Turchia… vado o non vado?
Ci siamo organizzati, dopo una lunga astinenza, questo viaggio in Turchia -un pò fai da te, un pò legato a un tour, per un totale di 13 giorni- e poco prima di partire scoppiano disordini, ci sono scontri che provocano morti sia a Istanbul che ad Ankara. Che si fa? Tra tentennamenti e voglia di andare, vince quest’ultima. Partenza da Bologna con Pegasus Airlines, arrivo a Istanbul e proseguimento per Ankara dove arriviamo a sera. Qui ci agganciamo al tour organizzato con il quale visiteremo la Cappadocia. Con la guida, Bala, paziente e preparata e un bel gruppo con una parte del quale leghiamo da subito. Al mattino visita al museo di Ankara, parzialmente in ristrutturazione. Non grande ma ricchissimo di reperti significativi ben conservati. Particolare un grande vaso con dipinta tutta la sequenza delle nozze, dai preparativi fino alla prima notte. Usciamo da Ankara per dirigerci in Cappadocia. Come in ogni tour organizzato, durante i trasferimenti ci sono delle soste ”tecniche” in luoghi e ristoranti predefiniti dove ci vengono proposti oggetti e prodotti vari. In particolare visitiamo una fabbrica di tappeti e un laboratorio orafo, entrambi pieni di cose veramente belle ma decisamente poco economiche. Interessante comunque il procedimento della lavorazione dei tappeti e il trattamento dei bachi per la preparazione della seta.Un’altra sosta ci ha permesso di addentrarci in un lago salato ( Tuz Golu) di grande e fascinoso impatto. Camminare sul sale che si mischia ad acqua in un biancore abbacinante crea l’effetto di sentirsi sospesi sul nulla e avere la sensazione di essere lontani da qualsiasi riva. Prima di partire assistiamo alla preparazione del ”gozleme” (impasto di farina e acqua cotto su una piastra curva e riempito di formaggio e prezzemolo) che poi mangiamo con gusto. Buono! Arriviamo finalmente in Cappadocia e ci prenotiamo, assieme a qualche temerario del gruppo, il giro in mongolfiera del mattino seguente. A parte la sveglia alle 4 la scelta sarà quanto mai azzeccata! Osservare questo territorio veramente unico al sorgere del sole, dall’alto e nel silenzio assoluto è stata una emozione grande e lunga quanto il volo. Atterraggio, brindisi (alle 7 del mattino..) e consegna attestati. Abbiamo visto la Cappadocia dall’alto e ora ci accingiamo a vederla da terra. La valle di Goreme con le meravigliose e ardite chiese rupestri, autentici scrigni di affreschi e di architetture perlomeno originali. Uchisar, villaggio particolare ai piedi di una rupe con moltissime finestre spalmate in più piani: una specie di condominio d’epoca. E poi la Valle del Cacciatore, la Valle dei Piccioni, per perdersi in queste autentiche magie che la natura ci ha regalato; le incredibili e meravigliose architetture naturali dei ”camini delle fate” che catalizzano lo sguardo; le particolari città sotterranee, con gli angusti e arditi passaggi che ti portano sino a dieci piani sotto (noi siamo scesi fino al terzo nella città di Kirkgoz) con la loro disponibilità di camere, cucine e stalle e provvisti di una ventilazione invidiabile. Non adatte ai claustorfobici, naturalmente. Ogni prospettiva che si presenta regala sorpresa, emozione, ammirazione e si cerca di fissare con le foto, ma soprattutto con la mente, ogni sagoma, ogni pinnacolo, ogni avvallamento. E osservare come l’uomo, senza sconvolgimenti, abbia adattato alle sue esigenze, con coraggio e maestria notevole, quello che la natura ha creato. Un luogo che da solo vale il viaggio. Lasciamo la Cappadocia e ci dirigiamo verso Pamukkale. Sosta al caravanserraglio di Sultanhani, notevole esempio di architettura volta ad accogliere i viandanti e le carovane dei commercianti.
Organizzatissima la suddivisione degli spazi e particolare l’attenzione data alla sistemazione dei preziosi animali, evidenziata dalla importante struttura delle stalle. Sosta successiva a Konya per la visita al museo e mausoleo di Nevlana, fondatore dei Dervisci. Non ha suscitato emozioni particolari, forse sarebbe necessario approfondire il movimento e la relativa filosofia. Arriviamo a Pamukkale a metà pomeriggio e le cascate di pietra con il calore dell’acqua e le bianchissime pareti di calcare e travertino danno subito l’impressione di un luogo di pace e benessere. Molto è stato modificato, anche per poter salvaguardare la parte originale rimasta del sito. I bordi delle vasche, alcuni passaggi e il corso delle acque non sono più quelli di un tempo ma è comunque uno spettacolo da vivere camminado (e immergendosi) nell’acqua e percorrendo i bordi solidificati fino alla parte bassa delle cascate. A monte delle cascate si trova il sito archeologico di Hierapolis. Una visita alla vasca termale romana, veramente interessante, nella quale ci si può immergere fra moltissimi resti. Poi una salita un pò impegnativa, che pochi hanno fatto per il gran caldo, ci porta al teatro. Entriamo e scatta una emozione che colpisce tutti: è affascinante, bellissimo! La scenografia è molto elaborata ma leggera, fatta di colonne e capitelli che catalizzano lo sguardo, il tutto inserito in un panorama mozzafiato. Questa è una delle cose per le quali vale la pena di viaggiare. Ma non sarà la sola.
Si parte per Aphrodisias, altro sito di notevole interesse. Veniamo accompagnati nel cuore del sito a bordo di una specie di carrozza trainata da…un trattore! Molte cose colpiscono per la loro bellezza e particolarità, come il muro interamente scolpito di volti, uno diverso dall’altro con una espressione ”per ogni occasione”; il tempio di Afrodite i cui resti sono una autentica opera d’arte piena di fregi e ornamenti finemente scolpiti; lo stadio veramente grande e in buono stato di conservazione; il museo, ricco di reperti rari e di notevole fattura. Sosta per il pranzo sotto un fresco pergolato con buon cibo locale e si riparte, destinazione Efeso. E qui bisogna avere mille occhi e un bel pò di tempo per poter godere di una infinità di cose che questo sito regala ad ogni passo. Serve consultare una guida dettagliata. Racconto solo qualcosa , per averne una idea. La Via Colonnata, tanto lunga quanto impreziosita da decine di colonne che si aprono alla monumentale Fontana di Traiano, al tempio di Adriano e, sulla piazzetta finale, alla Biblioteca di Celso. Nemmeno le immagini più belle riescono ad esprimere la grandezza e la raffinatezza di questa facciata e da qualunque angolo la guardi ti stupisce e intimorisce allo stesso tempo. Piccola deviazione e arriviamo alla grande via che conduceva al porto, di fronte alla quale c’è l’ingresso al grande Teatro. Maestoso, ben conservato, tutto visitabile e del quale abbiamo collaudato la straordinaria acustica. Da non credere! E qui faccio una parentesi per evidenziare l’ottima conservazione e presentazione dei siti archeologici. Li stanno ”vendendo” molto bene e chi li visita ne può godere in modo approfondito. Dovremmo imparare qualcosa? Si è fatto tardi e si riparte, destinazione Kusadasi, sul mare. Qui finisce il tour di gruppo e l’indomani prenderemo strade diverse. Per noi soggiorno a Bodrum per tre giorni: ci ricarichiamo in vista di Istanbul. Alloggiati all’hotel Azka, confortevolissimo, ci godiamo un mare molto bello e rinfrescante (siamo sui 40°), facciamo qualche puntatina in paese (10 minuti di minibus) pieno di negozi, ristoranti e un porticciolo ben ”fornito”. Sfacciatamente turistico. Ci ritroviamo con altre due coppie del ”tour” che alloggiano in un villaggio poco lontano per una serata culinaria. A naso scegliamo un ristorante (dopo aver respinto numerosi assalti) e ci è andata bene. Cibo buono e vario in porzioni record, ottima birra e prezzo abbordabilissimo. Purtroppo non ne ricordo il nome. Passeggiata con gelato ”acrobatico” e visita a un caicco ormeggiato propostaci dal proprietario dopo una cordiale chiaccherata. Lasciamo Bodrum e prendiamo l’aereo per Istanbul alle 20.00, atterriamo alle 21.15 e dopo circa un’ora siamo all’hotel Seres, in pieno centro. Il mattino seguente inizia il nostro Istanbul Tour autogestito. Iniziamo con la crociera sul Bosforo con una delle tante barche che si offrono al porto. Con un pò più di attenzione forse avremmo fatto una scelta migliore. Asia sulla destra ed Europa sulla sinistra offrono scorci di architetture di ogni tempo e stile. Palazzi di sultani, ville di diplomatici, una scuola militare e il passaggio sotto il ponte del Bosforo, impressionante e ardita opera che unisce Oriente e Occidente. Sbarchiamo e ci dirigiamo al Ponte di Galata, attraversandolo. Nel piano superiore, quello stradale, ci sono decine di pescatori (un autentico ”canneto”) e nel piano inferiore, a destra e sinistra, solo bar e tanti ristoranti. All’inizio del ponte sono ancorati tre coloratissimi barconi che fungono da enormi griglie sulle quali arrostiscono decine di pesci. E altrettanti grandi pani. Pesce, verdure e nasce un panino succulento per una merenda da provare!
Rifocillati ci dirigiamo alla vicina moschea (Yeni – Nuova). Risalta nel cortile la particolare fontana per le abluzioni. L’interno si presenta grande ma raccolto e ricco di molti colori. Nei pressi si trova il Bazar delle Spezie: un trionfo di odori e colori che attirano i sensi e contemporaneamente li ubriacano. Da esplorare con calma per trovare l’essenza più congeniale. Usciamo e ci dirigiamo verso la Torre di Galata. Dopo una lunga passeggiata la raggiungiamo e decidiamo, nonostante il costo non proprio economico, di salire in cima. Panorama a 360° di Istanbul con il Corno d’Oro, il Bosforo, il Mar di Marmara e con la moltitudine di minareti svettanti in ogni direzione. E’ ora di cena e passiamo per i ristoranti del ponte di Galata e ci facciamo attrarre dal Galata Junior che si dimostrerà ottimo in qualità, abbondanza e cordialità. Tramonto sul Corno d’Oro gustando kebap e bevendo birra. Ritorneremo anche le due sere successive. Passeggiata serale romantica e riposo. La mattina, dopo abbondante colazione (quasi inesistente il dolce), iniziamo con S. Sofia. Colpisce l’imponenza degli interni e le altissime cupole, pur essendo il tutto semplice ed essenziale. Purtroppo la presenza di molte impalcature (dicono ormai da tempo) sminuisce la bellezza del luogo. Sono molte le cose originali da vedere e da capire (vedi guida adeguata) ma segnalo il fantastico mosaico della Madonna con Bambino che si trova sulla cupola di fronte all’entrata.
La vicina Moschea Blu (anche se il blu non è molto presente) è un condensato di grandezza e armonia, di intimo raccoglimento e di spaziosa bellezza. Molte sono le cose che attraggono: gli spazi, le cupole, le colonne, i mosaici sono apparentemente senza fine e trasmettono un senso di armonica leggerezza che incanta. Da esplorare con calma (e con la solita guida). Uscendo, dietro la Moschea, c’è un piccolo, coloratissimo bazar molto carino e dove non si viene assaliti. Ci dirigiamo al Topkapi, l’immenso palazzo dei Sultani. E’ un susseguirsi di grandi cortili e di padiglioni riccamente decorati che avevano una funzione ben definita: sala del consiglio, tesoreria, sala udienze, stanze sacre, ecc. e nei cui interni l’arte e la fantasia trovano la loro migliore espressione. C’è poi una parte museale in due di questi padiglioni dove lo sfarzo esibito dai sultani supera ogni immaginazione. Porcellane raffinate e pietre preziose a decine per ornare qualsiasi cosa, dai vestiti alle armi, dalle suppellettili ai monili. Da non perdere, però, l’Harem, con i suoi tanti cortiletti arricchiti da decine di colonne, da porte e finestre grigliate.Un dedalo di stanze affrescate o ornate di piastrelle colorate; sale ampie o appartate spesso impreziosite da artistici caminetti. Il tutto fatto in funzione della numerosa presenza di concubine, favorite e preferite. Una cosa che colpisce è il numero delle fontane, piccole o monumentali e tutte diverse fra loro e tutte riccamente decorate da colorate piastrelle di Izmir. Da non perdere e da fare con calma (noi ci siamo stati circa 4 ore). Usciamo, allarghiamo il giro verso la Moschea di Solimano il Magnifico (Suleymaniye) che mi ha colpito per il suo aspetto esterno, imponente ma slanciato, con i balconi dei minareti finemente lavorati. L’interno richiama lo stile classico anche se qui prevale il rosso delle piastrelle, creando una atmosfera particolare. Uscendo dal lato «commerciale» (bar, ristoranti) si può osservare lo stile particolare dell’edificio con una visione di insieme raffinata, armonica, possente e protettiva. Da vedere anche il bel cortile. Giornata intensa che merita una degna cena. Facciamo una passeggiata per il centro e passiamo davanti a una grande vetrina sfolgorante di dolciumi e non ce la facciamo a resistere. Ci sediamo e assaggiamo qualcosa ma, onestamente, nulla di eccezionale. Il gusto non ha pareggiato la vista ma anche in altre occasioni i tanto decantati dolci turchi non ci hanno entusiasmato.
Prima tappa del mattino seguente Cisterna Basilica: impressionante la struttura e la grandezza della cisterna la cui volta è sostenuta da decine di colonne diverse da loro (quasi tutte recuperate da edifici demoliti). Molte sono le storie interessanti e curiose che riguardano questo sito. Ora tocca al Gran Bazar, caleidoscopio di colori, odori, oggetti di ogni foggia e stile, di voci che chiamano insistentemente in un bailamme di lingue. E poi il contrattare su ogni cosa (pure divertente) anche se, dopo l’acquisto e passato il momento di euforia, ti chiedi chi veramente ha fatto l’affare! Ma questo è il gioco. Ci aspetta la Moschea di Rusten Pascia, secondo noi la più bella di quelle che abbiamo visto. Ha gli ingressi un pò mimetizzati ma vale la pena scoprirla. E’ più piccola delle altre e ricorda le forme della Moschea Blu (l’architetto è lo stesso). L’interno è un trionfo di piastrelle blu e azzurre che rapiscono gli occhi e…rasserenano lo spirito. Una sosta (meditazione..preghiera..relax) è consigliata. Usciamo a malincuore e ci immergiamo, involontariamente, in un altro mercato frequentato solo dai locali (nessuno ha cercato di venderci qualcosa) caotico e originale. A questo punto ci manca l’hamam. Consigliati, andiamo al Cemberlitas, uno dei più antichi e belli di Istanbul ma non ci siamo capiti all’ingresso e abbiamo fatto il bagno semplice, senza trattamento. Bello ma… Un vero peccato! Rientramo in hotel passando per la stazione dei treni, dove c’è ancora qualcosa del capolinea del mitico Orient Express. Sulla piazzetta di fronte un lustrascarpe-ciabattino sistemato sotto un ombrellone, molto ”turco” e caratteristico. Ultima sera e la cena al Galata è stata oltremodo gradita. Saputo che partivamo ci son venuti a salutare tutti, proprietario e camerieri, lasciandoci piacevolmente sorpresi. Sveglia e partenza per l’aeroporto con una navetta prenotata dall’albergo (conviene), imbarco e arrivo a Bologna nel primo pomeriggio. Ce l’abbiamo fatta!
Appunti:
Gli alberghi non sono granchè rispetto alle stelle che dichiarano. Nei bagni le carenze maggiori. Molto buono l’Azka a Bodrum e discreto il Seres a Istanbul, bagno vecchiotto a parte. Istanbul è caotica e quando mi son chiesto perchè non ci sono biciclette ho capito che non potrebbero sopravvivere. Gran numero di venditori sulle vie di cozze crude, pannocchie, focaccine. Abbiamo notato diversi bambini soli (max 10 anni) che vendono oggettini o fazzoletti, una cosa un pò triste. Concludendo: un viaggio illuminante da ogni punto di vista (storico, archeologico, monumentale, naturale, gastronomico) che andrebbe approfondito.
Gianni e Mariarosa