Turisti solidali in Madagascar

Un viaggio indimenticabile per i turistipercaso Angela e Beppe
turisti solidali in madagascar
Partenza il: 02/10/2012
Ritorno il: 16/10/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
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Era tanto tempo che Mario, amico di vecchia data di mio marito Beppe, ci invitava in Madagascar, dove si era trasferito da anni. Operatore nel campo delle energie rinnovabili, insieme alla moglie Ninie, malgascia, tredici anni fa costituì una ONG, in collaborazione con una Onlus fondata in Italia, e crearono il “Villaggio Mondobimbi Tafita“, una struttura educativa modello, che si propone di togliere dalla strada centinaia di bambini, dando loro non solo un tetto e cibo, ma soprattutto un’istruzione, che li aiuti a costruirsi un futuro e a diventare cittadini consapevoli. Per vari motivi, avevamo sempre rimandato, ma quando Mario ci disse che aveva intenzione di organizzare viaggi equo-solidali, non a scopo di lucro, ma il cui guadagno sarebbe andato interamente in beneficenza ai bambini del villaggio, non abbiamo potuto resistere e… il 2 ottobre 2012 siamo partiti! Il costo del pacchetto in Madagascar, per 14 giorni, è stato di 1.500 euro a testa, tutto compreso (ma la cifra può scendere fino a 1.300 euro per 9/10 persone. Avevamo prenotato il volo con Air France da Bologna, via Parigi, per un totale di 1.250 euro andata e ritorno, a testa. Pertanto, il costo totale è stato di 2.750 euro a testa, escluse solo le bevande e le entrate ai parchi.

Siamo partiti la mattina, per cui il viaggio è sembrato meno pesante e siamo atterrati ad Antananarivo alle 22.10, senza problemi di jet lag, visto che, con l’ora legale, la differenza con l’Italia è solo di un’ora. L’aeroporto è un po’ naif e conquistarsi il posto per il controllo passaporti è stata un’impresa, ma all’uscita ci aspettava l’abbraccio di Mario, con il pulmino del Villaggio, che porta fino a 10 passeggeri. Eravamo tutti molto eccitati perché questo era il primo viaggio Mondobimbi, che doveva fungere da prova generale per l’organizzazione dei viaggi successivi. Eccitati, ma anche stanchi, per cui Mario ci ha accompagnato subito all’albergo Miranda, vicino all’aeroporto. Camere carine e molto pulite. Ci diamo appuntamento per colazione e per l’inizio ufficiale del nostro tour.

PRIMO GIORNO

Riposati e rinvigoriti da una buona colazione, partiamo alla scoperta della capitale, Tanà, come la chiamano qui, con la raccomandazione di non tenere in vista borse o oggetti di valore. Il centro di Tanà, con lunghe scalinate e strade ripide, è un bel posto da girare a piedi. Passeggiare nella Haute-Ville, dove si trovano gli edifici antichi più belli, consente di vedere molti piccoli spaccati della vita quotidiana: la prima cosa che colpisce è la confusione e la quantità di gente in movimento, con venditori ambulanti ovunque, che ti offrono qualsiasi genere di mercanzia, dall’artigianato al cibo ai falsi occhiali di marca. Il mercato poi è un’esplosione di colori, con la frutta e la verdura ben disposta su banchi traballanti o su di un telo steso a terra, e molti ortaggi già tagliati a rondelle o a julienne, pronti per essere cucinati. L’odore forte delle spezie impregna l’aria e ovunque ti offrono baccelli di vaniglia, che viene coltivata sulla costa est, chiamata appunto “costa della vaniglia”. Il Rova, il palazzo reale, è chiuso e non si può visitare, ma sorge in cima alla collina più alta della città, da cui si gode una magnifica vista del Lac Anosy, il lago della capitale, uno spettacolo per via della fioritura degli alberi di jacaranda che lo circondano. Nel pomeriggio andiamo un po’ fuori città a visitare il Palazzo della Regina. Il movimento ci ha messo appetito, per cui concludiamo la serata in un ristorante, che serve sia cucina malgascia che cucina francese, ma optiamo per un piatto a base di spezzatino di zebù con verdure e riso bianco e, per finire, banana flambé e rum arrangé, un rum aromatizzato. Buonissimo!

SECONDO GIORNO

Alle 8 siamo pronti per partire verso il sud. La situazione stradale non è delle migliori, ma il nostro pulmino è confortevole, così affrontiamo, pieni di aspettativa, i 250 km che ci separano da Ambositra. Questa è la zona degli altopiani e il paesaggio è veramente molto bello, si susseguono risaie di un colore verde brillante, foreste, villaggi e montagne fumanti, per via del fatto che la popolazione brucia interi ettari di foresta (sigh!) per creare terra da pascolo per gli zebù, la loro ricchezza. Arriviamo ad Ambositra per il pranzo, dove gustiamo un famoso piatto della cucina malgascia, la lingua di zebù. Deliziosa… Il pomeriggio è dedicato allo shopping, perché Ambositra è la capitale dell’artigianato in legno di palissandro, così ci aggiriamo per i negozietti traboccanti di piccole sculture, maschere ed oggettistica, comprando regalini per noi ed i nostri amici. L’albergo, l’Artisan Hotel, è una chicca! Sono bungalow in legno intarsiato, veramente in tema con il carattere della cittadina.

TERZO GIORNO

Alle 7 partenza per il Parco Nazionale di Ranomafana. Questa immensa foresta umida, avvolta dalla nebbia, è spettacolare, ma la strada è terribile, tutta curve, ed io non mi sento bene, per cui, dopo 220 km, quando arriviamo a Le Grenat Hotel, non mi reggo in piedi. Salto il pranzo e vado a riposare, così per la cena sono di nuovo in forma. Beppe mi racconta che, nel pomeriggio, ha fatto una passeggiata, ma al calar del sole è dovuto rientrare, perché non c’è alcuna illuminazione e, anche negli alberghi, tolgono la luce dalle 19 alle 20. Così nel buio più totale, si accendono le fiammelle di tante candele, ma se alzi gli occhi, puoi ammirare il cielo più stellato che tu abbia mai visto! Dopo cena partiamo per la visita notturna nel parco, spostandoci verso una radura dove si dispongono delle esche per attirare i lemuri notturni ed abbiamo così il primo approccio con questi curiosi mammiferi che vivono solo in Madagascar.

QUARTO GIORNO

Questa mattina sveglia alle 6.30, perché abbiamo appuntamento con la guida alle 7.30. Subito ci tuffiamo nel folto della foresta e cominciamo a salire. L’aria è fresca, ma si suda comunque per via dell’umidità. Durante il percorso riusciamo a vedere nuovi tipi di lemuri, camaleonti, gechi e la “mantella”, la rana simbolo del parco. Il paesaggio è mozzafiato e riusciamo a cogliere scorci affascinanti, anche grazie al battitore, che individua i lemuri e ci fa arrampicare per trovare la visuale migliore. L’escursione dura dalle 3 alle 4 ore, ma siamo talmente entusiasti, che non avvertiamo la fatica, se non quando rientriamo per il pranzo. Così, nel pomeriggio, ci concediamo un rilassante bagno in una piscina termale, circondata dalle caratteristiche palme a ventaglio, con vista sulle montagne circostanti. Uno spettacolo! L’acqua è talmente calda che, dopo un po’, ti senti stremato, ma è un’esperienza assolutamente da non perdere.

QUINTO GIORNO

Partenza di buon ora per Ranohira, punto di partenza per il trekking nel Parco dell’Isalo. Sono 320 km e, su queste strade, si accusano tutti, inoltre veniamo spessissimo fermati da posti di blocco. Ufficialmente vigilano sulla nostra sicurezza, ma in realtà, più o meno velatamente, chiedono soldi, perché qui la corruzione raggiunge livelli incredibili, ma per fortuna si accontentano di mille ariary (la moneta malgascia, al cambio circa 30 centesimi di euro!). All’arrivo all’Hotel Isalo Ranch, decidiamo di riposare. Nel pomeriggio esploriamo l’albergo: la posizione è davvero stupenda, immersi assolutamente nella natura e il panorama davanti al proprio bungalow lascia senza parole. I bungalow sono piuttosto basici ma confortevoli, con le zanzariere e l’acqua sempre calda. E poi c’è una deliziosa piscina vicina al deserto! Eravamo già entusiasti del posto, quando Mario ci viene a prendere e ci consiglia di trattenere l’entusiasmo per la meta della nostra cena, l’Hotel de la Reine. Questo meraviglioso resort è immerso in un’atmosfera suggestiva, circondato da rocce spettacolari. La struttura è costruita in pietra grigia in perfetta armonia con il contorno; le camere si affacciano tutte intorno ad un prato verdissimo, al centro del quale c’è la piscina. Abbiamo trovato personale gentilissimo e molto disponibile, con una cucina di buon livello e tavoli preparati in modo raffinato ed elegante. Tutta l’atmosfera è molto soft ma quello che è veramente incredibile è il paesaggio circostante: massi di calcare che cambiano di colore con la luce del sole, canyon mozzafiato in cui lo sguardo si perde. Un sogno!

SESTO GIORNO

All’alba ci presentiamo all’entrata del parco Isalo e ci accordiamo con la mitica guida soprannominata McGiver (perché non sta mai fermo), e partiamo per un trekking di 16 km che, in un paesaggio lunare, ci porterà sulla cresta del canyon e a tre bellissime piscine naturali, dove non si può fare a meno di tuffarsi, perché nonostante sia ancora presto fa molto caldo. Nell’area dove ci fermiamo per il pranzo al sacco, veniamo subito circondati dai lemuri Catta che, evidentemente abituati ai turisti, si spingono a cercare cibo direttamente dalle nostre mani! Quando torniamo in albergo sono sfinita e, dopo essermi scolata non so quante bottiglie di Rano Visy (acqua minerale) non sogno che il letto…

SETTIMO GIORNO

La mattina percorriamo i 240 km che ci separano da Tuléar, chiacchierando con Mario, che ci racconta come è nata l’avventura di Mondobimbi e come stiano lottando per mantenere questa struttura funzionante. Anche questi viaggi contribuiranno al mantenimento dei bambini e a tenere aperta la scuola, che è la loro unica occasione per sconfiggere un futuro di miseria ed ignoranza. E dobbiamo riconoscere che, per tutto il viaggio, siamo stati accompagnati da frotte di bambini sporchi, laceri, senza scarpe, ma con un meraviglioso sorriso negli occhi. Mario ci racconta che il 45% della popolazione malgascia è sotto i 13 anni: un popolo bambino! L’aspettativa di vita è di circa 60 anni. Siamo talmente presi dalla conversazione che solo per il sensibile aumento della temperatura ci rendiamo conto di avere definitivamente lasciato gli altopiani e di essere arrivati in prossimità del mare, a Tuléar, il più importante porto del sud del Madagascar. Tuléar si presenta da lontano come un conglomerato di case bianche che contrastano con il territorio, in parte boschivo ed in parte desertico. Alloggeremo direttamente nel Villaggio Mondobimbi, in graziosissimi bungalow, dove, normalmente, alloggiano i ragazzi delle scuole medie. Quando arriviamo ci stanno aspettando, in gran parata, e ci fanno una gran festa. Sono dolcissimi… Pranziamo tutti insieme e trascorriamo il resto della giornata insieme ai bambini. E’ una grande esperienza.

OTTAVO GIORNO

La mattina, mentre i bambini seguono le loro lezioni, ne approfittiamo per visitare Tuléar, una città che conserva ancora i resti del colonialismo francese, ma talmente sporca ed abbandonata a sé stessa, da farci pensare che veramente, se qualcuno non aiuterà questi giovani, non c’è futuro per loro! Torniamo al villaggio per pranzare con i bambini e trascorrere il pomeriggio insieme.

NONO GIORNO

Giornata di relax con un’escursione a Saint Augustin, dove c’è una piscina naturale in cui si può nuotare. Oziando al sole (crema protezione 50!) facciamo nostra l’espressione malgascia “mora mora” (piano, piano!), che meglio riassume l’atteggiamento degli abitanti del posto verso i viaggiatori impazienti. Torniamo solo nel tardo pomeriggio.

DECIMO E UNDICESIMO GIORNO

Partenza in barca da 11 metri (1 h) per il mare di Anakao, un villaggio di pescatori vezo (il popolo di origini asiatiche stabilitosi sulla costa sudoccidentale del Madagascar), con un’incantevole spiaggia bianca a forma di mezzaluna e un mare color turchese. Soggiorniamo all’Hotel “Longo Vezo” in bungalow ben arredati, dotati di veranda ed elettricità a pannelli solari. La posizione dei bungalow è fantastica, su di un pendio di sabbia sul mare, con tramonti da cartolina. Dovevano essere giorni di puro “polleggio”, ma non resistiamo all’uscita in barca per fare snorkelling alla barriera corallina o per raggiungere una spiaggia dove i pescatori ci cucinano delle meravigliose aragoste alla brace. Una favola!

DODICESIMO GIORNO

Partenza alle 7 con la barca e arrivo a Tuléar alle 8.30. In fondo alla strada che conduce al porto, andiamo a visitare il Museo del Mare, che mostra una collezione di pesci, coralli e conchiglie. Trascorriamo poi il resto della giornata con i bambini del Villaggio, tra giochi e risate. I bambini sono molto curiosi e, adesso che abbiamo rotto il ghiaccio, abbandonano la loro timidezza, tempestandoci di domande un po’ in francese e un po’ in italiano, che hanno imparato dai turisti. Beppe è molto bravo, scherza e li fa ridere. Molti di loro hanno alle spalle, nonostante la giovane età, un passato pesante, fatto di miseria, abbandono e, in alcuni casi, violenza, ma quando li fai ridere sono bambini come tutti gli altri, con gli occhi che splendono. Anzi, direi che i loro occhi splendono molto di più, rispetto ai loro coetanei occidentali, perché conservano un incanto, uno stupore ed una capacità di gioia infinitamente maggiore. Diciamo a Ninie che adottiamo a distanza tre bambini, ma vogliamo che decida lei chi, perché noi non potremmo mai riuscire a sceglierne uno, scartandone un altro. Sarà per questo, che la sera, quando andiamo a dormire, ci sentiamo molto più felici…

TREDICESIMO GIORNO

Ecco, è arrivato: è l’ultimo giorno che trascorreremo al Villaggio e sappiamo che i bambini hanno preparato grandi festeggiamenti. Infatti la giornata si snoda tra balli tradizionali, canti corali ed esibizioni singole. Si mangia tutti insieme ed è una gran festa! Ed è a questo punto che, sia io che Beppe, abbiamo la certezza che, per la prima volta, non terremo fede alla nostra regola di non tornare mai due volte nello stesso posto. Torneremo, perché questi bambini ci hanno rubato il cuore, perché siamo pronti a darci da fare per aiutare Mario e Ninie nella loro opera, nel cercare nuovi genitori adottivi e finanziatori che sostengano le iniziative benefiche del Villaggio.

QUATTORDICESIMO GIORNO

Dopo baci e abbracci, ed anche un po’ di commozione, prendiamo l’aereo per Antananarivo, da dove ripartiremo per l’Italia. Portiamo negli occhi i colori di una natura lussureggiante e di una fauna sorprendente e portiamo nel cuore il sorriso di tanti bambini.

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