Uganda e gorilla
E’ già notte ma lungo la strada che porta a Kampala è un fermento di vita e luci! 28/09/2009 Prima di colazione approfittiamo della posizione dell’albergo in cima ad una collina per spaziare con lo sguardo sul sottostante Lago Vittoria e sulla vastissima Kampala.
L’attraversamento di Kampala, tra una coda ed un ingorgo, ci offre uno spaccato del modo di vivere di questa città e subito si notano: le donne con i vestiti dai colori vistosi che portano grandi cesti in testa e quasi sempre un bambino sulla schiena, le motorette taxi, i bambini che vanno a scuola o nei cortili della scuola, le pecore legate a mangiare l’erba sul ciglio della strada, lunghe file di gente a piedi. Oltre la capitale il viaggio ci porta attraverso villaggi sorridenti e pieni di vita, cittadine con mercatini coloratissimi, poi dolci colline dal verde squillante delle piantagioni di the (queste danno un aspetto molto inglese al paesaggio per la precisione con cui sono tenute). L’albergo è in riva ad uno dei laghetti della zona di Kasenda, dopo pranzo passeggiata panoramica e i primi incontri con i tanti tipi di uccelli e fiori.
29/09/2009 Al mattino passeggiata culturale in un villaggio e incontri con la popolazione: lo stregone racconta la sua magia, un anziano le tradizioni della nascita-matrimonio-morte, una donna la sua vita-lavoro; poi uno squisito pranzo tipicamente ugandese non in ristorante bensì in un casa (stufato, verdure cotte, gustose salse di arachidi e di sesamo e la frutta deliziosa).
Nel pomeriggio il pezzo forte della giornata: il trekking degli scimpanzé nella foresta di Kibale.
La foresta è piuttosto fitta e buia, il ranger ci precede indicando qua e là alcuni primati che si stanno dirigendo verso una radura. E’ entusiasmante osservarli mentre mangiano, si coccolano, salgono e scendono o saltano fra gli alti alberi, sono molto chiassosi e litigiosi! Poi il king parte seguito da tutto il gruppo; il ranger ci sollecita (siamo lenti a causa della vegetazione e del terreno bagnato) e ci indica che stanno andando verso la strada. E’ proprio bello vedere questo gruppo numeroso (almeno 70 membri) prima gozzovigliare ai margini della foresta poi attraversare la strada ( le mamme con i cuccioli, i giovani che giocano o litigano ecc); per rallentare le poche auto, ma tutte in corsa, ci posizioniamo in mezzo alla strada (per altro sterrata e brutta) fino a quando il king, per ultimo, si riaddentra nella foresta.
30/09/2009 L’albergo in riva al canale naturale Kazinga è di standard elevato, il cibo molto vario e buono con colazioni fantastiche (fra le tante prelibatezze e la prelibata frutta locale si fanno notare la nutella e lo sciroppo d’acero); di giorno è frequentato da una grande varietà di uccelli, manguste, ecc. e di notte da ippopotami: non ci sono parole per descrivere la sensazione che si prova nell’essere svegliati dal rumore dell’ippopotamo che tranquillo bruca l’erba proprio contro il marciapiede della nostra stanza! La giornata è molto intensa nel parco Queen Elizabeth e la vita nella savana porta tante piacevolissime emozioni con i foto-safari in fuoristrada ed in barca: marabù, pellicani, cormorani, martin pescatori, ecc., leoni, elefanti, gazzelle di ogni tipo, bufali, facoceri, coccodrilli, ecc., anche i più pericolosi vivono vicini ai villaggi, tante tantissime immagini indimenticabili (come l’attacco di alcune leonesse ad un bufalo) 01/10/2009 La giornata considerata di trasferimento è comunque eccezionale con il foto-safari nella zona Ishasha (dove i leoni dormono sugli alberi e poco distante ci sono migliaia di antilopi), i tanti villaggi, la campagna coltivata e costellata di bananeti, fino alla zona di montagna incuneata fra Congo e Ruanda.
Qui la vita degli abitanti è davvero dura: ripide montagne attraversate solo da sentieri ma interamente coltivate con la zappa, una sola strada sterrata ed in pessime condizioni; per fortuna non ci sono problemi di fame perché la terra è generosa e offre 2 raccolti all’anno.
Qui più che altrove è meraviglioso vedere l’allegria dei bambini che tutti in divisa, su percorsi per noi impossibili, vanno a scuola. Fa però effetto vederli, prima e dopo la scuola, con i bidoni di plastica gialli sulla testa andare a prendere l’acqua oppure zappare e in ogni caso correre festanti e luminosi verso la macchina per avere una biro o meglio ancora una bottiglia dell’acqua vuota! Lungo la strada e sui sentieri, che ripidi come una scala a pioli attraversano gli appezzamenti di terra, c’è un gran via vai di donne nei loro abiti sgargianti (oltre al cesto in testa ed al bimbo sulla schiena hanno quasi sempre un altro bimbo per mano e sulla spalla la zappa!) 02/10/2009 L’albergo questa volta è su una penisoletta che si spinge nel fiabesco lago Mutanda (l’ultimo tratto di strada che porta all’albergo è così ripido che il nostro Boats , bravissimo su queste pessime strade, ci posa a circa 200 metri dall’ingresso dell’albergo), come sempre in questi piccoli alberghi ci viene chiesto cosa gradiamo mangiare e, dove siamo gli unici ospiti, fino a che ora vogliamo la luce (prodotta dal generatore).
All’alba un ragazzo in canoa fa sentire fin lontano il suo canto e alla sua voce si aggiunge il coro delle rane.
Siamo al clou del viaggio: il trekking dei gorilla, la famiglia che andiamo a incontrare è composta da 18 membri, di cui 2 gemellini di 10 mesi, si chiama Nkuringo ed è all’interno del Bwindi Impenetrable Forest.
Il paesaggio è incantevole con la nebbia che si stacca dalle montagne,ora popolate ora coperte di foresta. La partenza è vicino ad una scuola (è stupendo il canto dei ragazzi al suono dei tamburi prima dell’ingresso, mentre i ritardatari arrivano di gran corsa).
La nostra spedizione è composta da 1 ranger guida, 2 ranger armati che aprono e chiudono la fila, 4 portatori, 2 turisti USA e noi 3; si marcia su un sentiero tranquillo ed in discesa fino a quando i tracker (partiti prima di noi) ci indicano in lontananza i gorilla. Inizia l’avvicinamento, si fermano i portatori, la famiglia di gorilla è ai margini della foresta, la vegetazione è fitta con ortiche e spine ma non troppo alta e con il sole permette belle foto. Scatta l’ora a nostra disposizione, non sembra vero: è straordinario, siamo circondati! il silver back mangia a 3/4 metri da noi, le mamme con i cuccioli, la mamma con i gemellini attaccati al suo pelo, altri adulti, giocano, mangiano, ci guardano, in alcuni momenti sono così vicini che sembra di poterli accarezzare e a volte i tracker col macete tagliano qualche canna per farci vedere meglio le scene più simpatiche! Finita l’ora comincia la ripida salita, i portatori ci raggiungono e con i ranger si prodigano per agevolarci fra la vegetazione. La sosta per il pranzo, sotto altissimi alberi, ci fa assaporare fino in fondo questa magnifica esperienza, completata dal contatto con la gente al lavoro nei campi nella camminata di ritorno e dal saluto dei ranger nella loro sede mentre fuori piove! Costantino sa che vogliamo sfruttare ogni attimo di questo viaggio, così prima di sera ci accompagna ancora in una favolosa passeggiata lungo la strada e nei sentieri fra i campi nell’immenso silenzio, rotto al massimo dal rumore di una bici, che permette di sentire le voci della gente in lontananza.
03/10/2009 Il viaggio continua nella zona alta del Sud dell’Uganda (molto pulita e laboriosa) e continuano i paesaggi splendidi, le piantagioni, le coltivazioni, i villaggi; ancora una gita in barca per l’avvistamento di tanti uccelli, delle gru coronate e delle loro danze; lungo la strada sempre tanta gente a piedi ma anche tanti lavori di costruzioni stradali che inevitabilmente porteranno auto e motorizzazione. 04/10/2009 Il ritorno verso Kampala ci fa conoscere un paesaggio diverso: pascoli con mandrie di mucche ankole (dalle corna gigantesche), bici con carichi inimagginabili di banane e ananas (impossibile non acquistarne!)dirette ad affollatissimi mercati, donne vestite a festa con i bambini in braccio che vanno alle chiese. Poi ancora l’attraversamento dell’equatore, la sosta alla spiaggia di Entebbe sul lago Vittoria e inesorabile arriva l’ora del volo che via Amsterdam ci riporta a casa. Mai l’Africa era stata così affascinante per noi! Davvero parole ed immagini non sono sufficienti a raccontare un viaggio così speciale, l’augurio è: provare per credere!