turchia nel cuore

AGOSTO 2009: Alla vigilia della nostra partenza per la Turchia diverse persone ci hanno detto: “Andate in Turchia????? Ma è pericolosa!!” oppure “Ma siete proprio sicuri?? Io non ci andrei mai!” ecc….Ovviamente non abbiamo dato alcun peso alla cosa, ma ci ha comunque fatto capire quanto questo splendido Paese sia immaginato da alcuni...
Scritto da: f_bignone
turchia nel cuore
Partenza il: 05/08/2009
Ritorno il: 19/08/2009
Viaggiatori: in coppia
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AGOSTO 2009: Alla vigilia della nostra partenza per la Turchia diverse persone ci hanno detto: “Andate in Turchia????? Ma è pericolosa!!” oppure “Ma siete proprio sicuri?? Io non ci andrei mai!” ecc…Ovviamente non abbiamo dato alcun peso alla cosa, ma ci ha comunque fatto capire quanto questo splendido Paese sia immaginato da alcuni italiani (non tutti per fortuna!!) in un modo del tutto distante dalla realtà. La Turchia è un luogo magico, accogliente, con un’ottima cucina e tanti posti splendidi da visitare che ti rimangono nel cuore. Sfidiamo anche il più cinico dei cinici a non restare affascinato da Istanbul al tramonto quando la città si tinge tutta d’oro o dalla Cappadocia all’alba quando nel silenzio totale le mongolfiere attraversano il cielo, morbide come piume colorate… in poche parole: se non ci siete mai stati, è ora di partire! La nostra idea di passare le ferie 2009 in Turchia nasce a Gennaio. Alberto per Natale mi fa un regalo meraviglioso: 5 giorni ad Istanbul che io da tanto tempo sogno di vedere anche perché ho un’amica cipriota, Aiça, che vive là ormai da anni e mi ha sempre detto che è una delle città più belle del mondo (per me LA PIU’ BELLA del mondo!!). Istanbul ci ha colpiti così tanto, nonostante abbia sempre piovuto, che sull’aereo del ritorno ci siamo guardati e ci siamo detti: “Ok, ad Agosto ci torniamo!!”… E così…Eccoci qui a ricordare la nostra splendida vacanza e a scrivere questo diario. Ma prima qualche considerazione generale: Partiamo dalla SICUREZZA, cosa che preoccupa molti: innanzitutto partite tranquilli che non ci sono pericoli. Le uniche accortezze da usare sono le solite tipo evitare i vicoli che non convincono, non girare con cose preziose addosso ecc…Ma sono cose che dovrebbero essere scontate. Dovrebbero. Riteniamo che i “possibili contrattempi” siano fondamentalmente 3: i taxisti che potrebbero rendervi vittime di alcuni trucchetti, tipo farvi fare una strada infinita per portarvi a destinazione, non azionare il tassametro o farlo scattare in avanti, oppure trasformare velocissimamente i vostri soldi in banconote di taglio più piccolo dicendovi che avete sbagliato a pagarli…L’unica difesa è stare molto attenti, salire davanti e tenere in mano la banconota finchè vi danno il resto, tenere d’occhio il tassametro pretendendo sempre che venga azionato. In ogni caso mettersi del tutto al riparo da queste piccole truffe è impossibile. A noi un taxista ha detto che gli avevamo dato solo 5 lire (in realtà erano 50, ma in una frazione di secondo le ha sostituite con una banconota da 5) e noi, lì per lì ci siamo cascati, complici l’ora tarda e la nostra buona fede. Ma i nostri amici di Istanbul ci hanno detto che questo giochetto lo hanno fatto anche a loro ben 2 volte, per cui non lo fanno solo con i turisti. Se vi succede, nonostante abbiate fatto attenzione, rideteci su tanto capita ovunque nel mondo!! Altra categoria da tenere d’occhio sono i benzinai: quando fate il pieno scendete dalla macchina e controllate visibilmente l’erogatore in modo che non vi facciano pagare di più…Se vi fanno chiacchierare, chiacchierate tenendo comunque d’occhio l’erogatore! Ultima cosa cui fare attenzione sono i turchi al volante, anche se per noi italiani non dovrebbe essere poi una novità il fatto di veder per strada gente che guida da pazzi! Per loro un sorpasso in prossimità di una curva cieca in salita con visibilità zero è…Come dire, normale. Ma basta andare piano! TRASPORTI: se atterrate all’aeroporto di Istabul NON prendete il taxi!!!!!!!!! Rischiate solo di pagare un sacco per restare imbottigliati in un traffico davvero intricato. Di solito gli hotel mandano gratuitamente un pulmino a prendervi, ma qualora non sia così, spendendo solo 3 lire turche (= 1,5 €) potete prendere la comodissima metro che parte proprio da dentro l’aeroporto; cambiate a Zeytinburnu e prendete il “tramvai” ossia il modernissimo tram che attraversa tutta la parte monumentale della città e dato che c’è una sola linea è impossibile sbagliare!! Per salire su metro, tramvai e funicolari ci vanno i “jetons”, i gettoni che si trovano sia in stazione che alle fermate nell’apposito botteghino.

Noi abbiamo poi preso 2 voli interni e li abbiamo pagati davvero poco. Complimenti alla Turkish Airlines che ci ha fatto viaggiare su aerei nuovissimi e anche nei voli di 45 minuti ci ha servito cena!!! Non come la nostra compagnia di bandiera che nel volo di ritorno, in 3 ore di viaggio dalle 7 alle 10 di sera ci ha dato solo un pacchettino da 25 grammi di salatini…Ogni commento è superfluo.

Abbiamo affittato un’auto via internet rivolgendoci all’AVIS poiché ci ha fatto l’offerta migliore. Il noleggio è decisamente salato in Turchia, infatti noi per 13 giorni abbiamo speso € 730 per un’auto diesel con aria condizionata. Ripetiamo: era l’offerta migliore! La benzina costa tantissimo, per cui con un DIESEL si risparmia parecchio. La parte più costosa sta nella tassa che si paga per prendere l’auto in una città e lasciarla in un’altra (circa € 250). Su internet avevamo trovato delle ottime offerte per poi scoprire, indagando meglio, che questa tassa non era contemplata e che avremmo poi avuto la sorpresina in loco!! Per cui meglio informarsi bene… Se invece si prende e lascia l’auto nello stesso posto la spesa è decisamente più contenuta.

Le strade sono in generale in buone condizioni e tutto è chiaramente indicato per cui non serve avere il navigatore, per lo meno nella zona occidentale che abbiamo visitato noi. Le autostrade sono davvero pochissime.

Alternativa al noleggio auto è muoversi in pullman (“dolmus” in turco), settore in cui la Turchia è super organizzata!! ALLOGGIO: Tutti i posti turistici sono disseminati di piccole pensioni dove si può dormire e fare colazione con una spesa che va dai 30 ai 50 €. Ovviamente qui l’atmosfera non è asettica come negli hotels, ma decisamente più calda e familiare…Ecco perché noi abbiamo quasi sempre scelto questo tipo di sistemazione. In ogni caso fatevi sempre mostrare la stanza prima di prenderla (ma tanto qui è la norma, saranno loro stessi a proporvelo) e verificate che ci sia l’aria condizionata! Spesso cenare direttamente in pensione è il modo migliore per gustare una buona cena casalinga spendendo poco…Al punto che le pensioni sono proprio le maggiori concorrenti dei ristoranti in quanto a buona cucina! CIBO: preparatevi ad un viaggio favoloso nella gastronomia locale…Resterete deliziati!! La cucina turca è una tipica cucina mediterranea, con tante verdure (le melanzane spadroneggiano) e tanta frutta fresca in estate. Impossibile non trovare qualcosa che vi piaccia!! In particolare, segnaliamo le cose da NON perdere: tipica colazione turca: è salata, a base di pomodori, olive, cetrioli, feta, uovo sodo, pane e miele, the turco. In principio si può restare un po’perplessi per il fatto di svegliarsi e trovarsi di fronte una colazione salata, ma presto ci si abitua e poi inizia a piacere… In alternativa la solita colazione dolce all’italiana…Ma allora che gusto c’è ad essere in Turchia?? lahmacum – una sorta di pizza con sopra carne macinata e verdure, buonissima.

pide – anche detta la “pizza turca” ed in effetti assomiglia alla pizza, ma senza la mozzarella.

gözleme – loro la chiamano anche “crepe”, ma si tratta di una pasta tirata finissima cotta sul momento e riempita con ciò che desiderate, anche se quella tipica sarebbe ripiena di feta e prezzemolo.

kebab döner – è il kebab come lo conosciamo noi, ma non sappiamo perché il loro è decisamente digeribile a differenza di quello che mangiamo in Italia!! Mah! (Queste 4 soluzioni sono ideali per spendere pochissimo, stare leggeri e mangiare ovunque in fretta!!) meze – antipasti. Appena ci si siede a tavola al ristorante il cameriere porta un enorme vassoio con sopra piattini di vari antipasti da scegliere. Di solito ci sono peperoni ripieni (“biberi dolması”), melanzane fritte (“patlıcan”), formaggi, crema di yogurt e menta, foglie di vite ripiene (“sarma”), ecc…Per non sbagliare, meglio provarli tutti!!! Una cena a base di soli antipasti è un’esperienza da ricordare! börek – sfoglia di pasta fillo arrotolata e fritta ripiena di formaggio… Quasi ovunque è buonissima! C’è anche la versione cotta al forno che assomiglia un po’ alla nostra lasagna.

köfte – polpette kebab – ce ne sono così tanti tipi che sarebbe impossibile dare un’indicazione. In generale sono piccoli pezzi di carne marinata o carne macinata compattata e cotta allo spiedo oppure stufata…Ma le ricette sono molteplici. Il nostro preferito è quello con i pistacchi.

baklava – è il dolce turco per antonomasia insieme al “lokum”. E’ una sottile soglia di pasta fillo ripiena di frutta secca e bagnata con lo sciroppo. La vendono ovunque, ma se la volete assaggiare vi consigliamo caldamente di andare a mangiarla nei ristoranti o nelle pasticcerie che sono indicate sulla guida, altrimenti rischiate di trovarvi di fronte una baklava stucchevole che vi lascerà un pessimo ricordo, mentre invece, se fatta bene, è buonissima. La nostra preferita è quella ai pistacchi.

fırın sütlaç – delicato budino di riso cotto al forno…Gnam gnam! dondurma – il gelato turco che… Si morde!! Non ci credete?? E allora provatelo…

Questo è solo un piccolo elenco perché ovunque troverete specialità tipiche. Consiglio: assaggiate tutto!! Per quanto riguarda l’acqua, bevete quella in bottiglia e non quella del lavandino. Noi l’abbiamo usata anche per lavarci i denti. Ovviamente però basta un’insalata mal lavata per potersi prendere il mal di pancia… Ma noi abbiam sempre rischiato e ci è andata bene.

SALUTE: portatevi il solito disinfettante intestinale, l’imodium ecc. Più che altro perché spesso farsi capire nelle farmacie può essere difficile, specie fuori dai centri grandi… E poi perché i bugiardini sono scritti in turco! FONETICA: imparare qualche parola in turco sarà sicuramente utile, soprattutto per chi viaggia solo e poi perché i turchi saranno orgogliosi di sentirvi cimentare nella loro lingua! Allo scopo noi abbiamo preso il frasario della Lonely Planet e devo dire che ci è servito per barcamenarci in più di un’occasione, soprattutto in farmacia! In generale però vi diamo due dritte per pronunciare il turco: C si legge G Ç si legge C dolce di cinema Ğ non si legge K si legge C di cane I senza puntino si legge come l’inglese “ə” Ş si legge SC di sci.

Ed ora il nostro diario di viaggio.

Siamo stati in Turchia 15 giorni dal 4 al 19 di Agosto. Le tappe del nostro viaggio sono state le seguenti: Istanbul 2 giorni, poi abbiamo preso un volo interno fino in Cappadocia dove ci siamo fermati 4 giorni; in Cappadocia abbiamo affittato un’auto con la quale ci siamo spostati sulla costa dormendo sul lago di Eğirdir, poi a Çirali, Kaş, Patara, Dalyan, Pamukkale e Selçiuk (Efeso). Abbiamo preso un altro volo interno da Izmir fino ad Istanbul dove ci siamo fermati un ultimo giorno e poi siamo ripartiti per Milano.

4 Agosto – Finalmente si parte! Lasciamo la nostra auto al parcheggio subito fuori Malpensa e ci imbarchiamo alle ore 16 sull’aereo che ci porterà ad Istanbul. E’ la nostra seconda volta in questa città in soli 6 mesi…Mai successo di essere tanto felici di tornare così presto in un luogo che già conosciamo!! Sarà che a Natale pioveva “grosso così” e faceva freddo, sarà che tutte le foto avevano di sfondo il cielo grigio o sarà semplicemente che questa città si è insinuata nei nostri cuori come mai nessun’altra finora, fatto sta che siamo esaltatissimi. Atterriamo ad Istanbul in perfetto orario, constatiamo che le valigie ci sono (menomale) e cerchiamo il pulmino dell’hotel che ci è venuto a prendere in aeroporto. Appena arrivati in hotel, il piccolo Zeynep Sultan hotel, pulito ed in posizione eccezionale (praticamente davanti ad Aya Sofya), con una bella terrazza panoramica, facciamo una doccia e ci catapultiamo immediatamente in giro per la città per non perderci il tramonto. Ah!!! Che bello essere di nuovo qui! Istanbul ci accoglie ancora una volta con il suo eccezionale calore, i suoi colori, i suoi profumi e ci rilassiamo immediatamente. Facciamo un pigro giretto senza una meta precisa e poi ci dirigiamo verso Eminönü poiché abbiamo deciso di cenare al ristorante Zinhan Kebap House sulla bella terrazza panoramica all’aperto con vista sul Corno d’Oro. Ci lasciamo prendere dall’eccitazione e dalla voglia di cucina turca ed ordiniamo un sacco di cose, forse troppe, ma fa lo stesso, tanto il conto, se paragonato a quello che potrebbero portarci in un ristorante torinese (e nemmeno dei migliori!) sarà comunque basso. Infatti con 30 € in tutto mangiamo fino a non poterne più, mentre il dolce vento estivo ci coccola e le luci della notte si accendono ad una ad una…In ogni caso non si può spiegare quanto sia bella Istanbul: bisogna venirci e basta!! 5 Agosto – Oggi ci dedichiamo al mero cazzeggio ed alla fotografia. Avendo già visitato tutti i posti imperdibili a Natale, possiamo permetterci di girovagare a caso ed in tutta pigrizia. Alla sera ci raggiungono in città dei nostri carissimi amici di Torino con i quali ci dirigiamo al nostro ristorante preferito Hamdi, dove ceniamo sulla terrazza con meze e şamfıstık kebab (kebab ai pistacchi)…Se volete assaggiare un buona baklava, fatelo qui!! Per quanto riguarda Istanbul, a chi è in partenza consigliamo di visitare: Palazzo Topkapı: se venite qui d’estate andateci al mattino presto perché altrimenti rischiate di trovare tanta di quella gente da rovinarvi completamente l’atmosfera…E dal momento che questo era il palazzo dei sultani, per decenni nell’immaginario collettivo europeo il luogo per antonomasia dei piaceri e della sensualità…Mica ve lo vorrete visitare con orde di turisti che si trascinano come mandrie da una stanza all’altra, bambini urlanti o gente che si fa fotografie ad ogni angolo impedendovi di passare, no??? E’ bello visitarlo usando la fantasia…E se siete poco fantasiosi, prima di partire leggetevi il libro “L’ultimo Harem” un romanzo che vi racconterà la vita di corte dell’ultimo sultano, poi deposto dai Giovani Turchi.

A scanso di equivoci, il Palazzo non è un palazzo vero e proprio. Si tratta di un’insieme di padiglioni di rappresentanza che affacciano su un bellissimo giardino che dà sul Bosforo. Sicuramente da non perdere la visita dell’Harem, la parte in cui ci sono gli appartamenti del sultano e di tutte le sue donne, ma per entrarci si paga un ulteriore biglietto. Inoltre vi consigliamo di prendere l’audioguida perché altrimenti è piuttosto difficile capire ciò che si vede ed anche perché si scoprono un sacco di aneddoti interessanti sulla vita (e le frequenti misteriose morti…) di corte. Insomma, entrare al Topkapı vi porterà via circa mezza giornata e 20 € a testa…Ma ne vale assolutamente la pena!!! Aya Sofya: fatta costruire dall’imperatore Giustiniano ai tempi in cui Istanbul si chiamava Bisanzio, fu la più grande chiesa cristiana fino alla costruzione di San Pietro, poi convertita in moschea dopo la riconquista turca. E’ bellissima.

Cisterna basilica: il caldo vi sta facendo impazzire?? Allora scendete sotto terra alla Cisterna dove fa un bel fresco, ma soprattutto dove si visita uno dei monumenti più affascinanti della città! Torre di Galata: come si fa a non salirci?? Il momento migliore per andarci è al calar del sole. Il biglietto non costa poco, ma almeno non ci sono scale da fare, infatti c’è un’ascensore che porta fino all’ultimo piano da cui ci si delizia ammirando Istabul che scivola mollemente nel tramonto…Ma preparatevi a dividere lo spettacolo con decine di altri turisti a caccia di foto e sappiate che lo spazio è poco!!! Da fare, sapendo però che non sarà particolarmente romantico, anche se il panorama vi ripagherà!! Moschea Blu: la bellissima ed enorme moschea che sorge esattamente davanti ad Aya Sofya. Se è estate, preparatevi ad essere assaliti dal “profumo” di piedi sudati che sicuramente Coco Chanel non avrebbe mai lanciato sul mercato distillato in boccette di cristallo…

Tutte le moschee: sono bellissime. All’ingresso daranno alle donne una pashmina da avvolgere sul capo ed anche un gonnellone per coprire le gambe. In quelle meglio organizzate si trovano anche armadietti con chiave in cui lasciare le scarpe.

Palazzo Dolmabahçe: Una delle dimore degli ultimi sultani, molto diversa dal Palazzo del Topkapı poiché più moderno ed in stile diciamo europeo. Per arrivarci prendete il tramvai fino al capolinea Kabataş e poi proseguite 10 minuti a piedi.

Gran Bazar, Bazar delle spezie, Arasta Bazar: Sfidiamo chiunque ad uscire a mani vuote! Anche se ormai i negozi tipici sono davvero pochi e le bancarelle di magliette “I love Istanbul” e di borse taroccate sono ovunque, il loro fascino resta forte. Comunque nella parte più interna ed antica del Gran Bazar si trovano ancora dei negozietti vecchio stile che vendono specialmente oggetti di antiquariato. L’Arasta Bazar (dietro alla Moschea Blu) è invece ancora piuttosto immune dalle cianfrusaglie per i turisti. NB: Contrattare SEMPRE strenuamente ricordando che quello che trovate su quella bancarella lo troverete uguale su altre 20 pochi passi più in là! Università e Bazar dei Libri: la piazza dell’Università è bellissima soprattutto al tramonto. Lì accanto, tra l’Università ed il Gran Bazar si trova il cosiddetto Bazar dei Libri, piccolo e grazioso, dedicato a chi è in cerca di immagini o libri antichi e moderni.

Taxim e l’Istiklal Caddeşi: la vecchia zona europea della città che una volta era chiamata Pera. L’ideale è venire qui alla sera (prendendo il tramvai fino a Kabataş e poi la funicolare) per cenare negli ottimi ristoranti di Tünel e godersi il movimento.

Hammam: non si può certo tornare a casa senza aver fatto un hammam!! Considerate di andare in piscina ed organizzatevi di conseguenza: costume (ma se volete potete farlo nudi), ciabattine, shampo e bagnoschiuma, biancheria di ricambio, spazzola e phon. In teoria tutto ciò viene fornito dall’hammam stesso, ma tutto dipende dal vostro grado di schizzinosità…Intendiamo che se non vi fa schifo essere lavati con la stessa saponetta o essere spazzolati con la stessa spazzola usata per centinaia di persone, allora potete fare anche a meno di portarvi tutto. C’è però da puntualizzare che francamente è quasi impossibile scampare quest’ultima cosa, ma poi almeno potete rilavarvi e rispazzolarvi con i vostri prodotti!! Ok, siamo onesti: l’hammam non è per i più delicati…A costoro consigliamo una buona spa moderna, linda e pinta. Ma se non lo siete del tutto allora fatelo in uno degli hammam storici perché è un’esperienza divertente e rilassante. Noi siamo andati in quello di Cağaloğlu ed abbiamo pagato 33 € a testa per avere il “turkish massage”, quindi non è di certo economico, soprattutto ci si rende subito conto che i prezzi NON sono turchi, ma decisamente turistici. Se dovessimo dirvi che era molto pulito mentiremmo, ma diciamo che poteva andare. Purtroppo la giornalista americana che scrisse il libro “Le mille cose da fare prima di morire” incluse tra queste un hammam a Cağaloğlu…E la conseguenza è che l’hammam è letteralmente tappezzato di pubblicità, articoli ecc…Ed è ormai tutto ad uso e consumo turistico. Insomma, la classica “trappola per turisti”, nuda e cruda. Ma quando poi si entra nella splendida sala dove avviene il massaggio, dapprima un po’ imbarazzati e poi sempre più rilassati, con il vapore che sale ed il calore che ti avvolge, ecco che la sensuale e magica atmosfera del bagno turco si fa sentire e tutto il resto scompare. Se non sapete cosa fare non preoccupatevi poiché penserà a tutto il personale. Unica nota importante: gli uomini saranno massaggiati da nerboruti massaggiatori di solito bulgari che ci vanno giù pesante – anche per fare un po’ di folklore – scrocchiandovi le articolazioni senza tanti complimenti…Se avete qualche acciacco NON fate il massaggio turco, ma optate per qualcosa di più soft tipo un massaggio rilassante. Se invece siete sani e forti, allora buon “divertimento”!! D’altra parte quale uomo non ha sognato di essere “impastato come la pizza” e “scrocchiato come una noce” da un baffuto e seminudo energumeno che parla solo turco??!! Per le donne invece nulla da segnalare…Godetevi il vostro massaggio!! 6 Agosto: oggi gita sul Bosforo, l’unica cosa che non siamo riusciti a fare a Natale causa nebbia e tempo brutto. Con i nostri amici Sara e Davide optiamo per l’andata in parte a piedi ed in parte con l’autobus in modo da poterci fermare a visitare i vari (ex) paesini – ormai quartieri di Istanbul – e poi di fare ritorno in traghetto al tramonto. Partiamo quindi in autobus da Galata fino ad Ortaköy dove ci fermiamo a visitare la bellissima moschea sul mare, un vero gioiellino, tutta rosa e…Con l’aria condizionata! Poi ripartiamo in autobus fino ad Arnavutköy ed passeggiamo lungo il Bosforo fino a Bebek dove ci fermati a mangiare qualcosa in un ristorantino. Si vede che questi sono i “quartieri alti!!”. Dicono che un appartamento qui con vista mare costi più di uno a Manhattan…Beh, vogliamo mettere vista mare o vista cemento, senza nulla togliere a NYC??? In effetti i prezzi sono ben più alti, la cucina diventa fusion o comunque internazionale e alla sera si vedono passare solo macchinoni e gente tutta tirata…Un’atmosfera ben diversa da Sultanahmet! Da qui proseguiamo a piedi sul lungomare fino alla fortezza di Rumeli Hisarı dove saliamo sui bastioni a scattare foto del meraviglioso panorama. Decidiamo poi di attraversare il Faith Bridge che si staglia sulle nostre teste, ma nessun pullman pare fare questo tragitto per cui prendiamo un taxi…In effetti arrivare fino a Kanlica sulla sponda opposta è un tragitto piuttosto lungo, circa 15 minuti in auto…Menomale che non abbiamo cercato di arrivarci a piedi! Arrivati là ci fermiamo nella piazzetta dell’imbarcadero (hei, siamo in Asia!!) e ordiniamo un ottimo yogurt, per il quale Kanlinca è famosa, poi verso le 18.00 prendiamo il traghetto che ci riporta ad Eminönü in circa 40 minuti e così possiamo ammirare Istanbul al tramonto tramonto dal mare…

Alla sera ci raggiungono per cena altri due ragazzi di Torino che sono appena arrivati ad Istanbul. Decidiamo di cenare nella zona di Taxim( precisamente a Tünel), alla “meyane” Sofyaly 9 e mai scelta sarà più azzeccata! Ci buttiamo sugli antipasti e ci rimpinziamo senza nemmeno arrivare ad ordinare un piatto principale perché ci siamo arenati su 2 giri di deliziosi börek…Noi abbiamo cenato all’aperto, ma dato che il locale è davvero piccolo, se volete cenare qui in inverno è meglio prenotare! Poi ci fermiamo alla catena Mado per un buon gelato turco ed infine torniamo in hotel in taxi poiché il tramvai chiude alle 24.00…Ed è alla fine di questo tragitto che il taxista ci frega 50 lire, come dicevamo sopra!! Quando ce ne rendiamo conto è ormai tardi e anche se torniamo davanti ad Aya Sofya a cercarlo accusandolo di averci rubato i soldi, ogni discussione è inutile. Prendiamo il numero di targa ripromettendoci di sporgere denuncia, ma ci rompe l’idea di buttare via tempo prezioso in una centrale di polizia per cui lasciamo perdere…E poi mettersi a litigare in piena notte con un enorme taxista turco in un’altra lingua, forse non è la cosa più furba da fare. Rientriamo in hotel un po’ irritati, ma poi decidiamo di riderci su…Gira rigira “tutto il mondo è paese”…Quanto sanno essere italiani questi turchi! (e non è un complimento.).

7 Agosto – Sveglia prestissimo perché oggi si vola in Cappadocia! Mentre i nostri amici continuano la loro scoperta di Istanbul, Alberto ed io saltiamo sul tramvai e poi sulla metro per raggiungere l’aeroporto (da Aya Sofya ci vanno circa 45 minuti). Voliamo con Turkish ed atterriamo al piccolo aeroporto di Nevşeir. All’uscita troviamo la navetta gratuita che ci porta a Nevşehir città. Da qui dobbiamo prendere l’autobus per Ürgüp dove abbiamo prenotato l’auto che ci scorrazzerà in giro per la Turchia fino alla fine del viaggio. Dato che non sappiamo proprio dove andare, chiediamo informazioni per l’otogar ad un ragazzo che era sulla navetta con noi: parla solo turco e quindi si offre di accompagnarci direttamente alla stazione degli autobus e non se ne va finchè non ci mette sul pullman giusto. Quando cerchiamo di dargli un mancia la rifiuta con un sorriso battendo pacche sulle spalle di Albi…Cavoli, che gentile!!! Il viaggio dura circa 20 minuti e possiamo goderci il panorama. Questa è la Turchia “vera”. Steppe bruciate dal sole, trattori, carretti, coltivazioni di ortaggi e sopra di noi un cielo azzurro tutto decorato di nuvole bianchissime. Arrivati ad Ürgüp (che è minuscola) ci dirigiamo a ritirare l’auto presso l’ufficio di Avis. Appena entrati veniamo accolti con un bel sorriso dal responsabile che …Si sta lavando i piedi nel lavandino del retro. Io penso “Vabeh…Si vede che voleva darsi una rinfrescata!”dimenticandomi che siamo in un Paese musulmano. Poi ci saluta, ci dice che ci stava aspettando e ci chiede molto cortesemente di attenderlo circa 15 minuti poiché è ora della preghiera e deve andare in moschea. Ok. Corre al bar e ci ordina due the, poi schizza come un razzo a pregare mentre il muezzin chiama a raccolta i fedeli…E ci lascia padroni del suo ufficio. Noi ridiamo, la scena è stata troppo comica e soprattutto ci chiediamo se succedesse questo in Italia, quale sarebbe la sorte del cellulare che il signore ha serenamente lasciato sulla scrivania?? Ci rendiamo conto che ci troviamo in un’isola felice e ci beviamo il the turco sprofondati nei cuscini. Quando il signore ritorna ci consegna una Fiesta tutta lucida, ci spiega nei dettagli addirittura come si apre il cassetto porta oggetti, si alza il sedile, si apre il bagagliaio ecc…(!) e poi ci saluta calorosamente…Che importa se in ufficio c’è ormai una fila di gente che lo aspetta? Che personaggio! Ok, si parte per Göreme che dista circa 15 minuti e iniziamo a buttare l’occhio sugli splendidi panorami che ci circondano: questa è la Cappadocia!. La regione è grande, ma la parte che interessa il turista è davvero piccola e la distanza tra i vari paesini è minima, tipo circa 10 km l’uno dall’altro, poco meno o poco più.

Arriviamo a Göreme dove abbiamo prenotato con largo anticipo il bellissimo boutique hotel Kelebek che vanta di una terrazza meravigliosa da cui si gode una vista impagabile…La stanza che abbiamo scelto (prenotando tramite internet) è scavata nella roccia, freschissima e carica di atmosfera. Se un giorno torneremo da queste parti, alloggeremo di nuovo qui!! Inoltre all’interno dell’hotel c’è anche un piccolo hammam dove ci si può far fare un bel massaggio rilassante da delicatissime massaggiatrici orientali…Decisamente diverso da quelli praticati ad Istanbul! Ci riposiamo un po’ e poi usciamo verso il tramonto per cercare qualche punto panoramico ed iniziare così a pregustarci le cose bellissime che vedremo domani. Per cena decidiamo di andare nel vicino paese di Uçhisar e di andare a caso in cerca di un posto che ci ispiri. La nostra scelta ricade su un piccola pensione, h Pensyon, che ci colpisce per l’allegria che promana. Ci accoglie un ragazzo sorridente che ci dice che hanno un menù fisso da 13 lire a testa (= 7 €) e decidiamo di fermarci. Dato che tutti i pochi tavoli sulla balconata sono pieni, apparecchia per noi in terrazza…E ci ritroviamo così soli a lume di candela davanti ad un’enorme luna piena e con il “castello di Uçhisar” alle spalle…Difficile immaginare un’atmosfera più romantica…Sembra che la serata abbia dato il meglio solo per noi due!! Ceniamo bene, con porzioni decisamente abbondanti…Ma quando facciamo per andare via la figlia dei proprietari, una ragazzina tutta pepe, ci ferma e ci dice che non possiamo andarcene perché è l’ora dei balli turchi!! In un attimo raduna tutti gli ospiti delle pensione e via, si balla!!!! Siamo circa una ventina e chi meglio, chi peggio, ci cimentiamo in danze cui tentiamo invano di dare un tocco orientale…Anche i più rigidi devono dare prova di bravura esibendosi all’interno del cerchio…Cercare di scappare dall’allegria della figlia dei proprietari è impensabile! Infatti ben presto arrivano a ballare i proprietari stessi ed anche il cameriere che insieme ad Alberto si esibisce in una danza molto virile battendosi petto contro petto e spalla contro spalla come due galli in lotta…Grande Albi, fagli vedere quanto sono machos gli uomini italiani! La serata è stata inaspettatamente perfetta, ma ora siamo stanchi morti e dobbiamo davvero andare a nanna! Per la simpatia e l’atmosfera genuina e allegra, sarebbe da venire a cena qui tutte le sere. Non abbiamo visto le stanze, ma penso che se sono carine valga davvero la pena di alloggiare in questa pensione…Anche perché Uçhisar è sicuramente il paese che meglio ha conservato la sua magia turca a differenza di Göreme che è ormai totalmente e smaccatamente al servizio del turista, con negozi e ristoranti uno appiccicato all’altro.

8 Agosto – Il muezzin di Göreme è piuttosto snervante…Alle 5 del mattino canta, canta e non si ferma più!! Ma cavoli…L’hotel di Istanbul confinava con una moschea e il muezzin aveva il cuore di non cantare più di 3 minuti…Questo invece è ingestibile!!! Vabeh…Mi sveglio e non c’è più verso di riaddormentarmi. Leggo il bellissimo libro che ho preso prima di partire e che consiglio a tutti coloro che amano la lettura: “La bastarda di Istanbul” di Elif Shafak…E con la mente torno a vagare per le strade di Istanbul…Ma alle 6.30 non resisto più nel letto e decido di uscire sulla terrazza…Non immaginando che mi avrebbe accolta uno spettacolo meraviglioso! Nel totale silenzio dell’alba decine di mongolfiere multicolore accarezzano il cielo, alcune proprio davanti a me! L’unico rumore che sento è il crepitare delle fiamme che fanno alzare le mongolfiere…E tutto questo è lì davanti ai miei occhi solo per me! Resto incantata a guardarle sdraiata sui cuscini della terrazza mentre l’alba lascia il posto al giorno e mi godo ogni singolo istante…Ma poco dopo mezz’ora le mongolfiere sono già tutte sparite e chi si è alzato dopo di me non si è accorto di nulla. In un certo senso mi sento una privilegiata. Dopo colazione (e che colazione!!) iniziamo la vera e propria scoperta della Cappadocia, da bravi turisti. Ci dirigiamo al Museo all’Aperto di Göreme (€ 5 a testa) dove visitiamo il sito, peraltro molto interessante, ma preso d’assalto da orde di turisti in comitiva, per cui cerchiamo di vedere tutto un po’ alla veloce…Strano, ma siamo tanto socievoli durante l’anno quanto asociali in vacanza!! Poi andiamo a Zelve e ci fermiamo al museo all’aperto (stavolta gratuito) davvero bellissimo dove ci riproponiamo di tornare un giorno all’alba per goderci lo spettacolo in solitudine (e anche con un po’ meno caldo!). Puntiamo su Avanos che è nota per la terracotta ed i tappeti. Mentre girelliamo nella bottega di un vasaio lui si offre gentilmente di mostrarci come si lavora al tornio e intanto, visto che chiacchiera volentieri, ci spiega un sacco di cose sul suo lavoro e sulle tradizioni locali. In pochi minuti fa un vaso perfetto e poi ci chiede se vogliamo provare…Ovviamente io non aspettavo altro!!! Una volta seduta al tornio scopro che modellare un vaso è piuttosto difficile, anche se a vedere lavorare lui sembrava facilissimo. Dopo numerosi tentativi partorisco un coso che chiamarlo vaso è un insulto per il vasellame, tozzo, storto ed inguardabile, ma il vasaio, che è un uomo compassionevole, mi dice che non va poi così male…Acquistiamo le due tazze di terracotta che già avevamo in mente di comprare e poi il vasaio ci dice che se siamo interessati a visitare la manifattura di tappeti statale ci fa accompagnare da suo figlio. Così facciamo, ma più che altro per curiosità e per non dire di no al gentile vasaio, poiché entrambi riteniamo che i tappeti siano qualcosa che esula totalmente dai nostri interessi. E qui ci sbagliavamo…O più semplicemente non avevamo mai visto dei tappeti “veri”. Scopriamo invece tante cose che non immaginavamo e vediamo le studentesse-artigiane all’opera (lo stato insegna alle ragazze locali a tessere, fornisce loro tutto il necessario e poi, una volta diplomate, lavoreranno da casa e venderanno i tappeti alla manifattura che li rivenderà al pubblico) e scopriamo come si fa un tappeto, ossia con migliaia di piccoli e perfetti nodi. Ci spiegano tutto, ci fanno notare le differenze, ci aprono tappeti meravigliosi dai colori brillanti e alcuni sono così luminosi e “moderni” che restiamo di stucco quando ci dicono che i disegni sono vecchi di centinaia di anni. Ovviamente non abbiamo intenzione di acquistare nulla, anche perché non costano poco, ma se vi serve un tappeto o un kilim, qui si trovano cose bellissime ed il vantaggio è che i tappeti vengono spediti a casa con corriere, sono assicurati, e si ha la certezza che verranno consegnati. In ogni caso, anche qui bisogna contrattare instancabilmente!! Facciamo una piccola pausa pranzo verso le 15.00 e poi torniamo in hotel a riposarci un po’… prenotiamo un hammam per le ore 19.00 e già che ci siamo facciamo ancora una capatina fino a Çavuşin che merita davvero una visita. Appena scesi dall’auto ci viene incontro Mehmet che ha un negozietto di souvenirs proprio sulla “piazza” e che si offre di farci da guida su fino al “castello” per 5 lire. Dato che ci pare una persona gentile e ci fa una buona impressione accettiamo e ci rendiamo presto conto di aver fatto bene. Con il suo italiano stentato, ma comprensibile, Mehmet ci spiega alcune cose e ci dice che queste abitazioni scavate nella roccia erano abitate fino agli anni 60 e che vennero abbandonate a seguito di un terremoto. Non so perché mi inquieta così tanto l’idea che si potesse vivere in queste grotte…In fondo il nostro bell’hotel di Göreme non è scavato nella roccia più o meno allo stesso modo? Con Mehmet che ci guida e ci indica i punti migliori in cui mettere i piedi e scattare le foto, ci inerpichiamo sempre più su. Ad un certo punto io mi fermo a guardare il tramonto…Per le mie vertigini ho già dato il massimo! Invece Albi segue la guida all’interno di qualche “tunnel”, sbuca letteralmente in cima al costone e si affaccia a salutarmi da quella che una volta doveva essere una porta…A me si accappona la pelle solo a guardarlo! Poi torniamo in paese per un sentiero con vista sui camini delle fate, ora dorati dalla luce del tramonto, mentre centinaia di rondini garriscono nel cielo rosa e azzurro…Che atmosfera… E poi c’eravamo solo noi! Se volete salire qui al castello di Çavuşin vi consigliamo di affidarvi a Mehmet che ci ha chiesto di fargli un po’ di pubblicità e noi lo facciamo volentieri perché ha reso la nostra gitarella interessante, avventurosa e soprattutto non ci siamo persi!! Chiedete di lui quando arrivate a Çavuşin, lo troverete di sicuro.

Rientrati in hotel ci dedichiamo un’oretta al totale relax tra sauna e massaggio…Ci voleva! Decidiamo di cenare ad Ürgüp e scegliamo dalla Lonely Planet il ristorante La padella (anche se in realtà nel frattempo ha cambiato nome e quindi sull’insegna troverete scritto Barfiks e poi sotto in piccolo La padella). E’ un ristorante molto fine e si mangia bene davvero. Anche stasera ci dedichiamo “solo” agli antipasti, innaffiati da un generoso calice di vino locale…Ci alziamo un po’ sbronzetti, ma contenti! 9 Agosto – Anche stamattina mi alzo prestissimo…Ormai ho l’orologio biologico puntato sulle 6.30, forse sarà la troppa eccitazione…Di buon ora partiamo alla volta di Kaymaklı dove visitiamo la città sotterranea (€ 7 a testa). All’ingresso ci sono numerose guide autorizzate che offrono i loro servigi, ma dato che le tariffe non sono poi così convenienti decidiamo di fare da soli ed armati di fantasia ci addentriamo nei meandri della terra…Fuori al sole si cuoce, ma qui fa un bel fresco! Ora, funziona così: seguendo le frecce BLU si scende e seguendo le frecce ROSSE si risale. Ci ritroviamo così a scendere attraverso cunicoli piccolissimi, sempre più giù (si scende l’equivalente di 5 piani sottoterra) nel semibuio (o nella semiluce??), cercando di immaginare come potesse essere vivere qui sotto e soprattutto cercando di dimenticare che 1) la Turchia è altamente sismica, 2) che esiste la claustrofobia. Spesso riusciamo a seminare gli americani che ci precedono attrezzati addirittura con lucetta da speleologi sulla fronte e la famigliola con guida che ci segue…E nel totale silenzio che, ad essere sinceri, ci fa anche un po’ effetto, ci sentiamo come due Indiana Jones e ci dedichiamo a tutta una serie di foto cretine. Forse è stata una visita più divertente che istruttiva, ma è stato davvero bello! Unico avvertimento: se soffrite di claustrofobia o se siete particolarmente grossi o altissimi, questo posto NON fa per voi!!!!!!!!! In alcuni tunnel dovevo accucciarmi io che sono “alta” 1,58 cm! Dato che ormai siamo di strada, optiamo per la visita della Valle di Ihlara che dista circa 1 ora e mezza da Göreme. Purtroppo dobbiamo dire che questa visita NON ci ha per nulla entusiasmati, anzi, piuttosto delusi. Siamo arrivati in auto fino a Belisirma, un microscopico villaggio che si trova a valle proprio sul corso del fiume Ihlara dove ci sono un paio di posti dove mangiare in capannette montate sul fiume e sta a metà strada tra i due ingressi della valle che sono Ihlara e Selime che invece si trovano su in alto a monte del canyon. Qui abbiamo incontrato un tizio che ci ha accompagnati con la sua auto fino ad Ihlara per 25 lire (!) dove siamo entrati nel canyon dall’ingresso vero a proprio (€ 2,5 a testa); abbiamo sceso i 160 o quanti scalini, scavati lungo le pendici del canyon, siamo arrivati fino al fiume (meglio chiamarlo fiumiciattolo) e da qui abbiamo seguito il suo corso fino a tornare a Belisirma. La camminata, facilissima al punto da non poter nemmeno essere definita trekking, è durata circa 1 ora. Lungo la via si possono fare diverse soste e visitare numerose chiese rupestri, ma ne avevamo viste così tante il giorno prima che eravamo un po’stufi (gli appassionati di arte, storia e archeologia non ce ne vogliano!!). Dicevamo che la visita è stata deludente perché il bosco era così fitto che una volta sul fiume non si vedeva più nulla tutt’attorno ed il canyon spariva ingoiato dalla vegetazione. Per carità, l’ombra non mancava! ma l’amenità del posto era irrimediabilmente compromessa dalla sporcizia e dalla pattumiera buttata qua e là lungo il sentiero ed in alcune anse il fiume era una vera discarica di bottiglie di plastica. Comunque, cammina cammina siamo ritornati a Belisirma e ci siamo fermati a mangiare in una delle capannette sul fiume, dalla pulizia approssimativa, ma l’idea ci sembrava carina. E qui ci fregano. Per una trota minuscola (pescata qui??? Oioioi…) ed un’insalata inesistente ci chiedono 20 lire. So che sono solo 10 €, ma non abbiamo mangiato veramente nulla. Alla mia domanda “quanto costa la trota?” il cameriere mi risponde che non lo sa, ma che non costa molto; ovviamente un menù non esiste o a noi non viene fatto vedere, così i prezzi restano un mistero…E zac! arriva la “sola”! Per cui vi favoriamo un piccolo consiglio: quando ordinate qualcosa da mangiare o da bere e non vi portano il menù, qualunque cosa sia, chiedete il prezzo, che peraltro è vostro diritto conoscere. Non date per scontato che una micro-insalatina costi poco perché tutto è opinabile!! Questo misero e strapagato pranzo mi lascia purtroppo infastidita, mi sento la tipica “straniera fregata” e mi chiedo se ai numerosi turchi che pranzano qui allegramente con le tavole tutte imbandite vengano applicati gli stessi prezzi da ladri o no…Ma credo di conoscere già la risposta!! (comunque, tornati in Italia vengo a sapere dei giapponesi cui un ristoratore romano ha presentato un conto di 600 € e mi rendo conto che, alla fine, noi italiani riusciamo sempre a superare gli altri in figure di m…E anche il pranzo di Belisirma mi fa meno arrabbiare).

Sulla via del rientro ci fermiamo ad Uçhisar per salire su al “castello” (€ 2,5 a testa) e vedere il tramonto da lassù, ma è pieno di gente e, per quanto bello, non troviamo l’atmosfera che cercavamo …Nulla a che vedere con Çavuşin! Mentre scendiamo incontriamo i nostri amici torinesi Marco e Stefania che nel frattempo sono arrivati in Cappadocia con altri loro amici e che, nemmeno a farlo apposta, hanno prenotato nel nostro stesso hotel! Ci accordiamo per cenare insieme la sera dopo, visto che per stasera noi abbiamo già prenotato il ristorante Dibek a Göreme, dove servono il tipico testi kebab, ossia una sorta di stufato cotto per 5 ore nel forno a legna in un recipiente di terracotta che viene rotto direttamente in tavola al momento di servire il kebab (piatto che qui è proposto quasi ovunque, ma secondo la Lonely Planet solo in questo ristorante si può mangiare quello cucinato secondo la ricetta originale…E noi ci crediamo) . Il ristorante è molto carino e si mangia sui tipici tavoli bassi seduti sui cuscini…Il testi kebab è indubbiamente buono, ma forse ci aspettavamo di più…In ogni caso è stata una bella serata! 10 Agosto – Dato che il non dormire mi stava ormai facendo dare segni di svarionamento, Alberto mi vieta di alzarmi di nuovo alle 6.30 e quindi stamattina, da brava mogliettina ubbidiente (quale ogni tanto so essere), ci alziamo con la dovuta calma alle 9.30…In effetti ora che ho dormito circa 10 ore filate mi sento molto meglio!! La giornata inizia con le ultime parole famose: “oggi facciamo un giretto easy easy e ce la prendiamo comoda”… Non potevamo sapere che sarebbe stata la giornata più emozionante della vacanza!…Partiamo pigramente per Çavuşin per scattare qualche foto e ci fermiamo lungo la strada per addentrarci qua e là tra i sentieri fino a raggiungere i camini delle fate. Arrivati a Çavuşin decidiamo di fare un po’ di trekking nella Rose Valley, un canyon chiamato così perché le rocce hanno dei colori bellissimi con sfumature tendenti al rosa. Dato che incontriamo nuovamente Mehmet gli chiediamo indicazioni e lui ci dice che possiamo andare alla Rose Valley in auto, poi la dobbiamo parcheggiare e proseguire a piedi. Ok. Peccato che NON vediamo il vecchio, malandato e mezzo arrugginito cartello che dice che da un certo punto in avanti non si può proseguire in auto…E così, senza nemmeno rendercene conto, entriamo serenamente in auto nel canyon …In effetti iniziamo ben presto ad essere perplessi in merito al fatto che A) ci siamo solo noi in auto e B) la strada si fa sempre più stretta…Ma saremo giusti??? Ad un certo punto la strada diventa così stretta che ci fermiamo e decidiamo di non continuare oltre… La nostra Fiesta ci sta al pelo e ci sorge il dubbio (!) di aver sbagliato qualcosa!! Poichè uscire dal canyon in retro è impensabile, troviamo un punto in cui tentare un’inversione di marcia per autisti davvero coraggiosi, dato che bisogna fare retro su una collinetta piuttosto impervia…“piccolo” rischio: schiantare il muso della Fiesta noleggiata contro la parete del canyon (lì per lì non ricordiamo se nei 730 € pagati per l’auto rientrava anche la casko…). Albi se la cava egregiamente girando l’auto perpendicolare rispetto alla strada, ma a metà manovra ci accorgiamo che dalla parete del canyon scende un infingardo rivoletto d’acqua che… Crea delle pozzanghere di fango, apparentemente innocue, nelle quali restiamo impantanati. Perfetto!! Ora blocchiamo completamente la strada, da qui non passa più nessuno se non a piedi…E mo che si fa??? Mentre Albi mantiene un self control invidiabile io inizio ad agitarmi facendo finta di essere calma, ma sono già disperata anche se faccio del mio meglio per dirmi che non è una questione di vita o di morte!! Fortunatamente dopo nemmeno 10 minuti arriva a piedi una guida turca con due ragazze francesi. La guida è gentilissima e si offre immediatamente di aiutarci, anche se il suo aiuto si rivela un po’ “fantozziano” e non dà alcun frutto. Le francesi allora si offrono di andare a chiamare i loro amici, ben 4 uomini che sono poco più avanti di noi sullo stesso sentiero e che ci possono dare una mano…Noi ne siamo ben felici, ma la guida dice un secco NO e si offende perché ci vuole aiutare lui…Che, non per criticarlo, ma era grosso più o meno quanto me e non particolarmente nerboruto, mentre noi avevamo bisogno di braccia forti più che di un “auto-proclamatosi-esperto-di-strategia-di-de-impantamento”!! Le francesi si allontanano irritate e noi restiamo soli con la loro ormai ex guida che nel frattempo passa serenamente ai convenevoli e alle dissertazioni sul calcio italiano. Io e Alberto ci guardiamo e ci capiamo al volo: dobbiamo trovare i francesi!!!! Per cui corro…Corro anche fino in cima ad un camino delle fate sul cui cucuzzolo c’è un omino che vende il the e qui trovo il gruppo di francesi che sta visitando una chiesa scavata nella roccia. Sono già allertati, per cui quando mi vedono sbucare dal nulla non devo nemmeno chiedere aiuto che già si mobilitano. Mentre torniamo indietro mi chiedo come diavolo ho fatto a salire fin lassù sfidando le mie vertigini: devo essere davvero molto più agitata di quanto credevo!! I francesi si mettono subito a studiare la migliore strategia logistica, senza dare troppo peso ai consigli della loro ex guida che cerca di dirigere i lavori. Nel frattempo arriva anche una coppia di italiani in quadd con guida turca e dato che non possono proseguire non hanno altra alternativa che aiutarci anche loro. Così con otto uomini che alzano letteralmente il sedere della Fiesta e la girano di 180 gradi, in meno di 5 minuti l’inversione di marcia è completata e la macchina fuori dal pantano e…Non ha nemmeno un graffio, miracolo!! VIVE LA FRANCE!!!!! Giuro che non dirò mai più nulla contro i francesi! A questo punto usciamo dalla Rose Valley e tornando indietro in effetti stavolta notiamo il cartello.

Dato che ormai siamo sollevati, decidiamo di riprovarci a piedi (chiamasi masochismo), poichè quel poco che abbiamo visto ci è parso davvero molto bello. Così ripercorriamo a piedi il canyon che è davvero bellissimo, con colori che sfumano dal rosa, al lilla, all’azzurro. Camminiamo fino al punto in cui ho trovato i nostri salvatori francesi e qui ci fermiamo pure noi per rilassarci un momento bevendo un the. Poi chiediamo informazioni al venditore di the che ci assicura che possiamo proseguire oltrepassando il camino delle fate che ci si staglia innanzi e che il sentiero è “easy”… Forse sarà stata la sua faccia serafica o il fatto che quando diceva “easy” pareva essere davvero convinto, ma gli diamo ascolto e scaliamo il camino. Fin qui mi faccio forza e sfido le vertigini…Il problema è quando arrivo in cima e scopro che davanti a me c’è quello che, dal mio punti di vista, è il vuoto. Resto bloccata. Panico. Non posso farcela!! Ma ecco che alle mie spalle spunta una famigliola francese di trekkers appassionati che mi aiuta a scendere e riesce pure ad infondermi un po’ di coraggio: la figlioletta di 6 anni ha pena di me e mi tende spesso la mano per aiutarmi…Mi sento davvero un relitto! Ci perdiamo ben presto (anche i francesi si sono fatti convincere dal venditore di the!) e cerchiamo di ritrovare il sentiero con numerosi tentavi che, per chi non soffre di vertigini, sono fin divertenti o avventurosi…Invece io mi sento come se mi fosse passato sopra un trattore, ma cerco di dissimulare. Mi rendo subito conto che la parte più esilarante della gita consiste nel vedere me che faccio training autogeno in cima a qualche discesa impervia pregando San Francesco di farmi arrivare in fondo senza sfracellarmi…I francesi se la godono un mondo, ridono e mi incitano…Io mi sento Fantozzi, ma apprezzo profondamente il fatto che abbiamo deciso di adottarci e ci aspettino per proseguire. Insomma, alla fine ce la facciamo a ritrovare il sentiero e, una volta arrivati in fondo, concludiamo che la Rose Valley è davvero bella e merita una visita, ma: se non avete le scarpe da ginnastica ai piedi, rinunciateci! Inoltre l’idea di prendere una guida può rivelarsi vincente, dato che i sentieri non sono segnati. Comunque, chi ha spirito di avventura può farcela anche da solo! Che dire?? Oggi i francesi ci hanno aiutati ben due volte. Con il mio francese maccheronico mi profondo in ringraziamenti, poi ci carichiamo la famigliola in auto e diamo loro uno strappo fino a Göreme. Durante il tragitto raccontiamo loro l’avventura dell’impantanamento ed esprimo tutta la mia gratitudine alla popolazione francese in generale e alla loro “fraternitè”.

Tornati in hotel c’è una sola cosa di cui abbiamo desiderio: spalmarci in piscina e non muoverci di lì fino all’ora di cena!!! Che giornata…Alberto è tutto contento, ma io, che non brillo per spirito di avventura, sono a pezzi! Alla sera usciamo a cena con i nostri amici di Torino e optiamo per il ristorante Orient di Göreme. Le porzioni sono abbondanti, ma la qualità lascia a desiderare…Non lo consigliamo! 11 Agosto – La sveglia suona alle 6.30 e svegliarmi mi conforta perché sognavo di essere ancora sperduta nel canyon. Ci alziamo di corsa, saltiamo in auto e ci dirigiamo verso il Museo all’aperto di Göreme per vedere le mongolfiere il più da vicino possibile…Fa freddino, ma lo spettacolo è davvero bellissimo. In giro ci siamo soltanto noi. Ci dirigiamo poi a Zelve per goderci il sito in piena solitudine mentre si fa giorno…Ne valeva la pena!! Attorno a noi solo silenzio, rotto dal canto di qualche uccellino. Ci sembra di essere sulla luna.

Torniamo in hotel per l’ultima colazione sulla splendida terrazza e poi dobbiam risolverci a partire!! Bye bye Cappadocia…È stato incantevole scoprirti!! Destinazione: lago di Eğirdir. Partiamo verso le 10.00 e dopo circa un’oretta ci fermiamo a visitare velocemente il Caravanserraglio di Sultahani. Un altro paio di ore di auto e siamo a Konya dove ci fermiamo solo per mangiare un boccone. Altra sosta la facciamo a Beyşehir per visitare la suggestiva Moschea tutta in legno…Bellissssssima!! Arriviamo ad Eğirdir verso le 16.30 e cerchiamo alloggio. Puntiamo a Yesilada per trovare una pensioncina che sia proprio sul lago e ci fermiamo alla Ali’s Pension dove per 33 € ci danno una spaziosissima stanza tripla (probabilmente la stanza migliore) tutta gialla con il pavimento in legno. Eccoci nella nostra prima pensione turca…Spartana, sì, ma pulitissima e con lenzuola ed asciugamani che profumano di bucato. Ovviamente non siamo all’Hilton e quando facciamo la doccia si allaga tutto il bagno perché non c’è nemmeno una tenda, ma la sistemazione ci piace. Facciamo una pigra passeggiata al tramonto, entrando immediatamente in simbiosi con l’atmosfera rilassata che ci circonda e poi ci fermiamo a cena nel ristorante più animato che incontriamo sul nostro cammino, il Melody, proprio sul lago (leggendo la guida scopriamo in seguito che è il migliore di Eğirdir). Ci facciamo attirare dal pesce di lago fritto e dobbiamo dire che era proprio buono! 12 Agosto – Oggi la nostra meta è Çirali. Ci alziamo con comodo e a tavola ci troviamo davanti la tipica colazione turca salata, servita dalle cortesi nonnine della pensione, con i loro foulard ed i pantaloni a sbuffo a fiori…Che ovviamente non parlano mezza parola di inglese, ma sono gentilissime e si profondono in sorrisi sdentati. Oggi dobbiamo adattarci a pomodori, feta e olive…Ma scopriamo con piacere che la colazione salata si può fare! Partiamo per Antalya dove ci fermiamo solo per un veloce pranzo in un bar sulla spiaggia…Basta e avanza: nel menù spiccano hamburger e patatine più una serie di “cose” fritte dai nomi tedeschi e la musica che “ tunza” prepotentemente anima una folla di bagnanti piuttosto over size tutti accalcati sulla spiaggia lunghissima, ma straripante. Lasciamo Antalya senza rimpianti e siamo a destinazione verso le 15.30.

Appena arrivati a Çirali restiamo un po’ sconcertati perché forse ci aspettavamo che fosse un pittoresco paesino affacciato sul mare, mentre il mare non riusciamo a trovarlo; inoltre il tasso di umidità è decisamente alto! Appena passato il ponte ci fermiamo a leggere un cartello – mappa e capiamo che: il mare è poco più in là, 5 minuti a piedi; non siamo in un vero paese, ma piuttosto in un villaggio dall’aria fricchettona composto sostanzialmente di pensioni nascoste tra i frutteti, per cui dall’unica strada sbucano solo le insegne. Andiamo subito in spiaggia e qui capiamo perché tanta gente viene a Çirali: è bellissima!! Un’enorme spiaggia di ciottoli bianchi e dall’acqua cristallina, tutta circondata da montagne dalla vegetazione rigogliosa…Il colpo d’occhio è stato davvero notevole…Peccato che le foto non siamo riuscite a rendere nemmeno lontanamente l’idea della bellezza di questa baia! Non ci vorremmo alzare più, ma è ora di cercare un posto per dormire…Giriamo praticamente una per una le varie pensioni e motel, tutti carini, ma piuttosto anonimi. Alla fine troviamo la pensioncina Aygün che ci convince soprattutto per l’armonia che regna nella famiglia dei proprietari: il capo famiglia, con il grembiule da cuoco legato in vita ed una borsa di peperoni freschissimi in mano ci dice che per la stanza sono € 40, ma che se vogliamo cenare qui, sono € 50 e ci assicura con un sorriso che il menù della serata sarà molto buono…Ok, ci ha convinti! E così ceniamo sotto gli aranci e la pegola di gelsomino, gustandoci una cena casalinga deliziosa in tutto relax e godendo dell’atmosfera familiare e serena…Quello che cercavamo! Alle 21.00 ci alziamo da tavola, chiediamo in prestito una torcia e ci dirigiamo alla fiamma della Chimera…Consiglio: il momento più suggestivo per vedere la Chimera è quando è ormai buio, ma NON andateci senza torcia e senza acqua!! Per entrare si paga l’ingresso (€ 1,5 a testa) e poi si segue il sentiero che è lungo solo 1 Km, ma è un bel kilometro in salita, tutto a gradoni…E fa un caldo…Anche se è notte! In cima ci accolgono alcuni falò sparsi, con fiamme alte circa mezzo metro: il gas naturale, uscendo dal suolo, si infiamma a contatto con l’ossigeno…Nell’antichità si credeva che ci fosse un mostro rintanato sotto terra che sfiatava fuoco e pare che le fiamme fossero così alte e così tante che i marinai le usassero come riferimento per orientarsi nella notte! E’ stata una serata particolare e di sicuro originale. Quando torniamo indietro ci fermiamo a bere un succo al bar della pineta dove veniamo avvicinati dal proprietario che ci racconta di aver lavorato come pastore in Sardegna e di apprezzare tantissimo la televisione italiana…E dopo una pausa ispirata inizia a cantarci “Cin cin, cin cin! Ricoprimi di baci!”… Quanto gli piaceva guardare Colpo Grosso! Ebbravo…Ci ha regalato il gingle – tormentone della vacanza! 13 Agosto – Ci svegliamo presto perchè in Turchia non esistono imposte, nè tapparelle, quindi non abbiamo scelta e andiamo a farci un gran bel bagno…La spiaggia è praticamente tutta per noi! Oggi si va a Kaş, ma ci dispiace lasciare la nostra pensioncina…Si stava davvero bene qui! Partiamo con l’intenzione di fare tappa a Uçağiz (Kekova) e Simena e sulla strada ci fermiamo a visitare il sito archeologico di Mira, molto bello, ma preso d’assalto da orde di turisti russi che arrivano in massa stivati su 5 pullman… Pazienza…Tanto fa troppo caldo per stare in giro, meglio andare al mare. Quando arriviamo ad Uçağiz ci rendiamo conto che non ci sono spiagge, ma solo un molo da cui partono le barche per portare i turisti a vedere i resti della città di Kekova, sprofondata in mare a seguito di un terremoto e all’isola di Simena. Non facciamo nemmeno in tempo a parcheggiare l’auto che già ci si è messo alle calcagna “l’autoproclamatosi- nostro- capitano- Alì” che non ci dà tregua finchè non ci conduce alla sua barca…Potesse ci caricherebbe direttamente sopra! Stupidamente, dato che Alì ha una faccetta gentile e che comunque non ci va di salire su un barcone carica di gente, ci lasciamo un po’ accalappiare. Trattiamo pesantemente sul prezzo e da 100 lire arriviamo a pattuirne 60, con l’accordo che se però restiamo soddisfatti gliene daremo altre 10 di mancia. Itinerario stabilito: si va prima a vedere Kekova, poi si fa il bagno, poi Simena e la gita dovrebbe durare circa 2 ore. In effetti avere una barchetta tutta per noi non è male e poi con una piccola imbarcazione passiamo addirittura sopra ai resti di Kekova…Anche se, a dire il vero, non si vede proprio un bel niente e bisogna lavorare molto di fantasia: qua e là qualche scalino, il muro di qualche casa, Alì ci indicava delle anfore, dei mosaici, ma noi, anche se annuivamo per farlo contento, non siamo mica riusciti a vederli! Comunque il panorama è molto bello e alla fine sbarchiamo sull’isola di Simena dove dovremmo fermarci a pranzare. Lo sbarco avviene così: attracchiamo direttamente al molo di un ristorante dove in pratica non abbiamo altra scelta se non quella di scegliere cosa mangiare. Il menù non c’è, pertanto, fatto tesoro dell’antipatica esperienza del pranzo di Belisirma, ci facciamo furbi, ci informiamo sui vari prezzi e decidiamo di farci due orate alla griglia, d’altra parte il ristorante è proprio sull’acqua e anche piuttosto carino. Il problema si pone al momento del conto…Supergonfiato! Che idioti: abbiamo scordato di chiedere se il contorno era compreso o meno (!) e così scopriamo che ci hanno caricato 20 lire solo per un piattino di patate fritte e un’insalatina…Tadaaan, ecco la sola! mai dare nulla per scontato! Stavolta però ci incazziamo perché nemmeno nei migliori ristoranti di Istanbul un’insalata costa 10 lire, 6 al massimo e soprattutto quando costa 6 è enorme!!…Il proprietario ci fa subito lo sconto…Ma capiamo in fretta che il capitano Alì ci ha portati a pranzo lì perchè…Il suo pranzo è stato caricato sul nostro conto, ovviamente. Io sono ormai molto innervosita e una volta a terra rifilo ad Alì le convenute 60 lire, ma nulla di più, altro che mancia!…Lui ci resta male, ma se l’è voluta! Anzi…Avremmo dovuto dargliene ancora meno e dirgli che il pranzo era stata una truffa. Ora: non vorrei passare per la tirchia che non sono, ma è solo che essere presi per il culo non piace a nessuno…Se proprio devo buttare via dei soldi, allora preferisco spenderli in shopping…Giusto o no?? Lasciamo Uçağiz e puntiamo su Kaş che scopriamo essere decisamente più fighetta dei posti visitati finora. Il paese è piccolo, pittoresco, molto animato e si vede che il livello del turismo qui è alto perché molti negozi sono gestiti da europei e non si limitano a vendere solo souvenirs. Decidiamo di alloggiare proprio sul mare…Gli hotels sono uno attaccato all’altro e ci paiono più o meno tutti uguali. Ci facciamo mostrare un po’ di camere e poi optiamo per il Ferah hotel che ci dava la stanza più grande ed il balcone vista mare (stanza € 50), carino, con la piscina, ma sicuramente gli manca il tocco di calore della pensione di Çirali…D’altra parte è un hotel. Anche qui non troviamo la spiaggia, ma vediamo solo bar affacciati direttamente sul mare con lettini, ombrelloni e la gente che prende il sole lì…Boh!…Chiediamo informazioni al personale dell’hotel e scopriamo che la spiaggia a Kaş non c’è, ma che ci sono invece tutte queste terrazze costruite proprio sulla scogliera e gestite da vari bar che sono in realtà libere, per cui basta scegliersi il lettino ed accomodarsi…Se poi si vuole si può bere qualcosa al bar, ma non è obbligatorio…Ci piace!!! Raggiungiamo il bar in 10, forse 11 passi e ci schiantiamo al sole su un lettino che pare più un letto…Per fare il bagno basta scendere le scalette o tuffarsi dalla scogliera nell’acqua fredda, ma molto pulita… Si sta proprio bene!!! Alla sera ceniamo in una delle tante kebab house, facciamo un bel giro con dondurma finale e poi a nanna perché oggi è stata una giornata lunga! 14 Agosto – Destinazione Patara.

In un paio d’ore di auto siamo a Patara, paese in cui nacque il vescovo San Nicola (che poi si è, non sappiamo come, trasformato in Santa Claus, vive tra i ghiacci e va in giro su una slitta volante trainata da renne…Mah!!).

Patara assomiglia un po’ a Çirali dal momento che è più un villaggio che un paese vero proprio e la spiaggia dista circa 5 km dal centro (ingresso spiaggia € 2,5 a testa, perchè è tutta circondata da un esteso sito archeologico). Alloggiamo all’Hotel Patara View Point, molto carino e con una bella piscina panoramica (stanza € 40). Qui conosciamo il proprietario, subito ribattezzato “Mr. Regolamento” perché diciamo che pur essendo turco, ha una “gentilezza tutta sua”. Inizia col dirci che la macchina la dobbiamo parcheggiare più perpendicolare, che quando torniamo dalla spiaggia dobbiamo lavarci i piedi in giardino, che la chiave della stanza va lasciata appesa al bancone della reception…Agli ordini!!…Ma c’è il tocco finale, che scopriamo leggendo il libretto di presentazione dell’hotel che troviamo in camera: non dobbiamo gettare la carta igienica nel wc, ma in un apposito cestino perché non abbiamo ben capito quale problema abbiano con le condutture…Questa regola però decidiamo di ignorarla, almeno in parte!!! In realtà, se poi si scava un po’ sotto la scorza da burbero, il signore è anche piuttosto gentile…In ogni caso ha una moglie inglese dolcissima!! Un gözleme alla veloce e poi spiaggia. La spiaggia di Patara è lunga 20 Km e ci vengono le tartarughe caretta – caretta a deporre le uova. E’ molto bella e sabbiosa, anche se la sabbia non è candida, ma scura, però fa lo stesso, il mare è bellissimo!! Verso il tramonto rientriamo e ceniamo in uno dei tanti ristoranti sparsi per il villaggio.

15 Agosto – Oggi siamo diretti a Dalyan.

In teoria vorremmo passare da Ӧlüdeniz, ma i proprietari dell’hotel ci dicono che è sovraffollata e con gli hotels costruiti proprio sulla spiaggia…Decidiamo che non è il nostro genere e così puntiamo dritti a Dalyan. Lungo la strada però ci fermiamo a farci un bagno spettacolare nella spiaggia di Kaputaş che troviamo per caso sul nostro cammino. Favolosa!!!!!!! E’ stato il bagno più bello della vacanza e ce lo godiamo in santa pace per un paio di ore in cui siamo praticamente da soli, abbandonando la spiaggia verso le 11 quando arrivano i pullman di turisti e i caicchi a rovinare la pace del nostro sunbathing sui minuscoli ciottoli bianchi…

Arriviamo a Dalyan e scopriamo che ci piace tanto. Il paesino sorge lungo un fiume che sfocia alla famosa spiaggia di Iztuzu dove nidificano le tartarughe. Seguendo il consiglio della Lonely Planet alloggiamo alla Cinar Pensyon (stanza € 35) che si trova in una posizione eccezionale e soprattutto vanta di una terrazza spettacolare con vista sul fiume e sulle Tombe di Kaunos!! Amore a prima vista.

Andiamo in spiaggia ad Iztuzu (circa 10 km da Dalyan) dove decidiamo di stare super comodi e ci prendiamo 2 lettini ed un ombrellone in prima fila per 3 €…Chiariamo: non sono i lettini della Liguria, quello più vicino è 10 metri più in là e comunque in spiaggia c’è poca gente, o forse tanta, ma tutta ben distribuita nei 16 km di lunghezza… Verso sera facciamo un giretto al mercato dove vediamo tanta di quella meravigliosa frutta e verdura che a noi, poveri cittadini, viene da piangere pensando alle schifezze che troviamo al supermercato a Torino!! Ceniamo ovviamente sulla terrazza della pensione dove il simpaticissimo Rakia cucina per noi due grandi branzini (levrek) alla griglia mentre ci godiamo la vista meravigliosa…Ma quanto è romantico qui? E’ perfetto!! Vi consigliamo caldamente di alloggiare e cenare qui.

Facciamo poi un giretto in paese che sorprendentemente scopriamo essere tanto sonnacchioso di giorno quanto incasinato la sera…In effetti dalla nostra terrazza sentivamo solo il rumore delle barche che scivolavano sul fiume… NB: A Dalyan c’è la possibilità di fare interessanti crociere lungo il fiume e di visitare, tra gli altri siti, la laguna della spiaggia di Iztusu (dove al mattino presto si vedono le tartarughe nuotare) e le vasche dove si possono fare i bagni di fango. Noi purtroppo, per una questione di tempo, ce li siamo persi. Ma la cosa positiva è che a Dalyan il rischio di prendersi fregature è molto basso dato che tutte la barche fanno parte di una cooperativa locale e le tariffe sono fisse e scritte nero su bianco su cartelloni piazzati lungo il molo. Il che però non vi impedisce di contrattare e dato che la concorrenza è comunque alta, lo sconto ve lo faranno di sicuro. Inoltre si ha la possibilità di scegliere la barca che si preferisce, visto che ce ne sono tantissime. 16 Agosto – Oggi basta mare: cultura! Ci dirigiamo a Pamukkale passando da Mugla (circa 3 ore di auto). Durante il percorso, dato che abbiamo deciso di visitare Pamukkale verso il tramonto, ci fermiamo ad Afrodisias. Il sito è molto bello, in particolare l’ingresso al tempio di Afrodite ed il piccolo odeon perfettamente conservato. Purtroppo il caldo tremendo (sono le 14.00) ci impedisce di goderci di più la visita perché il sito è molto grande, poco frequentato e volendo potremmo gustarcelo di più, ma si boccheggia! Per visitare Afrodisias bisogna lasciare l’auto nel parcheggio a pagamento, poi si viene caricati su un trattore – pulmino e portati all’ingresso del sito (€ 7a testa + € 3,5 parcheggio).

Proseguiamo poi per Pamukkale ed appena arrivati ci mettiamo in cerca della pensione Venus (c’è anche la piscina) che abbiamo prenotato per telefono su consiglio di alcuni ragazzi italiani conosciuti a Patara. Dato il numero esagerato di turisti che si riversano qui ogni giorno, è decisamente meglio prenotare per tempo, se si vuole avere la possibilità di scegliere. Attenzione che sarete immediatamente rimorchiati da “tiradentro” che vi inseguiranno letteralmente in motorino piuttosto che a piedi per farvi alloggiare dove vogliono loro…Noi abbiamo detto che avevamo già una prenotazione e ci siamo sentiti rispondere che non era possibile, che il Venus hotel era pieno! (!). Ma dato che avevamo letto sulla guida che usano questi trucchetti, eravamo preparati, li abbiamo ignorati e siamo andati alla pensione dove ci aspettava la nostra stanza super kitch sul giardino (€ 30)! Qualche dritta per godervi Pamukkale: noi abbiamo chiesto consiglio al ragazzo della pensione ed abbiamo parcheggiato all’ingresso Sud che è quello più vicino alle famose vasche di travertino. Il sito di Pamukkale, patrimonio Unesco, è molto esteso, è aperto 24 ore su 24 e comprende le vasche + il sito archeologico dell’antica città di Hierapolis (€ 10 a testa). Qui tutto è molto curato ed attrezzato per fare un bel pic nic; se ci si vuole immergere nelle vasche bisogna indossare il costume e portarsi un asciugamano, mentre per visitare le rovine ci vogliono le scarpe da ginnastica. All’interno del sito si trovano anche il museo (chiude alle ore 18.00) e l’antica piscina termale (chiude ore 19.00 e costa € 5 a testa) in cui si può fare il bagno tra le rovine… ma pare che durante il giorno sia affollatissima e soprattutto l’acqua non ci pareva così invitante…Comunque se si entra in piscina si possono lasciare i propri effetti personali qui negli armadietti.

Dato che il sito è aperto anche di notte, qualcuno viene a visitare le vasche dopo il calar del sole. Lo sconsigliamo poichè francamente ci si perde tutto il bello, l’illuminazione è minima, ci sono solo un paio di vasche illuminate ed è anche piuttosto pericoloso non vedere dove si mettono i piedi!! Per non parlare dei soliti cani liberi che, non faranno nulla, ma è sempre meglio non rischiare… Ma, alla fine, che dire di Pamukkale??? Abbiamo letto molti resoconti in cui altri turisti dicevano che era stata un po’ una delusione a causa del fatto che le vasche oggi accessibili sono proprio poche (4 o cinque in tutto) e che c’è troppa gente. Ecco perché abbiamo deciso di visitare il sito alle 17.00, quando ormai il sole stava iniziando la sua discesa ed i pullman di turisti-tutto-organizzato stavano ripartendo…E dobbiamo dire che è stata una scelta azzeccata. Con un po’ di pazienza, in attesa che il sito iniziasse a svuotarsi, ci siamo andati a mettere a mollo in una vasca candida. La cosa positiva è che la maggior parte della gente non ha il costume per cui non entra in acqua e poi si fermano quasi tutti alle prime vasche, per cui a quest’ora si può stare piuttosto tranquilli. Quando poi il sole ha iniziato a tramontare, ossia verso le 19.00, siamo andati a fare un giro tra le rovine (splendide) ed in particolare ci siamo goduti il tramonto dall’anfiteatro semideserto…Beh, è stato sicuramente uno dei momenti più struggenti della nostra vacanza…Siamo rimasti senza fiato, il teatro è meraviglioso, il più bello e ben conservato che abbiamo visto in vita nostra e poi con il sole che tramontava dietro alle colline tingendo d’oro l’acqua delle vasche…Se volete fare una dichiarazione d’amore in grande stile venite qui al tramonto!!!!! Uscire dal teatro è stata dura perché saremmo rimasti qui, rapiti, per ore. Abbiam poi girellato un po’ tra le rovine, ma la luce ha iniziato a calare rapidamente per cui ci siamo ritrovati al buio in circa mezz’ora. A quest’ora a Pamukkale non c’è praticamente più nessuno, a parte qualche coppietta qua e là…Ritroviamo la strada principale piuttosto facilmente, dato che è l’unica ad essere illuminata da piccoli e fiochi lampioni e, seguendoli come falene, siamo riusciti ad uscire dal sito alle ore 21.00! Ma è stato davvero bellissimo e suggestivo…Basta venirci all’ora giusta! Certo che non si può non notare che questo luogo meraviglioso è stato negli anni passati sottoposto ad uno sfruttamento tale che ormai di acqua ne è rimasta poca, che molte vasche sono irrimediabilmente in secca ed il bianco candido ha lasciato il posto al grigiume dopo che il travertino è stato calpestato da migliaia di scarpe…Ma al calar del sole tutto questo sparisce e rimangono solo specchi d’acqua dorata e non si può non rimanerne stregati… Alla sera abbiamo cenato alla pensione sotto il bel pergolato, dove per 17 lire a testa abbiamo scelto il menù fisso…Decisamente per chi ha molta fame!! Infatti non siamo nemmeno riusciti a finirlo…Molto buono! 17 Agosto – Oggi direzione Selçiuk per visitare Efeso.

Dopo circa 3 ore di auto arriviamo a Selçiuk, un piccolo paese che offre davvero tanto ai visitatori. Ci mettiamo alla ricerca di una pensione, ma sono tutte piene…Non ce lo aspettavamo!! Per cui è meglio prenotare per tempo. Capitiamo poi per caso davanti al minuscolo hotel Naz Han, dove per € 50 ci danno una stanza bellissima, arredata davvero con gusto, in un’antica casa greca con un cortile interno delizioso (ve lo consigliamo!!!!)…Ed in più, cosa per me fondamentale, un grande nido di cicogne proprio fuori dalla nostra finestra!!! Le attrazione di Selçiuk sono: le cicogne che nidificano soprattutto lungo i resti dell’antico acquedotto e che arrivano in paese al tramonto (!!!), Efeso, la chiesa di San Giovanni in cui si dice che egli scrisse il vangelo (situata proprio davanti all’hotel), la casa della Madonna dove pare che Maria si ritirò accompagnata da Giovanni in seguito all’uccisione di Cristo ed il villaggio di Sirice a pochi chilometri, immerso tra i frutteti ed i vigneti.

Anche oggi programmiamo la visita alle rovine di Efeso alle 16.30, sempre per gli stessi motivi che abbiamo elencato a proposito di Pamukkale, e facciamo bene. Come a Pamukkale ci sono i tiradentro che ti inseguono, a Selçiuk/Efeso incontriamo un’altra categoria particolare, ossia quella dei venditori di monete antiche false…(che poi sono anche belle)! Il sito (€ 10 a testa) non è molto grande ed è davvero stupendo. A quest’ora non c’è più molta gente e la visita si rivela estremamente piacevole…Si ha davvero la sensazione di trovarsi in una città, perché la topografia del sito è chiaramente intuibile, visto che le strade sono perfettamente conservate ed è forte l’emozione che si prova se si pensa che si sta camminando esattamente sulle stesse lastre di marmo su cui camminarono gli antichi romani, tutti circondati da colonne e rovine di templi! Ma lo spettacolo più emozionante è la Biblioteca di Celso, fatta costruire da Giulio Cesare in onore del padre e già all’epoca considerata una delle meraviglie del mondo. Che dire? Ogni descrizione non le renderebbe giustizia, vi dico solo che ad un certo punto, mentre la guardavo e accarezzavo le colonne, l’emozione ha avuto il sopravvento e mi sono ritrovata a commuovermi, forse complice, anche qui, il tramonto. Un visita meritano di sicuro le case a terrazza (€ 7 a testa) che sono spettacolari, le case romane meglio conservate al mondo dopo Pompei, dove si possono tra l’altro vedere gli archeologi ed i restauratori all’opera, cosa che non ci era mai successa prima. Anche stasera siamo praticamente gli ultimi ad uscire dal sito che, purtroppo, chiude alle 19…Saremmo stati ancora volentieri in contemplazione della Biblioteca, anche se non siamo né esperti, né appassionati di arte o di archeologia…Ma la pura bellezza può parlare al cuore di tutti, specie al tramonto! Alla sera, dopo aver dedicato alle cicogne un intero servizio fotografico, ci incontriamo e ceniamo con i nostri amici torinesi Federica e Fabrizio che invece hanno visitato le isole greche davanti alla Turchia per poi spingersi fino qui per vedere i siti archeologici.

Anche stasera andiamo a nanna con gli occhi ancora pieni di cose bellissime…Sono così felice che faccio fatica ad addormentarmi…

18 Agosto – Ci alziamo con calma, tanto la giornata di oggi è dedicata al mero relax e al mare. Avevamo pianificato di andare al mare a Pamucak, ma poi il ragazzo dell’hotel ci consiglia un’altra spiaggia a suo dire più bella poiché il mare è più limpido (ossia la sabbia è bianca). Passiamo così la mattinata in spiaggia a Tusan Beach, ma non ci entusiasma, soprattutto perché la sabbia è sporca, piena di immondizia e mozziconi di sigarette…Si vede che qui vengono solo bagnanti turchi, quindi la pulizia non rientra tra le priorità! Peccato. Al pomeriggio ci dirigiamo ad Izmir dove ci attende un volo interno per Istanbul e dove dobbiamo lasciare la nostra Fiesta turca…Dopo tanta strada fatta insieme.

Arriviamo ad Istanbul alle 19.00 e prendiamo il bus “Havaş” che ci porta dritti a Taxim dove i nostri amici turchi Aiça ed Özgür ci stanno già aspettando!!!!!! Che bello essere di nuovo qui insieme!! Posiamo le valigie a casa loro e poi usciamo a cena sul Bosforo. Ci portano in un ristorante di pesce tipico, davvero eccellente, Adem Baba ad Arnavutköy (prenotate!!) dove, tra le altre cose, mangiamo le cozze fritte…Wow! Poi passeggiamo sul lungomare fino a Bebek dove ci prendiamo una buona dondurma e finiamo la serata a chiacchierare fino a tardi godendoci il viavai dei quartieri alti dove pulsa la vita mondana di Istanbul.

19 Agosto – Oggi è l’ultimo giorno in Turchia e a dir la verità proprio non abbiamo voglia di tornare a casa!!! Con Aiça ed Özgür andiamo a fare un brunch in uno dei ristorantini all’aperto che fiancheggiano la fortezza di Rumeli Hisarı ed ordiniamo la tipica colazione turca, ma stavolta in pompa magna…La nostra ultima colazione turca…Sob, sob!! Poi tappa a Beşiktaş per comprare un po’ di spezie in un negozietto tipico, ma niente affatto turistico e alle 16…Purtroppo…È ora di andare. Salutiamo i nostri amici con la promessa che ci rivedremo in inverno a Torino e a malincuore saliamo sull’autobus “Havaş” che ci porta all’aeroporto. Dai finestrini ci godiamo un ultimo tramonto su Istanbul e ci rendiamo conto che la magia del calar del sole su questa città è davvero unica…Nel cuore ci si insinua ancora una volta un languore morbido e sensuale, mentre avanziamo nel traffico ed i minareti della Moschea Blu spariscono alla nostra vista…Quel languore che ha già il sapore della nostalgia e che ci fa capire che non resteremo distanti da questa incredibile città troppo a lungo…Ormai fa parte di noi.

Francesca e Alberto (Torino).



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