Un altro volto di Mama Africa
Lo spirito si risveglia all’improvviso, gli occhi si spalancano quando arrivando in volo su Vilankulo vediamo sotto di noi le stupende acque dell’Oceano Indiano.
Hanno dei colori meravigliosi che variano dal turchese al blu intenso e non vedo l’ora di nuotarci… La Lonely Planet dice che il Mozambico è un paese ancora incontaminato e che è bene visitarlo ora prima che vi si sviluppi un turismo di massa.
In effetti su questo punto non si sbaglia (su tanti altri invece resteremo sconcertati dalle descrizioni inesatte e del tutto inattendibili che ci faranno decidere di cambiare guida per i prossimi viaggi!!!) Le strutture turistiche sono veramente poche e il rapporto qualità prezzo è inesistente: si tratta più che altro di sistemazioni per viaggiatori zaino in spalla, ma sono strutture quasi sempre non curate, rarissimi i servizi in camera, l’igiene è un concetto lontano anni luce… quindi occorre un elevato spirito di adattamento.
Inoltre le coste del Mozambico sono state fortemente colpite dall’uragano Flavio nel febbraio 2007 e molti complessi turistici sono ancora chiusi per lavori di ricostruzione.
Noi siamo stati fortunati perché nonostante tutto questo siamo riusciti sempre a sistemarci piuttosto bene… con un po’ di ricerca, ma alla fine il risultato è stato buono! Comunque non c’è dubbio: ora siamo davvero in Africa! Ovunque ci sono casettine realizzate in terra, cannicci e tetti con foglie di palme intrecciate.
Le strade sono di sabbia… buche ovunque e polvere! Palme… tante palme a perdita d’occhio, una vegetazione fittissima e terra rossa… la natura così rigogliosa pulsa di vita. Finalmente sento il sole caldo sulla pelle.
Donne avvolte in stoffe coloratissime camminano ai bordi delle strade.
Sulla schiena hanno infagottati i loro bambini di cui s’intravedono solo le testoline e i piedini.
I bambini più grandi ci salutano curiosi: probabilmente si chiedono perché siamo così pallidi e sono sicura che ai loro occhi dobbiamo apparire veramente strani.
Mi accorgo che il cuore mi batte più forte… sono emozionata.
Per tutto il tempo trascorso in Sudafrica non sono mai riuscita a sentirmi in Africa… ora finalmente la riconosco, nei suoi colori e nella sua luce.
Vilankulo è un ottimo punto di partenza per poter visitare l’arcipelago di Bazaruto che si trova proprio di fronte alla costa.
Impossibile per noi soggiornare sulle isole di Bazaruto e Benguerra perché i lodges che vi si trovano sono veramente costosi: ci dicono che i prezzi variano dagli 800 ai 1200 $ a notte.
Ok… sarà per la prossima vita! In questa ci accontenteremo di visitare l’arcipelago con un’escursione in giornata, infatti appena arriviamo a Vilankulo prendiamo subito contatti con le varie agenzie e alloggiamo allo Smuggler’s che è semplice, ma abbastanza pulito.
Bazaruto è raggiungibile solo con barche a motore perché delle isole è la più distante.
In dhow – imbarcazione tipica a vela – ci vorrebbero infatti quattro ore solo per arrivare! Quindi con un veloce gommone e doccia salata compresa nel prezzo, raggiungiamo l’isola in circa mezz’ora.
Ci accorgiamo subito dell’unicità del paesaggio: dune di sabbia bianchissima si stagliano contro il cielo blu e piombano giù fino al mare.
Mentre il gommone si allontana per portare i sub ad immergersi, noi restiamo quasi completamente soli in questa parte di isola che sembra davvero un mondo a sé, dove non esiste lo scorrere del tempo. Attorno è solo silenzio, eccetto il rumore della sabbia sollevata dal vento.
Curiosi, decidiamo di arrampicarci sulle dune e il compito non è nemmeno troppo arduo, dato che la sabbia sotto ai nostri piedi risulta essere compatta! Man mano che saliamo verso l’alto il paesaggio è bellissimo perché sotto di noi riusciamo a vedere tutte le sfumature dell’oceano e i lembi di sabbia bianca che affiorano tra le acque turchesi grazie alla bassa marea… un colpo d’occhio davvero meraviglioso! Dall’alto della duna vediamo che Bazaruto non è affatto un’isola desertica come poteva sembrare arrivando dal mare.
Infatti dove finiscono le dune, dall’altra parte dell’isola c’è una vera e propria distesa di foresta tropicale… un ecosistema del tutto particolare e molto affascinante.
Attorno non c’è nessuno, quindi fantastichiamo un po’ sul sentirci come due naufraghi… Bello, davvero bello! Siamo molto contenti di essere arrivati fino a qui perché questo posto da solo merita il viaggio.
Visitato Bazaruto non ha senso restare a Vilankulo perché le sue spiagge non sono particolarmente belle.
Ci spostiamo così a sud e affronteremo uno dei viaggi più “comici” della nostra vita… prendendolo con filosofia naturalmente! Stipati dentro un furgoncino che potrebbe trasportare 12 passeggeri, saremo in realtà quasi costantemente in 25 tra adulti e bambini, diversi polli VIVI sotto ai sedili, cesti di frutta, legna e quant’altro… Il suddetto mezzo procederà per circa 4 ore a singhiozzo, fermandosi continuamente per far salire e scendere la gente e il numero dei passeggeri non diminuirà mai.
Per la prima ora ci divertiamo osservando il folklore locale.
Poi quando cominciamo a perdere la sensibilità nelle gambe e nelle braccia perché non riusciamo nemmeno a muoverci, iniziamo a pregare che il viaggio giunga presto al temine… ma il tempo non passa mai!!! Dimenticavo… ad ogni buca sbattiamo la testa nel tettuccio! Comunque sopravviviamo sia a questo che alla traversata di un canale su un “guscio di noce” che conterrà almeno altre venti persone.
Quando arriviamo sull’altra sponda, quasi bacio terra… Finalmente raggiungiamo Tofo, dove resteremo per circa una settimana.
Qui troveremo una casetta in affitto che diventerà nostra dimora per tutto il tempo del soggiorno. E’ semplicissima, ma ci piace perché è proprio di fronte all’oceano: tre gradini e siamo in spiaggia.
Il ciclone ha completamente distrutto la strada e sradicato gli alberi di casuarina davanti a casa. I tronchi sono ancora lì e all’alba, quando dal mare arriva un po’ di nebbiolina, contribuiscono a creare uno scenario quasi surreale.
La spiaggia di Tofo è come un lunghissimo spicchio di luna dorato e solo il punto dove ci troviamo noi è consigliato per la balneazione, in quanto vi si forma una specie di baia più protetta dalle correnti.
Trascorreremo l’intera settimana in relax e prenderemo subito confidenza con le abitudini del luogo: compreremo pesce fresco ogni giorno dai pescatori direttamente in spiaggia, mentre per frutta, verdura e pane andremo nel mercatino locale.
Non ci faremo mancare proprio nulla.
Sarà davvero bello fare colazione di fronte all’oceano e cenare con ottime grigliate in cui non mancheranno nemmeno le aragoste e le buonissime bistecche di barracuda… Quello mozambicano è un popolo cordiale. Generalmente chiunque è disposto a darti una mano e non essendo ancora abituate ad un turismo di massa, le persone sono generalmente curiose e ben disposte nei confronti degli stranieri.
Conosceremo diversa gente del luogo, soprattutto bambini che diventeranno ospiti fissi a pranzo e che impareranno qualche frase d’italiano proprio per chiedere cibo.
Questi piccoli ometti cercano di contribuire come possono all’economia domestica, quindi dopo la scuola, “lavorano” in spiaggia, vendendo braccialetti di conchiglie ai turisti. Ognuno ha la sua storia, più o meno triste, più o meno credibile, ma a noi non importa verificare la veridicità dei fatti. Ci piace semplicemente che siano lì, che ci regalino i loro sorrisi e li osserviamo nell’intrecciare abilmente collane e bracciali. Alcuni giocano con ruote di biciclette arrugginite, altri si cimentano in verticali e acrobazie varie e corrono liberi, scalzi, con magliette e pantaloncini completamente stracciati… sono così genuini che non riesco nemmeno a paragonarli ai bambini europei.
Se gli regali un biscotto o un frutto non smettono più di sorriderti e ci guardano sorpresi ed increduli quando si accorgono che stiamo dando un pezzo di pane ad un cane.
Dopo giornate di sole e mare, qualche acquazzone tropicale (quanta acqua!!!), lasceremo Tofo di notte, questa volta in un bus più grande e un po’ più “comodo” rispetto al precedente e dopo otto ore giungeremo a Maputo.
In questa città trascorreremo un ultimo piacevole giorno: troveremo un bel mercato di artigianato dove acquisteremo qualche oggetto come ricordo di viaggio.
La colonizzazione portoghese ha lasciato un segno importante nella capitale: le “pastelerie”, cioè pasticcerie.
Infatti per la prima volta da quando siamo arrivati faremo colazione con brioches e caffè… E beh, anche lo stomaco vuole la sua parte!!! Inoltre visiteremo il vecchio forte in cui troveremo una mostra fotografica della stampa internazionale, con reportage di guerra da tutto il mondo.
Alcune foto sono davvero atroci, ma non si possono chiudere gli occhi di fronte alla realtà.
In un attimo siamo così in Pakistan, Afghanistan, Nepal, Iraq… Proseguendo per le strade di Maputo arriviamo poi alla vecchia stazione ferroviaria, da considerarsi davvero un pezzo di storia.
Un grande orologio tondo pende dal soffitto accanto al binario: è fermo sulle ore 2,00 e mi chiedo in chissà quale giorno e in quale anno il tempo si sia fermato per sempre tra quelle lancette arrugginite. Tutto è silenzio attorno. Siamo nuovamente del tutto soli.
Due vecchie locomotive di fine 800 si fanno ammirare come se fossero consapevoli di essere motivo di curiosità.
Per noi però il tempo continua a scorrere e anche questa parentesi sta per concludersi.
Il viaggio che poco più di un mese fa’ attendevamo con impazienza e che ci sembrava non arrivare mai, è ora già terminato.
Come sempre non ho voglia di rientrare nel mio piccolo mondo… là fuori ce n’è uno immenso da scoprire… Mentre sto per salire sul volo che ci riporterà in Italia, mi giro indietro e sorrido.
L’aeroporto di Maputo è davvero piccolo se si pensa che è quello di una capitale.
Nel frangente di un attimo un pensiero invade la mia mente: sto di nuovo lasciando l’Africa.
E già penso al prossimo viaggio, alla prossima meta, alla prossima volta che tornerò… Adiòs, arrivederci! CONSIGLI PRATICI: Se non potete vivere senza confort, questo sicuramente non è il vostro viaggio ideale, a meno che non disponiate di un budget molto elevato e possiate permettervi di soggiornare sulle isole e organizzare tutto, ma proprio tutto, tramite agenzia, soprattutto gli spostamenti. Per chi invece è un viaggiatore zaino in spalla, sappia comunque che i posti in cui dormire sono quasi sempre “capanne” di bambù e foglie e c’è solo la speranza di non imbattersi in qualche acquazzone tropicale, zanzare e bestie varie! Ho visto pochissimi italiani adattarsi a tutto ciò… sembrano invece piuttosto abili gli inglesi, che non si preoccupano mai di nulla… Mah! Beati loro! Posto per dormire consigliato a Vilankulo: Smuggler’s… diciamo che ci è sembrato il meno peggio… se non altro avevamo un bagno in camera, ha inoltre un giardino curatissimo con piscina e un ristorante niente male! I proprietari sono molto gentili e disponibili.
Le altre strutture presenti in zona sono lo Zombie Cucumber, carino, ma con un unico bagno per tutti locato nel giardino; lo Josef e Tina che è semplicemente fatiscente (attenzione a ciò che vedete in internet… la realtà è quasi sempre molto diversa!), quando sono entrata ho preso paura e siamo fuggiti via; il Palmeiras Lodge che è davvero molto bello, più costoso ma purtroppo privo di ristorante! Molte strutture offrono infatti “casitas” in cui ci si gestisce da soli, cioè si cucina, ma essendo privi di auto non è così facile andare a far la spesa a Vilankulo perché le distanze tra i resort e il paese non sono piccole… quindi a mio avviso, meglio trovare un resort con ristorante.
Resort a Tofo: Inizialmente avevamo prenotato al Bamboozi che è tanto pubblicizzato… beh… se amate avere anche un minimo di igiene o almeno dormire lontano da scarafaggi, topi e quant’altro… lasciate perdere. Dopo la prima notte in cui abbiamo trovato gli scarafaggi nel letto e le cacchette di topo sul pavimento e sul tavolo, ci siamo prodigati tutta la mattina seguente per trovare una valida alternativa e fortunatamente ci siamo riusciti sistemandoci in una casa privata, di fronte al mare.
Piuttosto sporco anche il Fatima’s nest. Purtroppo la scelta non è ampia.
L’unico resort bello ed accettabile sarebbe “Casa Barry”, fatta di tanti chalet e sistemazioni varie, ma ha dei prezzi assurdi e i proprietari sono alquanto scortesi.
Pensate che una sera siamo andati a mangiare al loro ristorante e come prima domanda ci hanno chiesto se eravamo ospiti lì o solo di passaggio. Quando gli abbiamo detto che eravamo a dormire altrove, ci hanno fatto sedere un po’ controvoglia e per un pollo e patate ci hanno fatto aspettare un’ora e mezza!!! Infatti prima hanno servito tutti i tavoli dei loro ospiti, anche quelli arrivati molto più tardi di noi!!! Naturalmente non ci abbiamo più messo piede! Sono invece molto carine le stanze che affittano di fianco al diving center di cui purtroppo non conosco il nome.
L’unico albergo presente è molto modesto, ma alquanto caro (stanze dai 70 € ai 120 €!!!), quindi vi consiglio di fare come abbiamo fatto noi… arrivare lì e cercare una casetta in affitto. So che ce ne sono diverse in zona e ci sono vari cartelli con numeri telefonici di riferimento, ma vi basterà chiedere a qualcuno alla fermata del bus o al mercato e vi daranno informazioni senza problemi.
Se viaggiate con i mezzi locali, per le lunghe distanze cercate di prendere sempre i bus notturni che sono più grandi e spaziosi, altrimenti rischierete di fare viaggi assurdi, ridotti come sardine per ore ed ore! Maputo: Noi abbiamo scelto l’IBIS e si è rivelata un’ottima soluzione: prezzo abbordabilissimo e buona posizione per visitare tutti i posti “storici”.
Detto ciò… BUON MOZAMBICO A TUTTI!!!!