Tunisia2009 in moto
5. Stai coperto non esporti troppo al sole mentre guidi la moto, rischi di ustionarti anche con la crema! 6. La tua carta di credito potrebbe avere delle restrizioni in certe zone della Tunisia (specialmente nell’interno e al sud), indipendentemente dai massimali previsti da contratto con la tua banca. Quindi occhio a portarti con te anche del contante per star tranquillo ed evitare spiacevoli sorprese (ho scoperto che la mia VISA era limitata a 200,00 DIN giornalieri…Vale a dire meno di 100,00 Euro al giorno…Mica tanto se resti fermo più di un giorno nello stesso hotel!)! RIASSUNTO VIAGGIO PER TAPPE: 1. SABATO 30/05/09 IMBARCO E NAVIGAZIONE 2. DOMENICA 31/05/09 NAVIGAZIONE + SBARCO + KAIROUAN (PERNOTTAMENTO) 3. LUNEDI 01/06/09 GAFSA (PRANZO) + TOZEUR + NEFTA (DUNE SABBIA) + ONG JMEL (STAR WARS) + NEFTA + TOZEUR (PERNOTTAMENTO) 4. MARTEDI 02/06/09 CHOTT EL GHARSA + OASI DI MONTAGNA CHEBICA + TAMERZA + TOZEUR (VISITA OASI PALMETO TOZEUR + PERNOTTAMENTO) 5. MERCOLEDI 03/0/09 CHOTT EL JERID + BLIDET + NOUIL + ZAAFRANE + DOUZ (PERNOTTAMENTO) 6. GIOVEDI 04/06/09 MERCATO DOUZ + BIR SOLTANE (BERBERO) + KSAR GHILANE (OASI) + QUAD FORTINO ROMANO (PERNOTTAMENTO IN TENDA) 7. VENERDI 05/06/09 BIR SOLTANE + MATMATA + TOUJANE + MEDENINE + GABES (PERNOTTAMENTO) 8. SABATO 06/06/09 EL JEM (ANFITEATRO ROMANO + MUSEO) + HAMMAMET (PERNOTTAMENTO) 9. DOMENICA 07/06/09 MEDINA VECCHIA HAMMAMET + TUNISI + IMBARCO 10. LUNEDI 08/06/09 SCALO MALTA (VISITA IN AUTOBUS TURISTICO + GIRO BARCA BLUE GROTTO) 11. MARTEDI 09/06/09 NAVIGAZIONE + ARRIVO GENOVA
EQUIPAGGIAMENTO ESSENZIALE: GIACCA DA MOTO + GUANTI FELPA (PER VIAGGIO IN ITALIA E SULLA NAVE) SCARPONCINI ALTI DA TREKKING (O SCARPE MOTO) CREMA PROTETTIVA AL 20 CONFEZIONE MOMENT SPRAY IGIENE AMUCHINA CEROTTO SPRAY BUSTE POLASE INTEGRATORE SALI MINERALI CONFEZIONE COLLIRIO SPRAY AMUCHINA CUTE DISINFETTANTE CINGHIE + ELASTICI VARI PER FISSARE BAGAGLI ALLA MOTO GUIDA TURISTICA CARTINA GEOGRAFICA (NO GPS) TANICA BENZINA EXTRA 5 L VUOTA CIABATTE INFRADITO BOMBOLETTE ARIA PNEUMATICI FLACONI FERMENTI LATTICI DOMENICA 31/05/09 Dopo esserci ingozzati a bordo per un giorno intero e bruciato qualche decina di Euro al casinò della nave, sbarchiamo finalmente al Porto di Tunisi (Goulette) verso le ore 19.00 dopo aver foraggiato con € 20,00 il “muto”, l’ultimo doganiere prima di essere liberi, che si dà subito da fare con timbri e penna per snellire le pratiche doganali (nota: non mostrare soldi ai primi doganieri, quelli in divisa, hanno sguardi poco corruttibili, meglio rigar dritti e non dire o fare nulla di più di quanto richiesto).
Il nostro primo obiettivo è quello di raggiungere Kairouan per il pernottamento, sono circa 170km di strada da Tunisi, il sole è ancora abbastanza alto quindi tutto regolare. Come usciamo dal porto ci lanciamo subito alla ricerca dell’unica strada normale (non autostrada) diretta a Kairouan segnata sulla cartina, ma naturalmente non la troviamo e dopo aver girato un po’ finiamo nel mezzo di Ben Asour, un paesotto attaccato a Tunisi, il cui centro a quell’ora (o magari sempre) è caotico e facciamo un po’ fatica a lasciare la via principale presa d’assalto. Riusciamo in qualche modo a tornare sulla strada diretta a Tunisi: abbiamo perso circa un’ora in mezzo a quell’inferno e comincia a fare buio quindi decidiamo di prendere l’autostrada anche se non abbiamo ancora scambiato gli Euro in Dinari. Ci fiondiamo a tutta birra dentro l’autostrada direzione Sousse, il vento è piuttosto forte e fresco e ci accompagna per tutto il viaggio. Lasciamo l’autostrada a circa 65 km da Kairouan, paghiamo il pedaggio in Euro senza problemi (l’autostrada in Tunisia costa pochissimo 0,90 DIN per due tratte!), anzi, il casellante ci scambia pure dei soldi per pagare il pedaggio successivo. La strada è asfaltata ed è discreta quindi arriviamo a Kairouan intorno alle 22.00, ci fiondiamo all’Hotel Casbah 5* (impossibile non vederlo è un castello!), dove parcheggiamo di fianco ad un Africa Twin targato Italia…Il ristorante sta chiudendo ma facciamo appena in tempo a cenare a buffet e poi a nanna! LUNEDI 01/06/09 Da qui comincia il vero viaggio, il nostro obiettivo di oggi è quello di raggiungere subito il sud della Tunisia per avere il maggior numero di giorni a disposizione per tutti i posti che intendiamo visitare. Quindi la meta è Tozeur. Facciamo una bella colazione sostanziosa, infiliamo due baguette e un paio di arance nello zaino e poi fuoco! Prima di lasciare l’Hotel facciamo conoscenza dei due proprietari dell’Africa Twin che fanno il giro al contrario rispetto al nostro e da Kairouan si dirigono verso Tataouine seguendo la costa orientale.
Dopo circa 170 km di nulla arriviamo a Gafsa, tappa intermedia dove decidiamo di fermarci per pranzo + rifornimento benzina all’AGIL (suona come la nostra AGIP…). La benzina in tutta la Tunisia costa meno della metà che in Italia…Che bella cosa! Pranziamo nel ristorante Orbata dell’Hotel Palace 4* alle porte di Gafsa, ce la caviamo egregiamente con 30,00 DIN in due. Km 670 finora percorsi. Da Gafsa a Tozeur lo scenario cambia man mano che ci si spinge verso l’interno. Circa 40 km prima di arrivare a Tozeur cominciano a vedersi i cammelli allo stato brado.
A circa 744 km percorsi incrociamo per strada due tedeschi di Monaco, anche loro in moto, che erano in nave con noi. Arriviamo a Tozeur intorno alle 16.20, ci fiondiamo all’Hotel Ras El Ain 4* della catena Golden Jasmine (consigliata), dove pernotteremo per due giorni, lanciamo i bagagli in camera e con le moto scariche ripartiamo subito per Nefta (circa 23 Km da Tozeur) dove si può ammirare uno dei set del famoso film di Star Wars, ancora utilizzato per delle riprese cinematografiche. La strada è asfaltata ma media quindi occhio alle buche ai lati! Lo scenario è di palme e deserto e in lontananza si intravede la punta dell Chott El Jerid, lago salato prosciugato che attraverseremo nei prossimi giorni. Da Nefta non troviamo subito la strada per il sito di Star Wars, quindi ci spingiamo fino a 3 km dal confine algerino dove veniamo fermati da un posto di blocco. Ci intimano molto cortesemente di tornare indietro. Ne approfittiamo però per farci circa 800 metri di fuori pista (le nostre moto non ci consentono molto di più) sulle dune di sabbia di Nefta. Dopo un paio di foto torniamo a Nefta e seguendo le indicazioni dei soldati troviamo la strada per Ong Jmel (Star Wars). La strada è una mulattiera lunga circa 15km senza asfalto con creste che fanno vibrare le moto all’inverosimile e avvallamenti di sabbia che fanno sbandare. Carichiamo in moto un bambino del posto che ci aiuta ad evitare gli avvallamenti più pericolosi (in realtà è solo in cerca di un po’ di denaro). La percorriamo tutta a circa 20km/h per evitare di danneggiare le moto. Quindi impieghiamo circa 2 ore tra andare e tornare dal sito. Una volta arrivati però ci si immerge completamente nel deserto, tutt’intorno al set ci sono solo dune di sabbia a perdita d’occhio. Ne vale la pena come primo assaggio di deserto! Raccogliamo un po’ di sabbia in una bottiglietta e ritorniamo indietro. Il sole sta ormai tramontando, lungo la mulattiera deserta incontriamo un branco di cani randagi. Diamo una ricompensa al bambino che ci ha soprattutto tenuto lontani altri tunisini in cerca di un po’ di spiccioli durante la nostra visita al sito e rientriamo in Hotel verso le ore 20.00 quando il sole è ormai calato. Cena a buffet e poi nanna. Km finora percorsi in moto 870.
MARTEDI 02/06/09 Partenza ore 8.30 dopo un’abbondante colazione e rifornimento all’Agil.
La meta di oggi sono le oasi di montagna a nord di Tozeur. Al distributore Agil di Tozeur incontriamo altri tedeschi con moto da fuoristrada che percorrono solo piste con l’aiuto del GPS. Facciamo un po’ di chiacchiere poi partiamo.
Per raggiungere Chebica, la prima oasi di montagna attraversiamo lo Chott El Gharsa, il secondo lago salato prosciugato più grande della Tunisia dopo lo Chott El Jerid, Qui si possono già vedere dei miraggi all’orizzonte provocati dal sale depositato che riflette come uno specchio. Molto suggestivo.
La strada è lunga circa 50 km un po’ stretta e dissestata ma asfaltata. Attenzione ai fuoristrada tunisini che portano avanti e indietro i turisti, passano a velocità sostenuta sia in un senso che nell’altro e non fanno troppo caso a chi c’è per strada! Prima di arrivare a Chebica c’è la possibilità di entrare con la moto nell’oasi e fare il giro turistico tra le palme, noi abbiamo proseguito per la strada.
Parcheggiate le moto abbiamo preso una guida per 10,00 DIN in due che ci ha fatto fare il giro dell’oasi.
Dall’alto Chebica si presenta come un canyon roccioso e desertico da cui si può ammirare la bellezza del palmeto che ricopre l’oasi la cui sorgente d’acqua è nascosta alla vista. Scendendo verso il palmeto si comincia ad intravedere l’acqua fino ad arrivare ad una vera e propria cascatella spontanea che al solo sguardo ci rinfresca un po’ dall’arsura della giornata (percepiamo una temperatura di circa 40° anche se la guida dice che ce ne sono meno…Saranno 35° come minimo!). Terminato il giro dell’oasi compriamo due magliette e contrattiamo un paio di pantaloni berberi che alla fine non compriamo.
Ci rinfreschiamo con dell’acqua ghiacciata e percorriamo i 15 km che ci separano da Tamerza, la seconda oasi di montagna, più grande. La strada è tutta a tornanti in salita con vista panoramica sul deserto roccioso, veramente spettacolare! A Tamerza (situata a pochissimi km dal confine algerino) facciamo un giro non turistico con una guida, prima scendiamo nel canyon che come dimensioni è almeno il doppio di quello di Chebica, poi ci arrampichiamo fino in cima e dall’alto possiamo ammirare il palmeto nel suo splendore. La vista è mozzafiato, in terra tra le rocce è possibile raccogliere fossili e quarzo. Giungiamo ad una cascata tra le rocce, ci rinfreschiamo e ammiriamo i cespugli di fiori che crescono spontanei, l’acqua è molto fredda, davvero rigenerante! Da Tamerza è possibile prendere una guida (o anche no se si ha un Gps) e fare la pista di Rommel risalente alla Seconda Guerra Mondiale attraverso cui è possibile ammirare ancora vecchi rottami di veicoli abbandonati e altri cimeli simili. Noi non ci lasciamo persuadere dalla guida e decidiamo di evitarla, primo per mancanza di tempo (stimiamo ci vogliano almeno un paio di ore a metterla bene), secondo perché non riteniamo che le nostre moto siano adeguate per la traversata di una pista (e la strada è ancora lunga prima di tornare in Italia!). Quindi invertiamo la rotta e ritorniamo a Tozeur. Lungo la strada incontriamo i tedeschi, con cui avevamo chiacchierato la mattina al distributore, che hanno appena fatto la pista Rommel, col Gps, senza problemi, ma con moto KTM da enduro; ci convinciamo che abbiamo fatto bene a non farla con le nostre moto. Oltre a loro incontriamo di nuovo anche gli altri due tedeschi che avevamo incrociato dopo Gafsa. Ci facciamo due chiacchiere e due risate in allegria sotto il sole cocente! Arriviamo in Hotel verso le 15.30 dove ci concediamo un tuffo in piscina e un paio di birre ghiacciate! Alle ore 17.30 ci facciamo condurre in calesse attraverso il palmeto di Tozeur, uno dei più grandi di tutta la Tunisia. Qui i ricchi abitano in ville costruite dentro il palmeto. Ammiriamo i portoni fatti in legno di palma. La guida ci spiega come contare l’età delle palme e ci rendiamo conto che parecchie di esse sono davvero secolari! Possiamo ammirare anche un albero che vanta circa 800 anni (così mi pare di aver capito dalla guida)!. Terminiamo il giro dell’oasi visitando lo zoo di Tozeur in cui possiamo vedere gli animali della Tunisia (che però stanno tutti sonnecchiando in quanto il sole è ancora alto e opprimente) e ammirarne il giardino fiorito, molto bello! Rientriamo in Hotel verso le ore 20.00 e andiamo a cena zozzoni ma felici! Km finora percorsi in moto 1.039.
Al buffet incontriamo di nuovo i due italiani con l’Africa Twin che avevamo conosciuto a Kairouan. Ci scambiamo le impressioni di viaggio finora raccolte. L’indomani loro proseguiranno in direzione Gafsa a visitare il treno che c’è a circa 40km tra Tozeur e Gafsa da cui ha preso spunto Franco Battiato nella sua canzone “I Treni di Tozeur”…Noi no. MERCOLEDI 03/06/09 Partenza per Douz, la città conosciuta come “la Porta del Sahara” ! Siamo eccitati all’idea di attraversare lo Chott El Jerid, ci rifocilliamo a dovere e ci mettiamo in sella. Prima di partire però, al check out dell’albergo scopro con immenso dispiacere che la mia carta di credito VISA non è autorizzata a pagare il conto del soggiorno in quanto l’importo totale supera il massimale consentito (restrizione applicata dal governo tunisino in quanto dalla mia banca mi comunicano che la carta è perfettamente abilitata e priva di massimali del genere). Quindi paghiamo in contanti…Per fortuna che per sicurezza ne avevamo presi lo stesso! L’asfalto è medio, la carreggiata è abbastanza larga, nessun problema.
Dopo circa 10 km cominciamo a vedere i primi miraggi. Affascinanti! Lungo lo Chott, di fianco alla strada, c’è un rigagnolo d’acqua color rosso vino adagiato in un letto di sale bianchissimo, che ci accompagna per alcuni chilometri. Rimaniamo impressionati dalla bellezza dei colori che ci circondano. A circa 45 km da Kebili, tappa intermedia prima di giungere a Douz, veniamo colti da un principio di tempesta di sabbia, riduciamo la velocità a 50-60km/h, la visibilità è di circa 500 metri, la moto è piegata da un lato per il vento. Superiamo la tempesta pieni di sabbia che si infila dappertutto e ci apprestiamo a raggiungere Kebili. Da qui le strade si fanno strette e parzialmente coperte di sabbia che il vento solleva e trasporta con sé insieme ad alcune gocce d’acqua che arrivano da chissà dove (magra consolazione, credo di averne contate cinque in tutto!).
Appena prima di arrivare a Kebili ci fermiamo per una sosta ristorativa a Telmine. Entriamo in un negozietto di dimensioni 1 m x 1m dove acquistiamo due pezzi di torta (gli unici due che c’erano) e dell’acqua. Ripartiamo dopo poco, superiamo Kebili e procediamo per Blidet.
Il sole è bello alto e si fa sentire tutto! Ci fermiamo all’ombra di una palma (l’unica palma presente) per una sosta nel bel mezzo del nulla, mangiamo una chioppa di pane seduti su alcuni sassi di fianco a due teschi di animale (non identificati). Riprendiamo in direzione Nouil ma sbagliamo svolta in direzione El Faouar per fare il giro turistico (contrassegnato in verde sulla cartina geografica) e tiriamo dritto per Zaafrane (dopo tutti i km finora percorsi ci viene da dire “ma chi se ne frega!”). Arriviamo a Douz e ci facciamo fare subito una foto sotto il cartello da un bambino col carretto trainato da un asino. In segno di gratitudine gli regaliamo una t-shirt. Ci dirigiamo all’ufficio turistico dove incontriamo un personaggio di nome Chokri (si pronuncia Sciucri), omino mafioso ma che si rivelerà essere giusto e molto utile. Ci facciamo accompagnare in banca dove preleviamo un po’ di contante, visto che all’hotel di Tozeur ci siamo un po’ prosciugati le tasche e non amiamo fare i barboni oltre le apparenze! Riusciamo a prelevare 200,00 DIN…Il massimo giornaliero consentito…Meglio di niente! Dopo la banca ci facciamo accompagnare in Hotel al Sun Palm 4* della catena Golden Yasmine, che consigliamo, dove paghiamo a Chokri in black 65,00 DIN in contanti a cranio anziché 95,00 alla reception, cena a buffet + colazione incluse. Ci tuffiamo in piscina e dopo circa un’oretta di relax decidiamo di farci un giro in moto (tanto per cambiare) in due per le viuzze del villaggio nella periferia di Douz. Raggiungiamo un camelodromo poco distante dove molliamo la moto, saliamo su un dromedario e ci lasciamo condurre sulle dune del deserto. Paghiamo il cammelliere circa 30,00 DIN in due + 10,00 DIN di mancia + 2 t-shirt per i suoi 6 figli e rientriamo in Hotel giusto per la cena.
Chokri ci attende nella hall dell’albergo per proporci una traversata del deserto del Sahara di circa 90km (quindi 180km andata e ritorno) in quad con una guida, su una pista battuta che collega Douz a Ksar Ghilane, lasciando la moto in albergo e rientrando la sera dell’indomani, anziché fare la strada asfaltata che è lunga quasi il doppio (300 km abbondanti andata e ritorno). Sembra una buona proposta e siamo tentati di accettare anche se io nutro qualche perplessità dato che lungo lo Chott abbiamo incontrato la tempesta di sabbia e mi faccio cogliere da mille pensieri…Metti che la pista è stata cancellata e ci ritroviamo sperduti nel deserto, chi torna più indietro??! Comincio a farmi mille viaggi mentali…La fame ha il sopravvento e decidiamo di dare risposta a Chokri dopo cena.
Ci nutriamo a dovere poi ci fiondiamo in camera esausti dopo aver accettato la proposta della traversata in quad…Paura! Verso le ore 2.30 Arlans crede di non stare bene, si sveglia per andare in bagno e incontra sul pavimento della camera uno scarafaggio grande come un accendino (almeno 3 volte più grande dei nostri scarafaggi italiani)! Lo annientiamo prontamente tra un’imprecazione e l’altra poi ci rimettiamo a dormire come se nulla fosse. La notte scorre tranquilla. Arlans tutto ok, falso allarme. Km finora percorsi in moto 1.230 GIOVEDI 04/06/09 Il giovedì è giornata di mercato a Douz e ce già un bel caldino! Per oggi si prevede a Douz una temperatura di circa 43°…Leggera! Abbiamo tempo a sufficienza per visitare il mercato prima di partire in quad. Chokri al mattino si presenta in hotel dicendoci che c’è qualche problema per la traversata: le autorità nazionali richiedono un’autorizzazione firmata per attraversare il deserto. Ci assicura che non c’è alcun pericolo e che è tutto tranquillo, io invece non mi fido per nulla ed ecco che si fa vivo di nuovo il pensiero della pista cancellata! L’autorizzazione firmata mi puzza molto di delibera che se ci perdiamo nel bel mezzo del deserto sono cazzi nostri ed esoneriamo la guida e l’organizzatore, ovvero Chokri, da ogni responsabilità. Espongo i miei timori ad Arlans durante la colazione e anche lui si convince che è meglio non rischiare e tenere fede al nostro programma di viaggio. Così ringraziamo Chokri della proposta ma rifiutiamo e ci togliamo un grosso peso! Andiamo al mercato sollevati e allegri.
Qui la città si anima e la piazza, un cortile grande più o meno come un campo da calcetto, pullula di gente arrivata da tutte le parti (già la sera prima dormivano accanto ai banchi). Comprese le viuzze laterali che si diramano in tutte le direzioni. In questo mercato si può trovare veramente di tutto, dalle spezie agli animali ai manufatti ai vestiti sia tunisini che taroccati europei. Ci compriamo un paio di pantaloni berberi ed un paio di scarpe tunisine (chissà perché noi compriamo i loro vestiti per vestirci come loro, e loro cercano di imitare noi sembrare occidentali vestendosi in jeans e t-shirt! Mah!).
Facciamo un paio di domande in giro e ci viene confermato che è assolutamente sconsigliato percorrere la pista nel deserto in questo periodo, perché si copre facilmente. Il periodo migliore è da ottobre ad aprile…Porc…Avevo ragione!! Verso le ore 11.00 ritorniamo in hotel, carichiamo le moto e partiamo per Ksar Ghilane, la meta più a sud del nostro viaggio! Per l’occasione, sapendo di dover fare molti km senza alcuna possibilità di rifornimento benzina lungo il percorso, sistemiamo una tanica extra da 5 litri sulla moto…La capacità del serbatoio è di 300 km ma…Non si sa mai! Da Douz al bivio per Ksar Ghilane lungo l’oleodotto, ci sono 72 km di asfalto medio con qualche buca e leggermente coperto di sabbia. Media oraria 90km/h.
Dal bivio a Ksar Ghilane invece ci sono circa 80 km di strada dritta come un fuso, solo deserto, asfalto brutto, parecchie buche lungo i lati e parzialmente coperta di sabbia che restringe la carreggiata. Inoltre ci sono dei dossi parecchio alti quindi manteniamo una velocità di 90/100km/h (altrimenti non arriviamo più) ma occhio sempre vigile! Facciamo un’unica sosta al Café Bir Soltane, l’unica abitazione presente sull’intero tragitto. Qui bisogna fermarsi assolutamente. Ci vive un berbero, un ragazzo completamente vestito di nero con gli occhi fuori dal mondo (sembra spiritato, secondo noi dal gran che è esaurito) che offre ai visitatori di passaggio cibo, acqua e un po’ di riposo. Ogni centimetro quadrato del Café è tappezzato di bigliettini da visita, scritte e fototessere di gente che è stata lì in tutti questi anni! Assolutamente da vedere! Anche io attacco il mio biglietto da visita intanto che il berbero mi prepara un ottimo panino arabo farcito con formaggino e tonno…Squisito! Ne mangiamo due a testa prima di ripartire (4 panini + acqua totale 10,00 DIN…’na miseria).
Si giunge a Ksar Ghilane che la strada asfaltata finisce, nel senso letterale del termine! Intorno a noi soltanto alcune baracche e carcasse di automobili.
Ci guardiamo perplessi…Non avremo mica fatto tutta quella strada per due baracche!! Spuntano due bambini, attirati dal rombo delle moto, che ci indicano a destra…Noi non vediamo nulla in quella direzione…Allora carichiamo uno di loro e ci facciamo condurre lungo una pista di sabbia lunga circa 700 metri, facendo molta attenzione a non finire per terra…La moto sbanda da tutte le parti ma dopo un paio di curve ecco che cominciano le palme…Ci siamo…Entriamo nell’oasi di Ksar Ghilane! Le Campement du Paradis è un vero e proprio accampamento di tende in cui si può pernottare, completo di servizi igienici in muratura, ristorante ecc… Secondo i nostri piani però dovremmo riuscire a visitare l’oasi e a ripartire in giornata per raggiungere Matmata, la prima città troglodita, in serata (l’idea di rifare tutta quella strada a ritroso di lì a poco, non è che ci entusiasmi tantissimo comunque…). Parcheggiamo le moto e regaliamo una t-shirt al bambino che ci ha accompagnato all’interno dell’oasi.
Ci viene indicata una piscina poco distante in cui è possibile rinfrescarsi. Non ce lo facciamo ripetere due volte! Molliamo tutto e raggiungiamo la fatidica piscina, una vasca naturale di acqua termale a 35° tra le palme…Divina! Rimaniamo in mutande e ci buttiamo dentro, l’acqua è rinfrescante, non oso immaginare allora quale sia la temperatura esterna! Restiamo in ammollo per circa un’oretta, poi usciamo dall’acqua, ci rivestiamo (niente asciugamano, dopo cinque minuti siamo già asciutti) e ci dirigiamo a piedi verso la fine delle palme…Qui rimaniamo a bocca aperta…Il deserto del Sahara si apre di fronte a noi in tutta la sua imponenza, solo dune di sabbia gialla finissima a perdita d’occhio! La bellezza del deserto è unica e la luminosità del sole riflesso sulle dune è quasi accecante. E’ un’emozione molto intensa che vale tutti i km finora percorsi! Ci sentiamo come pionieri giunti alla meta dopo un viaggio interminabile, siamo commossi.
Optiamo per un giro in quad sulle dune di circa un’ora, così tutto sommato ci togliamo anche questa voglia; sono solo le 16.30, facciamo in tempo a farlo e a ripartire (anche se la voglia di restare più a lungo comincia a farsi sentire sempre più forte…). Pensiamo di prendere i quad di lì a mezz’oretta al massimo, invece ci vengono date due sedie su cui rimaniamo per almeno un paio d’ore perché la guida è via in quad con degli altri turisti in mezzo al deserto…Alla faccia nostra! Finalmente montiamo in sella ai quad che sono già le 19.30…Il sole tramonterà nell’arco di mezz’ora e noi cominciamo ad essere stanchi, la strada per Matmata è molto lunga, farla di notte è inopportuno visto che è deserta e pericolosa per via delle buche e dei dossi, quindi tanto vale rimanere per la notte, evviva! Partiamo con i quad carichi come delle molle, ci facciamo un bel giro sulle dune a tutto gas fino ai resti di un fortino romano da cui ammiriamo un tramonto spettacolare! Colori intensi tingono il cielo e ci riempiono di stupore, non avevo mai visto nulla del genere prima d’ora! Facciamo slalom tra le dune coi fari accesi e rientriamo all’oasi che ormai è buio pece. Ci sediamo a tavola dove ci viene servita per cena una zuppa + insalata + pollo con patate. Tutto squisito! Oltre a noi a cena c’è anche un gruppo di turisti arrivati in Jeep. Per l’occasione viene incendiata una palma a mo’ di falò che brucia in un attimo scaldandoci con grandi vampate…Come se ce ne fosse bisogno! Un complessino di tre tunisini con tamburi e trombe dà il via alla musica. Poco dopo ci ritiriamo in una tenda, ci appoggiamo sulla branda e chiudiamo gli occhi. La notte ci avvolge in un silenzio quasi surreale. Km finora percorsi in moto 1.400.
VENERDI 05/06/09 Alle 4.30 di mattina comincia l’alba, veniamo svegliati da un gran vociare di uccellini e da tutti gli animali dell’oasi (asini, dromedari, galli…) che per un’ora intera fanno a gara a chi fa più casino! Impossibile dormire. Attendiamo che si calmino poi chiudiamo nuovamente occhio e continuiamo a ronfare fin verso le 8.00. Facciamo colazione con del formaggino spalmato sul pane e dei wafer, ci facciamo dare un po’ di pane per il viaggio (che ci mettono in un sacco del patume…Siamo proprio due barboni!) e acqua e ci rimettiamo in sella direzione Matmata, la città troglodita.
Lungo il tragitto ci fermiamo di nuovo dal berbero al café Bir Soltane dove compriamo dell’acqua e regaliamo un paio di t-shirt a due bambini che attendevano un’auto per farsi portare a casa. Scattiamo un paio di foto e ripartiamo. Ritornati sulla strada principale, quella che collega Douz a Matmata, il paesaggio cambia drasticamente da deserto sabbioso a deserto roccioso. Arriviamo a Matmata dove veniamo subito assaliti da un tunisino che vuole farci da guida a tutti i costi e non ci molla. Lo ignoriamo completamente e ci dirigiamo all’ufficio turistico dove una donna gentilissima ci dà tutte le informazioni necessarie per fare benzina, cambiare i soldi e visitare il famoso hotel Sidi Driss troglodita ricavato nella roccia che hanno utilizzato per la sceneggiatura di Star Wars. All’hotel non ci sono turisti in giro quindi lo visitiamo in tutta tranquillità e ci godiamo brevemente il fresco delle stanze (sembra che abbiano acceso l’aria condizionata!). Ci spostiamo a Matmata Nouvelle a circa 15km di distanza dove possiamo fare il pieno di benzina. Niente soldi in banca perché arriviamo che è già chiusa e riapre troppo tardi secondo il nostro bollettino di viaggio quindi ci rimettiamo in sella destinazione Toujane che è un altro villaggio troglodita in montagna ad un’altezza di circa 600 metri s.L.M. Si tratta di un giro panoramico mozzafiato da fare assolutamente in moto. Giunti a Toujane pranziamo con pane e tonno a casa di un ragazzo che ha adibito una stanza 2mtx2 a bar ricoprendola di tappeti. Ce la caviamo con 8,00 din in tutto. Qui ci propongono l’acquisto di tappeti intrecciati a mano molto belli al costo di circa 80,00 din l’uno, trattabili. Da Toujane ripartiamo in direzione Medenine abbandonando il tragitto panoramico e decidiamo di puntare verso la costa a nord anziché proseguire verso sud in direzione Tataouine, visto che ormai sono parecchie ore che siamo in sella e cominciamo ad essere stanchi e Tataouine e Chenini sono ancora molto lontane. Arriviamo a Gabes intorno alle 16.30, giriamo un po’ la città alla ricerca di un Hotel decente, poi ci fiondiamo nell’unico 4* affacciato sul mare Hotel Oasis. Non è un granché e vale meno della metà delle stelle conferite, ma soprassediamo (anche perché di meglio non c’è). Oggi il cielo a Gabes è coperto e c’è vento (e pensare che ci siamo fatti 270 km sotto un sole spaccapietre!).
Sorseggiamo due birre ghiacciate al bar dell’hotel poi usciamo a fare un giro in moto per il centro e a visitare l’oasi. Andiamo a nanna presto, domani dobbiamo risalire la costa fino ad Hammamet con sosta ad El Jem per visitare l’anfiteatro romano.
Km finora percorsi in moto 1.670..
SABATO 06/06/09 Lasciamo l’hotel e seguiamo la direzione per Sfax (cosa che sconsigliamo vivamente, in città a Sfax c’è un traffico infernale e si perde parecchio tempo prima di uscire dalla città e prendere direzione Tunisi, quindi meglio tagliare da Gabes verso l’interno direzione Kairouan). Arriviamo finalmente ad El Jem dove ammiriamo sia l’anfiteatro romano che è bello grande, sia il museo in cui sono conservati i mosaici e altri reperti archeologici di tre ville romane. Ripartiamo per Hammamet dove giungiamo verso sera e pernottiamo all’Hotel Sultane 5* ottimo! Dopo cena facciamo un giro lungo il boulevard di Hammaet nuova, la zona turistica per eccellenza, molto elegante e pulita. Non c’è ancora molto turismo in questo periodo e il Casinò è ancora chiuso per cui sconsolati rientriamo in hotel senza aver fatto nemmeno una puntatina al tavolo di gioco! Km finora percorsi in moto 2.069.
DOMENICA 07/0/09 Lasciamo l’hotel Sultane verso mezzogiorno e ci dirigiamo alla medina vecchia una sorta di labirinto pieno di negozietti dove veniamo assaliti letteralmente dai tunisini che cercano di venderci di tutto! Compriamo qualche souvenir e poi scappiamo. Partiamo per Tunisi dopo pranzo verso le 14.00. A Tunisi teniamo la direzione La Goulette e giungiamo al porto dove incontriamo tutti gli altri motociclisti in attesa come noi di imbarcarsi. Salpiamo verso le 21,00 locali direzione Malta. LUNEDI 08/06/09 Sbarchiamo a Malta verso le ore 9.30, usciamo dal porto a piedi direzione Valletta e dopo circa 500 metri saliamo su un autobus panoramico che con 15,00 euro a testa ci porta a spasso per circa 3 ore. Scendiamo soltanto a Blue Grotto dove con 7,00 Euro a testa prendiamo una barchetta che ci porta a fare il giro delle grotte. Molto carino. Torniamo sulla nave verso le ore 15.00 e salpiamo direzione Genova verso le ore 20.00.
Per ammazzare un po’ il tempo e per rifarci della mancata occasione al Casinò di Hammamet ci fiondiamo a giocare alle slot machines sulla nave dove vinciamo ben 480,00 euro (con una spesa di totale di circa 90,00 euro). Molto contenti ce ne torniamo in cabina in attesa di rientrare in Italia! Km totali percorsi in moto 2.450.
IMPRESSIONI DI VIAGGIO: Dopo aver percorso circa 2.000 km da Tunisi a Douz la “porta del Sahara” e oltre (Ksar Ghilane), attraversato due Chott (Chott El Jerid e Chott El Gharsa), laghi salati prosciugati, visitato le oasi di montagna di Chebica e Tamerza (700mt s.L.M.), raggiunto il confine algerino (Nefta), attraversato Matmata con le sue abitazioni troglodite ricavate nella roccia fino al villaggio di Toujane (700mt s.L.M.) e risalito la costa orientale, possiamo dire di aver visto le principali mete turistiche della Tunisia e non. La moto è senza dubbio il mezzo più adatto per vivere l’esperienza a 360°. Ci si immerge completamente nello spirito dell’avventura, nei sapori e negli odori del mondo tunisino, nei suoi colori e nel suo calore (spesso rovente).
La Tunisia può essere tranquillamente percorsa in lungo e in largo senza problemi, tutti salutano cordialmente e si rendono disponibili all’occorrenza, le moto straniere di passaggio sono sempre benvenute e sono come visioni visto che ne girano poche; quando ci si ferma c’è sempre qualcuno che incuriosito e affascinato si avvicina per ammirarle e per fare domande (soprattutto se si tratta di BMW e KTM marche molto conosciute in tutta la Tunisia). La maggior parte dei Tunisini più anziani parla un buon francese ed è in grado di dare buone indicazioni stradali. I più piccoli sorridono al passaggio, salutano e schiamazzano. Il tasso di disoccupazione in Tunisia è altissimo eppure tutti hanno un cellulare, anche in mezzo al deserto! Sicuramente c’è disperazione e povertà ma una cosa è certa e sicuramente da invidiare: la loro calma! Quando si è in Tunisia soprattutto nella parte meridionale dove si vive soltanto di turismo, pastorizia e poco altro, bisogna riuscire a dimenticarsi dello stress a cui siamo abituati e non bisogna mai avere fretta di fare le cose, anzi, bisogna entrare in sintonia con il ritmo lento e pacato dei tunisini, per apprezzare al meglio ciò che il loro territorio offre.
FINE DEI GIOCHI