Tunisia on the road

Per la prima volta metterò piede in Africa. Sto per andare in Tunisia e precisamente nella famosa e di "socialista" memoria: "Hammamet", dove Bettino Craxi trascorse gli ultimi anni della sua vita in "esilio volontario". 29. 12. 2003 Hammamet (TUNISIA) Finalmente atterriamo in Tunisia... Ma per arrivarci... Volo diretto Roma - Monastir ma dopo...
Scritto da: brawler
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 2000 €
Per la prima volta metterò piede in Africa. Sto per andare in Tunisia e precisamente nella famosa e di “socialista” memoria: “Hammamet”, dove Bettino Craxi trascorse gli ultimi anni della sua vita in “esilio volontario”. 29. 12. 2003 Hammamet (TUNISIA) Finalmente atterriamo in Tunisia… Ma per arrivarci… Volo diretto Roma – Monastir ma dopo un’ora e 40 atterriamo a sorpresa nell’isola di Djerba! Mah! Dopo un pò ripartiamo per la nostra meta.

Un bus sgangherato ci porta nel nostro resort e in soli 90 minuti copre i 70 km che separano l’aeroporto dal Yasmine Beach Resort di Hammamet. E’ notte fonda e stanchi morti ci andiamo a riposare. 30. 12. 2003 Hammamet (TUNISIA) Di buon mattino un taxi ci porta in città. 8 km dal nostro resort. Qui tutto si basa, come dicono gli stessi commercianti, sul contrattare… Facciamo un giro nella “Medina”, molto simile ai bazar di Istanbul… Che casino, tutti ti tiravano a destra e a manca per mostrarti le proprie bancarelle e a volte erano così fastidiosi… Vendevano di tutto e come ci aveva spiegato la guida, non si sa mai il vero prezzo di un oggetto… Pensa che volevo acquistare un braccialetto in metallo con il mio nome inciso in arabo e volevano 36 dinari (circa 30 Euro), dopo varie contrattazioni scendiamo a 6 dinari! Proseguo il giro nella Medina e mi ferma un altro venditore di bracciali; per sbolognarlo subito gli mostro il mio appena comprato e lui mi chiede quanto l’avevo pagato, dico: 4 dinari e lui rilancia: “Te lo faccio per tre dinari”. Il valore di questi oggetti non lo sapremo mai! Ma questa è la Tunisia! Un paese al 96% musulmano, dove la lingua di stato è l’arabo e dove interrompono i programmi nazionali ogni quattro ore per un breve intervallo “liturgico”…

In serata incontriamo tre foggiani per strada e dopo varie peripezie riusciamo ad andare tutti insieme in una zona piena di discoteche, ma molto deludente. Scegliamo la più grande: “Manhattan” e trascorriamo la serata ballando scadente musica disco tunisina… 31. 12. 2003 Hammamet (TUNISIA) Poco fa abbiamo fatto un giro in questo sobborgo di Hammamet, che brutto! Ci sono solo alberghi e resorts. Mi sembra di passeggiare sul tabellone di quel gioco di società chiamato: “Hotel”! Tutti questi imponenti alberghi quattro o cinque stelle che sfoggiano un lusso a volte eccessivo… Inoltre, passeggiando, ho notato e scoperto varie cose: che ci sono tantissimi turisti algerini, tutti con le loro auto dalle targhe simili a quelle francesi ma con la sigla internazionale: DZ; che per entrare nei casinò devi essere straniero e dimostrarlo con il passaporto, infatti l’ingresso è vietato ai tunisini e si gioca solo con Euro o dollari.

In serata abbiamo festeggiato la fine di questo 2003 con un grande cenone in albergo. Che delusione! Ore e ore di attesa per mangiare poco e qualitativamente scadente. Le uniche due cose caratteristiche sono state le danzatrici del ventre e i porcellini lasciati liberi tra i tavoli con tanti tunisini che li rincorrevano. 01. 01. 2004 Nabeul (TUNISIA) Oggi davvero ho visto la Tunisia che cercavo… Quella vera, quella lontana dagli sfarzi dei grandi resorts europei a cinque stelle, quella dei dromedari, delle latte ai bordi delle strade piene di benzina acquistata nella vicina Libia (abbiamo percorso la strada che portava a Tripoli, 300 km e al Cairo 3000). La benzina, qui, costa 50 centesimi di euro, in Libia: la metà, ecco perchè tantissimi si improvvisano benzinai… Ho visto la Tunisia delle baracche di fango e paglia, delle strade sterrate, degli uomini seduti attorno ad un lurido tavolino a godersi il loro amato “narghilè”, delle donne “oggetto” coi burka, dei mercati di ceramica… Questa è la Tunisia che stavo cercando…

La Tunisia la cui terza lingua è l’italiano, le cui donne, apparentemente sottomesse hanno più amanti degli uomini, quelle che, come diceva la nostra guida, amano quattro animali: l’asino, il giaguaro, il leone e il visone… Infatti cercano uno che a letto sia come un leone, che le regali un visone, abbia una jaguar in garage e paghi tutti i conti come un asino…

Nabeul ci ha colpiti per le ceramiche. Ovunque vendevano piatti, vasellame e tutto ciò che può essere fatto con l’argilla. E’ stata molto interessante questa scappatella! 02. 01. 2004 Douz (TUNISIA) In mattinata abbiamo visitato El Jem e il terzo Colosseo più importante del mondo dopo Roma e l’antica Capua (attuale Santa Maria Capua Vetere). Anche se un pò assonnati (erano le sei di mattina) formiamo un gruppetto di casinari con due signore di Roma (Daniela e Liliana), due ragazze romane (Federica ed Alessia) e una coppia di quarantenni di Catanzaro (addirittura la donna, maratoneta, era arrivata quarta italiana alla maratona di New York). Il tour procede alla volta di Matmata dove visitiamo i villaggi dei trogloditi, un popolo che viveva nascosto in buche scavate nelle rocce per difendersi dai pirati del deserto e che rifiutavano il progresso e tutto ciò che ne derivava. Mi son sentito un pò Licia Colò quando ho assaggiato il loro pane imbevuto nell’olio d’oliva…

Pranzo a base di Couss Couss e subito ripartiamo per Douz per ammirare il tramonto nel deserto del Sahara… Il mio dromedario camminava, passeggiava lemme lemme inerpicandosi tra le tante dune del deserto… Il sole scendeva giù oltre l’orizzonte facendo spazio alla regina delle tenebre… L’infinità dei granelli di sabbia mi faceva impazzire… E lui… Sempre tranquillo continuava il suo cammino.

03. 01. 2004 Tozeur (TUNISIA) Partiamo di buon mattino per ammirare l’alba sul lago salato di Chott El Jerid dove si vedevano le cosiddette “Fate Morgane” (i miraggi). Eravamo a soli 500 metri dal confine con l’Algeria. Subito dopo ci siam fermati per far visita ad un museo sugli usi e costumi delle spose… [Nick]: Il matrimonio tunisino può essere di due tipi: al comune o dal notaio. La differenza consiste nel fatto che il matrimonio dal notaio prevede anche la possibilità di divorzio nel caso in cui la donna non sia vergine.

Ma come verificare questa cosa coperta da taboo? Sia gli uomini che le donne si dipingevano il corpo con l’hennè, in particolare, il marito colorava una parte del mignolo con quest’inchiostro fino ad un determinato punto, dopodichè provava ad inserire questo dito nella vagina della sposa e se entrava per una lunghezza pari o minore del limite disegnato con l’hennè: la donna era vergine, se entrava tutto invece no! Nel pomeriggio abbiamo noleggiato dei fuoristrada e abbiamo fatto un vero e proprio rally attraverso le cosiddette “oasi del deserto”. Molto interessante! Pranzo a Tozeur e terminiamo con la visita della religiosissima Kerouan, la “Mecca” della Tunisia… Lungo la strada ogni tanto spuntavano le tombe dei cosiddetti “marabutti”, una sorte di santoni locali che qui godono di una grande considerazione.

Alla loro morte vengono seppelliti in luoghi molto solitari e questo perchè hanno condotto una vita in solitudine. La tomba è bianca e molto sfarzosa e visitata da tutti coloro che hanno ottenuto delle “grazie” dal defunto. 04. 01. 2004 Hammamet (TUNISIA) Oggi abbiamo noleggiato uno scooter e abbiamo girovagato tutto il pomeriggio per “Yasmine”, questo quartiere residenziale e periferia di Hammamet. Senza casco, nè freni o clacson, in due e con la video camera che lavorava incessantemente anche davanti alla polizia che non si curava minimamente di noi! 05. 01. 2004 Hammamet (TUNISIA) [Nick]: Stanza numero 611 ore 1.53 di mattina.

In TV stanno facendo vedere Marzullo che intervista la Lollobrigida e l’ultima domanda è: “Secondo lei è finita quando è finita?” “Ah Marzù! Ma che xxx vuol dì?” Domani si ritorna in Italia ed io già non vedo l’ora di ripartire per un altro viaggio! شكرا se vuoi visita i l mi o sito www.Born2travel.It



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