Turchia, portami via

Tra Istanbul e Kusadasi, passando per Efeso e Pamukkale... sole, colori e profumi
Scritto da: Lasere_
turchia, portami via
Partenza il: 19/08/2012
Ritorno il: 28/08/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Sebbene la Turchia fosse nei miei pensieri da tempo è stata la nuova rotta della Pegasus Airlines da Bologna a Istanbul a convincermi che era giunto il momento di andare, finalmente. Così io e Luca, il mio ragazzo, partiamo alla volta di Istanbul. Arriviamo all’aeroporto di Sabina Gokçen all’alba e in un’ora siamo già a Sultanhamet. Per arrivarci abbiamo preso prima il bus Havatas per il porto di Kadikoy (8 LT) e da lì il traghetto per Eminonu (2 LT). Complice anche l’orario particolarmente favorevole il viaggio è piacevole soprattutto per il traghetto: spostandosi dalla parte asiatica a quella europea, si intravedono già da lontano le splendide moschee che svettano mentre la città si sta svegliando. Sulla terraferma troviamo infatti un’insolita quiete, come poi vedremo nei giorni successivi: piazza e strade vuote, o quasi. Ci incamminiamo verso il nostro hotel (Sultan’s Eye Confort) che si trova tra il lungomare, la Moschea Blu e Santa Sofia, un’ottima posizione per trascorrere qualche giorno a Istanbul. Appoggiati i bagagli e con la Lonely Planet alla mano iniziamo a girare.

Avendo pochi giorni a disposizione mi ero ben informata sulle chiusure dei diversi siti da visitare e avevo scoperto che il nostro arrivo coincideva con il primo giorno di festa per la fine del Ramadan, il primo di tre giorni. Di fatto questo si traduceva in una chiusura totale del Gran Bazar e del Bazar delle Spezie per tre giorni mentre gli altri siti aprivano tutti alle 13 del primo giorno di festa e da lì poi rispettavano le chiusure e gli orari previsti normalmente. Aggiungo per fortuna visto che la nostra permanenza era proprio per quei giorni.

Per la mattinata decidiamo di andare alla Moschea Blu, unico sito aperto come tutti i luoghi di culto, mentre il pomeriggio, dopo le 13, ci dedichiamo alla visita di Santa Sofia ( 25 LT ) e della Basilica Cisterna ( 10 LT ). La giornata è piena di cose da vedere e fotografare, le strade fiumi di persone, il clima è vivace ma noi siamo in piedi dal giorno prima praticamente quindi dopo una cena a base di meze turchi, decidiamo di andarci a riposare.

Il secondo giorno ripartiamo con la bellezza di Palazzo Topkapi ( 25 LT ), anch’esso vicinissimo al nostro hotel. La visita occupa tutta la mattina e decidiamo di visitare anche l’Harem che, personalmente, è la parte più bella di tutto il palazzo. Il biglietto ( 15 LT ) è acquistabile a parte, nella seconda corte.

Il pomeriggio decidiamo di passare il ponte di Galata ed andare nella parte più moderna della città. Sul ponte la situazione è decisamente diversa dalla mattina precedente: è tutto un brulicare di persone, venditori di cibarie e oggetti vari , pescatori e degli immancabili gatti. I profumi e i colori sono incredibili. Iniziamo a salire per le stradine che portano alla Torre di Galata. Decidiamo di non salire sulla Torre ma di proseguire per le vie piene di negozietti che portano alla Istiklal Caddesi, la via principale di Beyoglu. Qui è tutto molto diverso da Sultanhamet, tanto che non sembra di essere nella stessa città. I veli delle donne sono pressoché spariti, la strada piena di negozi e locali di grandi marchi è piena di gente che si ferma incantata a vedere le acrobazie dei gelatai locali. Più che gelato lo definirei una gomma fredda, ma anche questo da provare. Altra nota “d’assaggio” vale sicuramente per gli splendidi succhi di frutta acquistabili per circa 2 LT in tutta la città, assolutamente deliziosi.

Il terzo giorno optiamo per una giro a zonzo, senza una meta precisa. Partiamo dall’entrata dell’ Università per poi salire verso la splendida Moschea di Suleymaniye. Ci fermiamo prima in un piccolo laboratorio per comprare dei cucchiaini da thè ma rimaniamo in compagnia degli artigiani per una mezz’oretta. Con l’ospitalità che contraddistingue il popolo turco veniamo invitati a sederci e a bere un çay con loro mentre li guardiamo lavorare.

Rigenerati ripartiamo per la visita alla moschea e nella discesa imbocchiamo delle strade che ci portano nella Istanbul più autentica: case che stanno in piedi per strane leggi della fisica, bambini che giocano per strada e mamme che li sgridano, bimbi poco più grandi che trascinano carretti e lavorano e anziani seduti fuori casa che parlano tra loro. Tutti rispondono al mio sorriso e decido di non scattare foto ma solo di entrare per un attimo nella quotidianità di quelle persone. Nei dintorni di tutte le moschee troviamo questo tipo di atmosfera. Arriviamo alla Moschea di Sehzade Mehmet e poi decidiamo di tornare indietro, il tutto sempre a piedi, e dopo pranzo facciamo un giro nei dintorni del Bazar delle Spezie. Anche se il Bazar è chiuso le bancarelle fuori offrono la vivacità, i colori e profumi del mercato. A malapena riesco a fare qualche foto vista la calca che mi circonda.

Per la serata abbiamo appuntamento con Arif, un mio amico turco conosciuto a Liverpool l’anno prima. Ci dice di aver prenotato un tavolo in un ristorante sul Bosforo così prendiamo tram e taxi per raggiungerlo. Il traffico è congestionatissimo, credo di non aver mai visto niente del genere, così dopo lunghe file arriviamo a destinazione e ciò che ci aspetta è una splendida terrazza che affaccia sul Bosforo, accanto al ponte, e una cena di pesce da gran gourmet. Soddisfatti per la cena decidiamo per una passeggiata sul lungo Bosforo. Arriviamo a Ortakoy che si presenta come una fiera di paese piena di bancarelle, cibo e gente allegra. Non ci sono turisti, l’atmosfera è del tutto autentica e molto piacevole. Arif ci dice che gli abitanti di Istanbul sono soliti venire a Ortakoy durante il week-end per fare la vera colazione turca, peccato non avere tempo di poter farla anche noi. Proseguiamo poi la nostra passeggiata e costeggiamo lo splendido Palazzo Dolmabahce, da segnarci per la prossima visita. Inutile dire che Arif è un ospite tipicamente turco e ci regala questa splendida serata… noi possiamo solo invitarlo quanto prima in Italia come nostro ospite.

L’ultimo giorno a Istanbul è in realtà una mezza giornata quindi ci alziamo presto diretti al Gran Bazar. Essendo stato chiuso nei tre giorni precedenti li dedichiamo qualche ora, in realtà molto meno di quanto credevo di starci. L’ambiente è molto bello (e labirintico) ma di fatto non mi entusiasma granchè. Compro solo qualche spezia da portare a casa, tutte le confezioni sono sottovuoto quindi decisamente comode anche da regalare. Radunati tutti i bagagli andiamo verso l’aeroporto Ataturk con taxi fino a Zeytinburnu e poi metro diretta per l’aeroporto ( 1 jeton = 3 LT ).

Voliamo a Izmir in circa un’ora con Atlasjet. Nonostante un ritardo nella partenza sia all’andata che al ritorno, la compagnia ha un servizio completo, dallo snack a bordo a un servizio gratuito di pullman in alcune città. In particolare la navetta copriva la tratta Izmir- Kusadasi, la nostra meta, per cui è stato per noi molto comodo. Arriviamo a Kusadasi dopo circa un’ora e ci aspetta un tramonto degno di una cartolina. Il nostro hotel ( Liman Hotel) si trova proprio al porto, ovvero nel centro della cittadina, e mi sento di consigliarlo per la gentilezza e la simpatia di tutti quelli che ci lavorano. E se questo non bastasse la colazione è servita sulla terrazza panoramica ed è ricca e tradizionale, insieme a quella più continentale.

Kusadasi è uno dei più grandi porti della Turchia e sono tante le navi da crociera che attraccano per qualche ora. Motivo di tanto interesse è il Bazar di Kusadasi che propone falsi di borse, profumi, scarpe e quant’altro, “genuine fake” scrivono loro. E’ il regno della contrattazione di tutti i tipi ma per chi non fosse interessato a questo, come noi, (anche se di fatto ci siamo cimentati in qualche lotta al ribasso) la cittadina offre un bel lungomare per passeggiare e tanti localini e ristorantini – per lo più un misto di turco – italiano – cinese – messicano..però buoni-. L’atmosfera è molto diversa da Istanbul, assomiglia tanto al clima della nostra riviera, una meta per famiglie e per giovani, per lo più. Noi l’abbiamo scelta soprattutto come base per le escursioni e siamo contenti della scelta.

Il giorno dopo, per rigenerarci dalle giornate intense di Istanbul, decidiamo di andare al mare. Da Lonely Planet sarebbe la spiaggia di Ladies Beach la più gettonata ma noi decidiamo di seguire il consiglio di una ragazza in hotel e andiamo in un piccolo lembo di spiaggia non lontano dall’hotel. E’ un insenatura un po’ nascosta e per questo è effettivamente poco frequentata e tranquilla: è quello che ci voleva! L’acqua è splendida, la spiaggia è fatta di piccoli sassi colorati e non ci sono più di dieci persone intorno a noi in tutta la giornata. Per lo più sono turchi e vediamo come siano diversi tra loro: donne che fanno il bagno in costume e altre completamente vestite. Quasi tutti arrivano con maschera e boccaglio e, in effetti, quando decidiamo di buttarci nell’acqua ci rendiamo conto che sarebbero davvero necessari. Per fortuna l’acqua è talmente limpida da farci vedere con facilità cosa abbiamo intorno. La giornata è molto calda ma l’acqua è davvero fresca… è perfetta.

Dopo una giornata di riposo riprendiamo con due escursioni per i giorni successivi: Efeso e Pamukkale. Vista la disponibilità in hotel decidiamo di affidarci a loro per le escursioni. Senza la macchina e con il gran caldo sicuramente la visita guidata è la scelta migliore. Siamo in entrambi i casi molto soddisfatti: le due guide sono appassionate della loro terra ed estremamente preparate, ci guidano tutti e due i giorni all’interno dei siti riempiendoci di informazioni interessanti.

I luoghi in realtà parlano da soli per bellezza e fascino. Pamukkale in particolare ci colpisce molto, è uno spettacolo veramente unico e la presenza dell’acqua aiuta anche ad affrontare meglio la giornata calda. In entrambi i siti l’affluenza di persone è impressionante ma non è fastidioso perché dà una bella idea di movimento. Per Efeso il viaggio è breve, è di circa mezz’ora e volendo si potrebbe fare in una mezza giornata. Pamukkale invece è molto più lungo, circa tre ore di viaggio, ma per ciò che ci si trova davanti..beh il viaggio vale sicuramente di essere fatto.

Dopo queste bellissime sfacchinate la domenica decidiamo di regalarci un giro in barca, un po’ per evitare l’affollamento in spiaggia, un po’ perché a entrambi piace molto. La barca è piena di turchi e animata da musica, per lo più turca. Tra un bagno e l’altro ci sono stati momenti in cui le ragazze hanno accennato alla danza del ventre e tutti cantavano e si scatenavano nel ballo. Emozionante oltre che molto divertente.

Arriviamo tristemente all’ultimo giorno a Kusadasi e in realtà anche all’ultimo in Turchia visto che molto del giorno dopo sarà passato in aeroporto. Decidiamo di visitare l’isoletta dei piccioni accanto al nostro hotel. E’ una piccola fortezza, accerchiata da ulivi e popolata da moltissimi gatti, come sempre. Piccola ma ci fa passare un paio d’ore rilassanti. Dopo l’ultimo pranzo a base di kebab (consiglio di provare l’Ayran, questo yogurt salato e liquido che loro amano bere quando mangiano il kebab, è squisito) è ora di partire per Istanbul.

Arriviamo in serata ad Ataturk e piove… segno che la nostra vacanza è proprio arrivata in fondo. L’hotel per l’ultima notte è vicino a Piazza Taksim così prendiamo il bus Havatas che ci porta lì per 10 LT. L’ultima sera è sotto la pioggia in Istiklal Caddesi, ma nessuno sembra accorgersene troppo. Dopo l’ultimo kebab e l’ultimo giretto ci si prepara a ripartire la mattina dopo.

I nostri orari di arrivo e partenza a Istanbul ci hanno permesso di vedere la città stranamente silenziosa e calma la mattina presto. Ed è così che salutiamo Piazza Taksim prima di prendere il bus Havatas questa volta per Sabina Gokçen ( 12 LT ). Il viaggio è stato bello, bellissimo, tanto che a casa ci sentiamo un po’ spiazzati. La Turchia ci è entrata nel cuore e portiamo con noi il suo sole, i suoi colori… e un po’ di çay.

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Aya Sofya

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Gran Bazar

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Buongiorno Istanbul!

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Pamukkale

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Moschea Blu

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Tramonto a Kusadasi

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Efeso

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