Tutto su Pantelleria

Roccaforte siciliana a due passi dall'Africa
Scritto da: Giacomo1956
tutto su pantelleria
Partenza il: 10/07/2010
Ritorno il: 18/07/2010
Viaggiatori: due
Spesa: 1000 €
Pur essendo siciliani, di Palermo, io e mia moglie nei nostri primi 50 anni non eravamoo ancora andati a Pantelleria. Me ne avevano dette tante… La maggior parte positive, di chi è rimasto innamorato di quest’isola sperduta nel Mediterraneo, vicina alla Tunisia. Alcuni di questi hanno addirittura acquistato una casetta, o meglio un dammuso, proprio per tornarci spesso. Qualcuno mi aveva più evidenziato gli aspetti negativi: difficili accessi al mare via terra, scarsa organizzazione dei Panteschi, necessità di fare tanti Km. In auto per poter girare l’isola. Ma tutti coloro che mi avevano parlato di Pantelleria concordano comunque nel sottolineare che si tratta di un’isola molto diversa dalle altre siciliane, quali Lampedusa o Favignana o Salina, etc. Etc.. Dopo un paio di giorni nell’isola, si può dire che quest’ultima affermazione è sicuramente vera, come sono vere un po’ tutte le altre considerazioni, positive e negative; per quanto mi riguarda, di negativo ho visto poco: forse solo un po’ di disorganizzazione ed il cattivo aspetto del paese di Pantelleria, che, al di là del centro vero e proprio, è una città bruttina e trascurata. Abbiamo attraccato al porto di Pantelleria Sabato mattina intorno alle 6,15; purtroppo, abbiamo dovuto attendere quasi un’ora per sbarcare l’auto, in quanto un escavatore Caterpillar, anch’esso imbarcato la precedente mezzanotte a Trapani, ha avuto problemi meccanici in fase di sbarco, bloccando il passaggio di tutte le autovetture. Superato questo ostacolo, ci siamo diretti verso Rekale, un sobborgo di Scauri, piccolo centro a circa 15 km. Di distanza da Pantelleria, nella parte sud-orientale dell’isola, secondo porto utilizzato per gli approdi, quando tira vento di maestrale o tramontana. A poca distanza da Pantelleria ci siamo trovati ad un bivio: Scauri era indicato in entrambe le direzioni; chiaramente ho imboccato la strada teoricamente più breve. Ad un bivio successivo, dopo almeno 3 km. Di curve, troneggiava un cartello di divieto di accesso verso Scauri per lavori in corso. Ovviamnete siamo tornati indietro per percorrere l’altra strada, abbastanza brutta, per arrivare dopo una mezz’ora a Scauri e poi più su a Rekale. La cosa fastidiosa è che la sera abbiamo appurato che la prima strada per Scauri è assolutamente percorribile, molto migliore e più breve dell’altra. Ma, superata anche la seconda difficoltà, raggiunto il nostro dammuso, abbiamo trovato ad attenderci la proprietaria, la signora Teresa, simpatica e gentile, con caffè, biscotti, marmellata d’arancia (meravigliosa, fatta in casa) ed una serie di prodotti di prima necessità: pomodoro, olio, capperi, origano,…. Il dammuso è essenziale ma comodo; è formato da due grandi camere da letto, di cui ne utilizziamo solo una, servizio con doccia, cucinino, dispensa. E’ immerso nel verde della campagna, tra mandorli, ulivi, fichi, alberi di prugne, gelsi, limoni, nespoli ed altro; il profumo di rosmarino, salvia ed origano ci tiene compagnia, quando ci distendiamo nell’ampio patio, coperto da un bel “cannizzato” ombroso e circondato da gerani. Il silenzio è quasi totale, rotto dal cinguettio degli uccelli, dal canto di qualche gallo, dal tubare delle tortore e dal raro passaggio di qualche macchina. Siamo un po’ fuori dal piccolissimo centro abitato, in mezzo a terreni prevalentemente coltivati a capperi, l’oro dell’isola, insieme alle vigne da cui si ricava il famoso “passito”. Numerosi i pini, gli oleandri rossi e bianchi e le palme. Pantelleria ha due vite: quella del “mare” e quella della “terra”. La prima è quella più apprezzata dai turisti, fatta di tante calette e piattaforme laviche, distribuite lungo tutto il perimetro; alcune sono di difficile accesso via terra o, a volte, impossibili da raggiungere se non dal mare, ma diverse sono usufruibili, facendo poca strada a piedi. Pochi sono i pescatori a Pantelleria e coloro che vivono del mare sono, più che altro, i commercianti di articoli per il mare ed i proprietari delle barche che fanno il periplo dell’isola con i turisti, fermandosi in 3-4 calette per il bagno (sempre che non ci siano le tanto temute meduse); queste barche, come avviene nelle altre isole siciliane, partono verso le 10 dal porto di Pantelleria e fanno ritorno verso le 16-16,30. Nel prezzo di 30 euro è compreso il pranzo (bruschette con il pesto di capperi, abbondante pasta con i pomodori e le erbe dell’isola e del buon vino Zibibbo). E poi, c’è la Pantelleria della terra… Un’isola di agricoltori dediti alla coltivazione dei capperi, deliziosi ingredienti in quasi tutti i piatti della cucina locale, delle vigne ad alberello, da cui si producono ottimi vini bianchi, in parte trasformati in Moscato e Passito, e deglim ulivi nani, appositamente potati affinchè rimangano bassi, quasi come cespugli, a sviluppo orizzontale, per resistere ai forti venti invernali. Bellissimi i terrazzamenti creati nei secoli dall’uomo per evitare le frane e per aumentare le aree coltivabili; bellissimi i muretti di pietra a secco, che delimitano i confini (non esiste filo spinato o barriere di altro genere); bellissimi i dammusi disseminati in tutte le parti dell’isola, dai più vicini alle coste a quelli inerpicati sulla Montagna Grande o sulle altre colline (kuddie); bellissime le piccole piane che si scoprono tra una collina e l’altra, lungo le quali si snodano strettissime stradine che collegano i vari piccoli centri abitati. Comunque, dovunque ci si trovi a Pantelleria, si sente fortemente la presenza di questi due elementi: il mare e la terra, stretti in un abbraccio millenario! Piccoli, ma puliti e ridenti, i vari paesini disseminati nell’isola, dove il tempo scorre tranquillo e senza assilli. Da visitare, anche più di una al giorno, le varie calette accessibili da terra per fare un bel bagno e per dare uno sguardo ai bei fondali (necessaria la maschera, anche per poter meglio avvistare eventuali meduse, e le scarpette da scogli, a meno che non ci si voglia infliggere particolari penitenze!); le più belle: Cala 5 Denti, Arco dell’Elefante, Punta Nikà, Campobello, etc. Etc.. Per vivere Pantelleria è necessario avere un mezzo, auto o moto; se non la si porta con la nave, è possibile noleggiare delle Fiat Panda o similari. Non è opportuno arrivare con un’auto di grosse dimensioni, in quanto, come detto, molte strade sono davvero strette, ma sempre a doppio senso di circolazione. Nella zona sud-est (Scauri/Rekale) ci si sente molto prossimi all’Africa; a parte il paesaggio, è molto più facile ascoltare canali radio tunisini piuttosto che italiani. Alcune tappe da non saltare: Montagna Grande, verde di pini e lecci, è solcato da diversi sentieri da percorrere a piedi(abbastanza bene indicati); per i più pigri… È possibile raggiungere agevolmente la cima in auto. Lassù in alto, a parte lo splendido scenario ed il panorama a 360 gradi sull’isola, occorre fare un centinaio di metri a piedi per vedere la “Grotta dei briganti”, che si apre lungo un costone laterale molto pittoresco. A 10-15 minuti di strada, assolutamente imperdibile è il “bagno asciutto”: si tratta di un incavo nella roccia, all’interno del quale possono sostare 6-7 persone, dove si può fare un meraviglioso bagno turco naturale (attenzione: una volta entrati, occorre sedersi a terra o accucciarsi per evitare di rimanere storditi dal vapore caldo che và verso l’alto). Posteggiando l’auto, si deve marciare per non più di 10 minuti per raggiungere il sito; consigliabile andare in costune e scarpe da tennis, portando un asciugamani, acqua da bere e pure da versarsi su, una volta usciti dalla grotticella. E’ davvero una esperienza indimenticabile! Pantelleria è percorsa da una strada “Perimetrale” di circa 50-60 km. Ed è attraversata da varie strade; quando ci si muove, si fanno comunque parecchi chilometri ed occorre accertarsi sempre di avere carburante a sufficienza (i distributori si trovano solo nel paese di Pantelleria, con self-service notturno). Il paese di Pantelleria non offre molto ai visitatori: è carino il porticciolo, pieno di barche, vicino il possente Castello, ma, a parte i vari negozi di alimentari ed articoli per il mare, bar, pescherie e farmacie, non ci sono tanti negozi per lo shopping; tra l’altro, la sera molt sono chiusi. Da ciò si denota ulteriormente la differenza tra quest’isola e le altre isole circum-siciliane, dove i centri abitati sono più orientati alla passeggiata ed hanno una piazza o più piazze, punti di ritrovo per i locali ed i turisti. Pantelleria vive maggiormante nelle sue campagne, nei vari “dammusi” e mantiene, così, un’immagine un po’ più introversa (e forse snob) rispetto alle altre isole, richiamando visitatori meno interessati alla vita di relazione, ma più inclini al rapporto complessivo con la natura. Non credo sia un’isola dove portare bambini piccoli. Non è certamente il motivo per visitare Pantelleria, ma c’è da dire che molti personaggi internazionali, ricchi e famosi, hanno deciso di acquistare un dammuso con annesso vigneto: Gerard Depardieu, Sting, Missoni, etc.. In una giornata in cui non tira vento da sud è consigliabile andare a fare il bagno a Sataria, lungo la perimatrale costiera da Scauri verso Pantelleria. I fondali sono molto interessanti, ma l’aspetto più rilevante è costituito dalla grotta con le acqua calde: dalla strada, una scalinata porta proprio all’ingresso della grotta, all’interno della quale si trovano alcune vasche (grandi asufficienza per 3-4 persone ciascuna) con acqua calda di diverse temperature e che si rinnova di continuo. Pare che facciano bene ai dolori alle spalle di noi vecchietti! A pochi metri c’è il mare. Occorre precisare che, all’ingresso della grotta, un cartello avvisa che la setssa è chiusa al pubblico per pericolo di crolli; la grotta è quasi sempre piena di gente e, probabilmente, è più facile che criollino le borse di tutti i Paesi, piuttosto che la grotta di Sataria! Non si può fare a meno di una visita al Lago di Venere, dove è possibile fare i fanghi…; per i più curiosi, si vada a cercare, vicino il paesino di Bukkuram, il “Pirtusu du nutaru” (buco del notaio) o “Grotta du friscu”, dove da una finestrella nella roccia fuoriesce un vento freddo incredibile… Pantelleria, oltre a donare a tutti i visitatori tante bellezze e stranezze naturali, ha fatto a me e mia moglie un regalo particolare: una sera, a Rekale, mentre tornavamo a casa a piedi dalla vicina trattoria “U Trattu”, un gattino abbandonato di poco più di un mese, nascosto in un cespuglio, ha richiamato la nostra attenzione con un insistente miagolio: senza pensarci più di tanto, l’ho preso e l’ho portato al dammuso, dove lo abbiamo nutrito e curato fino al momento della nostra partenza per Palermo. Si è imbarcato con noi sul traghetto diretto a Trapani: ha il colore di un leoncino e lo abbiamo chiamato Ciaki (la ciaki-ciuka è un piatto tipico pantesco, a base di peperoni, melenzane e patate). Penso che una settimana a Pantelleria sia sufficiente per conoscere una buona parte dell’isola e per godere di molte amenità che questa terra (e questo mare) offrono. I Panteschi, pur essendo abbastanza riservati, sono comunque ospitali e cortesi; certamente, non ci si può aspettare che manchino quei tratti comportamentali tipici di noi Siciliani, a volte un po’ pigri e disorganizzati, ma anche ciò fa parte di questa meravigliosa Isola. Prima di partire, non si può fare a meno di acquistare alcuni dei prodotti tipici locali: innanzitutto capperi e vino passito; i capperi si trovano in confezioni sotto sale, oppure in vasetti di pesto o salsa. Buonissime le marmellate di agrumi: arancio, limone, manderino; fantastico l’origano, l’aglio, il basilico ed i pomodorini. Fornisco le ultime indicazioni, in merito ai locali dove ho cenato: sono pochi, ma spero di essere utile ai futuri visitatori di Pantelleria. Trattoria “U TRATTU” in località Rekale (a pochi km. Da Scauri): buona cucina casalinga, gestore simpatico che ti invita spesso – prima e dopo i pasti – a bere un bicchierino di Passito – prezzo medio con vino locale € 25-30 Ristorante-Pizzeria “LA PERGOLA” in contrada Suvaki (lungo la perimetrale, a pochi km. A Sud dal paese di Pantelleria): molto buona la pizza e indimemnticabile il semifreddo di mandorle con la cioccolata fusa – prezzo medio pizza + dolce + birra € 18-20 Ristorante “PAPUSCIA” a Tracinu (paesino nella zona nord-est dell’isola): locale di elevata classe, di buona qualità ma non eccessiva (più il fumo che l’arrosto…); molto buona la pasta alla carbonara di tonno – prezzo medio con calice di buon vino imbottigliato € 40-45 Ristorante “LA VELA” a Scauri Basso (vicino il porto in zona “Scalo”): per me il migliore; eccellente il cous-cous a base di pesce e verdure (solo il venerdì con prenotazione entro il giovedì mattina), buonissimi i primi (in particolare alle uova di ricci) e ottimi i secondi. Non mancare di gustare i dolci: il bacio (cialda croccante con ricotta) e la cassatina – prezzo medio con coca-cola (perdonate l’eresia…) € 35-40 Mi dicono che anche il Ristorante “LA NICCHIA” a Scauri sia molto buono, ma non ho esperienza diretta. BUONA PANTELLERIA A TUTTI


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