aeroporto di Miami. Passeremo molti momenti, dopo il rientro in Italia, a pensare alle belle esperienze di questa vacanza. Della Florida ci rimarrà questa sensazione di “bella vita” di Miami, le sue tipiche spiagge immense in compagnia dei gabbiani, i lifeguard con le loro casette, lo splendido spettacolo del NBA, il fantastico mondo di Walt Disney capace di far impazzire un adulto quanto un bambino, l’immensa storia del centro NASA e le selvagge spiagge piene di conchiglie di Sanibel Island senza dimenticare quel che amo di più di questa terra… il cibo!

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Strani segnali a Sanibel Island

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Il tramonto di Sanibel

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Ft Lauderdale

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Facciamo un giro ? Alle Everglades

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Il miglior passatempo di Sanibel

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Alle Everglades

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Un classico a Miami

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Kennedy Space Center

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Il meraviglioso castello a WDW

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Domino Park

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Cocoa Beach Pier

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Epcot

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Strada interrotta, molo a St. Petersburg



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