Tunisia stellare… e non solo
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1° giorno Milano – Hammamet
Partiamo da Malpensa con Airone (volo a/r € 250 a testa ma si prenota prima si può spendere di meno). Lasciamo nebbia e freddo e in 2 ore atterriamo a Tunisi, cielo azzurro e vento, temperatura tra i 10 e i 15 gradi (il tempo sarà variabile per tutta la settimana, potrebbe essere più caldo ma per noi va benissimo così). Kamel ci aspetta in aeroporto, ha noleggiato una bella auto spaziosa dove possiamo viaggiare in 5 adulti abbastanza comodi, le nostre valigie sono solo due ma bastano per tutto. In circa un’ora arriviamo ad Hammamet, ormai è quasi sera e optiamo per un bagno nella piscina dell’albergo (coperta e riscaldata), poi cena in albergo e a letto presto: domani ci aspetta un lungo viaggio fino al punto più a sud del nostro itinerario.
2° giorno Hammamet – Ksar Ghilane
Sveglia alle 6.30 e dopo un’abbondante e ottima colazione, alle 8,30 partenza verso sud. È la tappa più lunga, quasi 500 km, per arrivare al tramonto ai confini del deserto. Prima sosta a El Jem. Non ci tenevamo particolarmente (abbiamo il Colosseo, no?), invece è stato emozionante. È il più spettacolare monumento costruito dai romani in Africa ed è molto ben conservato: attraversando i sotterranei e uscendo nell’arena pareva quasi di dover incontrare il Gladiatore. Inoltre si narra che El Jem sia stato il luogo dell’ultima eroica resistenza berbera all’invasione araba nel VII secolo, guidata dalla regina Kahina. Riprendiamo la strada verso sud, all’inizio attraversiamo distese di ulivi verdeggianti (negli ultimi due anni è piovuto bene in Tunisia), poi il paesaggio gradualmente cambia e per ora di pranzo siamo a Matmata tra colline e canaloni color ocra dove si nascondono le tipiche case trogloditiche (scavate nella roccia). Ci fermiamo a mangiare in una di queste trasformata in albergo, ci piace molto e scegliamo di fermarci qui a dormire durante il viaggio di ritorno prenotando una cena a base di agnello. Da El Jem siamo quasi gli unici turisti. Per noi è un privilegio: accolti sempre nel migliore dei modi, abbiamo potuto apprezzare pienamente luoghi molto suggestivi. Dopo pranzo lasciamo Matmata (vedremo meglio la zona al ritorno) e riprendiamo la via del sud. Kamel ci parla dei vari paesi che attraversiamo e delle popolazioni che si sono sovrapposte (tutti sono passati in Tunisia!), il tempo passa veloce e presto imbocchiamo la strada sulla pipeline, gli ultimi 80 Km di retilineo per raggiungere l’avamposto nel deserto; la terra è brulla e sono liberi al pascolo molti dromedari (sono femmine con i piccoli che sono nati da poco). Durante questa lunga tappa troviamo solo qui un posto di blocco. A Sud c’è più controllo: la guerra in Libia è finita da qualche mese e ci sono ancora troppe armi in giro oltre confine. La nostra guida ha preparato tutti i documenti utili per spiegare il nostro percorso: i giovani soldati alle porte del deserto, che ci sembrano soprattutto un po’ annoiati, sono gentili e garantiscono anche la nostra sicurezza. Arriviamo a Ksar Ghilane (campeggio El Biben) giusto in tempo per fotografare il tramonto. Dopo la cena nel ristorante del campeggio, ci fermiamo al bar dove troviamo altri sei altri viaggiatori (francesi). I ragazzi del campeggio si fermano con noi per fare musica con tamburi e una specie di zampogna. Cantano, ballano e ci coinvolgono, sono contenti di avere del lavoro ma anche di cantare e suonare per mostrare la loro bravura. Poi viene spento il generatore che è stato acceso al tramonto. Tutti a letto in tenda, ben attrezzati per resistere al freddo notturno. Speravamo di poter ammirare una stellata fantastica ma la luna è troppo luminosa. Solo chi ha avuto il coraggio di alzarsi nel cuore della notte ha visto uno spettacolo fantastico. Chi ha troppo freddo (come me) può restare sotto le coperte. Appena sorge il sole, la temperatura torna a livelli accettabili (io comunque, per sicurezza, mi perdo anche l’alba e mi alzo solo per una buona e calda colazione, sono comunque molto soddisfatta della mia prova di resistenza).
3° giorno Ksar Ghilane – Douz
Raggiungiamo Douz per le 11 e dopo aver lasciato i bagagli all’Hotel Tuareg, facciamo in tempo a vedere il mercato del giovedì. La particolarità è il mercato del bestiame con bellissimi capretti, asini e cavalli. E’ un mercato vero che testimonia un altro modo di vivere rispetto al nostro. Pranzo in albergo poi classica gita verso Zaafrane. Sostiamo in un palmeto e lungo la strada Kamel ci parla della storia e di come si vive da queste parti. Al tramonto giro sui cammelli (molto più belli di quelli visti altre volte) sulle dune di sabbia di Zaafrane: siamo solo noi tra le palme e la sabbia rosa e ci divertiamo moltissimo. Anche questa volta Kamel ci ha affidato ad un’ottima organizzazione locale e noi non abbiamo dovuto preoccuparci di niente. Cena in albergo
4° giorno Tra Tozeur e Tatooine – In una galassia molto lontana
Attraversiamo il Chott El Jerid e puntiamo verso la gola di Shubiel. Per fortuna niente Sabipodi, ma rocce rosse contro il cielo azzurro. Esploriamo il canyon e vorremmo metterci a cercare la grotta di “Kenobi il matto” ma altre mete ci attendono. Torniamo alla macchina e ci dirigiamo verso Tozeur. Giro della Medina con i suoi palazzi di merletto e poi un po’ di acquisti sulla via principale, finalmente fa un po’ caldo e possiamo restare in mezze maniche. In un negozietto incontriamo la bellissima Katrina, piccola fennec addomesticata che, un po’ impaurita e un po’ curiosa, fa gli onori di casa. Pranzo in un ristorante tipico con brick e agnello nell’anfora. Ci riforniamo di datteri (all’acqua e ai mandarini ci ha pensato fina dal primo giorno Kamel) e via in Land Roverer verso Ong Jemel e il set di Guerre stellari nel deserto. A metà strada si alza il vento e raggiungiamo il sito in mezzo a una modesta ma fastidiosa tempesta di sabbia. Mentre cerco di ripararmi tra le costruzioni del set della base di Tatooine e penso che la gita è rovinata, un Jawa mi tira la giacca e cerca di vendermi qualcosa. Non ci posso credere… per un attimo non so più dove sono, poi da sotto il mantello marrone spunta il faccino sorridente di un bimbo molto fiero, credo, del numero incredibile di collanine che riesce a vendere. La pista finisce a Nefta dove ci aspetta Kamel, breve vista sulla Corbeille e poi torniamo a Douz in albergo per la cena. Peccato non aver avuto tempo per girare le oasi sul caleche ma sicuramente torneremo a Tozeur che è bellissima e ospitale.
5° giorno Douz – Matmata – Medenine – Matmata – A casa di Luke e Anakin Skywalker
Ieri è stato un giorno faticoso, oggi partiamo un po’ tardi verso le 9, dopo una buona colazione. Visitiamo meglio la regione di Matmata che avevamo attraversato il 2° giorno. Tra queste colline intorno al 1000 d.C. si è rifugiata la popolazione delle vicine pianure per sfuggire ad un’invasione particolarmente cruenta. Queste strette vallate color ocra sembrano deserte invece ospitano una civiltà contadina e nascosta. I campi sono ricavati nei canaloni e riparati da muretti che li nascondono e trattengono l’acqua, le case sono scavate nel terreno o nascoste nelle colline, tutto è mimetizzato e studiato per non essere visto dal basso, dalla pianura da cui gli abitanti erano stati scacciati. Prima sosta a Tamarzet, villaggio sulla cima di una collina con una bella vista su tutto il territorio circostante. Consigliamo la visita all’interessante Museo Berbero che mostra la reale struttura del villaggio costruito dai berberi per nascondersi e poter fuggire in caso di attacco (www.dar-tamazret.com). Arriviamo a Matmata all’Hotel Marhala ricavato in una casa trogloditica dove pranziamo e dove dormiremo stanotte. Visitiamo l’Hotel Sidi Driss che è stato il set per gli interni della casa di Luke Skywalker nel primo film della saga. Queste abitazioni nascoste, fatte di più cortili comunicanti e di camere scavate nella roccia sono belle e particolari e non stupisce che siano state scelte come case di un pianeta molto lontano. Il set cinematografico ci porta dentro il film ma aggiunge poco alla magia dei posti. Poi via ancora verso Sud, attraversiamo Toujane un paese caratteristico sul fianco della montagna, famoso per un tipo particolare di tappeti e arriviamo in pianura per vedere gli Ksour. Questi granai fortezza sono molto suggestivi e hanno fatto da set per il quartiere degli schiavi di Tatooine, dove abita la madre del piccolo Anakin. Visitiamo lo Ksar (singolare di Ksour) di Metameur e poi quello di Medenine. Sono costruzioni con scopi anche difensivi, costituite da camere per contenere il grano (ghorfa) costruite una sopra l’altra su più piani che circondano un vasto cortile dove si teneva mercato. Guardando gli uomini avvolti nei mantelli marroni che giocano a un tipo di bao (mi sembra) per terra all’ombra dello Ksar di Medenine, ci si sente veramente su un pianeta molto lontano anche se si è geograficamente molto vicini all’Italia. Visitiamo il mercato di Medenine e poi torniamo a Matmata. La cena è preparata apposta per noi, siamo gli unici ospiti, di notte il fascino di queste abitazioni scavate nella roccia è ancora maggiore. Dormiamo benissimo in queste camere che non hanno bisogno di riscaldamento d’inverno o condizionatori d’estate perchè la temperatura è sempre costante.
6° girono Matmata – Hammamet
Oggi si torna verso nord. La protagonista della giornata è la strada: questa grande arteria che unisce la Tunisia con la Libia. La percorrono camion enormi e stracarichi, potenti auto libiche sempre alla massima velocità ma anche carretti trainati da asini e camioncini Isuzu stracarichi delle merci più impensate (dalle pecore alle bottiglie di plastica raccolte per il riciclo). Agli incroci con altre strade importanti che vanno verso l’interno, proprio sul bordo della strada si ammassano chioschi che offrono carne alla brace con tanto di animali appesi e tavolinetti precari contornati da sedie spaiate. Coloratissime (e più rassicuranti per noi) le bancarelle di frutta e verdura: mandarini, mandaranci, carote a mazzi, piselli ed erbe assortite. Sosta a Gabes al mercato delle spezie, qui venditori sono veramente un po’ troppo insistenti e non riusciamo a vedere molto. Pranziamo molto bene in un ristorantino sul mare lungo la strada (Les sirenes vicino a Skhira), anche una specie di gamberetti in umido un po’ piccanti e molto gustosi. E’ domenica e i tunisini seguono con molta passione il campionato di calcio italiano ma purtroppo noi non siamo all’altezza, il calcio non ci ha mai interessato. Terza sosta a Port el Kantaoui: graziosa marina dove facciamo due passi sul molo, oggi frequentato da famiglie e ragazzi per la passeggiata domenicale. Arrivo ad Hammamet verso le 18. Una buona cena e poi a letto presto, la giornata è stata lunga
7° giorno Hammamet – Nabuel
Tempo variabile oggi, con alternarsi di sereno, nuvole e qualche scroscio di pioggia. C’è vento ma la visita al centro di Hammamet, al suo piccolo forte e la passeggiata sul mare sono molto piacevoli. Mangiamo in un bel ristorante affacciato sulla spiaggia dell’ottimo pesce. Nel pomeriggio raggiungiamo Nabuel, graziosa cittadina con una bella via pedonale nel centro per gli acquisti, qui abbiamo trovato i prezzi migliori e molta scelta (anche di “tarocchi” di grandi marche che sembra sia l’acquisto preferito dei turisti). Ci gustiamo un buon gelato all’italiana, tappa in un negozio di spezie non turistico dove compriamo dell’ottima harissa e poi torniamo in albergo. Cena e poi valigie, domani si torna a casa.
8° giorno Hammamet – Milano
Dopo una buona colazione riusciamo anche a farci fare un bel massaggio nella Spa dell’albergo prima di partire. Non riusciamo a procurarci qualcosa da mangiare per strada perché è un po’ presto. Mangiamo in aeroporto (caro e poco soddisfacente come dappertutto) e salutiamo Kamel che in questi giorni oltre che una guida è diventato un amico. Speriamo di rivederci presto in Tunisia!
Notizie pratiche
Per tutto il viaggio, compreso ogni extra, gite, pranzi, guida, entrate ai musei, gelato, mandarini, ecc. con pernottamenti, vitto, auto benzina, insomma proprio tutto, abbiamo speso € 300 a testa più il biglietto aereo. Ha pensato a tutto la nostra guida, così abbiamo usufruito di prezzi “tunisini” e non da turisti, quindi non abbiamo i singoli prezzi in dettaglio. Gli alberghi erano 3 stelle (camere con bagno meno che in campeggio a Ksar Ghilane e a nella casa trogloditica a Matmata), noi ci siamo trovati bene ma con poco di più si può scegliere dei 4 stelle e lo consigliamo soprattutto ad Hammamet. I pranzi negli alberghi erano sempre più che discreti con diversi tipi di verdure, carne, spesso pesce, frutta e dolce. Kamel ha fatto attenzione a questo aspetto, non conoscendo i nostri gusti ha optato per una cucina internazionale che si è rivelata sempre di buon livello. A noi sono piaciuti di più i ristoranti locali, con sapori più marcati e piatti tradizionali. Brik, cous cous, minestra tunisina, verdure, tutto molto buono. L’organizzazione di questo viaggio la dobbiamo Kamel Ouechtati (laguidakamel@yahoo.it). Il viaggio aereo dura poco ed è abbastanza comodo come orario, speriamo che ci siamo presto voli low cost anche per gli aeroporti del sud, in particolare a Tozeur dove speriamo di tornare l’inverno prossimo per cercare la primavera che, ormai siamo sicuri, aspetta sotto i palmeti che passi l’inverno. Per quanto riguarda questo viaggio ci siamo trovati bene con il check in on line di Airone. Abbiamo prenotiamo telefonicamente (storditi dalle tariffe che cambiano ogni minuto sui siti on line e dai costi nascosti), attenzione però la telefonata ha un costo: noi siamo stati veloci, ma abbiamo dovuto chiamare due volte e abbiamo speso circa 12 euro.
Notte nel deserto: portatevi una pila, tuta, cappello, calze di lana e un asciugamano o una sciarpa per coprire il volto. Oppure andateci quando fa un po’ più caldo: l’escursione termica è di circa 15/20 gradi, se di giorno ci sono 15 gradi di notte la temperatura scende sotto zero.