Tutta Siviglia in 48 ore
Noi ricorriamo invece frequentemente a questo tipo di turismo, riconoscendone una sorta di buon rapporto qualità/prezzo, se intendiamo per questo il massimo che si possa vedere a costi accettabili ma senza che il viaggio si trasformi in un tour de force, in modo che durante il corso dell’anno si possano ripetere analoghe esperienze con mete diverse.
Tutto ciò, evidentemente, deve avere un denominatore comune: un costo dei voli ridotto al minimo, in modo da essere irrilevante nel bilancio globale del viaggio. Benedetti quindi i vettori aerei low cost che per poche decine di Euro ti permettono di andare e tornare con il tuo bagaglio a mano utilizzando il check-in on line ! Detto ciò a difesa delle nostre scelte, passo a descrivere la nostra piccola esperienza a Siviglia, non certo soffermandomi sui dettagli di ciò che abbiamo visto, (le guide ed il web offrono assai più di quanto si possa scrivere), quanto invece, nello spirito di questo sito, dare informazioni e suggerimenti pratici, come peraltro io stesso ricerco attraverso gli scritti dei colleghi “turistipercaso” quando sto programmando un viaggio.
Abbiamo raggiunto Siviglia da Cagliari con voli Ryanair per 20 euro a persona a/r tutto incluso. Abbiamo scelto di pernottare in pieno centro storico, nel barrio di Santa Cruz, e questa si è rilevata una scelta più che azzeccata e pertanto consigliabile, sia per aver minimizzato i tempi ed i trasferimenti da un posto all’altro che per l’aver soggiornato in una zona silenziosa e piena di fascino che ti fa “assaporare” la città. Senza che la seguente indicazione rappresenti pubblicità, abbiamo pernottato al hotel Murillo, che ci ha soddisfatto per l’ubicazione, la pulizia, la struttura, e la cortesia del personale. Lo abbiamo trovato, come al solito, su www.Booking.Com Per raggiungerlo, nonostante vi sia la possibilità di prendere un mezzo pubblico da/per l’aeroporto, noi, essendo in 4, abbiamo preferito un taxi con un costo unitario quasi paragonabile alla prima ipotesi. Una informazione che a proposito vogliamo darvi è che, sebbene alcuni siti web riportino come il prezzo della corsa aeroporto-città o viceversa sia fisso, i nostri conduttori ci hanno fatto pagare secondo tassametro; abbiamo perciò l’impressione che quanto indicato sia rimasta solo una “raccomandazione municipale”, non seguita nella pratica. Il fatto di essere in 4 ha reso inoltre conveniente usare questo mezzo di trasporto in città quando abbiamo voluto spostarci da un punto all’altro non molto vicini fra loro; in un batter d’occhio, (in Spagna i taxi girano in continuazione ed i tempi di attesa sono limitatissimi) e per lo stesso costo dei bus (circa 5 euro) venivamo trasferiti a destinazione senza attese e necessità di informazione sui mezzi pubblici da usare.
La prima sera, data l’ora d’arrivo relativamente tarda, ci siamo limitati a “tapear” all’aperto (!!) in una piazzetta di Santa Cruz con il profumo intenso degli aranci fioriti e già questa, nella sua semplicità, è stata un’ora spesa bene. In quanto al cibo ed ai relativi costi, tutto dipende dall’ora e dal posto. Mentre all’ora di pranzo si può mangiare discretamente bene a prezzi contenuti, la sera i costi raddoppiano o triplicano senza che si abbia la certezza che in corrispondenza aumenti la qualità. Un chiaro esempio è un ristorante che ci hanno suggerito e che, data la positiva esperienza, vi consigliamo per pranzo: El Alabardero si trova in centro, in calle Zaragoza 20, vicino a Plaza Nueva, a sud-ovest dell’Alcazar (www.Tabernadelalabardero.Es) ed offre, in un ambiente e con un servizio di qualità, un pranzo-gourmet di 3 portate per 16 euro circa se vi includiamo le bevande, mentre alla sera la scelta, solo alla carta, presuppone un costo di almeno 60 euro a persona. Continuando in tema di amenità, è quasi d’obbligo, quando ci si trova in Andalucia, vedere nel dopocena uno spettacolo di flamenco. La lista dei posti dove andare è evidentemente lunga, (le corride ed il flamenco sono elementi portanti delle entrate legate al turismo), e la scelta può non essere semplice. Si passa infatti da ripetitivi spettacoli per turisti che possono includere una cena con prezzi elevati (75-90 euro) a spettacoli di qualità senza fronzoli (es: La casa della memoria del Andaluz, ingresso 15 euro), sino a spettacoli improvvisati in locali più o meno grandi. Noi abbiamo optato per quest’ultima soluzione e, consigliati dal personale del hotel, ci siamo recati a La Carboneria, nello stesso barrio di Santa Cruz, dal lato di Santa Maria la Blanca. Il locale era pieno di giovani locali e di turisti; seduti attorno a tavoli di legno disposti in una sala molto ampia, abbiamo gustato una sangria ed assistito ad uno spettacolo con un chitarrista, un cantante ed una ballerina, tutti di chiara origine zigana. L’ingresso è gratuito (in effetti è un grande bar), ma sussistono 2 inconvenienti non trascurabili: è ammesso fumare e l’ambiente è rumoroso. Se ci si vuole immergere in una atmosfera locale e si possono superare questi fastidi, il posto va bene, altrimenti si può optare per una delle altre due soluzioni indicate.
In quanto alle visite alla città, tenendo presente che la cattedrale apre alle 11, il primo giorno siamo stati nell’ordine a: – la basilica della Macarena, emblematica chiesa nel quartiere omonimo, dove erano in corso gli allestimenti dei baldacchini per le processioni della settimana santa; – la casa de Pilatos, stupenda casa araba. Sappiate che l’interesse della visita si concentra sull’edificio al piano terra (5 euro), mentre è trascurabile quella dell’edificio al primo piano, di altra epoca, che porterebbe il costo d’ingresso a 8 euro.
– la Cattedrale, immensa e di grande interesse storico-artistico, e la Giralda, l’antico minareto; salire in cima al campanile richiede passare attraverso 34 rampe in pendenza ma senza scale, arrivando ad un’altezza di circa 70 m. Da cui vedere tutta la città; l’ingresso ad entrambe costa 8 euro, 2 euro per i pensionati come noi (è però indispensabile che sia indicato nel documento d’identità); nel percorso rigorosamente a piedi fra la Macarena e la Cattedrale si incontrano inoltre molte chiese e palazzi gotici e barocchi, cui dedicare più che uno sguardo (Santa Marina, San Luis, San Pedro, Casa de las Duenas, e altri) e fare una sosta; – la piazza de Espana; questa purtroppo, (almeno qualche giorno fa, nel periodo della nostra visita) era parzialmente priva di quegli elementi che la rendono una delle più belle piazze del paese: oltre la metà delle panchine maiolicate, ciascuna delle quali dedicate ad una delle 50 province spagnole, erano infatti coperte per manutenzione, e non vi era l’acqua nei canali, elemento che la rende così unica e “fotogenica”. In tutti i casi ne abbiamo apprezzato l’ampiezza e la scenograficità, nonché i bellissimi giardini di Maria Luisa, a lato della piazza; – il barrio di Santa Cruz, il vecchio quartiere ebraico, con i suoi angoli tranquilli e pittoreschi e le sue viuzze dai nomi originali (vida, agua, reinoso, etc etc); Il secondo giorno lo abbiamo invece dedicato a: – il Real Alcazar, la vecchia fortezza araba, probabilmente il luogo più affascinante della città dove, fra la dettagliata contemplazione dei suoi patii arabi e gotici, e la visita e sosta nei suoi ampi giardini, vi abbiamo passato l’intera mattinata; (ingresso 7.5 euro, pensionati gratis); per gli amanti della fotografia, da non perdere l’impareggiabile vista della Cattedrale e della Giralda dal patio de las banderas, all’uscita dal Alcazar stesso; – l’archivio delle Indie (palacio de la Lonja), dove sono raccolte 80 milioni di pagine originali sulla conquista del nuovo mondo, con scritti, fra gli altri, di Magellano, Cristoforo Colombo, Cortez e Pizarro, con oggetti e reperti vari, tutti allocati in ampie sale di marmo rosa di Malaga. Assai consigliabile trascorrere 15 minuti nella sala di audiovisione dove una proiezione in spagnolo con sottotitoli in inglese narra le traversie del palazzo e come sia diventato un archivio così importante. L’ingresso è gratuito.
– i dintorni del Guadalquivir, dal ponte di Triana a quello di San Telmo passando in calle Betis, in prossimità della Torre del Oro, della monumentale plaza de toros de la Maestranza e con belle vista sul fiume, sui suoi ponti e sulla Giralda; – c’è stato addirittura il tempo di fare senza fretta una scappata nella zona commerciale solo pedonale di Tetuan e Sierpes, anch’essa in centro, dove comprare, per un gustoso ricordo che aimè è durato solo un giorno dopo il rientro, un po’ dello stupendo “jamon de bellotta”, certamente salato (13 euro all’etto), ma di un gusto impareggiabile; E così alle 21, esattamente a 48 ore dal nostro arrivo, eccoci salire sull’aereo che ci riporterà a casa ritemprati da quanto abbiamo visto e assaporato, nonché dalla piacevole sensazione che abbiamo riportato dal contatto con la gente del luogo, gentile, estroversa e chiacchierona come qualcuno di noi. Ultimo dato: il costo a persona di questa “escapada sevillana” è stato di 208 euro a testa, includendovi proprio tutto, anche qualche irrinunciabile caffè dal gusto non impareggiabile come il jamon. Sono naturalmente a disposizione per chi voglia conoscere qualche dettaglio in più. Hasta la vista !