Trento e dintorni, dicembre 2019

Una Natale nella natura
Scritto da: isa281
trento e dintorni, dicembre 2019
Partenza il: 21/12/2019
Ritorno il: 26/12/2019
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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TRENTO e dintorni 21-26 dicembre 2019

Sabato 21 dicembre – partenza da Vercelli sotto una pioggia battente che ci ha accompagnato per tutta la giornata. E così il ns programma di visitare qualcosa dopo pranzo è stato presto accantonato. Ma andiamo per ordine: colazione al grill verso le 8,30 comprensiva di acquisto di un biglietto della Lotteria su cui avevamo grosse speranze ma ahimè, il 6 gennaio è arrivato e ogni speranza è svanita… Siamo arrivati a Pergine Valsugana dopo un viaggio davvero tranquillo a parte qualche rallentamento nella zona di Rovereto, ma sempre accompagnati dalla pioggia. Il check in era dalle 14,00 e quindi abbiamo deciso di parcheggiare e trovare un posto dove mangiare. Abbiamo parcheggiato di fronte al cimitero di Pergine dove si trova una fila di posti liberi, senza biglietto e senza zona disco, davvero comodo anche perché ci abbiamo parcheggiato comodamente anche in altre occasioni e stranamente (in un attimo sei in centro) vi erano sempre diversi posti liberi. Con i nostri ombrelli ci siamo diretti verso quello che pensavamo fosse il centro e, bagnati come pulcini, non appena abbiamo trovato un ristorante ci siamo fermati. Era il ristorante al Moro dove, dopo una breve attesa visto che era pienissimo perchè, oltre ad essere giorno di mercato c’era la gente dei mercatini, ci siamo accomodati e abbiamo ordinato il piatto del giorno: stinchetto di maiale accompagnato da fagioli e polenta e da una birra piccola e poi abbiamo preso una fetta di Zelten e una di torta di castagne. Dopo pranzo siamo ritornati alla macchina e dopo pochi minuti eravamo già al nostro albergo Miralago che si affaccia sul lago di Canzolino, un piccolo laghetto vicinissimo a Pergine Valsugana. In perfetto orario per il check in, abbiamo espletato le varie formalità e scaricato la macchina, tutto sempre sotto la pioggia. Siamo arrivati in camera, abbiamo sistemato due cose e poi, visto che il tempo non accennava a migliorare, ci siamo subito avventurati alla scoperta del centro benessere che avevamo prenotato insieme alla camera e all’angolo cottura (un angolo cottura di cui abbiamo usufruito per due volte visti i problemi, in alcune occasioni, a trovare qualcosa di aperto durante certe giornate di festa). Il centro benessere è davvero carino ed è aperto anche a persone non ospiti dell’albergo, che hanno a loro disposizione anche doccia, spogliatoio con phon e armadietti dove lasciare i propri effetti personali. Lì vicino si trova pure una piccola palestra, compresa nel prezzo, che abbiamo sempre visto deserta… Il centro benessere tutto in legno e con le pareti di pietra a vista, comprende docce emozionali con acqua che puoi regolare di temperatura e come intensità (getti fini o nebulizzata), bagno turco e quindi umido (provato 5 minuti ed uscita in fin di vita sebbene la temperature non fosse altissima), sauna finlandese con temperature fino a 80/100° ma secca (li ho resistito una media di 10 minuti a volta, soprattutto se ci entravi dopo esserti nebulizzata nelle docce emozionali), una bellissima vasca idromassaggio anch’essa in pietra con diversi soffioni e diverse intensità di “bolle” e una cascata cervicale, il tutto in una bellissima atmosfera creata dai faretti azzurrini.. La vasca è la cosa di cui abbiamo usufruito di più: una volta che entravi non volevi più uscire! Accanto alle saune c’era la zona relax con le chaise longue di legno, il maxischermo con immagini rilassanti e le musiche di sottofondo, e la zona per prepararsi le tisane, sgranocchiare cereali e frutta fresca e dove ci si poteva anche sedere su una comoda panca di legno con cuscini…

Quando finalmente siamo usciti dal centro benessere, era ormai quasi arrivata l’ora della cena e, visto che ci eravamo alzati presto, continuava a piovere ed era comodo, abbiamo approfittato del ristorante/pizzeria Sapori d’Abruzzo che si trova proprio sotto l’albergo. Un po’ strano mangiare abruzzese in Trentino ma…va bene lo stesso! Pasta cacio e pepe mangiata per la prima volta e pasta tipica condita con sugo rosso e melanzane per concludere con un assaggio dei famosi arrosticini di agnello. Dopo cena relax in camera e poi a nanna con la speranza che il giorno seguente il sole facesse capolino

Domenica 22 dicembre – purtroppo niente sole e leggera pioggerellina. Un po’ rassegnati ci siamo preparati e siamo andati a fare colazione. Ed ecco che è tornato il buonumore: quante cose buone! Brioche di ogni tipo, torte fatte dalle ragazze addette alla sala (ogni giorno c’erano 5 torte diverse: zelten, strudel, cheese cake di ogni tipo, torte col mascarpone, torte con la frutta, torte natalizie). Ovviamente c’era anche la zona salata ma non l’abbiamo nemmeno considerata visto che eravamo così presi dalla zona dolce. Se volevi c’erano poi yogurt, burro, marmellatine, succhi di frutta oltre ad una vasta gamma di bevande dai distribuori. Ma la zona torte resterà nei nostri cuori! Dopo la colazione siamo andati a comprare qualcosa nel grosso centro commerciale a Pergine. Si sviluppa su due piani e ha diversi negozi oltre ovviamente al supermercato di una marca mai sentita. Quando siamo usciti finalmente sembrava che almeno avesse smesso di piovere e si vedevano dei piccoli sprazzi di sereno nel cielo così siamo partiti alla volta di Levico Terme sempre fidandoci ciecamente del navigatore. Abbiamo subito trovato la freccia per i famosi mercatini che si tengono nel parco degli Asburgo e, nonostante un po’ di difficoltà a parcheggiare (era domenica ed erano le undici) in quanto tutti i parcheggi indicati erano al completo, ci siamo trovati a girare a caso e ad un tratto abbiamo intravisto il parco ed ecco che mentre arrivavamo una macchina usciva proprio davanti a noi. E così abbiamo parcheggiato proprio ai piedi del parco e a pochi passi dall’ingresso principale. Abbiamo preso la mappa dei mercatini e abbiamo iniziato a girare guardando le tante casette tutte colorate intorno alle quali si vedono ancora in parte i disastri causati dalla tromba d’aria e dal maltempo che ha colpito tutta la zona dal 26 al 30 ottobre 2018. Disastri, alberi abbattuti, intere zone di montagna dove vedi gli alberi crollati e la terra franata, un triste spettacolo che abbiamo visto in diverse aree visitate in questi giorni, con cartelli illustrativi che ricordano l’evento e tutto il lavoro che è già stato fatto per cercare di sistemare le cose… In un’oretta avevamo già finito il giro e, ripresa la macchina, abbiamo cercato di ritrovare l’insegna che avevamo visto arrivando e che segnalava un ristorante. L’abbiamo ritrovata in fretta e abbiamo parcheggiato in un comodo parcheggio lì vicino e siamo entrati nel ristorante La Stua. Oggi la scelta è caduta su un piatto tipico che comprendeva polenta, funghi, pasta luganiga trentina grigliata e formaggio di malga mentre io ho scelto lo stracotto di cervo marinato nel Teroldego accompagnato da polenta. Dopo pranzo abbiamo raggiunto a piedi il centro di Levico Terme (davvero a due passi) e abbiamo fatto un giro per la zona pedonale. Davvero un bel paese, tranquillo, ben tenuto e con tanti negozietti invitanti nei quali, ovviamente, non abbiamo comprato nulla! Nel frattempo era uscito un timido sole e così, ripresa la macchina, siamo scesi fino al lago, circondato da diverse strutture ricettive ora tutte chiuse ma sicuramente prese d’assalto nella bella stagione. Abbiamo fatto una breve passeggiata lungo il lago e ammirato il panorama circostante, fatto di tante verdi colline punteggiate da piccoli paesini, per poi salire fino alle montagne con le cime innevate. La tappa successiva era il vicino lago di Caldonazzo, molto più grande ma forse meno suggestivo. Abbiamo lasciato la macchina a Calceranica al Lago e scattato qualche foto e poi ci siamo diretti verso il paese di Caldonazzo ma…non c’era nulla da vedere a parte la chiesa e, da fuori, la famosa corte Trapp. Così, un po’ tristi perchè ormai non facevamo più in tempo a scegliere un’altra meta visto che iniziava a farsi buio, siamo tornati in albergo e ci siamo consolati nel centro benessere. E per concludere abbiamo cenato in camera. All’indomani, tempo permettendo, ci aspettava Trento

Lunedì 23 dicembre. Ecco finalmente un po’ di sole! Si parte alla volta di Trento e, dopo aver chiesto consiglio alla reception, ci dirigiamo verso il parcheggio in via da Sanseverino poiché ci era stato detto che si trattava di un parcheggio libero. Invece scopriamo che non era a pagamento ma con la zona disco di due ore. Per fortuna che in poco più di 5 minuti arrivavi nella piazza del Duomo ma abbiamo un po’ avuto la giornata rovinata dal fatto che c’era sempre l’assillo di dover andare a cambiare il disco orario. Forse era meglio parcheggiare più lontano (senza limiti di tempo) e poi prendere la navetta a pagamento oppure approfittare del fatto che a Pergine Valsugana c’era la stazione e arrivavi comodamente a Trento. Peccato averci pensato troppo tardi. Comunque partiamo alla scoperta del centro storico iniziando proprio dal Duomo di San Vigilio (all’interno era quasi tutto in restauro e quindi non si è visto molto), dal Palazzo Pretorio e dalla Torre Civica. Tutto si trova attorno alla piazza principale al centro della quale spicca la bellissima fontana del Nettuno. Dopo esserci persi in decine di foto sotto un cielo ormai turchese, imbocchiamo la via alle spalle della piazza e, in un continuo susseguirsi di negozi da cui uscivano ottimi profumi (speck e salumi vari, formaggi, dolci) arriviamo alla piazza di Fiera con le casette del famoso mercatino. Anche qui facciamo un giro e poi, visto che si trova proprio lì vicino, decidiamo di pranzare alla famosa birreria Pedavena. Bell’ambiente ma secondo noi il cibo ha lasciato alquanto a desiderare insieme alla lentezza del servizio. E’ vero che c’era tanta gente ma ci siamo seduti a mezzogiorno meno dieci e ci hanno servito all’una meno venti e per di più il mio piatto era sbagliato…Durante la lunga attesa ne abbiamo approfittato per fare qualche telefonata al fine di trovare un posto dove mangiare il giorno di Natale: abbiamo contattato diverse strutture ma nulla da fare. Era troppo tardi ed erano al completo. Come ultima possibilità abbiamo contattato anche il ristorante sotto l’albergo: erano al completo ma, dopo aver sentito che eravamo ospiti dell’albergo, ci hanno detto che ci avrebbero trovato due posticini. Era una soluzione “di ripiego” ma meglio di niente. Dopo l’ennesimo cambio di disco orario abbiamo fatto un ultimo giro per il centro storico: abbiamo girato un po’ senza meta ammirando tutti i palazzi che costeggiano l’ampia via Belenzani che parte dalla piazza del Duomo, abbiamo quindi proseguito fino alla piazza di Santa Maria Maggiore, una bella chiesa di marmo rosa, e da qui siamo tornati di nuovo alla piazza principale. Il centro ci è piaciuto: tenuto bene, ricco di edifici e ricco di negozi. Con calma ci siamo spinti fino alla piazza Cesare Battisti dove c’era un altro gruppo di casette in legno dei mercatini, e dopo aver acquistato due belle fette di strudel ci siamo diretti per la terza e ultima volta verso il parcheggio. Dal centro storico era impensabile raggiungere il castello del Buonconsiglio a piedi (ovviamente solo per il problema del disco orario) e abbiamo ripreso la macchina con l’intenzione di raggiungerlo. Quanta confusione! C’era un traffico spaventoso e quando ci siamo arrivati abbiamo lasciato un attimo la macchina di traverso per scattare due foto ma non avremmo fatto in tempo ad entrare nel castello perchè sarebbe diventato troppo tardi. L’uscita dal centro di Trento è stata davvero difficoltosa e lunga, a causa dei semafori e del traffico congestionato. Sulla strada del ritorno ci siamo detti: e adesso dove si va? Il ragazzo della reception ci aveva assicurato che anche oggi a Miola, una frazione di Baselga di Pinè, ci sarebbe stato il famoso paese dei presepi. Io avevo dei dubbi visto che avevo trovato su internet che si chiudeva il 22 ma…gli abbiamo dato retta e, dopo aver superato il nostro albergo, abbiamo iniziato una strada a tornanti che ci ha portato fino alla frazione Miola. Il fatto che non ci fosse movimento in giro ci ha già fatto venire qualche dubbio e in effetti, dopo che abbiamo chiesto in un negozio, ci è stato confermato che il paese dei presepi aveva chiuso il giorno prima. Siamo allora ritornati in paese e ci siamo fermati a fare spesa in un supermercato accanto ad un lago. Ormai era buio ma sembrava una zona carina e ci siamo ripromessi che, se riuscivamo, ci saremmo tornati a fare un giro.

Per cena siamo andati in centro a Pergine Valsugana al ristorante/pizzeria Al Volt dove abbiamo ordinato gli strangolapreti burro e salvia e io una buonissima pizza fumè. Al momento di pagare il conto ho chiesto al proprietario se per caso non si era liberato qualche posto per il pranzo di Natale. No, purtroppo no. Così, visto che il posto ci era piaciuto, gli ho chiesto se era possibile prenotare per la sera del 25. E candidamente mi dice che loro erano chiusi e che, sarebbe stato molto difficile trovare qualcosa di aperto in zona, per via del fatto che il giorno di Natale i mercatini erano chiusi. Quindi i nostri programmi saltavano: avevamo pensato di mangiare in camera la vigilia e poi uscire a cena il 25; e invece abbiamo subito prenotato da loro per la cena del 24 mentre il 25 avremmo cenato in camera

Martedì 24 dicembre. Il tempo non era bellissimo ma almeno non pioveva. Dopo la solita “frugale” colazione ci siamo diretti verso Baselga di Pinè. Prima ci siamo fermati nel “centro storico” dove a parte una bellissima chiesetta (se non ricordo male risale al 1100 e abbiamo anche avuto la fortuna di trovarla aperta) e qualche casa storica non c’è molto da vedere; abbiamo quindi posteggiato vicino al primo lago, quello di Serraia, e ci siamo fatti una bella passeggiata fino al lato opposto con la speranza che nel frattempo il sole uscisse per illuminare le acque. Prima di risalire in auto, abbiamo approfittato per prenotare il pranzo, altrimenti non avremmo più avuto occasione per provare quel posto tanto decantato che avevo trovato per caso su internet mentre cercavo notizie per questo piccolo viaggio. Ci siamo spostati al secondo lago, quello delle Piazze. E’ molto più piccolo dell’altro ma l’ambiente che lo circonda è forse ancora più tranquillo (infatti non si affaccia direttamente sulla strada); l’acqua sembrava anche qui pulita e tutto il lago è circondato da prati digradanti e poi subito dal bosco. Dal punto in cui abbiamo parcheggiato, vicino ad un bar, parte una bella passeggiata che conduce anche all’area con la spiaggia per cani e probabilmente ti consente di percorrere a piedi l’intero perimetro del lago. Intorno piccoli paesi, colline e poi le cime più alte in parte innevate. Ci eravamo informati al telefono e per raggiungere il ristorante per il pranzo avremmo anche potuto proseguire lungo la strada ma, visto che al mattino avevamo intravisto la deviazione per la frazione Montagnaga con il famoso santuario, abbiamo preferito tornare indietro. Ci siamo fermati in questo luogo, importante meta di pellegrinaggi provenienti soprattutto dal nord Italia. Nel santuario si venera una preziosa immagine dipinta su tela, ritenuta miracolosa dalla tradizione popolare, che raffigura la Madonna di Caravaggio e la cui storia si intreccia con quella di cinque apparizioni della Vergine alla veggente Domenica Targa, originaria del luogo, avvenute fra il 1729 e il 1730. Non distante dal santuario si trova la conca della Comparsa con il monumento di bronzo che ricorda la prima apparizione (noi non ci siamo andati). Dopo due passi nella frazione, abbiamo ripreso la macchina e siamo ritornati verso Pergine, senza dimenticare di fermarci un attimo ad ammirare il bellissimo panorama e a fare una foto dall’alto al nostro albergo. Abbiamo quindi proseguito (sempre col navigatore) in direzione di Sant’Orsola Terme: la Miniera dei sapori Mocheni ci stava aspettando! Anche in questo caso le strade sono a tratti un po’ tortuose ma comunque agevoli. Che dire del ristorante? Sicuramente non è un luogo raffinato ma di certo originale, tutto arredato in tema gnomi (anche i due bagni) e molto colorato. La saletta vicino al bar era forse ancora più carina con una bellissima installazione di legno sul muro, con un grosso albero con le foglie dai colori autunnali da cui facevano capolino i gufi con i loro occhioni. Si sapeva che le porzioni erano abbondanti e così abbiamo ordinato un primo e un secondo da dividere. Il ristorante all’inizio offre lo spaccafam, una specie di frittata con la luganiga, accompagnato da alcune fette di salame; per seguire abbiamo preso i fusilli col pestato di aghi di larice, noci e aglio (ottimo piatto e molto originale) e i medaglioni di maiale con la panna e il pepe verde, accompagnati da un piatto dove campeggiavano polenta crauti e patate al forno. Alla fine ci hanno offerto le grappe, sempre rigorosamente preparate dagli gnomi (gli gnomi si occupano personalmente anche di tutti i dolci!), e a noi sono capitate quella al peperoncino e quella al sambuco. Molto soddisfatti del pranzo, abbiamo ripreso la macchina e abbiamo parcheggiato nel solito comodo posto a Pergine Valsugana per dare un’occhiata finalmente al centro storico di questa cittadina e ai suoi famosi mercatini Perzenland e la valle incantata, un evento conosciuto in tutta Italia, ricco di eventi che si svolgono durante tutte le festività. Il giro per il centro di Pergine non porta via tanto tempo ma abbiamo avuto modo di ammirare un bellissimo presepe in movimento allestito in una piccola chiesetta, una mostra di presepi, una piccola mostra sugli attrezzi dei minatori, la bella piazza centrale con il Municipio altrettanto bello, ricco di dettagli in ferro battuto, ma soprattutto tanti palazzi rinascimentali (alcuni purtroppo abbandonati) nella famosa via Maier, con decorazioni e dettagli che rimandano ai fasti del passato. Quando ha iniziato a farsi buio, siamo rincasati per una tappa rilassante al centro benessere e poi, alle 6 in punto, eravamo nell’area giochi dell’albergo poiché arrivava Babbo Natale a distribuire regalini ai bambini e a farsi fare le foto ricordo… Siamo quindi usciti per la cena e siamo tornati di nuovo al ristorante Al Volt. Abbiamo preso gli spatzli con lo speck e il risotto con la salsiccia e il puzzone di Moena, e per concludere una fetta di strudel. Dopo la cena della vigilia siamo ritornati nella nostra camera e, prima di andare a dormire, abbiamo letto i nostri bigliettini di auguri e ho preparato un amaretto e la tisana per Gesù Bambino….

Mercoledì 25 dicembre. Oggi era già stato deciso che sarebbe stato un giorno di Natale naturalistico e così, dopo colazione, siamo partiti alla volta del lago di Toblino che si trova a circa 15 km da Trento, lungo la Gardesana Occidentale che porta fino a Riva del Garda. Accompagnati da un bel sole e da un cielo finalmente limpido, abbiamo parcheggiato la macchina in uno spiazzo e abbiamo iniziato la nostra passeggiata lungo la passerella in legno che costeggia tutto il lago e che offre sempre una splendida vista sul castello (purtroppo chiuso, sarebbe stato molto bello poter entrare almeno nel parco) che domina dal promontorio, in una zona circondata da distese di vigneti al di sopra delle quali si elevano ripide montagne. Inoltre lungo il percorso ci sono diversi cartelli che illustrano le specie vegetali e di uccelli che popolano la zona. Purtroppo non abbiamo potuto percorrere l’intero perimetro del lago perchè si sarebbe fatto troppo tardi e così, arrivati fino all’area picnic che si trova proprio a ridosso della strada, siamo ritornati indietro e ci siamo diretti alla macchina, dopo aver dato un’occhiata anche al Maso Toresela, una bellissima villa dell’ottocento ora sede di una nota cantina di Trento.

Siamo arrivati verso mezzogiorno al ristorante Sapori d’Abruzzo e ci siamo accomodati per il nostro pranzo di Natale: un ricco piatto di antipasto misto di salumi e formaggi abruzzesi da dividere, il tacchino porchettato con le patate arrosto, la carne di agnello accompagnata da cardo e patate stufate, un dolce tipico abruzzese e una mousse al cioccolato. Alla fine non è andata poi così male come avevo temuto…

Dopo pranzo abbiamo finalmente fatto la passeggiata lungo il piccolo lago di Canzolino e ci siamo goduti un po’ di sole seduti su una panchina. Quando il sole ha iniziato a sparire dietro le montagne, si è subito levata un’arietta fresca e così, visto che era ancora presto abbiamo deciso di salire (ovviamente in auto) fino al castello di Pergine. Stupidamente, alla prima indicazione di un parcheggio, io ho parcheggiato e ci siamo fatti tutta la salita a piedi lungo il sentiero nel bosco. In realtà c’erano diversi altri parcheggi molto più comodi, bastava proseguire in auto… Quando siamo arrivati al castello, un po’ senza fiato, ci siamo goduti il panorama sulle montagne innevate e sulle ampie vallate circostanti e abbiamo visto dall’alto tutto l’abitato di Pergine. Dopo una passeggiata all’interno delle mura del castello, visto che ormai era quasi buio, siamo ritornati verso la macchina e quindi abbiamo approfittato per l’ultima volta del centro benessere e di quella bellissima vasca idromassaggio, avvolti dalla luce azzurrina e coccolati dalle bollicine… Come ormai era deciso la cena di Natale l’abbiamo preparata in camera: qualche affettato e qualche sottaceto, un risotto agli spinaci, due ottimi tomini avvolti nello speck e cotti magistralmente nel forno a microonde, frutta, un po’ di frutta secca e per finire le buonissime fette di strudel che avevamo comprato a Trento, il tutto accompagnato dal vino bianco!

Giovedì 26 dicembre. Ormai la nostra vacanza era giunta al termine e dopo un’ultima abbondante colazione, abbiamo caricato i nostri bagagli e, sotto un cielo ovviamente azzurro ed un bellissimo sole, siamo partiti. Nei progetti c’era di dirigerci verso Riva del Garda e visitare il borgo medioevale di Canale di Tenno. Infatti quando eravamo stati la seconda volta sul lago di Garda e ci eravamo spinti fino a Riva del Garda, visitato le famose cascate del Varone e addirittura fatto il bagno nel lago di Tenno, non avevamo nemmeno idea che ci fosse questo borgo da visitare… Così, guardando la cartina, abbiamo impostato il navigatore mettendo come meta Riva del Garda. Abbiamo ovviamente rifatto la Gardesana fino al lago di Toblino ma poi il navigatore, ci ha fatto proseguire lungo una strada tutta in salita, circondata da ripide montagne e piena di tornanti, dalla quale solo per un attimo, ho intravisto un veduta meravigliosa della vallata e del lago di Toblino. Volevamo tornare indietro e seguire la strada che ci sembrava più logica ma allora, perchè usare il navigatore?? Abbiamo proseguito lungo strette gole dove probabilmente in inverno non batte mai il sole: il termometro ha segnato anche meno 3 ed eravamo circondati da una natura ricoperta da un fitto strato di brina, fino a che siamo arrivati nella zona delle terme di Comano. Proseguendo, ad un certo punto, ho visto una deviazione e l’ho subito presa. Il navigatore ci aveva fatto prendere una strada imprevista ma ci era andata bene: infatti eravamo in prossimità del famoso paese di Rango nel Bleggio Superiore, uno dei borghi più belli d’Italia. Nei nostri programmi c’era la visita ai famosi mercatini ma ormai ci eravamo rassegnati a non vederli anche per un problema di giorni di apertura. E invece ecco che, proprio il 26, giorno in cui riaprivano dopo il Natale, ci trovavamo a pochi chilometri di distanza… Siamo arrivati in prossimità dei primi parcheggi ed era già pieno di gente e ci hanno fatto segno di parcheggiare. A posteriori diciamo che la cosa non è organizzata molto bene, infatti dovrebbero segnalare che è possibile parcheggiare anche dopo e, man mano che i parcheggi più vicini al paese sono pieni, iniziare a riempire quelli via via più lontani. Per fortuna che io ho pensato di chiedere a un signore che lavorava nel cortile di casa e così abbiamo ripreso la macchina e abbiamo parcheggiato comodamente a qualche minuto dal paese. Ci siamo incamminati a piedi in mezzo ad una quantità di gente davvero impressionante. La zona è molto bella: le montagne innevate fanno da cornice a vallate molto ampie punteggiate da decine di piccoli paesi. Arrivati all’ingresso del paese ho subito pensato che il navigatore aveva fatto un’ottima cosa: è davvero un borgo meraviglioso, un continuo susseguirsi di antiche case in pietra, piccole piazze con le fontane, ballatoi in legno con le pannocchie di granoturco appese, vasi di gerani, piccoli passaggi, viuzze di ciottoli, archi e scale di pietra. Ovvio che i mercatini, in questa ambientazione, sono davvero suggestivi, nulla da paragonare agli altri che avevamo visto. I vari espositori sono sistemati all’interno delle case, ai primi piani o nelle cantine, in locali a volte davvero molto piccoli e raccolti, ma capaci di valorizzare ancora di più i prodotti esposti. C’erano anche alcuni posti per mangiare ma era ancora un po’ presto e quindi abbiamo deciso di proseguire verso la tappa successiva. Ormai era quasi mezzogiorno e, mentre noi scendavamo lungo la strada, abbiamo visto tantissime persone incamminarsi a piedi lungo la strada dopo aver parcheggiato a distanze secondo noi improponibili….Abbiamo attraversato alcuni paesi e in breve siamo arrivati prima al lago di Tenno e quindi alla freccia che indica il borgo medioevale di Canale di Tenno. Parcheggiata la macchina abbiamo iniziato a percorrere i viottoli ciottolati, ammirando case di pietra, la piazzetta principale, gli archi, i ballatoio, le strette viuzze. Ormai i mercatini non c’erano più ma senza dubbio il borgo ha comunque un suo fascino e, se si volesse, si potrebbe anche fare una bella passeggiata che ti porta fino al lago di Tenno, famoso per le sue acque verdi-azzurre e per l’isolotto al centro (a dire il vero io mi ricordavo l’isolotto ma adesso, guardando dalla strada, mi sembra che l’isolotto sia un po’ sommerso dall’acqua…). Era ora di cercare un posto per mangiare qualcosa e così ci siamo fermati al ristorante Antica Croce che si trova proprio di fronte al castello di Tenno (chiuso al pubblico) e all’ingresso del borgo mediovale di Frapporta. Dopo aver gustato tagliatelle rosa col Teroldego al ragù di cervo e il formaggio grigliato accompagnato da polenta e funghi, abbiamo fatto un giretto per il borgo per poi ritornare alla macchina. Ormai la nostra vacanza stava volgendo proprio al termine e così, abbiamo impostato il nostro navigatore con l’indirizzo di casa. Eravamo convinti che ci guidasse verso Rovereto per prendere l’autostrada e invece ci siamo fatti tutta la Gardesana. Sul subito avevamo paura di trovare tanto traffico e invece ce n’era ma quasi tutto in direzione opposta. Lungo la strada ci siamo divertiti a riconoscere i luoghi che già avevamo visitato su quella sponda del lago e alla fine, anche la strada normale non è poi risultata così pesante. Tutto sommato anche il viaggio di ritorno è stato tranquillo, a parte un po’ di traffico nella zona di Milano, e con un po’ di tristezza ci siamo presto ritrovati a scaricare dalla macchina i nostri bagagli…

In tutto abbiamo percorso 930 km



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