Un assaggio di Norvegia
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Clima: Le condizioni meteo possono cambiare da un giorno all’altro. Alcuni vestiti leggeri, un maglione caldo, una giacca che ripari dal vento e dalla pioggia, scarpe comode e un ombrello pieghevole. Si consiglia un abbigliamento a strati.
Le prese sono per spine bipolari, come le nostre ma senza la messa terra centrale oppure shuko.
Valuta: All’ingresso è consentito avere con sè valuta per un valore max di NOK 25.000. Pagare con carta credito o prepagata. Per sicurezza, far alzare credito carta, attenti ai costi fissi operazione e valuta estera fuori zona euro.
Chi cambia in loco può andare incontro a spiacevoli sorprese, specie se cambia presso un ufficio turistico; il consiglio è di arrivare in un giorno feriale e cambiare in banca la valuta che ritenete necessaria per tutto il viaggio, vi verrà applicato il tasso ufficiale e ammortizzerete meglio la commissione fissa. C’è il minibank, un bancomat che vi consente di prelevare.
È sufficiente la carta d’identità valida per l’espatrio, anche con il timbro di estensione di validità.
Alloggiate nelle case dei pescatori o “rorbu“: Costruite originariamente come alloggi per i pescatori durante la pesca alle Lofoten. È consigliata la prenotazione con anticipo. Si paga per casa, non a persona, più un extra per la biancheria e gli asciugamani, se vi servono.
Nei campeggi ci sono bungalow, hytte, che costano relativamente poco.
Come muoversi: Spesso ci sono pochi bus al giorno e le distanze sono allucinanti, se non programmate bene rischiate di non poter raggiungere la vostra destinazione. Se si fa scalo a Oslo per raggiungere altre destinazioni in Norvegia è necessario ritirare il bagaglio e consegnarlo nuovamente ad un banco check-in o “Baggage Drop” anche se è già stato registrato fino alla destinazione finale.
Treno: Esiste una fascia di biglietti Minipris, escono tre mesi prima. Molto conveniente la prima fascia da 199 Nok. Per tutte le informazioni andate sul sito Nsb. Gli studenti pagano la metà.
Traghetti: Per alcune tratte è necessario arrivare un po’ prima per assicurarsi il posto auto. Biglietti si acquistano sul posto o su internet (per le tratte lunghe). Il sistema di pagamento è semplice e rapido: la fila all’imbarco viene rispettata sul traghetto e l’addetto passa a riscuotere. Un tot a persona (conducente compreso nel prezzo) il mezzo, in base alla lunghezza.
Auto. Noleggio bilutleie. Telepass, montato su tutte le auto. E’ sufficiente avere la patente da almeno un anno. Assicurazione, controllate se inclusa nel costo finale. Obbligatorio l’uso delle cinture di sicurezza sia sui sedili anteriori che su quelli posteriori. Le strade, ad una sola carreggiata, hanno delle piazzole per poter dare la precedenza ai veicoli che procedono in senso contrario. È obbligatorio tenere sempre anabbaglianti accesi. Il limite di velocità è 80 km/h fuori dai centri abitati e di 50 km/h in città. In alcune zone residenziali il limite può scendere a 30 km/h. Sulle strade principali il limite è generalmente di 90 km/h. Molti autovelox.
Altro aspetto organizzativo, riguarda la lentezza degli spostamenti, strade strette e piene di curve, che rallentano l’andatura. L’esigenza di utilizzare traghetti influenza i tempi di percorrenza.
La maggior parte dei caselli sono automatici AutoPass. Li potrete semplicemente oltrepassare senza fermarvi. Altri caselli hanno sia la corsia AutoPass che quella per il pagamento manuale.
Acquisti: i negozi che espongono il logo Tax Free Shopping garantiscono al momento della partenza, un rimborso che varia dal 12 al 19% per una spesa minima di 315 NOK nello stesso negozio. Prima di pagare, richiedere al negoziante la compilazione del “Global Refund Cheque”. All’aeroporto Gardemoen prima del check-in andare all’ufficio Cash Refund, con l’acquisto (dovrebbe essere chiuso nella sua confezione originale), il “Global Refund Cheque” e il passaporto. Il rimborso può essere fatto in contanti oppure sulla propria carta di credito.
La spesa: è molto cara, ogni paesino ha il suo supermarket, l’acqua in bottiglia costa tantissimo perché usano quella del rubinetto. Il vino carissimo. A pranzo ci si arrangia nei supermercati (KiWi, Rema i più economici). I ristoranti sono carissimi, la cena standard va sui 40 €.
Il ns viaggio, per come l’avevamo programmato, già di per se comportava costi più elevati:
– Era tutto “in discesa” la macchina che noleggiavo veniva sempre consegnata in un’altra sede
– Non passando più di una notte nello stesso posto ci siamo dovuti portare sempre con noi i bagagli, il che richiedeva un baule capiente, cioè macchina di categoria superiore.
– A volte, prenotando in loco, dovevo accettare quello che passava il convento. Specialmente al nord e Lofoten non ci sono molti alberghi e le reception dei camping a volte chiudevano presto. Idem per cena, dopo i panini a mezzogiorno spesso fatti all’albergo con la prima colazione, la sera volevamo mangiare un po’ tranquilli, spesso non avevamo alternative
– Per compattare i tempi ho usato l’aereo.
A febbraio, decisa la meta delle vacanze, e letto i diari di alcuni tpc abbiamo creato un itinerario di massima e, via internet abbiamo prenotato:
– Con flysas: Volo Milano – Alta – 825€
Volo Honningsvag – Tromso – 442€
Volo Bodo – Molde – 942 €
Volo ritorno Oslo – Malpensa 364€
– Tramite Booking: Notte Rica Hotel ad Alta, camera quadrupla + colazione 2.220 NOK
Notte in Hytta al Nordkapp Camping 1.400 NOK
Notte Viking Hotel a Tromso, 2 doppie + colazione – 1.650 NOK
3 notti Thon Hotel Cecil-Oslo,2 camere doppie + colazione-4962 NOK
– Tramite Avis: addebitati alla consegna compresa estensione copertura assicurazione
Auto Alta – Honningsvag – 1 giorno, 3.677 NOK (compreso pieno non fatto)
Auto Tromso – Bodo per 4gg – 5.551 NOK
Auto Molde – Bergen 4gg – 6.049 NOK
– Tramite NSB: Viaggio in treno Bergen – Oslo – 1.196 NOK
– Sul sito del camp: Notte in Hytta -Andalsnes Camping og Motel – 675 NOK
22 luglio
A Malpensa ore 11,20, arrivo a Copenhagen 13,25 abbiamo quasi 4 ore di attesa. C’è il sole, con la metro decidiamo di fare una visita alla città, arriviamo alla zona di Nyhavn (porto vecchio) affascinante, con tutte le facciate colorate, il mare e tanti tavolini sul lungomare, ci siamo promessi di ritornarci con più calma. Decidiamo di andare a vedere la famosa Sirenetta, una bella scarpinata, non si arrivava più. Finalmente la vediamo, tutti siamo rimasti un po’delusi. Non ce la sentiamo di ripercorrere la stessa strada anche perché il tempo passa, optiamo per un taxi e chiediamo di passare dalla Rundetarn (torre rotonda) nulla di particolare. Ripartiamo alla volta di Oslo, scalo di 90’. Dobbiamo riprenderci i nostri bagagli e metterli su un altro nastro. Questa è la procedura per i passeggeri in transito da Oslo. Finalmente alle 22,35 siamo ad Alta, con un taxi ci facciamo portare in albergo. Usciamo, non c’è anima viva, troviamo un bar ed entriamo. All’uscita notiamo alcune persone, c’è l’arrivo di una corsa in mountain bike, è mezzanotte, boh!
23 luglio
Prima colazione abbondante, mentre moglie e figlie preparano i soliti panini, in taxi, vado al noleggio a ritirare l’auto: Hyundai Ix35- 2.0 – 4wd nuova, bella.
La città non offre nulla, bella giornata, trascorriamo un paio d’ore visitando l’Alta Museum 44€ (sito archeologico ai margini di alcune splendide scogliere, patrimonio Unesco), 5km fuori città.
Via alla volta di Capo Nord, traffico assente, affascinante il viaggio con alternanza di paesaggi montagne/mare e animali gabbiani/renne, renne che ti attraversano tranquillamente la strada. Raggiungiamo l’isola di Mageroya attraverso il NordKapp tunnel (6 km,gratis) sotto il mare, è buio, mette un po’di paura. Una deviazione verso Honningsvag, carina,sosta alla Kirkegata (chiesa bianca, chiusa), troviamo un supermercato Rema, acquisti per cena e colazione. Prossima tappa il Nordkapp Camping a Skipsfjorden, noleggiamo lenzuola e asciugamani 90 Nok a testa, ci danno una graziosa hytta fuori dal campeggio, sullo Skipsfjorden, sistemiamo i letti per la notte, lasciamo i bagagli e ricordiamo alla reception che partiremo presto il giorno dopo, ci hanno detto “nessun problema, lasciate la chiave nella porta”.
Verso Capo Nord, fa freddo e tira vento. Il tragitto è molto bello perché si vedono tantissime renne che pascolano e ti attraversano la strada. Spettacolare, si ha il mare vicinissimo.
Diversamente da quanto segnalato scopriamo che il biglietto d’ingresso non vale due giorni, ma solo per un accesso. Volendo ritornarci a mezzanotte paghiamo i due accessi, 770NOK e andiamo subito al globo, simbolo inconfondibile. Esploriamo tutto intorno (centro visite non particolarmente interessante) e, vista la levataccia che ci attende, torniamo alla ns hytta concedendoci prima una breve sosta a Kamoyvaer per visitare la galleria (di quadri), nulla di particolare.
Breve sonnellino ristoratore, cena e poi di nuovo verso capo nord, tira vento ma il cielo si è aperto e possiamo ammirare il sole a mezzanotte. Non c’è tanta gente, foto di rito e poi alle 2 a nanna.
24 luglio
Levataccia ore 5, all’aeroporto di Honningsvag. L’aeroporto apre alle 6, lasciamo le chiavi dell’auto ad una delle tre persone che lo gestiscono, non ho fatto il pieno perché non ho trovato alcun distributore, l’addebiteranno poi.
Piove a dirotto, veniamo imbarcati su un bimotore ad elica, viaggio tranquillo anche se al freddo.
In 80’ siamo a Tromso, città carina, su un’isola raggiungibile con un bellissimo ponte di circa 1,5km sul fiordo. Continua a piovere, taxi e ci facciamo portare al Viking Hotel. Ottima posizione, in centro, tè e caffè free.
Giro per la zona pedonale con le casette in legno e tanti negozi di moda, sosta al mercatino che si trova nella piazza principale (Stortorget) visita alla Domkirke (Cattedrale del 1861) poi al Museo sull’artico (che merita).
Sulla via del ritorno ci fermiamo al pub Olhaller il più vecchio bar di Tromso, un tempo punto di ritrovo e ristoro per cacciatori ed esploratori, caratteristico. Strano che chiuda alle 18, per un pub? Da noi sarebbe impensabile. Facciamo la spesa in un supermercato, torniamo all’hotel pranziamo in camera con quanto appena acquistato e vista la levataccia optiamo per un pisolino ristoratore.
Alle 15 con il bus 26 ci rechiamo alla bellissima chiesa Tromsdalen Kirke (Cattedrale del mare di ghiaccio) che raffigura, nella sua struttura, i crepacci dei ghiacciai e che durante il periodo invernale, quando è illuminata, ricorda le luci che si possono vedere nell’aurora boreale. Una delle sue peculiarità è lo scintillante mosaico in vetro. Nonostante le cattive condizioni meteo, a piedi, decidiamo di prendere la funivia di Fjellheisen che ci porta sulla sommità del monte Storsteinen (420 mt) dove si gode un panorama veramente bello. Tira vento e fa freddo. Rientrando con lo stesso autobus ci fermiamo a fare visita al Polaria 48€: è un acquario artico dove una delle maggiori attrazioni è costituita dalle foche barbute, in un’ora si visita.
Per la cena ci facciamo consigliare dalla reception e ci indica l’Arctandria (zona centro commerciale in strand Torget), puoi scegliere menu a base di carne o pesce, noi logicamente optiamo per il pesce, ottimo lo stoccafisso, la balena ci ha un po’ deluso, 221€.
La città si gira tutta a piedi, non dedicatele più di un giorno.
25 luglio
Colazione un po’ scarsa, riusciamo comunque a farci i soliti panini, a piedi vado a ritirare l’auto prenotata dall’Italia e mi danno la stessa macchina di Alta.
Piove, da Tromso, verso Svensby per visitare Museo del Troms Settentrionale mostra una tipica abitazione sami sulla costa e una collezione di oggetti d’artigianato, lo troviamo chiuso. Via verso Sungsbay, per visitare la chiesa di Lynge di legno, nel pittoresco villaggio di Lyngseidet.
Proseguo sulla E6 poi sulla fv. 87, che porta alla cascata di Målselvfossen, vicino a Bardufoss. Qui i salmoni compiono il salto più alto d’Europa. Posteggio costo 100 nok, che poi ti “rimborsano” in consumazione al bar o per l’area panoramica a vetri, che consente ai visitatori di vedere i salmoni da vicino (non ne vale la pena).
Con il lungo viaggio di trasferimento alle Lofoten, sempre sotto la pioggia, lungo la Lofast, alle 20 arriviamo a Svolvaer, il principale centro abitato dell’arcipelago, nulla di che, l’unica particolarità dovrebbe essere una vetta montuosa poco lontana (Svolvasergeita) che termina con due corna, infatti viene chiamata la capra di Svolvaer, (non vista per cattivo tempo). Per la notte scelta obbligata Vestfjord Hotel 1.695NOK, vicino al Magic Ice una mostra di statue di ghiaccio, atmosfera suggestiva, dentro fa freddo e ti fanno indossare una super mantella per ripararti, merita! 34€. Cena al Bacalao, 112€, sul molo, non ci ha particolarmente impressionato.
26 luglio
Piove e tira vento, verso Kabelvåg. Oltre alla bellissima architettura in legno che caratterizza la città, troverete il Nord-Lofotomuseet (che mostra come vivevano i pescatori anni fa, merita 34€), andare a vedere la chiesa di Vagan detta anche Cattedrale delle Lofoten.
Poi giro a Henningsvaer, bel villaggio di pescatori chiamato la Venezia delle Lofoten. Sulla strada, visto il tempo inclemente, breve sosta alla Rorvikstranda, spiaggia di sabbia bianca e sottile, contornata da massi di granito e con un’acqua limpidissima.
Tappa a Eggum (su un promontorio esposto ai venti, su una stretta fascia di terra compresa fra l’Atlantico e la montagna scoscesa) passeggiata sulla spiaggia di sabbia bianca, con un mare trasparente e scogli di granito arrotondati. I gabbiani sono padroni del luogo. Bellissimo, è tracciato un percorso di 7km (+ 7 ritorno) che costeggia l’oceano, avessi potuto farlo!! E’ rimasto tra i miei rimpianti di questo viaggio. Sosta a Borg (sulla E10). Qui c’è il Museo Vichingo Lofotr dove è conservata una casa vichinga fra le più importanti di tutto il nord Europa, ci è sembrata molto rifatta uso turisti, salterei. Continuiamo a sud fino verso Stamsund, che non ci ha impressionato.
Sull’isola di Flakstadoy vogliamo visitare un villaggio segnalato da parecchi Tpc: Nusfjord, paesino di 37 abitanti che ha mantenuto la propria impronta marinara. Affittiamo una rorbur 197€, atmosfera da favola, sul molo ci sono due pescatori che stanno pulendo dei pesci appena pescati. Cena al Karolina, unico ristorante 276€. Poi giro per il paese. Dalle 9 alle 18, chiedono un ticket (50 Nok a persona) per visitare il paese, che è davvero suggestivo con belle casette in legno, molte con stoccafissi appesi fuori ad essiccare, teste di pesce, una sala d’esposizione dove ci sono foto in bianco e nero del lavoro dei pescatori nei primi del ‘900 e alcuni attrezzi che venivano usati per la lavorazione e la conservazione del pesce. Molto divertente è l’emporio del paese che vende oggetti e souvenir, occupa un vecchio emporio di cui ha mantenuto intatto il mobilio di 50 anni fa, con scatole e insegne pubblicitarie di latta e una bellissima cassa che risale agli anni ’30. Ho lasciato il cuore in questo piccolo villaggio, ci avrei passato una settimana. Assolutamente da non perdere.
27 luglio
Colazione al Karolina 440 Nok e via verso le ultime isole. Tappa alla Chiesa di Flakstad, in tronchi d’albero, chiusa, apre alle 11. Proseguiamo con vista su belle spiagge di sabbia bianca della costa occidentale. La più famosa è Ramberg, all’imbocco di un profondo fiordo, ma visto il solito tempo inclemente proseguiamo verso Hamnøya, altro bel villaggio.
Poi Reine decisamente carino, con tutte queste casette rosse o giallo ocra spesso costruite su pali che escono dall’acqua, proprio sotto la cima del Reinerbringen. Prima di arrivarci, sulla dx, proprio al semaforo che regola il passaggio sul ponte c’è una Farm per la lavorazione del pesce. Ha anche lo spaccio. Sul retro c’è una zona dove possibile mangiare i panini fatti da loro, tappa obbligata.
La nostra intenzione è di passare a Moskenes, informarci per il traghetto per Bodo, e proseguire verso A. C’è già coda, non è possibile fare prima il biglietto, per non rischiare decidiamo fermarci e rinunciare ad A. Lasciamo la macchina, un panino al bar e giro per il paesino, non ha nulla di particolare, ma dovevamo far passare il tempo. Arriva il traghetto della Torghatten Nord, 150€ che in circa 4h ci porta a Bodo.
Cittadina moderna, poco interessante. A soli 33 km si trova il maelstrom più potente al mondo, il Saltstraumen. Andarlo a vedere quando la marea è alla sua altezza massima. Ogni sei ore, 400 milioni mq di acqua scorrono attraverso i 150 mt di larghezza e 3 km di lunghezza del canale che collega il Saltfjord allo Skjerstadfjord. I potenti vortici che si creano grazie a questo fenomeno, raggiungono i 10 metri di diametro e 4-5 metri di profondità. La marea è causata dall’attrazione della luna sulla terra, sono le fasi lunari e la marea a determinare la potenza della corrente. Per vedere il fenomeno bisogna essere sul posto ad orari fissi che cambiano tutti i giorni ogni sei ore, trovate info su internet. Ci fermiamo un po’, poi, vista l’ora, scelta obbligata il Thon Hotel (2 doppie 1990 nok, colazione nulla di che), consigliataci cena da Bjorg, 182€ nulla di particolare.
28 luglio
In un’ora traghetto compreso (115 nok a/r) raggiungiamo l’antico magazzino merci di Kjerringøy. Negli anni d’oro, era il più importante snodo merci della Norvegia, oggi è uno dei meglio conservati, merita.
Piove, ci dirigiamo all’aeroporto, lasciamo l’auto e prendiamo il volo che via Oslo ci condurrà a Molde. Qui l’addetto al noleggio ci ha aspettato oltre l’orario di chiusura (ci siamo trovati poi addebitati 300nok), mi dà le chiavi e spiega dov’è l’auto, una Peugeot station. Partiamo verso l’ Andalsenes camping già prenotato 675 Nok, costa quasi di più il noleggio biancheria 300nok.
29 luglio
Piove, che novità. Verso la Trollstigen, un bellissimo ponte di pietra porta sopra la cascata Stigsfossen alta 320m. Traghetto e poi la Ornevegen. Ci fermiamo a tutti i punti di osservazione, cito a memoria Gudbrandsjuvet, un ponte sul burrone, in cui il fiume Valldøla ha creato una specie di canyon con varie cascate e un impressionante sistema di vortici, fermarsi! Ørnesvingen magnifica vista sul paese di Geiranger e del Geirangerfjord. Merita. La difficoltà di queste due strade, si rivela una leggenda: la realtà è quella di una strada di montagna come tante, fatta di continui tornanti ma poco trafficata. La discesa nella Valldal, valle delle fragole, è assai più dolce. Troverete venditori di fragole lungo la strada, fermatevi a gustarle.
Geiranger, il paese di per se non esalta, non ha nulla. Prenotiamo il Sightseeing (103€) e nell’attesa ci mangiamo un panino al porto. L’escursione dura 90’ vengono mostrati la strada delle aquile, molte cascate (le più famose sono le sette sorelle e altre spettacolari su lato opposto) e alcune fattorie abbandonate, un tempo destinate alla coltivazione di frutta.
Visto che è presto ci dirigiamo alla fattoria Westerås (4 km dal centro). Niente di che, andarci solo se intenzionati a salire cascata di Storseterfossen, dietro la quale è possibile camminare, 1h di cammino dalla fattoria. Avendo fatto la Ornevegen e già ammirato dall’alto il fiordo, decidiamo di non salire a Dalsnibba.
Scendendo verso Grotli, prima sulla strada 63 poi sulla 15, per deviare sulla strada 258, la mitica sterrata che ci riporta sulla 15, verso Stryn (alternativa più corta ma meno bella perché nei tunnel è la E15 verso ovest). Strada bellissima, vecchia strada Gamle Strynefjelle, si mantiene in quota tra i 900/1.100 m. attraversa una vallata brulla nella quale un torrente forma frequenti laghi, con panorami sulle propaggini settentrionali del ghiacciaio Jostedalsbreen e lingue di neve che arrivano fino ai bordi della strada. Sono 26 km indimenticabili. Alla fine, un nuovo punto panoramico: Videseter. A Olden, Lo-Vik camping, troviamo una hytta a 1300nok biancheria compresa.
30 luglio
Imbocchiamo sulla sinistra la strada per Briksdal, è una valle pianeggiante e bellissima, con tanti camping, chiusa da due laghi e numerose cascate, stretta e lunga circa 25 km. Arriviamo al fronte del ghiacciaio, al parcheggio ci sono un bar-ristorante e la stazione di partenza di alcune macchinine. Ci dicono che servono per raggiungere non la lingua di ghiaccio che vediamo, che si chiama Melkevollbreen, bensì il Briksdalbreen, un altro fronte molto più bello, a piedi dista circa 1 ora in salita. Con quelle macchinine, 740 nok, invece si arriva abbastanza vicino in 10’ e poi resta da fare solo l’ultimo quarto d’ora a piedi, la macchina si ferma su uno spiazzo e il conducente ci aspetta 45’. L’ultimo pezzo a piedi è leggermente faticoso solo all’inizio, ma poi lo sforzo viene ampiamente ricompensato. La lingua del ghiacciaio si erge in tutto il suo splendore davanti a noi, bianca e azzurra inondata dal sole. Ai suoi piedi un laghetto su cui galleggiano pezzi di ghiaccio che brillano al sole e l’acqua grigio-azzurra che esce dal lago si trasforma in un impetuoso torrente.
Ritorniamo sulla strada principale verso Innvik, costeggiando il ramo più orientale del Nordfjorden, nel punto più largo del fiordo la strada gira a sx e comincia a salire fino a 600m per poi scendere a Byrkjelo, dove riprendiamo la E39 fino a Skei; qui si lascia la E39 e si prosegue sulla Rv5, che ci porta sopra la montagna, fino a Sogndal, un borgo situato all’interno di una delle ramificazioni settentrionali del Sognefjorden.
Da Sogndal prendi a sx la Rv55 in direzione Solvorn, attraversi il fiordo con il traghetto (controlla gli orari, parcheggiare l’auto a Solvorn), fino a Urnes. Breve camminata, circa 1 km in salita, per arrivare su un piccolo promontorio, dove, oltre alla bellissima vista del fiordo Lustrafjorden, troverai la chiesetta di legno più antica del mondo, costruita oltre 850 anni fa e patrimonio Unesco. E’ molto bella, l’interno è decorato e intarsiato: la visita è solo guidata 210 nok e lo spazio poco, da non perdere.
Ritorno a Sogndal, stessa strada, poi proseguire sulla Rv5, per Kaupanger, merita una visita la chiesetta medievale di legno.
Visitare Lærdalsøyri, uno degli antichi borghi meglio conservati del Paese, prendere il traghetto Mannheller – Fodnes 10’. La chiesetta di legno Borgund stavkirke è a 27 km ad est lungo la E16 tra le più belle in Norvegia, merita. Ritorno per la stessa strada, ma dopo Laerdal per errore sono entrato nel tunnel Lærdalstunnelen (24,5 km, il più lungo al mondo) monotono. Avrei voluto percorrere la strada attraverso le montagne, Aurlandsvegen. Qui, a un’altitudine di 1300m scopri un’area desolata di massi e di neve con il suo fascino particolare. Non mi sono dato per vinto, arrivato a Aurland ho percorso la strada panoramica nell’altro senso fino ad arrivare allo Stegastein punto panoramico sul fiordo di Aurland. Si sale molto, ma la vista da lassù è entusiasmante.
Scendiamo a Gudvangen, il nulla assoluto, entriamo nell’unico posto, cucina chiusa, ci accontentiamo di 4 panini 256 nok e scegliamo una hytta 1990 nok compresa biancheria.
Prenotiamo anche i biglietti per il sightseeing del giorno dopo 1340 nok.
31 luglio
Il tour scelto prevede autobus fino a Flam (siamo solo noi 4 sull’autobus) poi ritorno in traghetto. Una crociera sul fiordo più stretto del mondo, Nærøyfjorden, nella lista Unesco (un braccio del più grande Sognefjord, considerato uno dei più belli del mondo perché nel tratto più stretto le sponde si trovano a soli 250 metri di distanza e sopra di esse si stagliano picchi che arrivano a 1500 m). Bella, ma alla lunga stanca un po’. Consiglio il ponte superiore, davanti, si è in piedi ma hai la veduta migliore e le murate del traghetto ti riparano dal freddo. Sbarcati ci dirigiamo verso Undredal, dove sorge la chiesa più piccola della Norvegia, 40 posti a sedere, chiusa per lavori.
Verso Voss, la cascata Tvindefossen è una fermata naturale per un panino lungo la E16.
Da Voss brutta città, ci fermiamo giusto il tempo per visitare la chiesa in pietra (Vangskyrkya, meglio evitarla), prendo la vecchia strada panoramica dell’Hardanger, lunga non finisce più, dopo Norheimsund, facciamo uno stop alla cascata Steinsdalsfossen che ha una caduta di 50mt, la sua particolarità è dovuta al fatto che è possibile camminarci dietro.
Finalmente, sempre sotto la pioggia, arriviamo a Bergen. Ci dirigiamo al Rica Hotel prenotato ieri dal telefonino, buon rapporto qualità/prezzo, ottima prima colazione e in centro. Non hanno il posteggio, ma puoi lasciare l’auto in un vicino park sotterraneo, come cliente dell’hotel ti viene praticato uno sconto del 40%, peccato che non a tutti venga detto dalla reception. Hotel in ottima posizione, giriamo sempre a piedi. Vicino al mercato del pesce trovo l’info-point con una ragazza italiana, ci dà alcuni consigli. Non facciamo la Bergen card. Volendo mangiare carne di renna, su consiglio dell’hotel andiamo al Holberg Stuen, caratteristico, carne buona, un po’ caro come tutto a Bergen. Giro serale per il Bryggen, fantastico.
1 agosto
Piove, evito la funicolare, mi rendo conto che Bergen non ha assolutamente nulla, a parte il Bryggen e il mercato del pesce che sono da non perdere. Un giorno è più che sufficiente.
L’attrazione è il vecchio molo con il Bryggen (il più antico quartiere di Bergen caratterizzato da casette in legno dipinte con colori vivaci, costruite in linea, ricordo dell’appartenenza della città alla Lega Anseatica dal XIV al XVI sec, situato lungo la riva orientale del porto è patrimonio Unesco. E’ la via degli antichi depositi dei pescatori, ristrutturati con facciate variopinte; tra di essi, un dedalo di viuzze, vicoletti, scale interne che portano a negozietti, uffici ed esposizioni di artisti.
Di fronte abbiamo il mercato del pesce con la sua atmosfera particolare ci sono un sacco di panini pronti fatti con salmone o gamberetti. Si fa conoscenza con i ragazzi quasi tutti italiani che lavorano ai banchi. Ci sediamo ad un tavolo e ci facciamo portare assaggi di salmone selvatico, balena, polpa di granchio. Ottimo! Cara la polpa di granchio.
Giro per il quartiere di Nordness, nulla di che, come pure non ci entusiasma la chiesa di S.Giovanni che è ad ingresso libero. Di nuovo al Bryggen per acquisti. Su consiglio dell’info italiana ceniamo da Hanne Pa Hoyden in Fosswinckelsgate 18, evitare si spende molto 1580 nok e si mangia poco. Continua a piovere, in fondo al Bryggen, dietro le case, c’e’ una bella chiesa in pietra, S.Maria Kirke che però è impacchettata per restauri. A piedi ci dirigiamo verso i resti di quello che e’ stato prima castello difensivo e poi residenza dei sovrani norvegesi e visitiamo la torre Rosenkratz molto ricostruita. Finalmente a letto.
2 Agosto
Lasciati i bagagli in deposito all’hotel, con l’autobus ci rechiamo al Gamle Bergen Museum, museo all’aperto con più di 40 case in legno che rappresentano al meglio l’architettura a Bergen del XVIII e XVIX sec. Facciamo così trascorre un paio d’ore. Poi al Bryggen per ultimi acquisti, di nuovo pranzo al mercato del pesce dove ci siamo scelti solo il salmone, di tre tipi. Ottimo il salmone selvatico, ne comperiamo alcuni tranci sottovuoto. Ci fermiamo anche al banco dei salumi, gestito da una coppia italiana e acquistiamo salami di renna, alce e balena da portare a casa come regalo ad amici.
Su consiglio dell’infopoint evitiamo la chiesa di legno di Fantoft (dopo aver visto Urnes e Borgund che sono le più belle…), visitiamo il Domkirken, nulla di che.
Sempre a piedi andiamo alla stazione, biglietti già prenotati da casa. Il ritiro del biglietto è molto semplice, basta inserire nelle macchinette automatiche della stazione il proprio codice acquisto e il numero di cellulare. Il posto non si può scegliere ma, se il treno fosse mezzo vuoto, il consiglio, verso Oslo, è senz’altro quello di viaggiare sedendosi vicino al finestrino di destra rispetto al senso di marcia, per gustarsi il panorama dal lato della valle.
Il treno che passa per vallate e nella zona dei ghiacciai. Nessuna linea ferroviaria tra due città europee raggiunge altitudini così elevate, il tratto più spettacolare è quello sull’Hardangervidda, l’altopiano più alto d’Europa. Finse a 1.222 mt è il punto più alto della linea. Per lavori in corso ci fanno scendere a Honefoss e proseguire con autobus (gran casino, la famiglia si divide in due) con 30’ di ritardo arriviamo a Oslo, ci rechiamo al ns hotel già prenotato. Da Bergen a Oslo circa 7 h.
3 agosto
Oslo, visita all’Hard Rock, classiche magliette per le figlie. Tutti i negozi aprono verso le 9 alcuni anche alle 10. Non facciamo la OsloPass.
Iniziamo dal vialone centrale che collega in linea retta la stazione e il palazzo reale: Karl Johans Gate, isola pedonale, strada commerciale non particolarmente interessante, passiamo davanti al Teatro dell’Opera (Opera House) costruito sull’acqua, un obbrobrio assoluto. Costeggiamo l’antica fortezza di Akershus vicino al porto, risale al 1299, e arriviamo nella zona commerciale di Aker Brygge dove ci sono ristorantini e altri posti per mangiare. Il porto e’ una zona carina e vivace. L’edificio dominante e’ il municipio, Radhus, con un grande orologio. E’ una costruzione imponente in mattoni rossi della metà del Novecento, non bellissima esternamente, ma affascinante all’interno con affreschi e dipinti su tutte le pareti, particolarmente scenografici vista la vastità degli ambienti. E’ interessante sostare nella sala dove il 10 dicembre di ogni anno viene assegnato il Premio Nobel per la Pace.
Dopo un panino, dal molo prendiamo un traghetto che ci porta sulla penisola di Bygdoy 150 nok. Prima tappa il Norsk Folkemuseu: museo del folklore norvegese all’aperto dove sono stati riportati e ricostruiti edifici di varie epoche provenienti da ogni parte della Norvegia. Si visitano così case antichissime dove è ricostruita la dura vita che vi è stata condotta, case ottocentesche con arredi di buona fattura appartenuti alle classe agiata, una scuola, la chiesa, una fattoria con gli animali, la prima banca di Christiania (così si chiamava Oslo), l’ufficio postale, una osteria, una tenda Sami con i loro manufatti e tante altre attrattive. Il tutto arricchito dalla presenza di figuranti con costumi tipici per rendere al meglio l’atmosfera. Una visita assolutamente da non perdere.
Lì vicino entriamo nel Vikingskipshuset, museo delle navi vichinghe, con due navi, risalenti al IX sec. meglio conservate al mondo, esposti anche arnesi vichinghi, slitte, un carro e sculture in legno. A piedi, un bel pezzettino, ci dirigiamo verso gli atri due musei: Fram museum, museo della nave polare di Amundsen. I visitatori possono salirci a bordo e provare come gli esploratori vivevano nei luoghi più freddi del pianeta oltre un secolo fa. Più avanti c’è anche il Kon tiki museet con le zattere delle esplorazioni di Thor Heyderdahl (navigò dal Perù alla Polinesia nel 1947) e la barca di canne Ra II, costruita dal popolo aymara sull’isola boliviana di Suriqui, sul lago Titicaca e che lo stesso esploratore usò nel 1970 per attraversare l’Atlantico. Il tutto ci ha portato via l’intero pomeriggio.
Cena da Albertina, sull’Aker Brigge, nulla di particolare ma speso relativamente poco 1200 nok.
Eravamo seduti fuori, tirava vento, ti danno dei plaid per ripararti dal freddo.
Facciamo un salto al Palazzo Reale (Kongelige Slott) con i suoi giardini e poi visita della cattedrale, Domkirke, nulla di particolare.
4 agosto
Prima tappa al Nobel Peace Center, il museo del Nobel, molto suggestivo, mi sono intrattenuto sulle riprese dei marines in Afganistan: Infedel-Sleeping soldiers.
Tappa successiva il Nasjonalgallieret (130 nok –gratis la domenica) dove è esposto il capolavoro di Munch “L’urlo” a me è piaciuta di più “La Madonna”.
Vogliamo approfittare di una calda giornata per trascorrere il pomeriggio al Vigelandparken, che ospita le sculture di Vigeland, statue in granito che rappresentano l’uomo nelle diverse fasi della vita. Molto bello è soprattutto l’obelisco e il parco intorno.
Gentilissimo l’addetto ai biglietti metro che ci ha consigliato il 24 ore a 75nok (ogni corsa costa 30nok). Un panino al parco, con piscina e scivolo, affollatissimo di gente distesa sui prati per un picnic. In metro verso Holmenkollen, il trampolino di salto. Il viaggio è davvero bello, la metro esce in superficie trasformandosi in una specie di trenino con una vista dall’alto su Oslo e sul fiordo. Arrivate fino al capolinea della linea diretta al trampolino, qui vi si apre davanti un bellissimo parco/bosco, è poco segnalato un sentiero che in 3 km porta al trampolino.
Inizia a piovere, ritorniamo in città e ci fermiamo per cena, alla Brasserie 45, buona 1099 nok . Giro serale per le vie di Oslo.
5 agosto
Giro per le vie di Oslo, quanti rimpianti per il tempo sottratto ai paesini e alla natura del nord. Ci accordiamo sul prezzo e in taxi 800nok ci facciamo portare all’aeroporto Gardemoen.
Prima del ceck-in passiamo allo sportello taxfree dove in contanti ci viene rimborsato qualcosa.
Poi volo per Milano dove ci aspettano nuovi temporali.