Turchia, da Istanbul ad Antalya
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Il tour, di una settimana, prevede le visite di Istanbul, Bursa, Hierapolis e Pamukkale, e Antalya, percorrendo più di 900 km in pullman. Volo con Pegasus, compagnia low cost turca, con scali Orio al Serio e Istanbul Sabiha Gokcen. Al ritorno volo interno da Antalya a Istanbul Sabiha Gokcen, e poi Italia.
Gli alberghi quattro stelle, tutti buoni tranne quello di Antalya, da dimenticare.
1° giorno
Partenza. Da ricordarsi che in Turchia bisogna spostare le lancette degli orologi di un’ora avanti! In aeroporto ci attende la guida, una ragazza, che ci accompagnerà per tutto il tour. Spostamento verso l’albergo, Mim Hotel, che è nella parte nuova di Istanbul; belle stanze, buon buffet, purtroppo è abbastanza defilato e per muoversi la sera bisogna per forza prendere il taxi.
La prima cosa che ci colpisce è il traffico… tantissime auto in colonna a passo d’uomo… se si calcola che nell’area di Istanbul sono censite 17 milioni di persone ci si fa un’idea di cosa possa essere un’ingorgo…
2° giorno
Dopo un’abbondante colazione, il pullman ci porta in Piazza Sultanhamet per le imperdibili visite alla Moschea Blu, ad Haghia Sophia ed alla Cisterna Basilica. Questi monumenti sono così famosi che non mi ci dilungherò… in due giorni del resto si può pretendere solo di avere un’idea di quello che è questa città, non certo scoprirla tutta.
Attraversiamo l’Ippodromo, e con la fantasia cerchiamo di immaginare come doveva essere ai tempi dell’Impero d’Oriente… un grande Circo Massimo dove si svolgevano corse di carri, gare atletiche, che fu teatro anche di sommosse e rivolte sanguinose. Pranziamo nelle vicinanze, un ristorantino con cucina turca, non male, e poi il primo tributo allo shopping: il Bazar Egiziano, o Mercato delle Spezie. Ogni tipo di spezia, di thè, dolci, in un trionfo di colori e sapori… non si può non cedere. Di fronte all’entrata del mercato c’è la Moschea Nuova, dove siamo entrati solo nel primo cortile.
Fa molto caldo, ma per fortuna girano tanti venditori di bottigliette d’acqua minerale…
Dopo, ci rechiamo alla Chiesa di San Salvatore in Chora, con all’interno degli stupendi mosaici bizantini, trasformata ora in museo (come del resto Santa Sofia).
Ci tuffiamo ancora nel traffico per il ritorno in albergo (più di una volta il nostro pullman deve manovrare a causa di parcheggi selvaggi in curva… abbiamo un autista bravissimo). Dopo cena, essendo il nostro anniversario, ci facciamo portare in taxi a Besiktas, dove ci sono diversi localini con vista sul Bosforo.
I taxi a Istanbul non sono cari, nonostante invece la benzina sia carissima; ma i tassisti, vi assicuro, sono fuori di testa. Mi piacerebbe leggere una statistica dei passeggeri morti d’infarto!
3° giorno
Oggi è la volta del Palazzo Topkapi. Per quattro secoli è stata la reggia dei vari Sultani Ottomani, ha una splendida vista sul Bosforo ed all’interno, tra gli innumerevoli padiglioni, ci sono quelli più famosi del Mantello Sacro (con reliquie del profetta Maometto) e del Tesoro, con pezzi famossimi come il Diamante Kasikci e il pugnale Topkapi. All’esterno gli appartamenti privati del Sultano, ovvero l’Harem. Qui ci si immerge nell’atmosfera da Mille e una Notte, immaginando il sultano tra mogli, favorite, concubine, eunuchi…
Poi il pullman ci porta all’imbarco per la Crociera sul Bosforo, dove Europa e Asia si fronteggiano. Tra le curiosità, le case in legno del periodo ottomano e gli appartamenti stramilionari…
Al ritorno, ristorante con menu turco (anche se vicino al porto c’erano delle griglie che arrostivano pesce che facevano venire l’acquolina in bocca) e poi ci dirigiamo verso il quartiere Eyup, il più tradizionalista di Istanbul (qui quasi tutte le donne sono coperte da capo a piedi), all’estremità del Corno d’Oro, dove prendiamo la Teleferica e saliamo fino al Caffè Pierre Loti. Da quassù si gode un panorama spettacolare del Corno d’Oro; al ritorno, passeggiando in mezzo ad un cimitero, apprendiamo di come i morti vengono accuditi in Turchia. Ad esempio che la cura delle tombe è a carico del comune; che i morti vengono sotterrati senza cassa (sarà per questo che il cimitero è pieno di gatti?).
A sera, non resistiamo ed andiamo a vedere Piazza Taksim, che fino a qualche giorno fa è stata teatro di scontri tra manifestanti (tutto è iniziato, lo ricorderete, per difendere Gezi Park dall’attacco delle ruspe che lo volevano trasformare in centro commerciale… ma poi è diventata una vera ribellione contro lo stravolgimento dei principi dello stato laico che questo governo _ secondo i manifestanti _ sta perseguendo). Tantissimi poliziotti in assetto antisommossa, un gruppo di ragazzi stava inscenando un flashmob, rivolti immobili verso la bandiera turca, simbolo della repubblica (e quindi degli ideali di Ataturk).
Da Piazza Taksim parte la bellissima Istiklal Cadesi, una via pedonale lunghissima e piena di negozi, di musica, di locali, caotica, rumorosa, elegante con i tanti palazzi dei consolati che vi si affacciano; cammina, cammina, si arriva fino alla Torre di Galata…
Rischiamo ancora le coronarie prendendo il taxi, e torniamo in albergo salutando Istanbul.
4° giorno
Lasciamo Istanbul, per dirigerci a Bursa. Per evitare il traffico micidiale, prendiamo il traghetto che attraversa il Mar di Marmara; sbarcati dall’altra parte, andiamo a pranzo in un bel ristorante nel verde, che purtroppo ha la bella idea di cucinare spaghetti e polpettine… io amo gli spaghetti ma in Turchia voglio mangiare turco!
Se eravamo tedeschi cosa ci facevano, wurstel e crauti?
Dopo pranzo quindi andiamo a Bursa, antica capitale ottomana: visitiamo la Moschea Verde e il vicino Mausoleo Verde, con la tomba del Sultano Mehmet e della sua famiglia . Come per la Moschea Blu di Istanbul, il nome è dato dal colore predominante delle maioliche originali dell’interno. Del resto Bursa è detta “la verde Bursa”… Altro ci sarebbe da vedere, ma il tour prevede la visita al vicino Mercato della Seta. In questa bella struttura ci sono tanti negozi di seta di ogni qualità ed abbiamo preso qualche regalino senza svenarci; all’interno, per ristorarsi, un cortile ombreggiato con diversi bar.
Finito lo shopping si va in albergo, il più bello del tour, il Baia Hotels, che ha anche una spa all’interno a disposizione dei clienti. Peccato che sia parecchio lontano dalla città, e quindi per la serata si può solo fare una capatina al vicino centro commerciale, due chiacchiere e via.
5° giorno
Questa è la tappa più lunga, quindi sveglia alle 5:30 e partenza alle 6:30… ci fermiamo nell’antica città romana di Aizanoi, e visitiamo il tempio di Zeus. E’ una zona poco abitata, in questo tratto i vantaggi del viaggio organizzato sono apprezzati… a pranzo ci fermiamo in un ristorante lungo la strada, con un buffet; poco dopo ripartiti, qualcuno inizia ad avere qualche problemino di pancia, ma non ci sono posti per fermarsi… dobbiamo andare avanti un bel po’ prima di trovare ancora qualche struttura. Finalmente arriviamo a Hierapolis e Pamukkale… le formazioni bianche di travertino di Pamukkale, con le cascatine di acqua termale, valgono la visita. Sono patrimonio dell’Unesco, ma ciò nonostante stavano per essere irrimediabilmente perse per incuria; adesso per fortuna sembrano messe in sicurezza. Hierapolis era un’antica città greca, ritenuto il luogo dove fu martirizzato l’apostolo Filippo; e recentemente, infatti, proprio un italiano ha scoperto la tomba che veniva venerata dai fedeli nei tempi antichi. C’è una piscina termale di epoca romana rimessa in funzione, e dato il caldo abbiamo rimpianto di non avere tempo a disposizione per il bagno…
Con gli occhi ancora abbagliati dal bianco di Pamukkale andiamo in albergo, il CH Hotels di Denizli, buon albergo e buon buffet.
Dopo cena ci aspetta lo spettacolo dei dervisci rotanti. La loro danza è una forma di meditazione, dunque non bisogna prenderla come uno spettacolo artistico; noi siamo andati con le migliori intenzioni, ma purtroppo la struttura non adeguata (un tendone) lasciava filtare i rumori esterni, e quindi la magia del momento veniva un po’ a perdersi.
6° giorno
La giornata prevede l’arrivo ad Antalya; la mattinata è dedicata alla visita della cooperativa di tappeti, dove ci vengono mostrate tutte le fasi della lavorazione di un tappeto (di quelli più pregiati, quelli di seta… incredibile quanto lavoro ci sia dietro). I tappeti sono tutti controllati e garantiti dallo Stato, ce ne sono di bellissimi e ci facciamo tentare… contrattiamo un bel po’, ed alla fine siamo contenti.
Pranzo in una specie di autogrill, decisamente il peggiore del tour; servizi igienici scarsi ed esterni al locale… forse quello che mi è successo dopo è colpa di questo posto…
Nel pomeriggio, dopo esserci fermati a fotografare la cascata con la scultura di Ataturk, e poi la spiaggia di Antalya, arriviamo in albergo, il Grida City. Evitatelo. E’ lontano dal mare, lontano dal centro storico, si affaccia su una specie di tangenziale trafficatissima e le camere che ci hanno assegnato sono con letti sgangherati e aria condizionata spesso non funzionante. Inoltre capitiamo proprio al sabato e domenica, e vengono celebrate delle feste di matrimonio, sul bordo della piscina, con canti e balli fino alla mezzanotte.
Come ciliegina, nella notte sono colto da un attacco di gastroenterite violenta… per fortuna che il tour è quasi finito.
Stasera come escursione facoltativa era previsto uno spettacolo folcloristico, con danza del ventre femminile e maschile. Noi abbiamo declinato, ma chi c’è stato si è divertito.
7° giorno
Noi lo passiamo in camera (che ci siamo fatti cambiare, questa è decente).
Gli altri vengono portati alla visita in un centro orafo e poi ad una sfilata di abiti in pelle, altre occasioni di shopping. Del resto, il viaggio costa così poco proprio perché ci sono questi sponsor che coprono parte dei costi, di cui ovviamente rientrano grazie ai turisti… comunque gli acquisti non sono obbligatori, e i venditori non sono asfissianti come si può temere.
Altre cose che ci siamo persi sono la crociera della costa turchese, e la visità alla città vecchia di Antalya, che mi hanno descritto come molto turistica.
Noi invece ci siamo avventurati nel vicino centro commerciale, dove abbiamo potuto constatare che i negozi di firme hanno i prezzi più o meno uguali ai nostri, mentre i generi di prima necessità effettivamente costano meno.
8° giorno
Sgraditissima sorpresa, il volo interno è stato anticipato per cui ci aspetta una levataccia; sveglia alle 3! Restiamo quindi più di 3 ore a Istanbul Sabiha Gokcen, facciamo gli ultimi regalini, e arriviamo a casa all’orario previsto.
A parte la disavventura finale, il tour ci è piaciuto e ci rimane la voglia di approfondire la conoscenza di questo grande Paese (Istanbul, la Cappadocia, la regione egea… c’è un mare di cose da vedere) e di trovare ancora una grande repubblica laica, tollerante e ospitale.