Un angolo di Venezia nel cuore dell’Adriatico: l’isola delle 1000 culture è l’avamposto greco che “guarda” all’Italia

Sole, mare e storia
Scritto da: fabri979
un angolo di venezia nel cuore dell'adriatico: l'isola delle 1000 culture è l'avamposto greco che guarda all'italia
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Anche quest’anno la destinazione è Grecia; dopo la bellissima scoperta di Lefkada, lo scorso anno, abbiamo deciso di continuare con l’esplorazione delle isole Jonie, facendo cadere la scelta su Corfù, anche allettati dall’abbordabilissimo costo dei biglietti aerei e della sistemazione in casa vacanza (492 euro per otto notti), entrambi prenotati a tempo debito (la camera riusciamo a prendere l’ultima disponibile, a fine marzo). Le sorprese non mancheranno.

Diario di viaggio a Corfù

15 Luglio 2024, lunedì; Bologna

La partenza è da Bologna alle 21,15, il che mi ha imputato un supplemento di 25 euro per il ritiro fuori orario dell’automobile a destinazione, e lo spostamento del ritorno al 23 luglio, una notte supplementare per evitare il volo coincidente a mezzanotte e mezza. Conoscendo le problematiche che riserva sistematicamente la stramaledetta E45, decidiamo di muoverci come di consueto abbondantemente prima, ma fatti appena 20 kilometri, eccoci bloccati causa incidente, dove riusciamo a vedere le lamiere contorte di due auto circa duecento metri avanti a noi. La situazione che si crea è grottesca, e la schivo dicendo solamente che attendiamo due ore e mezzo sotto il sole cocente prima di riuscire a ripartire: abbiamo da percorrere 230 kilometri e sono le 18,30 ! Ci illudiamo di farcela, per superare lo sconforto di perdere tutto, e a rotta di collo, violentando il motore, andiamo avanti. A Imola guadagniamo un poco di fiducia e di speranza, quando sul tabellone luminoso compare il messaggio che tanto temevo di scoprire: code da Castel San Pietro a Bologna. Troncati dallo sconforto, a questo punto tentiamo comunque di raggiungere la meta, tanto, perso per perso.

Alle 20,50 siamo all’aeroporto, ma non c’è un solo parcheggio disponibile, così, abbattuto dallo sconforto ed oramai rassegnato, scarico mia moglie ed il bagaglio alle partenze e mestamente mi dirigo al P4 lunga sosta dove ho la prenotazione, sperando a mani giunte in un ritardo del volo. E la buona stella ci assiste: il volo FR5154 accusa un ritardo di un’ora e mezzo, e mai questa infausta notizia è stata più gradita. Attendiamo la partenza in mezzo ad un enorme bivacco, vacanzieri stipati in ogni angolo di spazio di fronte ad ogni porta di accesso ai voli: aeroporto completamente congestionato, che farà sorgere polemiche a non finire nei giorni seguenti, ma alla fine ci imbarchiamo e si parte. Atterriamo a Corfù alle 2,00 passate, e secondo una consuetudine che ultimamente sa di rito, non trovo la persona deputata alla consegna del mezzo. Controllo il voucher, che dice chiaramente che il contratto è a nome Discover Car, ma verrà gestito da Add Car, ma di questa compagnia non c’è traccia. Faccio quindi una telefonata, e mi sento rispondere di recarmi all’ufficio noleggio (l’unico) e di chiedere della compagnia Lord Travel, alla quale è stato subappaltato il contratto.

Lasciamo l’aeroporto e raggiungiamo il sobborgo della città, dove perfezioniamo la presa in carico e finalmente ritiriamo l’auto. L’incaricato comunque si dimostra persona estremamente squisita, parla un eccellente italiano e mi lascia il suo numero di telefono per qualsiasi evenienza. Imposto il navigatore, e dopo aver percorso 33 kilometri su strade degne di film dell’orrore, giungiamo a destinazione. Sono le quattro, il gestore ci consegna le chiavi e ci da la buonanotte, sistemeremo il tutto domani.

16 luglio, martedì, Agios Georgios

Ci svegliamo alle 9,00 e dal terrazzo ci godiamo il profilo della lunga spiaggia, costa ovest dell’isola, appena al di là della strada che ci separa: mare piatto ed acqua cristallina, un bel colpo d’occhio. Scendiamo al bagno dove ci vengono assegnati i due lettini e l’ombrellone compresi nel pacchetto, quindi ci dirigiamo al vicino bar per la colazione. Rimango allibito quando la proprietaria mi comunica che ancora non è aperto, non sono le 10,00! e sarà solo la prima di una serie di anomalie che mi faranno catalogare quest’ultima come la peggiore di tutte le isole greche che ho visitato, anomala e completamente diversa da tutte le altre. Attendiamo dieci minuti, quindi riusciamo a farci servire un cappuccino (buono) ed un espresso (lasciamo perdere) per la modica cifra di 6,00 euro. Andiamo oltre, dove abbiamo adocchiato un market per fare un minimo di spesa per le future colazioni, ed anche qui constatiamo prezzi ben oltre la comune decenza. Il top si verifica quando prendo una confezione da otto lattine di birre Mithos: sul pacco è indicato chiaramente 6+2, ed il prezzo indicato è di 7,20 euro (1,20 x 6), ma quando vado a pagare, alla cassa mi vedo appiccicare sopra un nuovo tagliando da 8,80. Prendo una lattina dallo scaffale che mostra il prezzo di 1,20 ed obietto che il costo corretto della confezione è di 7,20 e non 8,80, ed il bottegaio replica che c’è un errore, e che comunque ho uno sconto di 80 centesimi. Rispondo che l’errore è stato il mio, perché non intendo bere birra: tienitele pure.

Comunque qualcosa non quadra; in tredici anni che giro per le isole greche non mi è mai capitato un simile accattonaggio nei confronti del turista. Depositata la spesa essenziale in camera raggiungiamo la spiaggia, dove ci rilassiamo in toto per smaltire lo stress accumulato nella terrificante giornata di ieri. La spiaggia è sabbiosa, lunga circa due chilometri e con un fondale che digrada repentinamente solo dopo alcuni metri; acqua pulitissima ed assenza di alghe, un poco freddina, ma bisogna considerare lo sbalzo termico, dato che oggi superiamo i quaranta gradi. La sera ceniamo all’annesso ristorante, un tavolo in posizione privilegiata sulla spiaggia, da dove godiamo di un bellissimo tramonto. Ceniamo con peperoni e pomodori ripieni di riso, salsa tsatsiki con pita e un mix arrosto-fritto di mare.

Costo 49,00 euro comprensivo dei cinque euro del grappino che per la prima volta da quando bazzichiamo le isole non ci viene offerto a fine cena. Altra cosa che mi urta è la pressante richiesta di pagamento per contanti, che non comporta ricevuta, e che sarà replicata quasi tutte le sere nei locali dove ci siamo fermati. E qui mi faccio un’idea del perché le strade sono in condizioni pietose, la segnaletica pressoché inesistente ed i servizi in generale siano così approssimativi. Tutto è mirato a far cassa, e le tasse le paghino pure gli altri.

17 luglio, mercoledì; Agios Georgios

Anche oggi ci godiamo questa splendida spiaggia, soffermandoci ad oziare sotto l’ombrellone, dopo una bella passeggiata mattutina che raggiunge le due estremità della spiaggia e frequenti bagni a mare per dare refrigerio alla opprimente calura. La sera ci incamminiamo sulla stradina che costeggia il mare, e dopo circa trecento metri ci fermiamo da Ammios, ristorante con una bella veranda panoramica, cucina greca a prezzo onesto (38 euro in due). Dopo cena facciamo due passi, ma la zona non offre nulla di che, dato che siamo ben distanti da centri abitati e questa passeggiata incontra solo qualche ristorante ed altrettanti mini market; per una vacanza rilassante va più che bene, ma per chi cerca un minimo di vita notturna è il posto più sbagliato che si possa scegliere.

18 luglio, giovedì; Kerkyra

Oggi ci dedichiamo alla visita del capoluogo, che raggiungiamo dopo circa tre quarti d’ora di strade impervie, tranne l’ultimo terzo di tratto in prossimità della città. Seguiamo le indicazioni per il porto e la città vecchia, quindi saliamo alla poderosa fortezza veneziana, dove troviamo un comodo parcheggio lungo le mura. Percorsi circa duecento metri siamo arrivati e, transitando attraverso il caratteristico mercato coperto, voltiamo a sinistra e ci inoltriamo lungo i vicoli dell’area pedonale. Corfù vecchia è la classica cittadina di stampo veneziano, con una urbanistica ordinata caratterizzata da bei palazzi d’epoca, molti dei quali avrebbero bisogno di rifarsi il trucco. Gironzoliamo senza meta nelle stradine in ombra, fermandoci ad una fornitissima pasticceria per acquistare e consumare i tipici involtini ripieni di verdure, e per un caffè ad uno dei tanti bar che popolano la zona. Raggiungiamo il mare in prossimità della vecchia fortezza, che nonostante sia malconcia, rende perfettamente l’idea della propria imponenza, ma è troppo caldo e francamente non cattura il nostro interesse, così preferiamo entrare al limitrofo ufficio del turismo e farci consigliare un itinerario alternativo.

Visitiamo il Museo di Arte Asiatica, poco oltre, un bell’edificio climatizzato che racchiude una collezione di reperti cinesi, indo-cinesi, giapponesi, indiani e nepalesi. Biglietto a sei euro, molto interessante. Usciti dal museo visitiamo il Duomo, la Chiesa Cattolica dei Santi Jacopo e Cristoforo, ma che non regge il confronto con gli innumerevoli luoghi di culto ortodossi che popolano la zona. Costeggiamo il mare e ritorniamo nella città vecchia per un’altra lunga passeggiata fra bancarelle e negozi, e ci prendiamo un cestino di frutta per placare la sete. Alle quattro del pomeriggio la calura è insopportabile, e prendiamo la strada del ritorno, dove terminiamo la giornata in spiaggia ad Agios Georgios. La sera torniamo da Ammus per una seconda cena di cucina greca: tsatziki, dolmados, souvlaki di pollo e la classica insalata greca. Non male il tipico “retzina” che apprezzo particolarmente.

19 luglio, venerdì; Paleokastritza

Partiamo di buonora in direzione sud, alla volta di Paleokastritza, con l’intento di visitare il castello di Angelocastro ed il Monastero, per poi scendere alle numerose e bellissime spiagge che popolano questo lido. Impieghiamo più di un’ora per   percorrere una quarantina di chilometri lungo strade che non permettono di superare i 50 all’ora, ma alla fine giungiamo a destinazione, superato l’omonimo villaggio e seguendo le scarse indicazioni, in un piccolo parcheggio fortunatamente ancora libero data l’ora. Paghiamo il biglietto di tre euro sotto la sguardo attento di un magnifico pavone che razzola tranquillo all’ingresso della scalinata, quindi intraprendiamo la ripida arrampicata che ci conduce all’ingresso della fortezza. Il castello si rivela essere un punto di osservazione ben fortificato che domina sul paesaggio circostante, mare e colline, ma non può essere accostato ad un castello per dimensioni e per la totale mancanza di acqua. Ritengo che la guarnigione doveva essere costituita da non più di una ventina di uomini con mansioni di vedette e di corrieri. Facciamo un giro lungo il perimetro delle mura per godere del panorama, ed una visita alle due chiese; quella più antica, scavata nella roccia ad un piano inferiore, ha un aspetto molto suggestivo, e la frescura invita a rimanere.

La seconda, sicuramente molto più recente, è alla sommità della rupe, in prossimità di un fantastico belvedere. Scandiamo ora al parcheggio, dove una colonna di auto è in attesa di poter entrare per occupare i risicati posti che si liberano con il contagocce, e andiamo in direzione del monastero. Ad un certo punto rimaniamo fermi ad un semaforo per oltre sette minuti, per permettere ai pullman gran turismo che giungono dalla spiaggia di poter transitare attraverso l’unica strada larga non più di due metri e mezzo! Una volta che arriviamo in prossimità del mare percorriamo una strada litoranea ultra intasata di mezzi alla disperata (e vana) ricerca di un parcheggio lungo la carreggiata, cosa che contribuisce a congestionare ancora di più il traffico caotico. Alla fine, dopo un susseguirsi di spiagge e calette, sorpasso la fila di auto in attesa di entrare nell’ultimo grande parcheggio a pagamento e  inizio a salire alla sommità del colle dove è situato il monastero. Comodo parcheggio e magnifica visuale da un belvedere dove troneggia un cannone con l’aquila asburgica a rilievo.

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L’ingresso è subito alla sinistra, e visitiamo la bella chiesa ortodossa e l’ordinato giardino, quindi scendiamo alle spiagge per un poco di refrigerio, ma la calca da riviera romagnola ci fa desistere dal proposito: impossibile trovare un solo centimetro quadrato disponibile. Decidiamo allora di fare una puntata ad est, destinazione il monastero Vlacherna di Panaya, costruito su di un isolotto a sud di Kerkyra, al quale si accede tramite un ponticello di pochi metri. Qui la quiete è un eufemismo, in quanto è un susseguirsi di decolli ed atterraggi dalla pista dell’aeroporto che dista solo qualche centinaio di metri, ma non sembrano creare disturbo alle placide papere che sono diventate una caratteristica e una vera attrazione  di questo luogo. Il monastero è solo una fotografia, in quanto è visitabile solo la piccola chiesetta e l’annesso negozietto di souvenirs. Per non deturpare l’ambiente sacro, è stato appositamente allestito all’esterno della chiesa uno spazio dedicato con tanto di cappa aspirante dove i devoti possono accendere un cero votivo. A questo punto facciamo il bagno alla vicina spiaggetta, e dopo aver preso un caffè shakerato molto rinfrescante ed una spremuta di arancia cara come il sangue, prendiamo la via del ritorno, attraversando Kerkyra dopo aver costeggiato l’aeroporto. La sera ceniamo al ristorante della proprietà, buone le portate.

20 luglio, sabato; Porto Timoni

porto timoni

Anche questa mattina la partenza è anticipata, vogliamo goderci la spiaggia deserta. Partiamo in direzione nord e dopo circa un quarto d’ora giungiamo in cima al promontorio di Afionas e ci fermiamo all’ultimo parcheggio, il più caro (10,00 euro) ma quello che ci evita l’ultimo tratto di salita, con il sole che già picchia. Da qui ci inoltriamo lungo il sentiero di scoglio che digrada rapidamente in mezzo alla macchia mediterranea, e dopo una discesa di una buona mezz’ora siamo alle spiagge, visuale semplicemente da cartolina. La baia sud è già occupata da una decina di mattinieri, mentre quella nord, separata da una lingua di sabbia di circa venti metri, è completamente deserta: acqua trasparente e colori che si accentuano man mano che il fondale sprofonda.

Questa è meno gettonata causa la presenza di una struttura che noleggia pedalò, ma fortunatamente è collocata all’estrema destra, mentre a sinistra è totalmente selvaggia. Occupiamo una posizione strategica nell’angolo più lontano sotto lo sperone, che dovrebbe garantirci il periodo più lungo di ombra ed un minimo di spazio, delimitato da un grosso masso che funge da baluardo, e ci buttiamo in acqua. Per circa venti minuti siamo i totali padroni della spiaggia, poi inizia l’afflusso interminabile di gente che va riempire tutti gli spazi. Abbiamo anche la fortuna di trovare un ombrello ancora nella sua custodia, lasciato probabilmente il giorno precedente, così che riusciamo a goderci il posto fino alle 13,00 quando non è più possibile sopportare la calura. Cediamo postazione ed ombrello ad una coppia di tedeschi di una certa età rannicchiati vicino a noi, e calpestando una moltitudine di corpi distesi a crogiolarsi al sole raggiungiamo il sentiero, per iniziare una allucinante risalita che si trasforma in una vera e propria scalata al Calvario.

Diamo fondo alla riserva di acqua, e dopo due soste raggiungiamo la vetta che siamo letteralmente fuori giri, ma ne è valsa la pena. Trascorriamo il pomeriggio all’ombra nella spiaggia sotto casa, e la sera ceniamo alla taverna Mythos, direttamente sulla spiaggia, che abbiamo adocchiato durante le passeggiate mattutine poco dopo la curva dove la strada devia a sinistra e sale. Arriviamo con i sandali in mano dopo un breve percorso nella sabbia, e troviamo un tavolo sotto la veranda: è il locale che più ha soddisfatto le nostre aspettative, per qualità e cortesia. Ceniamo con una salsa tsatziki che fa da antipasto ad un secondo di una gigantesca sogliola ed un’orata di uguali dimensioni, con contorno di patate lesse e pomodori, e la solita mezza di vino retzina ghiacciato. 67,00 euro in due, prenotiamo anche per domani sera.

21 luglio, domenica; Yaliskari

Anche questa mattina partiamo presto, e attraverso un percorso di strade secondarie praticamente deserte, dopo circa un’ora raggiungiamo il paese di Pelekas, a sud, dove deviamo verso la spiaggia di Yaliskari. Sono quasi le nove, e parcheggiamo praticamente in spiaggia, appena sopra il ristorante. La spiaggia è stretta e attrezzata, appena due fila di ombrelloni, ed il fondale molto basso. Acqua tiepida, il che non guasta, e pulitissima, tanto per gradire. Dopo un attimo di tentennamento occupiamo un posto in seconda fila, che ritengo rimarrà in ombra per un periodo maggiore, e permette anche di poter spostare i lettini con maggior libertà. Questa è una spiaggia godibilissima che, causa il basso fondale e l’acqua gradevole, permette innumerevoli bagni rilassanti. Alle 11,00 arriva il gestore ad incassare l’obolo, otto euro per un ombrellone e due lettini, nel momento in cui tutti i posti sono occupati. Trascorriamo il tempo nel più totale relax, lo spazio c’è senza dover sconfinare all’ombra del vicino, e alle 17,00 lasciamo la spiaggia per raggiungere il paese e guadagnare la sommità del colle, dove visitiamo le rovine dell’Osservatorio del Kaiser Guglielmo, il luogo dove l’imperatore austro – ungarico era solito ritirarsi per meditare. Da quassù la vista è stupenda, da una specie di torretta sopraelevata si ha una visione a 360° sul territorio circostante, un perfetto punto di osservazione. Rientriamo giusto il tempo per prepararci alla cena, e torniamo alla taverna per un’altra golosa degustazione di pesce grigliato. Purtroppo questa sera è pienone, e dobbiamo attendere quasi tre quarti d’ora per le portate, ma sempre meglio che vederci negato l’ingresso per sold – out, come accade in continuazione. Ne è valsa la pena.

22 luglio, lunedì; Agios Georgios

Ultimo giorno, tiriamo i remi in barca, e trascorriamo il tempo che ci rimane sulla bella spiaggia sotto casa, dopo la consueta lunga passeggiata mattutina sul bagnasciuga. La sera torniamo da Ammos, cena da dimenticare: finiamo veramente male.

23 luglio, martedì; Kerkyra, Bologna

Il check out è alle 11,00 e come consuetudine andiamo alla spiaggia di buon’ora dopo aver consumato una frugale colazione sul terrazzo e aver chiuso la valigia. Facciamo la nostra passeggiata di rito, quindi un bel bagno ristoratore e poi sui lettini attendiamo l’ora della partenza, al tempo prefissato e dopo aver salutato il proprietario della struttura. Il volo è alle 15,20 ed abbiamo il tempo di fare una capatina in città. Parcheggio sotto le mura della fortezza nuova, quindi attraversiamo il mercato e ci incamminiamo lungo i vicoli, dove facciamo uno spuntino con una focaccia riempita acquistata in panetteria. Visitiamo la chiesa di Agios Spyridon, il Santo Patrono, sicuramente la più bella della città, e facciamo una sosta ai giardini di fronte al bel palazzo porticato del Liston, di stampo francese, quindi torniamo alla fortezza dove saliamo in macchina alla volta dell’aeroporto, che raggiungiamo in un quarto d’ora. Ultima perdita di tempo con la riconsegna dell’auto (sempre peggio) e via al check – in. Il volo una volta tanto è in orario, e chiudiamo anche questa parentesi Corfiota.

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  • Alex adventure 10 Alex adventure 10
    Ciao, grazie per il racconto che hai pubblicato sull'isola di Corfù. Volevo commentare dandoti dei consigli in merito all'esperienza di viaggio che hai fatto in questa isola. Io l'ho visitata tre volte e ormai me ne sono innamorato, le Sue spiagge più belle si tornano a nord e nella costa dove voi avete soggiornato, come tutte le isole della Grecia, le strade sono pietose è vero, ma percorribili, e per chi può e vuole godersi l'avventura consiglio vivamente di provare il Quad! La città di Sidari a nord offre delle spiagge bellissime e locali aperti a tutte le ore, personalmente non ho mai preso ombrelloni o cose varie in spiaggia, perché come avrai notato le spiagge più belle sono le più selvagge. Ho visto spiagge che probabilmente erano così ai tempi dell'impero romano e così sono ancora oggi, io lo trovo affascinante, oltre al fatto che in quei luoghi, specie con la tranquillità delle ore meno trafficate trovi una vera e potente connessione con la natura. La bellezza di Corfù non è la comodità o la semplicità nei movimenti è il suo essere selvaggia che la rende unica. È un isola tra le poche della zona ad avere una rigogliosa vegetazione, che praticamente si "butta" nel mare. L'acqua è semplicemente cristallina. Concludo per quanto riguarda il riferimento ai prezzi, se avrete modo di ritornarci le zone più turistiche sono anche le più care... una città come Sidari offre invece la qualità del cibo e del mare classici della Grecia a prezzi molto contenuti! P.S. canal d'amour se non l'avete vista è una tappa fondamentale, un po precaria la scala che ti ci porta, ma fantastica l'escursione e i tuffi nella sua incavata grotta. Sempre in questo luogo ci si può dedicare a dei trattamenti di bellezza con l'argilla che il mare offre naturalmente! Perfino la principessa d'Austria, sissi, ne faceva uso!Viva Corfù! Un isola bellissima"
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