Turchia fai da te di con bambino al seguito

Viaggio itinerante con il nostro ometto di 4 anni, da Istanbul a Fethiye passando per la Cappadocia, Izmir e Pamukkale
Scritto da: Vailas
turchia fai da te di con bambino al seguito
Partenza il: 27/06/2015
Ritorno il: 19/07/2015
Viaggiatori: 3
Spesa: 2000 €
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Quest’anno tra le varie mete, io e la mia famiglia, abbiamo deciso di fare un viaggio in Turchia. Ovviamente in fai da te! Oltre al racconto volevo aggiungere un po’ di informazioni per chi viaggia con bambini piccoli e si fa delle remore a riguardo di questa meta, noi con il nostro piccolo di 4 anni non abbiamo avuto problemi.

Indice dei contenuti

Come al solito ho organizzato l’itinerario prima della partenza, scegliendo il percorso Istanbul-Cappadocia-Izmir-Pamukkale-Fethiye. Volo Roma-Istanbul andata con Pegasus e ritorno con Turkish (compagnia molto buona). Voli interni con Pegasus che si è dimostrata una ottima compagnia low cost con standard migliori rispetto alle corrispondenti europee come RyanAir ed EasyJet. Alberghi prenotati tramite Expedia e Booking (con la fantastica opzione “paga dopo”).

ISTANBUL

Arriviamo ad Istanbul di sera dove ci aspetta la navetta privata dell’albergo (un po’ cara, 55 euro per 3 persone, con gli shuttle si spende quasi la metà ma gli orari sono rigidi e si viaggia con altre persone) che ci porta in un’oretta (dall’aeroporto Sabiha Gokcen a Sultanahmet sono circa 60km) al Sultan’s Inn dove ci dirottano all’albergo Deniz Houses (20 metri più avanti) in quanto le camere familiari si trovano solo in quella filiale. Ci danno una bella camera all’ultimo piano con letto matrimoniale e due letti singoli, molto spaziosa ed arieggiata. Al mattino sveglia presto e colazione (ottima turca/continentale) a buffet sulla terrazza dell’albergo con vista Moschea Blu 🙂

Armati di passeggino partiamo per l’itinerario prefissato per la prima giornata: Moschea Blu, Santa Sofia e Basilica Cisterna.

Moschea Blu – L’albergo era molto vicino all’area centrale quindi dopo pochi minuti ci troviamo alle spalle della fantastica Moschea Blu, da lontano sembra disegnata. Dopo aver visitato i giardini esterni iper-curati (uno standard in Turchia) ed il cortile esterno, ci mettiamo pazientemente in coda per entrare nella Moschea. Mentre attendiamo sbirciamo sotto il porticato dove sono presenti parecchie fontanelle utilizzate dai fedeli musulmani per la pulizia dei piedi prima dell’accesso nella struttura per le preghiere. Arrivati al “controllo” io e mio figlio passiamo tranquillamente (pantaloni al ginocchio, T-shirt e scarpe chiuse) mentre a mia moglie (leggings, T-shirt, velo e scarpe chiuse) forniscono una veste completa con velo con cui coprirsi. Finalmente entriamo dopo aver riposto le scarpe dentro delle buste, l’interno è molto imponente e decorato nei minimi dettagli, enormi colonne sostengono le imponenti cupole e, come ogni moschea, colpisce l’enorme spazio libero dedicato alla preghiera.

Santa Sofia – Usciti dalla moschea ci avviamo lungo il piazzale principale che la divide da Santa Sofia e ci cominciamo ad avvicinare a questa imponente struttura di fronte alla quale è presente un bellissimo giardino pieno di fiori e con una fontana al centro. Ci fermiamo in uno dei vari chioschetti ambulanti per prendere un simit (ciambelline di pane tipiche) con nutella per il nostro piccolo, che mangia avidamente! Ci soffermiamo un po’ nella piazza rinfrescati dal piacevole vento di Istanbul, mi aspettavo un caldo afoso essendo in Luglio, invece la temperatura della città è ottimale, sui 26-27 gradi, accompagnata sempre da un piacevole vento proveniente dal Bosforo e dal Mar di Marmara. Dopo la solita fila ed il controllo al metal detector finalmente entriamo dentro Santa Sofia. Se la Moschea Blu è fantastica all’esterno ed un po’ “spoglia” all’interno Santa Sofia è l’esatto contrario con degli interni veramente stupendi e maestosi. Purtroppo un lato dell’interno era occupato dalle impalcature dei lavori di restauro. Abbiamo speso molto tempo ammirando gli innumerevoli mosaici bizantini presenti sulle pareti, sui soffitti, sui pavimenti e sulle arcate della struttura. Appena usciti abbiamo fatto un giro per gli innumerevoli ristoranti e ne abbiamo scelto uno dove con circa 20 euro abbiamo mangiato a sazietà e con gusto.

Basilica Cisterna – Con la pancia piena ci avviamo alla Basilica Cisterna. Dopo la solita fila, possiamo ammirare questa suggestiva struttura sotterranea dove è ancora presente parecchia acqua e sguazzano numerosi pesci (presumo carpe). Molto carine le due colonne raffiguranti Medusa. Al termine della visita, abbastanza stanchi, torniamo in albergo per un riposino.

Ponte di Galata e Mercato delle Spezie – Il pomeriggio acquistiamo in un’edicola la tessera per i trasporti pubblici (molto conveniente, si spende circa la metà rispetto ai “token” mono corsa da 4 lire) caricandola con qualche lira. Prendiamo il T1 da Sultanahmet e ci fermiamo ad Eminonu in prossimità del ponte di Galata. Facciamo una passeggiata lungo il Golden Horn (un canale) fino al ponte ed oltre per curiosare tra i barconi che vendono i famosi panini con pesce, sinceramente non mi sono fidato a prenderne uno perché sono presenti numerosi pescatori li vicino e mangiare il pesce del Golden Horn non mi è sembrata una buona idea 🙂 Ci affacciamo presso l’agenzia Turyol per chiedere conferma sugli orari dei traghetti che fanno il tour del bosforo ed il prezzo (molto contenuto). Attraversiamo la strada principale e, dopo aver ammirato l’esterno della Moschea Nuova, ci avviamo al vicino Mercato delle Spezie, carino e caratteristico ma più turistico che un posto in cui fare, effettivamente, acquisti.

Moschea di Solimano – Dopo il mercato cominciamo la dura “scalata” verso la Moschea di Solimano. Arriviamo su che sono tutto sudato (ho spinto anche il passeggino con mio figlio che dormiva) ma la fatica viene ripagata a pieno. La location è molto bella, con una vista bellissima su tutta la città (data l’altezza) e la Moschea non ha nulla da invidiare alla più famosa Moschea Blu; inoltre la si può ammirare e visitare con più tranquillità perché (vista la posizione) è molto meno frequentata. Nel complesso è presente anche il mausoleo contenente la tomba del famoso sultano Solimano. Torniamo nei pressi dell’albergo e ci fermiamo a mangiare alle spalle della Moschea Blu, all’Elif Cafe, ottimo ristorante con prezzi contenuti in cui siamo tornati una seconda volta. Finalmente a letto, veniamo svegliati dalla preghiera notturna (forse le 03:00 o le 04:00) intonata attraverso gli altoparlanti delle varie moschee (come in ogni città musulmana). Con il passare dei giorni ci siamo comunque abituati a questa usanza.

Palazzo Topkapi – Dedichiamo la mattina del secondo giorno alla visita del palazzo Topkapi (dimora del sultano). Al solito i giardini esterni della struttura risultano molto ben conservati. Come prima struttura interna visitiamo lo Harem (residenza della famiglia del sultano e delle concubine), molto bello e con decorazioni super dettagliate, ovviamente la maggior parte dei locali (compresi i cortili interni) non sono accessibili. Usciti visitiamo i vari roseti e ninfeti e ci avviamo verso la tesoreria dove ci attende una luuunga coda. La sala contiene dei gioielli tra i più preziosi al mondo tra cui un diamante, lo Spoonmaker, che, con i suoi 86 carati, è il 4 diamante più grande al mondo del suo genere. Successivamente ci spostiamo nel complesso che ospita le reliquie dei vari profeti islamici. Molto belle anche le cucine dove si possono ammirare gli utensili (a volte di dimensioni enormi) utilizzati nel passato. Usciti dal palazzo ci fermiamo in un ristorante turistico dove, finalmente, gustiamo dei gozleme, le tipiche focacce turche ripiene. Dopo pranzo ci facciamo una passeggiata al vicinissimo parco Gulhane, inutile descrivere il livello di ottimale di manutenzione, i numerosi fiori ed i laghetti/fontane presenti. Ne approfittiamo per far giocare nostro figlio tra altalene e scivoli vari.

Tour del Bosforo – Torniamo, sempre tramite il tram T1, nei pressi del ponte di Galata, prendiamo i biglietti all’ufficio della Turyol e ci imbarchiamo sul traghetto che effettua il tour di circa un’ora e mezza del Bosforo. Gita piacevole, nulla di eccezionale, lungo questo enorme canale che divide il Mar Nero dal Mar di Marmara, si avvistano costruzioni interessanti come il palazzo DolmaBache (il palazzo del sultano che andò a sostituire il Topkapi) la fortezza Europea (Rumeli Hisari) sulla sponda europea e la fortezza Asiatica (Anadolu Hisari) sulla sponda asiatica ed il ponte sul Bosforo che collega Europa ad Asia. Torniamo a Sultanahmet e troviamo (è domenica) la piazza dell’Ippodromo invasa da famiglie turche pronte per i loro caratteristici pic-nic; ogni singolo posto è invaso, persino i terreni dove sorgono gli alberi sono invasi da coperte e vettovaglie varie. Ci prendiamo dei panini con doner kebap e ci sediamo sul ciglio di un muretto a mangiare in mezzo alla folla prima di tornare in albergo. Un bel gelato preso in un market conclude la nostra seconda giornata.

Torre di Galata e Taksim – Il terzo giorno ci rechiamo, sempre tramite la comoda T1, a Karakoy dove prendiamo la mitica funiculare (Tunel) che porta in cima alla collina. Da li scendiamo un po’ per visitare la maestosa Torre di Galata, poi torniamo sui nostri passi e ci avviamo sulla via principale (Istiklal Caddesi) dove incontriamo lo storico tram rosso che fa la spola tra la funicolare e piazza Taksim. Dopo aver visto le numerose bandiere del Galatasaray che adornano la via, arriviamo nella grande piazza Taksim dove si può ammirare il monumento della Repubblica fatto dallo scultore italiano Canonica. Altra sosta nel parco adiacente per far scorazzare nostro figlio tra altalene e scivoli e poi ci fermiamo in un selfservice in una via adiacente alla piazza dove, con pochissime lire, ci facciamo una ricca mangiata di tipico cibo turco.

Grand Bazaar – Il pomeriggio, ovviamente con la T1, ci rechiamo al Grand Bazaar dove facciamo una passeggiata tra gli innumerevoli negozi, anche qui l’atmosfera non è quella del mercato tipico ma più della trappola per turisti. Torniamo nei pressi dell’albergo e ci godiamo l’ultima cena all’Elif Cafe mentre un dervisio rotante effettua la classica danza sacra nel locale adiacente.

CAPPADOCIA

Di buon mattino ci rechiamo all’aeroporto Sabiha Gokcen, sempre con trasporto privato fornito dall’albergo, dove ci attende il volo interno per Kayseri. Senza problemi, a parte un ritardo del volo che sembra normale in quel periodo a Istanbul, arriviamo a Kayseri e troviamo pronto ad attenderci lo shuttle organizzato dal nostro albergatore ad un prezzo modico. Dopo oltre un’ora arriviamo finalmente a Goreme e le aspettative dei panorami della Cappadocia non vengono deluse, anzi! Ci accoglie il proprietario del Walnut House, una persona squisita che ci ha aiutato in tutto. Organizziamo subito con lui, a prezzo scontato, le famose uscite in mongolfiera, il giorno dopo per me e due giorni dopo per mia moglie, divisi perché purtroppo nostro figlio, essendo troppo piccolo, non poteva partecipare. Dopo esserci rilassati nella bellissima camera cave-style, ci facciamo un giro per il paese e ci fermiamo a mangiare al consigliatissimo Nazar Borek; locale piccolissimo ma fantastico, ci abbiamo cenato per tre sere ed abbiamo mangiato di tutto e trovato la qualità ottima: zuppa di lenticchie, gozleme, borek (mentre il gozleme è una focaccia ripiena, il borek è una pasta sfoglia ripiena) serviti con yogurt e salsa di pomodoro, carne alla piastra e, dulcis in fundo, il gozleme alla cioccolata, una autentica bomba calorica che va assolutamente provata e per cui vale la pena vivere 🙂

Mongolfiera – Mezzo distrutto dal sonno mi faccio trovare alle ore 04:00 del mattino fuori l’albergo con una bella felpa calda (Goreme è a 1300 metri d’altezza e fa freddino la notte, mentre le giornate sono calde in questo periodo ma molto ventilate). Il pullman ci porta nel centro accoglienza dove ci aspetta la colazione (leggera per me vista l’ora). Dopo aver fatto i gruppi da 24 ci caricano sui pullmini e ci portano nella valle dove partono le mongolfiere. Arriviamo in questo paesaggio fantastico e surreale dove i camini delle fate (le formazioni rocciose a punta di origine vulcanica tipiche della cappadocia) la fanno da padroni e troviamo una distesa di mongolfiere, alcune pronte per il volo ed alcune, come la nostra, in preparazione con il fuoco spinto a manetta dentro il pallone. Il cesto è diviso in 5 parti, una centrale per il “pilota” e l’aiuto e gli altri 4 per 6 passeggeri ognuna. Cominciano ad innalzarsi questi titani silenziosi per il cielo, uno dopo l’altro, e finalmente tocca al nostro che, con la leggerezza di una farfalla, si stacca da terra senza il minimo sussulto, sembra di galleggiare… La vista è mozzafiato, i paesaggi fantastici, il counter delle foto aumenta all’impazzata e poi mi giro e vedo l’alba come mai vista prima… La mongolfiera effettua salite e discese, rasenta pareti di rocce e campi coltivati, lo squadrone di palloni affronta il cielo della Cappadocia come un battaglione in assalto mentre il sole crescente rischiara le valli dai mille colori e forme della Cappadocia… L’esperienza è unica, di quelle che vanno provate almeno una volta nella vita. Scendiamo sul carrello del pickup ed ammiriamo il pallone che si sgonfia e si affloscia piano piano a terra. Un bel prindisi tutti insieme con dello champagne molto buono che sembra quasi succo d’uva ed il rilascio del diplomino della Turkiye Balloons che ringrazio per la fantastica esperienza.

Museo a cielo aperto di Goreme – Ancora assonnato ma gonfio dall’emozione dell’esperienza appena passata, mi reco sulla terrazza dell’albergo che ospita la sala per la colazione insieme alla mia famiglia. Anche qui vista bellissima a 360 gradi su Goreme e livello delle pietanze davvero ottimo con marmellate fatte in casa, formaggi di ogni tipo e miele appena sfornato dall’arnia. Piazziamo il bambino sul passeggino e ci avviamo per la strada che porta al museo a cielo aperto di Goreme, ci aspetta un chilometro e passa di strada in salita. Il museo è composto da una serie di formazioni rocciose nelle quali, nel passato, dei gruppi di eremiti cristiani hanno scavato delle piccole chiese, abitazioni e locali comuni. Il posto è bellissimo e unico, per girarlo con una certa calma ci vogliono un paio d’ore. Al ritorno prendiamo un taxi per 10 lire perché dopo l’alzataccia e la lunga camminata con tanto di passeggino ero distrutto. Pranzo con pida (la versione turca della pizza) e insalata e pomeriggio di relax per recuperare le forze in cui ne ho approfittato per fare il percorso Hammam nella SpA vicino all’albergo: maschera facciale, sauna, scrub completo con sapone nero, massaggio con schiuma (il massaggiatore mi ha letteralmente distrutto!!) e idromassaggio per terminare. Serata a cena in un ristorante vicino l’albergo dove degustiamo un buonissimo e tipico pottery kebap, trattasi di carne con verdure cotta all’interno di un contenitore di coccio sigillato che viene rotto al momento del servizio (lo abbiamo rotto da soli con il martello), mia moglie ha preso la versione vegetariana.

Kaymakli ed Uchisar – Il giorno successivo (stavolta è mia moglie ad essere stanca per l’alzataccia relativa alla gita in mongolfiera) prendiamo un bel bus per Nevsehir (poche lire) e da lì un altro per Kaymakli (sempre qualche lira). Arriviamo nel piccolo paesino e ci rechiamo subito all’ingresso della città sotterranea. Lo stacco di temperatura è sorprendente rispetto a fuori, infatti moglie e figlio si attrezzano con felpetta. Il posto è molto carino e suggestivo, al momento si può scendere per 4 piani sottoterra e visitare tutti i vari locali quali case, cappelle, dispense, cucine, vinerie, etc. Queste antiche città sembra siano state create dagli ittiti ed utilizzate in seguito dai cristiani come nascondiglio durante le persecuzioni. Al termine della visita riprendiamo il bus per Nevsehir e da li quello per Goreme ma ci fermiamo a Uchisar. Mentre cerchiamo un posto per pranzare nel piccolo paese, notiamo che è quasi tutto chiuso, allora chiediamo informazioni in un market ed una gentile signora ci ricorda che siamo nel periodo del Ramadan e quindi molti negozi sono chiusi, ma ci indica un localino vicino dove gustiamo degli ottimi panini e gozleme a prezzi bassi. Il padrone, molto cordiale, del locale, dopo averci illustrato i dettagli del periodo del Ramadan, ha regalato un ciondolo con un delfino a nostro figlio. Abbiamo notato un forte attenzione e simpatia dalla maggior parte delle persone turche verso i bambini, probabilmente vengono considerati una benedizione divina ed un bene sacro da proteggere e curare. Dopo pranzo, con tutta calma, ci rechiamo al Castello di Uchisar, trattasi del punto più alto della Cappadocia che nel passato fu trasformato in una sorta di fortezza scavata nella roccia. La formazione, letteralmente, domina le valli sottostanti ed è visibile quasi da tutta la Cappadocia. L’interno è ormai franato e rimangono poche stanze da visitare, in compenso si può salire in cima per ammirare il fantastico panorama che si apre su tutta la Cappadocia. Di nuovo sul bus si torna a Goreme per un’altra fantastica cena al Nazar Borek.

Valli Goreme – Ultimo giorno a Goreme, ripiazziamo il bambino sul passeggino e ci azzardiamo a provare un po’ di trekking nella vicina Valle delle Spade (Kiliclar). Il trekking è l’attività più appagane da fare nelle numerose valli rocciose della Cappadocia. Il panorama è fantastico con formazioni stranissime e camini delle fate sparsi. Ci addentriamo sempre più all’interno, con il nostro ometto che ci sorprende per la resistenza, ed arriviamo alle porte della Rose Valley (Gulludere) e della Red Valley (Kizilcukur) e ci soffermiamo a fare delle fantastiche foto in cima ad una altura. Dopo due ore di cammino ci ritroviamo a corto d’acqua con la fame che comincia a farsi sentire. Scendiamo verso la parte iniziale della Red Valley e prendiamo il sentiero che porta al villaggio più vicino: Cavusin. Arriviamo stremati al villaggio, complimentandoci con nostro figlio per la resistenza dimostrata, e ci fermiamo al primo ristorante che troviamo dove consumiamo con avidità 3 spremute di arance fresche, per riprenderci dalla fatica, ed un buon pasto a base di insalate e gozleme. Paghiamo una cifra modica ed il proprietario ci chiama un taxi che ci riporta a Goreme per 20 lire. Il resto della giornata lo passiamo in relax preparando la partenza del giorno successivo.

IZMIR – Lasciamo il Walunt House, la Cappadocia e tutte le emozioni che ci ha regalato mentre raggiungiamo l’aeroporto di Kayseri con lo shuttle, dove ci aspetta il volo per Izmir (Smirne). Volo tranquillo, taxi non troppo caro e ci ritroviamo nell’ottimo Hotel Baylan di Basmane (quartiere centrale e principale di Izmir). La città di per se non ha grandissime attrattive ma l’abbiamo scelta come base per fare delle gite verso i siti archeologici di Pergamo ed Efeso. Nel quartiere di Basmane abbiamo notato subito un certo degrado, strade sporche e gruppi di persone buttate sui marciapiedi/angoli. Inoltre una stranezza, ovvero l’esposizione di giubotti salvagente da mare da parte di vari venditori ambulanti. Successivamente abbiamo scoperto che il quartiere Basmane di Izmir è il centro principale dove arrivano i profughi dalla Siria, dalla Somalia e dall’Iraq. In attesa di un barcone che li porti in Grecia per poi arrivare in Europa, acquistano questi salvagenti (che tra l’altro sono di scarsa qualità e pericolosi in caso di necessità) per il viaggio. Vorrei spendere due righe per ringraziare il receptionist dell’albergo perché è raro trovare una persona così preparata e disponibile, ci ha praticamente risolto tutti i dubbi che avevamo e consigliato come muoverci con i mezzi di trasporto e quali fossero più convenienti per i vari spostamenti e sapeva a memoria tutti gli orari delle varie partenze. La sera andiamo al vicino Topkapi Restaurant consigliato dalla Lonely Planet e devo dire che è assolutamente meritato, tanto che ci abbiamo mangiato tutte e 4 le sere durante il nostro soggiorno a Izmir. Abbiamo fatto amicizia con il giovane proprietario che ci ha illustrato e consigliato i vari piatti. E’ stata una occasione per conoscere ancora meglio la cucina turca e le sue varie sfumature.

PERGAMO – Il giorno successivo ci svegliamo presto e, dopo una ricca colazione al buffet dell’albergo, prendiamo un taxi per la stazione dei bus (in turco otogar), sono circa 8 km. Prendiamo il minibus (in turco dolmus) per Pergamo (Bergama) che costa solo 10 lire, il bambino deve stare in braccio altrimenti paga anche lui (infatti abbiamo pagato visto il lungo viaggio di circa 2 ore). Arriviamo nella cittadina di Bergama e, scesi dal minibus, un signore gentile ci chiama un taxi che ci porta in cima alla collina fino all’ingresso del sito archeologico di Pergamo. Il sito di per se è piccolino, le attrattive principli sono il tempio di Traiano che pian piano stanno cercando di ricostruire, il teatro arroccato sulla facciata del monte e la vista sulle valli sottostanti compreso il lago formato dal complesso della diga. Sconsiglio di portare il passeggino in quanto è un sito abbastanza impervio e scomodo per questo mezzo, tra l’altro viste le dimensioni è fattibile farlo a piedi anche per bambini piccoli. L’abbiamo visitato con comodo, ci siamo fermati sotto un albero a mangiare i panini preparati la mattina, accarezzati dal vento che alleviava il caldo di luglio. Al ritorno abbiamo preso la funicolare che scende nella zona di parcheggio dei pullman e da li con un taxi siamo tornati alla stazione dei pullman dove abbiamo preso il minibus per Izmir.

EFESO – Il secondo giorno lo abbiamo passato ad oziare per Izmir facendo un giro nel parco di Basmane. La mattina del terzo giorno, sempre su indicazione del mitico receptionist dell’albergo, prendiamo il treno nella stazione vicina (che è praticamente adiacente all’albergo) in direzione Selcuk. Dopo circa 1 ora e mezza arriviamo a Selcuk, chiediamo informazioni all’addetta della stazione che ci indica la strada (2-300 metri) per la stazione dei pullman dove partono continuamente i minibus per il sito archeologico di Efeso. Mentre Pergamo è remota e poco frequentata, Efeso è un sito super-turistico e molto affollato. Prima dell’ingresso ci sono numerosi negozi di souvenir e ristoranti/bar. Il sito non ha deluso le nostre aspettative, la strada principale è molto bella e ben tenuta ed il teatro è in buono stato. La libreria di Celso è bellissima, così come la porta adiacente della piazza principale. Molto belle le case terrazzate che valgono assolutamente il supplemento, si possono ammirare interni decorati e ben tenuti. Molto bello anche l’odeon. Si può utilizzare tranquillamente il passeggino (con copertura visto il sole) perché il sito è tutto servito da una strada e ci sono anche molte pedane di legno.

PAMUKKALE – Sempre grazie all’indicazione del receptionist dell’albergo, qualche giorno prima della partenza, abbiamo comprato dei biglietti nella vicina agenzia Pamukkale per il pullman che va a Denizli. La mattina della partenza, fuori dell’agenzia, arriva il bus che ci porta alla stazione dei bus di Izmir e li prendiamo il pullman in direzione Denizli (molto bello con merenda inclusa e schermo interattivo). Arrivati alla stazione dei pullman di Denizli, chiediamo indicazioni e prendiamo il minibus per Pamukkale. Scendiamo nella cittadina e ci rechiamo alla nostra meta, l’albergo Melrsose House, mentre ammiriamo da lontano la bianca montagna calcarea. Ci accoglie il simpatico e disponibile proprietario dell’albergo che ci da un po’ di informazioni utili. La stanza è carina ma un po’ piccolina (più che una tripla era una doppia con letto aggiunto). Disfiamo le valige e poi passiamo il pomeriggio a sguazzare nella bella piscina dell’albergo e prendere un po’ di sole sui lettini. Prima di cena ci facciamo una passeggiata fino ai piedi della famosa montagna calcarea (Pamukkale che in turco significa Castello di Cotone) dove sorge un bellisimo parco con un laghetto centrale, pieno di papere, anatre ed oche. Ci gustiamo un po’ la vista della montagna e poi ci fermiano a mangiare al vicino Ottoman House, assolutamente da sconsigliare in quanto il servizio lascia un po’ a desiderare ed il prezzo è più alto di quanto riportato nel menu e degli standard turchi. In generale a Pamukkale conviene mangiare direttamente negli alberghi, infatti noi le sere successive abbiamo cenato al Melrose House e ci siamo trovati molto bene.

AFRODISIA – Per il giorno successivo, il proprietario dell’albergo ci ha organizzato il trasferimento via minibus per il sito di Afrodisia di cui avevo sentito parlare molto bene. Arriviamo nella piazzola di accoglienza e saliamo sul trattore che ci porta all’ingresso del sito (mezzo alternativo!). Il sito effettivamente è poco frequentato vista la distanza (circa un’ora e mezza da Pamukkale) dai centri principali e questo è uno dei motivi che ne aumenta il fascino. Le costruzioni principali da vedere sono il Tetrapylon che fa un certo effetto nella distesa erbosa su cui si erge, lo stadio che è ben conservato ma infestato dalle erbacce ed il teatro tenuto in buonissime condizioni. Altro bel monumento è il Sebasteon di cui è rimasto solo un pezzo ma si possono ammirare tutti i resti delle facciate e delle statue nel museo interno al sito. Volendo si può portare il passeggino perché ci sono numerose strade e l’unico punto impervio è la collinetta utilizzata per raggiungere il teatro.

HIERAPOLIS e Travertine – Il giorno successivo il personale dell’albergo, gratuitamente, ci accompagna in auto all’ingresso sud di Hierapolis. Il sito archeologico è molto esteso. Il teatro è tenuto magnificamente grazie all’opera di restauro che ha iniziato anni fa, ed è ancora in corso, un gruppo di italiani. Carina anche la necropoli e le porte di ingresso. La piscina denominata “Antique Pool”, che dicono sia originale dei tempi romani, sembra più una trappola per turisti che una vera piscina antica. Finalmente arriviamo all’attrazione principale del sito, ovvero le acque termali che scendono lungo i pendii della montagna calcarea che viene chiamata travertine, e qui arriva la delusione… Non aspettatevi tutto quello che vedete nelle cartoline. Ormai la montagna è una distesa asciutta ed arida ed il flusso dell’acqua termale che nasce dalle montagne e deviato tramite delle tubature sotterranee, inoltre è stato scavato un canale nella montagna che va dalla cima fino ai piedi dove è deviato il flusso d’acqua e dove sono state scavate delle diramazioni che alimentano le varie pozze. Il risultato è questo percorso prestabilito dove si accalcano i numerosi turisti che visitano ogni giorno il sito. L’esperienza è comunque bella e unica ma evoca una certa tristezza il pensiero di quanto possa essere stata bella e maestosa la distesa di pozze prima che l’uomo, per alimentare il turismo, facesse questo scempio. Passiamo qualche ora a sguazzare nelle pozze ed a farci i fanghi prodotti dalle stesse, con il sole che riflette sulle pareti bianchissime della montagna e che costringe a stare tutto il tempo con gli occhiali da sole. Piano piano scendiamo, facendo varie soste in quasi tutte le pozze, ed alla fine usciamo dall’uscita centrale che riporta al paese. Un paio di granite in un market subito fuori l’uscita e via di ritorno all’albergo. Sconsiglio di portare il passeggino perché la discesa della montagna si deve fare scalzi e quindi meglio avere meno oggetti ingombranti possibili.

FETHIYE – Al centro di Pamukkale è presente l’agenzia Metro dove abbiamo acquistato il biglietto del pullman per Fethiye, nostra ultima meta del viaggio. Il tragitto è abbastanza lungo e richiede circa 4 ore e mezza, con una sosta per il pranzo/bagno a circa metà viaggio. Arrivati in città prendiamo un taxi che ci porta alla nostra destinazione, il Dove Apart Hotel. Si tratta di un albergo con camere/appartamento attrezzate con tutto l’occorrente per cucinare. Abbiamo optato questa scelta in modo da poter fare pasta e altri piatti italiani per il bambino visto che a questa età non riescono a mangiare facilmente tutti i piatti esotici. L’albergo è molto carino con una piscina molto grande che ne comprende anche una piccola per i bambini. La stanza era molto spaziosa con 6 posti letto ed aveva anche la lavatrice ed un balcone su cui stendere i panni. Rispetto al prezzo è una sistemazione ottima, a pochi passi dalla spiaggia di Calis (normalissima spiaggia stile Ostia in cui passare al massimo una giornata per rilassarsi). Il proprietario era molto disponibile e tutti erano iper premurosi e scherzosi nei confronti di nostro figlio 🙂 Ci ha dato vari consigli su come raggiungere il centro (ci sono dei minibus che passano continuamente sulla strada principale), i mercati settimanali e la spiaggia di Oludeniz. Sempre tramite lui abbiamo organizzato il tour delle 12 isole, carino ma tenete conto che il mare turco non è niente di eccezionale e poi ci sono numerosi barconi (come il nostro) affollati con centinaia di persone che rovinano l’eventuale atmosfera. Abbiamo fatto anche un tour in barca intorno ad Oludeniz dove gli scenari sono sicuramente più belli, carina la valle delle farfalle compresa nel tour. Siamo stati anche una giornata nella laguna di Oludeniz, molto bella ma iper affollata e quindi non apprezzabile a pieno. Tenete presente che la “sabbia” delle spiagge turche è in realtà formata da piccoli sassolini alternati da sassi un po’ più grandi che fanno molto male ai piedi. Carino il mercato della domenica che si trova vicino all’albergo dove si possono comprare tutti i tipi di cibo e quello del giovedì al centro di Fethiye. Nonostante avessimo la cucina, un paio di sere abbiamo mangiato al vicino ristorante Zafira che consiglio caldamente.

Volevo aggiungere un ultima nota relativa al bambino, in particolare il cibo che abbiamo fatto mangiare al nostro: i gozleme sono molto indicati, quelli con formaggio erano graditi dal nostro; ovunque si trovano cotolette/nuggets di pollo e patatine fritte; il riso in bianco è molto saporito e si trova ovunque; altra alternativa è il pollo/carne alla piastra che era gradito; inoltre il nostro bambino ha mangiato tantissimi pomodori che si trovano ovunque ed i panini per le gite li facevamo con formaggio ed il loro tipico salame di mucca.

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Mongolfiera sulla Cappadocia



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