Turchia on the road 2
16/08/2014 – 1° giorno
Partenza da Roma Fiumicino – Arrivo ad Istanbul Ataturk. Il volo operato da Air Serbia prevedeva 1 scalo a Belgrado Nikola Tesla. La compagnia si è rivelata sufficientemente buona (come pasto davano solo un panino), puntuale ed il personale cordiale.
Indice dei contenuti
Con un taxi (55 L.T.) raggiungiamo il nostro Metropolis Hostel in Akbiyik cad. Terbiyik sok 24 a Sultanahmet, dopodiché andiamo a mangiare qualcosa in uno dei tanti ristorantini turistici lungo Akbiyik cad. e poi subito a dormire, domani inizia la nostra grande avventura.
17/08/2014 – 2° giorno
Il programma iniziale prevedeva di iniziare il giro della città partendo dal Palazzo Topkapi, raccomandatissimo da tutte le guide del mondo, ancor di più dalla nostra Lonely (e per altro molto vicino al nostro ostello).
Sicuramente avrà pensato la stessa cosa tutta quella gente li davanti a far la coda all’ingresso… decisamente troppa per i nostri gusti, perciò decidiamo di cambiare aria. E, dal momento che avremmo trovato la stesso identico serpentone umano presso tutte gli altri siti della città, decidiamo di visitare i luoghi aperti, ovvero i bazar; posti comunque affollatissimi ma che almeno non prevedono una coda per entrare.
Perciò percorriamo a piedi la Dyvan Yolu fino all’altezza del Gran Bazar, che vediamo li sulla nostra destra. A questo punto però, notiamo che dall’altra parte della strada c’è un altro mercato, di cui non avevamo letto niente nelle nostre guide… e quindi andiamo a darci un’occhiata. Scendiamo verso sud fino a Kennedy Caddesi. Questo mercato ci sembra molto poco turistico, ci sono solo turchi (di cui il 95% uomini) e proliferano a più non posso le bancarelle di scarpe (il 95% scarpe da uomo).
Dopo aver dato un’occhiata a questi sobborghi tipici, risaliamo lungo Gedipkasa Cad. dove ci fermiamo all’incirca a metà strada per un panino al volo (buonissimo).
Scocca finalmente l’ora del famoso Gran Bazar! L’impatto è notevole, si viene subito colpiti dalla moltitudine di persone che lo frequentano e dalla varietà di colori di cui è ricco il posto. Molto belle le bancarelle con le lampade turche e quelle che vendono le tipiche pashmine.
Per una qualunque cosa, la contrattazione è d’obbligo! Finiamo il giro del Gran Bazar e andiamo a vedere il Bazar delle spezie. Carino anche questo ma mi aspettavo qualcosa di più caratteristico. Ci ritroviamo di fronte alla Moschea Nuova, che visitiamo. Dopodichè è la volta della piccola Moschea di Rustam Pasa e poi di una delle più spettacolari, ovvero la Moschea di Solimano il Grande.
Da qui abbiamo modo di vedere che ci sono molti bar che offrono un thè con vista panoramica nella loro terrazza. Ci facciamo prendere dalla curiosità e andiamo in uno di questi, il Sultan Cafè dove abbiamo la possibilità di gustare un discreto Gozleme, oltre al solito cay. Devo dire che lo spuntino di fronte ai minareti della Moschea di Solimano è molto piacevole.
Si fa quasi buio, torniamo vicino al nostro ostello dove ci aspetta un amico. Dopo aver visto una squallida esibizione di un Dervish, ci porta a mangiare al Sultanahmetkoftesi, dove fanno solo un tipo di piatto, il kofte. Molto buono sia questo che il dolce, il kemal pasa ma soprattutto questo posto è molto poco turistico, tant’è che non hanno neanche la birra! Finiamo la nostra serata allo Shadow a bere un buon long Island e a fumare un po di Narghilè.
18/08/2014 – 3° giorno
Quest’oggi vorremo vedere finalmente il nostro Palazzo Topkapi. A differenza di ieri, usciamo di buon mattino e ci dirigiamo verso il palazzo rimanendo subito sorpresi dall’assenza di turisti in zona. Inizialmente ci illudiamo di essere stati molto lungimiranti nell’essere usciti presto… poi però, molto semplicemente, realizziamo che siamo incappati nella giornata di chiusura del palazzo! Che quindi neanche oggi è visitabile… si vede che non è destino.
Ci dirigiamo quindi verso la non lontana basilica di Aya Sofya (Santa Sofia). Anche qui la coda per entrare è molto lunga però scopriamo con piacere la presenza di casse automatiche per le quali si fa una coda a parte, molto più veloce rispetto a quella della normale biglietteria. Scopriamo anche, con molto meno piacere, che è stata eliminata la tessera per i musei da 3 giorni a 85 L.T. che prevedeva l’ingresso a diverse attrazioni che avremmo voluto vedere. Decidiamo comunque di pagare il biglietto singolo (30 L.T. a testa) e di entrare. L’ex chiesa, ora Moschea, non ci entusiasma più di tanto e soprattutto i suoi interni non rispecchiano la sua maestosità esterna. Cosa che noteremo anche nelle altre moschee. Alla fine del giro, proviamo il nostro primo caffè turco e ci dirigiamo verso Cisterna Basilica, la più grande cisterna sotterranea ancora conservata ad Istanbul. Durante la coda abbiamo modo di assistere ad una piccola rissa di strada… e, come vedremo, non sarà l’unica del nostro tour. La visita si rivela molto piacevole, il posto è davvero molto suggestivo e ben illuminato e vale assolutamente il prezzo del biglietto (10 L.T.).
Pranziamo con un kebab preso in un chioschetto li sulla piazza, scelta sconsigliata però considerato che sembrava il classico panino dato al turista che non ne capisce niente.
Il programma del pomeriggio prevede il giro del quartiere Beyoglu. Perciò arriviamo a piedi fino alla Torre Galata. Dopo un’ora di coda riusciamo a salire su, vediamo il panorama e, dopo aver scattato qualche foto, andiamo a piedi verso piazza Taksim. Ci arriviamo percorrendo la bellissima Istiklal Caddesi, strapiena di gente ad ogni ora e ricca di negozi… veramente uno spettacolo. E menomale che almeno la via per arrivarci era carina… perché la piazza non è un gran che. A parte il Monumento alla Repubblica ed il solito proliferare di gente non è che ci abbia entusiasmato più di tanto. Si ritorna a piedi fino al ponte Galak facendo una sosta a metà strada presso il semplice e spartano Pide Saloon in Yuksek Kaldrim Cad per un buonissimo pide (voto8). Rientriamo a Sultanahmet, e decidiamo di raggiungere il nostro ostello passando tra le vie del Gran Bazar. Scelta che però non si rivela proprio azzeccata perché ci perdiamo… e perdersi tra le vie completamente deserte del mercato di una città sconosciuta alle 23.30 non è che sia proprio consigliabile. Comunque, in un modo o nell’altro riusciamo a ritrovare la strada e ceniamo nuovamente al Shadow. La serata finisce con qualche birra.
19/08/2014 – 4° giorno
Finalmente è l’ora del Topkapi! Anche oggi saltiamo l’enorme coda passando dalle mitiche casse automatiche… una svolta! La visita è molto piacevole, di particolare interesse si rivelano la sala del tesoro, quella delle armature e l’harem, per cui vale la pena pagare il biglietto a parte. Dato che il giro del palazzo (e annessi giardini) si rivela piuttosto lungo, e considerato sia il caldo che i prezzi del ristorante presso la 4° corte, è consigliabile portarsi il pranzo al sacco. Usciamo e pranziamo al Kucuk Ev Cafè Restaurant, presso Incili Cavus Sokagi. Prendiamo il Testi Kebap, un piatto che abbiamo visto in queste sere e che volevamo provare. Ottima scelta, il cibo si rivela ottimo e il proprietario è gentilissimo.
E’ il turno della Moschea Blu, molto bella, dopodiché non possiamo lasciare Istanbul senza aver provato un Hamam. Optiamo per il Cemberlitas Hamami in Vezirhan Caddesi… e devo dire che non ne sono rimasto molto soddisfatto perché, complice forse il gran via vai di clienti stranieri, l’approccio mi è sembrato molto sbrigativo. Esperienza comunque da provare, anche se, secondo me, il vero bagno turco è un’altra cosa.
Finiamo la giornata dopo aver cenato al Sultan Cafe & Restaurant, dopodichè andiamo a dormire parecchio stanchi.
20/08/2014 – 5° giorno
Sveglia alle 04.30, abbiamo il volo per Kayseri alle 08.40. Considerato che parte da Sabia Goken, c’è un bel po’ di strada da fare.
Voto al Metropolis 6, ma solo per la comodità dato che si trova nel cuore di Sultanahmet. Per il resto c’è giusto il minimo indispensabile, bagno piccolo e colazione veramente minimal.
Prendiamo un taxi pazzoide stile film americano che in 40 minuti ci porta in aeroporto al costo di 122 L.T. (112 di tratta più 10 di tassa per attraversare il ponte). Il volo della compagnia Pegasus parte in perfetto orario e alle 10.00 siamo a Kayseri. Anche il tizio con cui abbiamo appuntamento per la consegna della macchina (Europcar) è puntualissimo, perciò firmiamo tutto e partiamo (mi raccomando però, fate bene attenzione a segnalare tutti i guasti che notate li sul momento prima di prendere in carico la macchina). Le strade si rivelano subito ottime, abbiamo solo qualche piccolo problemino a raggiungere Goreme perché il mio Tom Tom ci voleva far fare a tutti i costi una strada che, al momento, era chiusa per lavori, ma per fortuna abbiamo anche i telefoni perciò Google Maps ci porta a destinazione. Già i paesaggi che incontriamo prima di arrivare sono molto suggestivi.
Arriviamo al nostro ostello, molto carino con entrata ad arco ricoperto di edera. Peccato solo che non c’è nessuno alla reception e dobbiamo aspettare più di mezz’ora prima che arrivi qualcuno. Finalmente arriva, ci fa un check-in al volo e, dato che deve accompagnare una coppia di ragazzi alla Valle rossa, decide di portare li anche noi, nonostante gli avessimo detto che preferiamo vedere il museo a cielo aperto di Goreme. Comunque ci accodiamo, sia perché alla fine il tizio è molto simpatico, sia perché la Valle rossa è una delle cose che avevamo in programma di fare. Ci uniamo ai due conosciuti in ostello, italiani anche loro, facciamo un bel giro, scattiamo un sacco di foto, l’unico difetto è che non si riesce a capire bene quale sia la Valle rossa e quale sia la Valle Rosa… ma poco importa, la passeggiata si svolge in un contesto molto particolare. Ci ritroviamo a Cavusin, piccolo paesino molto caratteristico, e da li a piedi fino a Goreme… 4 km!
Arriviamo in ostello e… la stanza non è ancora pronta! Poco dopo ci viene assegnato il nostro letto nel dormitorio da 10 persone, molto carino ma con poche prese della corrente.
Seguendo il consiglio della Lonely, ceniamo al Firin Express e mangiamo un ottima Pida, un ottimo Kablava, veramente speciale, il tutto ad un prezzo ancora più ottimo, 17 L.T. a testa.
21/08/2014 – 6° giorno
Anche oggi la sveglia suona presto, alle 05.30 ci passano a prendere per il giro in mongolfiera, un must se si capita da queste parti. L’abbiamo prenotato tramite il nostro ostello, la compagnia era Turkye Balloons e il costo era di 130€ per un’ora. Dopo aver fatto colazione, parte il nostro volo che, come prevedibile, si rivela molto suggestivo. Anche il pilota era molto bravo. Dopo il brindisi di rito, torniamo in ostello dove rifacciamo colazione e, nel frattempo, conosciamo due ragazze americane che decidono di unirsi a noi. Perciò iniziamo le visite del giorno arrivando in macchina a Derinkoyu, una delle due città sotterranee da vedere. Diamo per scontato che anche l’altra, Kaimakly, sia del tutto simile a questa perciò decidiamo di saltarla e raggiungiamo Soganli, dove però non entriamo nel centro del paese dal momento che l’ingresso è a pagamento. I paesaggi che incontriamo comunque valgono da soli il viaggio che abbiamo fatto per arrivarvi. Da lì proseguiamo verso Mustafapasa, anch’esso molto carino e caratteristico, in cui visitiamo due chiese e su una si può salire in cima per una vista panoramica veramente spettacolare. Prima di rientrare in ostello, ci fermiamo in un punto panoramico di Goreme, poi salutiamo le due ragazze che devono partire per Pammukkale e passiamo dall’America alla Germania… ovvero andiamo a cena con Fabian un ragazzo tedesco conosciuto sempre li in ostello. Mangiamo al Fat Boy, ottimo anche stavolta e rientriamo presto per recuperare un po’ di sonno.
22/08/2014 – 7° giorno
Quest’oggi a colazione non conosciamo nessuno, perciò ad Urgup ci andiamo solo io ed Antony. Visitiamo la città passeggiando tra le case del villaggio vecchio. Prima di andare via, decidiamo di prendere un caffè in una specie di bar, se così si può chiamare, molto caratteristico, frequentato solo da qualche vecchietto del paese (turisti zero). Il caffè era molto buono, ne prendiamo uno a testa più due acque. Ci chiede 4 L.T. in totale… prezzo buonissimo…talmente buono che secondo me si è confuso!
Ripartiamo e prima di arrivare a Goreme deviamo verso Hortahisar dove ci aspetta la visita del castello costruito su una roccia alta 18 m e per cui la Lonley raccomanda di non salire sino in cima perché pericolante. Il selfie che ci scattiamo da lassù rimane uno dei più belli del viaggio!
E’ la volta del museo a cielo aperto di Goreme, 2,30h di visita ma ne vale veramente la pena soprattutto per due chiesette tra cui quella a pagamento. Proseguiamo con la Valle di Zelve, molto bella anche se facciamo fatica a capire quali siano le tre valli che contraddistinguono il museo. Museo che chiude alle 18.30… mi raccomando!
Facciamo un giro tra i mitici camini delle fate e poi via di corsa a vedere il tramonto dal castello di Uchisar.
Visto che è la nostra ultima sera qui a Goreme decidiamo di concederci due ristoranti stra-consigliati dalla Lonley ovvero il Topdacave e il Koy Evi. Ottimi entrambi, del primo si consigliano gli antipasti mentre del secondo un po’ tutto anche se il pezzo forte è il pane preparato sul momento da una vecchietta del posto.
23/08/2014 – 8° giorno
Purtroppo dobbiamo lasciare Goreme, bellissima cittadina molto caratteristica con i suoi alberghetti incavati nella roccia e i suoi bellissimi paesaggi.
Ottimo anche lo Star Cave Hostel, il personale è molto disponibile e simpatico. Inoltre l’albergatore ha rispettato in pieno l’usanza che c’è da ste parti che prevede appunto di consigliare ed accompagnare i clienti presso le principali attrazioni.
La Cappadocia comunque ci ha stregati, sicuramente meriterebbe qualche giorno in più anche perché sono molti i paesini nei dintorni di Goreme che meriterebbero una visita. Ma il nostro viaggio deve andare avanti ed è arrivato il momento di proseguire.
Il programma prevedeva una visita alle paludi del Sultano, ma dato che su internet non abbiamo trovato molti pareri positivi, preferiamo andare a vedere la Valle di Ilhara. Con il nostro Tom Tom troviamo subito la strada, rimanendo ancora una volta incantati dai paesaggi che incontriamo. L’ingresso della Valle si trova subito poco dopo uno spiazzale che si incontra sulla destra (c’erano un sacco di macchine che, come noi, inizialmente si erano fermate li credendo che quello fosse l’ingresso), basta stare attenti un minimo alle indicazioni. Comunque, visitiamo la Valle e non mi sembra un gran che, soprattutto se paragonata a certi posti che abbiamo in Italia. Pranziamo in un posticino li lungo la valle tra galline e anatre che ci camminano tra i piedi e prendiamo una piadina fatta sul momento.
Dopodichè, riprendiamo il viaggio, destinazione Aksaray per vedere il caravanserraglio di Sultan Ani… che però, puntualmente, è chiuso. Ne approfitto comunque per fare un po’ di shopping in una botteghina lì vicino, dove trovo la bandiera giusta per la mia camera. Dopo la contrattazione di rito, l’acquisto va a buon fine e io sono felicissimo. Quindi saliamo in macchina e proviamo a raggiungere Pammukkale, anche se è tardi (sono le 18:00). Ed infatti, dopo un bel po’ di strada quando arriviamo ad Afyon ci rendiamo conto di essere parecchio stanchi. Perciò, considerato anche che il Tom Tom ci ha già fatto sbagliare strada una volta, conveniamo che è meglio fermarci per una sosta. Ci appoggiamo in un Hotel di fortuna individuato lungo la strada (Kirkbinar Hotel, lungo Antalya Karayolu a Sandikly, Afyon) e, dalla faccia del tizio dietro al bancone al momento della prenotazione, capisco che da queste parti non sono soliti avere due essere umani di sesso maschile che richiedono una doppia.
Oppure forse non sono abituati ad avere viaggiatori disperati che si presentano all’una di notte in cerca di un tetto.
Oppure forse, semplicemente, non sono abituati ad avere turisti di alcun tipo, ma chissenefrega, sta di fatto che ci danno una camera confortevolissima ad un prezzo altrettanto buono (120 L.T.).
24/08/2014 – 9° giorno
Anche la colazione dell’albergo si rivela sostanziosa, perciò riempiamo il nostro stomaco e ripartiamo alla volta di Pammukkale.
Nota 1 per tutti coloro che vogliono fare questo viaggio in macchina: Molto probabilmente vi sono percorsi più brevi in termini di KM dalla Cappadocia a Pammukkale, ma credo che il Tom Tom, avendo una mappatura non completa della Turchia, imposti in automatico la via più “sicura” prendendo come riferimento le strade principali del paese. E devo dire che ci siamo trovati molto bene viaggiando su strade ottime.
Nota 2 per tutti coloro che vogliono fare questo viaggio in macchina: Attenti alle multe. A noi l’hanno fatta per eccesso di velocità (andavamo a 138 KM/h mentre il limite in tutte le autostrade turche è 110). Dal momento che, se pagata subito, si aveva diritto ad uno sconto del 10% abbiamo sbrigato subito la pratica in un ufficio postale non appena arrivati nella piccolissima Pammukkale.
Arriviamo quindi al nostro Melrose Hotel, ben indicato lungo le strade e molto ma molto carino. Anche qui il proprietario è molto gentile e disponibile ed anche qui ho l’impressione che non siano molto abituati a ricevere due essere umani di sesso maschile in una doppia… emblematico in tal senso il risolino della ragazzina, figlia del proprietario. Facciamo il check-In e finalmente andiamo a vedere il famoso castello di cotone. Commetto il madornale errore di lasciare a casa il cappello, avrò mal di testa tutto il giorno a causa del cazzutissimo sole sempre presente. Comunque, lo scenario è davvero molto suggestivo e particolare, merita davvero la fama che ha. Facciamo il bagno in diverse tinozze rilassandoci quanto più possibile nonostante la calca di gente. Finito il giro nella parte bassa, andiamo nella piscina vecchia per cui si deve fare un biglietto a parte. Secondo me ne vale la pena perché il bagno nell’acqua termale [DBR01] è notevole. E’ la volta di Hierapolis, sito archeologico molto bello e ampio. Solo che purtroppo, si è già fatto un certo orario e quindi lo visitiamo di fretta e furia. Un vero peccato. Riscendiamo da dove siamo saliti, con la differenza che adesso è buio, siamo stanchi e quindi il percorso ci sembra molto più lungo e difficile (i piedi facevano veramente male!). Ceniamo in albergo dal momento che in mattinata il proprietario ci aveva detto che la cucina era opera di sua moglie… e facciamo benissimo. Ci siamo sbafati due chicken casseruole strabuoni e pure il kablava era spettacolare (e lo dice uno che non mangia noci e pistacchio). E buonanotte.
25/08/2014 – 10° giorno
Facciamo la colazione di saluto anche in questo alberghetto che, devo dire, si rivela assolutamente ottima e abbondante. Perciò albergo consigliatissimo per tutti quelli come noi che si recheranno qui solo per una notte.
Ci rimettiamo in viaggio verso Fethye, che raggiungiamo facilmente nel giro di qualche ora. Ho ancora bene in mente la botta di caldo che mi ha colpito non appena ho aperto la porta della macchina una volta arrivati. Dobbiamo metterci alla ricerca di un tetto perché questa volta siamo partiti senza aver prenotato un bel niente. Dopo varie ricerche su internet, andiamo a chiedere info al V-go hostel il cui gestore ci propone una bella tripla al costo di una doppia. Lì per lì non ci sembra male ma decidiamo comunque di fare un confronto con un altro ostello, perciò andiamo al Ferah. Questo ostello, a differenza dell’altro ci da subito l’idea di essere un qualcosa di molto ma molto alla buona così come quello strano soggetto che è il proprietario. Ci fa vedere la nostra camera, un buco senza condizionatore e poi ci spara il prezzaccio: 60 L.T. per entrambi e per tre notti. Non ci sembra vero.. ed infatti non lo è! Notiamo che ha una certa fretta di chiudere l’affare ma dopo varie richieste constatiamo che il prezzo è di 60 L.T. a testa a notte! Ovviamente la cosa non ci è piaciuta e con una scusa ce ne torniamo al V-go hostel per accettare l’offerta che ci avevano fatto. E per fortuna che è andata così dato che il nostro nuovo ostello si è rivelato di ottima qualità e ci han dato pure una camera con vista piscina! Inoltre, l’aerea in comune è molto ampia e, sia a pranzo che a cena, fanno il barbecue.
Ci sistemiamo in camera, dopodichè usciamo alla ricerca di una spiaggetta nei dintorni in cui rilassarsi nelle ultime ore del pomeriggio. La troviamo… ma è veramente squallida così come un po tutto il percorso per arrivarci. Sembra tutto mal tenuto e li per li non abbiamo una buona impressione del posto. Arriva così l’ora di cena e proviamo il barbecue dell’ostello: non male ma niente di eccezionale. Decidiamo poi di fare un giro a Fethye per vedere com’è la città. Città che ci sembra molto tranquilla in cui la zona dove si concentra un po più di movida è quella del bazar, da cui partono una serie di vie e viuzze in cui si distribuiscono i vari bar, pub, ristoranti e locali. Siamo troppo stanchi per entrare in uno di essi, perciò girovaghiamo ancora un po’ e rientriamo in ostello.
26/08/2014 – 11° giorno
Oggi ci aspetta la gita in barca delle 12 isole della baia di Fethye. E’ un tour consigliato dalla Lonely Planet e che qui fanno quasi tutti. Ed infatti ci sono un sacco di compagnie pronte a salpare. Noi avevamo prenotato il nostro tour tramite il nostro ostello, che ancora una volta si rivela azzeccatissimo. Infatti, dopo la tanto abbondante quanto ottima colazione, vado a chiedere alcune info all’addetto in reception. In particolare mi interessa sapere se nella barca di oggi vi è la possibilità di avere in prestito maschera e tubo per fare snorkeling. Il tizio mi risponde che non ne ha idea… ma che, se voglio, mi può prestare la sua! Tutto ciò è fantastico perché vuole dire che non devo neanche andare a comprarla, cosa che avevo messo in preventivo di fare! Ovviamente accetto ed alle 10.00, io e la mia nuova attrezzatura siamo sul pulmino che ci porta al porto. Parte il nostro tour, visitiamo varie isole fermandoci solo su alcune, ovvero: Acquarium Island, Gokiart Island, Olive Island e Flats Island. Io faccio il bagno solo nella prima sosta ed in effetti, a conferma del nome dell’isola, l’acqua è molto pulita con un enorme varietà di pesci. Ed anche la maschera è ottima! Pranzo in barca, molto buono tant’è che ho persino azzardato a provare la pasta.
Il nostro primo giorno di relax da quando abbiamo iniziato il viaggio si svolge in tutta tranquillità tra una sosta e l’altra. Rientriamo sulla terraferma alle 18, puntualissimi anche questa volta e decidiamo di passare il resto del pomeriggio oziando nella piscina dell’ostello.
A cena andiamo a mangiare il Nefis Pidè. Io prendo una pizza che risulterà molto buona mentre il mio amico Antony sbaglia piatto. Il posto comunque mi piace, paghiamo 35L.T. per tutto e rientriamo mestamente alla base. Siamo stanchi e la lunghezza del viaggio inizia a farsi sentire.
27/08/2014 – 12° giorno
E dato che siamo stanchi, oggi ce la prendiamo comoda! Infatti ci svegliamo alle 09.00, bivacchiamo un po’ in piscina e andiamo al mare dopo le 14:00. La tappa odierna è Onludeniz, una spiaggia, all’interno di un parco naturale, raccomandata da tutte le guide del mondo e che si trova a 15 KM da noi. Partiamo, impostiamo il navigatore per il centro città e difatti ci ritroviamo in una cittadina molto viva e ricca di turismo.. che però non è sul mare. Seguendo le indicazioni dei cartelli riusciamo a trovare il parco naturale che cerchiamo ed entriamo con la nostra macchinina… pagando 22 L.T. anziché le 5 preventivate dalla Lonley (più tardi però scopriamo che la Lonley riporta solo il prezzo dell’ingresso singolo, senza il parcheggio dell’auto). Troviamo subito posto e ci sistemiamo in spiaggia (con 21 L.T. prendiamo 1 ombrellone e 2 sdraio). L’impressione che ho è la stessa che ho avuto quando ho visitato il Salento nella settimana di Ferragosto. Ovvero un bellissimo posto con un bellissimo mare (la baia è circondata da rigogliose montagne da un lato e colline verdi dall’altro) un po’ “rovinati” dalla calca di gente che, per forza di cose, non ti da la possibilità di apprezzarlo a pieno. Il pomeriggio comunque, scorre in modo molto sereno e piacevole tra un gelato ed un bagno in acqua e con la vista dei numerosissimi paracadute che riempiono di colori il cielo (considerate le montagne vicine al mare appunto, il parapendio è un’attività molto diffusa da queste parti).
Rientriamo in ostello per una rapida doccia e decidiamo di passare la serata in quella cittadina che avevamo visto al mattino… che poi altro non è che la città di Onludeniz stessa! Non so per quale strano motivo ma decidiamo di mangiare in un ristorante italiano, il Mamma Mia in Hisarardi Cad. Proviamo la pasta, troppo scotta, poi ci arriva la pizza che non è male (anche se il mio pidè con pollo era troppo condito, aveva dei pezzi di cipolla e peperoni enormi). Comunque considerata la zona, direi voto 6, almeno per averci provato. Subito dopo cena assistiamo ad una rissa tra automobilisti e concludiamo la serata facendo un giretto tra le bancarelle del posto.
28/08/2014 – 13° giorno
E’ già tempo di rimetterci in marcia perciò partiamo per Bodrum dopo aver pagato tutte le ultime pendenze con il V-Go Ostel… ostello ottimo che consiglio a tutti per la qualità del servizio offerto… tranne che per la sua lavanderia! Quando arriviamo a Bodrum infatti scopro che ci sono ancora delle macchie di detersivo sulle maglie che avevo lasciato a lavare.
Come detto, siamo a Bodrum! Perciò siamo ora nella parte più festaiola/ sfasciona del viaggio. Bodrum infatti, si può considerare come una specie di Ibiza della Turchia. Il viaggio per arrivarci è durato 3,5h tutto percorso su strade praticamente perfette. A volte c’erano le 3 corsie pure in montagna. Ci sistemiamo presso il nostro nuovo albergo, il Palm Beach Hotel che in realtà si trova a Gumbet per la precisione e andiamo a fare un giro. Si vede da subito che la località è molto affollata. Finiamo a prendere da bere in un lido fighissimo, dove sparano musica a tutto volume, pieno di ragazzi e ragazze con tanto di schiumaparty… e dove il cameriere che ci ha servito voleva fare la cresta di 10 L.T. sui nostri cockatil. Fantastico!
Dopo cena, andiamo a bere allo Yashi Bar. C’è un menù tanto simpatico quanto speciale che con 25 L.T. prevede un Sex on the beach, 1 jagerbomb, 1 Vodka lemon e 3 shortini. Come prevedibile, ne usciamo un po’ piegatucci… e decidiamo di andare a farci un giro nella ricchissima movida di Gumbet. Il posto ci piace, c’è un sacco di gente ovunque e tutti i locali sono stra-affollati. Entriamo in uno dei tanti, prendiamo un’altra consumazione e rientriamo in albergo.
29/08/2014 – 14° giorno
I postumi di ieri sera si fanno ancora sentire, infatti sono le 14:30 e siamo ancora a letto. Ma è ora di uscire! Il nostro lido preferito è pieno, perciò andiamo in un altro dove con 20 L.T. ci danno due lettini e due ombrelloni. Dato che in questi giorni vorremmo visitare l’isola di Kos, mentre rientriamo in albergo troviamo un’agenzia viaggi e prenotiamo il katamarano per il giorno dopo. Stasera invece, vorremmo visitare Bodrum, perciò ci andiamo sfruttando il fantastico servizio di navette (dolmùt) che ogni 5 minuti parte facendo la spola tra Gumbet e Bodrum (una delle fermate poi era proprio davanti al nostro Hotel). Mangiamo la nostra solita pidè in un posto dal servizio ottimo e ci buttiamo nella movida. Le strade sono stra affollate di giovani, di tanto in tanto si ripropone il fattore “coppia strana” e cioè coppie composte da uomo orrendo accompagnato da donna bellissima. Assistiamo alla nostra terza rissa da quando siamo in Turchia e dopo aver fatto un bel giretto (arriviamo a piedi fino alla discoteca Halikarnasso, che pare una gran figata) prendiamo una navetta che ci riporta al nostro hotel.
30/08/2014 – 15° giorno
Or dunque, come detto si va a Kos. Perciò sveglia di buon mattino, come da tanto tempo non ci capitava ed andiamo a prendere il pullmino che ci accompagnerà al porto. Una volta arrivati, espletiamo le varie pratiche di controllo passaporti (abbastanza semplici, basta seguire il flusso di gente) e partiamo alla volta della Grecia. Giunti a destinazione, andiamo a far colazione in un bar li vicino al porto. Sia il costo che i piatti sono ottimi.
Sono le 11.00… vogliamo raggiungere la tanto rinomata Paradise Beach perciò chiediamo info… e qui subito la prima sorpresa: la prima navetta disponibile è alle 13:00. Cerchiamo quindi un taxi… ma non se ne vede neanche uno. Sembra non ci siano alternative perciò ci tocca aspettare 2 ore per prendere la navetta, ma non è tutto. Data la scarsezza di mezzi, realizziamo che al ritorno è disponibile solo quella delle 15:45. Se a ciò uniamo che per arrivare da una parte all’altra dell’isola ci si mette un’ora, noi in pratica quest’oggi siamo venuti fin qui per vedere solo mezz’ora di mare. Delusione e nervosismo al massimo.
Ovviamente non tarda ad arrivare l’ora del rientro. Dopo aver mangiato per la terza volta di fila nello stesso posto un kebab spettacolare (davvero peccato che non mi sia ricordato di prendere nota del posto, ottimo) ci dirigiamo verso la nostra amata Gumbet. Anche stasera iniziamo le danze con lo Yashi Bar per poi concludere in uno dei tanti localini della via: stasera non facciamo tardi, domani ci tocca un’altra partenza di buon mattino. Comunque alla fine conveniamo entrambi di essere stati fortunati ad aver trovato questo hotel a Gumbet che, per quanto riguarda la movida, ci è piaciuta molto di più rispetto alla troppo dispersiva Bodrum.
31/08/2014 – 16° giorno
Lasciamo il Palm Hotel. Colazione appena sufficiente, paghiamo tutto. Il nostro Jeffrey ci chiede una buona recensione su booking. Considerato che con noi è stato estremamente gentile e simpatico (cercava in tutti i modi di socializzare chiedendoci di intrattenerci con lui ogni volta che rientravamo) e l’ottima localizzazione dell’hotel, direi che avrà quanto richiesto.
Partiamo alla volta di Efeso e ci arriviamo poco dopo. Troviamo facilmente il nostro carinissimo ostello e, grazie alle indicazioni del proprietario, arriviamo subito al sito archeologico. Ingresso 30 L.T. a capoccia. Il sito è molto ben tenuto ed estremamente interessante. Sia grazie alla guida prestataci dal titolare dell’ostello che grazie alle didascalie del posto è facile capire cosa si sta guardando. Visitiamo il sito in 3 ore circa. Da segnalare soprattutto il grande teatro e la biblioteca. Prima di rientrare facciamo tappa alla grotta dei 7 dormienti che però non è visitabile dato che è recintata. Torniamo in ostello dove consumiamo la nostra cena già inclusa nella prenotazione (non male) e concludiamo la serata chiacchierando con una coppia di giovani gallesi e giocando a biliardo, dove perdo l’ultima partita mandando clamorosamente in buca la nera!
Voto all’ ATTILA’S GETAWAY, Travellers Resort: 7, non tanto alto solo per via della camera un po stretta.
01/09/2014 – 17° giorno
Lasciamo l’ostello e facciamo una rapida tappa per visitare il Tempio di Artemide, o meglio quello che rimane del tempio, che era una delle 7 meraviglie del mondo antico. Ripartiamo e in un’ora arriviamo all’aeroporto di Izmir. La consegna della macchina va a buon fine ma per trovare il posto in cui consegnarla è un emerito casino. Alla fine sono quelli di Europcar che trovano noi, non si sa come. Ma va bene lo stesso. Il volo interno della Pegasus parte con la solita puntualità e devo dire che siamo rimasti molto sorpresi da quest’ottima compagnia. Arrivati ad Istanbul, un taxi provvede ad accompagnarci nel nostro nuovo albergo (il buon Anthony ha prenotato un albergo li nelle vicinanze dato che l’indomani il volo è previsto alle 06.00. Mossa consigliata a tutti, bella Anthony!) il Han Hostel Airport North. Per quanto poco ci siamo stati, è impossibile esprimere un giudizio in merito. Ma una cosa posso dirla, una volta arrivati a Sultanahmet, è quasi impossibile trovare un taxi disposto a riaccompagnarti fin qui, come vedremo dopo!
Trascorriamo le nostre ultime ore adIstanbul facendo compere all’Arasta Bazar, dopodichè torniamo a mangiare nel nostro Shadow! I proprietari sono molto felici di rivederci, ci riconoscono subito ed infatti durante la cena ci offrono una pida ed il nostro dolce preferito, il Kablava! Noi ovviamente non potevamo non dedicare l’ultima cena turca al nostro fantastico testi Kebab! Tutto il locale ci guarda con invidia quando ce lo portano!
E’ ora di tornare. Come già accennato, nessuno voleva riaccompagnarci in albergo…non si sa perché. Dopo molte contrattazioni riusciamo a trovare un tassista disposto ad accompagnarci in albergo (alla fine la spuntiamo pure sul prezzo). Sistemiamo le valige, soprattutto in considerazione del fatto che la nostra compagnia di ritorno prevede un peso massimo di soli 7 Kg per il bagaglio a mano. Che tirchi!
02/09/2014 – 18° giorno
Partiamo, si ritorna a Roma. Nonostante le pessime recensioni la nostra Ucraina Airlines si dimostra abbastanza soddisfacente. Al momento del Check-In poi, non hanno fatto neanche storie sul mio bagaglio, che alla fine pesava 10 Kg!
Considerazioni finali:
Viaggio fantastico, che raccomando a tutti. La Turchia offre paesaggi e scenari veramente sorprendenti (la Cappadocia ti rimane impressa per giorni). Proprio per questo, è un mio grande rammarico non aver raccolto le giuste informazioni a tempo debito per vedere se era possibile fare un pezzo della Via Licia. Eventualmente, sarebbe stato fattibibile dopo Pammukale (tappa obbligatoria) e quest’ulteriore esperienza ci avrebbe regalato un contatto con la natura ancora più vivo. Dico questo, anche perché Fetiye ci ha un po’ deluso (a parte Oludeniz). E’ pure vero però che in tal caso, oltre ad eliminare Fetiye, avremmo dovuto eliminare qualche giorno anche a Bodrum e soprattutto non avremmo avuto un minimo di relax, con il risultato che saremmo arrivati cotti a fine viaggio.
Perciò, alla fine, è andata bene così.
L’accoppiata Gumbet-Bodrum merita di essere visitata.
Se si vuole andare a Kos invece, conviene trovare una sistemazione per una notte lì altrimenti è inutile fare il viaggio in giornata come abbiamo fatto noi.
Per quanto riguarda la macchina, ci siamo trovati molto bene con Europcar. Dalla nostra esperienza il consiglio che ne traggo è che conviene affidarsi ad una grande compagnia, anche se può essere meno economica rispetto ad altre locali.
I turchi mi sono sembrati molto ospitali, cortesi e simpatici, vanitosi della loro terra e dei loro piatti. Anche la loro cucina non è male e voto 8+ alla loro mitica birra, la Efes! Inoltre vi è un forte nazionalismo dal momento che vi sono bandiere turche ovunque, anche tra una montagna e l’altra! Personalmente non ho capio molto quanto vogliono essere un paese musulmano e quanto un paese stile laico/occidentale, da parte mia ho percepito entrambe le atmosfere.
Insomma, voto al viaggio: 9