Tunisi e Hammamet di fretta
Il giro d’obbligo parte dall’avenue Bourghiba e dalle sue fontane. E’ meraviglioso vedere questa versione maghrebina degli Champes Elysées, piena di bar in cui si riversano i tunisini per chiacchierare a tutte le ore del giorno.
Come prima impressione di Tunisi, appare una città decisamente europea, molto francese, con standard ottimi sia di qualità che di pulizia. E tanta tolleranza, ci sono persone di tutti i tipi, donne con il velo e donne con la minigonna, il tutto senza particolari isterie.
Da occidentale, l’avenue Bourghiba non rappresenta un luogo particolarmente fastidioso, infatti non c’è nessuno che si permetta di importunare o di chiedere soldi. Inoltre i prezzi sono davvero abbordabili, per 5 (3 EUR) dinari si può prendere un taxi dall’aeroporto al centro, anche se il prezzo può essere sensibilmente maggiore a seconda dell’onestà del tassista (purtroppo la faccia da occidentale è impossibile nasconderla). Non appena si arriva al fondo dell’avenue Bourguiba, si erge la Cattedrale, molto interessante, una delle poche che ho visto in terra araba e poi si entra nella Medina. La Medina di Tunisi è patrimonio UNESCO e ne ha tutte le ragioni. E’ davvero molto bella, piena di vicoli con le tipiche case bianche con le grate azzurre e le porte con la mano di Fatima (prima figlia di Maometto) utilizzata per bussare.
Impossibile non essere importunati nella Medina, molti cercano di accompagnare i turisti in cambio di qualche moneta, difficile sfuggire a questa massa di persone e qualche soldo diventa obbligatorio scucirlo…Consiglio di portare tante monete. In ogni caso, pericoli all’incolumità sono inesistenti.
Al centro della Medina si erge una bellissima Moschea, purtroppo chiusa agli occidentali, ma è possibile scorgerne il patio attraverso le porte di entrata e sembra davvero molto bella.
Inoltre si possono visitare molte madrasse, cortili e palazzi che presentano un’architettura arabeggiante molto classica e essenziale. All’altra estremità della Medina si arriva nella zona del Palazzo del Governo, del Parlamento e dei vari palazzi istituzionali. Il tutto condito da centinaia di bandiere tunisine che danno decisamente un tocco di colore molto piacevole. Direi che il centro di Tunisi è assolutamente da visitare ed è davvero una piacevole scoperta.
Ma il meglio che Tunisi offre, a mio modesto parere, è lo stupefacente Museo del Bardo. Sebbene situato un po’ fuori rispetto al centro, comunque non distante dall’aeroporto (per chi volesse fare una visita all’ultimo minuto), il Museo del Bardo è una stupefacente collezione di mosaici del periodo romano (II e III sec. D.C. In prevalenza). I mosaici esposti sono di una bellezza incredibile, il livello di arte raggiunto dai Romani di quell’epoca è veramente stupefacente e la raffigurazione di divinità, animale, persone è un tuffo in quei tempi passati, nella più alta espressione del loro gusto artistico. Il museo per essere apprezzato ha bisogno di almeno un’ora (per una visita quanto meno superficiale) e l’unico punto negativo e la cattiva esposizione delle opere, in particolare scarsa di spiegazioni e di spunti storici che renderebbero il museo molto più interessante…Ma del resto il costo del biglietto di 7 dinari (con macchina foto inclusa) è veramente un regalo se si considera il livello di quanto viene esposto. Imperdibile! Vicino a Tunisi si può visitare quel che resta di Cartagine, cioè molto poco visto che i Romani decisero di dstruggere tutto quello che potevano del loro più temibile nemico e di cospargere di sale le rovine in modo che mai più potesse risorgere e bisogna ammettere sono riusciti perfettamente nel loro intento. Rimane comunque affascinante la darsena dell’antico porto in cui erano ancorate le navi cartaginesi e la collina su cui un tempo si ergeva la capitale. Oggi, a parte le poche rovine cartaginesi, il meglio è offerto dai resti romani, in particolare un imponente acquedotto e le Terme di Antonino. Per il resto, l’antica Cartagine è diventata una zona residenziale piena di villette molto belle ma anche poco interessanti per un aspirante archeologo che cercasse di ricostruire come fosse Cartagine. Sulla sommità della collina da segnalare una stupenda Chiesa in un particolare stile gotico, che si erge per aver ospitato le spoglie del grande re francese Luigi IX (il mitico Saint Louis) morto durante la sua scellerata crociata e poi rimpatriato nella Sainte Chapelle a Parigi.
Accanto ad essa si erge anche una bella moschea e dirimpetto si scorgono sia un cimitero americano della II Guerra Mondiale, sia in lontananza le case bianche si Sidi Bou Said. Si tratta di un piccolo villaggio molto turistico ma molto pittoresco in quanto completamente costruito con case dai muri bianchi e le inferriate azzurre. Un tipico villaggio di mediterraneo, al di sotto del quale si scorge un golfo davvero molto bello. La vista panoramica è davvero molto bella e pranzare in uno dei tanti ristorantini che si affacciano sul golfo è uno di quei lussi che in Tunisia vale la pena concedersi.
Il mio tour tunisino, nato da un week end attaccato ad un meeting di lavoro, si conclude ad Hammamet, probabilmente uno dei luoghi più artificiali che si affacciano sul Mediterraneo. La distesa di hotel con annessi ristoranti (soprattutto italiani) e campi da golf rende Hammamet un luogo decisamente lontano dallo standard del buon turista per caso. Comunque la cittadina è effettivamente molto carina, con una Medina che vale la pena visitare (anche se si passa il tempo a evitare i vari venditori di ogni genere di chincaglieria) e una fortezza che si affaccia sul golfo che rende l’idea di quanto questo luogo dovesse essere bello in tempi meno recenti. Oggi la cementificazione selvaggia ha purtroppo distrutto tutto ciò. Le spiagge sono comunque molto belle e un tuffo in mare vale decisamente la pena.
Per ultimo, il peggio del kitsch: la Medina nuova di Hammamet, con tanto di Annibale a cavallo dell’elefante all’ingresso…Il tempio per tutti coloro che vogliono tornare in Italia con un ricordo di Tunisia a buon mercato, senza aver mai messo il naso fuori dal loro lussuoso hotel.