Trekking con i bambini

E' stata una bella esperienza visitare il Nepal con i nostri bambini. Sono tre, Joseph di 12 anni, Ambra e Francesca di 9. E' stato il nostro primo viaggio "di famiglia" in un paese extraeuropeo, ed oltre che dalle bellezze del Paese, siamo rimasti affascinati dalla gentilezza dei nepalesi. Ci siamo trovati molto bene grazie anche alla nostra...
Scritto da: Daniele Iavicoli
trekking con i bambini
Partenza il: 07/09/2001
Ritorno il: 27/09/2001
Viaggiatori: in gruppo
E’ stata una bella esperienza visitare il Nepal con i nostri bambini. Sono tre, Joseph di 12 anni, Ambra e Francesca di 9. E’ stato il nostro primo viaggio “di famiglia” in un paese extraeuropeo, ed oltre che dalle bellezze del Paese, siamo rimasti affascinati dalla gentilezza dei nepalesi.

Ci siamo trovati molto bene grazie anche alla nostra giuda Dharma Maharjan (jeenish_m@yahoo.Co.Uk).

Lo abbiamo incontrato a Katmandù e ci ha accompagnato durante tutto il soggiorno, per le stradine delle principali città della valle, Patan e Bhaktapur, lungo i crinali delle montagne e tra i boschi di rododendro.

Il primo trekking è iniziato a Nagarkot, 30 km ad est di Katmandù, facilmente raggiungibile con gli autobus locali. Dopo aver visto l’alba sulla catena dell’Himalaya, siamo scesi lungo i campi, attraversando case e villaggi per arrivare al magnifico tempio di Changunarayan, nel primo pomeriggio. Non siamo degli esperti di trekking, ci piace camminare e questa prima passeggiata è servita sia per “scaldare i miscoli” sia per accrescere in noi la voglia di visitare quelle zone del Nepal che non sono raggiungibili dalle macchine. Abbiamo scelto l’Annapurna Conservation Area per fare un trekking di 6 giorni. A Katmandù abbiamo pagato il permesso di trekking (2.000 Rps a testa) e all’alba del giorno dopo siamo partiti per Pokhara, 206 km ad ovest di Katmandù. Abbiamo scelto di raggiungerla con gli autobus di linea. Il viaggio, durato 10 ore a causa della strada franata in più punti, ci ha offerto uno spettacolo davvero unico sulla realtà nepalese.

Siamo arrivati a Pokhara, in tempo per vedere il lago e scegliere l’albergo, prima che il temporale e la notte ci consigliassero di andare a nanna. All’alba del giorno dopo ci siamo recati con un taxi (500rps) a Naya Pul e abbiamo proseguito a piedi fino a Birethanti. Qui vengono controllati i permessi di accesso all’ Annapurna Conservation Area.

Armati zaini e tanta voglia di arrivare in cima, ci siamo incamminati, lungo questo sentiero che è stato ed è ancora una via commerciale. Tutto viene trasportato sulle spalle, in ceste di vimini sorrette da una corda che cinge la testa…Ogni tanto passa una carovana di muli.

Tra campi di riso, ponti sui torrenti, boschi, case e villaggi arriviamo a Tikedungha dopo 5 – 6 ore di cammino. Il posto è spettacolare, ricco di vegetazione, e dopo una notte di riposo ripartiamo, attraversando altri paesi ed altre case per raggiungere Ghorapani dopo un’altra giornata di marcia. Anche se faticoso, abbiamo avuto la possibilità di fermarci nelle case da the presenti lungo tutto l’itinerario, fare amicizia con mamme e bambini, navigare con lo sguardo lungo i torrenti e volare sulle cime degli alberi dove volteggiano scimmie ed uccelli variopinti.

L’alba a Poon hill (3194 m), è stata davvero magnifica, in quella mattina limpida sembrava di poter toccare non solo le cime dell’Annapurna, ma anche il Dhaulagiri ed il Fish Tail. Dopo una giornata di riposo e di gioco a Ghorapani abbiamo iniziato il nostro cammino di ritorno passando per Tadapani e Ghandruk, chiudendo ad anello il nostro trekking.

Non è stata una passeggiata vera e propria, ma tutti siamo stati contenti. Adesso siamo a casa, facciamo vedere le foto agli amici, abbiamo adornato la casa con i piccoli acquisti e i regali ricevuti, e non smettiamo di essere riconoscenti verso quelle persone che così cortesemente ed amabilmente ci hanno introdotto in una cultura millenaria, a contatto con luoghi, costumi e tradizioni tanto diverse dalle nostre. Per finire vorrei dire che è stato bello vedere i bambini giocare assieme, oltrepassando barriere tanto invisibili quanto, a volte, insuperabili.



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