Turchia… Cappadocia e Anatolia orientale

Viaggio itinerante fai da te in Turchia
Scritto da: paola.1966
turchia... cappadocia e anatolia orientale
Partenza il: 04/09/2011
Ritorno il: 23/09/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Ascolta i podcast
 
Dopo aver letto un racconto di viaggio decidiamo di visitare una parte poco turistica: la Turchia orientale.

Partiamo da Malpensa domenica 4/9 con un volo della Austrian che fa scalo a Vienna, prenotato a giugno con Govolo (344,00 euro), che ci porterà ad Istanbul.

Arrivati all’aeroporto Ataturk prendiamo la metropolitana e il tram per andare a Sultanahmet dove abbiamo prenotato un albergo trovato tramite booking.com (hotel Meddusa euro 59,00 a notte con colazione). L’albergo non è facile da trovare perché nascosto tra altri locali. Quando arriviamo in camera ci accorgiamo che l’aria condizionata non funziona. Con qualche difficoltà (parlano poco l’inglese) riusciamo a farci cambiare la stanza che però è piccola e il bagno ha un sanitario che perde; cosa usuale in tutta la Turchia, come scopriremo in seguito.

Alloggiamo per un paio di giorni ad Istanbul cercando di visitare quanto ci era sfuggito durante il nostro ultimo viaggio di qualche anno fa.

Ci rechiamo all’Aghia Sofia nel tardo pomeriggio quando non ci sono code e il turismo di massa delle crociere è sparito; attenzione ai giorni di chiusura dei luoghi da visitare sono giorni infrasettimanali e non sono tutti uguali.

Ci siamo inoltrati nelle vie vicino al mercato delle spezie che sono piene di negozi dove puoi trovare qualsiasi cosa ed abbiamo avuto conferma che il detto “se cerchi qualcosa e qui non la trovi, allora non esiste!” è proprio vero. Abbiamo scovato anche un Pide Salun che sfornava sotto i nostri occhi delle gustosissime pide.

Alla sera abbiamo cenato in un self service in Istikal Caddesi dove ci sono piatti in esposizione al posto del menù e c’è sempre pane a volontà. Peccato che i nomi dei cibi siano incomprensibili in compenso è tutto molto buono.

Il nostro itinerario prevede di spostarci in Cappadocia così andiamo al terminal degli autobus per prenotarne uno notturno. Il terminal mi ha impressionato per la sua grandezza. Abbiamo fatto fatica a comunicare perché l’inglese, come scopriremo meglio poi, (Sultanahmet fa eccezione) si parla molto poco per cui è difficile farsi capire ma soprattutto capire il turco!

Comunque prenotiamo per la sera seguente con la Suha (60tl a persona) il trasferimento notturno di 12 ore che ci porterà a Kayseri dove abbiamo noleggiato una macchina dall’Italia tramite internet dal sito www.rent.it (16 gg circa 387 euro senza cauzione).

L’autobus è confortevole ed ha il doppio autista in previsione del lungo viaggio. Si possono vedere film, la tv o ascoltare musica perché sul retro di ogni poggiatesta vi è uno schermo e alla partenza vengono consegnate delle cuffie. Sul bus è presente una hostess. La nostra era una biondona con la divisa di una taglia più piccola e quindi molto attillata, una dose molto abbondante di profumo e non parlava una parola di inglese. Insisteva a porci delle domande in turco ed era molto scocciata perché non le rispondevamo. Il bus fa tre soste e durante il viaggio la hostess distribuisce acqua o the, l’unico handicap è il bagno. Il bus ne è provvisto ma non è agibile perché utilizzato come deposito di beveraggi ecc.

Arriviamo al terminal di Kayseri la mattina presto così decidiamo di acquistare già il biglietto per il bus notturno di ritorno visto che il viaggio è stato buono. Purtroppo non ci riusciamo perché, a parte il solito problema linguistico, insistono nel dire che i bus sono tutti prenotati e quindi rimandando il tutto, andiamo in cerca di un taxi che ci porti dove dobbiamo ritirare l’auto.

I taxisti turchi sono fortissimi, quando non conoscono un indirizzo incominciamo a telefonare ovunque per farsi spiegare la strada e anche se la prima volta pensi che si sia perso alla fine ti porta nel posto giusto.

Ritiriamo la macchina una Chrysler Aveo nera e andiamo alla ricerca di un benzinaio per fare il pieno perché a differenza dei soliti noleggi questa te la danno a secco e la devi riconsegnare a secco.

Navigatore e cartina alla mano usciamo da Kayseri per raggiungere Goreme dove tramite internet il giorno prima abbiamo prenotato un paio di notti (Kemal’s house euro 40,00 a notte con colazione).

Goreme è una cittadina molto tranquilla nonostante sia il centro della Cappadocia, i bus turistici passano spesso nella giornata con molti turisti ma la sera non si fermano. Qui l’inglese è più parlato e capito che altrove probabilmente perché più turistica. Abbiamo cercato di visitare il museo all’aperto ma probabilmente è meglio andarci alla mattina appena aperto; quando arrivano i pulman turistici è un disastro, non si riesce ad entrare. Così siamo fuggiti e ci siamo rifugiati nella vicinissima valle di Zemi che si può percorrere a piedi ed ogni tanto sostare all’ombra di qualche camino delle fate per riposarsi.

Non fatevi mancare una visita al vicino castello di Uchisar che ha un panorama a 360 gradi sulla Cappadocia oppure il tramonto dal punto più alto di Goreme è spettacolare.

Siamo andati nella valle di Ilhara sino a Belisirma, partendo alla mattina presto c’è meno confusione ed è molto bella. Abbiamo poi cercato di visitare la città sotterranea di Derinkoyu e posso dire, con il senno di poi, che per fortuna non ci siamo riusciti; quasi all’ora di chiusura, infatti, circa alle 16.30, siamo andati a Kamakli una località con caratteristiche simili. Saremo rimasti circa 10 minuti e di corsa a causa dell’affollamento ed inoltre non è troppo interessante ma soprattutto perché stare sottoterra è una brutta sensazione.

Verso sera siamo andati a fare un giro nella valle di Soganli dove ci sono alcune chiese all’aperto: sarà la luce della sera oppure l’isolamento ma questa valle è stupenda.

Sabato (10/9)

La mattina partiamo per Sivas iniziando così la nostra vacanza itinerante in auto. Ci affidiamo al navigatore e questo ci dirige bene tranne quando arriva nelle città, lì impazzisce e riusciamo a capirne anche il motivo. In Turchia quando arrivi in una città il navigatore ti porta in centro e per i turchi il centro è la via principale in cui ci sono mille negozi che vendono quantità esorbitanti di merce di ogni tipo.

Loro si muovono in macchina ma principalmente sui pulmini (perché magari arrivano dalla periferia) e gli stessi vengono parcheggiati male o in doppia fila creando così ingorghi, per cui arrivando da strade dove incroci solo qualche camion o sporadiche macchine stipate di gente ti ritrovi catapultato nel traffico tipico di una città del sud Italia.

Parcheggiamo lontani dalla via principale per cercare un posto dove dormire visto che la Lonely Planet a questa cittadina dedica solo un misero trafiletto dicendo che ci sono pochi alberghi. Noi invece ne troviamo diversi e ne scegliamo uno in zona centrale (Otel Fatih 70tl a camera con colazione) l’unico problema è sempre la lingua ma alla fine riusciamo in qualche maniera a capirci. Tutti gli alberghi che abbiamo trovato durante la vacanza erano sempre dotati di connessione wi-fi e aria condizionata.

Sivas è una normale cittadina con una bella moschea almeno esternamente visto che era in fase di ristrutturazione. Alla sera abbiamo cenato in un locale consigliato dalla Lonely dove abbiamo mangiato bene ma soprattutto quando si sono accorti che eravamo turisti ci hanno portato in cucina per presentarci le donne che cucinavano; come sempre non sappiamo che cosa abbiamo mangiato. Ci siamo fatti scrivere su un pezzettino di carta i nomi (due zuppe Tarhana e Yayla, Igli Köfte) era tutto buono e abbiamo pagato veramente poco (16 tl).

domenica (11/09)

La mattina ci dirigiamo verso il mar Nero e visto che è domenica quando attraversiamo i paesi incrociamo diversi matrimoni che non passano inosservati perché la macchina è confezionata come una bomboniera e il corteo non è solo di macchine ma di pulmini stipati con tante persone abbastanza rumorose. Durante il viaggio cambiamo totalmente paesaggio: passiamo dalle grandi distese di campi gialli oro dove non molto tempo prima è stato tagliato il grano a zone più verdeggiante perché iniziamo a salire. Infatti incontriamo anche l’unica perturbazione di tutta la vacanza: pioggia fitta, nuvole basse e nebbia e con queste condizioni arriviamo a Unye dove facciamo fatica a trovare alloggio.

Tra un acquazzone e l’altro raggiungiamo Persembe dove riusciamo a trovare una camera per la notte (hotel Dedeevi 100tl a camera con colazione). Pensavamo che sul mare avremmo trovato un maggior numero di alberghi ma loro hanno un altro concetto di lungomare: non esiste proprio. Fossimo stati in Italia ci sarebbero stati alberghi, bar e spiagge con ombrelloni, qui invece troviamo soltanto un ristorante circondato da pescherie con un profumo di pesce alla griglia. Appena smette di piovere facciamo un giretto a piedi e scopriamo un paesino tranquillo dove le panetterie sono una percentuale alta rispetto agli altri negozi: ma quanto pane mangiano i turchi? Certamente lo sanno fare bene visto che è proprio buono!

lunedì 12/9

La mattina il tempo è tornato bello e decidiamo di dirigerci a Trabzon, la strada che percorriamo e che costeggerà per tutto il tempo il mare è molto bella e poco trafficata come sempre. Troviamo anche dei posti di blocco con autovelox ma abbiamo capito come funziona in Turchia, a terra viene messo un cartello per segnalare che c’è un posto di blocco poi si vede la macchina con l’apparecchio che registra la velocità e più avanti c’è la pattuglia che ti ferma se lo hai superato.

In questo periodo ci sono le nocciole e lo si può capire perché lungo la strada ovunque vedi gente che sopra dei teli stende nocciole per farle seccare al sole: sono ovunque anche in mezzo alla carreggiata.

Arriviamo a Trabzon, naturalmente nel centro e anche qui dopo aver lottato con il traffico e il navigatore troviamo dove dormire (Otel Anil 70tl a camera con colazione e otopark) e affidiamo loro la macchina visto che non sappiamo dove parcheggiarla.

La città è molto caotica con tantissima gente che viene qui da fuori per shopping e per mangiare soprattutto si vedono tanti ex sovietici. Infatti ci sono molti pulmini che giornalmente arrivano carichi di persone che rimangono qui solo la giornata e la sera rientrano carichi di sacchetti.

Qui incominciamo a vedere le file ai bancomat. In Turchia ce ne sono tantissimi e spesso hanno anche lo scanner per rilevare l’impronta digitale ma quello che ti colpisce sono le code che si formano in certe ore della giornata.

martedì 13/9

Il martedì mattina, dopo aver recuperato la macchina, ci dirigiamo verso l’interno per visitare Sumela a cui si accede da una strada che attraversa un parco in cui si paga un pedaggio. Cambia ancora il paesaggio e la temperatura. Sumela è abbarbicata sulla roccia e le foto che si vedono sono fatte da un punto panoramico lungo la strada che porta all’ingresso.

Nel primo pomeriggio raggiungiamo Erzurum, ancora problemi con la lingua nonostante sia meta turistica per lo sci! Il panorama che la circonda, soprattutto al tramonto, è stupendo.

mercoledì 14/9

Infatti la mattina facciamo colazione in terrazza (Otel Polat 100tl a camera con colazione) da cui si possono vedere le montagne che la circondano che sono proprio belle. Ripartiamo per Dogubayazit e il paesaggio cambia ancora si fa più secco e lungo la strada ci capita anche di vedere un cucciolo di orsetto nero morto, probabilmente investito durante la notte, sob! Arrivati a destinazione facciamo molta fatica a trovare un posto dove dormire perché qui siamo al confine con l’Iran direttamente sotto l’Ararat che tanto per cambiare è incappucciato. Alla fine troviamo una camera (Otel Tahran 50tl a camera con colazione), l’albergo è segnalato dalla Lonely Planet infatti il proprietario è un ragazzo giovane che parla benissimo l’inglese ci ha aiutato con i parcheggiatori e non ci ha fatto pagare la lavanderia. Nonostante tutto l’albergo è orrendo. La stanza ha la moquette a puzzle e il bagno non me la sento di descriverlo, per fortuna che è solo per una notte. Per pranzo compriamo della frutta buonissima che costa pochissimo e andiamo a visitare Ishtan Pasha, molto bello ma stanno esagerando a restaurarlo. Purtroppo non è l’orario migliore perché il sole è troppo alto e crea un po’ di foschia. Ci godiamo il tramonto dalla terrazza dell’albergo dove, dissolte le nuvole, finalmente possiamo ammirare l’Ararat.

giovedì 15/9

La mattina partiamo presto visto la nottataccia. Il risveglio non è migliore: senza corrente, senza acqua e con un’arietta pungente. La strada costeggia il confine infatti notiamo una forte presenza di militari, posti di blocco, caserme e torrette sui cucuzzoli delle montagne. Bellissimo come al solito il paesaggio: vulcanico in certi punti con vecchie eruzioni ormai solidificate, molto simili a quelle che abbiamo visto in Islanda e in Sicilia. Ad un certo punto avvistiamo il lago. Grande, bellissimo soprattutto perché incastonato in un paesaggio così diverso dai nostri. Sembra di stare al mare, peccato che, quando ci fermiamo per mangiare qualcosa ci accorgiamo che le rive sono un po’ sporche. Lo costeggiamo tutto anche se ogni tanto lo perdiamo di vista quando la strada rientra verso l’interno e raggiungiamo Tatvan che è una normalissima cittadina. Dopo aver trovato una camera (Dilek hotel 60tl a camera con colazione) ed esserci rinfrescati consultiamo la guida e decidiamo di visitare il Nemrum Dagi (vulcano). Percorriamo una strada panoramica che sale verso il vulcano e lungo la quale incontriamo anche un albergo e un impianto di risalita perché in inverno qui si scia. Quando arriviamo in cima possiamo vedere l’interno del vulcano dove la vegetazione è rigogliosa e ci sono due bellissimi laghi all’interno. Quello più piccolo è caldo per via del vulcano l’altro è più grande ma la temperatura dell’acqua è normale. Questo posto è molto frequentato dalle famiglie turche per le gite, infatti ne troviamo una al riparo di alcune rocce che ci invita a prendere un thè. Purtroppo anche qui è molto sporco, i rifiuti non vengono ritirati e loro stessi non pensano neanche di portarseli certo a casa. Trovi in mezzo ai cespugli di tutto: bottiglie di plastica, bicchieri, tovaglioli e piatti. Alla fine rientriamo e facciamo una passeggiata nella cittadina che oltre alla solita via principale (commerciale) ha una passeggiata pedonale sul lungo lago. Quando rientriamo il proprietario dell’albergo ci invita a prendere un thè con lui e ci presenta un ragazzo che parla anche un po’ di italiano e ci allunga il suo biglietto da visita, fa la guida e accompagna gruppi di turisti d’estate nelle scalate dei vulcani e d’inverno sulla neve. La sera ceniamo in un ristorantino dove le porzioni delle pietanze sono veramente abbondanti, infatti riusciamo a finirle a malapena. Purtroppo in questo ristorantino ci capita, per la prima volta (probabilmente le altre volte non è accaduto perché ci hanno individuato come turisti), di venire spediti da un avventore in una saletta separata che scopriamo solo in seguito (grazie alla traduzione di una frase, ricorrente nei ristoranti, fatta con l’aiuto della guida) essere una sala “per le famiglie” che è un modo carino per dire che era una sala per tenere le donne separate dagli altri.

venerdì 16/9

La mattina partiamo per Diyarbakir e troviamo posto all’otel Birkent (80tl a camera con colazione). Ci fanno parcheggiare davanti all’albergo. Siamo vicino alle mura di questa cittadina in cui regna un caos tremendo e siccome sono le ore più calde e Paola non sta tanto bene, ci riposiamo in camera. Più tardi facciamo un giretto ma il posto è solo un ammasso di negozi che vendono di tutto e chissà a quanto. Ci sono in giro un sacco di bambini, fa moltissimo caldo.

sabato 17/9

La mattina facciamo colazione presto per cercare di partire con il fresco e seguendo le indicazioni preziose dateci dalla guida che abbiamo conosciuto a Tatvan seguiamo il percorso verso il lago formatosi dalla diga di Ataturk risparmiando chilometri e benzina. La cartina e la guida non erano chiare ma devo dire che è un bellissimo percorso soprattutto prima di scendere si ha una vista eccezionale. Prendiamo un traghettino che ci porta sull’altra sponda e così raggiungiamo Karadut. Qui troviamo posto alla pensyon Karadut (60tl a camera con colazione) che fa anche da campeggio. Anche questa ci è stata segnalata dalla guida che ci aveva dato un bigliettino di presentazione visto che è di proprietà di un suo cugino. Ci siamo solo noi e una coppia di francesi in camper. Di giorno fa molto caldo, ma la nostra stanza è un’oasi di pace e tranquillità e frescura, ceniamo lì e per fortuna ci offrono riso in bianco e pollo lesso anche se accompagnati dalla solita insalata di pomodori, cetrioli e cipolle. La notte è un incubo, sul tetto ci sono dei boiler per l’acqua calda che durante la notte si raffreddano e fanno dei rumori tremendi sembra di stare dentro una cascata: un’oasi rovinata.

Domenica 18/9

La mattina sveglia alle 4.30 per andare a vedere il sorgere del sole sulle teste di nemrut dagi, tanto freddo e tanti giapponesi ma lo spettacolo è bellissimo: ne vale la pena. Al ritorno facciamo colazione e conosciamo lo zio della guida che ci suggerisce una strada alternativa per raggiungere la nostra prossima destinazione che passa per il parco dove siamo stati all’alba che non è segnato sulla cartina. In alcuni punti è sterrato ma ci farebbe risparmiare molti chilometri. Infatti la strada è un po’ dissestata però ci permette di ammirare panorami stupendi. Raggiungiamo Malatya dove pensavamo di passare la notte ma siamo stufi di combattere con il traffico del centro e con il navigatore che ci porta sempre in zone improbabili inoltre è domenica e c’è un sacco di gente, preferiamo un po’ di tranquillità e quindi tiriamo diritto per Goreme. Visto che siamo di strada facciamo tappa a Kayseri dove compriamo i biglietti per il bus notturno che ci riporterà ad Istanbul. Alla sera stanchi dal lungo viaggio approdiamo in questa pensione (Kose pensyon 60 tl a camera senza colazione) scelta per i commenti, azzeccatissimi, dei vari viaggiatori. Sono molto ospitali. E’ da considerarsi come un ostello, sembra di stare in casa di qualcuno, la camera è ampia e luminosa abbiamo anche un balcone, senza colazione (non se ne poteva più di quella turca) però loro cucinano su richiesta, c’è anche una piscina che noi non useremo. Sappiamo anche che si mangia bene a cena, ma noi per un paio di giorni non mangeremo quasi nulla, questa volta è Paolo che non sta bene. Per fortuna dopo una giornata a letto, una tachipirina notturna e una bella sudata tutto si risolve e cerchiamo di goderci gli ultimi giorni.

lunedì 19/9

Al mattino si viene svegliati dai rumori delle mongolfiere colorate che si alzano nel cielo. Questo è il più bel posto in cui abbiamo alloggiato in Turchia: finalmente abbiamo un bagno degno di questo nome. Quando le condizioni fisiche lo permettono facciamo anche delle passeggiate a piedi nelle varie valli dove purtroppo imperversano i quad guidati da gruppi di turisti pigri che alzano un sacco di polvere e rovinano il silenzio: però questo è il turismo che paga.

Mercoledì sera torniamo a Kayseri dove al parcheggio del terminal dei bus restituiamo la macchina e attendiamo il bus notturno (Suha bus 55tl a persona). E’ la stessa compagnia dell’andata e purtroppo ritroviamo la bionda e super profumata hostess dell’andata che insiste a parlarci in turco e a chiederci dove scendiamo: ma se il bus è express e farà due sole fermate a Istanbul nei principali otogar (Harem quello turco e Esenler quello europeo) perché insiste? Purtroppo, come all’andata, il bagno è inagibile, e scopriamo che il secondo autista dorme esattamente di fronte allo stesso! Comunque sopravviviamo e arrivati a Istanbul raggiungiamo il nostro albergo con i mezzi pubblici. Andiamo al nostro albergo (hotel Peninsula 55 euro a camera con colazione), l’abbiamo prenotato tramite internet, affidandoci ancora una volta alla Lonely e devo dire che anche questa volta concordiamo perché è molto bello, pulito, confortevole situato in posizione eccellente con personale molto accogliente e disponibile. Purtroppo siamo arrivati presto e la camera non è ancora disponibile quindi lasciamo gli zaini in albergo e andiamo a fare colazione. Torniamo verso mezzogiorno cotti a puntino, doccia e pisolino rigenerante poi via ai bazar per comprare qualche ricordino, rientriamo poi disturbati dal vento che oggi è molto forte ed anche nuvoloso speriamo domani cambi perché la colazione è in terrazza con vista sul Bosforo. La mattina dopo è ancora nuvoloso con vento però facciamo una splendida colazione in terrazza giusto per salutare la Turchia.

Il giorno della partenza è un po’ faticoso, entrambi non stiamo troppo bene infatti ci vorranno un paio di giorni a casa per riprendersi dai problemi intestinali, inoltre la coincidenza del volo a Zurigo è in ritardo, ma questi sono gli imprevisti classici di quando si fanno viaggi con scalo per risparmiare.

Considerazioni:

– molto sporca, non hanno ancora capito che bisogna preservare l’ambiente soprattutto visto che sono all’inizio e magari possono organizzarsi meglio;

– non sono capaci di guidare;

– stanno allargando tutte le strade ma sono dei pasticcioni nei lavori;

– lavorano tanto i campi e lungo la strada vendono quello che si produce (chilometro zero): mai viste tante angurie!

– miliardi di benzinai.



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche