Trekking e avventura in Camerun
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Siamo un gruppo di 5 italiani uniti dalla passione del trekking.
13 febbraio 2012 – 1° giorno: Milano – Douala
Volo AirFrance Milano-Parigi-Douala. All’arrivo a Douala, non arriva uno dei bagagli, che recupereremo il giorno successivo. Dormiamo a Douala in un hotel a 3 stelle.
2° giorno DOUALA- BUEA
Al mattino ci preoccupiamo di cambiare un po’ di valuta e passeggiamo per Douala. Città caotica e poco interessante; siamo andati a visitare delle scuole locali e il preside ci ha accolto volentieri. A mezzogiorno siamo partiti con un taxi-pulmino scassatissimo per Buea, paese alle pendici del monte Camerun. L’hotel che ci ospita per una notte è abbastanza fatiscente. Il clima è leggermente più fresco di Douala, ma comunque è sempre umido. A Beua ci muoviamo con dei taxi normali per raggiungere l’agenzia che ci organizza il trekking; decidiamo di comprare noi il necessario per mangiare durante il trekking e passiamo il pomeriggio a fare la spesa al mercato: tantissima gente. Ci riempiamo di tanto riso, pasta, verdura e frutta, necessari per 4/5 giorni di trekking, oltre che di tanta acqua. A Buea non ci sono negozi ma solo il mercato all’aperto. La gente è simpatica, mai insistente nel voler vendere qualcosa a degli europei. Siamo nella stagione secca, ma comunque piove quasi tutti i giorni.
3° giorno (1° di trekking) MOUNT CAMERUN
Per la colazione abbiamo aspettato tantissimo, come ieri sera per la cena: scopriamo che i tempi sono lunghissimi, qui nessuno ha fretta. Dopo avere recuperato il bagaglio in aeroporto, finalmente riusciamo a partire verso mezzogiorno. I portatori ci portano tutto, a parte il nostro zainetto con quanto ci può servire nella giornata; dopo circa 1000m. di dislivello percorso abbastanza velocemente raggiungiamo il primo bivacco. Siamo in mezzo alla giungla, è molto umido e ogni tanto piove. Il bivacco consiste di due baracche di lamiera piene di buchi. Noi montiamo le tende dentro il bivacco, a causa dei frequenti piovaschi. La fauna locale è composta da topi di ogni genere, il resto, se c’è, è nascosto nella giungla. I portatori ci preparano la cena, sempre ottima.
4° giorno (2° di trekking) Mount Cameroun (o Cameroon)
Giornata di salita al secondo bivacco a 3000m. Riusciamo a evitare un temporale mettendoci al riparo in una baracca che si trova proprio lungo il percorso. A questa altitudine la giungla lascia il posto ad un paesaggio decisamente vulcanico: si cammina su terra lavica. Anche stasera dormiremo in una baracca di lamiera, dove abbondano i topi. Dato che siamo arrivati abbastanza presto, facciamo dei giri, andando a visitare delle grotte senza fine di origine vulcanica. Cena alle 17.00, prima che faccia buio. La vista da 3000m. di altezza dovrebbe essere spettacolare, ma il clima umido rende tutto molto sfocato.
5° giorno (3° di trekking) Mount Cameroun LA VETTA
Sveglia alle 6 e partenza alle 7 in perfetto orario. Finalmente una bella giornata con ampia visuale sul mare e la pianura circostante, ma niente a che vedere con le belle giornate limpide e ventose che potremmo immaginarci. Arriviamo in vetta a quota 4.095 metri (wikipedia segnala 4040m), fa abbastanza freddo e per fortuna abbiamo con noi giacche a vento, cappelli e guanti. Per il ritorno è previsto un altro tragitto, verso la città di Limbe, adagiata sull’oceano. La prima parte è tutta su roccia vulcanica, spaccagambe tra paesaggi lunari fantastici. Poi attraversiamo una parte di savana, ma la rara giornata secca viene sfruttata dalla invisibile gente locale per bruciare le sterpaglie: un fronte di centinaia di metri delle pendici del vulcano sta bruciando e noi lo attraversiamo cautamente. Le guide locali ci mostrano i resti di un aereo caduto qualche anno fa. Arriviamo verso sera al limitare della giungla, dove sistemiamo le nostre tende. Le guide dormiranno sotto delle improvvisate capanne di legno. Per cena ci preoccupiamo di fare noi la pasta; l’acqua viene raccolta dove càpita e fatta bollire accuratamente.
Appena viene buio, ci addormentiamo di botto.
6° giorno – Mount Cameroun – Limbe
Partenza alle 7: decidiamo di fare un giro supplementare verso le capanne dei cacciatori incendiari. Purtroppo inizia anche a piovere, e resteremo bagnati tutto il giorno. Ritorniamo al campo e ripartiamo subito per attraversare la foresta equatoriale. Piove e c’è un’ umidità del 100%. Camminare nella foresta è davvero massacrante. Ogni pochi metri bisogna scavalcare tronchi giganti e scivolosi. Sei bagnato fino al midollo e fa caldo. Avvisti solo escrementi e orme di elefanti, e non sai se augurarti o no di incontrarne uno, perché sarebbe un incontro ravvicinato. I tronchi sono enormi e altissimi. Arriviamo fino ad un possibile campo, vicino ad un grande cratere pieno d’acqua, dove avremmo potuto vedere gli elefanti abbeverarsi. Ma la guida e i portatori decidono di portarci fino alla costa e sarà la giornata più massacrante del tour. Arriviamo esausti alle prime fattorie e strade, in qualche maniera riusciamo ad organizzarci per il trasferimento a Limbe, dove troviamo un albergo fatiscente, senza acqua corrente, ma con dei letti che comunque ci paiono decenti, anche se dalla stanchezza avremmo dormito su una lastra di marmo. Per fortuna ci preparano una buona cena rigenerante.
7° giorno – LIMBE
Dopo una meritata dormita colossale e con un solo lavandino a disposizione di tutti noi per rinfrescarci, con due moto-taxi a 3 posti ci dirigiamo verso il colorato mercato di Limbe. A mezzogiorno decidiamo di partire per Kribi, città posta sulla costa a sud del Cameroun. Il viaggio effettuato con un pulmino-taxi è piuttosto lungo a causa del traffico caotico. Attraversiamo alcuni paesi: la gente vive spesso in baracche prospicienti alle strade. A Kribi siamo alloggiati in appartamentini in muratura proprio davanti al mare, ci concediamo un graditissimo bagno rinfrencante in un mare caldo e ottima cena a base di pesce.
8° giorno – KRIBI – CAMPO MA’AN
Al mattino il gruppo si divide, una parte va in città a fare compere e provviste, mentre l’altra rimane a passeggiare sulla spiaggia. L’appuntamento è alla una, per partire per Campo Ma’an, Parco Nazionale al confine con la Guinea Equatoriale, per una escursione di 2 giorni. Noleggiamo un veicolo un po’ fatiscente, sempre con autista. Lungo il tragitto, su strada rossa sterrata immersa nella giungla, incrociamo alcuni camion carichi di immensi tronchi; una delle poche risorse del Cameroun è proprio il legname, esportato su larga scala. È anche in costruzione un immenso porto finanziato dai cinesi. Arriviamo al Campo Ma’an con il buio. Dopo la registrazione per l’entrata al parco per domani mattina, durata un’ora e mezza – il tempo qui non è una risorsa scarsa! – ci facciamo accompagnare in un villaggio dove dormiremo in un “hotel” indefinibile, senza acqua corrente ma con secchi d’acqua nei corridoi. La cena è a base di buon pesce, cotto sul fuoco vivo. Ci sentiamo veramente molto lontani dal nostro mondo.
9° giorno – PARCO MA’AN
Il Parco è un’area di giungla equatoriale protetta dal disboscamento, speriamo sia vero. Entriamo però insieme agli enormi camion atti al trasporto proprio di tronchi giganteschi. Ci dicono che attraverseranno il parco per disboscare fuori da esso, ma non ne siamo così convinti e ci annotiamo di avvisare il WWF che pare finanzi la difesa del parco. Percorriamo la strada in mezzo alla giungla. Con la guida del parco che ci accompagna, provvista di machete, ci inoltriamo nella giungla sicuramente abitata da elefanti e da gorilla, di cui abbiamo visto però solo le orme. Malgrado emettiamo versi e richiami, non riusciamo a vedere alcun mammifero: gli unici animali incontrati sono delle voraci e antipatiche formiche che si arrampicano lungo il corpo appena mettiamo il piede sui loro nidi. Abbiamo intravisto dei piccoli mammiferi, che scappavano appena ci fiutavano. In compenso, muovendoci in auto sulla pista, abbiamo fatto la scoperta che il nostro pulmino-taxi era una versione aggiornata di veicolo da “brivido”: …. completamente senza freni. Incrociando un enorme camion fermo in fondo ad una discesa, l’autista ha provato a inchiodare senza alcuna speranza di fermarsi riuscendo però ad uscire di strada per evitare il frontale: per fortuna senza ribaltarsi e rompendo solo il semiasse. Ce la siamo vista brutta! Incredibilmente l’autista si è messo a costruire un nuovo semiasse di legno, forgiato a colpi di machete e in due ore l’auto era di nuovo marciante, ma ci siamo rifiutati di salire. Ammutinamento! Abbiamo aspettato e dopo un po’ è passato finalmente un camioncino aperto che ci ha caricato tutti sul cassone e ci ha portato per 50 km fuori dal parco. Alla sera siamo tornati a Kribi su un normale “noioso” veicolo tranquillamente funzionante!
10° giorno: KRIBI, PIROGHE E PIGMEI
Oggi ci siamo organizzati una gita in piroga a motore a visitare un fiume che attraversa la giungla e un villaggio di pigmei. Siamo partiti su un fiume verde specchio super fotografato. I pigmei, abbastanza timidi e riservati, vivono ai margini del fiume in capanne di legno, allevando capre.
Al ritorno, sostiamo per acquisti di maschere di legno e altri ammennicoli a Kribi.
11° giorno: Kribi – Douala
Dopo tanto movimento, mattinata di pausa al mare con bagno. Poi partenza per l’aeroporto e digressione al mercato di Douala. In serata volo puntuale per Parigi.
23 febbraio 2012 – 12° giorno
Rientriamo a Milano in perfetto orario.
Un viaggio avventuroso e fantastico, memorabile.