TuttinMuta
In 47 partecipanti, naturalmente non tutti provenienti dalla stessa città, grandi e piccoli, siamo tutti pronti a cimentarci con il fiume. Quelli che non sono della provincia di Pavia li troviamo sul posto mentre, per quelli di zona, il ritrovo è sempre nel parcheggio della stazione di Bressana Bottarone.
Il primo ad arrivare è il pullman seguito a ruota da Miki Guarda-le-mani-guarda-le-mani questa volta accompagnato da Monia alla sua prima uscita con il team.
Subito dopo arriva la Tesoriera Samantha che però deve tornare a casa perché si è dimenticata qualcosa …Succede quando rientri alle 4.00 dal lavoro e ti devi alzare alle 6.00!! Poi piano piano tutti gli altri compresa la Mariuccia, Mamma Lucia, lo Zio Sandro e lo zio Roberto, il Pudi, Konga, Badoglio con la Sara prossimi al matrimonio (Auguri!), il Titti con la Ceci, il Ragno Tigre accompagnato dal Presidente, Golosello con la Claudia, la solita Marina (in lista per le elezioni comunali!) questa volta accompagnata da Roberto, Mattia & Luca-infortunato-ad-una-gamba-ma-impavido, la famiglia Malchiodi composta da Anna, Marco, Matteo e la nostra mascotte Irene, i Murelli (Dado, Laura e Luca), Giummara detto Giummara con l’Ilenia, l’Antonella Vice-Presidente con Brunello73 e ultimi-ma-non-ultimi la Betti con sotto-Marino.
Saliamo sul pullman e, nella frazione di un micron, capiamo che il nostro autista nonostante l’enorme mole fisica, ha un piedino leggerissimo… ebbene sia all’andata che al ritorno non abbiamo mai, dico mai e sottolineo MAI superato la velocità supersonica degli 80 kilometri orari non rompendo il muro del suono per una manciata di decibel.
A metà della strada che divide il punto di partenza con Aymavilles frazione Ferrieres dove le AnatreDiFiume ci aspettano, ci fermiamo ad un autogrill per una sosta refrigerante. A qualcuno viene in mente di proseguire a piedi che tanto andiamo più veloci! Trenta nano-secondi dopo il nostro ingresso nel bar, ecco che arriva un pullman di una sedicente associazione culturale che ci fa “rosicare” come dei matti: loro hanno tutti una maglietta identica e noi no! E’ anche vero che l’hanno scelta di un color menopausa-fegato-ammuffito e questo ci fa sentire meglio… Terminati i 20 minuti a disposizione, risaliamo sul pullman (ahimè!) e qualcuno si autocandida per scendere a spingere!! In ogni modo, sempre alla canonica velocità di 80 kilometro orari, arriviamo finalmente a destinazione.
Nel campetto-col-laghetto sede delle AnatreDiFiume, tutte guide brevettate della Federazione Italiana Rafting, ci vengono incontro l’Enrico col suo inseparabile Dragone Egiziano, il Carletto, Lollo con Veronica, Monica e Stefano, il Trevisini-sosia-di-Giancarlo-Giannini con la sua dolce metà la Sig.Ra Patrizia, Salvatore con famiglia.
Facciamo la conta e raggiungiamo il totale dei partecipanti.
Davidino, il nostro riferimento, ci accoglie cercando di farci sentire a nostro agio e ci comunica che, appena sentiamo un fischio tipo-richiamo-per-le-pecore, dobbiamo immediatamente interrompere qualsiasi attività di socializzazione e riversarci tutti in un punto di ritrovo per l’inizio delle operazioni.
Sempre il Davidino scrutandoci ad uno ad uno, comincia ad urlare:” 2 terze, 4 seconde, un 39, due 45,…Etc” … capiamo che ci ha preso le misure e infatti inizia a distribuire a raffica nell’ordine: -giacca antivento/antiacqua -giubbotto salvagente -casco -muta long john in neoprene -calzari in neoprene …E ci indica gli spogliatoi dove andare per iniziare la faticosissima vestizione.
Sudiamo come delle fontane per la fatica di tirare su a secco queste guaine che ad alcuni di noi proprio non vogliono entrare…Ma alla fine, dopo quasi un’ora di estenuanti sforzi, usciamo dagli spogliatoi in perfetta tenuta da rafters.
Il Presidente esce dallo spogliatoio con una tenuta della collezione vintage primavera-estate dell’anno 1980, di un color fragola marcia che fa invidia alla più famosa Pantera Rosa (o sarebbe meglio definirla Pancera Rosa??) in ottima compagnia.
L’affianca infatti l’Associato n. 12/09 il nostro Marino che, a vederlo, sembra travestito da cotechino natalizio nel momento dell’esplosione. Un plauso speciale da tutti noi, va a colei che deve comprendere e dare manforte a colui: la moglie di Marino, Betti. Per amore cerca di nascondere la fatica sovrumana che compie, nonostante la gravidanza ormai agli sgoccioli, per cercare di aiutarlo ad entrare nella giacca anti-vento (che pare prendere vita mostrando un anima recalcitrante che si rifiuta di dare una mano..).
Sono pochi gli Associati che vantano delle mute provenienti dalle ultime collezioni Milano-moda pret a porter e le foto lo dimostrano ampiamente.
L’unica fortuna è che la giacca anti-vento fornisce a (quasi) tutti una copertura ampia che nasconde la maggior parte delle “magagne”. La giacca viene poi sormontata dal giubbotto salvagente che, le nostre guide rafters AnatreDiFiume al momento del controllo finale, stringeranno fino a toglierci il fiato poco prima di salire sui gommoni (secondo me lo fanno per farci soffrire spinti da una sorta di sadico umorismo).
A tutto questo segue il briefing cioè la parte teorica dove ci vengono impartite le nozioni di base per cercare di sopravvivere alla Dora Baltea che, visto il disgelo dei ghiacciai in corso, si presenta stracolma d’acqua ed arrabbiatissima. Prendiamo posto sui gommoni, sei per ognuno, e cominciamo ad ascoltare Davidone che ci spiega come pagaiare, spostare il peso in base all’andamento della corrente, agli scivoli d’acqua e alle onde che potrebbero presentarsi davanti ai nostri occhi.
E’ in questo momento che tutti impariamo che le pagaie hanno l’oliva e che, qualsiasi cosa accada in qualunque momento, non dobbiamo mai perdere le olive (!!).
La cosa più carina, al di là di una serie di sinistra-avanti, stop, destra-avanti-sinistra-indietro, peso-a-destra, peso-a-sinistra, tutti-dentro, etc etc è la spiegazione di come si recuperano i “dispersi-in-fiume-in-balia-dell’onde”, dato che può succedere che si cada in acqua o che il gommone si ribalti.
Il poveretto dovrebbe, nonostante una corrente allucinante che trascinerebbe letteralmente e incessantemente verso il mare anche un baobab del madagascar, mettersi in posizione di sicurezza con le gambe in alto verso il mare e la testa a monte, cercando di non bere/affogare / impigliarsi in tronchi o cose del genere che galleggiano sull’acqua, senza troppo muoversi, visualizzare il sacco-contenente-la-corda che i fortunati che sono rimasti a bordo o che sono riusciti a risalirci gli dovrebbero lanciare il più vicino possibile.
Una volta afferrata la corda, dovrebbe essere tirato verso il gommone dove arriverà di spalle per non perdere la posizione di sicurezza. Appena arrivato a lato del gommone si dovrebbe girare, guardare il compagno (piegato in due dalle risate perché “io sono restato sopra e tu no”) a bordo e si aspetterà che colui lo aiuti a salire. Il compagno invece, sempre in preda a sadismo, lo afferrerà per le spalle del giubbotto salvagente e lo spingerà sott’acqua con tutta la forza che ha, in modo che la stessa acqua gli darà la spinta contraria (nella riemersione) per farlo salire più velocemente. Questo dovrebbe funzionare per tutti, vedremo se funzionerà anche quando andrà Sotto-Marino.
Comunque la lezione volge al termine e tutti sembriamo preparatissimi e pronti all’esperienza fluviale.
A questo punto Davidone ci da il via libera ed ognuno viene indirizzato al gommone di riferimento insieme all’equipaggio che il Presidente, il Vice Presidente e il Tesoriere hanno precedentemente e sapientemente suddiviso gli equipaggi in base al criterio più antico del mondo: il caso.
Le AnatreDiFiume caricano i gommoni sul rimorchio e tutti saliamo sul pullman che ci porterà al punto di imbarco.
Arriviamo, scendiamo e… riceviamo l’ordine di mettere il casco e di allacciarlo bene, così come il giubbotto salvagente, che le nostre guide ci controllano uno ad uno.
A questo punto cominciamo piano piano a mettere i gommoni in acqua. L’impatto con l’acqua non sembra drammatico ma dimentichiamo che abbiamo la muta… infatti scopriremo in seguito che l’acqua è “fresca”: 5-6 gradi!! Proprio come quella che hanno trovato i passeggeri del Titanic!! Saliamo a tuffo sui gommoni e…Via!! La corrente ci trascina con un impeto che non si immagina. Ci ritroviamo ad annaspare (proprio come anatre…) con la pagaia in mano che a volte, a giudicare guardando il gommone di Giummara e di Brunello 73, ci chiediamo che cosa ce l’hanno data a fare. Infatti più di una volta la loro guida li salva dallo stamparsi contro i piloni di cemento armato del ponte… Povero ponte: è lì da secoli! Comunque, non si sa come, gli equipaggi partono e l’avventura continua. Adesso siamo tutti letteralmente ostaggi del fiume in piena, dei giochi d’acqua, dei vortici e completamente bagnati quando, ad un certo punto, si comincia a sentire un rumore sordo, come un tuono ovattato, che non preannuncia niente di buono: …Le rapideeeee!!! Vediamo i gommoni, uno dietro l’altro che si apprestano ad affrontarle nella posizione più corretta e meno pericolosa. Dovremmo evitare tutti di prenderle di lato ma come si può immaginare, quasi tutti invece le affrontiamo proprio così. Gli spruzzi, schizzi, direi quasi “gavettoni”, ci investono.
C’è chi canta… è Miki Guarda-le-mani che sta cercando di nascondere l’emozione (che lui chiama adrenalina!).
Arriviamo alla fine delle rapide tutti felici. Bagnati ma felici. Sembriamo dei bambini alle prese con il loro nuovo ed emozionante gioco.
Stanchi ma euforici arriviamo ad un punto di sosta dove tutti ci misuriamo con lo sbarco “al volo” ed il parcheggio dei gommoni, convinti di riposare per qualche minuto, quando Davidone ci comunica baldanzoso che adesso dobbiamo, uno alla volta, gettarci in acqua (in posizione di sicurezza: gambe-a-mare-testa-a-monte) e poi, dopo un breve tratto, nuotare a dorso controcorrente per cercare di raggiungere la riva.
Tutti iniziamo ad avere qualche dubbio sulla fattibilità del progetto ma, essendo una compagnia di pazzi-psicopatici-tendenti-all’incoscienza, uno alla volta senza discutere ci buttiamo a fiume.
L’acqua fredda ci attanaglia le poche parti scoperte tanto che la sensibilità delle braccia scompare dopo pochi secondi.
Incredibile ma vero, chi più faticosamente, chi con disinvoltura, riusciamo a “toccare terra”. Tutti tutti proprio no… Infatti Giancarlo Giannini e consorte vengono “recuperati” con i mezzi di soccorso disponibili. L’una aggrappandosi al sacco-contenente-la-corda da prova di agilità e guadagna la riva agevolmente, l’altro invece necessita dell’uomo-che-ci-segue-in-kayak per evitare di essere recuperato al nostro rientro direttamente a Milano nel naviglio grande.
Ma anche questa esperienza è fatta. Notiamo che anche Brunello73 nonostante la sua non stratosferica acquaticità è ancora fra noi. A questo punto possiamo ri-lanciarci al volo sui gommoni per fare il secondo pezzo.
Anche qui non manca l’emozione. Arriviamo al campo base e, recuperati i gommoni e caricati di nuovo sul pullmino, ripartiamo alla volta della piazzola di imbarco per riprovare l’esperienza, questa volta con più pratica alle spalle.
All’arrivo scarichiamo i gommoni e li rimettiamo in acqua, saliamo di nuovo tutti sopra agevolmente e…Partenza! Adesso ce la godiamo più di prima: abbiamo a bordo molti meno Fantozzi e quasi nessuna Pina. Tranne i soliti “incursori” che tentano per la seconda volta di tirar giù il pilone del ponte ma che anche questa volta viene graziato.
Facciamo tutto il percorso senza soste. Ridiamo, ci bagniamo, cantiamo…Entusiasmante! Questa volta va decisamente meglio.
Purtroppo finisce in un lampo…Siamo di nuovo al campo base.
Scendiamo, recuperiamo il tutto e in preda a crampi di fame ci buttiamo a pesce sui nostri zaini che contengono i panini.
Li sbraniamo raccontando a coloro che sono rimasti a terra che cosa si sono persi… sarà per la prossima volta. Ci sarà senza dubbio una seconda volta, magari un po’ più impegnativa! Ma il Presidente, che una ne fa e cento ne pensa, aveva organizzato un giro di…Roulette russa!! Non con le pistole naturalmente bensì con le uova. Con le uova? Direte voi.. Si, proprio con le uova…Tutte sode tranne una (o meglio questo è quanto comunicato agli Associati…).
Ognuno è stato dotato di una sorta di bandana (grazie a Marina per aver fornito il telo che abbiamo fatto a strisce!) che doveva essere apposta sulla fronte ed utile per attutire il colpo dell’uovo che, uno alla volta, si doveva prendere a caso dal cestino di Samantha per “spiaccicarselo” in fronte.
Inutile dire che si sentivano solo i sospiri di sollievo al momento che ci si rendeva conto di aver preso l’uovo cotto. Ma il primo “fortunato” a spiaccicarsi l’uovo crudo sulla zucca è stato il nostro Konga!!! A questo punto, dopo varie imprecazioni emesse dal buon Konga, tutti gli altri si sono cimentati serenamente con la prova pensando che tutte le uova fossero, a questo punto, sode.
Ma il nostro Presidente, ispirandosi alla leggenda del “furbo del deserto” (quel famoso tipo che in pieno deserto, correva sotto agli aeroplani per stare all’ombra), ha pensato bene di lasciarne due di uova crude! La cosa incresciosa è che l’ha beccato proprio la nostra AnatraDiFiume preferita: il Davidino! (Speriamo che alla prossima discesa non ci faccia affogare tutti!) A questo punto bivacchiamo chi all’ombra chi invece sotto un sole meraviglioso cercando la prima tintarella di stagione. Ci prendiamo un caffè e parte subito una improvvisata gara di “calcio balilla”. Dopo un po’, gara terminata ed “abbiocco” passato, decidiamo di fare rientro a casa.
Stanchi ma felici salutiamo le Anatre e risaliamo sul pullman.
La cosa non ci alletta per niente perché, purtroppo, il nostro autista coi piedini-di-fata ci fa rifare tutta la strada a 5 km all’ora (beh, non proprio 5 ma…). C’è chi ad un certo punto tenta l’ammutinamento cercando sostegno fra gli associati! Dopo un bel po’ di tempo seduti sul potente mezzo di trasporto, decidiamo di fermarci a prendere qualcosa da bere in un autogrill. Quindici minuti per sgranchirsi le gambe e, tutti o meglio quasi tutti, puntuali, ci ritroviamo a bordo di nuovo.
Siamo ancora nella piazzola dell’autogrill sulla via dell’imbocco dell’autostrada quando sentiamo un grido provenire dai sedili di fondo: Manca qualcuno!!! Fermiamo l’autista e cerchiamo di capire chi manca: Miki-guarda-le-mani con Monia (che è nuova ma si lascia subito sopraffare dalle cattive abitudini!) sono rimasti a terra.
Aspettiamo qualche minuto ed eccoli che ci vengono incontro correndo. Gli facciamo il solito scherzo di ripartire appena stanno per salire ma poi… come faremo senza di loro? Appena salgono sul pullman scatta l’applauso… vabbè, era prevedibile.
Comunque, con la rassegnazione nel cuore, buoni buoni, siamo pronti ad affrontare gli ultimi chilometri con l’autista tartaruga.. Con il tempo impiegato avremmo potuto arrivare in Sicilia! In ogni caso, ad un certo punto riconosciamo il parcheggio di Bressana… non è un miraggio ragazzi… siamo arrivati! Scendiamo, ci salutiamo e diamo appuntamento a tutti il 20 giugno per l’evento Tarzaning!!! Chi vuole aggiungersi non ha che da dirlo! Lo staff Tuttintuta, ringrazia …