Turchia, un viaggio oltre ogni aspettativa
Bologna-Istanbul, volo diretto Turkish Airways; in 2 ore e 30’ siamo in Turchia, guida turistica Lonely Planet alla mano (anche se devo notare che la nuova versione – soprattutto delle mappe – è decisamente poco user-friendly … stiamo seriamente pensando di cambiare “fornitore”) prendiamo subito la metro dall’aeroporto Ataturk verso Sultanahmet (bisogna scendere per poi prendere il filobus). Con 3LireTurche siamo dietro Aya Sophia e la Moschea Blu, sulle scale del nostro alberghetto prenotato tramite booking.com (Eski Hotel, che consigliamo – terrazzina all’ultimo piano che da sul Bosforo con vista incantevole e camere piccole ma accoglienti – 55€/notte).
Cinque meravigliosi giorni, gambe in spalla, abbiamo girato la città in lungo e in largo tenendoci il bazar e il mercato delle spezie per il rientro 3 settimane dopo (gli acquisti si fanno sempre all’ultimo). Quindi i classici: Aya Sofia, Moschea Blu e TopKapi, Ippodromo, Cisterna Basilica, gita sul Bosforo, Ponte e Torre di Galata sino a Piazza Taksim. Abbiamo pestato marciapiedi di Istanbul per non so quanti kilometri; vicoli fantastici, qualcuno un po’ fatiscente altri pieni di vita ma tutti con un unico denominatore: gente sorridente ed accogliente. Pochissimi italiani e questo ci fa sentire meglio, non so perché ma ci piace. Approdiamo anche sulla sponda asiatica: molto residenziale ma con un lungomare mozzafiato pieno di baretti con sedute accomodate con cuscini ed ombrelloni, stile molto asiatico. E abbiamo mangiato divinamente, senza rimpiangere neanche l’amatissima pizza (loro offrono delle meravigliose pide); mangiato per strada seduti per terra, spizzicato in osterie turistiche e non (per questi ci siamo affidati alla guida che avevamo e devo dire che ci siamo abbastanza ritrovati). Bevuto spremute di melograno, spremute di arancia (abbiamo perso quella di ciliegia che dicono essere molto particolare). Ovviamente non abbiamo potuto non fare un hammam ristoratore post-scarpinata; bagni separati per uomini e donne: ti riforniscono di ogni cosa tu possa aver bisogno quindi ci si può infilare anche senza prenotazione (noi siamo andati in quello proprio nella piazza principale del gran bazar). Hai a disposizione un piccolo armadietto da chiudere a chiave; ti consegnano slip e guanto e ti ritrovi in questo bagno turco con pedana centrale rialzata in marmo. Ci sono già diverse donne che attendono il loro turno e vale a dire essere bagnate con un secchio d’acqua non fredda dalla testa ai piedi, scrub, insaponata e scrub di nuovo. Risciacquo e bagno nella piscina. Noi avevamo pagato anche per un massaggio con olio. Trenta minuti di pura goduria (in totale 52€/testa). Ci ritroviamo all’uscita, in questo bellissimo ambiente che funge da reception, con i panni stesi fuori, e in mano un cai (la prima parola turca che abbiamo imparato: te); abbiamo bevuto quintali di te. Ottimo, forte, caldissimo. Mi ci sono drogata di te.
E’ ora di lasciare Istanbul. Prossima destinazione Cappadocia. Goreme farà da base per le varie escursioni. Quindi prenotiamo il bus notturno che dopo 12ore ci porta da Istanbul dritti a Goreme (con 30LT a testa).
Voglio spendere due parole sulle linee di autobus che ci sono in Turchia. Innumerevoli, che toccano tutti i più reconditi paesini possibili. Organizzatissimi, poco costosi e abbastanza comodi. E soprattutto ti permettono di girare la Turchia, che vi posso assicurare essere immensa, anche girando di notte. E così abbiamo fatto. Memori della nostra esperienza in autobus in Messico, ci eravamo portati felpe e pantaloni lunghi temendo aria condizionata a palla. Invece per fortuna, qui il buon senso prevale anche se la felpa in ogni caso me la sono messa.. ma io non faccio testo: sono una tipica femmina ed ho sempre freddo!
Quindi arriviamo a Goreme la mattina dopo; avevamo prenotato, sempre tramite booking.com, un alberghetto (Valley Park – 33€/notte) che sembrava essere molto accogliente, almeno così i blog dicevano. Abbiamo appositamente evitato tutti gli alberghi ricavati nelle cave per un mero discorso economico. Facendo poi due chiacchiere con altri turisti che invece vi soggiornavano, non ci è poi parso di perdere molto. Si, carino e caratteristico ma molto umido e di notte freddo. Appena sento questa parola io sto già male e sono contenta delle scelta fatta. L’albergo, condotto da un cordialissimo Yusuf – si chiamano tutti così – che ci è venuto a prendere alla fermata dell’autobus, è molto carino. In cima alla collinetta che da su Goreme, ha una terrazza mozzafiato piena di cuscini sui quali sdraiarsi. La camera è grande e il bagno ha la solita doccia “aperta”, senza piatto e tenda/vetri … sono tutti così almeno quelli che abbiamo visto, tranne per il bagno della camera di Istanbul che aveva una doccia classica. Comunque facciamo presto ad adattarci e alla fine ci siamo anche trovati bene. Goreme è un villaggio al centro della Cappadocia. Piccolo, arretrato, contadino, bellissimo, indimenticabile. Perfetto per le nostre escursioni. Se ne possono fare a quintalate di escursioni: a piedi (anche se poco consigliate perché i sentieri non sono segnati molto bene e si rischia di perdersi), in moto, in macchina, con bus, in mongolfiera, in aereo. Noi abbiamo optato per i piccoli dolmus con guida turistica, affamati di conoscere questo meraviglioso angolo naturale di terra turca. Abbiamo prenotato due tours che ci hanno fatto visitare, in due giorni diversi, Goreme e il suo museo a cielo aperto, la città sotterranea di Derinkuyu, Ihlara Valley e il caravanserraglio di Selime, il castello di Uchisar, Pigeon Valley e ovviamente i camini delle fate. Siamo stati quattro giorni in tutto. Intensi, rilassanti, memorabili. Qui abbiamo mangiato la pide migliore di tutta la nostra Turchia: da Firin Express, andateci.
Si decide di lasciare la Cappadocia per la parte sud dell’Anatolia; prenotiamo un autobus per la notte che in 12 ore ci porta a Fethiye, cambiando a Antalya. Abbiamo voglia di mare, ma non siamo sicurissimi di quello che troveremo perché abbiamo letto che tutte le città di mare sono dei duplicati di Riccione, incasinate, turistiche. In definitiva non ci interessano ma volevamo fare la classica gita sul caicco e da li dovevamo partire. Quindi lasciamo Goreme (l’albergo ci aveva lasciato la possibilità di utilizzare il bagno comune per una doccia prima di salire sull’autobus per la notte, ovviamente senza costi aggiuntivi, e questa è una caratteristica di tutti gli alberghi che abbiamo prenotato: wi-fi gratis e, se possibile, utilizzo di bagni comuni sino alle 16 ca.). Arriviamo a Fethiye e raggiungiamo l’albergo che avevamo prenotato sempre on-line (che non ci sentiamo di consigliare, anche se la disponibilità e l’accoglienza dello staff sono state ineccepibili). Qui prenotiamo, per il giorno seguente, una due-giorni di tour: Efeso e Pamukkale (180LT/testa tutto incluso: viaggio, albergo 4stelle x 1 notte, ingressi a Efeso e Pamukkale, colazione, pranzi e cena). Al rientro il giorno dopo saremmo poi partiti col caicco per 3 giorni di crociera direzione Marmaris. Fethiye, come immaginavamo, non è una cittadina che ci è piaciuta ma è risultata essere fondamentale come base di partenza per i nostri giri. Non potevamo scegliere meglio! La sera abbiamo cercato il mercato del pesce che, in accordo con alcuni ristorantini affianco, ti vende il pesce che desideri e poi tu te lo porti al ristorante e te lo fai cucinare. Simpatico ed originale. Ci è piaciuto anche se ci ha dato l’impressione di essere molto pilotato. Ma si sa, così vanno le cose! Il giorno dopo, alle 6 visto il caldo che si prospettava, abbiamo iniziato il nostro tour verso Efeso. Eravamo in 5 (noi due italiani e 3 inglesi) + la guida e l’autista. Perfetto. La guida, un ragazzo che parlava bene l’inglese (che non è così scontato in Turchia!), si è dimostrato preparato e ci ha permesso di vivere al meglio questa esperienza. Efeso è indescrivibile, una meraviglia ben gestita e con ancora molte potenzialità. Qui abbiamo incontrato i primi italiani, intruppati, che venivano, pensiamo, da alcune navi da crociera sbarcate li vicino. Comunque alla fine anche noi ci eravamo intruppati con una guida turistica anche perché visitare un sito archeologico di tale portata senza poter conoscerne la storia è un peccato (nonostante la LonelyPlanet, poter interagire con una persona è sempre meglio). Efeso è veramente bellissima e in mezza giornata riesci a visitarla.
Quindi siamo partiti alla volta di Pamukkale, città termale romana con travertini in calcite piene d’acqua. Un panorama unico al mondo. Qui abbiamo visitato anche Hierapolis, le rovine. Affascinante, tutto. Perfetto. Vi è la possibilità, con un’aggiunta di 30LT a testa, di fare il bagno nelle piscine di Cleopatra, in mezzo a colonne e rovine romane affogate in quest’acqua calda. La spesa non merita. Tra l’altro ci ha dato l’impressione di essere proprio costruita ad hoc per noi beccaccioni. Quindi potete saltare tranquillamente questa spesa che non vi perdete nulla. Anche qui mezza giornata è più che sufficiente. Noi la sera prima ci siamo fatti un giro per Pamukkale villaggio, 1 kilometro di bazar pieno di vita e colori, molto carino.
Rientriamo a Fethiye e il giorno dopo partiamo per la crociera sul caicco, imbarcazione tipica turca. Una goletta in legno. Te la vendono per una 3 notti e 4 giorni. In realtà sono 3 notti e 3 giorni, visto che il check-out a Marmaris è esattamente dopo colazione; ma a parte questa nota per 200€/testa abbiamo fatto una bella crociera fermandoci in baie meravigliose dove ti potevi tuffare senza problemi, in acque turchesi e blu; ogni tanto arrivavano piccole barche che provavano a venderti gelati, piadine con nutella e banana o parei! In ogni caso ci siamo fatti 3 giorni di completo relax, in barca. Abbiamo conosciuto i primi italiani del nostro giro (toscanacci), inglesi, australiani, americani e una coppia di Istanbul. Eravamo un bel gruppetto a parte la coppia inglese che si è lasciata andare solo ad un bacetto al momento del check-out … Il capitano era un tipo molto cordiale e preparato. Ci siamo sentiti bene e tutelati. La prima notte pensavamo di avere caldo in cabina quindi ci siamo preparati per dormire fuori, ma indovinate un po’: dopo un paio d’ore ero congelata dall’umidità … avevo freddo tanto per cambiare. Mi sono tuffata in cabina dove ho dormito come un ghiro anche per il resto della crociera.
Arriviamo a Marmaris che è peggio di Fethiye, sempre per i nostri canoni. Però anche lei ci ha regalato una chicca: dovevamo dormirci una notte per poi spostarci il giorno dopo verso lidi meno turistici. Abbiamo prenotato un albergo sempre on-line (Dost Hotel – 45€/notte) che, meraviglia, non so per quale motivo ma per lo stesso prezzo prefissato ci dà la suite … wow … io in suite! Non ci posso credere. Studiamo un po’ i dintorni per capire dove poter trascorrere praticamente gli ultimi 3 giorni di mare. E ci casca l’occhio su Selimiye, nella penisola di Bozburun. Deciso; pare una zona poco turistica, un villaggetto dimenticato in mezzo al mare. È nostro. Quindi andiamo col dolmus all’otogar (stazione degli autobus), ci informiamo per il giorno dopo e iniziamo a cercare dove poter dormire. Però qui non riusciamo a deciderci quindi rimandiamo direttamente all’arrivo in Selimiye. Passiamo il resto della serata a Marmaris, dove troviamo un locale tipo fast-food turco con un hamburger da leccarsi i baffi. Ed è quello che facciamo: ci lecchiamo i baffi. Il giorno dopo partiamo per Selimiye e scopriamo la solitudine in mezzo al mare. Gioia per i nostri occhi e cuori. Tutto scorre di fronte a una baia tranquilla. Il nostro albergo (che sarà il Nane Limon Pansiyon –in turco Menta Limone – quella che ti offrono è una limonata con foglie di menta buonissima) è una casa su 2 piani, con stanze enormi e bagni fantastici, un ristorantino sotto alberi che ti riparano dal sole, e una banchina a palafitta diretta sul mare con le barchette dei pescatori ormeggiate di fianco. Inverosimile. Una favola. Un po’ caruccio (150LT/notte), ma diamine, che fai, non ci vai?? Qui trascorriamo 3 giorni che sono volati, nel silenzio del vento e del mare, con qualche turista turco che passa e ti sorride. Qui abbiamo letto un sacco di libri perché non dovevi fare altro. Godertela. Mangiare, bere, dormire e leggere.
Ma anche qui i giorni volano ed è già ora di rientrare ad Istanbul per l’ultima notte. Dobbiamo quindi rientrare a Marmaris per prendere il notturno che in 14ore ci porta a Istanbul (35LT/testa). Ci teniamo una mezza giornata da spendere tra gran bazar e mercato delle spezie. Riusciamo a spendere in una sola volta ben 40€, ma siamo contentissimi. Abbiamo trovato anche l’Ottoman Spice che ci piace un sacco. E Istanbul ci ha affascinato di nuovo. Rileggendo la nostra vacanza mi sono accorta di aver usato un sacco di aggettivi superlativi, positivi. E’ quello che ci ha lasciato la Turchia. Ma la nota negativa c’è: il gelato non confezionato!