Turchia: dall’hammam al manicomio
La nostra porta per l’ASIA, non una sublime porta…Ma ci andava ampiamente bene.
Siamo in navigazione…Siano tutti stravolti dalla notte passata a dormire sulle panchine del porto, la barca è zeppa di gente, tutti seduti. Il mare è agitatissimo, ci fanno indossare i giubbotti salvagente.
Le panche sono da 4 posti, poste a coppie una di fronte all’altra.
Noi siamo in 4 su di una, più il PLAYBOY AFFRANTO (l’origine del nome è nella directory della Grecia – 1990) su quella di fronte. Seduto a fianco a lui c’è…GESU’ CRISTO. Identico a quello del film di Zeffirelli, IDENTICO! Con tanto di tunica bianca sino ai piedi, ricamata sul petto, sandali da gesuita e, giuro, BIBBIA in mano! Il PLAYBOY, si addormenta, la testa oscilla, oscilla, si posa sulla spalle di gesù. Noi stiamo male dal ridere… La gente inizia a stare male, molti avevano appena fatto colazione.
Noi no.
Nessuno di noi, per fortuna soffre il mare, e in casi come questo, già capitati, ci attiviamo per rendere la situazione peggiore. Dentro l’unica sala si coperta, dove eravamo tutti seduti, c’era un piccolo bar. Ci andiamo e ci prendiamo 4 ottimi panini con wurstel, crauti e senape. Solo l’odore di cottura, con tutti gli oblò chiusi, fece scappare una decina di persone…Ovviamente non li mangiammo seduti ai nostri posti , ma al bancone, rivolti verso le altre 50 persone rimaste.
Molti ci odiano.
Finita la colazione ci risediamo di fronte a gesù. Che sonnecchia con il nostro amico ormai in braccio.
Arriva un marinai, sta distribuendo una sostanza dall’odore simile all’acido citrico: a gesti fa capire di mettere le mani a coppa, lui versa un po’ di liquido e poi bisogna strofinarlo sul viso, sul collo, contro il mal di mare.
Il marinaio distribuisce, arriva a noi 4, eseguiamo, si gira verso gesù e l’ormai suo discepolo addormentato.
Lo sveglia, noi restiamo muti ad osservare. Il marinaio gli fa cenno di mettere le mani a coppa, lui versa, il nostro amico BEVE. Il marinaio URLA. Gesù cristo ne approfitta, si alza e si siede da un’altra parte.
Arriviamo a Kusadasi, il playboy accusa mal di stomaco.
ù Sbarchiamo, dogana, la carta d’identità e sufficiente. Ci fanno compilare un modulo, e ci danno in cambio un pezzettino di cartoncino con su la bandiera turca, dietro c’è un numero progressivo.
Lo mettiamo nel portafoglio.
Usciamo dalla dogana e finalmente siamo fuori dall’europa, noi da soli. Tranne qualche viaggio con i genitori in nord america o Egitto, per noi era la prima volta in ASIA. Anzi ASIA MINORE, ma a noi andava benissimo.
Come in grecia anche qui decine di procacciatori di clienti per pensioni e alberghi.
Siamo stufi della tenda e poi i prezzi dovrebbero essere bassissimi.
Ci si avvicina un ragazzo, alto molto più di noi (in 4 su 5 siamo alti 185 cm), biondo, occhi chiari, pensiamo sia un turista, ci parla in inglese, non capiamo, per nostra ignoranza, prova in tedesco, figurati…, francese, lo capiamo. È un turco! Ci ispira simpatia, andiamo con lui alla pensione dove lavora.
È lontana dal mare, a circa mezzo chilometro nella medina di Kusadasi. Arriviamo, è un palazzo antico, con una pensione in “verticale”, 3 camere per piano, per 5 piani. Bagno in comune per ogni piano, barattino alla buona. Costo ridicolo. Prendiamo una camera, ci aggiungono una branda, dentro ci sono solo 5 letti ed uno splendido maglione vecchio di 60 anni appeso al muro in posizione da superman.
I gestori sono 6 ragazzi di Istanbul, tutti universitari che d’estate lavorano in questa pensione.
Gli altri ospiti sono un po’ di tutto il mondo, australiani, francesi, 2 italiani di monza, una coppia di sudafricani, tedeschi, olandesi…
Giriamo per il paesello, visitiamo il bazar, turistico a più non posso.
La sera andiamo a nanna presto! Ci svegliamo con calma…Non credendo possibile di aver dormito su un materasso, sotto un tetto.
Colazione ottima, andiamo al mare. Kusadasi è una località turistica molto famosa in turchia, specie tra i turchi agiati di Istanbul e Ankara.
Ma non è un granchè. Il lungo mare, con un passeggiata di km e squallido, la spiaggia enorme è piena di ombrelloni, il mare, bello ma non come quello greco…Una mezza delusione.
Ci godiamo comunque per quel girono le comodità.
Spiaggia con bar a 3 metri, partita a pallavolo, nuotata, cena eccezionale di pesce per ben 10.000 lire turche (5.000 lire italiane).
Alla sera i ragazzi della guesthouse ci indirizzano verso il pub migliore del paese.
Ci andiamo.
2 di noi abbordano immediatamente due ragazze, molto carine, occhi verdi, capelli lunghi, vestite alla moda…Sono turche.
Le ragazze rispondo in inglese perfetto…I nostri 2 tordi faticano a parlare, questa passano al francese, peggio di prima…Alla fine in italiano! Parlano italiano!!!! Ci sediamo tutti con loro, con disappunto del PLAYBOY e del VATE, ci fanno sottilmente capire di volere parlare ma di non essere interessate ad approcci.
Parliamo per ore del loro paese. Allora avevamo l’idea di un paese del terzo mondo, vedevamo la Turchia come si può immaginare l’India! Ci ribaltarono totalmente. Anche loro facevano l’università ad Istanbul ed erano lì in vacanza con i genitori.
Iniziammo a capire che la Turchia era ben diversa da ciò che pensavamo fosse.
Per il giorno dopo c’era in programma una gita ad Efeso,la città romana, la perla della Turchia, il sito di una delle 7 meraviglie del mondo, il tempio di diana efesina.
Partiamo con un dolmus, i trabiccoli turchi, dove uomini e donne non possono sedere uno accanto all’altro e dove si paga in base alla destinazione.
Lo spettacolo di Efeso è incredibile: il gigantesco teatro, la casa di Maria, la fonte battesimale, la strada, lunghissima e perfettamente lastricata circondata da edifici, la facciata della biblioteca…E per ultimo il tempio di diana efesina. Ne è rimasta una colonna! Tremendo è il caldo, atroce, con un sole violentissimo. I venditori di bottigliette di acqua fanno miliardi., giriamo, sudiamo, giriamo e sudiamo, alla fine arriviamo alle grotte dei 7 dormienti (o 8?) Entriamo, passando da 40/45° a 5°, botta di gelo.
Torniamo a sera a kusadasi. Ho un febbrone da cavallo. Mi metto a letto. Mi portano 2 coperte militari di flanella, mi ingoio 2 aspirine e mi metto a dormire alle 7.00 di sera.
Intanto gli altri 4, ormai ingoiati e sempre più allupati, chiedono ai ragazzi della guesthouse dove possano trovare delle ragazze.
Accade l’equivoco.
Il turco capisce che vogliono delle donne, loro volevano andare in una discoteca o in un pub “ben frequentato”.
Escono insieme, camminiamo, entrano nella parte più vecchia della medina, entrano in un palazzo anonimo, salgono le scale, entrano in un appartamento: e un BORDELLO.
Allupati quanto vuoi ma rifiutano, vogliono andarsene, 4 odalische grassottelle gli saltano addosso, cercano di spiegare al turco che non vogliono stare lì.
Accade il 2° equivoco.
Vanno via dal bordello, rincamminano, arrivano ad un hamam (bagno turco). Entrano, li turco parla, il responsabile annuisce e sorride, fa cenno ai 4 di spogliarsi e di entrare all’hamam, loro dicono che non hanno alcuna intenzione di fare un bagno turco alle 10.00 di sera. Lui insiste, arrivano 4 massaggiatori.
Li hanno presi per 4 omosessuali.
Spiegazioni, il tipo della guesthouse si spazientisce, li riporta alla pensione e li lascia lì. Loro vanno sconsolatamente a bere in un pub sul lungomare.
Il mattino dopo, dopo 15 ore di sonno mi risveglio, mi bevo 3 eccezionali spremute delle favolose arance turche e sono in perfetta forma.
Mi raccontano gli accadimenti della sera prima…Non ci credo! Per quel giorno era in programma una trasferta al parco nazionale a 50/60 km da kusadsi.
Dovevamo dormire una notte al parco e poi tornare a kusadasi.
Teniamo comunque la camera, svuotiamo per metà gli zaini e ci portiamo solo l’utile per il campeggio.
Con un dolmus partiamo. Durante il tragitto eravamo in circa 10/12 persone nel trabiccolo. Ad un certo punto un odore mostruoso invade la cabina, da vomitare, tutti, italiani e turchi calano i finestrini, l’autista si incazza e urla in turco. In fondo tra 3 turchi c’è seduto il VATE. E in italiano ci dice che la merda umana vicino a lui è il responsabile. Occhiate di disapprovazione.
Arriviamo al parco. Meraviglioso, purtroppo non mi ricordo il nome. Una pineta di alberi secolari, spiaggette minuscole, mare incredibilmente bello e freddo, pochissimi turisti…Una meraviglia, dopo aver fatto il bagno siamo tutti sdraiati sull’erba a dormicchiare, ad un certo punto lo stesso odore del dolmus ci assale, ci piglia la gola, ci fa incazzare, ci alziamo, ci guardiamo, in 4 guardiamo il VATE che ride! Passiamo una giornata stupenda, poi la sera decidiamo di andare a mangiare nel minuscolo villaggietto dentro il parco. Abbiamo i nostri 5 zaini che ci ingombrano.
Entriamo in un negozio di chincaglierie e gli chiediamo dove si può mangiare. Il proprietario gentilissimo ci indica il ristorante. Il PLAYBOY AFFRANTO ha un altro colpo di genio dei suoi: gli chiede se ci può tener i 5 zaini sino dopo cena. Il turco accetta e ci dice che lui è lì in negozio sino alle 10.00 di sera. Andiamo a mangiare, ancora una volta da dio, pesce in quantità, a prezzi indecorosamente bassi. Alle 21.00 siamo al negozio. È chiuso. Alle 22.00 è ancora chiuso. Alle 23.00 è sempre più chiuso.
Alle 24.00 siamo gli unici 5 nel paese! Cela prendiamo per contumacia con il PLAYBOY.
Dormiamo in spiaggia, siamo tutti in maglietta e costume, niente altro.
Si alza la tramontana, fresca, poi fredda.
Scaviamo delle buche, ci ricopriamo di sabbia.
Ma l’umidità è tremenda.
Andiamo alla fine a dormire nei bagni pubblici della spiaggia.
Tipo cesso di Trainspotting: il bagno più sporco della Turchia.
Notte terribile.
Riusciamo a dormire. Ci svegliamo che sono già le 8 del mattino, andiamo al negozio, i nostri zaini sono furoi dalla porta. Il negozio è chiuso! Restiamo ancora qualche ora nel parco, poi ritorno a kusadasi.
Restiamo in totale altri 4 giorni a kusadasi, facendo interminabili partite a backgammon con i turchi (lì è il gioco nazionale).
Ogni sera con tutte le persone della pensione si organizza una mega grigliata di pesce freschissimo, birra, e danze…Di giorno esploriamo i dintorni trovando paesino dell’interno magnifici, oppure poltrendo al mare.
Poi decidiamo di continuare verso nord. Volevamo arrivare sino a Smirne e da lì imbarcarci per CHIOS, un’isola greca. Arriviamo a IZMIR, Smirne, arriviamo di notte, un golfo ampio, con migliaia di luci colorate, sparse sulle colline, che si riflettono nel mare nero…Meraviglioso.
Cerchiamo una pensione. Un taxista ci porta alla “migliore di izmir”.
Un palazzo enorme, gigantesco, di 6/7 piani. Entriamo, c’è il portiere notturna, chiediamo una camera da 5. Il prezzo è molto basso. La prendiamo al volo.
Dietro la reception c’è il classico porta-chiavi. Solo che lì è lungo 5 metri e alto 2! Ci saranno almeno 300 stanze. E tutte le chiavi sono lì. Tutte, tranne la nostra! Il portiere ci accompagna fino alla camera.
I corridoi ampi hanno i pavimenti in piastrelle tipo cucina della nonna, i muri sono dipinti tutti di azzurrognolo sino a metà parete, poi bianchi, le lampadine , una ogni morte di papa, sono giallognole, soffitti altissimi…E notiamo che le lungo i corridoi ci sono decine e decine di finestre con la maniglia rivolta verso il corridoi! Infine arriviamo alla camera, la apre e se ne và. Dentro 5 letti da ospedale, con le ringhiere sulla testata. Una sola finestra verso il corridoio con apertura dall’esterno e sbarre all’interno! Un lavandino e a fianco, a vista, un water! Era un manicomio riadattato a pensione statale! Ecco perché non c’era nessuno.
Abbiamo faticato ad addormentarci.
Ci svegliamo e andiamo a vedere la città , che tanto ci era piaciuta al buio.
Orrenda. Una città moderna, squallida, un enorme periferia, anche in centro. La città più periferica del mondo. Nulla di interessante.
Vagando senza meta, arriviamo ad un bagno turco.
Entriamo. Non è per turisti, i prezzi sono bassissimi, ci sono solo turchi. (anche perché quale turista sano di mente andrebbe ad agosto a Smirne?). Ci spogliamo, mettiamo l’asciugamano in vita e entriamo nella prima sala, bellissima, con fssci di luce che filtravano dal soffitto a cupola e si facevano strada a forza tra i vapori bollenti…Bellissimo e una sensazione stupenda. Ci siamo solo noi in quella prima sala.
Ci rilassiamo; siamo seduti su un rialzo di pietra diviso in tante cellette da separè in marmo alti 1 metro, ogn’uno ha una ciotola di metallo e due rubinetti, uno per l’acqua calda e per quella fredda.
Arrivano 2 turchi. I turchi veri. Quelli che avevamo a malapena intravisto.
Alti, grassi, obesi, enormi, con delle panze gigantesche, pelosi all’inverosimile, baffi a manubrio, anelli, catena d’oro, capelli unti pettinati con la riga.
Io sono ad uno dei due estremi della nostra fila. I due turchi si piazzano nelle 2 celle vicino a noi. Uno mi è a fianco. Urlano e ridono tra di loro.
Gli altri 4 iniziano a dirmi che ora mi faranno brutte cose al mio didietro…Rido… Dopo un po’ il turco nella celletta vicino alla mia, inizia a parlarmi, in turco. Gli sorrido e cerco di fargli capire che non parlo la sua lingua. Quello ride, prende il sapone, si insapona per bene le mani e inizia a farmi un shampoo! Resto impietrito, lui ride, il suo amico pure, i miei 4 “amici” ridono, io no.
Gli faccio cenno di smetterla, lui continua.
Allora riempio la ciotola di metallo di acqua bollente e gli la verso sui suoi girelli di famiglia. Urla si incazza come un bisonte, si alza in piedi, l’amico lo ferma e lo porta nella sala successiva, il tiepidarium. Noi, io soprattutto, aspettiamo che arrivino al frigidarium prima di andare noi nel tiepidarium.
I turchi dopo mezz’ora se ne sono andati, arriviamo nella sala più fresca, dove veniamo, prima lavati con un guanto di crini, doloroso, poi insaponati, e infine lavati, il tutto da turchi.
Poi ci sdraiamo due alla volta sull’enorme pietra levigata posta al centro della sala. Arrivano due muscolosissimi massaggiatori, ci cospargono di olio e balsami, e quando siamo belli unti come delle patatine di mc donald’s iniziano a torturarci lentamente. Chiavi articolari, gambe dietro le orecchie, braccia piegate ad angoli impossibili. Scopriamo così di avere almeno un centinaio di nervi, muscoletti e tendini che non avevamo mai usato e che ci dolgono tremendamente.
Poi ci rilaviamo e dopo quasi 2 ore di hamam, usciamo all’aperto. Prezzo 6.000 lire, incredibile! Anche Smirne ci pare più bella…Beh non esageriamo, diciamo che ci faceva meno schifo.
Restiamo ancora quella notte nel manicomio, poi il giorno dopo andiamo a cercare i biglietti per andare a CHIOS. Zero. Non esiste alcun traghetto tra Smirne e le isole greche, solo per Atene.
Eravamo in giro già da 25 giorni, alcuni di noi dovevano essere a Milano entro pochi giorni per partire con le fidanzate! Oltretutto avevamo praticamente finito i soldi. Giusto per i biglietti dei traghetti e del treno.
Prendiamo un autobus per Kusadasi, si torna indietro, andiamo altri 2 giorni nella stessa pensione, andiamo in giornata sino a bodrum, carina ma ci aspettavamo di più, poi arriva l’ora del lungo viaggio di rientro.
Andiamo in dogana.
Carta d’identità…Il doganiere ci chiede la bandierina di cartone che ci avevano dato all’ingresso in turchia.
In 4 gliela diamo, IL PLAYBOY AFFRANTO no! L’ha buttata in un cestino appena entrati in turchia, pensando fosse una pubblicità o qualcosa di simile.
Il traghetto per samos con la coincidenza per atene parte dopo pochi minuti! Il doganiere non vuole farlo passare, litighiamo, discutiamo, la vinciamo. Il nostro caro amico demente può partire con noi.
Arriviamo a samos, prendiamo il traghetto enorme per atene. Ci attendono circa 18 ore di navigazione. Andiamo su uno dei ponti all’aperto, e ci piazziamo sulle panchine a dormire.
Il PLAYBOY ha un raffreddore incredibile, continua a soffiarsi il naso con i tovagliolini di carta che ha preso al bar del traghetto…Starnuta, soffia, starnuta, soffia…
Ore dopo, si presenta un ufficiale a chiedere i biglietti. IL MINGHERLINO sta dormendo sotto ad una panchina, per ripararsi dal vento, con il suo zaino addosso. L’ufficiale non lo vede, lui non si sveglia. Ci buca i biglietti e arriva dal PLAYBOY…Ebbene si, ecco l’ultima, ha perso il biglietto! Cerca ovunque, non lo trova. Nessuno di noi ha i soldi per ripagarlo. O il treno sino a Milano o il biglietto del PLAYBOY.
Treno.
Lui continua a cercare disfa lo zaino, l’ufficiale va a bucare altri biglietti lì vicino. IL PLAYBOY ha un colpo di genio! Vede sotto la panchina il MINGHERLINO, lo sveglia silenziosamente, si fa passare il suo biglietto, IL MINGHERLINO si riaddormenta a bomba. Lui tutto tronfio va dall’ufficiale, quello gli sorride e buca il biglietto e se ne va.
Lui è orgoglioso per la trovata…Ma non riesca capire dove sia finito il biglietto…
Poco dopo starnutisce ancora, si infila una mano nella tasca dei pantaloncini, tira fuori una pallottola di carta e tra il muco e altre amenità c’è il biglietto. Ci si era soffiato il naso! Non mangiamo per tutto il giorno. Arriviamo ad atene, mangiamo dei souvalki, un paio a testa, poi finiamo i soldi.
Traghetto patrasso – brindisi. Una fame cieca.
Vagando per la nave arriviamo al ristorante…Stiamo crollando dalla fame, la tentazione di mangiare e di fare il tratto in treno chiusi nei bagni non ci appare più così remota, poi…Vediamo…E in 5 pensiamo la stessa cosa.
Non è ora di pranzo, e c’è solo una famiglia di obesi americani. Marito, moglie e 2 figli, per una tonnellata totale; in 4 hanno ordinato 3 polli alla griglia interi e 2 vassoi di patatine! Sono a fine pasto, si alzano pagano, se ne vanno. Sul tavolo resta (ai nostri occhi) un ben di dio.
Il cameriere da dietro il bancone inizia ad andare verso il tavolo per sparecchiare. Ci lanciamo come faine, come avvoltoi sulle carcasse, probabilmente abbiamo pure ringhiato ed abbaiato al cameriere, che se ne va disgustato, mangiamo tutto, succhiamo le ossa, anche le patatine mezze morsicate…Restano solo le ossa più grosse! Mangiavamo e ridevamo, rischiavamo di soffocarci, ridevamo come matti, come dolo 5 dementi di 20 anni possono fare. Giuro che è stata una delle mangiate più divertenti e succulenti della mia vita. Mai ho mangiato con così tanto gusto! Il viaggio prosegue fortunatamente senza altri spiacevoli intoppi, triste come tutti i viaggi di ritorno…Lentamente arriviamo, brindisi, treno, MILANO – STAZIONE CENTRALE.
È passato un mese. È finita anche quest’anno.
Sarà l’ultima vacanza che facciamo tutti insieme.
Ci si rivede ancora, raramente, e più per caso che per volontà, avendo tutti la casa in montagna nello stesso posto.
La Turchia mi è rimasta dentro, ci sono poi tornato altre due volte, e quest’estate 2002 , ci torno ancora per vedere questo meraviglioso paese, con posti stupendi, abitato da gente simpaticissima, e semplice, ospitale e generosa.
E poi con dei ricordi così…
Ciao paolo-milano