Uganda mi manca

Un prete conosciuto nell'albergo dove lavoravo mi parla dell'Uganda e mi dice "vieni così capisci che non devi avere paura". Vengo rispondo e la mia collega mi chiede se ho intenzione di andare davvero "certo" bene è deciso si parte in due. Uganda che dire giorno dopo giorno il cielo la terra i colori le persone mi avvolgono come una grande...
Scritto da: Morena La rosa 1
uganda mi manca
Partenza il: 05/10/2002
Ritorno il: 18/12/2002
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Un prete conosciuto nell’albergo dove lavoravo mi parla dell’Uganda e mi dice “vieni così capisci che non devi avere paura”. Vengo rispondo e la mia collega mi chiede se ho intenzione di andare davvero “certo” bene è deciso si parte in due.

Uganda che dire giorno dopo giorno il cielo la terra i colori le persone mi avvolgono come una grande coperta di seta, leggera ma protettiva e mi sento felice, è la prima volta nella mia vita che mi sento veramente FELICE! Tutte le mattini ci facciamo 2,5km per andare all’asilo di Kampala dove all’interno c’è un sottoasilo di piccoli bimbi abbandonati per strada, dagli o ai 5 anni.

Il primo giorno , non posso dimenticarlo, tutti per terra a mangiare una fetta di ananas e ce la porgono, sorrido. Ananas mischiata terra e pipì sorriso è per gesto, non hanno niente e quel niente lo offrono. Un bambino che non guarda nessuno serio fiero del suo piccolo essere sporco pieno di pipì, lo prendo in braccio…Come si dice? amore a prima vista…Non ho figli ma quel piccolo essere mi prende il cuore e l’anima è io ci siamo scelti e lo amo di un amore profondo che sapevo di avere ma che tenevo nascosto dentro di me. I giorni passano non facciamo niente di speciale tranne che lavarli farli giocare raccontargli storielline e vedere come anche lì sono considerati di serie B perchè soli e quindi trattati male e io litigo litigo con la suora che non mi permette di farli giocare sulle giostre perchè di proprietà dei bambini paganti e mi arrabbio e discutiamo lei in ugandese io in italiano ma ci capiamo accidenti se ci capiamo. Sono una furia quando scopro che i giocattoli le matite i palloni sono spariti, urlo pretendo che li restituiscano ai bambini li ho portati per loro e non per le donne che li curano e che rubano questi piccoli oggetti per poi venderli al mercato. I giorni passano il prete ci porta alla scuola che stiamo aiutando a costruire in mezzo alla foresta. Un pallone da calcio e caramelle, quante lacrime sono scese dal mio viso quando ho sentito l’urlo di gioia alla vista di quel pallone…100 ragazzini in estasi un pallone vero e non foglie di palma arrotolate e urlano e iniziano a giocare e ballano e le caramelle altro urlo… Cazzo!!!! qui non esistono dolci… Dolore e felicità mi sento a casa sì mi sento a casa e non me ne voglio più andare qui sto bene questa è la mia giusta dimensione. Visitiamo un lebbrosario, gente ci siete mai stati? Quanti colpi ha subito la mia anima, quanta dignità in queste persone senza volto gambe braccia occhi e mi chiedono di essere fotografati mi abbracciano e io abbraccio loro… No non ho paura niente mi fa paura, come può spaventarti una ferita sul corpicino di un bimbo che chiede solo ed unicamente baci e carezze AMORE come aver paura di una donna senza volto che ti dice grazie musungo per essere venuta a trovarmi. Esco dal lebbrosario e u pugno parte sulla portiera dell’auto e un urlo che in mezzo alla foresta può uscire …Dio dove cazzo sei!!!!! Il prete mi sorride e mi dice dai ora ti porto in un posto meraviglioso…Lago Vittaoria il paradiso questo cielo così diverso da quello italiano queste nuvole così vicine quasi da toccarle e vederle completamente , non sono piatte sono rotonde le puoi vedere se ci giri intorno Amo le nuvole e l’Africa mi entra nella pelle e quelle giovani donne che la sera si siedono vicino a me e si fanno coccolare, giovani madri che non hanno mai ricevuto tenerezza, lì non c’è tempo per la tenerezza lì c’è tempo solo per la sopravvivenza e io le coccolo le bacio le accarezzo e loro sorridono e mi insegnano qualche frase e iniziamo a parlare di sesso…Ma il tempo vola…Non vi scrivo le città visitate vi scrivo del mio profondo amore per questa terra e per le persone che la vivono e per il mio sentirmi felice, finalmente povera tra i poveri fuori dagli schemi dai vestiti dal trucco dal dire le cose giuste per sorprendere. Sono una di loro e loro lo capiscono e mi tengono per mano …Vi prego aiutatemi a tornare da loro…Da quel bambino che non ho avuto il coraggio di salutare perchè anch’io lo abbandonavo perchè l’ho illuso con i miei abbracci perchè l’ho lasciato lì per tornarenella mia schifosa civiltà Non voglio questa civiltà voglio l’Uganda voglio tornare da loro in quella che sento essere casa mia. Vi prego aiutatemi a tornarci



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