Turisti arrosto… a Madrid e dintorni
Indice dei contenuti
Quest’anno vacanze brevi se non brevissime (tag: sveltina): 4 giorni a Madrid e dintorni, e l’estate 2012 me la gioco così.
Chi
Il gruppo è sempre quello: la coppia Sonia & Uccio, gli spaiati Teo ed io. 25 anni lei, 28 noi. I ragazzi tutti architetti, info rilevante solo nel momento in cui influisce su cosa andare a vedere.
Dove e quando
Madrid, appunto, più una gita a Toledo. Dal 7 all’11 agosto, in barba al clima continentale.
Clima
Il 10 agosto il termometro fuori dalla stazione di Toledo segna 47° (tag: caldo torrido). E’ il picco di una 4 giorni in cui sembrava di essere chiusi in un forno. Ovviamente sole fisso.
Spostamenti
Volo Ryanair Torino-Madrid a\r, 140€ per me che prenoto a 10 gg dalla partenza; atterriamo all’aeroporto internazionale Barajas. La metropolitana è fantastica per estensione e qualità: l’abbonamento per 5 giorni costa 25,4€ a testa; una linea raggiunge l’aeroporto. Per la giornata a Toledo scegliamo il treno: 23,8€ a testa a\r.
Dormire
Sonia & Uccio prenotano un 4 stelle su Booking a 225€ totali per una doppia 4 notti senza colazione (hotel Catalonya Plaza Mayor, lo consigliano). Per me e Teo letto in camerata al Way Hostel (tag: basta ostelli; siamo anziani), spendendo 75€ a testa sempre per 4 notti. Tutte e due le sistemazioni sono piuttosto centrali, vicino a piazza Tirso de Molinas dove c’è una fermata della metro.
Mangiare
Abbiamo spaziato tra bar, catene (Casa del Jamon, 100 Bocadillo, …), ristoranti alla buona e localini, oltre al celebre Mercato di San Miguel. Birre piccole a ripetizione e litri di tè freddo (tag: cana & nestea). Non siamo gourmet, badiamo alla sostanza: mangiare decentemente senza spennarci.
Costi
Intorno ai 400€ a testa per tutto; nel mio caso: 140€ di volo; 50€ per spostamenti locali (metro, treno, taxi); 80€ in cibo e bevande (quindi in media 20€ al giorno); 30€ per ingressi vari; 75€ di ostello.
Itinerario breve
Giorno 1 (dalle 17): Plaza Mayor, Mercato di San Miguel, Palazzo Reale, Cattedrale, Plaza del Sol, Torri Kio, grattacieli; cena a Chueca
Giorno 2: Palazzo Reale, Cupola della Cattedrale, Plaza de Espana, Gran Via, Parque del Ritiro, Baixa Forum, Museo del Prado; cena e dopocena al quartiere La Latina
Giorno 3: stazione Atocha, grattacielo Mirador, stadio Bernabeu, mercato di San Miguel, ritiro con disonore (tag), tentativi falliti per il Monasterio de la Encarnacion e il Descalzas Reales, Hard Rock Cafè; cena al quertiere Tribunal
Giorno 4 (gita a Toledo): Cattedrale, Chiesa-museo di San Roman, Chiesa di San Juan de los Reyes, Sinagoga; sera a Madrid ancora nel quartiere La Latina.
Martedì 7
Atterriamo a Madrid dopo le 13, usciamo a fatica dal nostro terminal e dopo una lunga camminata raggiungiamo la stazione della metropolitana al terminal 2. Facciamo l’abbonamento e con un paio di cambi siamo in centro, dove alloggiamo.
Uscendo dalla stazione della metro l’impressione è di essere presi a schiaffoni da una mano gigante. E’ il primo impatto non climatizzato con il caldo di agosto di Madrid. Per i successivi quattro giorni non riusciremo a farcene una ragione. Panino alla Casa del Jamon (fastfood alla spagnola incentrato sul prosciutto crudo, il locale è piuttosto triste ma i panini economici e non malvagi), quindi ci diamo appuntamento alle 17 per poter posare le valigie. Cominciamo con un giro a piedi del centro, tutto sommato piuttosto raccolto. Tra le altre cose: attraversiamo Plaza Mayor, che è la piazza reale rettangolare circondata da portici e facciate uniformi tra le quali spicca per contrasto la casa de la Panadeira; lambiamo la bella costruzione del recente mercato di San Miguel; diamo un’occhiata da fuori al Palazzo Reale, parecchio esteso e che mi colpisce per la colorazione estensiva ed uniforme grigio chiaro delle facciate; entriamo nella vicinissima Cattedrale, inaugurata un paio di decenni fa: a me dice davvero poco mentre non dispiace ai miei compagni di viaggio; svacchiamo un po’ in Plaza de Oriente e quindi lungo Calle de Arenal raggiungiamo il cuore cittadino di Puerta del Sol, grande piazza semiellittica sulla quale confluiscono alcune delle principali vie del centro, e quindi snodo dello struscio madrileno. Prima impressione: città monumentale (tag) e vivissima.
Monumentali ma certo non vivissime le nostre mete successive (da architetti): le torri Kio (quelle simmetriche, inclinate, in acciaio e vetro), che guardiamo dal basso, quindi approfittando della pazienza di Sonia che ormai ci è abituata percorriamo un paio di evitabilissimi chilometri lungo il marciapiede desolato dello sterminato Paseo de la Castellana fino a raggiungere i 4 recenti grattacieli messi in fila in questa zona semiperiferica della città. Ho trovato bruttine ma molto riconoscibili lo torri Kio, più piacevoli ma anche più ordinari i 4 grattacieli che presi singolarmente non lasciano certo un ricordo indelebile.
Mentre facciamo questa spiccia filosofia architettonica il sole tramonta, quindi trovata a fatica la più vicina stazione della metro raggiungiamo il mondano e tollerante quartiere di Chueca: cena in un baretto e giro veloce, ma siamo piallati quindi ce la caviamo in fretta.
Mercoledì 8
Cominciamo con la visita del Palazzo Reale (Paco Real): alle 10 la coda è già lunga ma si smaltisce in fretta. Visitiamo gli interni, piacevoli, foto di rito nel cortile soleggiatissimo, apprezziamo il panorama verso il parco del Campo del Moro, e prima di uscire facciamo un giro veloce nell’armeria. Chiusa la pratica Paco Real decidiamo di dare un’occhiata alla città dall’alto, salendo sulla sommità della Cattedrale; la vista dal cupolone, che pure non è altissimo, ci piace assai: begli edifici, tetti con tegole rosse, individuiamo qua e là attici con terrazzini verdeggianti che beato chi se li può permettere.
Siamo delle cozze, chissà se per pigrizia o per il caldo, in ogni caso cassiamo le proposte di visitare i vicini ma non troppo San Antonio de la Florida (pantheon di Goya) e Templo de Debod (tempio egiziano), fermandoci a Plaza de Espana con il suo monumento a Cervantes e quindi avventurandoci nella celebre Gran Via, che con 6 corsie ha un traffico esagerato per essere una strada centrale ma che con i suoi marciapiedi sterminati è anche una delle principali vie commerciali. Tra una vetrina e l’altra scoviamo un 100 bocadillo, catena di fastfood specializzata in onesti minipanini, già apprezzata a Cadice un paio di anni prima; il mercoledì ha prezzi scontati, quindi ne approfittiamo.
Quando raggiungiamo Plaza de Cibeles decidiamo che meritiamo un po’ di riposo, quindi puntiamo sul Parque del Retiro, dove sonnecchiamo sull’erba e ci beviamo l’ennesima cana\nestea affacciati sul pittoresco quanto artificioso laghetto punteggiato dalle barchette a remi dei turisti. Il parco è davvero sterminato, con calma lo attraversiamo a piedi apprezzandone le diverse caratterizzazioni (aiuole, boschetti, viali, etc.).
Sbuchiamo sul lato sud, decidiamo di saltare il Giardino Botanico preferendo puntare sul Caixa Forum, museo firmato pochi anni fa dagli svizzeri Herzog & DeMeuron e giustamente superpubblicato sulle riviste di architettura. Appartiene alla Banca Caixa che organizza mostre temporanee visitabili gratuitamente. A noi capitano Piranesi e Blake: bell’edificio e belle esposizioni, non possiamo lamentarci.
Manca poco alle 18, quindi raggiungiamo il Prado: da quest’ora l’ingresso è gratuito, soluzione perfetta per noi che non sappiamo apprezzare a dovere i musei ma che un salto al Prado non si può non farlo. La fila è lunga ma anche qui si smaltisce in fretta (meglio arrivare un po’ prima, comunque). Sonia & Uccio danno fiducia ad un volantino ricevuto mentre eravamo in coda e dopo un’oretta al museo vanno a vedere una versione in flamenco di Madame Butterfly. Teo ed io restiamo al Prado un paio d’ore, durante i quali peraltro mi fa scoprire il favoloso “Giardino delle meraviglie” di Bosch; sosta in ostello e poi li aspettiamo in un baretto di Plaza Tirso de Molinas, il nostro punto di riferimento: a parte la stazione della metro, è a due passi dall’ostello e quattro dall’albergo degli ucci, è piena di locali e di gente anche se non tutta propriamente rassicurante. Ci piace. Sonia ed Uccio ci raggiungono per la cena soddisfatti dello spettacolo (il teatro è sulla stessa piazza), finalmente beviamo sangria e quindi concludiamo la serata con un giretto veloce al quartiere La Latina dove prima incrociamo lungo Calle de Toledo una sagra con un fiume di gente, quindi spostandoci un po’ capitiamo in Plaza de los Carros davanti alla chiesa di San Andres, in una zona piena di locali che mi piace parecchio anche se a quest’ora (23) non è il momento di punta.
Giovedì 9
Iniziamo con Atocha: per vedere la stazione e in particolare la parte vecchia ristrutturata, davvero molto bella con il giardino interno, ma anche per prendere i biglietti di andata per Toledo da usare domani. Sonia sa con chi ha a che fare, ed infatti da Atocha ci spostiamo nella periferia più profonda nonché recente. Meta: il Mirador, che è un palazzone pubblicatissimo degli olandesi MVRDV. Sonia “Fa schifo”. Proprio bello non è, comunque meta strettamente da architetti. La location peraltro è da crisi idrica: fa un caldo infernale, siamo circondati da palazzoni moderni in batteria e da distese di terra riarsa con qualche ciuffetto di erba secca. Suggella il tutto un levriero pelle e ossa che passeggia sotto il solleone quasi fosse un’allucinazione. Tornando in centro facciamo tappa al Bernabeu per far contento il tifoso Uccio, scegliamo di non entrare nonostante dicano sia interessante anche per chi non è sfegatato. Decidiamo di pranzare al già citato Mercato di San Miguel: si tratta di un recente, bell’edificio in metallo e vetro, in pieno centro; è una food court, con vari chioschetti a tema. Il concetto è simile a quello di Eataly (senza supermercato), ma è più raccolto, affollato e fighetto. Tutto l’insieme è molto piacevole, ed infatti è imballato di gente nonostante i prezzi un po’ sopra la media.
All’uscita accade la debacle: siamo fiacchi, il caldo è sfiancante e non abbiamo voglia di far niente. E’ contro i principi di turisti come si deve ma non possiamo che concederci una riposino di inizio pomeriggio, dandoci appuntamento a più tardi (tag: ritirata con disonore). Ci ritroviamo un paio d’ore dopo, puntando ai due monasteri-musei del centro di Madrid: Descalzas Reales e Monasterio de la Incarnacion. Ci rimbalzano in entrambi, per oggi sono esauriti (consiglio: se volete visitarli non andate l’ultimo giorno ma tenetevi un margine di tempo per prenotare eventualmente i biglietti se non trovate più posto). Scornatissimi per il doppio salto della quaglia ripieghiamo sul sempre rassicurante Hard Rock Cafè, dove ci propongono coloratissimi cocktail da 15€ l’uno che gentilmente evitiamo. Per le 18 siamo davanti al Reina Sofia, stesso discorso di ieri sull’entrata gratuita a quest’ora. Siamo più presi dalla recente espansione con l’ala nuova di Jean Nouvelle che dal contenuto, ovviamente siamo ben felici comunque di vedere il Guernica.
Per la cena raggiungiamo in metro il quartiere Tribunal, dove facciamo un giretto tra le vie e mangiamo in una delle tante piazzette (tag). Succede spesso di imbattersi in piccoli slarghi semipedonali e semplici (non mi riferisco a Plaza Mayor) con molti locali, tavolini e persone che si rilassano, è una delle cose che ho trovato più belle della città.
Venerdì 10
Oggi si va a Toledo. Partiamo in treno da Atocha ed in un’ora scarsa siamo a destinazione. La stazione – peraltro ottimo biglietto da visita – è situata fuori dal centro: a piedi non se ne parla quindi prendiamo uno dei tanti taxi che a tariffa fissa (4-5€) portano nella parte storica, arroccata sulla collina circondata da mura. Camminiamo per le vie della cittadina, e sembra di stare sulle montagne russe per i tortuosi saliscendi. Troviamo un belvedere sul fiume Tago, girovaghiamo a caso e quindi raggiungiamo la bellissima Cattedrale, visitandone gli interni. Quando usciamo riprendiamo il nostro vagabondare; finiamo parecchio per caso alla piccola chiesa-museo di San Roman, che personalmente trovo una chicca: edificio romanico un po’ fuori mano, con ingresso libero ed un interno tanto spoglio quanto affascinante. A suggellare il tutto la salita sulla torre, che per la posizione elevata della chiesetta garantisce una vista molto bella del centro storico. Peccato per le reti antipiccione, ma è gratis quindi tutto di guadagnato.
Pranziamo al volo, nel frattempo il caldo da torrido è diventato insopportabile, peggio ancora di quello patito nei giorni precedenti. Arriviamo sui gomiti al complesso religioso di San Juan de Los Reyes, con la chiesa ed il bel chiostro. Rimettendo il naso in strada cassiamo la visita alla casa di El Greco e ci trasciniamo fino alla sinagoga, anche questa molto affascinate. All’uscita camminiamo ancora per qualche minuto, rischiando seriamente l’insolazione del primo pomeriggio e rifugiandoci infine in un baretto dove beviamo l’ennesima bottiglietta di Nestea. Sopraffatti dal caldo verso le 15.30 decidiamo che la nostra gita può finire, quindi prendiamo un taxi e torniamo in stazione dove il termometro indica una temperatura da primato. Riusciamo a prendere i biglietti per il treno successivo, che dopo di noi si esauriscono in fretta. I poveretti arrivati tardi dovranno farsi 2 ore in più di attesa nella stazione senza aria condizionata, non li invidio per nulla.
Noi comunque alle 17 ripartiamo per Madrid. Raggiunta la capitale scegliamo per la nostra ultima serata di ripassare al quartiere di La Latina e nella plaza de los Carros, dove ci sediamo in uno dei tanti baretti che a quest’ora sono affollatissimi. Semplice e piacevole, apprezzo. Per la cena torniamo nella rassicurante (per noi) plaza Tirso de Molinas.
Sabato 11
Fine della vacanza: sveglia, metropolitana, volo. Ciaociao estate 2012.
Tirando le somme
Bella città e bella vacanza. Madrid è una città molto affascinante: l’ho trovata allo stesso tempo vivace ed elegante (tag), variegata e tortuosa nella trama urbana quanto monumentale (già detto) e regolare nei singoli edifici. L’effetto, per quanto un po’ ingessato e forse poco latina su questo specifico aspetto, ci piace. Ancora di più ci piacciono le già citate piazzette dedicate a sobria e semplice mondanità, tutt’altro che fighetta.
Toledo merita a mio parere la scampagnata di un giorno, avendocelo: è una piccola chicca, tipo Siena o Urbino (paragone da prendere con le molle, ma per dare un’idea dell’uniformità e del fascino).
Il caldo è stato infernale, Madrid ad agosto si può fare ma bisogna impegnarsi. Quattro giorni sono sufficienti, con un paio in più credo si riesca a vedere davvero tutto.